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Le 10 piscine naturali più belle d’Italia (immagini)

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Credits @_ariana2203_ IG - Laghetto delle Ondine

Tanta voglia di acqua e di natura. Questi sono piccoli angoli di paradiso in cui immergersi. Ecco i più incredibili che si possono trovare in Italia.

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Le 10 piscine naturali più belle d’Italia (immagini)

#1 Le acque della cascata nel borgo di Rocchetta Nervina (Liguria)

Credits sabrinadementon IG – Rocchetta Nervina

Siamo in Liguria lungo il corso del Rio Barbaira, noto tra gli appassionati di torrentismo per le sue acque cristalline e i suoi canyon. Nei pressi del borgo di Rocchetta Nervina, grazie anche ad uno sbarramento costruito per contenere la forza del torrente in caso di piena, troviamo uno splendido specchio d’acqua adatto per un tuffo rigenerante ma anche, se pur per distanze limitate e per chi sopporta una temperatura non certo termale, per una nuotata con un’atmosfera da foresta pluviale.

 

#2 I bagni di Regina Giovanna a Capo di Sorrento (Campania)

Credits pastell_ina IG – Bagni di Regina Giovanna

Arrivati a Capo di Sorrento è d’obbligo un tuffo ai bagni di regina Giovanna. Con un accesso costituito da un piccolo arco naturale in pietra calcarea ci si addentra in una meravigliosa piscina naturale di acqua salata. Arrivando da terra invece, dopo aver percorso qualche decina di metri di un viale ciottolato, si può lasciare il telo e gli oggetti su una piccola spiaggia di sassi e immergersi della vasca contornata da pietra stratificata che farebbe la gioia di qualunque geologo. Una minuscola porzione di mare per farsi coccolare in totale sicurezza e confort.

 

#3 Cala Coticcio, una spiaggia dorata nell’arcipelago della Maddalena (Sardegna)

Credits flaviapln IG – Cala Coticcio Caprera

Caprera non è solo circolo velico e Garibaldi ma anche una lunga lista di luoghi che tolgono il fiato. Cala Coticcio è una insenatura naturale che accoglie il mare dell’arcipelago della Maddalena e la regala a chi desidera fare un bagno senza doversi tuffare con onde e imbarcazioni di passaggio. Una spiaggia leggermente dorata rende il tutto ancor più gradevole. Nonostante non sia molto grande e frequente poter scorgere molte varietà di pesci che si muovono in tutta tranquillità.

 

#4 Le piscine naturali delle cascate del Mulino alla Terme di Saturnia (Toscana)

Credits: viaggiare.mondo.info – Terme di Saturnia

Terme di Saturnia. Una stazione termale completamente gratuita che coccola chiunque abbia la fortuna ripassare da queste parti. Siamo nel Grossetano e le famose terme, famose fin dagli antichi romani per le loro caratteristiche. 37,5 gradi costanti per un’acqua che impiega circa 40 anni di percorso sotterraneo per poi sgorgare in superficie. Il punto più bello è quello delle cascate del Mulino dove, dopo pochi metri di cascata, si forma un lago nel quale immergersi vuol dire godere di un effetto rigenerante.

 

Leggi anche: Questo è il BORGO più ANTICO d’ITALIA

#5 La Baia di Sorgeto, un meraviglia nella perla del Tirreno (Campania)

Credits isamigliaccio IG – Baia di Sorgeto

Questa volta siamo a Ischia, perla del Tirreno che non necessita di presentazione. Sembra che il Creatore non si sia risparmiato nel regalare scorci meravigliosi a quest’isola che può anche vantare una insenatura naturalmente protetta, la Baia di Sorgeto. Inutile dire che l’acqua è cristallina e il panorama lascia senza parole, mentre va specificato che alcune porzioni della baia sono limitate da grossi massi messi appositamente per creare delle sorti di vasche perfette per potersi accomodare e socializzare facendosi cullare dalle dolci onde che scandiscono un ritmo naturalmente rilassante.

 

#6 Grotta della Poesia, forse la più suggestiva delle vasche naturali in Italia (Puglia)

Credits lu_fabrizio IG – Grotta della Poesia

Grotta della Poesia. Forse la più suggestiva e fotografata di tutte le vasche naturali in Italia, direttamente comunicante con una seconda vasca chiamata Grotta Piccola, la Grotta della Poesia racchiude in sé tutte le caratteristiche di una vasca naturale da sogno. Nella speranza che l’accesso possa essere contingentato per evitare la possa essere deturpata da troppe presenze umane, la Grotta è il risultato di una millenaria erosione delle rocce da parte di un mare che, nel Salento, è da sempre sinonimo di colori unici.

 

#7 Le acque cristalline di Marina Serra, nel Salento (Puglia)

Credits @francescomusacco IG – Marina Serra

Il Salento regala sempre grandi emozioni e l’avere una sola grotta naturale, se pur splendida, pareva riduttivo. Così Madre Natura ha deciso che meritava almeno un’altra bellezza nel genere. Detto fatto. Nei dintorni di Tricase possiamo tuffarci dello specchio d’acqua di Marina Serra. Sia che si arrivi da terra che dal mare, passando sotto una volta di pietra naturale, l’ingresso nella piscina naturale non permette di restare indifferenti a uno spettacolo a dir poco mozzafiato.

 

#8 Il fiume Stilaro, ai piedi della cascata del Marmarico (Calabria)

Credits francescobelmonte370 IG – Cascata del Marmarico

Passeggiando per l’Appennino meridionale, nei pressi di Bivongi, dopo aver percorso i vari sentieri ricchi di natura e storia ci si può rinfrescare con un tuffo nelle bellissime acque del fiume Stilaro. Ai piedi della cascata del Marmarico, alta oltre 100 metri, si è formato un piccolo lago nel quale è proibito NON immergersi. Esperienza unica.

 

#9 I laghetti a terrazzamento del fiume Cassibile (Sicilia)

Credits salvuccio_sardo IG – Casagrande fiume Cassibile

Abbiamo oltrepassato lo Stretto di Messina e siamo arrivati in Sicilia, terra di infinite bellezze naturali (e non solo…). Nei pressi di Siracusa, a Cavagrande del Cassibile, il fiume Cassibile ha creato, con la sua forza erosiva, alcuni laghetti a terrazzamento. L’acqua, freddissima, non riesce a scoraggiare i molto turisti che si avventurano in queste alture

 

#10 Laghetto delle Ondine, la stupenda piscina naturale di Pantelleria (Sicilia)

Credits @_ariana2203_ IG – Laghetto delle Ondine

Se desiderate continuare a vivere emozioni potete completare il vostro viaggio recandovi a Pantelleria dove, in una situazione paradisiaca, sarà possibile immergersi nella bellissima piscina naturale di Ondine. Uno specchio d’acqua marina continuamente alimentato dalle onde del Mediterraneo che fa sentire tutta la sua potenza con onde che entrano con tutta la loro forza nel piccolo laghetto. Quindi acque leggermente agitate ma sempre cristalline in una piccola porzione di mare caldo e poco profondo e ricchissimo di piccoli pesci che nuotano facendovi compagnia. A pochi metri potrete ammirare il Faro di Punta Spadilllo e il Museo Vulcanologico.

 

Fonte: SiViaggia

Continua a leggere con: Tra mare e fiume l’ISOLA dell’AMORE: una delle spiagge fluviali più belle d’Europa

ROBERTO BINAGHI

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7 minirifugi nella natura per un weekend fuori città

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Credits: Airbnb -Capanno sul lago

Il caravan nell’orto, il bungalow ecologico, la casa sull’albero o la tiny house con le ruote nella foresta millenaria degli abeti. Ecco 7 suggerimenti da Airbnb per trascorrere 48 ore in totale relax, in Italia.

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7 minirifugi nella natura per un weekend fuori città

#1 Il capanno vista Lago di Como sulle pendici del Monte Zeno, in Lombardia

Credits: Airbnb -Capanno sul lago

Cominciamo dalla Lombardia. Questa è una casetta in legno su 2 piani con una stupenda vista sulla parte più spettacolare del Lago di Como, sulle pendici del Monte San Zeno.

Località: Schignano (CO)

 

#2 La tiny house con vista sulle montagne e la gola del torrente Ardo, in Veneto

Credits: airbnb – Mini Chalet Belluno

Si trova sospesa su un magnifico paesaggio naturale, con vista sulle montagne e sulla profonda gola del torrente Ardo. La grande vetrata permette di mettersi a letto e godere del paesaggio mozzafiato. Sul tetto c’è una terrazza panoramica con vista a 360°.

Località: Belluno

 

#3 Il bungalow ecologico in provincia di Treviso

Credits: Airbnb -Bungalow ecologico

Un bungalow di circa 20 mq interamente in legno, nel comune di Spresiano in provincia. Non lontano dal fiume Piave e comodo punto di partenza per escursioni sulle Prealpi e sulle Dolomiti.

Località: Spresiano (TV)

 

#4 La casa con le ruote nella foresta millenaria degli abeti di risonanza in Friuli-Venezia Giulia

Credits: Airbnb Casa su ruote

L’alloggio è una tiny house mobile ed autosufficiente della dimensioni di solo 12 mq, l’ideale per staccare la spina e rilassarsi osservando le montagne, il bosco e il cielo stellato da una prospettiva privilegiata. Fino al mese di Settembre si troverà in un parco di oltre un ettaro nella splendida cornice della Val Saisera, a ridosso delle Alpi Giulie, nella foresta millenaria degli abeti di risonanza.

Località: Malborghetto Valbruna (UD)

 

 

#5 Lo chalet in legno e pietra sulle colline del Chianti 

Credits: Airbnb – Chalet legno e pietra

Delizioso chalet in pietra immerso in un bosco di querce e pini, tra le colline del Chianti, ideale per un weekend romantico e/o una vacanza all’insegna del relax nella natura incontaminata.

Località: Gaiole in Chianti (SI)

 

#6 La casa nel bosco tra le colline marchigiane

Credits: Airbnb – Casa nel bosco

Una romantica casa di legno di abete incastonata tra i faggi e le querce nel bosco sulle colline marchigiane, immersa a 360 gradi nel verde e gode di una vista meravigliosa. Una curiosità: la camera da letto è posta al piano superiore e l’accesso avviene tramite una scala di legno alla marinara.

Località: Cantiano (PU)

 

#7 La casa sull’albero sopra il torrente, in Umbria

Credits: Airbnb – Casa sull’albero

Una casetta di legno sull’albero, una quercia secolare, immersa nel bosco e sospesa a 10 metri d’altezza sul torrente. È grande appena 12 mq e vi si accede tramite un ponticello.

Località: Gubbio (PG)

 

Fonte articolo: AD Italia

Continua a leggere: La moda delle MINI CASE in Italia: i 5 modelli più di successo, da quelle in LEGNO a quelle SU RUOTE

FABIO MARCOMIN

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La beffa di Cattelan: è la borsa che fa il «dito» a Milano (anche se tutti pensano il contrario)

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il dito di cattelan
Un dettaglio del dito

Doveva essere un’installazione temporanea, invece è diventata permanente. Non solo. E’ diventata un’icona della città ormai nota in tutto il mondo. Non solo. Su di lei girano diversi malintesi.

