Fino alle soglie del 1900 era possibile vedere fare il vino ai lati delle strade. 3 o 4 persone pigiavano a piedi nudi l’uva nei tini. Una delle vie in cui si poteva assistere a questo spettacolo era via del Senato.
(Fonte: Corriere della Sera)
Fino alle soglie del 1900 era possibile vedere fare il vino ai lati delle strade. 3 o 4 persone pigiavano a piedi nudi l’uva nei tini. Una delle vie in cui si poteva assistere a questo spettacolo era via del Senato.
(Fonte: Corriere della Sera)
La Brexit può far ripartire l’Italia, ma servono riforme per attrarre investimenti. Questo in sintesi l’appello rivolto a Matteo Renzi pubblicato da Linkiesta e firmato inizialmente da imprenditori, professionisti e opinionisti. Nell’appello si invita Renzi a dare la possibilità all’Italia, e a Milano in particolare, di poter competere con il resto d’Europa, lanciando un programma di riforme per semplificare il fisco e incentivare l’arrivo di talenti e imprese. Altrimenti, dell’uscita del Regno Unito dall’Europa ne approfitteranno solo gli altri.
Per aggiungere la propria firma all’appello, è sufficiente scrivere una mail a: redazione@linkiesta.it, preferibilmente aggiungendo in oggetto “Firma appello Renzi (Milano Città Stato)“.
In questo link si può vedere il testo dell’appello: Lettera aperta a Renzi
“Non abbandonate la Scozia”, l’appello di Alyn Smith, eurodeputato scozzese al parlamento. “Il posto della Scozia è in Europa” ha dichiarato Nicola Sturgeon, la premier scozzese, dopo che la maggioranza dei suoi connazionali ha votato per restare nell’Unione Europea.
In questi giorni a Milano si parla di come la nostra città deve ambire a prendere il posto di Londra. Per questo occorre muoversi ora e chiedere a Edimburgo il gemellaggio con Milano.
Sarebbe un gesto tipicamente milanese, di grande significato. Un gesto che segnerebbe la storia di Milano.
Il gemellaggio è un legame simbolico stabilito per sviluppare strette relazioni politiche, economiche e culturali. Edimburgo è gemellata con Firenze. Aggiungere Milano in questo momento significa affermare che alla vicinanza culturale rappresentata da Firenze si aggiunge quella internazionale ed economica incarnata da Milano
Sala ha sempre detto che Milano deve fare di più per promuoversi a livello internazionale. Ha subito una grande occasione per farlo: muoversi ora in soccorso degli scozzesi avrebbe una ricaduta gigantesca in tutto il mondo. Mostrandosi per quello che la nostra città dovrebbe essere: paladina della libertà e dei diritti civili.
Gli scozzesi sono un popolo che ha sempre rivendicato la sua autonomia dal potere centrale, pur restando sempre fedeli alla Corona d’Inghilterra: hanno combattuto per lei e hanno contribuito al potere del Regno Unito. Sono in più gli unici ad aver resistito all’impero romano. Sono un popolo fiero, leale, che ora dichiara di volersi staccare da Londra non per vis indipendentista ma perchè gli inglesi li hanno traditi decidendo di portare la Scozia fuori dal suo territorio naturale: l’Europa. Anche Milano è sempre stata leale verso il governo di Roma ed è forse la città in Italia che ha contribuito di più allo Stato italiano. Ma appoggiare gli scozzesi in questo momento storico significa far sapere a Roma che se esagera e va contro la libertà e la volontà dei milanesi, Milano potrebbe dire di no.
Ma i tempi spingono per un’azione di maggiore coraggio rispetto al gemellaggio. Milano dovrebbe fare ancora di più. Ad esempio dovrebbe proporre la concedere la cittadinanza onoraria di Milano a tutti gli scozzesi. Sarebbe un gesto di grande significato: gli inglesi vi portano fuori? Vi rendiamo milanesi così resterete in Europa.
In un momento in cui l’Europa è in confusione, Milano può farsi portavoce di tutti gli europei che vogliono aprire le braccia agli scozzesi in fuga da Londra. Con un’azione così tempestiva e di straordinario significato, Milano potrebbe ergersi come la vera capitale d’Europa. Capitale dell’alta politica, della cultura della fratellanza tra i popoli, della libertà dagli Stati nazionali e del diritto degli individui di scegliersi il loro destino.
Basta poco per fare accadere tutto questo. Basta convincere il nostro sindaco a prendere un volo per incontrare Donald Wilson, il suo collega scozzese. Con soli 80 euro di biglietto aereo Milano potrebbe scrivere una pagina importante per il futuro dell’Europa, da festeggiare tutti in kilt davanti a Palazzo Marino.
Nel 2016 il sindaco Sala dopo il Brexit attivò il gemellaggio con Edimburgo, tendendo la mano per primo in Europa al popolo scozzese (Libro di storia, 2116)
Entro il 2050 quasi 10 miliardi di persone vivranno sulla terra. Questa consapevolezza richiede la necessità urgente di abitazioni di tipo auto-rigenerative e che seguano sviluppo della comunità. Le materie prime, come l’acqua che è sempre più preziosa, l’approvvigionamento di cibo sano e la sempre minore quantità di terra coltivabile sono le prime questioni globali da affrontare. Dove andremo a finire? Nei villaggi di Regen già potrebbe essere un buon punto di partenza.
Siamo in Olanda, che del modello visionario e dell’approccio olistico ha fatto lo strumento delle fondamenta di un nuovo stile di vita.
Nei villaggi basati sul modello Regen i nuclei abitativi sono da poco arrivati a 100 unità. Dalle diverse tipologie, è chiaro, ma tutte pensate per una comunità autosufficiente nelle quali le case sono orti, progettate per coltivare frutta e verdura.
Non per sé: ogni elemento di Regen contribuisce al benessere e al fabbisogno dei compagni di di villaggio.
Il sistema vede interconnesse le case le une con le altre e tutto si muove sulla base della condivisione sociale.
Passando dall”ego‘, il più stretto individualismo, per arrivare all’eco, la comunità è stata fondata per produrre ciò che può sostenere e gli piace.
Il valore sociale, le famiglie sostenibili, la responsabilità sociale sono importanti quanto il rispetto delle regole condivise.
Il perché di tutto questo lo spiega la schermata dal sito ufficiale del progetto, questa:
La opportunità. Entro i prossimi 30 anni la dimensione della classe aspirante raddoppierà a 4 miliardi, creando un’enorme domanda per i disegni di quartiere integrati.
La soluzione. La sostenibilità e la sharing economy.
‘E’ questo il futuro delle comunità e del loro stile di vita?‘ pone come domanda Collective Evolution a proposito del progetto Regen Village. ‘Voi ci vivreste?’, conclude [fonte: pagina Facebook].
Una smart city in piena regola.
Migliori università del mondo. Nelle prime 200, 63 sono americane, 34 inglesi, 20 tedesche, solo 3 sono italiane, di cui nessuna nelle prime 100. Per Milano è un disastro: nessuna delle nostre università risulta nelle prime 200 al mondo secondo la classifica 2015-16 della Times Higher Education (THE), considerata la più importante e più completa al mondo nella misurazione della qualità dell’insegnamento accademico.
La classifica. Al primo posto c’è la California Institute of Technology, seguita da Oxford, Stanford, Cambridge, il MIT e Harvard.
Milano e le altre città europee. Il confronto con le principali città europee è impietoso. Londra ne piazza 6 nelle prime 30 (a cui si potrebbero aggiungere anche Oxford e Cambridge). Berlino ne ha due nelle prime 100 (Humboldt e Freie). Cinque delle migliori 200 sono a Parigi, Stoccolma ne ha 3, Amsterdam 2, così come Barcellona. Milano è a zero, superata in Italia da Pisa (con 2) e Trento.
