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Le 10 ragioni per cui i milanesi potrebbero andare a vivere… a Napoli!

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Ph. @caterina.aprile IG

Sondaggio: una ragione per cui ti trasferiresti a Napoli? Così hanno risposto i milanesi: queste le 10 motivazioni più convincenti. E quelle più birichine.

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Le 10 ragioni per cui i milanesi potrebbero andare a vivere… a Napoli!

#1 Perchè è una città meravigliosa

Credits: napolidavivere.it

«Perché è una città meravigliosa. Una delle più belle che abbia mai visitato. Certo viverci ogni giorno è cosa diversa» (Alessandro G.)

#2 Perché c’è il mare

Credit: @flying_fox_94

«Perché c’è il mare. La gita fuori porta sarebbe sulla costiera amalfitana oppure, senza prendere l’auto, a Capri, in meno di un’ora» (Silvia M.)

«Per il suo fantastico lungomare» (Roberto I.)

#3 Perché travolge di emozioni

Credits: IG @quasisemprescalza

«Per periodi alterni mi piacerebbe viverci, sono nata a Milano e amo la mia città, ma Napoli ha un fascino tutto suo, mi travolge ogni volta che ci vado. Ha un grande fermento culturale» (Mariangela S.)

#4 Per i dintorni straordinari

scrivi_folegani IG – Costiera Amalfitana

«Tolta la città, restano le isole (Capri, Ischia Procida Megaride, Nisida, Gaiola), vulcani (Vesuvio e Campi Flegrei), colline (Capodimonte col famoso bosco, Posillipo, Vomero), montagna (monte Somma), grotte (3 percorsi indipendenti e grandissimi di Napoli sotterranea), mare/golfo ed il panorama più bello del mondo, la bellissima Penisola Sorrentina e, vicinissima, l’esclusiva Costiera Amalfitana (che però è già provincia di Salerno)» (Blaze T.)

#5 Per il calore umano

«Perchè è bellissima e ricca di calore umano» (Rita C.)

«Le persone sono meravigliose, ospitali, sorridenti, stile di vita più calmo di Milano… e hanno il mare!» (Manuela R.)

#6 Per il cibo

Credit: @yuchara_6i4

«I pasticcini di scaturchio e il caffé ‘a nocciola» (Chiara A.)

«La pizza» (vari)

«Le sfogliatelle» (Lorena S.)

«Pasta, patate e provola» (Simone T.)

#7 Per il sole

Credits: napolidavivere.it
NH Napoli

«Vivo e sono residente a Milano da anni, e la adoro, ma posso fortunatamente muovermi come voglio. Milano perlopiù ottobre-aprile e Napoli con il suo golfo maggio-settembre praticamente tutti i weekend. Questa è vita» (Gianluigi S. C.)

#8 Per la forte identità e per l’inclusività

fast food milano

«Napoli è meravigliosa perché ha una propria identità! È talmente inclusiva e accogliente che chiunque ne rimane affascinato! Un esempio? Qualsiasi persona di cultura diversa, quando va a vivere a Napoli la prima cosa che fa parla napoletano. L’identità è il senso di appartenenza è talmente forte che chiunque ne rimane affascinato. A Napoli se sei ricco povero non frega a nessuno! È un popolo abituati a vivere e socializzare indipendentemente dal tuo status sociale. Con questo però vivo a Milano e anche qui come in tutte le città d’italiana c’è la bella d la brutta gente. Basta solo volerla vedere» (Mia G.)

«I napoletani, forse unica città al mondo, possono cantare con ben due lingue madri» (Sebastiano S.)

#9 Per il basso costo della vita

Napoli. Ph. Orna Wachman – pixabay

«Se guardo i prezzi degli affitti mi viene subito voglia di trasferirmi» (Davide T.)

#10 Per l’umorismo e la spensieratezza dei napoletani

Alessandro Siani e Bisio

«Napoli è la città più felice d’Italia, con la più bassa percentuale di patologie per depressione o di suicidi» (Domenico S.)

«Basta pensare a Napoli e ti scappa un sorriso. Scusa se è poco» (Francesco M.)

«La gioia di vivere dei suoi abitanti» (Antonio D.)

# Le risposte più birichine…

Ph. @caterina.aprile IG

«Per andare in moto senza casco» (Alessandro L.)

«Perché non ho Rolex» (Alessandro B.)

«Per smettere di lavorare» (Fabio B.)

«Festeggiare lo scudetto per due anni di fila» (Gabriele C.)

«Solo se costretto a subire il 41bis» (Flavio V.)

«Per abbandonare Milano, ovviamente» (Luigi D.)

Continua la lettura con: Lo studente giapponese che ripulisce le strade di Napoli

FABIO MARCOMIN

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Il «Titanic delle montagne»: doveva essere la stazione più bella d’Europa, rinasce come hotel di lusso

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Credits: turismodearagon.com Canfranc

Testimone di un pezzo di storia da non dimenticare, ma neanche da replicare. Oggetto di leggende di ogni genere, in Europa c’è una stazione che voleva essere la più bella di tutte, e che oggi è diventata uno degli hotel più lussuosi in cui soggiornare. Scopriamo come è fatto e la data di inaugurazione.

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Il «Titanic delle montagne»: doveva essere la stazione più bella d’Europa, rinasce come hotel di lusso

# Canfranc, “il Titanic delle montagne”

Credits exornali IG – Canfranc Station

Stiamo parlando della stazione di Canfranc, nel comune Huesca in Aragona. A circa 1000 metri sopra il livello del mare, la ferrovia è conosciuta come il “Titanic delle montagne” o il mausoleo dei Pirenei. La stazione, abbandonata ormai da poco più di cinquant’anni, è stata testimone di alcuni episodi della Seconda Guerra Mondiale. Episodi certamente esagerati da dicerie e leggende, ma che trovano un fondo di verità nelle fonti storiche.

# Materiali per carri armati in cambio di oro dei nazisti

Credits: pinterest.com
Canfranc

Canfranc è stata infatti usata dal regime franchista come luogo di scambio di tungsteno, materiale necessario per la costruzione di carri armati, con oro nazista. Ma non solo, si dice che fu via di fuga per gli ebrei durante le persecuzioni francesi a Vichy. Storia non accertata, ma sembrerebbe che comunque alcuni ebrei la usarono come passaggio per scappare. Una stazione quindi ricca di storia, ma una storia che non è bastata a valorizzarla e rendere la stazione abbastanza importante da non essere abbandonata. Luogo ora anche in parte turistico per la sua archeologia industriale, nel 2023 si è trasformato in un hotel di lusso.

# La Grande Cattedrale ferroviaria

Credits barcelo – Hall hotel

El Canfranc fu costruita per eguagliare le grandi cattedrali ferroviarie europee. Ideata già nel 1853, fu inaugurata nel 1928 e abbandonata poco più di 50 anni dopo. Doveva diventare una delle stazioni più belle d’Europa, non c’è riuscita, ma forse ci riuscirà ora, anche se in altra veste. Dichiarata Bene di Interesse Culturale nel 2002, a sua volta parte del Patrimonio Storico Culturale Ferroviario, grazie a un investimento di 27 milioni di euro, di cui 12 finanziati dallo stato, la stazione è stata trasformata in un albergo lussuoso dal Barceló Hotel Group.

# Rinato come hotel di lusso: 104 camere, un ristorante in vagoni storici e una SPA

Credits barcelo – Esterno hotel

Canfranc Estación, a Royal Hideaway, Hotel 5 stelle ha inaugurato il 24 gennaio 2023 mantenendo pressoché invariata la facciata della stazione con le sue 365 finestre e la banchina lunga 200 metri. Le 104 camere sono state invece progettate con spazi caldi ed eleganti che si fondono con sottili elementi art déco per creare ambienti contemporanei e nostalgici, materiali nobili come legno e ottone, tessuti pregiati come il velluto e una gamma di colori ispirata gli anni ’20. L’integrazione della cultura popolare aragonese si ritrova in alcuni elementi tessili e con cromie ispirate ai ricchi e variegati costumi regionali della zona. Il prezzo delle camere varia tra i 250 e i 300 euro a notte.

Credits barcelo – Ristorante Hotel in vagone ferroviario

L’ex sala prenotazioni è diventata la reception e due vagoni ferroviari storici fungeranno da ristorante. All’interno è presente anche una SPA, un centro congressi da 200 posti, un museo ferroviario, negozi e un rifugio per i pellegrini impegnati nel cammino di Santiago de Compostela.

# Il prossimo obiettivo: riattivare il tunnel con la Francia

Credits sergi.tarres IG – Canfranc-Estación

Ma come riporta tag43.it il progetto per la riqualificazione di Canfranc non termina qui. La regione vuole provare a riaprire lo scambio con la Francia che aveva reso, ai tempi, la stazione tanto importante. Davanti al nuovo hotel è stata infatti realizzata una nuova stazione che, per ora, è il capolinea della tratta per Saragozza, ma che spera di riaprire il collegamento internazionale. L’idea è quella di riattivare il tunnel del Somport così da collegare Saragozza a Canfranc a Pau, Francia.