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I più grandi malintesi sul “dito di Cattelan”

L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”

#1 Il nome è sbagliato

Il primo malinteso è sul nome. Per tutti è «il Dito» di Cattelan. Ma in realtà il suo nome è un altro: L.O.V.E.

#2 L.O.V.E. non significa amore

E’ invece un acronimo di «libertà, odio, vendetta, eternità».

#3 Sembra un “Fuck you!” ma non è così

Raffigura invece una mano intenta nel saluto romano ma con quasi tutte le dita mozzate, come fossero erose dal tempo, eccetto il medio.

#4 E’ un insulto a un palazzo fascista? O un gesto di protesta contro il mondo della finanza?

Per tutti è considerato un gesto di sfregio verso il Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa. I più ci vedono un insulto al mondo della finanza, alcuni sottolineano che il palazzo è di epoca fascista, quindi quello sarebbe il bersaglio. Eppure se si studia la morfologia della mano, si scopre che è come se appartenesse proprio al palazzo. Quindi il significato più oltraggioso, in realtà, avrebbe soggetto e oggetto invertiti: sarebbe la Borsa (o il Palazzo fascista) a fare “il dito medio” a Milano o al resto del mondo.

#5 E Cattelan che dice?

Il collegamento tra gesto e alta finanza Cattelan non lo ha mai avallato esplicitamente.

Credits beatric.rinaldi IG – Maurizio Cattelan

Continua la lettura con: L.O.V.E. – Il dito medio di Cattelan: storia e significato del più celebre dito del mondo

MILANO CITTA’ STATO

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La Centrale è la stazione più grande d’Europa

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Credits: milanopost.info

La Stazione Centrale di Milano è la più grande in Europa. Vediamo la sua storia. 

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La Centrale è la stazione più grande d’Europa

# La voluminosa Stazione Centrale

Credits: milanopost.info

Forse non tutti sanno che la Stazione Centrale di Milano è la più grande stazione ferroviaria in Europa per volume. Inaugurata ufficialmente nel 1931 per sostituire la vecchia stazione del 1864, oggi il capolinea si trova all’estremità settentrionale dell’area centrale di Milano.

# Dal Sud Italia alla Svizzera

Credits: gizmoweb.org

La stazione di Milano Centrale offre collegamenti ad alta velocità verso Torino, Venezia, Bologna, Roma, Napoli e Salerno. Le linee ferroviarie del Sempione e del Gottardo invece collegano la stazione Centrale alla Svizzera, in particolare a Berna e Ginevra via Domodossola, Zurigo e Chiasso. I suoi binari si estendono verso Nord fino al centro Europa, mentre verso Sud fino al tacco dello stivale.

# Dai Savoia al fascismo di Mussolini. Il Binario 21 protagonista dell’Olocausto in Italia

Credits: memoranea.it

La prima stazione di Milano fu inaugurata nel 1864 e si trovava a sud della stazione moderna, in piazza della Repubblica. Rimase in funzione fino al 30 giugno del 1931 per poi essere sostituita da quella moderna. Oggi, non c’è più traccia della vecchia stazione rimasta. Il re Vittorio Emanuele III d’Italia pose il caposaldo della nuova stazione il 28 aprile 1906 ancor prima della scelta del progetto che verrà poi affidato all’architetto Ulisse Stacchini con uno stile dal mix eclettico chiamato “assiro-lombardo”. Simbolo voluto da Benito Mussolini una volta diventato Primo Ministro, rappresentava il potere del regime fascista. La stazione ha svolto un ruolo fondamentale durante l’Olocausto in Italia, quando i detenuti ebrei della prigione di San Vittore, precedentemente catturati nel nord Italia, venivano portati in una pista segreta, il Binario 21, per essere deportati nei campi di sterminio (si contano fino a 15 treni con 1200 detenuti l’uno). Nel gennaio 2013 è stato aperto nell’ex piattaforma un Memoriale della Shoah per commemorare questi eventi.

# L’inizio di un lungo o breve viaggio

Credits: milanomalpensa-airport.com

La Stazione Centrale di Milano non ha uno stile architettonico definito, ma è una miscela di molti stili diversi, in particolare Liberty e Art Deco. La facciata larga 200 metri e la sua volta alta 72 metri, rappresentava un record al momento della sua costruzione. Con ben 24 piattaforme è il luogo dove ogni giorno circa 330 mila passeggeri, a bordo di oltre 500 treni, partono verso la propria meta o semplicemente è l’inizio del viaggio che li porterà all’aeroporto di Milano-Malpensa per le mete più lontane.

Continua la lettura con Da “in motu vita” al progetto “Dopodomani”: le TRASFORMAZIONI fatte o desiderate della STAZIONE CENTRALE

MARCO ABATE

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Il Colosseo Verde arriva finalmente alla luce? Annunciata la nuova data di fine lavori

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attiliostocchi.it - Scavi anfiteatro milano

Dopo anni di silenzio e un cantiere quasi immobile arriva a sorpresa l’annuncio della data di fine lavori per realizzare il “più vasto parco archeologico della città”. Il punto della situazione e quando dovrebbe inaugurare.

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Il Colosseo Verde arriva finalmente alla luce? Annunciata la nuova data di fine lavori

# Un parco inaccessibile con i resti di uno dei più grandi anfiteatri della penisola

l'ingresso del parco
l’ingresso del parco

In altre città sarebbe uno dei luoghi più visitati. Il Parco Archeologico in zona Colonne di San Lorenzo è invece sconosciuto ai più, anche perché è persino difficile accedervi, e ospita al suo interno i resti di quello che era l’Anfiteatro di Milano capitale dell’Impero Romano, tra i più grandi della nostra penisola. Gli orari non ci sono, il sito web di riferimento non è aggiornato e i due cancelli diretti sono sempre chiusi, uno in via De Amicis e l’altro in Via Arena. Per entrare, l’unico modo è di individuare il portone di un palazzo di via De Amicis 17, un ex monastero femminile.

# La chiusura del Vivaio Riva, il gioiellino verde nel cuore di Milano, per lasciar posto a un nuovo “grandioso” progetto

L’ultimo pic nic al Vivaio Riva

L’unico luogo frequentato nel parco era il Vivaio Riva, presente dagli anni venti, e trasformato nel tempo in spazio di interesse pubblico, fino a dicembre del 2017, quando il terreno su cui sorgeva è stato ceduto a costo zero dal Comune di Milano alla Soprintendenza con contestuale chiusura dell’attività. La chiusura del Vivaio è stata motivata dalla volontà di realizzare il “Colosseo Verde”.

# Il cantiere per “il più vasto parco archeologico della città”

Archeomedia – Scavi anfiteatro milano

L’obiettivo della Soprintendenza era quello di realizzare “il più vasto parco archeologico della città” dal nome di PAN, Parco Amphitheatrum Naturae. Un nuovo parco di circa 22.300 mila mq, con i resti antichi lasciati a vista, e una riproduzione dell’impronta del “Colosseo Verde” con un progetto di land art a firma dell’architetto Attilio Stocchi. 

# La grande star del progetto: il Colosseo Verde

Colosseo verde

La superstar del progetto è il “Colosseo Verde” fatto di 1.700 mq di cespugli sagomati di bosso, ligustro e mirto a raggiera e alberature di cipressi disposti al bordo, dove sorgeva la facciata curvilinea, a completamento dei resti archeologici esposti nell’area. In questo modo si recupererebbe il tema della simbiosi tra natura e antichità, riportando in vita attraverso la vegetazione un patrimonio antico scomparso.

I primi lavori sono partiti nel 2018 e l’inaugurazione attesa nel 2022 non è mai avvenuta, con i cantieri apparentemente fermi e lontani dall’essere completati come spiegato nel dettaglio in questo articolo. Il trasferimento a Firenze dall’ex sovrintendente Antonella Ranaldi, che aveva fortemente voluto la realizzazione del progetto, sembrava potesse essere uno dei principali motivi della situazione di stallo ma, come riportato da Repubblica, l’ex dirigente sta continuando ad occuparsene.

# L’annuncio dell’assessore alla Cultura: nel 2025 il Colosseo Verde con 2.000 posti a sedere per eventi 

Progetto Colosseo Verde

Dopo il lungo silenzio è apparso a fine agosto 2024 l’annuncio via social che la città aspettava: l’estate 2025 dovrebbe essere quella buona per l’inaugurazione del Colosseo Verde. Lo scrive l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, sulla sua pagina facebook: “Dalla prossima estate Milano potrà riscoprire la Mediolanum romana. Si concluderà a giugno 2025 infatti il cantiere del Pan, il parco archeologico dell’Anfiteatro romano che sorgerà a due passi dalle Colonne di San Lorenzo”.

L’affidamento dei lavori è avvenuto nel 2023 a una società specializzata in sistemazioni verdi di zone archeologiche. Il primo lotto è quello in fase più avanzata e comprende lo spazio dell’anfiteatro vero e proprio, mentre si attende a breve il secondo per l’area verde più esterna. Per il completamento dell’opera sono arrivati alcuni finanziamenti ministeriali. Alla funzione di parco si affiancherà quella di spazio per manifestazioni culturali con la possibilità di ospitare fino a 2.000 persone. 

FABIO MARCOMIN

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Più metro ma meno bus: cosa è successo nei mezzi pubblici di Milano negli ultimi 10 anni

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Webuild - Metro M4

Negli ultimi dieci anni il servizio di trasporto pubblico milanese ha registrato un aumento dei chilometri-vettura svolti, con un record per le metropolitane, ma il numero delle corse di superficie continua a calare. A fine settembre attesa una maxi protesta, intanto gli autisti scappano da Atm e non si riesce a coprire il turnover.

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Più metro ma meno bus: cosa è successo nei mezzi pubblici di Milano negli ultimi 10 anni

# Una media di oltre 150 milioni di chilometri-vettura, con il record delle metropolitane

Webuild – Metro M4

Dall’analisi effettuata da ATM negli ultimi dieci anni sono aumentati i chilometri vettura svolti dal servizio di trasporto pubblico: la media ha superato i 150 milioni. Il dato più basso si è registrato nel 2014, con 144 milioni, mentre il picco si è avuto nell’anno successivo grazie ad Expo2015 con 157 milioni. 

Le metropolitane hanno registrato un record di 78 milioni e 321 mila di chilometri-vettura, grazie anche alle ultime arrivate M4 e M5, che nel 2023 hanno visto crescere le corse rispettivamente di oltre 250mila e di circa 22mila. Un miglioramento c’è stato anche per le corse perse, dallo 0,38% nel 2022 per M1, M2 e M3 allo 0,17% del 2023 e con un trend confermato per M4 e M5. Nonostante però un 2023 con 151 milioni e 394 mila chilometri, per le corse di superficie è stato un vero calvario e il 2024 si chiuderà probabilmente peggio.