I parametri di misurazione. La classifica del Times, considerata la più importante del mondo, valuta la qualità dell’insegnamento in base a 5 parametri: insegnamento, pubblicazioni, risultati degli studenti nel mondo del lavoro, internazionalità e ricerca.
E le milanesi? Milano risulta staccata e di molto da tutte le città con cui dovrebbe misurarsi in questo settore. L’unica nelle prime 300 è il Politecnico. Statale e Bicocca sono entro quota 400, la Cattolica è attorno alla 500ma posizione. Nella classifica è evidente lo stato di crisi del sistema universitario italiano. Se Milano vuole competere con le migliori città d’Europa deve riuscire ad affrancarsi da un sistema che risulta perdente e provare a proporre un nuovo modello, che le consenta di attrarre i migliori studenti, i più bravi ricercatori e di mettere in luce i suoi insegnanti più qualificati.
Per una proposta di riforma del modello di istruzione a Milano Città Stato: ISTRUZIONE ACCELERATORE DELL’INDIVIDUO
A Milano danno una multa ogni 9 secondi. Facciamoci tutti un bell’applauso. Non tanto perché siamo disattenti o antisociali, quanto per la pazienza di venire munti in questo modo.
Comunque le multe non sono tutte uguali. Adesso ci facciamo un bel ripassino delle classicone.
Devi capire l’umore del vigile e se è tollerato, perché in molti posti è più facile venire multati parcheggiando negli appositi spazi che sulle aiuole.
Bianche, niente multa. Blu paghi e la multa te la fa l’ausiliario. Giallo: residente o portatore di handicap. Il fatto è che le bianche non le ha mai viste nessuno.
Con telecamere fissate in alto e cartelli ben visibili. Tuttavia, per quanto uno studi la geografia della ZTL prima o poi ci cade dentro.
Divieto esclusi mezzi strani o orari. Nemmeno sulla Divina Commedia c’erano tutte queste esclusioni. Dopo che hai letto tutto hai più dubbi di prima.
Per leggere tutte le esenzioni, gli orari, le deroghe all’accesso, hai preso la multa per divieto di sosta.
Ho scoperto mio malgrado che non si chiamano preferenziali perché puoi fare come preferisci.
Non hai guardato l’orologio, hai superato il numero di ingressi o ti sei dimenticato di pagare.
Non sei milanese se non hai preso almeno una volta una multa sul Ghisallo all’arrivo dell’autostrada. Il flash non è quello di Corona.
Entri più volte nello stesso accesso non consentito e ti arrivano trenta verbali. Alla quantacinquesima multa ti rendi conto che non potevi passare di lì. Lavori forzati, mutuo o fuga all’estero.
Multa della dimenticanza. Pensi di qui, pensi di là, e ti sei dimenticato la multa. Un classico.
IVAN SAL
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Tra le mode che caratterizzano Milano in quest’ultimo decennio c’è senza dubbio quella del vintage. Tutti i grandi brand hanno fatto a gara per riportare in vita i ruggenti anni ’20, le gonnellone anni ’50-’60, le zeppe Seventies e persino il grunge anni ’90.
Ma non sono (non sempre) le rivisitazioni operate dai brand a interessare il vero amante del vintage, bensí i negozietti nascosti, le bancarelle sui Navigli, le vere chicche che solo un occhio attento scova tra i marchi che tutti conosciamo già.
Ecco allora il vintage della Milano che un vero vintage addicted non dovrebbe perdersi:
Via degli Arcimboldi, 5.
Chi davvero si intende di vestitini introvabili, salopettes di jeans extralarge, pois e righine non puó non conoscere questo pilastro del vintage milanese. In via degli Arcimboldi, nel mezzo di una passeggiata per via Torino, la sosta è d’obbligo, non fosse altro che per i Levi’s!
L’appuntamento della domenica (informarsi sulle date e i programmi)in quel di Lambrate, via Privata Giovanni Ventura, dal 26 giugno tutto da gustare nella versione estiva East Market Summer Edition. Metri e metri di bancarelle second hand, il paradiso esiste e si trova a Lambrate.
Un nome un perché: come restare ebbri tra vestitini, maglioncini, scarponcini in puro stile anni ’60 ma non solo. Da Hangover infatti si trovano occhiali da sole, bomberini anni ottanta e brillantina per i gusti più soft; calze a rete, corpetti dark e guanti in latex per quelli pù dark. In viale Gabriele D’Annunzio, a pochi passi dalla Darsena.
Il lupo di mare di Ticinese è Lui, il gestore di Big Wolf 74 in via Scaldasole. Una tappa obbligata per perdersi tra le proposte che il nostro mentore dall’impeccabile tenuta steampunk e che propone camicie hawaiane, magliette extralarge di band londinesi di altri tempi, doc Martens vissute da più piedi. Da mettere alla prova!
Il classicone numero 1, il mercato delle pulci più antico e amato dai milanesi, che nel corso degli anni ha cambiato più volte il suo quartier generale, per poi tornare sulle sponde di Ripa di Porta Ticinese. Cos’altro aggiungere? I fumetti introvabili, il meglio della bigiotteria indiana (?), il vinile dei Joy Division che vi mancava per completare la vostra collezione… è tutto qui!
Fuori dai centri commerciali e indossate le vostre blue suede shoes!
Da sempre l’uomo coltiva dentro di sé la pulsione generativa. Quindi o appaghi questo bisogno facendo figli oppure apri una start up. Le start up milanesi non si contano, sono tantissime e ne spuntano di nuove in continuazione.
Ci sembrava giusto dare i nostri suggerimenti in materia.
7 idee per start up milanesi
Per vivere ogni volta in una zona diversa. La si potrebbe chiamare homemore.
La chiamerei “appettorina” e tutti quelli che la scaricano entrerebbero in una classifica che misura quanto corrono. Potremmo pensare a un sacco di categorie: migliore tempo al chilometro, migliore costanza (ore di corsa a settimana), tragitto più lungo, e mille altre.
L’app che ti segnala i buffet gratuiti degli eventi e ti permette di lasciare recensioni. Così gli organizzatori per paura di ricevere dei pessimi feedback la smetterebbero di lesinare sul catering.
Dovremmo per forza chiamarla “appagato”, sia per la soddisfazione di non doversi alzare dal divano e di evitare le code, sia perché il feedback di chi riceve il pagamento sarebbe un’icona con una ricevuta timbrata dalla scritta “ha pagato!”
Ma soprattutto per suggerire agli utenti come fare per districarsi nel dedalo della burocrazia moderna.
Tu inserisci un problema e il mondo di iscritti alla App contribuisce a elaborare la soluzione. Praticamente è quello che avviene su Facebook ogni volta che qualcuno fa o dice qualcosa. Magari non si trova la soluzione, ma almeno riusciamo a liberare le nostre bacheche dai saccenti.
Se è vero che le start up milanesi sono così tante allora non sarebbe male avere un territorio comune nel quale tutti possono mettere a disposizione le loro forze per contribuire a realizzarle.
