Non solo aeroporto. Sta prendendo forma il progetto che renderà Malpensa un global hub ferroviario in connessione con l’alta velocità nazionale e internazionale. Vediamo il progetto nel dettaglio e quando dovrebbero correre i primi treni.
Malpensa «global hub aereo-ferroviario»: le ultime novità sui lavori
# Il decollo verso Nord: in costruzione la nuova linea tra Malpensa e Gallarate, 5,7 km tra gallerie, trincee ed ecodotti
gazzetta dei trasporti – Collegamenti da Malpensa
Avanza spedita la costruzione del collegamento ferroviario tra il Terminal 2 di Malpensa e la linea del Sempione verso Gallarate. L’intervento, realizzato da FERROVIENORD in collaborazione con SEA, è parte di un progetto strategico per l’accessibilità dell’aeroporto da Nord e per migliorare l’interconnessione regionale e transfrontaliera. L’infrastruttura prevede 4,6 km di linea a doppio binario tra Malpensa T2 e Gallarate, più un raccordo di 1,1 km verso Casorate Sempione. Il tracciato si sviluppa in parte in galleria (artificiale e naturale) e in parte a cielo aperto in trincea. Il tempo di percorrenza stimato è di 7 minuti netti.
Nel progetto sono comprese anche opere di mitigazione ambientale, tra cui due ecodotti e due passaggi faunistici per animali di piccola e media taglia, il recupero di aree forestali e il ripristino della brughiera locale. Con una lunghezza totale di 5,7 km, si tratta di un’infrastruttura pensata per avere un basso impatto ambientale, riducendo l’inquinamento da traffico su gomma e aumentando la sostenibilità dei trasporti per uno degli scali principali d’Italia.
# Malpensa sarà hub ferroviario: le stazioni T1 e T2 saranno completamente integrate nella rete ferroviaria nazionale ed europea
Ph. @andrea_minini IG
Questa nuova tratta è il tassello mancante del “Global Project” europeo che collega Malpensa Terminal 1, Terminal 2 e la linea del Sempione, asse strategico che unisce la Lombardia alla Svizzera e alla rete continentale. Grazie al nuovo tracciato, l’aeroporto diventerà un nodo di interscambio ferroviario completo, in grado di accogliere treni ad alta velocità, regionali, suburbani e internazionali.
Il completamento della linea comporterà una riorganizzazione del servizio ferroviario nel quadrante Nord-Ovest della Lombardia, ampliando il bacino d’utenza di Malpensa. I passeggeri in arrivo da Milano, da Domodossola o dalla Svizzera potranno raggiungere direttamente l’aeroporto via treno senza più necessità di interscambi lenti e scomodi.Le stazioni T1 e T2 saranno completamente integrate nella rete ferroviaria nazionale ed europea, accrescendo il ruolo di Malpensa non solo come scalo aereo ma come hub intermodale di riferimento per tutto il Nord Italia.
# Binari posati: attivazione nel 2026 per Milano, 2028 per la Svizzera
malpensanews.it - Ferrovia Malpensa-Milano
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malpensanews - Lavori sulla linea
malpensanews.it - Posa binari
A maggio 2025 i binari sono stati posati e i lavori civili proseguono senza rallentamenti. Il cronoprogramma prevede la consegna dell’appalto entro l’estate del 2025, seguita da una fase di test e collaudi. L’attivazione del servizio ferroviario tra Malpensa e Gallarate (e quindi Milano) è prevista per l’inizio del 2026. Più lunga l’attesa per la tratta verso la Svizzera, in quanto è necessario aggiornare gli impianti di controllo della stazione di Casorate Sempione: in questo caso l’attivazione è fissata per il 2028.
# Quanto costa e chi paga: i numeri del progetto ferroviario
Il nuovo collegamento ha un costo 257,5 milioni di euro, esclusi i progetti preliminari e definitivi. Rispetto ai 211 milioni iniziali, l’importo è cresciuto per l’adeguamento dei prezzi, coperto dal Governo nell’ambito delle opere olimpiche. Il finanziamento è così suddiviso: 80 milioni dal Patto per la Lombardia, 63,4 milioni dall’UE, 55,9 milioni dal Ministero delle Infrastrutture, 11 milioni da Regione Lombardia e 46,2 milioni d’integrazione statale.
In parallelo, Regione Lombardia ha previsto 10 nuovi treni Caravaggio, più spaziosi degli attuali Malpensa Express, per migliorare il servizio una volta attivata la linea.
Un annuncio ambivalente. Per alcuni una bella notizia con la promessa di una nuova metro. Per altri la delusione: perché sarà l’ultima. Non lasciando spazio, in particolare, al grande sogno di una linea circolare.
Era il 30 maggio 2022. Già. Sono passati tre anni e ancora non si è mossa foglia. Da quando il sindaco, dopo un incontro con il ministro per le Infrastrutture e mobilità sostenibile Enrico Giovannini, aveva annunciato l’arrivo della M6.
“Stiamo ragionando su percorso perché quella sarà l’ultima metropolitana milanese, stiamo immaginando un percorso che le permetta di unirsi alle altre metro. A questo punto prima di arrivare a un’idea definitiva volevamo confrontarci con il ministro e chiedergli di facilitare i contatti con i suoi uffici in modo tale che presentiamo qualcosa che abbia senso. Serviranno tempi lunghi”. Questa la dichiarazione del sindaco Sala.
La prima ipotesi di tracciato al momento dell’annuncio? Da Ponte Lambro all’Ospedale San Paolo: 12 stazioni da sud-est a sud-ovest.
Chi tocca la Svizzera muore. Almeno è stato così per uno dei personaggi più controversi della storia recente. Il suo piano? Cancellare la Svizzera dalla mappa, spartendone il territorio tra Francia, Germania e Italia.
Ticino e St. Moritz all’Italia: il piano più dadaista del Terzo Millennio
# Uno degli episodi più surreali tra le crisi diplomatiche degli ultimi decenni
Di U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 2nd Class Jesse B. Awalt/Released – Marina Militare degli Stati Uniti d’America con codice di identificazione 090202-N-0506A-402. – Gheddafi
Nel panorama delle crisi diplomatiche internazionali,quella tra la Svizzera e la Libia, esplosa nel 2008, resta uno degli episodi più surreali degli ultimi decenni. Al centro dello scontro, l’arresto a Ginevra di Hannibal Gheddafi, figlio del leader libico Muhammar Gheddafi, accusato insieme alla moglie di aver maltrattato il personale di servizio in un albergo svizzero. Quel gesto, apparentemente marginale, scatenò un’escalation senza precedenti che vide la Libia reagire con arresti arbitrari, ritorsioni economiche e, soprattutto, una proposta clamorosa: la cancellazione della Svizzera e la sua spartizione tra Francia, Germania e Italia.
# L’arresto di due uomini d’affari svizzeri in risposta a quello di Hannibal Gheddafi
Pochi giorni dopo l’arresto di Hannibal Gheddafi, il regime libico fece scattare la rappresaglia. Due uomini d’affari svizzeri vennero arrestati a Tripoli con accuse pretestuose. Le autorità libiche interruppero le forniture di petrolio alla Svizzera, ritirarono capitali investiti in banche elvetiche e imposero restrizioni alle imprese elvetiche operanti sul territorio. La Libia pretese scuse ufficiali da parte del governo svizzero, che arrivarono nell’agosto 2009 per mano del presidente Hans-Rudolf Merz. Ma l’umiliazione non bastò a soddisfare Gheddafi.
# Il piano di spartizione della Svizzera: all’Italia Ticino e St. Moritz
Nel settembre dello stesso anno, Muʿammar Gheddafi portò il conflitto su un piano internazionale. Durante il suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il rais propose la dissoluzione dello Stato svizzero, accusato di essere una “mafia mondiale”, e ne suggerì la spartizione tra tre potenze vicine: Francia, Germania e Italia. La proposta era stata avanzata anche qualche mese prima, nel luglio 2009, durante il G8 dell’Aquila, ospitato proprio dall’Italia.