 

Continua la lettura con: Tra le più belle d’Europa c’è anche una STAZIONE ITALIANA. Ma non è quella che pensate

FABIO MARCOMIN

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La prima piscina pubblica a Milano

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Nata prima delle 5 giornate, d’inverno diventava una pista di pattinaggio. Questa la sua storia in una Milano di altri tempi. 

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La prima piscina pubblica a Milano

# La prima piscina pubblica milanese: aperta nel 1842

Veduta del Bagno Diana

In Piazza Oberdan si trova l’Albergo Diurno Venezia, conservato dal FAI e periodicamente aperto per visite guidate. Vi si accede attraverso l’entrata della metropolitana da cui si accede a un gioiello dell’art déco.

In questo luogo un tempo i milanesi e i turisti potevano andare alle terme, passare dal barbiere o fermarsi per una manicure.
Forse non tutti sanno che a pochi passi c’erano anche i Bagni di Diana, dove fino a poco tempo fa si trovava l’Hotel Diana: erano la prima piscina pubblica milanese, inaugurata nel 1842 e aperta al pubblico fino al 1908. Era lunga 100 metri e profonda 3, con intorno un parco che creava un’autentica oasi.

# Le donne potevano accedere solo la mattina

I Bagni inizialmente erano accessibili esclusivamente agli uomini, ma dal 1886 si aprì l’ingresso anche alle donne, però solo al mattino per evitare atti inopportuni.

Lo stabilimento fu la prima scuola di nuoto regolarmente aperta a Milano e resistette alle vaste trasformazioni urbane che interessarono la zona nel corso dell’Ottocento. Venne infine demolito per far posto al Kursaal Diana, elegante impianto di lusso realizzato nel 1908.

Durante l’inverno la vasca era utilizzata per il pattinaggio su ghiaccio. La piscina era alimentata dall’acqua della Gerenzana, roggia privata che proviene dalla Martesana. 

# “Bollicine di liquido untuoso”

Nel periodo successivo alle Cinque Giornate di Milano, il Bagno di Diana, insieme al poco distante Lazzaretto, erano gli unici luoghi dove fosse permesso il tiro al bersaglio.

Il Bagno di Diana fu filmato nel 1896 da Giuseppe Filippi per conto dei fratelli Lumiere in uno dei primi filmati della storia.  

Nel 1900 la piscina ospitò il primo Campionato italiano di tuffi.

“Quando vi andiamo coll’illusione di rinfrescarci, ci vediamo come circondati dagli occhi del grassume dimenticato dai nuotatori che ci hanno preceduti. Ci pare di essere in un’acqua morta, in un’acqua carica, in un’acqua plumbea, in un’acqua che ci dà, fendendola, le bollicine del liquido untuoso“: così descriveva l’acqua della piscina nel 1898 lo scrittore verista Paolo Valera in Milano sconosciuta e Milano moderna.

Continua la lettura con: Chiude il Diana, simbolo di una stagione gloriosa

MILANO CITTA’ STATO

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Milano è città Unesco per la Letteratura: le tre motivazioni principali

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Credits: illibraio.it Leggere un libro in metropolitana

Milano ha ottenuto numerosi riconoscimenti e attestati internazionali. Tra questi ce n’è anche uno che solo in pochi conoscono: quello di Città Creativa UNESCO per la Letteratura. 

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Milano è città Unesco per la Letteratura: le tre motivazioni principali

#1 Premiati il passato e il presente di Milano 

fondazionemondadori.it – Bookcity

Il riconoscimento UNESCO è stato la naturale conseguenza di una lunga e ricca tradizione letteraria che ha visto Milano protagonista nel corso dei secoli. La città ha dato i natali o ha ospitato alcuni dei più grandi nomi della letteratura italiana, da Alessandro Manzoni a Carlo Emilio Gadda, da Alda Merini a Dario Fo, solo per citarne alcuni.

Ma non è solo il passato a rendere Milano meritevole di questo titolo. La città continua a essere un centro nevralgico per l’editoria italiana, ospitando le sedi di numerose case editrici di rilievo nazionale e internazionale. Inoltre, Milano è sede di importanti eventi letterari, come il festival “BookCity”, che ogni anno attira migliaia di appassionati lettori e scrittori da tutto il mondo.

Il titolo di Città Creativa UNESCO non è solo un riconoscimento dei meriti passati, ma anche e soprattutto un impegno per il futuro. Milano si è impegnata a sviluppare e implementare una serie di iniziative volte a promuovere la letteratura e la lettura in tutte le sue forme.

Tra queste iniziative, spicca il progetto “Milano Città del Libro”, che mira a creare una rete di biblioteche, librerie, case editrici e altri attori del mondo del libro per favorire l’accesso alla lettura e promuovere l’alfabetizzazione. Il progetto include anche la creazione di nuovi spazi di lettura in città, come biblioteche all’aperto e “Little Free Libraries” sparse per i quartieri.

Un altro importante impegno è quello di sostenere e promuovere i giovani talenti letterari. Milano ha lanciato una serie di concorsi e borse di studio per scrittori emergenti, offrendo loro non solo supporto finanziario, ma anche opportunità di formazione e networking con professionisti del settore.

#2 Le biblioteche fiore all’occhiello

franco.brandazzi IG – Biblioteca Sormani

Le biblioteche di Milano giocano un ruolo fondamentale in questo nuovo capitolo della città come Città UNESCO della Letteratura. La Biblioteca Sormani, la più grande biblioteca pubblica di Milano, è al centro di numerose iniziative di promozione della lettura e della scrittura. Con il suo vasto patrimonio di oltre 600.000 volumi, la Sormani è un vero e proprio tesoro per gli amanti dei libri e un importante centro di ricerca per studiosi e accademici.

Ma non è solo la Sormani a fare la differenza. Milano vanta una rete di oltre 20 biblioteche rionali, che svolgono un ruolo cruciale nel portare la lettura in ogni angolo della città. Queste biblioteche non sono solo luoghi dove prendere in prestito libri, ma veri e propri centri culturali di quartiere, che ospitano eventi, workshop e gruppi di lettura.

Il Sistema Bibliotecario di Milano ha inoltre lanciato una serie di iniziative innovative per avvicinare i giovani alla lettura, come il progetto “Biblioteca Fuori di Sé”, che porta i libri in luoghi insoliti come parchi, piscine e mercati rionali. 

#3 Capitale dell’editoria

Credits: @alegaz Fondazione Feltrinelli

Il ruolo di Milano come capitale dell’editoria italiana è un altro fattore chiave che ha contribuito al riconoscimento UNESCO. La città ospita le sedi di alcune delle più importanti case editrici italiane, come Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli e molte altre. Questo concentrato di industria editoriale non solo produce una grande quantità di libri, ma attira anche talenti da tutto il paese e dall’estero, alimentando un vivace ecosistema letterario.

Inoltre, Milano è sede di numerose riviste letterarie e culturali di rilievo nazionale, che contribuiscono al dibattito culturale e alla scoperta di nuovi talenti. La presenza di questa robusta industria editoriale offre anche numerose opportunità di lavoro e formazione nel campo del libro, dalla scrittura all’editing, dal marketing alla distribuzione.

# Le nuove sfide verso il futuro

Credits: illibraio.it
Leggere un libro in metropolitana

Nonostante i numerosi successi e le iniziative in corso, Milano deve affrontare anche delle sfide nel suo ruolo di Città UNESCO della Letteratura. Una di queste è la necessità di rendere la letteratura e la lettura accessibili a tutti i cittadini, superando barriere sociali, economiche e culturali. La città sta lavorando per creare programmi di promozione della lettura nelle scuole e nei quartieri più svantaggiati, ma c’è ancora molto da fare.

Un’altra sfida è quella di mantenere vivo l’interesse per la letteratura in un’epoca dominata dai media digitali e dai social network. Milano sta cercando di affrontare questa sfida integrando le nuove tecnologie nelle sue iniziative letterarie, ad esempio attraverso l’uso di app per la lettura e la creazione di contenuti digitali legati alla letteratura.

Milano ha l’opportunità di diventare un modello globale di come una città possa promuovere la letteratura e la cultura del libro in tutte le sue forme. Attraverso la collaborazione tra istituzioni pubbliche, settore privato e società civile, Milano sta lavorando per creare un ecosistema in cui la letteratura possa fiorire e raggiungere tutti i cittadini. Il titolo UNESCO non è quindi un punto di arrivo, ma piuttosto l’inizio di un nuovo capitolo nella storia culturale di questa straordinaria città. Un capitolo che promette di essere ricco di parole, idee e storie che continueranno a ispirare e arricchire non solo Milano, ma il mondo intero.

Continua la lettura con: Il «Beauty Score» svela quali sono le città più belle del mondo: Milano nella top10!

MICHELE LAROTONDA

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La Strasburgo da fiaba nascosta tra le corti di Milano

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petalistropicciati IG - Residenza Vignale

Un angolo fiabesco, una piccola Strasburgo. Dove si trova?