In questa breve raccolta di note (le fonti sono rare e non sempre sicure) vediamo come nel periodo 1923-1943, in un lasso di tempo, dunque, che contempla anche anni difficilissimi nella vita della nostra città, si sono venute a creare nell’ambito dell’arte/architettura/grafica/design/fotografia, una serie di straordinarie (e poco conosciute) contaminazioni che hanno fatto da trampolino di lancio alle tre vere e proprie “ondate” di innovazione/creatività nel dopo-guerra milanese: il boom economico anni ’60 affiancato nell’arte dalla nascita dello ‘Spazialismo”, uno dei movimenti topici dell’arte moderna mondiale; l’ondata del design anni ’70/’80 che vede il design fibrillare e, a partire dal Salone del mobile, dilagare per le strade della città (a questo riguardo l’attività di Cassina è stata pionieristica agli inizi degli anni ’70 per quanto riguarda il ‘Fuori Salone’) e l’ondata della moda e della Fashion Week anni ’80/’90.
che segna la nascita della Triennale, manifestazione che trova la sua definitiva consacrazione e sede – dopo gli inizi nella Villa Reale di Monza – nel 1933 a Milano, con l’obiettivo di stimolare l’interazione tra il mondo produttivo e le arti applicate. In quest’ottica, negli anni, la Triennale ha assunto un ruolo di amplificatore mediatico e di grande aggregatore della bio-diversità culturale che andava a caratterizzare la metropoli.
Proprio nel primo anno di vita a Milano, la Triennale segna l’importante presenza di Gio Ponti, che porta nella rassegna il Razionalismo italiano, unitamente ad una serie di artisti che segneranno la storia dell’arte nazionale ed internazionale: Giorgio De Chirico, Mario Sironi, Massimo Campigli e Carlo Carrà.
anno della fondazione della rivista Domus ad opera di Gio Ponti: quest’ultimo, promotore e driver della grande contaminazione milanese, merita una menzione particolare. Fu architetto – suoi, tra i tantissimi progetti, il Pirellone, la Clinica Columbus e i Palazzi Montecatini in via Turati; designer, iniziò negli anni ’30 con la strategia di disegno industriale della società della Richard Ginori, che è come un seme piantato nel DNA meneghino, anticipatore dell’ondata del design nella Milano del dopo-guerra; poi saggista, scenografo teatrale, pittore e fotografo sperimentale. Ponti, nel 1932 sulla rivista Fotografia, marca la distanza della fotografia dalla pittura e ne afferma l’autonomia di linguaggio. È il prodromo per il successivo sviluppo di una visione trasversale e il presupposto per la nascita dell’astrattismo italiano che vede il proprio centro nella galleria Il Milione. Intanto, un fervore entusiastico percorre la scena milanese – con molte diramazioni a Como, Torino, Venezia, Roma, Frascati …: nel 1928 nasce Casabella, una storica rivista di architettura, urbanistica e design e Pagano, uno dei suoi direttori, è anche animatore in un cineclub fondato insieme a Comencini e Lattuada (due grandi del cinema italiano); lo stesso Lattuada liceale fondò, nel 1932, insieme ad Alberto Mondadori e Mario Monicelli (altro grande regista del cinema italiano), la rivista Camminare. Fondatore dello Studio omonimo nel campo della grafica, nel 1933 Boggeri collabora con Xanti Schawinsky e giovani grafici come Bruno Munari, Erberto Carboni e Max Huber; proprio quest’ultimo, stabilitosi a Milano nel 1940 e lavorando all’interno dello Studio Boggeri, porta con sé le contaminazioni di forte valenza internazionale costituite dalle influenze del futurismo russo, della fotografia d’avanguardia e della vicinanza con Max Bill e Hans Neuburg. Insieme al designer Abe Steiner, la cui prima mostra grafica risale al 1940, costituivano nella VII Triennale di Milano la coppia di formazione più internazionale del panorama artistico/grafico degli anni ’30/’40.
la rivista di fotografia “Luci e ombre” si apre col commento di Antonio Boggeri, figura chiave del rinnovamento grafico oltre che fotografico. Nel frattempo la fotografia avvia un fortissimo rinnovamento legato anche alle sperimentazioni fotografiche d’avanguardia con la partecipazione di Veronesi (artista e fotografo), Grignani, Munari, Muratore (tutte e tre operanti, anche se con personali e caratterizzanti particolarità, nell’ambito della grafica e del design). Franco Grignani proveniva per esempio dal secondo futurismo; si avvicinò poi all’astrattismo geometrico e al costruttivismo, sviluppando alla fine i propri interessi nell’ambito ottico visivo, con una ricerca anticipatrice dell’optical art , che danno corpo a quella linea “sperimentale” tendente all’astrattismo in fotografia. Un maestro riconosciuto invece della contaminazione e sperimentazione che interessa grafica e fotografia è stato Albe Steiner. Proprio questa contaminazione estrema trova, nel pieno della guerra, cioè nel 1943 con l’annuario di Domus, la sua sintesi. Importanza decisiva viene riconosciuta nell’annuario agli apporti provenienti dal mondo della grafica con la presenza di Antonio Boggeri, Erberto Carboni, Franco Grignani, Bruno Munari, Remo Muratore, Marcello Nizzoli, Albe Steiner e Luigi Veronesi. Gli stessi sono protagonisti del rinnovamento grafico e tipografico che si diffonde in Italia sin dagli anni ‘30 con la V Triennale di Milano del 1933, anno in cui viene fondato da Attilio Rossi il mensile “Campo grafico”. Ricordiamo che per primi Bruno Munari ed Erberto Carboni arrivano a disegnare nuove relazioni tra fotografia e grafica. Ancora qualche notizia sul milanese Munari, definito “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo”: partendo giovanissimo dal futurismo arriva, attraverso una camaleontica attitudine leonardesca, allo spazialismo di Lucio Fontana.
Ecco i terreni di azione: pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica nell’arte visiva; in quella non visiva: scrittura, poesia, didattica.
fu un grande collettore di talenti e fu il driver portante di una forte accelerazione per tutto il settore sopra descritto. L’Astrattismo in Italia presenta – alle origini – due correnti: la prima, vicina alla galleria Il Milione di Milano con Belli, Mauro Reggiani, Lucio Fontana, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi, intenti ad esprimere la bellezza geometrica con un atteggiamento istintivo; la seconda è rappresentata da un gruppo artistico fiorito a Como con Mario Terragni, Manlio Rho e Mario Radice e si riconosce nelle esperienze del Bauhaus sino all’astrattismo geometrico puro costruttivista.
Ricordiamo che l’apertura della stagione dell’astrattismo in Italia fu la mostra di Kandinskij nella Galleria Il Milione del 1934; questo luogo diventa in breve il centro delle esperienze astratte italiane ed è proprio a Il Milione, nel novembre-dicembre dello stesso 1934, che la galleria presenta nella prima mostra dell’astrattismo italiano i pittori Oreste Bogliardi, Virginio Ghiringhelli e Mauro Reggiani; tra la fine dell’anno e il gennaio 1935, propone inoltre Luigi Veronesi con Josef Albers. Nel corso del 1935 Il Milione presenta personali di altri astrattisti italiani: Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Mauro Melotti e Atanasio Soldati.
un vero e proprio incubatore di sintesi e contaminazioni essenziali allo sviluppo futuro di Milano. All’interno del Parco viene collocata la fontana di Mario Radice (uno dei maestri dell’astrattismo italiano), attualmente ammirabile all’ingresso di Como. La presenza straniera è di altissimo livello con Le Corbusier (architetto, urbanista, pittore e designer svizzero), Alvar Aalto (architetto, designer finlandese) e Max Bill (architetto, pittore, scultore, designer e grafico svizzero). Nello stesso anno, Giovanni Scheiwiller, padre di una prossima figura (Vanni Scheiwiller) centrale della cultura milanese del dopo guerra, nel 1936 fonda la sua casa editrice “All’insegna del Pesce d’Oro” oltre ad essere per decenni il direttore della libreria Hoepli.
Siamo quasi alla fine di questi miei appunti sparsi: Alberto Lattuada, ancora lui, nel difficile clima bellico, riuscì ad allestire una retrospettiva di film francesi per la Triennale di Milano del 1940 portando scalpore e conseguenti problemi giudiziari.