In questo piano surreale, l’Italia avrebbe dovuto ricevere la parte meridionale del territorio svizzero, in particolare il Canton Ticino e le aree italofone del Canton Grigioni (Val Poschiavo, Mesolcina, Bregaglia fino a St. Moritz), regioni storicamente e linguisticamente legate alla penisola. Alla Francia sarebbero spettati i cantoni occidentali e francofoni (Ginevra, Vaud, Neuchâtel e Giura), mentre la Germania avrebbe inglobato la vasta area germanofona, comprendente cantoni centrali e settentrionali come Zurigo, Berna, Lucerna, Basilea e San Gallo. Un’idea che mescolava provocazione politica e una visione arcaica delle relazioni internazionali.
# Le reazioni internazionali e la fine della crisi
L’Italia, destinataria di una parte del territorio svizzero secondo il surreale piano di Gheddafi, non sostenne la proposta anche se mantenne una posizione ambigua, dettata dai forti legami economici e politici con la Libia. Il Trattato di amicizia del 2008 garantiva a Roma accesso al petrolio libico e collaborazione sul fronte migratorio, rendendo scomodo esporsi contro il rais. La Svizzera, pur reagendo con fermezza, preferì agire con discrezione: nel 2010 stilò una “lista nera” di 188 membri del clan Gheddafi, bandendoli dallo spazio Schengen. Questa misura mise in difficoltà diversi Stati europei vicini alla Libia, tra cui proprio l’Italia e Malta. Solo grazie alla mediazione di Spagna e Germania, i due ostaggi svizzeri furono liberati. La Svizzera sospese l’arbitrato internazionale, ma la sua reputazione diplomatica risultò compromessa, con forti critiche interne al governo per l’eccessiva remissività nei confronti di Gheddafi.
Festeggia un anno il campus urbano rinnovato da Renzo Piano. Uno spazio di 10mila metri quadrati che unisce natura, arte e architettura e dove la luce si prende la scena.
A Milano c’è il Parco della Luce
# Il nuovo parco dove la luce diventa architettura: in via Monte Rosa
enricocano IG – Parco Monterosa 91 dall’alto
Festeggia il primo anno di vita il Parco della Luce, un’area di 10mila metri quadrati incastonata tra vetro, acciaio e natura. L’inaugurazione è avvenuta il 16 maggio 2024, in occasione della Giornata Internazionale della Luce, all’interno del campus Monte Rosa 91, ex quartier generale della Siemens, oggi cuore pulsante della Coca-Cola italiana. Uno spazio ripensato per lavorare, ma anche vivere, respirare, camminare. Il masterplan porta la firma del Renzo Piano Building Workshop, lo stesso studio che vent’anni fa l’aveva disegnato, e che lo ha reinventato secondo una nuova logica urbana: quella del campus, dell’apertura, dell’integrazione.
# Dal cemento alla clorofilla: come Renzo Piano ha fatto respirare un palazzo
enricocano IG – Monterosa 91
L’edificio, riqualificato radicalmente da AXA IM Alts, è diventato un “campus urbano”, e il Parco della Luce ne è il polmone verde. Il progetto paesaggistico è firmato da AG&P greenscape, che ha puntato tutto sulla biodiversità: il parco non è un giardino decorativo, ma un ecosistema pensato per dialogare con la città. Sono stati salvati oltre 90 alberi già presenti e ne sono stati piantati altri 42, assieme a 13.800 tra arbusti, piante perenni e tappezzanti. Un vero corridoio ecologico nel cuore della città. E non si tratta solo di estetica: questo spazio è stato progettato per essere vissuto da chi lavora negli uffici ma anche da chi abita o transita nella zona.
# Una grande corte, un bosco urbano e un nuovo modo di stare in ufficio
Parco della Luce
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pano-bamsphotocredits-bams - Parco della Luce
Enrico Cano - Parco della Luce
Enrico Cano - Percorso Monte Rosa 91
Non è un semplice giardino aziendale. Il Parco della Luce è un tentativo di riscrivere il rapporto tra lavoro e ambiente. Il progetto si sviluppa su più livelli: c’è una grande corte interna che funziona come piazza urbana, e c’è un bosco, fitto ma attraversabile, dove le sedute si alternano ai percorsi. In questo spazio, ogni dettaglio è studiato per generare un senso di benessere: dalle piante selezionate alle aree di sosta, dagli arredi firmati da Colos e Magis al design integrato da Cardex. Tutto pensato per accogliere, stimolare, far sentire parte di un sistema in cui lavoro, natura e architettura non sono più elementi separati.
# Dove l’arte incontra la luce: nasce “Prima Luce”, museo permanente a cielo aperto
Opere d'arte Parco della Luce
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studioloriscecchini IG - The orbital promenade
Il Parco della Luce ospita anche un percorso permanente di opere site-specific intitolato “Prima Luce”, ideato da Helga Marsala per Artribune Produzioni. Tre artisti di peso (Mario Airò, Stefano Arienti e Loris Cecchini) hanno creato installazioni pensate appositamente per questo luogo, in stretta collaborazione con gli architetti del Renzo Piano Building Workshop. Le opere si integrano nel paesaggio, dialogano con il bosco, giocano con l’architettura. Il tema è la luce, ovviamente, e non solo quella fisica: anche quella simbolica, poetica, scientifica. Le sculture, i colori e i materiali cambiano a seconda dell’ora del giorno e della posizione del sole, creando un percorso multisensoriale che si snoda dalla base del campus fino alla cima della collina artificiale. Gratis, accessibile, e pubblico.
# Benessere, arte e sostenibilità in un unico progetto
Credits Enrico Cano – Parco della Luce
Non è un caso che tutto questo sia stato inaugurato il 16 maggio, Giornata Internazionale della Luce. Il Parco della Luce è infatti un progetto che ruota attorno a un’idea semplice quanto rivoluzionaria: riportare l’essere umano al centro dello spazio urbano attraverso i suoi sensi. «Vogliamo creare esperienze multisensoriali e benessere diffuso per tutti coloro che frequentano Monte Rosa 91», ha dichiarato Emanuele Bortolotti, Founding Partner di AG&P greenscape. E questo significa più che piantare alberi: significa progettare spazi che migliorano la qualità della vita, che riducono lo stress, che stimolano la creatività.
I quartieri di Milano riservano sempre mille curiosità, ognuno con la propria anima e la propria storia. Abbiamo selezionato i 7 con le caratteristiche più sorprendenti nel panorama della città.
I quartieri di Milano che lasciano a bocca aperta
#1 Le atmosfere berlinesi alla Bovisa
Bovisa
Perché da ex quartiere dormitorio è diventato un polo universitario a livello internazionale e centro di ricerca, con locali per tutti i gusti. Un quartiere giovane, creativo, dove si respirano atmosfere berlinesi.
Cristo si è fermato a Ponte Lambro. Si potrebbe gemellare con Ferentari, il quartiere più agghiacciante di Bucarest.
Ferentari
#3 La rinascita della cattedrale nel deserto di Santa Giulia
Santa Giulia dall’alto
Fuori dal mondo, una cattedrale nel deserto, separata dal resto della città dalla ferrovia. Eppure sempre al centro dei progetti di rinascita.
#4 NoLo: per rendere cool un quartiere out basta una parola
Credits: jeocomm.it – Nolo
Il rebranding di un intero quartiere di Milano che fa il verso a Soho di New York. Era un quartiere da evitare, è diventato un polo di attrazione e motore di una nuova avanguardia culturale.
Perché è un quartiere borgo, autonomista, anarchico. Pieno di giovani e nuovo centro del design. Una della realtà più avvincenti della periferia milanese.