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La Strasburgo da fiaba nascosta tra le corti di Milano

# Una fiaba di Andersen nascosta tra i cortili di Milano

credit: tripadvisor.it

A Milano, le meraviglie si dividono tra due regni: quelle che svettano maestose verso il cielo e quelle che si celano tra i vicoli e i cortili nascosti, quasi fossero segreti da custodire gelosamente. È in questo secondo regno che si colloca uno degli angoli più incantati della città, un luogo che sfugge agli itinerari più battuti e, a volte, persino agli stessi milanesi.

Qui, l’atmosfera cambia improvvisamente: il ritmo frenetico si placa, il tempo rallenta, e lo spirito si riempie di meraviglia. Camminando in questi spazi, sembra di entrare in una fiaba nordica, una di quelle narrate da Andersen, in cui anche gli adulti possono tornare bambini per un istante.

Ma dov’è questo angolo magico, questa “piccola Strasburgo” nel cuore della capitale meneghina? Forse non è necessario rivelarlo del tutto. Dopo tutto, il fascino di un segreto è anche nel suo mistero.

# C’era una volta…un principe austriaco innamorato di una bella milanese

credit: Filomena Schiattone

Via Enrico Toti 2 è una di quelle sorprese che non ti aspetti. All’apparenza, l’edificio che ospita la Residenza Vignale sembra uno dei tanti palazzi in stile Liberty disseminati per la città, capace di ingannare anche i passanti più esperti.

La facciata, con i suoi putti e le eleganti decorazioni, mescola elementi del Liberty milanese a dettagli dal sapore austro-ungarico. Ma dietro quella semplicità apparente si cela una storia straordinaria. E, come nelle migliori fiabe, tutto comincia con “C’era una volta”.

C’era una volta un principe austriaco, innamorato perdutamente di una giovane milanese. Il suo amore era così travolgente da spingerlo a stabilirsi nella città della sua amata. Deciso a costruire un rifugio degno della loro storia, il principe incaricò due grandi architetti dell’epoca, Gattermayer e Adolf Loos, di progettare un palazzo che fosse al contempo una residenza signorile e un simbolo del suo amore.

Oggi, questo luogo racchiude l’atmosfera magica di quel sentimento, tra cortili che sembrano usciti da un racconto di Andersen e decorazioni che evocano l’eleganza della Mitteleuropa.

# Il fiabesco giardino. Una passeggiata a Strasburgo o un viaggio tra i libri di Andersen?

credit: Filomena Schiattone

Ma a contrastare l’eleganza delle zone destinate ai regali c’è il fiabesco giardino, che in origine era il luogo in cui risiedeva la servitù. Quando si supera la zona principale della Residenza e si entra nel cortile, si viene proiettati in un’altra dimensione: le finestre a golfo, la scuderia, gli intagli in legno scuro e le piante rampicanti, teletrasportano tutti i visitatori tra le vie di Strasburgo, mentre gli amanti della fantasia vincono un viaggio nei libri di Andersen.

Ad oggi è possibile non solo visitare la Residenza Vignale ma anche affittarla, visto che è una location esclusiva in cui poter organizzare eventi, matrimoni e meeting aziendali. Indubbiamente è perfetta come scenografia per i giorni speciali, ma qual è la cosa più bella di questo giardino segreto? Rendere favolosi anche i giorni ordinari.

 

Fonte: Residenza Vignale

Continua la lettura con: Montel, «le terme da fiaba di Milano» non sono un pesce d’aprile. Aperte le prenotazioni: questo il prezzo base e i pacchetti (anche per l’inaugurazione)

Articolo di Rosita Giuliano aggiornato dalla redazione

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Il «Palazzo Isola», l’unico in splendido isolamento nel centro di Milano

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Ph. @comune_milano IG

Per la sede del Comune Milano non avrebbe potuto scegliere di meglio. Difficile trovare un luogo con più storia e più contraddizioni. Non solo: è anche l’unico in “splendido isolamento”. 

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Il «Palazzo Isola», l’unico in splendido isolamento nel centro di Milano

Credits hoigole IG – Palazzo Marino

# Un’opera considerata estranea dai milanesi 

Era un ricco banchiere, Tommaso Marino. Lo eresse nel 1558, commissionando il progetto a Galeazzo Alessi. La sede del futuro Comune aveva ben poco di milanese: Marino era genovese, Alessi era perugino. Non solo: nessuno dei due viveva in città, anche per questo il palazzo fu malvisto dai milanesi che lo consideravano un oltraggio alla loro città e un’opera estranea allo stile milanese.

# Sede del Comune a partire dall’unità d’Italia

Alla morte di Tommaso Marino, la famiglia subì un profondo tracollo, che sarebbe culminato nel 1577 col pignoramento, a saldo dei numerosi debiti contratti, finendo nelle mani dell’amministrazione pubblica. Durante questo periodo il palazzo cominciò a deperire finché nel 1632 lo Stato vendette il palazzo agli eredi del banchiere Emilio Omodei, anche se non lo abitarono mai.

Il 14 luglio 1781 per la somma di 250.000 lire lo Stato ritornò in possesso del Palazzo che, durante il periodo napoleonico, divenne sede del Ministero delle Finanze e del Pubblico Tesoro del Regno d’Italia.
Dopo le Cinque giornate di Milano, il palazzo divenne sede del Governo provvisorio della Lombardia e, nel 1859, il palazzo passò dalla proprietà dello Stato a quella del Comune che lo elesse a sua sede nel 1861.

# Curiosità: l’ingresso è stato “girato” ed il palazzo è isolato dagli altri edifici

Alcune curiosità sul palazzo: inizialmente era orientato verso piazzetta San Felice, poi l’ingresso è stato “girato” verso la Scala. Inoltre, ha la caratteristica di essere l’unico palazzo del centro di Milano a non accostarsi a nessun altro palazzo sui quattro lati.

palazzo marino

Continua la lettura con: Le maledizioni di Palazzo Marino

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L’asfalto di Milano quando scendono due gocce di pioggia

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Come un formaggio svizzero.

Qui il video: L’asfalto di Milano quando scendono due gocce di pioggia

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Continua con:  Come ti senti quando percorri l’interscambio M4 in un giorno di pioggia

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Il Politecnico di Milano lancia i primi test del car sharing elettrico a guida autonoma (e con ricarica wireless)

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mediakey-it - Car sharing Brescia

L’obiettivo: creare un modello di car sharing unico in Europa, che combini i vantaggi dell’auto elettrica con quelli della guida autonoma, consentendo agli operatori di mettere a disposizione un numero ridotto di mezzi per rendere capillare il servizio. Vediamo come funziona e quando potrebbe diventare operativo.

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Il Politecnico di Milano lancia i primi test del car sharing elettrico a guida autonoma (e con ricarica wireless)

# L’obiettivo del progetto: sviluppare un servizio di car sharing a guida autonoma unico in Europa

Credits ilcittadinoonline – A2A

In base a recenti studi, le auto vengono utilizzate mediamente per 70 minuti al giorno, rimanendo ferme per il 95% del tempo. In Europa percorrono 10mila chilometri all’anno. Nel prossimo futuro la popolazione nei centri urbani italiani dovrebbe passare dal 70% attuale all’80%. Tutti questi elementi hanno portato A2A a ripensare alla mobilità del futuro. L’iniziativa è parte del programma Urban Opera di AIDA – Artificial Intelligence Driving Autonomous, sviluppato dal Politecnico di Milano, promossa all’interno del partenariato MOST (Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile). L’obiettivo è creare nel giro di due o tre anni un modello di car sharing unico in Europa, che combini i vantaggi dell’auto elettrica con quelli della guida autonoma, consentendo agli operatori di mettere a disposizione un numero ridotto di mezzi per rendere capillare il servizio, dato che questi ultimi si posizioneranno dei luoghi strategici della città quando sono inutilizzati.

# Il primo su strada pubblica: una novità assoluta in Italia, con una Fiat 500 elettrica con ricarica a induzione

mediakey-it – Car sharing Brescia

La prima prova ha avuto esito positivo. Il 22 gennaio una Fiat 500 elettrica ha percorso il suo primo chilometro in modalità completamente automatica dalla sede di A2a bresciana al termovalorizzatore. La sperimentazione è stata autorizzata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Comune di Brescia in base alle direttive del decreto ministeriale “Smart Road” e prevede una durata di circa un anno, fino a novembre 2025 con uno/due test al mese.

L’area interessata copre una vasta porzione di Brescia, compreso il centro storico e i quartieri limitrofi, come via Branze, viale Bornata, piazza della Repubblica, via Veneto, via Corsica, via Triumplina e viale Europa, ma sono escluse le tangenziali. Si tratta di una prima assoluta in Italia di prove su strada pubblica. Ogni test viene monitorato da un supervisore a bordo del veicolo e in tempo reale da una control room dedicata nella sede A2A di via Lamarmora, a cui si aggiunge una safety car accompagnerà i veicoli durante la circolazione per segnalare agli utenti la sperimentazione in corso.

# Come funziona il servizio

L’obiettivo è ridefinire il concetto di auto condivisa. L’utente non è più costretto a raggiungere il veicolo ma lo attende come un taxi nel luogo in cui si trova, sale a bordo e poi ci penserà da solo il mezzo a parcheggiarsi o a dirigersi verso un altro cliente o una staziona di ricarica. In questo modo si riducono i rischi e si semplifica la gestione del servizio. Per quanto riguarda la ricarica, anche questa è pensata per essere effettuata in modo autonomo, grazie a un sistema di ricarica wireless (WPT) per veicoli elettrici allo studio insieme al Dipartimento di Energia – sezione Elettrica del Politecnico di Milano. In fase di test c’è un prototipo con una potenza pari a 7 kW. I veicolo possono operare a bassa velocità, fino a 30 km/h.