Il 1943 è una data importante ed è proprio con lo speciale “FOTOgrafia” di Domus di quell’anno, che terminiamo questa breve carrellata (che, data la scarsità di fonti controllabili, può presentare errori od omissioni), un’uscita che segnò, in quell’anno terribile, la consacrazione definitiva al “moderno”, un moderno che a Milano rifuggiva dagli schemi precostituiti e che dava sempre più attenzione alla prassi sperimentale e trasversale e al multidisciplinarismo, cifra che ha caratterizzato così tanto la Milano dei primi del ‘900 sino ai giorni nostri.
Solo oggi al Vivaio Riva di Via Arena si potrà partecipare a “EXPOP: LA VISIONE E’ REALTA’“, la quinta edizione di Expop, la vetrina di progetti visionari organizzata da Vivaio, associazione no profit, apartitica, che ha l’obiettivo di favorire l’ideazione e lo sviluppo di progetti che possano fare diventare Milano una città leader a livello mondiale attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini.
Dopo la conferenza stampa di ieri, venerdì 24 giugno 2016 presso LAB – Triennale, dove sono stati svelati progetti e progettisti, alle ore 10 di oggi, sabato 25 giugno 2016, prende il via un evento unico nel proprio genere, con una location altrettanto speciale, i cui si possono votare progetti per cambiare Milano.
Vedremo che sarà il successore dei vincitori degli anni passati: Il Parco Orbitale, Il Giardino sonoro, Lo Scooter Sharing (realizzato poi dal Comune di Milano e ora anche da Roma), Wooding e il Bosco Immobile.
LA LOCATION. Vivaio Riva (via Arena 7, Milano). Il Vivaio Riva è il luogo in cui Expop è nato e considerato che nel 2017 sarà a rischio chiusura e questa potrebbe essere l’ultima sua annata, l’Associazione Vivaio cercherà di coinvolgere i cittadini allestendo qui la sua fiera di progetti visionari e dedicando proprio al Vivaio da Salvare una delle sue idee visionarie.
L‘IMMAGINE. Per racchiudere sotto un’unica immagine tutti i progetti visionari che potranno rendere Milano un luogo straordinario è stata selezionata un’opera d’arte contemporanea di natura naive, Il Venditore di Tappeti Volanti dell’autore Elio Nava (olio su tela, 110 cm x 130 cm, 1998, collezione privata). E’ l’estratto di una fiaba moderna per adulti e bambini in cui la fantasia dell’autore e la sua passione per il mondo delle maschere e i carnevali europei si mescolano ad un’esplosione di colori. [LA STORIA: http://www.expop.org/expop-2016- anteprima/]
I PROGETTI SELEZIONATI. Sono suddivisi in 4 macro aree tematiche:
A) SEZIONE VALORIZZAZIONE E SOCIALIZZAZIONE DEI QUARTIERI
B) SEZIONE LIFESTYLE – CIBIAMOCI
C) SEZIONE VOLONTARIATO
D) SEZIONE ‘STAND ALONE’

FUORI CONCORSO: LA SEZIONE SPECIALE AISEEC CON I PROGETTI DEGLI STUDENTI PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL MONDO.
LE VOTAZIONI. Ciascun progetto dialogherà con gli altri in un percorso animato all’interno di Vivaio Riva e una mappa farà da bussola per scovare tutti i progetti. I progetti andranno votati sulla mappa con un punteggio da 0 a 5.
IL VINCITORE. Come ogni anno il vincitore viene scelto in base ai risultati del voto popolare (peso 50%) e del voto della giuria (direttivo Vivaio- peso 50%). Il progetto che avrà totalizzato più punti sarà insignito dell’ambito riconoscimento di vincitore di Expop 2016 e avrà visibilità ai Vivaio Awards 2016
Dalla ventina di progetti pervenuti o scovati da Vivaio, dieci sono arrivati alla finale.
Professionisti, artisti, imprenditori, persone animante dal sacro fuoco del rilancio di Milano come capitale mondiale della cultura, della qualità del vivere e delle imprese innovative, hanno raccontato la loro idea e le hanno dato una forma.
Oltre ai progetti di questa V edizione di EXPOP sono state selezionate anche le proposte pervenute dai giovani studenti di tutto il mondo e aderenti ad Aiesec, la più grande associazione giovanile a livello internazionale che promuove leadership e talento attraverso programmi di scambio – studio e lavoro. Aiesec ha raccolto idee per Milano capitale internazionale di innovazione provenienti da Ghana, Russia, Serbia, Cina.
La partecipazione a Expop e libera e gratuita: tutti possono intervenire, votare il progetto migliore della quinta edizione.
L’appuntamento è per il 25 giugno al Vivaio Riva (di fronte a via Arena 7) per scoprire e votare i progetti più visionari di Expop 2016.
I vincitori verranno proclamati dal 1 luglio sul sito www.expop.org
1.BON
Milano Capitale Mondiale del Cibo Sano. #cibosanoaMilano #EXPOP2016
BON è il primo progetto finalizzato a promuovere il cibo sano e la creazione di menù salutistici e bilanciati in tutti i ristoranti e bar, tavole calde, gelaterie, bistrot e mense aziendali della città.
BON promuove menù in porzioni ragionevoli per la riduzione degli sprechi, metodologie di cottura salutari, menù gluten free e bilanciati, nonchè l’utilizzo di materie prime di origine biologica.
BON e cultura del cibo che fa bene, ed attivo in un programma di comunicazione efficace presso ristoranti, bar, tavole calde e gelaterie supportandoli con formazione continua.
BON promuoverà la creazione del primo CENTRO DEL CIBO SANO, dove i produttori locali potranno essere presenti a rotazione su base settimanale al fine di far conoscere i propri prodotti. I ristoratori potranno presentare i propri menù salutistici. Verranno realizzati convegni sul tema della sana nutrizione e verrà pubblicata la prima rivista interamente dedicata al cibo sano di Milano.
BON e un’idea di Deborah Cantarutti
2. GENERAZIONE ALTRUISTA
#GenerazioneAltruista: diamo impulso all’altruismo dei giovanissimi con una #app e un premio annuale#EXPOP2016
GenerazioneAltruista è l’iniziativa di MilanoAltruista (www.milanoaltruista.org) per supportare la crescita di una generazione di giovani socialmente consapevoli che preferiscono fare qualcosa piuttosto che voltarsi dall’altra parte quando vedono situazioni di bisogno, violazioni dei diritti umani e civili. GenerazioneAltruista si propone di ispirare, supportare e celebrare i giovani che vogliono fare qualcosa per rendere il mondo un posto migliore. Interessa far scoprire il volontariato ai giovani (12-25 anni) che non possiedano già una motivazione forte in tal senso. Sono focalizzati in particolare sui giovanissimi.
3. MARTESANGELES
#Martesangeles:un canale Facebook per riscoprire e valorizzare i luoghi lungo #Naviglio #Martesana #MelchiorreGioia #Crescenzago #EXPOP2016
La valenza innovativa di Martesangeles è la Martesana in sé. Martesangeles è un canale Facebook per mettere in circolo le idee. E’ un progetto di ri-scoperta dei luoghi che si snodano dalla fine di Melchiorre Gioia a Crescenzago, toccando cio che si trova a diretto contatto con il Naviglio Martesana ma anche i luoghi limitrofi su Viale Monza. E’ valorizzare cioè far vedere cio che è stato conosciuto poco fino ad oggi sfruttando risorse già esistenti nel Naviglio ma anche implementandone man mano il significato e il valore aggiungendo a queste attività sociali/eventi in un disegno più grande. E’ una pagina con valenza ecologica che verrà supportata da campagne di sensibilizzazione in collaborazione con alcuni artisti e con gli abitanti del quartiere. Come? Mantenendo un occhio di riguardo al racconto per immagini, delle architetture industriali e non. Attraverso la creazione di eventi in co-partecipazione con i luoghi del naviglio della Martesana (es. spettacoli teatrali, pic-nic al parco, lezioni di yoga, serate a tema, ecc). Con l’organizzazione di campagne sociali che invitano a riflettere sul perché c’è bisogno dell’ecologia. Con la creazione di un brand che non si pone con termini difficili alla comunità del naviglio Martesana ma che accetta tutto e tutti con umiltà.