#6 La “City di Milano” nata sulle ceneri del Luna Park
luna park delle varesine
Porta Nuova. Da Luna Park delle “Varesine” abbandonato, alla nuova City di Milano, con i grattacieli dai numerosi record e il più grande parco del centro cittadino senza recinzioni.
Credits: Andrea Cherchi – Milano
#7 San Siro, la periferia dei più poveri e dei più ricchi
Un quartiere dove c’è di tutto, dalla “casbah” dei poveri agli attici e alle ville dei ricchi. I nuovi progetti, stadio e nuove Terme, potrebbero rilanciarlo come una “nuova CityLife”.
Il professore Marco Bassani in un post su facebook ha proposto un gioco intitolato “nomi bizzarrissimi al limite dell’idiozia di luoghi lombardi”, per far emergere le località della Lombardia con i nomi più bizzarri. Questa la selezione e i significati di ognuna.
Le località della Lombardia con il nome più assurdo
# Bagolino
Maps – Bagolino
In provincia di Brescia troviamo Bagolino. In questo caso non c’è un’origine certa del toponimo. Alcuni lo collegano pagulinus, da pagus (villaggio), altri al latino Pagus Livii (villaggio di Livio). L’ipotesi più plausibile è che si una derivazione della parola del dialetto bresciano baga, che significa otre in italiano.
# Bizzarone
Maps – Bizzarone
Bizzarone è un comune dal nome “bizzarro”, di nome e di fatto. Fa parte dell’Alto Olgiatese e la sua origine è da ricercarsi al nome medievale, Bisarono. Il suo significato in lingua celtica è “luogo dove soffia la bisa”, che sarebbe la tramontana. Confina con la Svizzera ed è stato usato come set per le scene del trio Aldo, Giovanni e Giacomo per la trasmissione televisiva di Mai Dire Gol.
# Bulgarograsso
Maps – Bulgarograsso
Un nome che sembra quasi un insulto. L’etimologia di Bulgarograsso, comune in provincia di Como, porta in realtà a significato completamente diverso. La prima parte è riconducibile al latino burgurus, diminutivo di burgus (borgo) probabilmente con l’influsso dell’etnico bulgarus, la seconda alla fertilità del terreno.
# Trescore Balneario
Maps – Trescore Balneario
Nel bergamasco c’è Trescore Balneario. La prima parte del nome era registrata nei documenti come Trescurio, riferito a un luogo dove si trebbia (tresca), anche se in passato si ipotizzava potesse provenire da trans Cherio (oltre il fiume Cherio). La seconda parte si riferisce alla specificità del comune, un centro termale già conosciuto ai tempi dei romani, e deriva dal latino balneae, -arum.
# Cenate Sopra e Cenate Sotto
Maps – Cenate sopra e sotto
Poco distante si trova un’accoppiata insolita: Cenate Sopra e Cenate Sotto. Se la seconda parte si riferisce alla posizione di un comune rispetto all’altro, la prima deriva dal nome latino Caenus o Accenna, a cui è aggiunto il suffisso -ate oppure al sostantivo latino caenum, che significa fango.
# Cazzago Brabbia
Maps – Cazzago Brabbia
Questo comune affacciato sul Lago di Varese, che in passato era denominato in modo più bizzaro Cagazago, deriva il suo nome del latino di persona Cacatius con l’aggiunta del suffisso -acu per la prima parte, dal nome di un canale (barros) o della parola braida (pianura).
# Orino
Maps – Orino
Un nome che è tutto un programma e che fa pensare a tutt’altro rispetto al suo reale significato. Sulla provenienza della parola Orino, comune che si trova in Provincia di Varese, all’interno della Comunità Montana Valli del Verbano, non c’è una provenienza certa. Alcuni lo fanno riferire al latino orum (orlo), a cui è seguito oeur nel dialetto locale, per la sua posizione alle falde del monte Valgrande. Altri lo collegano alla filiazione dalla frazione del vicino comune di Azzio, Oro.
# Cocquio-Trevisago
Maps – Cocquio-Trevisago
Anche questo comune è parte della Comunità montana Valli del Verbano. L’origine della prima parte risalirebbe al latino volgare coccum poi diventato cocquium a seguito di restauro erudito, che vuol dire piccolo dosso. Per la seconda il riferimento al nome romano di persona Trebicius più il suffisso -acus.
# Lonate Ceppino
Maps – Lonate Ceppino
Rimaniamo in provincia di Varese. Lonate potrebbe derivare dal nome del fiume Olona con l’aggiunta del suffisso -ate, Olonate, oppure in alternativa dal nome antico di persona Launus sempre con l’aggiunta del suffisso -ate. Ceppino deriverebbe dal termine ceppo, riferendosi alla roccia durissima che caratterizza il terreno.
# Caronno Pertusella
Maps – Caronno Pertusella
Caronno Milanese fino al 1940, questo comune in Provincia di Varese deve il termine Caronno al nome femminile di Carona per alcuni, al latino columnae miliares (lapidi miliari), per altri. Pertusella è invece corrispondente alla parola italiana pertugio.
# Abbiate Guazzone
Maps – Abbiate Guazzone
Oggi frazione del Comune di Tradate, sempre in Provincia di Varese, la prima parte del nome sembra possa derivare dalle sue origini celtiche, un’altra ipotesi è che derivi dalla “gens Abia”, una importante famiglia romana della zona. La seconda parte sembrerebbe riconducibile a una famiglia originaria della zona di Cremona e presente anche nell’area di Milano.
# Borgoratto Mormorolo
Maps – Borgoratto Mormorolo
Questo comune nell’Oltrepò Pavese ha un nome che vede la prima parte derivare dal dialettale burgràt, forse originato dal latino burgus (borgo), e la seconda dal significato di ripido. L’origine di Mormolo è da riferirsi al latino marmoreolum (marmo) usato per riferirsi ad edifici o altri tipi di strutture.
# Zelo Buon Persico
Maps – Zelo Buon Persico
Zelo Buon Persico in provincia di Lodi non ha niente in comune con il pesce. In realtà il nome originario agellum Gomperticumsi riferirebbe al “piccolo podere di Gomperto“. Alcuni terreni del comune attuale erano di proprietà di un certo Gompertus nel XII secolo secondo un documento conservato nell’archivio vescovile di Lodi. Nel corso dei secoli il nome si è poi modificato per arrivare a quello che conosciamo oggi.
# Mezzana Rabattone
Maps – Mezzana Rabattone
Ancora in provincia di Pavia troviamo Mezzana Rabattone. La prima parte del nome risale al termine dialettale lombardo riferito alla condizione geologica dei terreni colpiti da alluvioni. L’origine della seconda parte, pur non essendo certo, potrebbe collegarsi al termine rebat, che significa ribattere.
# Quingentole
Maps – Quingentole
Questo comune in Provincia di Mantova viene citato nei documenti come Quingentule, dal latino numerale quingenti, che vuole dire cinquecento, a cui è stato aggiunto il suffisso -ula come riferimento a una misura agraria. Ci sono però altre due ipotesi. La prima è quella che, in base a una leggenda, lo collega al latino quinque gentes, che significa cinque famiglie. Un’altra ancora lo vede riferirsi alla distanza che divide il comune della Via Emilila, dal latino quinque.
La prima tratta, Duomo-Stazione Centrale FS, è stata inaugurata per i mondiali di calcio del 1990 ospitati dall’Italia. Vediamo 7 curiosità poco conosciute sulla terza linea metropolitana di Milano.
M3: 7 fatti che forse non sapevi sulla metro dei mondiali
#1 La prima linea in Italia ad avere la guida automatica
Credits: wikipedia.org – Duomo M3
La linea gialla è stata la prima in Italia ad avere la guida automatica. Il macchinista, anche se presente in cabina, interviene solo per aprire e chiudere le porte e dare il consenso alla partenza, oltre che per gestire le situazioni di emergenza. Il computer di bordo riceve gli input dal sistema, mentre il convoglio viaggia sui binari, e impone il tipo di andamento che deve avere il treno, come velocità, frenata, partenza da fermo e rispetto della segnaletica come avviene nella più recente M5.