# Il software a guida autonoma del Politecnico di Milano

https://www.yesmilano.it/quartieri/bovisa

Il cuore del progetto è il sistema di guida autonoma sviluppato dal Politecnico di Milano. La soluzione integra un setup di hardware avanzato, composto da sensori di ultima generazione, attuatori, servizi di networking e unità di calcolo, con algoritmi di intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano, garantendo elevati standard di precisione e sicurezza durante la guida.

# Quando potrebbe debuttare

Se la fase di sperimentazione dovesse concludersi nel migliore dei modi A2A ha fissato nel 2026 il momento in cui uscire dai confini della città con una flotta di almeno 30 auto. Per le Olimpiadi Invernali arriverà anche a Milano? 

Fonte: GruppoA2a

Continua la lettura con: A Milano servono tunnel e parcheggi: le auto vanno messe sottoterra, non eliminate dal pianeta

FABIO MARCOMIN

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I 3 problemi della rete ferroviaria italiana

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Chatgpt AI - Traffico ferroviario

Ogni anno si registrano circa 10.000 interruzioni di linea, equivalenti a una media di 27 interruzioni giornaliere, in base a quanto riportato dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART). Gli ultimi avvenimenti, con interruzioni di servizio che hanno interessato giornate intere e la soppressione di molti convogli, ha portato Ferrovie dello Stato a considerare una riduzione temporanea del 15% delle corse dell’Alta Velocità, in particolare sui treni con minore tasso di riempimento in orari di morbida. Ma quali sono i problemi alla base? Vediamo i tre più importanti e due possibili soluzioni per Milano.

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I 3 problemi della rete ferroviaria italiana

#1 L’arretratezza dell’infrastruttura

pixabay – Binari

Il primo problema della rete ferroviaria è che in gran parte ha una struttura di base che risale agli ’80 o prima, mentre solo le prime linee ad alta velocità sono state realizzate tra gli anni ’90 e 2000. In particolare le linee principali e secondarie, che non fanno parte dell’alta velocità, sono state realizzate tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX secolo, con aggiornamenti di binari, stazioni e sistemi di controllo negli anni ’60, ’70 e ’80. Molte linee secondarie non erano state ancora elettrizzate fino agli anni ’80 e ’90: erano a trazione diesel o non modernizzate e alcune lo sono ancora. Non se la passano molto meglio i treni: nel suo ultimo rapporto Pendolaria ha inoltre registrato come l’età media dei treni sia tornata a salire, arrivando a 15,8 anni.

#2 Il sovraffollamento della rete

r-italy-reddit – Rete alta velocità italiana

All’arretratezza della rete si aggiunge il sovraffollamento dei convogli in circolazione. In base ai dati riportati da Ferrovie dello Stato e il PNRR, il 40% della rete ferroviaria italiana è ritenuto “ad alta saturazione” o “sovraffollato”, specialmente nelle aree urbane e nelle tratte principali del nord Italia. A contribuire all’aumento dell’offerta e degli spostamenti sono state anche le tariffe ridotte e le politiche di road pricing nelle città, che hanno portato alla riduzione del traffico privato a favore di quello pubblico. Tra le linee critiche ci sono quelle dell’Alta Velocità, sull’asse degli Appennini partendo da Milano, con una frequenza di treni che si avvicina alla capacità massima dei binari. Attorno alle grandi città come Milano, Roma e Napoli le linee regionali sono poi spesso in condivisione treni regionali, intercity e merci: questi ultimi hanno una quota del 10-15% che compete per lo spazio sui binari principali.

#3 Le principali stazioni sono “di testa”

Credits: mirkobozzato (pixabay) – Stazione Centrale di Milano dall’alto

L’ultimo grande problema riguarda le stazioni capolinea delle grandi città e in particolare Milano Centrale, Firenze Santa Maria Novella e Roma Termini: sono tutte stazioni di testa. Questo significa che i treni in ingresso devono rallentare, immettersi nel traffico degli altri convogli e poi fermarsi senza possibilità di proseguire direttamente e, soprattutto, nel caso di problemi a convogli precedenti che attendono di entrare in stazione, si paralizza tutta la dorsale dell’Alta Velocità. Nel 2028, salvo imprevisti e dopo 30 anni dal primo progetto, il capoluogo toscano dovrebbe essere dotato di una stazione passante come già presente a Bologna: ma per le due città più importanti d’Italia non ci sono progetti all’orizzonte.

# Le due possibili soluzioni per Milano

Passante

 

#1 Per Milano si potrebbe realizzare un passantino tra la Stazione Centrale e quella di Porta Garibaldi, magari dedicato solo agli Italo e ai Frecciarossa, e attestare in Centrale le altre tipologie di treni.

#2 In alternativa, come ha proposto Oliviero Baccelli, professore di Economia dei Trasporti all’università Bocconi in un’intervista a Il Giorno, «andrebbe riprogettato il secondo Passante da Garibaldi a Segrate per garantire un collegamento da Est a Ovest in grado di bypassare il nodo più complicato».

Leggi anche: La FUTURA STAZIONE TAV di FIRENZE: sta finendo FUORI STRADA?

Continua la lettura con: Quello che manca a Malpensa per volare più in alto

FABIO MARCOMIN

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Le 7+1 cose che non sopporto di Milano

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Ph. @milanesando IG

Milano, vista da fuori, può essere una metropoli veramente attrattiva. Ma per chi la conosce da dentro, vivendola tutti i giorni con le sue contraddizioni, e non magari facendo un turismo mordi e fuggi, è un altro discorso. Milan l’è un grand Milan, recita il detto, ed è sacrosanto. Ma in questo mare grande ed eterogeneo della metropoli ci sono delle cose che proprio non sopporto. Quali? Eccone sette più un bonus.

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Le 7+1 cose che non sopporto di Milano

#1 Farsi i selfie davanti al Duomo

sebyv21 IG – Selfie in Duomo

Partiamo soft e diciamo che se la gente non aborrisce questa abitudine, quanto meno la guarda con un mezzo sorriso e il sopracciglio alzato. Io almeno di sicuro. Venire da fuori, magari da lontano e volersi fare un selfie col Duomo sullo sfondo è quasi d’obbligo, un trofeo da esibire. Ma anche, diciamocelo, un po’ ordinario e banale. Un tantino stereotipo, senza magari neanche entrarci. E poi diciamocelo, zigzagare in piazza Duomo tra persone in pose infinite con la bocca a becco di papera, lo trovo un tantino imbarazzante.

#2 Portare San Siro fuori Milano

Rendering Stadio Milan dall’alto

San Siro sta bene dov’è, a mio parere. Lo stadio di San Siro è sempre stato considerato come la Scala del calcio. Una fonte di grande senso di identità e appartenenza per i cittadini. Purtroppo l’attuale struttura non è ristrutturabile, i costi sarebbero esorbitanti. Da qui l’idea di decentrare la costruzione di un nuovo stadio (Rozzano, San Donato per esempio). Ma non tutto è perduto, in quanto le società Inter e Milan potrebbero portare avanti un progetto di acquisto dello stadio e riqualifica della vasta area circostante.

Possiamo ancora sperare.

#3 Il degrado della città

Lorenzo Zucchi – Degrado

Come non sopportare chiunque abbruttisca la città? Ci devi vivere per forza. Di conseguenza il degrado incipiente e la malamovida, processo lungi dall’arrestarsi e le scritte dei writers sui muri delle case sono un vero pugno in un occhio. Il mio di sicuro. Non pretendo che sia come Tokyo, la città più sicura al mondo. Ma dai cantieri abbandonati, al deturpamento delle aree verdi, dai furti in casa, all’incuria degli edifici, alle zone off limits, tutti dobbiamo convivere con questa realtà cittadina. Nostro malgrado.

#4 Inquinamento e smog

Inquinamento

Ormai è un problema più che appurato, di cui peraltro i milanesi stessi sono parte, spostandosi per lo più in auto benzina e diesel. Altre cause sono gli allevamenti intensivi, numerosi nella pianura padana, le industrie, il riscaldamento delle case. Essendo Milano e la pianura padana una zona chiusa, non viene favorito il ricircolo e lo smog ristagna. Conviverci non è semplice e il singolo può fare poco. Io ci penso tutti i giorni che esco di casa.

#5 Gli inglesismi

souvenirs-Shirley810 -pixabay

La lingua italiana è ricca di vocaboli per ogni tipo di situazione, ma in alcuni ambiti, soprattutto quello lavorativo e in certi circoli milanesi molto uptodate, molto fashion, si preferisce usare parole inglesi, e fin qui niente di male, ma spesso queste parole inglesi vengono tragicamente italianizzate dando vita a neologismi di dubbio gusto. Trendare, brieffare, brandizzare, floppare, scrollare, gossippare, parternizzare, ghostare, flaggare, followare, spammare, trollare, googlare, taggare, postare, blastare e così via. Non sono una purista della lingua italiana, ma per me certe cose non si possono proprio sentire.