MARTESANGELES e un’idea di Vittorio Pascale – Vincenzo Aprile
4. MEETALE
Meetale è un incubatore di scrittori digitale: con metodi analitici scoviamo i talenti della
letteratura di domani #EXPOP2016
Immaginate di essere in una casa editrice e di trovare l’almanacco dove da qui ai prossimi anni vi sveleranno le classifiche dei libri più venduti, scritti dagli autori più nuovi. Adesso immaginatevi un luogo nel quale appassionati di scrittura e lettori di ogni genere si incontrano per condividere idee e crescere professionalmente. Questo è Meetale.
Meetale è un incubatore di scrittori digitale, dove attraverso metodi analitici si ha la possibilità di scovare i talenti di domani.
Ad oggi Meetale ha aiutato ha incrementare il fatturato di varie case editrici e alcuni dei suoi autori hanno vinto premi letterari nonché calato le classifiche editoriali dei top seller delle librerie.
Meetale è un progetto di Fabio Biccari
5. ORTOFISH
Portiamo a #Milano una produzione alimentare sostenibile a metrozero grazie alla rete
distributiva di una nuova #community di urban farmers.
Ortofish si prefigge di creare la rete distributiva di una nuova community di agricoltori urbani, gli e-farmers, evolutionary farmers.
Chi aderirà a questa nuova community diffonderà a Milano una produzione alimentare sostenibile locale a metrozero, utilizzando la coltivazione aquaponica.
Questa tecnica consente una coltivazione ortofrutticola fuori suolo e associata all’allevamento ittico, dando vita a prodotti totalmente biologici con una drastica riduzione dell’utilizzo idrico, energetico e di manodopera. Gli e-farmers potranno coltivare in spazi propri, condivisi o pubblici a Milano, con la possibilità di rifornire e rifornirsi all’interno di un sistema di strutture chiamate HUB.
La rete Ortofish distribuirà così una produzione milanese di fragole, menta, zafferano, come primi prodotti a metrozero dei Milano Food Makers.
Ortofish e un’idea di Francesco Bellon e Michela Ricciotti
6. PAUSAMI
@PausamiSocial: la pausa che per #tè. A #Milano un negozio dinamico dove staccare la
spina fa bene al corpo e alla mente #EXPOP2016
Perché i coriandoli del carnevale ambrosiano sono di carta? Che cos’è la barbajada?
”Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” insegnava Ippocrate. Aspetti diversi di un sentire comune: l’uomo è composto da corpo e mente ed entrambi vanno nutriti. Quindi, il Buon Cibo è il mezzo di prevenzione per eccellenza.
PausaMI si occupa di questo attraverso l’offerta di una gamma di prodotti selezionati che vanno dagli alimenti funzionali al tè alle tisane. E’ un negozio dinamico in cui si trova di tutto: si possono assaggiare sapori dimenticati, prodotti biologici, si trovano amici e condividono attività in cui rilassarsi o riacquistare vitalità fisica e mentale. La visione? Che ci siano sempre maggiori prodotti e sempre più consapevolezza di vivere eticamente.
PAUSAMI e un’idea di Grazia Pagliula
7. SALVIAMO IL VIVAIO RIVA
Nel 2017 #Milano potrebbe perdere il suo #Vivaio. #Salviamoilvivaioriva è nato per
salvare un luogo magico, unico nel mondo #EXPOP2016
Nel 2017 Milano potrebbe perdere uno dei suoi luoghi più belli, l’ultimo giardino all’inglese della città: il Vivaio Riva. Scade l’anno prossimo il contratto di gestione che dà diritto alla Sig.ra Luisa Riva e alla Sig.ra Gina Gasparin di mantenere vivo e aperto a chiunque questa chicca nascosta a due passi dalle Colonne di San Lorenzo. Dopo un primo intervento di Vivaio di cinque anni fa, lo scorso maggio l’associazione – che da questo luogo ha preso il nome – ha passato la palla a due esponenti politici che già in passato si sono battuti per questo spazio prezioso: Filippo Barberis (PD) e Alessandro Morelli (Lega Nord). Entrambi hanno avanzato le loro proposte per salvare il Vivaio dei Milanesi [http://www.associazionevivaio.com/index.php/2016/05/20/salviamo-il-vivaio-riva/] ma forse non basta: un nutrito gruppo di presenti ha firmato per essere parte del comitato di #SalviamoilVivaioRiva. E’ davvero una visione che Milano possa conservare questo angolo di profumi e natura in centro città?
SALVIAMO IL VIVAIO RIVA e un’idea di un gruppo di cittadini privati
8. SO LUNCH
La #cucina diffusa online. @so_lunch = chi cucina a casa + chi pranza fuori casa. Pausa pranzo = socialità e benessere! #EXPOP2016
Basta panino davanti al pc! Basta sentirsi soli a casa dopo essere rimasti a casa dal lavoro! So Lunch è un progetto di cucina diffusa che trasforma la pausa pranzo in un’esperienza dove si promuove una nuova socialità urbana. Il progetto mettere in contatto persone che per svariati motivi si trovano a casa a cucinare il pranzo, con persone che non hanno il tempo di farlo ma che vogliono mangiare in modo sano scambiando due chiacchiere. Lavoratori, studenti e chi è a casa all’ora di pranzo costruiscono una comunità tra pari che trasforma una perdita (di relazioni sociali, economica, di benessere derivante da una non corretta alimentazione o oculato utilizzo degli alimenti) in un beneficio socio economico per tutta la società. Fa leva su un approccio collaborativo basato sulla fiducia e su relazioni non solo economiche. So Lunch è una piattaforma di sharing economy che genera inclusione sociale, reddito e buone prassi alimentari attraverso una community trasversale per età, reddito, cultura, esperienze.
SO LUNCH e un’idea di Luisa Galbiati
9. SPAZIO TUTTOGRATIS
#SpazioTuttoGratis è un luogo d’incontro e condivisione basato sul dono, purché in buone
condizioni e facilmente trasportabile #EXPOP2016
In un’epoca in cui non si fa niente per niente, lo Spazio TuttoGratis si propone come un luogo in cui incontrarsi e condividere oggetti in buono stato e trasportabili, fino a 5 pezzi. Promosso dalle associazioni Giacimenti Urbani (Milano) e Passamano (Bolzano) è gestito da volontari e prevede la registrazione di tutti gli eventi perché nessuno si ‘accaparri’ alcunché. L’obiettivo di Spazio TuttoGratis è di ripetere il fortunato esempio aperto a Bolzano nel febbraio 2012, trovare una location a Milano dopo il lancio in Cascina Cuccagna e la non inaugurazione di maggio 2016. Dal dono alla riparazione: “Una volta assestata la fase iniziale, si vorrebbe allargare l’attività legata al dono a quella del recupero e della riparazione organizzando laboratori di formazione per ragazzi e adulti”.