# Nel 2023 perso però il 3% delle corse di bus e filobus, il 2,27% di quelle dei tram

Credits Andrea Cherchi – Tram in giro per Milano

Analizzando nel dettaglio i numeri positivi del 2023 si nota un peggioramento del servizio di superficie: perso il 3,03% delle corse di bus e filobus, il 2,27% di quelle dei tram. I motivi di questo calo sono da ricondurre, oltre a guasti, incagli e incidenti, al nubifragio di luglio e alla carenza di autisti. L’Assessore alla Mobilità del Comune Arianna Censi fa il quadro della situazione: “Dai dati emerge lo sforzo dell’amministrazione nel potenziare l’offerta del trasporto pubblico, anche a fronte di problemi, come quello della mancanza di autisti che incide sulle corse. Per mantenere questo servizio e ampliarlo come stiamo facendo serve un robusto intervento dello Stato. E bisogna sostenere il capitale umano che garantisce i servizi: autisti e lavoratori”.

# 200 dimissioni nel 2024, Atm non riesce a coprire il turnover

Credits medium.atm – Arrigo Giana

La situazione è peggiorata nel 2024 e ci sono nubi anche per il futuro. Nei primi sei mesi dell’anno si sono infatti registrate 200 dimissioni, con una media di 30 al mese. I dipendenti di ATM sono passati dai 10.468 nel 2021 ai 10.331 nel 2023, per via di 743 esoneri e 641 assunzioni. Arrigo Giana, AD di ATM, ha parlato recentemente di un possibile “ritorno alla normalità” entro il primo trimestre del 2025, con l’ingresso in azienda di 500 nuovi autisti: su 400 candidature arrivate per soli autisti, che hanno iniziato un percorso di formazione, 80 sono in fase di inserimento. Al momento però non si riesce a coprire il turnover: in entrata per il 2023 è stato pari al 5,8% mentre in uscita del 7,2%.

# Il punto e le richieste dei sindacati

Secondo i sindacati i dipendenti che lasciano l’azienda di trasporto pubblico milanese sono soprattutto autisti e personale di stazione, ma che anche macchinisti, operai, impiegati e altre figure hanno iniziato a farlo. In base alle stime della Cisl la percentuale di licenziamenti è salita al 40% negli ultimi anni, sia di giovani che di over 50. I problemi principali sono le basse retribuzioni e l’alto costo della vita e il sindacato dell’Orsa chiede ad Atm di “avviare una trattativa di riforma “generale”, che preveda un adeguamento salariale, una vera riforma del sistema lavorativo con più riposi, una migliore distribuzione dei carichi di lavoro e avviare un progetto serio sulla sicurezza, sviluppato in sinergia con le istituzioni con reale presidio del territorio”.

# A settembre la maxi protesta, tagliate 76 linee su 130

Accanto alle richieste dei sindacati, un nuovo sciopero è atteso per il 9 settembre, ci sono le proteste dei comitati di cittadini. Il gruppo Facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus”, che fa da cassa di risonanza per tutti i cittadini scontenti del servizio di trasporto pubblico, è in prima linea dopo che da novembre 2023 all’introduzione dell’orario estivo 2024 sono state tagliate le corse di 76 linee su 130. Le attese sono salite fino a 40 minuti, quando le corse non saltano, come testimoniano i numerosi post corredati da foto dei display alle fermate rilanciati dal gruppo facebook.

Locandina Fake week

I tagli potrebbero inoltre aumentare con l’apertura integrale della linea M4, prevista tra fine settembre e inizio ottobre, e per questo il 26 settembre 2024 dalle 17 alle 20 è attesa una manifestazione di protesta all’interno del “palinsesto della Fake week, e che si contrappone alla Green week, davanti a Palazzo Marino. Attesi il Gruppo Comitati #la73nonsitocca, il gruppo AspettaMI e i lavoratori #ATM in collaborazione con Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano.

FABIO MARCOMIN

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Il tragitto della metro sopraelevata di Milano

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Credits Milano Scomparsa - Ponte ferroviario Corso Buenos Aires

Milano aveva una sopraelevata. Un’avanguardia al mondo. Quando è stata costruita aveva questo percorso ed era un collegamento con altre zone del Nord Italia. Lo stesso tracciato è utilizzato ancora oggi anche se in sotterranea. La sua storia e dove passava. 

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Il tragitto della metro sopraelevata di Milano

# La ferrovia sopraelevata che attraversava in diagonale la città

@specialepasquale IG – Vecchia stazione Centrale Milano

In passato la Stazione Centrale si trovava in piazza della Repubblica. Si rese necessario la costruzione di un tracciato ferroviario che mettesse in collegamento i binari delle linee per Venezia con quelle per la Lombardia meridionale. Per questo, tra il 1858-59, fu costruito un rilevato, un tratto di ferrovia sopraelevata di circa 2,3 chilometri che passava in città, dalle Cascine Acquabella, dove si univano le due linee ferroviarie, nell’attuale piazzale Susa, passando per la zona di Porta Venezia.

# Fino a sette metri di altezza

@Milano Scomparsa – Ponte ferroviario Corso Buenos Aires

La parte iniziale era stata realizzata su un terrapieno dalle sponde molto ripide a sette metri di altezza, ricoperto di erba e erbacce. Dopo l’incrocio con corso Buenos Aires invece la linea proseguiva, fino alla grande tettoia di vetro e ferro della Centrale, in un più nobile viadotto in muratura, con grandi arcate.  

Leggi anche: Quando la stazione Centrale era nell’odierna piazza della REPUBBLICA

# Là dove c’era la ferrovia sopraelevata c’è un grande viale

@Milano Scomparsa – Abbatimento viadotto

Il tracciato della ferrovia sopraelevata rimase operativo per oltre mezzo secolo, fino all’inaugurazione della nuova e attuale Stazione Centrale in piazza Duca d’Aosta, e a un nuovo anello ferroviario più esterno. Tra la fine del 1931 e le prime settimane del 1932, concluse tutte le attività di spostamento tra le due stazioni, il viadotto fu completamente demolito e le due strette vie che correvano parallele diventarono un unico, lungo e largo viale abbellito da alberi.

# Sullo stesso tracciato, anche se in sotterranea, è stato realizzato il passante

Tracciato passante di Milano
wikipedia.org – Tracciato passante di Milano

Il tracciato dall’odierna piazzale Susa a piazza della Repubblica non è rimasto però solo un ricordo. Negli anni ’80 fu pensato e progettato l’attuale Passante Ferroviario, realizzato agli inizi degli anni 2000, che ricalca oggi lo stesso percorso anche se in sotterranea e proseguendo la linea ad est e nord-ovest.

Leggi anche: 5 CURIOSITÀ che forse non sai sul PASSANTE FERROVIARIO

Fonte: Milano Scomparsa

Continua la lettura con: La più ANTICA STAZIONE della METRO al mondo

FABIO MARCOMIN

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Mombello era il manicomio più grande d’Italia: uno dei luoghi più spaventosi del mondo

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Corridoio

L’ex Manicomio Mombello si trova a Limbiate all’interno di Villa Pusterla-Crivelli, un enorme complesso di oltre un milione di metri quadri. Era la dimora estiva dei Carcano, una ricca famiglia milanese, una villa lussureggiante e lussuosa che gli abitanti chiamarono “Montebello”, da cui Mombello. In seguito è diventato un luogo spettrale degno dei migliori film horror. Ripercorriamo la sua storia. Foto Cover e Gallery: Alex Torinesi

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Mombello era il manicomio più grande d’Italia: uno dei luoghi più spaventosi del mondo

# Napoleone vi proclamò la Repubblica Cisalpina

Come un luogo lussuoso e affascinante è diventato simbolo del terrore per tutti i milanesi? Villa Montebello ospitò nella sua storia anche alcuni grandi dell’epoca come Ferdinando IV in visita a Milano e fu la tenuta scelta da Napoleone per proclamare la Repubblica Cisalpina. Ma con l’arrivo degli austriaci e, soprattutto, con l’unità d’Italia le cose cambiarono radicalmente.

# 1872: nasce il più grande manicomio d’Italia

Credtits: madtrip.co – Manicomio di Mombello esterno

1872. Nella tenuta della settecentesca Villa Crivelli-Pusteria ormai caduta in disgrazia, nasce il più grande manicomio d’Italia. Con 40 mila metri quadrati di stanze, celle e corridoi della struttura sanitaria parte di un lotto di circa un milione di metri quadrati fra campi, capannoni e padiglioni a Nord di Limbiate.

Credits: turismo.it – Manicomio di Mombello

# Tra i luoghi più spaventosi del mondo, ospitò anche il figlio illegittimo di Mussolini

Il Villaggio Mombello venne considerato come uno dei più spaventosi al mondo, secondo le dicerie dell’epoca. Il Comune di Milano vi trasferì tutti i pazienti dal manicomio cittadino di Senavra e, nonostante avesse una capienza di 600 posti, arrivò a ospitare oltre 3 mila pazienti, fra i quali anche il figlio illegittimo di Mussolini, Benito Albino, morto internato nel 1942.

A separare il manicomio dal resto del mondo ci pensava un muro di cinta alto due metri e lungo tre chilometri entrato a far parte dell’immaginario locale. “Se non fai il bravo, ti porto de la del mur” dicevano i nonni ai nipotini irrequieti.

# Set del film con partecipazione di Jonnhy Deep nel 2017

Disposta la cessazione nel 1978 dalla Legge Basaglia, come per gli altri manicomi italiani, fu riconvertito per un breve periodo in un ospedale psichiatrico per poi essere definitivamente chiuso nel 1999. Dopo l’abbandono per chiusura è diventato preda di writer, vandali e tossici, oltre che di semplici curiosi, fotografi e persino registi in cerca di set cinematografici suggestivi, visto il suo aspetto spaventoso ed immerso in un silenzio irreale, quasi spettrale.

Infatti il regista genovese Luciani Silighini lo scelse per girare nel 2017 le riprese di “7 days, 7 girls”  fra le mura devastate dei vecchi padiglioni, con Johnny Deep apparso in un cameo.

 

Foto Cover e Gallery: Alex Torinesi

FABIO MARCOMIN

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Anche in Liguria ci sono delle spiagge libere! Queste sono le 10 più belle

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Credits giuseppe.sutera_ IG - Baia del Silenzio

Paesaggi mozzafiato, mare azzurro, sabbia fine e piccoli ciottoli. Scopriamo le spiagge libere più belle della Liguria da Ponente a Levante.