#6 Monopattini e piste ciclabili

Ciclabile

Ti sfrecciano davanti, di lato, sui marciapiedi, sulla carreggiata. In meno che non si dica ne hai uno che ti taglia la strada e non hai neanche fatto in tempo a frenare. Tutti rigorosamente senza casco e sorvoliamo su eventuali assicurazioni. Un pericolo reale per i pedoni e un impiccio per le auto che sono in costante rischio di collisione. Speriamo che i nuovi obblighi normativi introdotti a novembre 24 servano a qualcosa. Le piste ciclabili invece mi sembrano qualcosa di alieno. Posto che chi va in bici a Milano lo fa a suo rischio e pericolo, tra traffico, pavé e rotaie, la sicurezza è quasi pari a zero. E gli incidenti a pedoni e ciclisti maggiori rispetto ad altre categorie e altre città.

#7 La famigerata Fashion Week

Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano

Se da una parte la settimana della Fashion Week dà lustro e prestigio alla città, dall’altra per noi poveri mortali è causa di disagio e stress. O la si ama o la si odia. Oltre ad incrementare il già alto livello di smog per l’intensa attività degli aumentati spostamenti, secondo me è indecente che non venga presa nessuna iniziativa dalle autorità preposte onde arginare i disagi. Che oltretutto vengono spesso aumentati da lavori in corso aggiungendo così caos al caos. Certo per chi ha un immobile in affitto breve a anche 500 euro e con tutti i prezzi di pernottamento aumentati, va tutto bene, ma io purtroppo non sono tra questi. Ed evviva la sostenibilità.

#7+1 Chi si vergogna del dialetto 

Credits: @francescapanaioli IG

Ultimo ma non ultimo non sopporto, ma proprio non sopporto, i milanesi che si vergognano di parlare in dialetto o di sentire parlare in dialetto. Ecco, adesso l’ho detto.

Continua la lettura con: Le 7 cose che una ragazza di campagna come me rimpiange quando si è trasferita a Milano

ELEONORA PRINA

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I 20 segnali per capire se una persona fa parte dell’«Upper Class» milanese

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Milano è una città che ama dividersi. Inter e Milan, Area C e resto del mondo, upper class e insignificanti. A chi fa parte dell’upper class milanese bastano pochi segnali per distinguersi dalla massa.

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I 20 segnali per capire se una persona fa parte dell’«Upper Class» milanese

Ph. @the_agnelligram IG

#1 avere fatto il Berchet, il Parini o un collegio di preti;

#2 i figli non vanno a scuola, vanno al college;

#3 vivere in una casa di proprietà e avere casa di famiglia sulle alpi svizzere;

#4 accento e modo di parlare inconfondibile, un po’ schizzinoso;

#5 chiamare “colazione” il pranzo;

#6 avere un antenato che ha fatto qualcosa di rilevante;

#7 avere almeno due nomi e due cognomi;

#8 se donne: avere o avere avuto un cavallo o un pony;

#9 se uomini: giocare a golf, andare a cavallo, correre in auto, correre in moto, praticare uno sport estremo. Minimo due opzioni di quelle indicate;

#10 usare il galateo con disinvoltura, non sbagliare un congiuntivo e passare con nonchalance da una lingua a un’altra;

#11 vestirsi in modo trasandato senza curarsi del giudizio degli altri;

#12 far parte di un club esclusivo: Unione, Società del Giardino o Clubino;

#13 avere un abbonamento open (alla Scala, in palestra, ovunque purchè sia open)

#14 avere una galleria d’arte e/o un’azienda vinicola e/o una masseria in Puglia;

#15 non andare mai al supermercato (ci va il domestico);

#16 essere capaci di parlare per ore del nulla durante cene formali;

#17 essere in grado di dare del “loro” all’interlocutore;

#18 avere cani enormi con pedigree risorgimentale;

#19 disprezzare chi ha soldi senza averli ereditati: li chiamano arricchiti o nuovi ricchi;

#20 possedere auto di lusso ma muoversi solo in bicicletta o con il car sharing.

Continua la lettura con: 7 cose che le milanesi amano delle milanesi

MILANO CITTA’ STATO

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Montel, «le terme da fiaba di Milano» non sono un pesce d’aprile. Aperte le prenotazioni: questo il prezzo base e i pacchetti (anche per l’inaugurazione)

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Ormai ci siamo: è iniziato il countdown per immergerci nelle terme da fiaba di Milano. In attesa di farlo in modo reale, si può intanto navigare nel nuovo sito appena aperto: demontel.it Dove si può anche prenotare: questi i costi e i pacchetti offerti.

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Montel, «le terme da fiaba di Milano» non sono un pesce d’aprile. Aperte le prenotazioni: questo il prezzo base e i pacchetti (anche per l’inaugurazione)

# Rinasce il gioiello Liberty di San Siro

Credits alesabi54 IG – Scuderie de Montel

Si avvicina il momento in cui i milanesi potranno immergersi nelle prime “vere” terme di Milano. Questa sarà la nuova funzione del complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel, situato in zona San Siro, vicino allo Stadio.

Ma perché sono considerate le “prime”? A differenza di quelle di Porta Romana, le terme di San Siro saranno alimentate dall'”acqua marcia” che scorre sotto la città. Questa particolare acqua è caratterizzata da un elevato contenuto di solfuri ed è estratta a una profondità di 250 metri grazie a un pozzo che raggiunge i 350 metri.

L’inaugurazione era inizialmente prevista per Natale 2024, ma il progetto ha subito uno slittamento. La nuova data ora è ufficiale: sono anche aperte le prenotazioni. 

# Il più grande complesso termale in una grande città: inaugurazione il primo aprile 2025 (e non è un pesce!)

L’apertura delle terme era fissata per Natale 2024. Ma c’è stato uno slittamento: non sarà più inverno, ma primavera. Per la precisione: 1 aprile 2025. Ma cosa troveranno i milanesi? E quali sono i pacchetti che si possono già acquistare?

La costruzione è tutelata dal vincolo monumentale: vengono perciò preservate le architetture originarie, in particolare i dettagli artistici dell’epoca. Per creare un effetto di grande suggestione, il parco viene utilizzato insieme all’edificio principale a forma trapezoidale per realizzare un anfiteatro dove l’acqua scorrerà sulla cavea, attraverso un dislivello dei gradoni.

Il risultato sarà un complesso termale da record, il più grande in Italia in una grande città. Oltre a questo, grazie alle zero emissioni di CO2 sarà anche uno dei primi centro termali green d’Europa. 

All’interno dell’area ci saranno:

  • 800 mq di vasche interne ed esterne con acqua sulfurea e una capienza fino a 600 persone contemporaneamente;
  • un nuovo parco urbano di 8.000 mq con saune, piscine, aree relax.
  • 2.400 metri quadrati di cortili interni.

# Questo il pacchetto con il prezzo per l’inaugurazione

Sul sito ufficiale si possono acquistare i pacchetti a un prezzo base di 60 euro:

 Da lunedì a venerdì

  • SPA Time Relax 3 ore
    Valido per ingressi compresi tra le 12:00 e le 13:00
    60€
  •  SPA Time Relax 5 ore
    79€
  • SPA Time Relax 8 ore
    89€

Sabato, Domenica e nei giorni festivi

  •  SPA Time Relax 5 ore
    89€
  • SPA Time Relax 8 ore
    109€

ORARI D’APERTURA

A partire dal 1 aprile

  • Da lunedì a giovedì dalle 8:30 alle 23:00
  • Venerdì e Sabato  dalle 8:30 alle 24:00
  • Domenica  dalle 8:00 alle 23:00
  • Ponti festivi dalle 8:00 alle 24:00

Continua la lettura con: Il Super Grattacielo e altre 5 idee per la Centrale di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Il «Beauty Score» svela quali sono le città più belle del mondo: Milano nella top10!

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fietzfotos - pixabay

Online Mortgage Advisor ha stilato una classifica delle città più belle del mondo, basandosi su un mix di indici che compongono un unico ‘Beauty Score’, un parametro oggettivo della bellezza. Queste le città che occupano le prime dieci posizioni.

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Il «Beauty Score» svela quali sono le città più belle del mondo: Milano nella top10!

#10 Milano (beauty score: 75,1%)

Ph. fietzfotos by Pixabay

Milano è nella top 10 globale. Al decimo posto con un punteggio di “Beauty score” del 75,1%. Un’altra grande soddisfazione? L’unica tra i principali centri finanziari europei ad essere in graduatoria: si mette dietro luoghi rinomati come Parigi, Amsterdam, Berlino, Dubai e Miami. 

#9 Bordeaux (beauty score: 75,3%)

Credits JonathanRiedeR-pixabay – Bordeaux

Forse la sorpresa più grande della classifica: non la Ville Lumière, ma la capitale del vino rosso conquista un posto tra le migliori con un pregevole 75,3% di Beauty Score. Un risultato conquistato grazie alla sua posizione privilegiata, ai dintorni incantevoli come le meraviglie di Arcachon, e soprattutto all’incredibile concentrazione di monumenti storici e alla sua architettura omogenea e scenografica.