SPAZIO TUTTOGRATIS è un’idea di Donatella Pavan e Alessandro Borzaga
10. WISH (lavoro da favola)
#WISH #lavorodafavola:un soluzione visionaria per aziende che adottano il benessere organizzativo per vivere meglio senza stress. #EXPOP2016
Lavorare bene per stare meglio, stare meglio per lavorare bene, un binomio che possiamo rendere reale con iniziative mirate e già disponibili. La parola chiave del progetto WISH é co- growing: il desiderio – wish di accrescere il benessere organizzativo porta ad aiutare i

lavoratori a performare meglio e quindi ad essere più felici nella loro professionalità e anche nella vita. Lavoro da Favola Associazione culturale con sede a Milano vuole portare nelle organizzazioni la cultura del benessere, perché stare bene significa lavorare meglio-
Per far cio proponiamo interventi integrati nella cultura organizzativa e gestionale che tocchino tre diverse aree: benessere fisico, benessere psicologico, benessere relazionale.
Una proposta visionaria per le aziende milanesi che vogliano lavorare al meglio, abbattendo tutti i fattori di malessere lavoro-correlati. Milano come la prima città più produttiva e ricca, senza stress; mentre l’Italia resta, sulla Costituzione, una Repubblica fondata sul lavoro, il nostro desiderio è far diventare Milano una città-stato fondata sul lavoro da favola.
W.I.S.H. – Wellness Improves Safety & Health è un progetto di Luisa Cozzi, Paola
Favarano, Adele de Prisco
1. Progetto: FOREIX MUSIC CITY
Dall’#Africa una proposta di integrazione e divertimento per riscoprire in città l’importanza del fermarsi grazie alla musica! #EXPOP2016
2. Progetto: MILANO GLOBAL FAMILY
#Milano diventa la prima grande famiglia globale in cui ogni membro proviene da un Paese diverso del globo #EXPOP2016
3. Progetto: NOTE BIANCHE
#Monumenti bianchi sui quali i cittadini scrivono emozioni, poesie e pensieri in un’ambiente di bellezza urbana #NoteBianche #EXPOP2016
4. Progetto: KIDS ATTACK
Una competition a misura di #bambino: con #KidsAttack le loro 5 idee più originali potranno diventare realtà a #Milano! #EXPOP2016
5. Progetto: NON-CONVENTIONAL PLAYGROUNDS
#Parcogiochi non convenzionali, a misura di qualsiasi bambino, per sviluppare creatività ed orientamento spaziale in città #EXPOP2016
6. Progetto: YOU GARDEN
Un’#app che segnala il tasso di inquinamento della tua città e ti suggerisce in tempo reale dove piantare un albero! #EXPOP2016
7. Progetto: SINDACO BAMBINO
Forse i bambini sanno meglio di noi cos’è bene per la loro città: piccoli consiglieri per aiutare i grandi. #EXPOP2016
8. Progetto: MINIMONDO
Un portale di connessione istantanea tra le città: Milano diventa centro focale ed internazionale di un’Europa unita e vicina. #EXPOP2016
Anche i progetti della sezione AIESEC verranno presentati in occasione di Expop e potranno essere votati dal pubblico.
Chiunque fosse interessato, puo segnalare la propria disponibilità a partecipare alla realizzazione dei progetti scrivendo a info@associazionevivaio.it


EXPOP si svolge sabato 25 giugno 2016 presso il Vivaio Riva, in via Arena 7 a Milano (10-21). Expop è aperto al pubblico, ingresso libero.
PER INFORMAZIONI:
Web: www.expop.org
Fanpage: http://www.facebook.com/Expop
EVENTO: www.facebook.com/events/252427451801792/
Twitter: @Vivaio_Expop | #EXPOP2016 Email: info@associazionevivaio.it
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EXPOP e un’iniziativa dell’associazione Vivaio (www.associazionevivaio.it).

foto cover: Elio Nava, Il Venditore di Tappeti Volanti, olio su tela, 110x130cm, 1998, collezione privata
L’Europa è stata mollata. In verità non è poi questa grande sorpresa: gli inglesi verso l’Europa sono sempre stati molto freddi, specie le generazioni più anziane e gli abitanti delle campagne. Difficile oggi capire se per la Gran Bretagna sarà davvero il disastro che molti prevedono, di sicuro una grande sconfitta c’è: Londra. La capitale voleva restare in Europa anche perchè da quando c’è l’Europa unita ha ottenuto grandissimi vantaggi, diventando la capitale continentale in numerosi settori. Si può dire che l’Europa più che un Paese perde una delle sue capitali e questo, passata l’amarezza per chi ama l’Inghilterra, può rappresentare una grande opportunità per chi, come Milano, può aspirare a prenderne il posto.
Vediamo quali sono le 5 opportunità che si aprono per Milano con l’uscita della Gran Bretagna (e di Londra) dall’Europa.
ANDREA ZOPPOLATO
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* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano città stato
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Il 10 giugno, l’ISTAT ha pubblicato il Bilancio Demografico Nazionale, documento molto atteso da studiosi e analisti – anche economici – per elaborare diagnosi e previsioni sullo stato di salute della popolazione italiana. Dunque, anche della società nel suo complesso, economia inclusa.
Questo documento ha un’importanza rilevante anche per chi si occupa di politica e di visioni strategiche. Dal punto di vista milanese, in particolare, il bilancio demografico rappresenta una sorta di tagliando periodico sull’attrattività della nostra metropoli, anche in relazione alle performances dei competitors territoriali e istituzionali più prossimi (provincie lombarde e città metropolitane peninsulari).
I dati del 2015 dimostrano che il Milanese è uno dei pochissimi territori attrattivi e in crescita demografica, nonostante le secche italiche.
Nel contesto lombardo, la Città Metropolitana e la Provincia di Monza e Brianza sono gli unici territori che vedono un aumento della popolazione residente: + 12 mila meneghini e + 1500 brianzoli. Tutte le altre provincie vedono il segno meno, in particolare nella Lombardia orientale.
Allargando lo sguardo alla Penisola, fatta eccezione per le Città Metropolitane di Firenze e Bologna, che vedono un piccolo incremento dei residenti, tutte le altre entità registrano flessioni più o meno ampie (nei casi migliori qualche centinaio di persone, nei peggiori svariate migliaia). La nostra Milano, quindi, svetta di gran lunga con i suoi oltre 10.000 cittadini in più di cui abbiamo detto.
Guardiamo infine il confronto con Roma Capitale. La Città Metropolitana laziale perde circa 1.500 abitanti, ma sono ben 7.500 i “Romani de Roma” che l’anagrafe capitolina non registra più. Al confronto, il Comune di Milano segna oltre 8.500 cittadini rispetto a fine 2014.
Questi dati illustrano, in maniera plastica, il ruolo chiave svolto da Milano e dal territorio metropolitano (che include di fatto, naturalmente, Monza): Milano si conferma crocevia e luogo nevralgico nei flussi di persone che vivono e attraversano la Penisola. Una vera e propria altra Capitale. Certamente più dinamica dell’unica al momento ufficialmente riconosciuta.
Alex Storti
Tutto il mondo celebra l’impresa di Christo sul Lago d’Iseo. Ma suggeriamo al grande artista di fare qualcosa ancora più grande. Perchè Milano sarebbe il suo capolavoro.
Gli automobilisti lo farebbero santo.
Con una lastra di vetro trasparente si potrebbe pedalare sull’acqua.
Ognuno di colore diverso, arancione, giallo, verde fosforescente.
Una stella splendente visibile da tutta la città.
Il dito medio si trasformerebbe in un gesto di saluto.
Il primo total green stadium.
Per far vivere l’ebbrezza dello studio.
Colorate, posate a terra, tutte rivolte verso l’aeroporto, visibili da chi sta atterrando.
Più coerente. E pagherebbero solo gli stupidi.