#2 A Crocetta era prevista una tettoia a forma triangolare e una fontana
Uscendo dalla fermata di Crocetta M3, nella piazzetta-spartitraffico che divide Corso di Porta Romana da Corso di Porta Vigentina, si trova un obelisco con in cima la scultura di San Calimero. Ma il progetto iniziale era un altro. Secondo l’idea iniziale dell’architetto Guido Canella in superficie sarebbe dovuta sorgere una tettoia a forma triangolare con funzione di riparo, con una fontana e una statua.
#3 Tre stazioni della gialla sono state il set per film e video musicali
Le stazioni delle linea gialla sono state negli anni anche set per produzioni artistiche. Una scena del film Anni 90 è stata girata alla fermata di Sondrio, quella di Lodi TIBB è stata usata in “Nati Stanchi”, mentre Vasco Rossi canta “Siamo Soli” a bordo dei vagoni della M3 al capolinea di San Donato.
#4 La fermata di San Donato non è a San Donato
Nonostante il nome della stazione capolinea riporti il nome del comune di San Donato Milanese, in realtà la fermata è interamente costruita all’interno dei confini comunali di Milano e per questo motivo ricade nella tariffazione urbana. Il territorio comunale di San Donato Milanese si estende a sud-est della via Marignano, a un centinaio di metri di distanza dalla stazione.
#5 A Porto di Mare doveva esserci il nuovo porto di Milano
Agli inizi del Novecento, vista l’inefficienza degli antichi navigli, per la navigazione a motore si era pensato di collocare proprio in questa zona un porto per sostituire la darsena. Nel 1918 si iniziò a scavare il bacino portuale, ma dopo qualche anno i lavori vennero bloccati. Nel 1941 il progetto fu approvato ma i lavori mai ripresi. La stazione è stata denominata Porto di Mare per ricordarequello che doveva essere il nuovo porto di Milano.
In quella che oggi è l’area tra viale Umbria, via Sannio e Piazzale Lodi, c’era un’azienda gioiello di progettazione e costruzione di treni, tram, rotabili ferroviari, impianti di segnalamento e sicurezza. Il suo nome era Tecnomasio Italiano Brown Boveri, oggi cessata perché confluita nella Bombardier Transportation Italy con sede sociale a Roma. Quest’area era stata scelta come sede della fabbrica perché collegabile con lo scalo merci di Porta Romana e infatti la stazione della metro si sarebbe dovuta chiamare Porto Romana FS. Poi per non creare confusione con quella che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Medaglie d’oro, invece di Porta Romana, venne scelto di nominarla Lodi T.I.B.B., a memoria dell’azienda.
#7 Era prevista una stazione in corrispondenza della Galleria Vittorio Emanuele e la linea doveva arrivare al Giambellino
Credits: Urbanfile – Stazione Duomo 1983 progetto finale
La linea M3 è stata l’ultima realizzata come previsto dal progetto “Rete delle Linee” dell’Ing. Belloni, anche se con alcuni cambiamenti rispetto al tracciato originale. Il più importante è quello della tratta verso sud che, da Duomo avrebbe dovuto passare sotto via Torino e proseguire fino al Giambellino. In questo percorso la linea si sarebbe dovuta inoltrare sotto la Galleria Vittorio Emanuele, con una stazione in corrispondenza, ma con la crescita della consapevolezza nella tutela della storica galleria si scelse di modificare il tracciato spostandolo su via Manzoni e costruire la fermata in fondo a piazza del Duomo.
Milano ha poche rivali quando si parla dei dintorni. Quale metropoli oltre frontiera può vantare simili bellezze? Foto cover: @ticinoturismo IG
I 7 luoghi vicini vicini dove ogni milanese deve andare almeno una volta nella vita
#1 Lago di Como
Credits: @lagodicomoitaly Lago di Como
Il terzo lago più grande d’Italia è considerato in ogni classifica internazionale tra i più belli del mondo. A un’ora di distanza da Milano, il Lago di Como offre panorami spettacolari grazie anche alle montagne da cui è circondato, oltre a borghi suggestivi e ville con giardini storici come Villa d’Este e Villa Carlotta. Viene scelto anche per fare sport o attività all’aperto quali escursioni, sport acquatici e gite in barca.
Il primo parco fluviale d’Europa si sviluppa in prevalenza in Lombardia, con una superficie di oltre 90.000 ettari di cui 50.000 agricoli. Riserva naturale protetta dal 1974 e primo parco regionale ad essere stato costituito in Italia, forma una cintura verde da Ovest fino a Sud di Milano. Nel suo territorio si può osservare una grande varietà di paesaggi naturali, tra cui boschi, praterie, laghi e fiumi, e specie di animali protette come il lupo e la lontra, ma anche andare alla scoperta di borghi storici come Bereguardo, Cassinetta di Lugagnano e Morimondo.
L’Oltrepò Pavese è terra di tradizioni vinicole, tra i vini più pregiati ci sono il Pinot Nero, il Barbera e il Bonarda, paesaggi naturali colline, boschi, fiumi e prati, borghi e castelli medievali. Deve il suo nome al fatto di trovarsi a sud del fiume Po, in pieno Appennino Settentrionale, territorio geograficamente e morfologicamente molto simile a quello appartenente all’Emilia con scorci da colline toscane. Per i milanesi è l’ideale per una gita fuori porta e una giornata di relax, serve circa un’ora di auto per arrivarci.
Il “mare dei milanesi”. Costruito negli anni ’20 per ospitare idrovolanti e offrire una base di atterraggio per voli a lunga distanza, ha un’estensione di circa 1,6 chilometri quadrati. Al suo interno si può nuotare, fare canoa, perfino surf grazie alla onda artificiale stazionaria alta fino a 1,6 metri e larga 10 del wakeparadise. Posto ottimo anche solo per prendere il sole, correre o camminare tra le opere d’arte di giovani artisti nel parco che lo circonda. C’è persino un’isola delle rose.
Il Forum di Assago è la casa degli sport indoor dei milanesi: ci gioca la Pallacanestro Olimpia, ospita eventi musicali con gli artisti italiani e internazionali più importanti e alcuni show televisivi. Questo grande complesso polifunzionale al confine con Milano, nel primo hinterland, è stato inaugurato nel 1990, ha ottenuto il Premio Europeo di Architettura per impianti sportivi, ed è raggiungibile tramite il tratto cittadino dell’A7 o comodamente in metropolitana con la linea verde.
#6 Lugano e il Canton Ticino
Ph. saysay75 – Pixabay
A una cinquantina di chilometri da Milano si può entrare nella nazione più libera e ricca del mondo. Territori da secoli legati ai milanesi, facevano parte del Ducato di Milano, offrono paesaggi suggestivi tra lago e montagne, luoghi di relax come il Lido di Locarno sulle rive del Lago Maggiore, il Lido di Lugano o la Val Verzasca, le Maldive di Milano. A questo si affiancano le proposte culturali come il Lugano Arte e Cultura, il moderno centro culturale cittadino, il Festival del cinema di Locarno o altre attrazioni storiche come i tre castelli di Bellinzona nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Unesco. Per la lingua sembra di essere in Italia. Per tutto il resto no.
E se la bellezza dei dintorni non basta, attorno a Milano ci sono tre aeroporti con collegamenti nazionali e internazionali. Dai due terminal dell’aeroporto internazionale in provincia di Varese, partono voli verso Europa, Nord America, Asia e Africa. In auto o con il Malpensa Express si arriva in circa 50 minuti allo scalo.