#8 Vienna (beauty score: 75,8%)

Credits Mike_68 -pixabay – Vienna

All’ottavo posto troviamo Vienna, che raggiunge un Beauty Score del 75,8%. Prima capitale in classifica, la città mantiene un forte legame con Milano, risalente ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico. All’interno del celebre Ring, la bellezza architettonica tocca il suo apice. Dopo aver conquistato il primo posto nelle classifiche sulla qualità della vita, Vienna aggiunge un’altra gratificazione al suo ricco palmarès, confermandosi una gemma dell’Impero Asburgico.

#7 Budapest (beauty score: 75,9%)

Budapest @pixabay

Chissà come la prenderanno i viennesi di essere stati scalzati dall’altra grande città del Danubio e dell’impero asburgico? In settima posizione c’è infatti Budapest, con il 75,9%.Tra i simboli più iconici della capitale ungherese spicca la maestosa sede del Parlamento, uno dei più grandi al mondo. Budapest incanta con il suo affascinante contrasto tra Buda, la parte collinare e regale, e Pest, la pianura vivace e popolare, unite dal maestoso Danubio attraversato da ponti spettacolari. Non a caso, la città ospita anche quello che viene definito “il caffè più bello del mondo”.

Leggi anche: il caffé più bello del mondo

#6 Atene (beauty score: 77,5%)

Atene (da pixabay)

La prima città nella storia dell’umanità ad adottare un sistema politico democratico si aggiudica la sesta piazza con il 77,5%. A incantare è il fascino dell’Acropoli e le sue meraviglie storiche quali l’Agorà o il Partenone.

#5 New York (beauty score: 77,7%)

Credits: pixabay.com

L’unica città non europea della classifica si piazza al quinto posto: la Grande Mela, con un Beauty Score del 77,7%. Grattacieli vertiginosi, urban art, il maestoso Central Park e un’energia vibrante sono gli ingredienti che rendono New York irresistibile.

#4 Praga (beauty score: 78,7%)

La medaglia di legno va a Praga, che conquista il quarto posto con un Beauty Score del 78,7%. Conosciuta come la “città dalle cento torri” o “la madre di tutte le città”, è attraversata dal fiume Moldava, che ne sottolinea l’eleganza senza tempo. Celebre per la piazza Staroměstské Náměstí, dove si trova l’iconico orologio astronomico medievale, Praga incanta con i colori di Malá Strana, il castello urbano più grande del mondo e un centro storico impeccabilmente conservato e armonioso. Tra le sue meraviglie si annovera anche la ‘casa più strana’ del pianeta, soprannominata “Ginger e Fred”.

Leggi anche: la casa più strana del mondo

#3 Barcellona (beauty score: 81,9%)

Credits 3856969-pixabay – Barcellona

Al terzo posto c’è Barcellona con l’81,9%. La seconda città di spagna, capitale della Catalogna, è una delle mete turistiche più gettonate del mondo per la sua architettura, l’urbanistica e l’affaccio sul mare.

#2 Roma (beauty score: 82%)

Credits Kookay-pixabay – Case a Roma

A un soffio dalla vittoria c’è la Capitale con l’82% di indice di bellezza. Alla città eterna per vincere non basta il suo centro storico, Patrimonio dell’Unesco, con 25.000 punti di interesse ambientale ed archeologico.

#1 Venezia (beauty score: 83,3%)

credit: gamberorosso.it

Ma l’Italia domina e si prende anche il primo posto con la terza città inserita nella classifica. Non poteva che essere lei, l’unica città al mondo ad essere costruita interamente sull’acqua, dove invece di bus e automobili, circolano gondole e vaporetti. Il “beauty score” dell’83,3% premia la citta dell’amore, ammirata per la sua architettura unica caratterizzata da canali e ponti.

# Le altre città nella top 20

#11 Stoccolma

#12 Parigi

#13 Firenze

#14 Tel Aviv

#15 Copenaghen 

#16 Marrakesh

#17 Chicago

#18 Amsterdam

#19 Berlino

#20 Istanbul

Continua la lettura con: La CITTÀ più ACCOGLIENTE del mondo è in Italia

FABIO MARCOMIN

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Il paradosso: in treno da Milano ci si mette di meno ad andare a Brescia che a Bergamo (anche se è lontana il doppio)

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Qual è più vicina a Milano tra Brescia e Bergamo? Dipende. La distanza in chilometri tra Milano e Brescia è quasi doppia rispetto a quella che c’è tra Milano e Bergamo. In auto da Milano prima si arriva a Bergamo e poi, dopo una cinquantina di chilometri, si arriva a Brescia. Ma se si prende il treno la situazione si ribalta. 

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Il paradosso: in treno da Milano ci si mette di meno ad andare a Brescia che a Bergamo (anche se è lontana il doppio)

# Da Milano a Brescia in 36 minuti con l’alta velocità

Milano-Brescia Alta Velocità

La distanza in chilometri in auto tra Milano a Brescia è quasi doppia rispetto a quella che c’è tra Milano e Bergamo: 57 contro 91 se si percorre la più breve e costosa BreBeMi. La durata del viaggio in auto è di 1 ora 20 minuti per andare a Brescia e di poco meno di un’ora per Bergamo. La situazione si ribalta però se si sceglie di percorrere lo stesso tragitto utilizzando il treno. Partendo dalla Stazione Centrale e prendendo l’Eurocity si arriva a Brescia in 46 minuti, con i convogli dell’alta velocità di Trenitalia o Italo ne bastano 36. In entrambi in casi si tratta di un servizio no-stop.

In treno da Milano a Bergamo servono invece almeno 48 minuti con il servizio regionale di Trenord, con tre fermate intermedie.

Tragitto Milano-Bergamo in treno

# Dal dicembre 2016 è attiva la nuova linea AV fino a Brescia

Credits zetduivel IG – Frecciarossa alla stazione di Brescia

Il collegamento ferroviario tra Milano e Brescia fa parte della linea che arriva fino a Venezia. Dal dicembre 2016 è attiva la linea Alta Velocità/Alta Capacità Treviglio – Brescia, per una lunghezza di 39,6 km, che affianca quella standard. La realizzazione di quest’opera, che rientra nel più vasto progetto di realizzazione del collegamento ferroviario AV/AC Milano – Venezia e del corridoio TEN-T Mediterraneo-, ha consentito di ridurre i tempi di percorrenza tra le due città.

# La linea per Bergamo è a scartamento ordinario

La linea dal nodo di Treviglio a Bergamo è invece a scartamento ordinario e non consente quindi il transito di convogli veloci. Questo spiega il maggior tempo necessario per arrivarci in treno da Milano rispetto a quello che serve per collegare il capoluogo lombardo con Brescia.

Continua la lettura con: 10 motivi per andare in GITA a BRESCIA, a mezz’ora di treno da Milano

FABIO MARCOMIN

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A piedi dentro una cascata di ghiaccio a tre ore da Milano

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Credits la_bigiola IG - Cascate ghiacciate

Un vero spettacolo della natura, una cattedrale di ghiaccio da attraversare a piedi. Scopriamo dove si trova e come vivere questa magica esperienza.

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Milano-Vallesinella

A piedi dentro una cascata di ghiaccio a tre ore da Milano

# Uno spettacolo ghiacciato

Credits mauro_bignetti IG – Cascate Vallesinella

In inverno, a Madonna di Campiglio si può assistere ad un vero spettacolo della natura: le cascate ghiacciate di Vallesinella. Una cattedrale di ghiaccio che si può attraversare a piedi d’inverno quando l’impetuoso flusso d’acqua delle tre cascate, suddivise in Alte, di Mezzo e Basse, si congelano creando muri e gallerie. Un percorso suggestivo e mozzafiato tra pareti e sculture ghiacciate.

# Occorre prestare la massima attenzione

Credits ba_ma_pa IG – Cascate ghiacciate Vallesinella

Il percorso per arrivare alle cascate è di livello medio/facile, ma è sempre meglio utilizzare oltre agli scarponcini anche le racchette da neve in caso di neve fresca e i ramponcini se la neve è ghiacciate. L’attraversamento delle cascate è invece più rischioso e il pericolo di cadere è concreto. Se non si è quindi molto esperti è consigliabile farsi accompagnare da una guida locale.

# Come arrivare alle cascate ghiacciate di Vallesinella

Credits la_bigiola IG – Cascate ghiacciate

Partendo da Milano si prende l’autostrada A4 per Venezia, si esce a Brescia Est e poi la SS45bis in direzione del Lago d’Idro e infine la SS239 e SS237 fino a Madonna di Campiglio.

Credits armani.jole IG – Indicazioni cascate

Dal piazzale Palù si percorre via Vallesinella e si seguono le indicazioni per le Cascate Vallesinella, poco dopo il rifugio Cascate di Mezzo, e si procede lungo una strada larga in discesa che conduce ad uno slargo tra gli abeti. Da qui continua il percorso imboccando il sentiero fino a raggiungere la cascate per un totale di 3,2 km di tragitto a piedi.