La sua fama sarebbe eterna.
Nonostante l’hipsteria collettiva, a Milano c’è ancora qualcuno che la barba se la taglia. Ovviamente come avviene per tutto ciò che è di costume, i metodi alternativi tra cui scegliere come tagliarla sono infiniti.
Vediamo un po’ quali sono i pro e i contro di ciascun metodo.
Lametta Bic d’ordinanza. Controindicazioni: inquini come una petroliera. Per l’uomo che deve chiedere scusa.
Attenzione alla lametta appena inserita, perché rischi di tagliarti la gola. Lametta nuova: massima prudenza! Non è un Bic, questo taglia per davvero. Controindicazione: sfregi.
Avvertenze: o sei un barbiere o un chirurgo o lascia perdere. Controindicazione: attenzione alle orecchie. Se ti scappa il rasoio ti cade via l’orecchio.
Attenzione: non è ufo robot ma sono le testine che girano. Avvertenze: surriscaldamento pelle se si tiene troppo fermo. Controindicazioni: se non ti tagli la barba da molto tempo rischi di impigliarti nelle testine rotanti e di provare la sgradevole sensazione di sentirti portare via la faccia.
Indicato per masochisti. Strappa il pelo alla radice. Controindicazioni: Urla.
Ci domandiamo come ti è venuto in mente di comprartelo.
Per tipi con qualche minuto in più alla mattina, ecologico perché non hai la bomboletta della schiuma. Controindicazioni: ritardi.
Sei un gran signore. Non pensavamo che ci fosse qualcuno che ancora va dal barbiere per farsi la barba. Se vuoi scrivere alla redazione siamo disponibili a ricevere donazioni.
Per i cultori della barba, indispensabile per non presentarsi modello orso svegliato da uno sciame di api.
Per i disturbati sessuali. Ci risulta che alcuni abbiano provato a depilarsi con la ceretta, non sappiamo se per piaceri perversi o se per confusione sull’utilizzo della ceretta.
Milano sta vivendo un importante momento storico, nel quale parole come ‘innovazione’ e ‘sinergia’ sono all’ordine del giorno, almeno tanto quanto le famose ‘start up‘.
Io che di start up ne ho una ho voluto guardare a chi è più avanti di me in questo percorso, e così, dopo quattro chiacchiere ed un’intervista, ho deciso di raccontare quelle start up che per coraggio o per amore hanno deciso di avere Milano per mamma.
Sono partito da una realtà davvero innovativa e ricca di sinergie, reduce da pochissimi giorni dalla vittoria del premio Edison Pulse (http://www.edisonpulse.it/idee/sharewood) che l’ha eletta come miglior startup innovativa nell’ambito della sharing economy.
So chiama Sharewood, ed è l’airbnb dell’attrezzatura sportiva.
Il suo fondatore e CEO Piercarlo Mansueto mi racconta chi sono e come il suo progetto può cambiare la vita di tutti i giorni.
Sharewood nasce dalla voglia di viaggiare zaino in spalla e dalla passione per l’attività sportiva che accomuna tutto il team. Volevo fare un viaggio low-cost in Spagna, ma purtroppo o per fortuna, non sono riuscito a rispettare il mio budget iniziale. Anche se uno dei miei amici avesse avuto una tenda da campeggio da prestarmi, come speravo, i costi aggiuntivi all’imbarco sarebbero stati eccessivi, e per questo ho deciso di comprarla in loco. Noleggiare la bicicletta per visitare la città ci ha fatto spendere in media 70€ per mezza giornata. Surfare è stato impossibile, ci costava 90€ al giorno. La scintilla che ha acceso la lampadina è stata conoscere Shara, una ragazza di Tarifa. Lei aveva una tenda e una bici da prestarmi. Conoscerla ha dato una svolta alla mia vacanza, sono uscito con il suo gruppo di amici e mi ha dato ottimi consigli sui luoghi da visitare. Sharewood è nato da un problema; un problema che come noi incontrano tutti i 100 milioni di adventure traveler europei.
Sharewood è la community di viaggiatori che condivide attrezzatura sportiva. Siamo la prima piattaforma peer-to-peer che mette in connessione i proprietari di attrezzatura sportiva come bici, sci, tavole da surf, con i viaggiatori che ne necessitano. È una soluzione win-win che permette a chi possiede attrezzatura sportiva di scegliere un prezzo per il noleggio e guadagnare; ai viaggiatori di risparmiare rispetto alle soluzioni di noleggio tradizionali e conoscere una persona locale con la stessa passione, pronta a condividere consigli utili, che solo i locals conoscono, per un’avventura outdoor anche lontano da casa. Sharewood è una community verticale di sportivi che desiderano praticare ovunque la propria passione, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei principi del turismo eco-sostenibile.
Spesso le persone rinunciano a praticare attività in viaggio per gli alti costi di noleggio o per la difficoltà di trasportare la propria attrezzatura da casa. Sharewood risolve questo problema abbracciando i principi della sharing economy. Quando si viaggia nulla è più importante di conoscere persone locali per avere consigli utili, e se sei un appassionato di ciclismo, surf, sci o campeggio un nuovo amico che condivida con te le sue esperienze. La nostra mission è diventare il primo network di riferimento per tutti gli sportivi europei che desiderano praticare attività outdoor durante i propri viaggi.
Milano è la città dove tutto è nato. Dopo la triennale a Roma, ho deciso di trasferirmi a Milano per proseguire gli studi e sentirmi più vicino al resto d’Europa. Il fermento di questa città ha acceso la mia voglia di mettermi in gioco e creare qualcosa di grande. Senza dubbio Milano rappresenta il polo più dinamico in Italia nell’ecosistema start up, grazie al suo network di professionisti abituati a respirare l’innovazione degli ambienti europei. Avviare una start up in Italia è sensibilmente più difficile rispetto al resto d’Europa, e nonostante abbia avuto l’opportunità di trasferirmi a San Francisco con una borsa di studio, ho deciso di rinunciare e avviare il mio business a Milano. Lavorare nella sharing economy, soprattutto in Italia, è tutt’altro che banale; le persone spesso diffidano ancora del digital e sono restie alla filosofia della condivisione. Ho deciso di cogliere questa sfida perché ho capito che a Milano le persone sono pronte ad accogliere questi temi, già entrati nella quotidianità nel resto d’Europa. Credo che Milano, con i suoi pregi e talvolta difetti, possa essere il punto di partenza e il vagone trainante per portare innovazione in tutta Italia. Con Sharewood lo stiamo facendo, la nostra community in soli cinque mesi è presente in 11 regioni italiane e partendo proprio dall’esperienza maturata a Milano siamo pronti a portare il nostro business in tutta Europa.
Vedo Milano come un ponte. In un attimo puoi prendere un volo e raggiungere Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam, Varsavia per partecipare alle grandi competitions e confrontarti con le altre start up europee. Ogni giorno arrivano a Milano players internazionali per partecipare alle grandi manifestazioni e confrontarsi con il business italiano.
La difficlotà di essere uno startupper a Milano, ma in generale uno startupper italiano, è la difficoltà di reperire investimenti consistenti da parte di Business Angels privati. A causa dei bassi investimenti le startup italiane competono difficilmente con quelle europee perché inevitabilmente la rapidità di crescita dipende in buona parte in modo direttamente proporzionale dalla disponibilità finanziaria. Anche in caso di finanziamenti pubblici siamo penalizzati a causa della lentezza burocratica; dal giorno in cui si vince un bando all’effettiva erogazione del premio passano periodi di tempo inconciliabili con la velocità di crescita di una startup.
Milano è il luogo ideale per mettere in atto i nostri tre obiettivi: promuovere il turismo eco-friendly, la pratica sportiva, la mobilità sostenibile.