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Anche in Liguria ci sono delle spiagge libere! Queste sono le 10 più belle

#1 Le Calandre Beach, una delle preferite dai surfisti

Credits ilabaci91 IG – Le Calandre Beach

Le Calandre Beach ha un arenile soffice e dorato, ogni anno portato via dalle mareggiate, mare azzurro e turchese e con pareti rocciose che si fiondano sulla costa. Ideale per fare surf, questa spiaggia si trova a circa 2 chilometri dal centro di Ventimiglia e per arrivarci bisogna camminare lungo un sentiero sviluppato nella roccia dalla passeggiata Marconi.

 

#2 Spiaggia dei Tre Ponti, circondata da un paesaggio suggestivo

Credits carla_mosca IG – Spiaggia Tre Ponti Sanremo

La Spiaggia dei Tre Ponti, nel comune di Sanremo, è una delle preferite dagli amanti del surf. In gran parte libera, è caratterizzata da sabbia fine e dorata, acqua limpide e turchesi ed è circondata da un paesaggio suggestivo. In loco è presente l’attrezzatura per godersi in relax una giornata al mare.

 

#3 Spiaggia di San Donato, sabbia grigia, piccoli ciottoli e mare trasparente

Credits antonellafornaro_ IG – Spiaggia libera di San Donato

In uno dei tratti di costa più suggestivi di tutto il ponente ligure si trova la spiaggia di San Donato, vicino alla marina di Capo San Donato nel comune di Finale Ligure. La spiaggia si presenta con sabbia grigia, piccoli ciottoli verso il bagnasciuga e acqua trasparente. La natura che la circonda regala un’atmosfera unica.

 

#4 Baia dei Saraceni, tra le più belle spiagge di Varigotti

Credits andrea2690-pixabay – Baia dei Saraceni

Tra il grazioso borgo di Varigotti e Finale Ligure si trova la Baia dei Saraceni, tra le più belle località dell’intera Liguria. Il mare ha colori favolosi, acqua limpida e scogli mozzafiato. Una delle spiagge più belle di Varigotti, con un arenile sabbioso, bassi fondali marini ricchi di flora e fauna. Considerata da molti un vero paradiso tropicale.

 

#5 Spiaggia dei Pescatori di Noli, davanti a uno dei borghi medievali meglio conservati della Liguria

Credits dagnalberto IG – Spiaggia dei Pescatori di Noli

La Spiaggia dei Pescatori si estende per poco più di 100 metri, davanti al comune di Noli in provincia di Savona uno dei borghi medievali meglio conservati della Liguria. La porzione centrale a utilizzo libero mentre ai lati sono presenti alcuni stabilimenti balneari. La battigia è composta da sabbia mista a ghiaia e ciottoli.

 

#6 Spiaggia San Bastian, riparata da suggestive falesie rocciose verticali

Credits marida_1974 IG – Spiaggia libera San Bastian

La Spiaggia San Bastian è un luogo incantato con suggestive falesie rocciose verticali che riparano la sua sabbia dorata punteggiata da scogli, tra Celle Ligure e Albissola, raggiungibile tramite l’Aurelia e poi percorrendo un sentiero di circa 200 metri fino a una scalinata che arriva direttamente alla spiaggia. In questa spiaggia libera affacciata un mare azzurro e cristallino c’è anche un piccolo stabilimento balneare.

 

#7 Spiaggia di San Fruttuoso di Camogli, la spiaggia di ciottoli con l’abbazia benedettina

Credits patty_intotheblue IG – San Fruttuoso

L’incantevole spiaggia di ciottoli di San Fruttuoso, lambita da uno mare cristallino e incastonata in una piccola insenatura sulla riviera ligure, è una della più minute e remote baie in ItaliaAncora presente un torrione del ‘500 e una sorgente d’acqua dolce intorno alla quale venne eretta nell’VIII secolo d.C un’abbazia benedettina ideale proprio per la sua inacessibilità. Infatti ci si può arrivare solo via mare partendo in barca da Portofino o a piedi con un impervio percorso di trekking di almeno 3 ore da Camogli.

 

Leggi anche: I 7 LUOGHI più INACCESSIBILI da visitare in Italia

#8 Spiaggia del Pozzetto, con ciottoli e sabbia scura

Credits lucas87_mi_ge IG – Spiaggia Il Pozzetto

La Spiaggia del Pozzetto, a pochi chilometri dal centro di Rapallo, è immersa in un ambiente naturale da sogno e raccolto. L’arenile di questo tratto di spiaggia è libero, si sviluppa all’interno del suggestivo tratto frastagliato di costa, e si presenta con ciottoli e sabbia scura con un mare pulito e azzurro perfetto per un nuotata.

 

#9 Baia Blu di Lerici, un arenile sabbioso che si staglia su di una scogliera di ulivi e lecci

Credits vizia_g IG – Baia Blu

Situata a circa 500 metri dal borgo di San Terenzio e raggiungibile attraverso la località di Pozzuolo, la Baia Blu è una spiaggia libera e offre anche la possibilità di noleggiare sdraio, lettini, ombrelloni. Stretta tra Punta Santa Teresa e Punta Galera, la Baia Blu è caratterizzata da un arenile sabbioso che si staglia su di una scogliera di ulivi e lecci.

 

#10 La Baia del Silenzio, incorniciata dalle tipiche e coloratissime case liguri

Credits giuseppe.sutera_ IG – Baia del Silenzio

La Baia del Silenzio è un luogo incantevole incorniciato dalle tipiche e coloratissime case liguri, ma anche da importanti edifici storici, che rendono il paesaggio ancora più caratteristico. La baia si contraddistingue per la sua sabbia fine e dall’essere separata tramite una penisola da un’altra baia, la “Baia delle Favole”. 

 

Fonte: Paesi Online

Continua la lettura con: Le 7+1 SPIAGGE LIBERE più BELLE d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Le vie del Monopoli sono tratte da Milano: dove sono in realtà

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Credits pcdazero-pixabay - Monopoli

Il gioco da tavolo più amato di sempre ha preso ispirazione per le sue caselle dalle vie di Milano, nella versione italiana. Scopriamo quali sono e perché è stata fatta questa scelta.

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Le vie del Monopoli sono tratte da Milano: dove sono in realtà

# Il gioco da tavolo più amato di sempre

Il Monopoly, forse il più famoso gioco da tavolo al mondo e in assoluto il più “giocato” secondo il Guiness dei primati, fu creato all’inizio del XX secolo da Elizabeth Magie. Il suo nome deriva dal concetto economico di monopolio, ovvero il dominio del mercato da parte di un singolo venditore, e ad oggi è stato concesso in licenza in più di cento Paesi e tradotto in oltre trentasette lingue

# Le vie del Monopoli hanno preso ispirazione da quelle di Milano

ph. pcdazero-pixabay – Monopoli

Per la versione italiana è stato Emilio Ceretti, giornalista, traduttore, critico cinematografico e imprenditore milanese, a distribuirlo nel 1936 in Italia con il nome di Monopoli tramite la Editrice Giochi fondata con gli amici Walter Toscanini e Paolo Palestrino.

Nella scelta della toponomastica decise di ispirarsi ad alcune vie o quartieri di Milano. Nello specifico stiamo parlando di: viale Gran Sasso, viale Monte Rosa, piazza Vesuvio, via Accademia, via Verdi, via Raffaello Sanzio, via Dante, corso Vittorio Emanuele, via Marco Polo, via Magellano, corso Cristoforo Colombo, Stazione Ferrovie Nord, piazza Costantino, viale Traiano, piazzale Giulio Cesare, corso Littorio, largo Augusto e via dei Giardini.

# Dal Parco della Vittoria a Largo Augusto

publicpolicy

La casella del Parco della Vittoria, la più remunerativa e allo stesso tempo la più costosa per la costruzione di case e hotel, era il vecchio nome dei Giardini Indro Montanelli.  

In Viale dei Giardini, la seconda casella più costosa del gioco dopo il “Parco della Vittoria”, è dove abitava l’ideatore dei nomi del gioco.

Credits valentinaorazi IG – Monopoli

Tra le altre ci sono:

  • Via Marco Polo che ancora oggi è situata in zona Repubblica,
  • Via Accademia che fu a prima strada a collegare Milano con il Comune di Lambrate quando era ancora comune autonomo,
  • Stazione Ferrovie Nord si riferisce al primo snodo ferroviario italiano a collegare Milano con le regioni del nord,
  • Via Verdi che si trova tra Piazza della Scala e Brera
  • Largo Augusto, da poco riqualificato, per i milanesi è indissolubilmente legato al Verziere.

Le caselle meno costose, Vicolo Stretto e vicolo Corto, sono le uniche due a non essere tratte dalla città meneghina, anche se c’è chi li riconduce ai due vicoli di Brera, Fiori Chiari e Fiori Scuri.

# Negli ultimi anni sono state rilasciate numerose versioni alternative 

Nel corso degli anni, dopo l’acquisizione del gioco da parte della Hasbro, nota società statunitense che produce giochi e giocattoli, sono state molte le versioni che sono state rilasciate. Tra queste c’è “Italia” con i nomi delle 22 caselle del tabellone del Monopoli che si riferiscono a 22 città italiane, scelte con un sondaggio nel 2010, la versione “Monopoli” dedicata alla cittadina pugliese con le sue vie o ancora quella dedicata a “Bergamo” come omaggio per essere stata duramente colpita dalla pandemia.

Continua la lettura con: I negozi più MITICI della Milano di IERI

FABIO MARCOMIN

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Metro 5: servono 400 milioni

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Credits: Urbanfile - M5 fino a Monza

Momentaccio per lo sviluppo della metro di Milano. Non si è ancora assorbita la notizia dell’asta andata deserta per l’estensione della M1 fino a Baggio che arriva un’altra doccia fredda. Per portare la M5 a Monza servono soldi. E non pochi. Quasi mezzo miliardo di euro. 

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Metro 5: servono 400 milioni

Credits: Urbanfile – M5 fino a Monza

Lo aveva anticipato l’assessora alla mobilità, Arianna Censi: «A Milano servono 300 milioni di euro», aveva dichiarato a inizio agosto, chiedendo l’intervento del governo per evitare il taglio delle corse dei mezzi pubblici. Ma ora la cifra lievita, almeno per i lavori della metro. 

# Palazzo Marino al Governo: costi aumentati fino al 40%

In una lettera inviata al Ministero delle Infrastrutture, Palazzo Marino comunica l’aumento del costo del progetto per portare la M5 a Monza. Aumento che si aggira intorno al 35-40 per cento del costo totale. Si tratta dunque di circa 400 milioni di euro, che si aggiungono alla somma di un miliardo e 300 milioni. La richiesta del Comune è che sia il Governo a metterci i soldi per il fatto che si tratta di un tracciato che va oltre i confini del Comune di Milano.

# Un gioco a tre per il futuro della M5

Settembre sarà decisivo per il futuro della Metro 5. Regione Lombardia, Comune di Milano e Governo dovranno decidere se e come poter realizzare un progetto di cui si è parlato a lungo ma che ora rischia uno stop che potrebbe rivelarsi definitivo. 

Continua la lettura con: Stop all’estensione della metro a Baggio?