 

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

FABIO MARCOMIN

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In questo luogo di Milano si può ammirare quel che resta dell’antica Stazione Centrale, un capolavoro in stile rinascimentale francese 

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Maps - Deposito resti vecchia stazione, immagine scultura Urbanfile

Demolita dopo l’entrata in servizio della nuova stazione in piazza Duca d’Aosta, una buona parte della sua meravigliosa architettura è sparita per sempre. Alcuni elementi sono stati acquistati dai Caproni per decorare la loro villa vicino all’Aeroporto di Malpensa, altri sono nascosti in periferia. Vediamo dove e cosa è conservato a memoria della storica stazione.

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In questo luogo di Milano si può ammirare quel che resta dell’antica Stazione Centrale, un capolavoro in stile rinascimentale francese 

# Un capolavoro in stile rinascimentale francese 

Credits specialepasquale IG – Vecchia stazione Centrale Milano

Prima dell’attuale Stazione Centrale in piazza Duca D’Aosta, entrata in funzione nel 1931, era un’altra quella principale in città. La vecchia stazione centrale fu inaugurata l’11 febbraio 1864 e realizzata su progetto dall’architetto Louis-Jules Bouchot in stile rinascimentale francese, arricchita da teste umane, di leone e fregi in stile classico. Si trovava in piazza della Repubblica e dopo la sua demolizione rimase poco della sua meravigliosa architettura.   

# Frammenti di sculture, decorazioni e chiavi di volta nel giardino di un anonimo edificio

Maps – Ricevitrice Centrale Elettrica Milano Ovest

Non tutto però è andato perduto, anche se forse in pochi sanno dove si possono trovare alcune tracce della sua memoria. A farcelo scoprire è Urbanfile che con questo reportage fotografico ci porta nel giardino di un anonimo edificio: il sito industriale della Ricevitrice Centrale Elettrica Milano Ovest in zona San Siro, tra via Via Pianella 10 e Via Matteo Civitali 6. Fino a 15 anni fa erano depositati nella sottostazione AEM di Via Cena, a Porta Vittoria.

Urbanfile – Elementi vecchia stazione

Nelle immagini si possono vedere le chiavi di volta dei cinque ingressi ad arco della vecchia stazione ferroviaria, nello specifico tre figure femminili, due teste di leone e una testa maschile barbuta.

Urbanfile – Evidenziazione elementi decorativi posizionati sulla vecchia stazione

Delle prime, due erano collocate ai lati e una al centro, separate dalle teste leonine, tutte a coronare gli archi di ingresso. Il volto maschile era posizionato sopra l’orologio centrale. 

Sono presenti inoltre un fregio con motivi di alloro, facente sempre parte della decorazione di uno degli archi, e delle formelle del cornicione e una testa di leone, parte di uno dei due leoni alati posizionati ai lati dell’orologio centrale sulla sommità alla facciata.

# I frammenti acquistati dai Caproni per la loro villa a Malpensa

Hotel Villa Malpensa

Altri frammenti furono acquistati dalla famiglia Caproni e riutilizzati per decorare la sontuosa villa di famiglia a Vizzola Ticino, nei pressi dell’Aeroporto di Malpensa. La parte più visibile e riconoscibile è quella della pensilina in ferro con colonne in ghisa della facciata della villa, avente un tempo funzione di tettoia per i viaggiatori diretti ai treni dell’ala ovest nella stazione. Dal padiglione Reale provengono anche i riporti in ferro battuto nel bar e sulle vetrate della parete principale.

Leggi anche: Così la VECCHIA STAZIONE CENTRALE di Milano è finita alla MALPENSA

# Perchè non realizzare un museo dedicato alla storia architettonica e urbanistica della città?

Urbanfile – Frammenti della vecchia stazione nella precedente collocazione in via Cena

Troppo spesso Milano tiene nascosti i suoi tesori o peggio ancora li lascia in uno stato di abbandono. Come suggerisce Urbanfile, perchè non pensare a realizzare un museo dedicato alla storia architettonica e urbanistica della città? Questi frammenti, inaccessibili al pubblico e visibili solamente attraverso una cancellata, potrebbero essere raccolti insieme ad altri elementi architettonici che richiamano la storia della città e riuniti in collezioni. 

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Questo è il «giardino segreto» di Milano

FABIO MARCOMIN 

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Come ti senti quando percorri l’interscambio M4 in un giorno di pioggia

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Va bene buttarci fuori dalla metro. Ma almeno una tettoia, no?

Qui il video: Come ti senti quando percorri l’interscambio M4 in un giorno di pioggia

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Continua con: Tipica modalità di problem solving della pubblica amministrazione

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M3 per Paullo: cambia tutto! Una cattiva notizia e una buona

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Tracciato M3 fino a Paullo accantonato

Finalmente ha avuto luogo il tanto atteso incontro tra Regione Lombardia e gli interessati al prolungamento della linea M3 oltre San Donato. Viene confermata la scelta ipotizzata già nel mese di dicembre: cambia il progetto, stop alla metrotranvia per arrivare a Paullo. Abbiamo chiesto all’Assessore alle Opere pubbliche e Mobilità del Comune di San Donato, Massimiliano Mistretta, cosa è previsto ora, i motivi e i vantaggi della scelta. Ecco cosa ci ha risposto.

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M3 per Paullo: cambia tutto! Una cattiva notizia e una buona

# L’incontro tra Regione Lombardia e gli enti interessati al prolungamento

Credits: Andrea Cherchi – Regione Lombardia

A metà dicembre 2024 l’assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente aveva annunciato un incontro per il mese di gennaio di quest’anno tra la Città Metropolitana di Milano e tutti i comuni interessati al prolungamento della M3 verso sud est. L’obiettivo era accelerare sul progetto. Incontro che è avvenuto online il 15 gennaio e ha visto presenti: Metropolitane Milanesi, Marco Griguolo, consigliere metropolitano delegato alla Mobilità, Daniela Caputo, consigliera delegata alle Infrastrutture, Abdullah Badinjki, assessore di Paullo, Massimiliano Mistretta, assessore alla Viabilità di San Donato Milanese, Andrea Coden, sindaco di Peschiera Borromeo, e Gianni Fabiano, sindaco di Mediglia. Qual è stato l’esito?

# Stop alla metrotranvia: sarà la metropolitana a portare a Peschiera (e in futuro a Vigliano di Mediglia), ma per arrivare a Paullo bisogna attaccarsi al bus

Tracciato M3 fino a Paullo accantonato

Nella riunione si è discusso su come estendere la linea M3 verso sud est e questa è stata la decisione chiave: viene accantonata la proposta elaborata da MM che prevedeva una doppia modalità metropolitana-metrotranvia per arrivare fino a Paullo. Nello specifico si trattava di un tracciato di 4,4 km e 2 fermate di metropolitana, San Donato e Peschiera, e 10,9 km e 8 fermate di metrotranvia veloce. La cattiva notizia è che sparisce quindi la metrotranvia per arrivare a Paullo.

La buona è che viene confermata l’estensione della M3 fino a Peschiera Borromeo e, in futuro, forse l’estensione fino a Vigliano di Mediglia.

E per Paullo? Ci sarà un cambiamento che riguarda i bus: si punta in generale a un piano integrato per migliorare la mobilità lungo la Paullese. La chiave sarà la realizzazione di corsie riservate ai bus che rimarranno anche qualora la metropolitana venisse estesa ulteriormente negli anni a seguire.

# I motivi che hanno spinto a cambiare il progetto

M3 Peschiera

Ma perchè si è deciso di cambiare rotta sul progetto? Lo abbiamo chiesto all’Assessore alle Opere pubbliche e Mobilità del Comune di San Donato, Massimiliano Mistretta. Questi i motivi principali:

  • la realizzazione della metrotranvia da Peschiera a Paullo non consentirebbe in futuro di estendere ulteriormente la metropolitana dato che occorrerebbe smantellare un’infrastruttura pesante;
  • i tempi di percorrenza tra Paullo e Duomo non registrerebbero alcun miglioramento rispetto alla situazione attuale in cui il servizio di trasporto pubblico è garantito solo da bus fino al capolinea attuale di San Donato;
  • l’utilizzo di corsie riservate, nei punti più critici della Paullese, consentirebbe di far risparmiare ai bus quasi 20 minuti nella direttrice Paullo-Duomo, passando dagli attuali 50 a 32 minuti. Il Comune di San Donato ha inoltre allo studio l’eliminazione dei due incroci semaforici in direzione di Milano, uno all’altezza di via Gela e l’altro di via Moro, con la realizzazione di una doppia rotatoria e un cavalcavia di attraversamento pedonale. In questo modo si renderebbe ancora più fluido il traffico verso la città.
  • un minor investimento richiesto, di circa 200 milioni di euro, rispetto agli 850 milioni di euro stimati per il vecchio progetto;
  • il rischio di una bocciatura da parte della Corte dei Conti o in fase di richiesta di finanziamento del progetto per i pochi benefici della metrotranvia in proporzione alla spesa.