L’asse ferroviario Milano-Trieste si avvicina sempre più al completamento, grazie a una serie di interventi infrastrutturali che promettono di rivoluzionare i collegamenti tra il Nord-Ovest e l’Est Europa.Ecco un aggiornamento dettagliato sulle tre tratte principali che compongono questo ambizioso progetto.
Il treno ad alta velocità da Milano a Trieste: l’avanzamento dei lavori sulle tre tratte
# Brescia-Verona: l’85% dei lavori completati, obiettivo 2026
ilgiornaledeiveronesi.it – Brescia-Verona
La tratta Brescia-Verona, lunga 48 km, rappresenta uno dei segmenti più avanzati del progetto di Alta Velocità. Secondo le ultime rilevazioni, i lavori hanno raggiunto l’85% di completamento, con la conclusione prevista entro il 2026, in linea con le scadenze del PNRR. Il tracciato parte da Mazzano in provincia di Brescia, comprende l’interconnessione “Verona Merci” e prevede un nuovo bivio per separare la linea AV dalla tratta convenzionale Milano-Venezia. Tra le opere in corso, si segnalano la realizzazione di nuovi cavalcavia e sottovia, oltre all’installazione di impianti tecnologici avanzati. L’investimento complessivo per questa tratta ammonta a circa 2,5 miliardi di euro. Questa tratta si unisce a quella già attiva da alcuni anni tra Milano Lambrate e Brescia, con l’ultimo pezzetto Treviglio-Brescia aperto nel 2016.
# Verona-Padova: cantieri in espansione, prima attivazione nel 2026
giornalenordest.it – Verona-Padova
La tratta Verona-Padova, lunga 76,5 km, è suddivisa in tre lotti funzionali.Il primo, tra Verona e il bivio Vicenza, è in fase avanzata, con l’attivazione prevista per dicembre 2026. Questo segmento attraversa 13 comuni e prevede la costruzione di una galleria artificiale a San Martino Buon Albergo. Il secondo lotto riguarda l’attraversamento di Vicenza, con conclusione prevista nel 2032, mentre il terzo, da Vicenza a Padova, è in fase di progettazione definitiva, con inaugurazione stimata nel 2029. L’intero progetto, gestito dal consorzio IRICAV Due, prevede un investimento complessivo di circa 4,8 miliardi di euro. Al termine dei lavori si unirà ad ovest alla tratta Milano-Verona e ad est alla Padova-Venezia, attiva dal 2016 come la Treviglio-Brescia, con treni alla velocità massima di 250 km/h.
# Venezia-Trieste: potenziamento tecnologico per raggiungere i 200 km/h
mitoingegneria.com – Av Milano-Trieste
Arriviamo all’ultima tratta: la Venezia-Trieste, lunga 161 km. In questo caso si è optato per un potenziamentodella linea esistente anziché la costruzione di una nuova. Gli interventi in corso mirano ad aumentare la velocità massima a 200 km/h, con un risparmio di tempo stimato di 10 minuti per i servizi di lunga percorrenza. Tra le opere previste, l’aggiornamento tecnologico della tratta Mestre-Ronchi Sud, la soppressione di alcuni passaggi a livello e la realizzazione di varianti di tracciato a Portogruaro, Latisana, sul fiume Isonzo e tra Ronchi dei Legionari e Aurisina. La conclusione dei lavori è fissata per il 2026, con un investimento totale di circa 1,8 miliardi di euro.
Chiusa la gara d’appalto per il raddoppio del Museo del Novecento, si attende l’aggiudicazione e l’ok della Soprintendenza per la passerella a specchio che collegherà i due Arengari. L’obiettivo è inaugurare nel 2027.
La passerella sospesa su Piazza Duomo: le ultime sull’opera più attesa del centro
# Nuovi fondi da Fondazione Bulgari mentre si attende l’avvio dei lavori
La trasformazione del Museo del Novecento entra nella sua fase operativa: si è chiusa nel febbraio 2025 la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori, con un investimento complessivo da 27 milioni di euro e una base d’asta superiore ai 16,5 milioni. Attesa l’aggiudicazione e l’avvio dei lavori. A rendere possibile il raddoppio del museo è anche l’intervento della Fondazione Bulgari, che ha annunciato una donazione di 900 mila euro, in occasione dell’inaugurazione del nuovo flagship in via Montenapoleone. Il sindaco Sala ha definito il museo “una straordinaria iniziativa” e ha auspicato l’apertura entro il primo semestre del 2027.
# Il nuovo Museo del Novecento: raddoppiato e più accessibile
Credits professionarchitetto - Altre sale raddoppio Museo del Novecento
Credits professione architetto - Nuove sale Arengario
Il progetto globale prevede anche la riqualificazione dell’Arengario gemello con oltre 1.000 mq di nuove sale espositive, una sala panoramica di 321 mq, un’area sperimentale e un collegamento visivo con la celebre “Struttura al Neon” di Lucio Fontana. Al piano terra troveranno spazio anche una caffetteria, un bookshop e un auditorium da 120 posti, con sedute retrattili e uno spazio flessibile aperto alla città.
L’obiettivo è quello di doppiare le dimensioni del museo, attualmente ospitato solo nell’Arengario sud, e rafforzarne il ruolo nel panorama culturale internazionale. Il percorso espositivo coprirà tutto il XX secolo, arricchito anche dalla Collezione Antognini–Pasquinelli, stimata 15 milioni di euro.
Il cuore simbolico del progetto è la passerella sospesa pensata per unire i due Arengari, trasformandoli in un unico organismo museale. Ideata dallo studio Calzoni Architetti, sarà posizionata a 19,65 metri di altezza, in linea con il terzo livello degli edifici esistenti. Sarà lunga 18 metri, poggerà sul tetto dell’edificio più basso e si distinguerà per la leggerezza strutturale e l’assenza di impatto visivo sulla Torre Martini, preservando la vista dall’Ottagono della Galleria.
La passerella sarà completamente reversibile, sostenuta da una trave reticolare fissata alle colonne laterali. Il lato rivolto verso Piazza Duomo sarà vetrato, trasparente e luminoso, mentre la parte inferiore sarà una superficie convessa a specchio, capace di riflettere i movimenti della piazza sottostante: un effetto scenografico pensato per diventare un’attrazione architettonica e artistica.
# Un’architettura “in between” tra spazio e arte
calzoniarchitetti.it – Sala museo
Intervistata da Il Giorno, l’architetto Sonia Calzoni ha raccontato come la passerella sia nata anche grazie alla spinta della Soprintendenza. «È stata messa a punto su richiesta dell’attuale sovrintendente Emanuela Carpani, seguendo le indicazioni della precedente, Antonella Ranaldi. Ha la forma di un prisma, sarà vetrata nella parte alta, specchiante nella parte bassa, riscaldata d’inverno e refrigerata d’estate».
L’idea è che non sia solo un collegamento architettonico, ma un nuovo spazio museale “in between”, in cui prevedere esposizioni artistiche temporanee o pannelli informativi legati alla collezione. Un luogo di passaggio che diventa contenuto.
# In attesa dell’ultimo via libera
Per dare l’ok definitivo, la Soprintendenza ha richiesto la realizzazione di un modello in scala reale della passerella, almeno una campata, per valutarne i materiali e le finiture. Solo dopo questa verifica potrà arrivare l’autorizzazione finale, senza la quale il progetto non potrà essere completato nella sua parte più spettacolare.
Da quartiere popolare a una delle zone più gettonate della città. Quartiere eterogeneo, amato dagli street artist, ricco di cultura e pieno di iniziative, si può ribattezzare anche come il distretto dell’antiquariato di Milano. Sì, perché nel giro di poche centinaia di metri, qui si trovano ben 5 negozi di antiquariato e modernariato.