MILANO CITTA’ STATO

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I 7 incantevoli borghi dell’entroterra ligure che strappano turisti alla Costa Azzurra

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Ph. @visit_dolceacqua IG

Piccole perle incastonate tra l’entroterra, caratterizzato da colline e monti, e il meraviglioso Mar Ligure. A pochi chilometri dal confine attirano molti turisti dalla Costa Azzurra. 

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I 7 incantevoli borghi dell’entroterra ligure che strappano turisti alla Costa Azzurra

#1 Perinaldo, il borgo medievale che guarda le stelle

Credits kraakebolle IG – Perinaldo

Perinaldo, nell’entroterra in provincia di Imperia, risale all’anno 1.000. Il suo nome deriverebbe dal latino podium rainaldi, Poggio di Rinaldo, e tra i suoi residenti ha avuto anche un personaggio illustre: il matematico, medico e biologo Giovanni Cassini nato nel 1625. A lui è intitolato l’Osservatorio Astronomico di questo borgo suggestivo. Camminando tra i suoi vicoli caratteristici ci si immerge nella storia e nell’atmosfera del Medioevo, con edifici e elementi architettonici tipici del periodo ancora ben conservati.

 

#2 Apricale, il borgo di pietra arroccato sulla collina

Credits dhogelan IG – Apricale

Il borgo medievale di Apricale nell’entroterra di Bordighera, sempre in provincia di Imperia a pochi chilometri dal confine francese. Passato sotto il dominio genovese dei Doria insieme al vicino Perinaldo alla fine del 1200, è interamente costruito in pietra e si presenta una caratteristica forma arroccata con le Alpi Marittime a fare da sfondo. Il suo nome deriva da Apricus, dal latino “soleggiato”, per la sua posizione su una collina circondata dal verde degli ulivi. Quasi tutti i carruggi con pavimentazione in pietra conducono piazza principale detta Torracca dove ci sono alcuni degli edifici più pittoreschi come la Chiesa della purificazione di Maria Vergine e il Castello della Lucertola costruito su uno sperone di roccia.

 

#3 Dolceacqua, il borgo da fiaba

Credits pauline_pscl_05 IG – Dolceacqua

Dolceacqua, fondata sul torrente Nervia, è forse il borgo con l’atmosfera più fiabesca. Si trova sempre in provincia di Imperia, a poca distanza dagli altri due borghi sopra citati. Tra i luoghi più belli da vedere c’è di sicuro il Castello Doria, risalente al 1177 e inizialmente di proprietà dei conti di Ventimiglia prima di passare alla famosa famiglia genovese, e il Ponte Vecchio, conosciuto per essere stato soggetto di alcune opere di Monet.

 

#4 Triora, il borgo delle streghe

Credits: @casu_ale
Triora

Il borgo di Triora, costruito sulla cima di un’alta collina, è famoso, oltre che per la galleria a cielo aperto creata dalle caratteristiche porte dipinte da artisti di varie nazionalità, soprattutto per essere il borgo delle streghe. Bisogna tornare indietro al 1587, per dare una spiegazione a questo soprannome, quando il piccolo borgo ligure fu colpito da una tremenda carestia e dal maltempo: la causa di questa sventura fu addossata alla streghe. In quel momento Triora divenne teatro di una vera e propria caccia alla streghe, una vicenda rievocata ancora oggi e che si può ritrovare nel museo etnografico e della stregoneria di Triora. Accanto all’arte e al mistero da il panorama visibile da questo borgo è davvero mozzafiato, con lo sguardo si riesce a correre lungo tutto l’arco collinare del ponente.

Leggi anche: Triora, il borgo delle streghe a tre ore da Milano

 

Leggi anche: Il mistero di TRIORA, il PAESE DELLE STREGHE a 3 ore da Milano

#5 Seborga, il “principato” ligure

Credits: e-borghi.com

Concludiamo questo viaggio tra i borghi più suggestivi della Riviera di Ponente con Seborga, uno degli ultimi principati autonomi rimasti in Italia. Qui infatti viene coniata ancora una propria moneta e esiste una bandiera con stemma antico. La sua storia ha radici antiche, sembra che fosse un luogo centrale per i Cavalieri Templari, risalenti al Medioevo. L’architettura del borgo è tipica di quel periodo e presenta alcuni edifici di notevole interesse, in particolare per la loro funzione, come il Palazzo del Governo e quello che ospita la Zecca.

 

Leggi anche: Il principato di SEBORGA: la città ligure che vorrebbe competere con MONTECARLO

#6 Borgio Verezzi, il borgo teatrale

Credits Ana Cannone-unsplash – Borgio Verezzi

Borgio Verezzi si trova tra Pietra Ligure e Finale Ligure in provincia di Savona ed è inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. È conosciuto anche come il paese del teatro per il Festival teatrale che si tiene ogni anno.

Il centro storico di Verezzi è in collina e si suddivide in quattro borgate con case in pietra rosata costruite le une sulle altre e affiancate da stradine acciottolate. Da qui si può godere di un panorama meraviglioso sul golfo di Ponente. Si snoda invece lungo la costa quello di Borgio, nella parte pianeggiante della località ligure, dalla chiesa parrocchiale di San Pietro. Da non perdere le Grotte di Borgio Verezzi, uno splendido esempio di fenomeno carsico.

 

#7 Finalborgo, un museo a cielo aperto

Credits ligurian.riviera.official IG – Finalborgo

Finalborgo è invece uno dei tre nuclei che formano il Comune di Finale Ligure, in provincia di Savona. Anche questo borgo è di origine medievale, oltre ad essere nella lista dei più belli d’Italia, e presenta una caratteristica davvero unica, quella di essere un museo a cielo aperto. Questo fatto lo deve alle imponenti fortezze alternate a cripte paleocristiane, eleganti palazzi rinascimentali e chiese barocche che si possono ammirare passegiando al suo interno. Ogni estate tra i suoi suggestivi vicoli va in scena una delle più conosciute rievocazioni storiche medievali.

 

Continua la lettura con: I 10 BORGHI di MARE più amati dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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Questa è la località di montagna più amata dai milanesi

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Credits gonzalosvidela IG - San Martino di Castrozza

In un sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “La località di montagna che preferisci?”. Scopriamo la top ten. Con diverse sorprese.

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Questa è la località di montagna più amata dai milanesi

#10 Alpe Devero, una conca verdissima a 1.650 metri di quota (Piemonte)

@franwhites IG – Alpe Devero

Al decimo posto tra le preferenze dei milanesi c’è Alpe Devero, piccola frazione del comune di Baceno in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte. Una conca verdissima situata a 1650 metri di quota, circondata da alcune delle cime più imponenti delle Alpi Lepontine. Ideale per gli amanti di escursioni, alpinismo, sci e sci alpinismo.

 

#9 Bormio, la regina della Valtellina (Lombardia)

@jo_hnny IG – Bormio

Bormio è una delle località di montagna più frequentate dai milanesi a poco meno di tre ore di auto da Milano. Un magnifico scenario di monti e vette calcaree che regalano incredibili viste panoramiche, tra il Parco Nazionale dello Stelvio e l’Alta Valtellina, e dove relax e benessere sono garantiti dalle nove sorgenti termali che sgorgano nella zona.

 

Leggi anche: Le 10 MONTAGNE per godersi l’ESTATE (immagini e mappe)

#8 Alpe di Siusi, la più vasta area d’Europa dove si pratica l’alpeggio (Trentino Alto Adige)

@masmac76 IG – Alpe di Siusi

All’ottavo posto si trova l’Alpe di Siusi, altopiano dolomitico del Trentino Alto Adige all’interno del territorio del comune di Castelrotto. La più vasta area d’Europa dove si pratica l’alpeggio, da qui si può godere di una vista panoramica a 360 gradi di tutte le cime circostanti come la Marmolada o le Pale di San Martino.

#7 Andalo, con il lago che appare e scompare (Trentino Alto Adige)

@pattycanovi IG – Andalo

Andalo, tra la Paganella e le Dolomiti di Brenta a 1.039 metri di altitudine, è un piccolo comune composto da un insieme di masi posti in mezzo ai prati della piana. Si prende la settima posizione di questa classifica. Oltre allo sci e allo snowboard c’è un un lago che appare e scompare a seconda delle precipitazioni e che offre la possibilità di fare una tranquilla passeggiata lungo un percorso ad anello.

 

#6 San Martino di Castrozza, tra le più incantevoli località del Trentino Alto Adige

@gonzalosvidela IG – San Martino di Castrozza

Al sesto posto tra le località montane amate dai milanesi c’è San Martino di Castrozza in Trentino Alto Adige. Si trova a 1.487 metri di altitudine circondata dal Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino. Famosa già nell’Ottocento tra i pionieri dell’alpinismo moderno, deve la sua origine all’Ospizio dei Santi Martino e Giuliano e oggi tra le più ricercate in Trentino.

 

Leggi anche: 10 MAGNIFICI LAGHI del Trentino-Alto Adige che (forse) non conosci

#5 Cortina d’Ampezzo, il paradiso delle Dolomiti

Credits: @cortinadolomiti (INSTG)

Forse è una sorpresa. Trovarla appena al quinto posto. Celebre nei decenni, sempre alla ribalta, ancor più per l’abbinamento con Milano per le Olimpiadi 2026, la regina delle Dolomiti occupa la quinta posizione. Il borgo montano più chic d’Italia incorniciato dalle montagne tra le più belle del mondo. 

 

#4 Valtournenche, una delle valli più belle della Valle d’Aosta

@onbetaalbaarverlof IG – Valtournenche

In quarta posizione troviamo la Valtournenche, una delle valli più belle della Valle d’Aosta. Inizia a sud del comune di Châtillon e termina con la nota località sciistica di Cervinia, alle pendici dell’iconico Monte Cervino, la terza vetta più alta d’Italia. D’estate è una delle mete preferite per gli escursionisti, ma anche per gli sciatori visto che gli impianti di risalita per il Plateau Rosa sono operativi tutto l’anno.

 

#3 Courmayer, tra le più “cool” delle Alpi (Valle d’Aosta)

Credis: paesionline.it – Courmayeur

Courmayer, o più nota a Milano come Courma, si piazza al terzo posto tra le mete preferite dai milanesi. Dominata dal Monte Bianco, la vetta più alta d’Europa con i suoi 4810 si può definire come uno scrigno isolato dai paesaggi alpini. Grazie alla funivia SkyWay Monte Bianco si può godere della vista sulle vette del Monte Cervino e del Monte Rosa.

 

Leggi anche: Le 7 LOCALITA’ più CHIC delle ALPI

#2 Livigno, la zona franca della Lombardia

Credits beau_gio IG – Livigno

Livigno, località montana della provincia di Sondrio a 2000 metri d’altezza, è conosciuta per gli snowpark, completi di piste e discese. Seconda tra le preferenze dei milanesi e tra le più apprezzate anche per il fatto di essere zona franca, viene scelta anche d’estate per escursioni ad alta quota e attività sportive all’aperto.