# I prossimi passi

Credits hopefulbeers IG – Linea M3

Si attende ora uno studio di fattibilità rivisto da parte di MM, rispetto alla precedente ipotesi, per il quale erano già state ricevute le risorse con la legge finanziaria del 2022. L’obiettivo del Comune di Milano era di averlo pronto entro la fine del 2025 per poi far partire i cantieri al più tardi nel 2028, ma ora bisogna capire come potrebbero cambiare le tempistiche a seguito dello stop al vecchio progetto. Per quanto riguarda i costi di realizzazione dell’opera dovrebbero essere ricompresi in una forbice tra i 500 e i 600 milioni di euro, un dato puntuale si avrà però solo dopo la conclusione dello studio. 

Continua la lettura con: Metro D: non è ancora partita ma già cresce. Queste le nuove fermate

FABIO MARCOMIN 

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7 paesi da incorporare nella città metropolitana di Milano

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Ph. @justpat__ IG

Milano è stata spesso rimpicciolita da autorità invidiose della sua grandezza. In qualunque parte del mondo luoghi come Cinisello Balsamo o Sesto San Giovanni sarebbero all’interno dei confini comunali. Invece qui no. Così come ci sono paesi che risultano al di fuori della città metropolitana contro ogni logica. Come questi sette.

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7 paesi da incorporare nella città metropolitana di Milano

#1 Crespi d’Adda

Ha perfino il prefisso 02 eppure è in provincia di Bergamo. Ha lo stesso prefisso telefonico di Milano perché i Crespi avevano creato un filo diretto con la loro madrepatria. E’ anche un sito Unesco.

#2 Vigevano

vigevano
vigevano

Non si capisce perchè Abbiategrasso sì e Vigevano no. Due comuni confinanti, uno in provincia di Milano, l’altro di Pavia. Vigevano è una città da record, un tempo tra i primi centri di produzione di scarpe al mondo, con una piazza clamorosa, è un delitto lasciarla a Pavia.

#3 Saronno

Uno dei simboli della Brianza. Come per Vigevano e Abbiategrasso, a nord ci sono Saronno e Legnano di cui molti confondono a che provincia appartengano. La città dell’amaretto deve essere di Milano, con Varese non c’entra nulla.

#4 Lodi

Provincia farlocca creata solo per ridurre il potere di Milano. Lodi è l’anima rurale di Milano, c’è anche la fermata della metro.

#5 Monza

monza
monza

Che senso ha separare Monza da Milano? Non esiste alcun punto di discontinuità dove tracciare un confine naturale. Monza gravita da sempre attorno a Milano, sta per diventare il capolinea della M5, ha il gran premio, ha il parco, la vera villa Reale, Galliani come Presidente.

#6 Malpensa

AAreo in decollo da Malpensa
Credits: malpensa24.it – Aereo in decollo da Malpensa

L’aeroporto internazionale di Milano in provincia di Varese? Non scherziamo.

#7 Roma

romani a milano

L’art.132 della Costituzione lo consente: potrebbe diventare provincia di Milano. Sarebbe la rinascita dell’Urbe.

Continua la lettura con: 7 città che potrebbero fare da exclave di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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I 10 borghi più belli che vendono case a 1 euro (uno è vicino a Milano)

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Dalla Sicilia alla Sardegna, passando per il Piemonte e il Molise:10 borghi italiani pieni di storia e bellezze naturali, dove è possibile acquistare casa a solo 1 euro. Uno di questi è anche a un tiro di schioppo da Milano. Ma quali sono le condizioni per poter usufruire di questa offerta vantaggiosa?

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I 10 borghi più belli che vendono case a 1 euro (uno è vicino a Milano)

#1 Sambuca di Sicilia: una perla tra colline e vigneti

Sambuca di Sicilia è già nota per la sua iniziativa di case a 1 euro. Il borgo, circondato da colline e vigneti, è un paradiso per chi cerca bellezze naturali e relax. Ma quali sono le condizioni? Gli acquirenti devono ristrutturare le proprietà entro tre anni, con costi variabili a seconda delle condizioni degli edifici. La vicinanza a spiagge mozzafiato e l’atmosfera siciliana stanno attirando acquirenti da tutto il mondo, in particolare da USA, Irlanda e Germania. 

#2 Ollolai: tradizione e natura nel cuore della Sardegna

Ollolai è un borgo dal fascino autentico dove tradizione e natura convivono armoniosamente. Qui l’offerta di case a 1 euro è aperta a chi è disposto a investire almeno 20.000 euro per le ristrutturazioni. Ollolai è circondato da montagne maestose e prati verdi, ed è ideale per chi cerca uno stile di vita slow. Eventi culturali, tradizioni locali e una comunità calorosa rendono questo paese un rifugio unico per chi vuole scoprire il vero cuore della Sardegna.

#3 Mussomeli: il fascino di un castello medievale

Mussomeli è un paese della Sicilia centrale, noto per il suo maestoso castello medievale, che domina il paesaggio circostante. Il progetto delle case a 1 euro è stato creato per ridare vita al centro storico, attrarre nuovi abitanti e conservare l’architettura locale. Gli acquirenti devono impegnarsi in lavori di ristrutturazione, con costi stimati intorno ai 15.000-25.000 euro. 

#4 Bivona: un rifugio tra le colline siciliane

Adagiata tra le colline dell’entroterra siciliano, Bivona è una località che punta a rivitalizzare il proprio centro storico proprio con l’iniziativa delle case a 1 euro. Gli edifici, spesso abbandonati, richiedono ristrutturazioni significative, ma l’ambiente circostante è un richiamo irresistibile per gli amanti della natura. Qui si possono scoprire tradizioni, prodotti locali e un ritmo di vita rilassato, perfetto per chi vuole allontanarsi dal caos cittadino e immergersi in una comunità accogliente.

#5 Cinquefrondi: un borgo calabrese tutto da scoprire

Situato in Calabria, anche Cinquefrondi offre case a 1 euro per incentivare la ripopolazione. Gli acquirenti devono completare le ristrutturazioni entro tre anni, con costi medi stimati intorno ai 10.000-20.000 euro. Con il suo clima mediterraneo, paesaggi mozzafiato e vicinanza sia al mare che alle montagne, Cinquefrondi è una destinazione ideale per chi cerca un luogo pittoresco. Gli eventi culturali e la calorosa comunità locale aggiungono ulteriore fascino a questo borgo calabrese.

#6 Troina: il balcone panoramico della Sicilia

Troina, conosciuta come il “Balcone di Sicilia”, regala panorami spettacolari sull’Etna e sui paesaggi circostanti. Questo antico borgo offre case a 1 euro per attirare nuovi abitanti. Gli acquirenti possono usufruire di incentivi fiscali e contributi per le ristrutturazioni, rendendo l’investimento ancora più conveniente. Con una storia che risale all’epoca normanna, Troina è un luogo ricco di cultura e tradizioni, è ideale per chi cerca una casa immersa nella storia e nella bellezza naturale.

#7 Laurenzana: un angolo di pace in Basilicata

“Incastrato” tra le colline della Basilicata, Laurenzana è un borgo storico con un fascino unico. L’iniziativa delle case a 1 euro punta a ridare vita al paese, attrarre nuovi residenti e preservare il patrimonio architettonico locale. Le strade acciottolate, gli edifici storici e la tranquillità rendono Laurenzana un rifugio ideale per chi cerca un luogo lontano dal trambusto delle grandi città. Gli acquirenti sono invitati a restaurare le case con costi variabili, contribuendo al rilancio della comunità locale.

#8 Zungoli: fascino medievale tra le colline campane

Zungoli, in Campania, è un borgo medievale che si distingue per il suo fascino storico. Arroccato su una collina, offre panorami mozzafiato, stradine tortuose e antiche case in pietra. Le case a 1 euro rappresentano un’occasione unica per chi desidera vivere in un luogo ricco di storia e vicino a destinazioni come Napoli e la Costiera Amalfitana.

#9 Castropignano: l’accoglienza su misura del Molise

In Molise, Castropignano è un borgo che offre un approccio unico all’iniziativa delle case a 1 euro. Il sindaco, anziché mettere le proprietà all’asta, lavora direttamente con gli acquirenti per trovare la casa ideale per le loro esigenze. Questo metodo garantisce un’esperienza personalizzata e un’integrazione armoniosa nella comunità locale. Con il suo paesaggio incantevole e un’atmosfera tranquilla, Castropignano è una meta perfetta per chi cerca una nuova casa immersa nella storia.

#10 Carrega Ligure: natura e tranquillità a due ore di auto da Milano

A pochi passi da Milano (2 ore di macchina), Carrega Ligure è, malgrado il nome, un piccolo borgo montano del Piemonte, perfetto per gli amanti della natura. Circondato da boschi e sentieri escursionistici, questo paese offre case a 1 euro con l’obiettivo di ripopolare la zona e promuovere il turismo sostenibile. Gli acquirenti devono impegnarsi in ristrutturazioni, con costi stimati tra i 10.000 e i 30.000 euro. La vicinanza a Milano lo rende una scelta interessante per chi vuole vivere immerso nella natura senza rinunciare alle comodità urbane.

Fonte: Welcome to Italy

Continua la lettura con: Il 2025 sarà ancora l’anno delle periferie? Le 7 zone di Milano su cui scommettere per acquistare casa

MATTEO RESPINTI

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