Il «distretto dell’antiquariato» di Milano
# Da Flea Market Milan: la rivendita di oggetti preloved
Credits: @lecinqsept.vintage Flea Market Milan
In via Stazio 18 c’è il negozio di Giulia, ragazza appassionata di oggettistica che negli anni ha comprato sempre più oggetti ai mercatini e che ha trasformato una passione in un lavoro. Visto che lo spazio in casa stava diminuendo, proprio a causa di questi suoi acquisiti compulsivi (come racconta lei stessa sul proprio sito internet), Giulia ha deciso di aprire un negozio dove poter rivendere oggetti preloved (termine carino per dire usati, letteralmente oggetti “già amati”) e vintage. Il negozio di chiama Flea Market Milan e qui si possono trovare principalmente soprammobili, set di tazze, piatti e bicchieri, ma anche vasi, libri e addirittura una collezione di riviste di Vanity Fair.
# Premoli Lorandi Antichità: quadri e poster, tazze e bicchieri
Sempre nella stessa via e allo stesso numero civico del Flea Market Milan si trova il negozio di Fede Lorandi, antiquaria e personal interior fitter da più di 40 anni. Aperto tutti i giorni, eccetto la domenica e il lunedì, il negozio di antiquariato Premoli Lorandi Antichità è il secondo negozio di oggettistica vintage del quartiere di Nolo. Da martedì a giovedì gli orari sono dalle 15 alle 19:30, mentre il venerdì e il sabato rimane aperto la mattina, dalle 10 alle 13. Qui si trovano principalmente oggetti d’arte, hanno la meglio quadri e poster, ma non manca altra oggettistica come vasi e set di tazze e bicchieri.
# Crazy Art Milano: antiquariato e follie a noleggio e in vendita
Credits: @crazyartmilano Crazy Art Milano
Passiamo ora in via Merano e caso vuole che il numero civico sia lo stesso degli altri due negozietti di antiquariato di via Stazio. Siamo infatti in via Merano 18 e qui si trovano Crazy Art Milano e Magazzino 76. Il primo si descrive come 700 mq di antiquariato e follie a noleggio e in vendita, aperto dal lunedì al sabato dalle 10:15 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 19. Crazy Art Milano è a gestione familiare, sono infatti Rossella e Giancarlo Ramponi ad aver aperto il negozio nel 1972 e oggi è gestito dalla donna insieme alle due figlie. Qui si possono trovare oggetti di antiquariato, modernariato, collezionismo e curiosità, oggetti e arredi d’epoca e vintage.
# Magazzino 76: spazio espositivo di antichità in continua evoluzione
Credits: @magazzino76 Magazzino 76
Modernariato, antiquariato e design sono anche le parole d’ordine di Magazzino 76, specializzato anch’esso nella vendita e noleggio di oggetti antichi, ma anche nel restauro di essi. Il negozio è aperto dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13:30 e dalle 15 alle 19:30. Piuttosto che negozio, sarebbe meglio definire Magazzino76 uno spazio espositivo in continua evoluzione, dove si possono trovare arredi antichi e non, di design italiano e internazionale oppure pezzi unici da collezione. Oltre poi al negozio, Magazzino 76, o meglio il suo laboratorio di falegnameria e restauro Spaziostudio78, rimette a nuovo, mantenendo l’autenticità, tutto ciò che gli si porta.
# Carrozzeria 900: il mix tra carrozzeria e laboratorio artistico
Credits: @carrozzeria900 Carrozzeria 900
E siamo arrivati all’ultimo. Dopo l’avviamento in via Padova, da due anni si è trasferita in Via Teodosio 64. Si tratta di Carrozzeria 900, aperta dal lunedì a venerdì dalle 10 alle 18.30 (con pausa pranzo) e sabato dalle 11 alle 19. Carrozzeria 900 nasce nel 2011, dal bisogno del suo proprietario di avere uno spazio fisico dove poter coltivare la sua passione per l’antiquariato. Il nuovo spazio è pratico e funzionale, un mix tra una carrozzeria e un laboratorio artistico. Qui si possono trovare oggetti di antiquariato e modernariato di ogni tipo, ma anche pezzi unici di design.
“Per capire Milano bisogna tuffarvisi dentro. Tuffarvisi, non guardarla come un’opera d’arte”. Così ha detto Guido Piovene, invitando tutti a immergersi nella bellezza del capoluogo lombardo, che nei secoli ha stregato i più grandi artisti, filosofi e viaggiatori da tutto il mondo. E tornerà presto a farlo attraverso le sue 7 meraviglie, uniche, magiche e irripetibili.
Le 7+1 meraviglie che rendono Milano unica al mondo
La cattedrale gotica più spettacolare del mondo, monumentale nella sua immensa bellezza. Sembra una favola, al punto tale che il Maestro della fiaba Hans Christian Andersen ne ha parlato così: “Ovunque guardassi, da ogni angolo, accanto ad ogni guglia di cui l’edificio è disseminato, apparivano figure marmoree… Il meraviglioso mondo mistico qui si manifestava! Sì, questa è una chiesa di Dio!”. E Stendhal, famoso per la sindrome che fa svenire chi resta travolto dalla bellezza dell’arte: “Questa chiesa, rischiarata da una bella luna, offre uno spettacolo di bellezza straordinaria ed unica al mondo. L’architettura non mi ha mai offerto simili sensazioni”.
Da Bunuel nel suo film “Viridiana” a un episodio dei Simpson del 2005, da PeterGreenaway che ha firmato una performance live nel 2008, a Dario Fo che gli ha dedicato uno spettacolo, questo affrescodi Leonardo da Vinci è una delle opere d’arte più citate e imitate al mondo. Strepitoso per il dinamismo dei suoi personaggi e suggestivo per i misteri che ci sono nascosti, è al centro di un thriller di Dan Brown e ha perfino suggerito al musicologo Pala la ricerca di una partitura nascosta al suo interno, di cui ha scritto nel libro “La musica celata”. E come dimenticare poi gli altri omaggi cinematografici? Pier Paolo Pasolini in Mamma Roma del 1962, Robert Altman in M.A.S.H. del 1970, Norman Jewison in Jesus Christ Superstar del 1973, e Ciprì e Maresco in Totò che visse due volte del 1998 solo per citare i più famosi.
A quando il prossimo?
“È perenne ragione di compiacimento pei milanesi non solo pei tesori d’arte che racchiude, ma per gli esempi di disinteresse e d’intelligente attività cha alla storia della sua formazione son legati: il suo nome suona oggi quale uno dei maggiori santuari dell’arte nel mondo”. Così si esprime il più grande storico dell’arte dell’Ottocento, Francesco Malaguzzi Valeri, su uno fra i pochi musei italiani a ospitare grandi capolavori di diverse scuole.
Fu Napoleone a volere Brera come luogo rappresentativo di tutta l’arte italiana di ogni epoca e di ogni regione, accogliendo opere prelevate da chiese e conventi nell’ottica illuministica e “rivoluzionaria”, condivisa con il Louvre di Parigi, di mettere a disposizione del pubblico quadri fino allora difficilmente accessibili.
La magia del “non finito” che lascia all’immaginazione di vedere oltre, di sentire la vibrazione piena dell’anima che si identifica nell’immagine che lotta con la materia per definirsi. “Dobbiamo chiedere a Michelangelo di coinvolgerci nel movimento inarrestabile del corpo del Cristo morto dentro il corpo della Madre, così come egli li ha genialmente fusi nel sublime non finito della Pietà Rondanini” afferma il grande teologo Luigi Serenthà, stregato dalla bellezza del capolavoro acquistato dal Comune di Milano dopo la seconda guerra mondiale. L’allora sindaco Antonio Greppi ha creduto moltissimo nella potenza dell’arte per rendere Milano attrattiva nel mondo e ha fortemente voluto quest’opera di Michelangelo come simbolo delle collezioni pubbliche del rinnovato Castello Sforzesco, oggi uno dei luoghi imperdibili del turismo a Milano.