 

Leggi anche: Vacanze 2022 in LOMBARDIA? 10 METE per un’estate autarchica

#1 Madonna di Campiglio, la perla delle Dolomiti di Brenta (Trentino Alto Adige)

@michpens IG – Madonna di Campiglio

Madonna di Campiglio, la perla delle Dolomiti di Brenta, trionfa tra le preferenze dei milanesi. Si trova a 1.550 metri d’altitudine ed è tra le più amate per praticare sport sia in estate che in inverno, grazie ai 60 chilometri di piste per 20 impianti di risalita e alla possibilità di fare escursioni a piedi, trekking e percorsi con la mountain bike. E’ anche tra le località di montagna italiana che hanno assistito alla più alta rivalutazione dei prezzi delle case. 

 

Continua la lettura con: La LOCALITÀ di MARE più CARA d’Italia (tra le più vicine a Milano)

FABIO MARCOMIN

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L’aeroporto più grande del mondo: 5 volte il centro di Milano

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Disegnato e progettato a forma di stella a sei punte dalla scomparsa archistar Zaha Hadid, è stato costruito con materiali eco-sostenibili. A lungo termine potrà gestire 100 milioni di passeggeri. Vediamo quali sono tutti i suoi record.

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L’aeroporto più grande del mondo: 5 volte il centro di Milano

# Il Beijing Daxing International Airport, realizzato in 5 anni, nel 2025 gestirà 72 milioni di passeggeri, 100 milioni nei piani a lungo termine

Credits: travelworld.it

La costruzione del nuovo aeroporto, che si trova a 46 km a sud del centro di Pechino, è iniziata nel dicembre 2014. La durata dei lavori è stata di poco più di 5 anni, con il primo volo decollato a settembre del 2019. 

Nel 2025, quando la struttura sarà completamente sviluppata, sarà in grado di gestire 72 milioni di passeggeri, 2 milioni di tonnellate di merci e 620.000 voli su base annua. I piani a lungo termine prevedono di raggiungere i 100 milioni di passeggeri.

# Disegnato e progettato dall’architetto Zaha Hadid, occupa una superficie di quasi 50 kmq

Credits: lonelyplanet.com

La forma è assimilabile ad una stella marina a 6 punte, un solo enorme ambiente di 700.000 mq, a cui quindi non serviranno navette né treni, se non i collegamenti verso la città. La superficie complessiva occupata dall’aeroporto è di quasi 50 kmq , che ne fanno il più grande al mondo, ed è stato progettato dalla scomparsa archistar Zaha Hadid, la stessa del grattacielo detto “Lo Storto” a Citylife.

L’idea generale è stata quella di ricreare il concetto architettonico cinese che punta ad avere una corte centrale con spazi interconnessi intorno, con una copertura volta parabolica per permettere alla luce di penetrare in modo ottimale all’interno.

Credits jeeyeoh IG – Interno Beijing Daxing International Airport

Le distanze tra i check-in e i gate di imbarco sono molto brevi, meno di 8 minuti, per rendere poco stressante e piacevole la permanenza all’interno e in ogni uscita. La disposizione è a raggiera, con un terminal centrale e i servizi del caso. 

Credits: aviontourism.com – Gate Daxing international Airport

L’aeroporto cinese ha 8 piste, dotato di intelligenza artificiale, rete 5G e costruito con materiali eco-sostenibili oltre a pannelli solari e ai sistemi di gestione dell’acqua piovana che riducono i consumi energetici. Il costo complessivo è stato di 120 miliardi di yuan pari a circa 18 miliardi di dollari senza tener conto delle ferrovie e delle strade realizzate per raggiungere l’aeroporto. Ulteriori 1,3 trilioni di dollari sono previsti per l’acquisto di circa 8.090 aerei.

# È collegato a Pechino dalla metropolitana più veloce al mondo

Credits: travelourplanet.com

I treni della nuova linea metropolitana blu che collega la capitale cinese con l’Aeroporto Internazionale di Daxing, viaggiano a una velocità di 160 km/h, circa il doppio rispetto alla media nazionale, trasportando i passeggeri da una parte all’altra della città in soli 19 minuti. 

Leggi anche: Le 10 METROPOLITANE da RECORD MONDIALE

Continua la lettura con: I 5 AEROPORTI più BELLI del MONDO

FABIO MARCOMIN

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La giovane donna che ha viaggiato di più nel mondo: «Questi sono i 10 paesi più pericolosi per i turisti»

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Lexie Alford - ph. @lexielimitless IG

D’estate escono molte classifiche relative ai viaggi. Ci sono molti parametri per scegliere la destinazione. Uno di questi è la sicurezza. Soprattutto quando a viaggiare sono le donne sole. Questa classifica mostra quali sono i paesi con più e con meno crimini contro le donne. L’Italia è nella cinquina dei paesi più sicuri. Molte sorprese in classifica: Egitto super sicuro e Svezia sul podio dei più pericolosi. Ma c’è il “trucco”. E la viaggiatrice da Guinness rilancia: questi i 10 paesi più pericolosi per i turisti, secondo la mia esperienza. 

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La giovane donna che ha viaggiato di più nel mondo: «Questi sono i 10 paesi più pericolosi per i turisti»

Classifica dei paesi per crimini contro le donne

L’ultimo rapporto sulla sicurezza femminile (Research: Women’s Safety Around the World) pubblicato negli Stati Uniti classifica le nazioni in base ai crimini contro le donne. 

# L’Italia tra i più sicuri, la sorpresa dei Balcani

Tra i paesi più sicuri: il Giappone è in cima alla lista, seguito da Polonia e Bosnia-Erzegovina. Anche Slovenia, Italia e Grecia segnalano bassi tassi di criminalità contro le donne. Sorprende il settimo posto dell’Egitto, anche se nel rapporto si sottolinea come «i dati provenienti dall’Egitto potrebbero essere fuorvianti a causa della sottostima dei crimini». Spiccano anche i bassi tassi di criminalità nei paesi balcanici, come Albania, Montenegro, Macedonia, Serbia e Bulgaria. 

# Sudafrica da bollino rosso, ma occhio alla… Svezia

Paesi più pericolosi: il Sudafrica è il paese più pericoloso per le donne, seguito da Svezia ed El Salvador. Nel caso della Svezia, però, i dati risentono di un vizio simmetrico a quello dell’Egitto: nel paese scandinavo, infatti, la soglia è molto bassa per le denunce. Può bastare anche solo una parola per finire sotto processo. Comunque sia la Svezia risulta tra i paesi al mondo dove si denunciano più stupri. Altra sorpresa viene dagli Stati Uniti che sono anch’essi considerati un paese ad alto rischio, con tassi significativi di violenza da parte del partner e di stalking.

Come si è detto, in alcune nazioni le donne vengono denunciate per (o vietate di) denunciare crimini, come l’Egitto, l’Arabia Saudita o il Bahrein. In Bahrein la parola di una donna vale in Tribunale la metà di quella di un uomo. Oltre alle statistiche, esistono anche le testimonianze dirette. Come questa. 

# La giovane donna che ha viaggiato di più al mondo svela quali sono le nazioni più pericolose

Lexie Alford – ph. lexielimitless IG

Lexie Alford, detentrice del Guinness World Record per essere la persona più giovane ad aver viaggiato in tutti i paesi del mondo. Questi sono i dieci paesi che Lexie Alford mette in guardia dal visitare con le sue motivazioni:

#10 Afghanistan. Dal ritorno al potere dei talebani nel 2021, il paese è diventato estremamente pericoloso, soprattutto per i turisti occidentali. La rigorosa applicazione delle regole talebane e il rischio di violenza ne fanno una destinazione da evitare a tutti i costi.

#9 Yemen. Lo Yemen è nel mezzo di una crisi umanitaria, aggravata dal conflitto in corso tra le forze saudite e i ribelli Houthi. Carestia, malattie e la mancanza di ambasciate straniere lo rendono un luogo pericoloso per i turisti.

#8 Mali. Un paese ad alto rischio di rapimento. Gli sforzi di salvataggio sono quasi impossibili.

#7 Siria. La Siria è coinvolta dal 2011 in una guerra, che ha provocato la distruzione di molti siti storici e una violenza diffusa. Il conflitto in corso e il regime oppressivo ne fanno una destinazione insidiosa.

#6 Somalia. La Somalia è nota per la sua instabilità e le minacce di rapimenti. I turisti hanno bisogno di guardie armate.

#5 Repubblica Centrafricana. Lexie racconta un’esperienza straziante in cui il suo aereo ha dovuto scendere a cavatappi per evitare attacchi missilistici.

#4 Sud Sudan. Con la violenza in corso e l’alto rischio che gli stranieri vengano presi di mira per rapimenti, è un luogo in cui la sicurezza è una preoccupazione costante.

#3 Libia. La Libia rimane profondamente divisa e pericolosa dopo la caduta del dittatore Muammar Gheddafi. Il paese è afflitto dalla criminalità organizzata e dalle milizie.

#2 Bangladesh. Sebbene questo paese dell’Asia meridionale sia ricco di cultura, deve affrontare numerose sfide come minacce terroristiche e disastri naturali. La microcriminalità è dilagante e la mancanza di infrastrutture turistiche fa sì che i visitatori spesso diventino un bersaglio.

#1 Corea del Nord. La Corea del Nord è in cima alla lista. Conosciuto per la sua segretezza e lo stretto controllo governativo, è possibile visitarlo attraverso tour organizzati dal governo, ma comporta rischi immensi. Un comportamento scorretto può portare a gravi conseguenze, come dimostra il tragico caso di un turista americano morto dopo essere stato arrestato per aver tentato di rubare un poster.

Continua la lettura con: I paesi con le più belle attrazioni naturali

MILANO CITTA’ STATO

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Una terrazza di 2000 mq con giardino: l’ “ufficio più bello di Milano”

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ilprisma - Altra vista terrazza

Uno spazio di lavoro che si inserisce nel nuovo complesso in completamento di Symbiosis al Vigentino, confinante con Scalo Romana, e che si candida a diventare l’ufficio più bello della città. È la nuova sede di LVMH Beauty a Milano, ecco com’è.

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Una terrazza di 2000 mq con giardino: l’ “ufficio più bello di Milano”

# La terrazza con giardino per lavorare in armonia con la natura

Credits: platformarchitecture.it
Nuovo ufficio LVMH

Una terrazza di circa 2000 metri quadrati dove lavorare in armonia con la natura, uno spazio dove le persone sono messe al centro e dove i dipendenti sono stati coinvolti nella realizzazione del progetto. È la nuova sede milanese di LVMH Beauty Italia, leader mondiale del lusso che comprende brand come Parfums Christian Dior, Givenchy, Guerlain e tanti altri, ed è stata progettata dallo studio di architettura il Prisma per due dei piani dell’edificio “D” del complesso Symbiosis nel quartiere Vigentino.

Credits: ioarch.it – Masterplan Symbiosis

I 4000 metri quadri (2000 per piano) sono stati pensati per creare uno spazio fisico in grado di invogliare i lavoratori a recarsi in ufficio, dopo la pandemia che cambiato il paradigma del lavoro con lo smart working, rivoluzionando il modello di spazi di lavoro: maggiore attenzione al comfort, all’acustica, alla luce e alla convivialità eccezionali per un ufficio. Una sede aperta, flessibile e inclusiva, pensata per favorire lo scambio e la condivisione. Aree comuni centrali e spazi dedicati alle singole maison ai lati esterni dell’edificio.

# Un secret e working garden con WorkCafé

Credits: domusweb.it
nuovi uffici LVMH

Dentro l’ufficio è presente anche il Workcafè, un bar gestito da una cooperativa di persone con disabilità. Tuttavia, il vero punto di forza della nuova sede LVMH è il suo giardino di 2000 mq, dotato di un accesso riservato. Questo spazio verde, attrezzato con tavoli e sedute, offre la possibilità di tenere incontri, svolgere riunioni o lavorare in modo individuale, tutto mentre si gode del panorama milanese. E non è tutto: il giardino sarà anche un luogo versatile, non limitato solo al lavoro.

 
santarinimusic IG – Evento terrazza LVMH

Il giardino funge infatti anche da spazio per eventi, una caratteristica piuttosto rara nella zona.

Inoltre, è stata creata un’area specifica per il benessere psicofisico e la tutela della biodiversità: un giardino segreto, separato dal resto della terrazza, ideale per meditare o fare esercizio. Accanto a questo, è previsto un working garden con diverse opzioni di postazioni di lavoro, sia cablate che all’aperto o sotto pergole.

# L’ufficio in una Milano in trasformazione
Credits: ilprisma.com
Nuovi uffici LVMH

All’interno ogni maison ha a disposizione spazi open space con postazioni fisse, ma anche aree per la collaborazione informale come i tavoli atelier e i salottini separati.

Credits: ilprisma.com
Nuovi uffici LVMH

E fuori dalle vetrate, la Milano in trasformazione dello scalo di Porta Romana e del villaggio olimpico ormai in fase di completamento. Il progetto è stato firmato da Il Prisma nel 2022 e riguarda l’allestimento interno del terzo e quarto piano dell’edificio Symbiosis. 

Continua la lettura con: Tre terrazze spettacolo a Milano

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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“Milanese scrisse, amò, visse”: al cimitero delle stelle di Parigi c’è una tomba di un grande innamorato di Milano

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Ph. piera lamperti

Tomba di Stendhal al cimitero di Montmartre a Parigi, da notare l’epitaffio in italiano. Ma scalpellino francese… manca l’accento sulla o di amò. Ma perché il grande autore francese si è definito in questo modo? Foto cover: Piera Lamperti

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“Milanese scrisse, amò, visse”: al cimitero delle stelle di Parigi c’è una tomba di un grande innamorato di Milano

Il suo vero nome era Marie-Henri Beyle, ma divenne universalmente noto come Stendhal. In realtà era francese al 100%. Nasce a Grenoble il 23 gennaio 1783, arriva per la prima volta a Milano a diciassette anni, durante l’occupazione napoleonica, dove si ferma per due anni arruolandosi militare. Come scrisse sulla lapide a Milano amò: perse letteralmente la testa per Angela Pietragrua, da lui definita «sublime sibilla, terribile nella sua bellezza folgorante e soprannaturale».

In seguito viaggiò e visse in molti altri luoghi d’Europa, ma ormai l’imprinting era quello: amò definirsi sempre milanese, per tutta la vita e anche oltre: quando morì a Parigi il 23 marzo 1842 decise di incidere sulla sua tomba a Montmartre questo epitaffio per sintetizzare la sua vita: «Arrigo Beyle / Milanese / Scrisse / Amò /».

Continua la lettura con: Se i libri celebri fossero ambientati a Milano

MILANO CITTA’ STATO 

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La ferrovia sopraelevata di Milano: l’antenata della 90/91, così simile a New York

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Copertina. A destra, New York anni ’30. A sinistra, Milano inizio ‘900. Cosa hanno in comune? Che sono due high-line. La differenza? Che Milano la sua ferrovia sopraelevata non ce l’ha più. Dalla 270px-milano_ferr_sopraelevata_1906Esposizione Universale di Milano.

Correva l’anno 1906 e a fare un tratto lungo la città ben prima della 90 e la 91 c’era una linea ferroviaria speciale.

Il Comitato per la Trazione Elettrica Dr. Giorgio Finzi, in seguito divenuta Società Officine elettro ferrovierie Tallero (in via Giambellino), la volle quasi totalmente sopraelevata per non ostacolare il traffico di oltre un secolo fa e la visuale sulla Esposizione.

Qualcuno dice che fosse molto più puntuale dei tram moderni, ma sono almeno 5 le cose certe e che molti di noi non sanno sulla romantica antenata della circolare esterna di Milano.

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5 cose che non sapete dell’antenata della 90-91: la ferrovia sopraelevata

linea-ferroviaria-sopraelevata-milano-1906

#1. La ferrovia sopraelevata venne costruita per collegare i due punti nevralgici della Esposizione Universale, Parco Sempione e la piazza d’Armi, senza fermate intermedie. Percorreva l’intera tratta in 3 minuti, alla velocità massima di 40 km/h.

#2. La ferrovia viaggiava quasi tutta in viadotto, in legno sopra le strade, in ferro sul tratto di smistamento, ed era a doppio binario. Le stazioni erano decorate in stile Liberty, mentre tutto il viadotto era illuminato da 48 lampade ad arco.

#3. Ogni treno portava 260 viaggiatori di cui 144 seduti. Il deposito si trovava in via Mario Pagano.

#4. La ferrovia sopraelevata era lunga 1350 metri, fu uno degli exempla ingegneristici del tema dell’Esposizione universale del 1906, ‘i trasporti’, e venne allestita per celebrare l’apertura del traforo del Sempione.

#5. La ferrovia sopraelevata venne inaugurata il 29 aprile 1906, qualche giorno in anticipo rispetto all’inaugurazione dell’Expo 1906, e fu smantellata il novembre successivo, alla conclusione della fiera.

Continua la lettura con: 90/91: 7 curiosità sulla linea più leggendaria di Milano

PAOLA PERFETTI

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5 curiosità sul comune più grande dell’hinterland di Milano

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il castello di abbiategrasso

Abbiategrasso è un comune di 32 764 abitanti della città metropolitana di Milano, a circa 29 chilometri a sud-ovest dal Duomo di Milano. E’ posta al confine della città metropolitana e fino al 1956 era il capolinea meridionale della tranvia Milano-Corsico-Abbiategrasso.
E’ anche uno dei comuni che vanta le caratteristiche più singolari dell’hinterland milanese. Vediamone alcune.

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5 curiosità sul comune più grande dell’hinterland di Milano

#1 E’ il Comune più grande dell’hinterland: quasi un terzo di Milano 

Abbiategrasso è il Comune più grande dell’hinterland con una superficie complessiva paria  a circa un terzo di quella di Milano. Dopo Abbiategrasso per grandezza ci sono San Giuliano, Gaggiano e Morimondo, che è anche il secondo meno popoloso. 

#2 In dialetto milanese si chiama Biaa 

Nel dialetto locale si chiama Biagrass o Biegrass, mentre in milanese il suo nome è Biaa. La radice del nome Abbiategrasso potrebbe derivare dal celtico Abia (acqua) + atis (desinenza toponomastica), per cui la traduzione sarebbe Luogo d’Acqua.

#3 Il territorio è interamente compreso nel Parco del Ticino

Il territorio di Abbiategrasso è interamente compreso nel Parco lombardo della Valle del Ticino. L’abitato sorge a cavallo del ciglio del dislivello formato dalla valle del Ticino e lungo la “linea dei fontanili”, che divide l’alta Pianura Padana dalla bassa Pianura Padana.
Il territorio giunge fino alle sponde del fiume Ticino ed è attraversato dai Navigli nell’area della frazione di Castelletto Mendosio, dove il Naviglio Grande si stacca a formare il Naviglio di Bereguardo.

Credits: milanoguida.it – Abbiategrasso

#4 Il principale centro agricolo dell’hiterland

Solo il 16% del territorio comunale è urbanizzato o urbanizzabile, mentre l’84% può essere sfruttabile dall’attività agricola. Abbiategrasso è uno dei pochi comuni rurali che possieda un suo stemma già dal 1400.Il primo stemma a colori della città è stato rintracciato su una bolla di papa Paolo III del 24 aprile 1544 in cui è rappresentato un leone rampante di rosso. L’ultima sua trasformazione risale al 1930 quando, variati gli smalti, il leone è stato sormontato da una corona all’antica d’oro.

#5 Una città da videogiochi

Abbiategrasso è citata nel videogioco Age of Empires II: The Forgotten nella campagna dedicata alla scalata al potere di Francesco Sforza, dove la città svolge una parte durante l’assedio di Milano.

Continua la lettura con: 5 + 1 curiosità e primati di Morimondo

MILANO CITTA’ STATO

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Le 10 attrazioni imperdibili della Bergamasca

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Credits: visitbergamo.net - Salto degli Sposi

Così vicina a Milano ma, per storia e tradizioni, così lontana da essere, assieme al territorio bresciano e cremasco, più veneta che lombarda, la Bergamasca è una terra ricca di storia e di natura, tanto montuosa quanto pianeggiante. Basta passeggiare per le vie del suo capoluogo per respirarne l’atmosfera dei passati secoli veneziani, la cui influenza vive ancor oggi nelle sue piazze, nello stile delle case, nei dialetti locali, nelle tradizioni e nell’arte, influenzata dalla ricca Venezia e dai suoi artisti.

Oggi però non vi condurrò alla scoperta delle bellezze artistiche custodite tra la città alta e bassa di Bergamo, oggi usciremo alla scoperta di alcune delle innumerevoli bellezze nascoste nella provincia bergamasca, tra le sue valli, le sue calde pianure e le alte vette orobiche.

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Le 10 attrazioni della BERGAMASCA da non perdere

#1 Salto degli Sposi

Credits: visitbergamo.net – Salto degli Sposi

Basta incamminarsi a poca distanza dal passo della Presolana, a 1297 mt, in un facile sentiero boschivo per imbattersi in un “Belvedere” davvero originale, e già la presenza delle tre statue che incontriamo lo dimostra. Siamo sul monte Scanapà, e da qui la vista spazia sulla sottostante Val di Scalve, sul torrente Dezzo e fino alla Valcamonica, il silenzio e i colori della natura fanno la loro parte rendendo questo posto quasi magico, tanto da aver attratto con la sua bellezza una coppia di novelli sposi del XIX secolo.