“Quindi lascia perdere i salotti coi talenti e le baldracche, vieni all’ombra dei cipressi dona amore, al pomeriggio a chi sospende la sua vita tra le urne amiche del monumentale, di realtà e d’irreale, vieni a fartene un’idea” cantano i Baustelle nella loro canzone “Monumentale”. La realizzazione del Cimitero più famoso di Milano iniziò nel 1866 per opera dell’architetto Carlo Maciachini.Oltre al sepolcro di Alessandro Manzoni e al monumento dedicato a Giuseppe Verdi, nel celebre Famedio si trovano lapidi che commemorano Arrigo Boito, Giuseppe Mazzini, Ugo Foscolo, Carlo Cattaneo, Francesco Hayez, Salvatore Quasimodo, fino a Dario Fo e Franca Rame.
La passeggiata dell’amore, fra vicoli stretti, case colorate, ponticelli e romanticismo. La loro riapertura è il sogno della Milano città d’acqua, fatto di miraggi e di progetti più concreti. “Ancora, e da anni, cara, ci ferma il mutarsi degli alberi stretti dentro la cerchia dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno e sempre quel sole che se ne va con il filo del suo raggio affettuoso” scrive Salvatore Quasimodo nella sua poesia “Quasi un madrigale”. E conclude: “Qui sull’argine del canale, i piedi in altalena, come di fanciulli, guardiamo l’acqua, i primi rami dentro il suo colore verde che s’oscura. E l’uomo che in silenzio s’avvicina non nasconde un coltello fra le mani, ma un fiore di geranio”.
“Il Teatro alla Scala è il salotto della città…. ‘ci vedremo alla Scala’ si dicono l’un l’altro per ogni sorta di affari…” scriveva Stendhal nel 1817, ammirato dalla sontuosa bellezza dei palchetti, del foyer, delle colonne neoclassiche dell’androne d’ingresso dell’opera architettonica del Piermarini, ultimata nel 1778 e da alloraTempiodella Lirica nel mondo. Qui hanno debuttato alcune delle opere più importanti della storia del melodramma, qui si sono uditi gli acuti più strepitosi di Maria Callas e Luciano Pavarotti, qui Arturo Toscanini ha diretto il concerto memorabile del 26 aprile 1946 con cui Milano ha salutato la rinascita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, che avevano distrutto in gran parte anche il teatro, ricostruito a tempo di record per celebrare la cultura come anima pulsante di Milano.
#7+1 Sant’Ambrogio
Basilica di Sant’Ambrogio, 379 – 1099
Vescovo di Milano in Italia e mentore di S. Agostino, Dottore della Chiesa e vescovo di Ippona, Ambrogio è il santo Patrono di Milano, vissuto tra il 340 e il 397, e il suo nome significa “immortale”, il migliore augurio possibile per la città. Ha perfino composto canzoni e le ha insegnate alla gente, che le cantavano insieme con lui.
La chiesa che porta il suo nome è stata voluta da lui e costruita mentre ancora era.
Uno degli edifici più antichi e affascinanti di Milano, in cui si vede la stratificazione degli stili, dal paleocristiano fino al neoclassico. La sua fama internazionale viene dal fatto che qui è ambientato il primo atto de I Lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi, andata in scena al Teatro alla Scala l’11 febbraio 1843 e poi in tutto il mondo. Infatti, nel 1929, la basilica fu fonte di ispirazione per la costruzione della Royce Hall dell’Università della California di Los Angeles, la cui facciata richiama quella della basilica di Sant’Ambrogio.
La moneta nasce per agevolare la produzione di beni e servizi, rendendo più agevole il loro commercio. Attraverso una produzione maggiore e migliore di beni e servizi si creava ricchezza che rifletteva l’aumento di benessere delle persone perché nata dal soddisfacimento di loro bisogni. Questa era la funzione primaria della moneta: generare valore. Per sé e per gli altri. Una funzione che nell’economia contemporanea è stata clamorosamente eclissata. Serve pertanto una nuova moneta che riscopra la sua funzione originaria adattandola alle esigenze del mondo contemporaneo. Ma come dovrà essere? Tutto l’opposto delle criptovalute…
Forse la cosa più bella che a Milano rispetto alle altre metropoli al mondo: la posizione. Alpi, laghi e soprattutto spiagge: tutto raggiungibili con un’andata e ritorno in giornata. Con l’arrivo finalmente del bel tempo, si punta verso Sud. E non solo. Vediamo le più belle spiagge da raggiungere entro un massimo di un paio d’ore di auto. Foto cover: @lorsoincucina IG
Le più belle spiagge facilmente raggiungibili da Milano
#1 Idroscalo
surf all’idroscalo
Partiamo con quella più vicina, anche se forse la meno suggestiva. La spiaggia dell’Idroscalo. Nato nel 1926 per far atterrare gli idrovolanti, negli anni sessanta si è trasformato nella stazione balneare di Milano. Oggi si estende su 1,6 chilometri quadrati ed è sede di eventi e manifestazioni sportive. Si possono praticare 22 discipline, tra cui rugby, vela, canoa, pallamano e perfino surf. E’ balneabile solo nelle due piccole isolette, microaree di venti metri quadrati sul lato est con wakeboard, verso l’aeroporto. A 10 chilometri dal centro, raggiungibile dal centro in meno di mezzora di auto (in caso di traffico).
Per i milanesi spiaggia non significa solo mare. L’Adda è uno dei due grandi fiumi che costeggiano Milano. A 41 chilometri (46 minuti in auto), si trova Medolago sull’Adda: tra le 10 spiagge di Lombardia più amate dagli utenti di Tripadvisor.
Per gli indomiti della tintarella integrale, invece, la meta di riferimento è Cornate d’Adda. Area boschiva ben fronzuta e coperta da occhi indiscreti, per anni è stato il lido preferito da nudisti e naturisti.
E’ il lago più vicino a Milano, ma molto sottovalutato. A 45 chilometri (49 minuti di auto). Si tratta del lago di Pusiano, dove si trova la piccola e incantevole Isola dei Cipressi, di proprietà privata.
#4 Spiagge sul Ticino (Melissa e Ponte di Vigevano)
Melissa Beach
Appena 58 chilometri (50′): in località Golasecca (Sesto Calende) c’è Melissa Beach, oasi di pace e di divertimento. Struttura attrezzata con bar, spiaggia ad ingresso libero con campo da beach volley. In alternativa, c’è anche il ponte di Vigevano, storica spiaggia sul fiume.
Quello del Ticino è il più grande parco fluviale d’Europa, già inserito nella lista del Patrimonio dell’Unesco.
#5 Castelletto Ticino e le spiagge del Lago Maggiore
castelleto ticino (cigognola)
Per la prima volta si supera l’ora. A 60Km (1h 2′) sulla sponda piemontese del lago Maggiore c’è la Cicognola a Castelletto Ticino. Altre belle spiagge sul lago sono: Dormelletto, il lido di Cannobio e quello di Arona, sul lato piemontese. Sul lato lombardo ci sono Angera, Ispra, Ceresolo, Germignaga e Laveno.
#6 Iseo (BG)
iseo (spiaggetta)
A 87Km (1h 16′) si trova Iseo sull’omonimo lago reso celebre nel mondo dall‘installazione galleggiante di Christo. Tra le spiagge la spiaggetta in erba di Iseo oppure la spiaggia detta Thaiti a Marone.
#7 Dervio
dervio (spiaggia bianca di onno)
83 chilometri (1h 12′ in auto). Sulla sponda orientale del lago di Como dove si fa anche Kite surf. Sul lago di Como ci sono anche altre spiagge, più vicine a Milano, tra cui Bellagio, il lido di Menaggio, Argegno.
#8 Orta San Giulio (NO)
Orta (Lido di Gozzano)
85 chilometri (1h 11′ in auto). Una delle spiagge dell’incantevole lago d’Orta, il “lago dell’amore” del nord Italia.