Nel 1871 il giovane musicista polacco Maximilian Prihoda giunse in questa valle per far visita alla famiglia, che aveva possedimenti nella zona, innamorandosi del luogo e decidendo di stabilirvisi assieme alla moglie, la pittrice Anna Stareat. I due fecero del Belvedere il loro nido d’ispirazione, passandovi ore ed ore ad osservarne la natura e il fascino enigmatico di quel salto, tanto che, come narra la leggenda, un giorno decisero di gettarsi da quel dirupo abbracciati l’uno all’altra. I corpi vennero rinvenuti ancora abbracciati, come in un eterno gesto d’amore che rimane tutt’oggi un mistero.

Oggi restano le loro sagome metalliche a ricordo di questa triste e romantica storia, e la scenografica vista di questo Belvedere.

#2 Polittico di Ponteranica

Credits: montagneepaesi.com – Polittico di Ponteranica

Nella gotica chiese dei SS. Vincenzo ed Alessandro a Ponteranica, non molto distante da Bergamo, è custodita una delle più belle opere pittoriche di Lorenzo Lotto, genio del Rinascimento italiano che trascorse nella bergamasca ben tredici anni, realizzando alcuni dei suoi più grandi capolavori. Lorenzo Lotto è strettamente legato a Bergamo e al suo territorio, potremmo quasi dire che i suoi più grandi capolavori siano stati realizzati in questi territori, molto più che a Treviso, Venezia e nelle Marche.

Il polittico di Ponteranica è un vero gioiello nascosto, eseguito dall’artista nel 1522 su commissione della Scuola del Corpo di Cristo e collocato a sinistra dell’altare maggiore. Il dorato scrigno ligneo riflette ancora di più la bellezza dell’opera, nella cui tavola superiore è raffigurato Cristo Risorto, vincitore della morte su questo tappeto di nuvole, uno sguardo intenso e profondo verso lo spettatore.

Ai lati del Redentore, Lotto rappresenta l’Annunciazione, in uno sfondo buio, illuminato solo dalla Colomba. Nei pannelli inferiori si trovano San Pietro, con le immancabili chiavi, Giovanni Battista e Paolo, mentre il paesaggio terreno alle loro spalle ricorda proprio la natura circostante, le colline della Val Brembana di cui Ponteranica è parte.

#3 Clanezzo

Credits: primabergamo.it – Clanezzo

Clanezzo è un borgo fluviale all’imbocco della Val Brembana, che conserva ancora un fascino medioevale dove il tempo sembra essersi fermato, è perciò la meta ideale per fare due passi tra storia e natura. Scendendo verso la confluenza tra il fiume Brembo e il torrente Magna, la prima cosa che si incontra è il medioevale ponte di Attone, una possente struttura in pietra che scavalca il torrente, edificato per volere del conte di Lecco Attone attorno al X secolo.

Questo ponte fu per anni l’unica via d’accesso alla Val Brembana e quindi importantissima via di commercio con il mondo germanico, non è dunque un caso che, al di la del ponte si trovi l’antica dogana eretta per la riscossione delle gabelle. Seguendo la strada verso il Brembo, arriviamo ad un altro complesso di edifici, il porto, realizzato attorno al XVII secolo durante l’epoca veneziana, utile per l’attraversamento del Brembo a scopi commerciali.

Il fascino di antico borgo di frontiera è ancora vivo tra queste mura, da cui fino all’inizio del ‘900 partirono traghetti, alcuni diretti anche a San Pellegrino Terme, e dove, verso il 1878, venne realizzato uno dei primissimi ponti con funi portanti realizzati in Italia, il cosiddetto “Put che bala”.

#4 Cassiglio

Credits: provinciabergamasca.com – Chiesa di Cassiglio

Poco battuta e conosciuta, posta tra la Val Brembana, di cui ne è una diramazione, e la lecchese Valssassina, la Val Stabina e il borgo di Cassiglio vantano un itinerario artistico e naturale di tutto rispetto. Per raggiungerla dalla Val Brembana basta salire fino ad Olmo al Brembo, e da qui trovarsi faccia a faccia con questo affascinante paese montano di 110 abitanti. Ma perché vale la pena fermarsi a Cassiglio? La risposta vi sarà chiara appena giunti alla chiesa di San Bartolomeo, risalente al 1468, sopra al cui ingresso è affrescata una rara e pregevole “danza macabra” tardo gotica, risalente anch’essa alla seconda metà del XV secolo. L’affresco parla chiaro, nessuno è immune alla morte, ne il papa, qui raffigurato accanto ad un macabro scheletro, ne l’imperatore, ne tanto meno i nobili o i cavalieri.

Una danza tra la vita e la morte, che probabilmente decorava l’intera parete dell’edificio, e che incontriamo nuovamente camminando poche centinaia di metri più avanti, lungo la strada che porta a Valtorta, sulle pareti di Casa Milesi. Abbiamo cambiato epoca, ma la danza macabra rimane, anche se sarebbe più giusto chiamarla “serenata macabra” vista la scena che si svolge lungo la prima finestra centrale, dove un uomo, in eleganti vesti barocche, sta corteggiando la giovane dama alla finestra non curandosi della freccia incoccata nell’arco di quel macabro scheletro, che lo unisce al destino dei due vecchi popolani.

Il gusto veneto di queste scene tardo barocche è sdrammatizzato dai personaggi che animano la parte inferiore dell’edificio, un orso, animale che abitava queste valli, una scimmia e altri animali che sembrano non preoccuparsi del corso della natura. Da Cassiglio è possibile anche seguire alcuni sentieri di trekking fino alla cosiddetta “grotta dell’isola” oppure rilassarsi al lago artificiale di Cassiglio, da cui partono altrettanti sentieri verso la Valsassina.

#5 Clusone

Credits: ilgiorno.it – Clusone

Centro più importante dell’alta Val Seriana, Clusone è un pittoresco borgo medioevale circondato dalle montagne. Passeggiare per le sue vie permette al visitatore di scoprire alcuni dei suoi tesori, tra cui il bellissimo orologio astronomico incastonato nella torre del municipio o la gotica chiesa dei disciplini.

L’orologio venne costruito nel 1583 da Pietro Fanzago, ed è un autentico gioiello della meccanica rinascimentale, oltre ad essere uno dei più antichi e pregevoli esempi di orologio-planetario d’Europa. Molto più famosa della “danza macabra” di Cassiglio è quella affrescata sulla facciata dell’oratorio dei disciplini di Clusone, realizzata nel 1484/85 per volere dell’omonima confraternita.

Il tema del ciclo è lo stesso trattata in Val Stabina, ma in maniera più solenne e pomposa, con una morte incoronata e sovrana, vittoriosa su papi, vescovi, cardinali, imperatori, dogi e regnanti d’ogni nazione. A differenza dell’affresco di Cassiglio, qui si conosce il suo autore, l’albinese Giacomo de Buschis. Una visita a Clusone non puó dirsi completa, senza aver provato i tipici scarpinocc, una specie di casoncello ripieno di formaggio e spezie.

#6 Gromo

Credits: borghipiubelliditalia.it – Gromo

Uno dei borghi più belli d’Italia, Gromo sembra non aver perso quel fascino medievale che la rese nota come la “piccola Toledo” per via della sua celebre produzione di armi ed armature, soprattutto al servizio della repubblica di Venezia. Oggi come allora il suo cuore è la centrale piazza Dante, su cui si affacciano il turrito castello Ginami, oggi sede di un ristorante, la gotica chiesa di San Gregorio e il quattrocentesco palazzo Milesi, oggi sede del comune e del “Museo delle armi bianche e delle pergamene”.

#7 Santuario di San Patrizio

Credits: tripadvisor.it – Santuario di San Patrizio

Arroccato sulle prealpi orobiche a 620 metri d’altezza, questo antico santuario è l’unico in Italia dedicato all’apostolo d’Irlanda St Patrick. Fondato da alcuni mercanti irlandesi nel XII secolo probabilmente come voto per esser sfuggiti alle razzie dell’imperatore Federico Barbarossa nei territori bergamaschi, conserva al suo interno un pregevole ciclo di affreschi rinascimentali del 1514.

Il santuario è raggiungibile sia in macchina che a piedi, attraverso un sentiero in salita che parte dal centro di Colzate e giunge fino alla rupe su cui poggia il sacro edificio. Proprio lo sotto si trova la fontana di St Patrick le cui acque, secondo la tradizione, avrebbero qualità miracolose.

#8 Fraggio

Credits: photo.cuboimage.it – Fraggio

Un piccolo borgo montano a quasi 1000 metri, rimasto inalterato nel tempo ed oggi quasi del tutto disabitato. Il Borgo di Fraggio, frazione del comune di Taleggio, è raggiungibile a piedi percorrendo una mulattiera ed è un escursione ideale per chi è alla ricerca di un angolo di pace fuori dalla frenesia delle città.

Posto sull’antico confine tra Repubblica di Venezia, che qui aveva una dogana, e Ducato di Milano, sembra che qui tutto si sia fermato. Attorno a noi solo antiche case in pietra, il rumore dell’acqua che scorre dal lavatoio e la mole medioevale dell’oratorio di San Lorenzo, vero gioiello nascosto.

#9 Valle del freddo

Credits: incavallina.it – Valle del freddo

In questo angolo della Val Cavallina, a soli 360 metri d’altitudine, avviene un fenomeno che unico in nel suo genere in tutto il continente europeo. Si tratta della riserva naturale della Valle del freddo, così chiamata perché le temperature qui scendono fino a 2 gradi, permettendo in estate la fioritura di stelle alpine e rododendri.

Il fenomeno è dovuto al fatto che l’acqua nel terreno si ghiacci, permettendo in estate la fuoriuscita di aria fresca attraverso delle fessure nel terreno. Gli abitanti chiamano questa valle la “valle del diavolo” perché, secondo la leggenda, fu il diavolo a crearla. Leggende o meno, la valle del freddo è un luogo ideale in cui rifugiarsi durante i caldi week end estivi.

#10 Pizzo Coca

Credits: orobie.it – Pizzo Coca

Se anche voi siete amanti dell’alpinismo allora la meta ideale nella bergamasca è il Re delle Orobie, il Pizzo Coca. Coi suoi 3050 mt d’altezza il Pizzo divide la bergamasca dalla Valtellina. La via che ci conduce sul Pizzo potremmo anche dividerla in due gradi di difficoltà per una durata complessiva di circa 5/6 ore di cammino.

Partendo da Valbondione, ultimo paese della Val Seriana, superiamo il fiume Serio e iniziamo la nostra salita, di poco più di 2 ore, fino al Rifugio Merelli al Coca, a 1892 metri. Salendo ancora più su, raggiungiamo il Lago Coca, a 2108 metri, circondato dalle tre vette più alte delle Orobie, i Pizzi Coca, Redorta e Scais. Dal lago ha inizio l’alpinismo vero e proprio, salendo piano e lungo la via per esperti che conduce ai 3050 metri del Pizzo Coca e della sua croce, da cui la vista è davvero incredibile.

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MATTIA GALBIATI

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