#9 Colico (LC)
colico
A 89 km (1h 15′). Ultima spiaggia del lago di Como. Colico, punto di incontro di tre province, è adagiata ai piedi del Legnone, sull’estremità più settentrionale del lago, immersa nel verde, circondata da montagne. Si possono praticare diverse attività, dal wind surf, al kit surfing, al trekking.
A 119Km (1h 31′) il comune più popoloso del lago di Garda. Le spiagge principali sono quattro, tutte sassose: la spiaggia del Desenzanino, la spiaggia Feltrinelli, la Spiaggia d’Oro e la spiaggia di Rivoltella.
#11 Gardone Riviera (Salò – BS)
gardone riviera
A 130 chilometri (1h 50′) si trova una delle principali località turistiche del lago di Garda, caratterizzata dalla sua tipicità “mitteleuropea”. Famoso nel territorio il Vittoriale degli Italiani, dimora di Gabriele D’Annunzio visitata da circa 210.000 visitatori ogni anno.
La spiaggia di Gardone è anche stata la prima tra le spiagge della Lombardia ad avere ottenuto la “bandiera blu”. E’ capace di competere con le migliori spiagge d’Italia. Le altre due spiagge con la Bandiera Blu in Lombardia sono anch’esse sul Garda: Sirmionee Toscolano Maderno.
Indicatissimo per chi non ama la folla. Con i suoi ciottolini bianchi e le numerose discese al fiume, offre un ambiente sufficientemente ampio (ben 50 km). Il non plus ultra del Trebbia è rappresentato da Brugnello, minuscolo borgo del VI secolo distante 110 Km da Milano. Siamo in provincia di Piacenza e qui i residenti sono appena 11. Altra possibilità è la spiaggia di San Salvatore sul Trebbia a 125 chilometri (1h 45′).
#13 Varazze- Riviera di Ponente (SV)
varazze
Entro le due ore da Milano si arriva anche al mare. A 162 chilometri (1h 51′ in auto) sulla riviera di Ponente, salvo traffico. Per chi vuole fare qualche chilometro in più meritano Laigueglia e Varigotti.
#14 Recco- Riviera di Levante (GE)
recco
Per arrivare sulla riviera di Levante ci vuole qualche minuto in più, ma se si è fortunati si riesce ad arrivare entro le due ore sulla spiaggia sassosa di Recco (165 chilometri). Tra i benefits l’ineguagliabile focaccia al formaggio. Per chi vuole sforare le due ore in ci sono, nell’ordine, Camogli, Santa Margherita (Paraggi), Cavi di Lavagna (più comoda per i parcheggi) e Sestri Levante (Baia del Silenzio).
Mappa Odissea Quotidiana - Tracciato D in valutzione a Roma
Il tracciato in valutazione per la quarta metropolitana della Capitale è più lungo e conta un numero maggiore di fermate rispetto all’ipotesi immaginata ormai 20 anni fa. La soluzione non trova del tutto d’accordo Odissea Quotidiana, blog romano specializzato in trasporto pubblico, che propone un’idea alternativa. Vediamo le modifiche suggerite:
Nelle principali città del mondo le stazioni della metropolitana non sono solo luoghi di transito: sono un’attrazione e un biglietto da visita della città per i turisti. Per questo sono diventati spazi di cultura e design.Non serve andare all’estero, a Stoccolma, Londra o Parigi, anche dalle nostre parti ci sono esempi vincenti: Napoli, le nuove stazioni di Roma, perfino Catania, hanno fermate che sono vere e proprie gallerie d’arte, offrendo un’esperienza unica ai passeggeri.Milano resta invece imprigionata in un freddo anonimato: potrebbe invece trarre ispirazione per valorizzare le sue infrastrutture urbane?
Stazioni metro: perché non farci ispirare da Catania? (Foto)
# La metropolitana diventa galleria d’arte
Stazioni Catania
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Credits: wikwand.com
Credits: wikwand.com
Marcello Strati FB - Stazione Fontana
Marcello Strati FB - Opere d'arte stazione Fontana
Marcello Strati FB - Stazione Giovanni XXIII
Anche a Catania, la metropolitana non è solo un mezzo di trasporto, ma anche un luogo di cultura.La stazione Fontana, ad esempio, ospita la “Galleria Fontana”, dove i passeggeri possono ammirare opere provenienti dal Museo Civico Castello Ursino, trasformando l’attesa in un’esperienza artistica.Anche la stazione Stesicoro partecipa al “Museo Diffuso della Città di Catania”, con rappresentazioni dell’Anfiteatro romano che decorano le pareti.
# Monte Po: un’architettura moderna e funzionale con pareti decorati con pannelli artistici
Marcello Strati FB - Stazione Monte Po
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Marcello Strati FB - Stazione Monte Po
Marcello Strati FB - Interno stazione Monte Po
La stazione Monte Po, inaugurata nel luglio 2024, rappresenta un esempio di architettura moderna e funzionale.Situata all’estremo ovest di Catania, si sviluppa su tre piani interrati con una superficie complessiva di circa 5.000 mq.La struttura è caratterizzata da pilastri obliqui in acciaio e ampie superfici vetrate che permettono l’ingresso della luce naturale, creando un ambiente luminoso e accogliente.Le pareti delle banchine sono decorate con pannelli artistici che celebrano l’identità storica e culturale del quartiere, trasformando la stazione in uno spazio che racconta il territorio.
# I treni firmata Pininfarina
ansfisa.gov.it – Nuovi treni metro Catania
E non è solo questione di stazioni.Anche i treni della metropolitana spiccano per il loro I nuovi convogli della serie CT0, progettati da Pininfarina e costruiti da Titagarh Firema, sono entrati in servizio nel 2022 con un design che unisce funzionalità ed estetica.Ogni treno è dedicato a una figura femminile significativa per la città: da Agatha, omaggio alla santa patrona, a Barbara, protettrice dei minatori.La livrea si caratterizza per una fascia antracite corre lungo i finestrini, mentre le testate, slanciate e aerodinamiche, ospitano luci a LED che cambiano colore in base al senso di marcia,. Gli interni combinano razionalità e cura estetica: sedute ergonomiche, spazi per bici e disabili, illuminazione soffusa.
La Linea M4 di Milano è un gioiello di ingegneria: treni automatici, gestione centralizzata, sistemi di sicurezza all’avanguardia. L’estetica però è minimalista, quasi asettica, che lascia poco spazio alla narrazione visiva. Le stazioni, per quanto funzionali, risultano anonime, prive di quel tocco distintivo che ci si aspetterebbe da una capitale internazionale del design. La stazione Dateo, la più profonda della rete, ne è l’esempio emblematico, con i suoi ampi spazi grigi che potrebbero essere decorati con opere d’arte. Proprio in questa direzione nel 2020 Metro4 Spa ha lanciato il bando di Arte4: per portare creatività all’interno delle fermate della nuova linea.
Al momento però l’unica stazione oggetto di interventi è stata Tricolore, che ospita un’installazione dell’artista Filippo Martinez: un vagone illustrato i cui oblò raccontano episodi simbolici della storia milanese e italiana, dalla nascita del Tricolore all’Expo 2015.
28 maggio. L’anniversario di una pagina scandalosa per gli appassionati della lirica: la Scala osò fischiare Maria Callas.
Era il 1955, esattamente 70 anni fa. La divina era diretta dal grande Luchino Visconti. Callas + Visconti = … fischi! Ma come, i due mostri sacri del teatro ricevono la disapprovazione dei loggionisti? Tutto questo accadde perché in una scena della Traviata, Maria Callas lanciava via le scarpe. Un gesto osceno per il palato fine degli spettatori di quei tempi. «La Callas l’è diventà el circo Togni!» fu uno dei commenti più raffinati. Questo fatto fa pensare quanto il mondo sia cambiato in questi settant’anni fa.