Vogliamo che i viaggiatori una volta arrivati a Milano possano essere accolti da persone pronte a condividere le loro biciclette per far vivere loro la città nel pieno rispetto dell’ambiente, evitando di inquinare ulteriormente l’aria con i taxi e le auto a noleggio per gli spostamenti. Vogliamo promuovere i valori legati allo sport in primis tra i bambini e gli studenti universitari permettendo loro di praticarlo anche se fuori sede, grazie all’abbattimento dei costi di noleggio.
La mobilità sostenibile è il principio che abbiamo più a cuore. ll beneficio ambientale legato all’utilizzo della bicicletta genera una riduzione dell’inquinamento ambientale ed acustico pari ad un risparmio superiore ai 3 miliardi di euro (OMS). A parità di distanza un ciclista consuma 200 volte meno energia rispetto all’auto, risparmiando 160 grammi di CO2 ogni 37 Km pedalati (Ivan Illich). Sono dati importanti che l’amministrazione comunale non può non tener conto nella pianificazione delle opere pubbliche, come la tanto attesa ciclabile a Milano.
Grazie alla nostra community, motivata a migliorare l’ambiente e la vita, abbiamo la consapevolezza che anche con una spinta dal basso il mondo possa cambiare.
A Milano con @GoSharewood noleggi bici, sci, surf da appassionati sportivi pronti a condividere avventure outdoor..
Ringrazio Piercarlo e il suo team per l’energia che mi hanno trasmesso, è evidente l’affiatamento e la voglia di creare qualcosa di grande.
Nome startup: Sharewood
Nome fondatori: Piercarlo Mansueto
Quante persone nel team: 6
Anno di Nascita: Luglio 2015
Online da:Gennaio 2016
Profilo Twitter: @GoSharewood
Sito internet: https://gosharewood.com/
Profilo Facebook: https://www.facebook.com/Sharewood.activities/
Una webcam al 20° piano del Bosco Verticale: è questa l’ultima novità diMilano Panoramica che, in collaborazione con Finlibera e MilanoStanze.it, rende possibile una diretta web con tanto di storico, ora per ora, della vista su Porta Nuova e sull’evoluzione degli ultimi cantieri.
“Il progetto prenderà piede in tutta la città – racconta Francesco Langiulli titolare di Milano Panoramica – dove stiamo lavorando sulle location più belle e panoramiche di Milano, prevederemo un comodato d’uso per chi vorrà installare la webcam sul proprio attico panoramico.
E’ in corso di sviluppo un algoritmo che selezionerà in automatico gli scatti dei momenti più suggestivi della giornata così da avere un album fotografico completamente dinamico e sempre aggiornato con albe, tramonti, e cieli mozzafiato da ogni parte della città. A breve metteremo a disposizione il primo servizio di webcam in comodato d’uso che potrà richiedere chi ha un appartamento con vista panoramica.”
La webcam è fruibile all’indirizzo: http://live.milanopanoramica.
Milano è ricca di bellezza manifeste e ancora di più angoli nascosti da rivalutare e che una volta scoperti sveleranno cose meravigliose. Per esempio…
Dopo anni di abbandono a seguito della fine del servizio militare obbligatorio, l’area immensa dell’ospedale militare è stata dedicata al primo Campus universitario italiano, dove alloggiano e studiano 20.000 studenti delle principali università milanesi.
Il campus include anche l’ex-piazza d’armi che l’esercito utilizzava per le manovre dei carri armati, divenuta il più grande parco milanese dopo Parco Sempione.
L’edificio a stella del famoso carcere milanese, secondo il modello settecentesco del panopticon, non ospita più detenuti ma è divenuto la sede della Cittadella della Musica, dove talenti musicali di tutto il mondo vengono per perfezionarsi e diventare grandi musicisti: dalla musica classica a quella contemporanea, al jazz, etc.
L’aeroporto di Linate è stato chiuso per far diventare Malpensa l’hub del trasporto aereo internazionale per i viaggiatori business del Nord Italia. Nell’area del vecchio aeroporto è stato costruito il nuovo Stadio Olimpico di Milano, dove i tifosi arrivano grazie al nuovo collegamento della metropolitana. Con grandi vantaggi per l’ordine pubblico.
La più grande statua equestre del mondo, donata a Milano da mecenati americani, è stata finalmente tolta dall’Ippodromo e collocata di fronte alla Stazione Centrale ad accogliere i viandanti che arrivano a Milano con il treno. Il simbolo del genio leonardesco si può adesso ammirare in prospettiva fin da Piazza della Repubblica.
L’edificio abbandonato delle Officine Innocenti è diventato il Crystal Palace di Milano, il più grande salone di esposizioni internazionali di arte moderna. E quando non ci sono eventi di pittura e scultura, diviene la più grande pista da ballo per festival internazionali di ogni tipo di danza.
L’area dove si è tenuta l’Expo 2015 è divenuta la nuova sede della Banca Mondiale (che dagli USA si è trasferita in Europa, quando l’UE ha preteso il riconoscendo di azionista di maggioranza, come prevede il suo statuto). Gli Stati membri hanno dovuto scegliere una importante città europea non capitale, per una questione di indipendenza politica, e Milano si è presentata come la scelta ideale, per peso economico, qualità della vita e posizione geografica.
Dopo anni di abbandono l’edificio storico ottocentesco del Tiro a Segno è stato ristrutturato e ospita l’Accademia internazionale del Gusto dove aspiranti chef di tutto il mondo seguono corsi di cucina e perfezionano il loro talento, ottenendo un prestigioso diploma per lavorare nei più importanti ristoranti. Grazie a questa accademia, Milano è finalmente entrata nella classifica delle città più importanti per l’alimentazione.
Milano riscopre lo storico dialogo con l’acqua attraverso la riapertura di un naviglio al centro di Via Melchiorre Gioia, dalla Martesana fino alla vecchia chiusa dell’Incoronata. Questa opera ha risolto il problema annoso delle periodiche esondazioni del Seveso, che adesso può sfogare nella nuova via d’acqua i suoi livelli eccessivi, senza allagare un quartiere di Milano.
La statua del protagonista delle cinque giornate di Milano, a cui fu dedicata la omonima marcia di Strauss, è stata regalata da Praga a Milano, in segno del comune passato asburgico. La statua del vittorioso generale austriaco, che giaceva in un deposito della capitale ceca, è stata collocata nei giardini di Via Brisa, di fronte alla storica sede di Palazzo Arconati (distrutto dai bombardamenti), già dimora privata di Josef Radetzky, che amò tanto Milano da volerci rimanere anche in pensione fino alla sua morte.
Di fronte agli esempi di bonifica del Tamigi e del Bacino della Ruhr il Sindaco di Milano, insieme al Presidente della Regione, ha ottenuto dal Governo una legge speciale che ha inasprito le norme sugli scarichi nei fiumi Lambro e Olona. Milano adesso ha la sua spiaggia sul Lambro, con punti di balneazione nei Parchi Lambro e Monluè.
UGO POLETTI
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
L’estate è piovosa o le strade metropolitane sono troppo grigie e tristi? Una botta di colore arriva dal ‘basso’ e a Seul come a Boston, le pavimentazioni urbane si colorano, fioriscono, raccontano storie fantastiche non appena si bagnano un po’.
Anche in estremo Oriente come negli States è tutto merito di una vernice idrochimica, così simpatica da attivarsi e quindi rivelarsi solo quando bagnata con l’acqua.
A realizzare questi murales è stato il gruppo di designer della Corea del Sud, collettivo D&AD, insieme a Pantone.
Il risultato che si chiama “Project Monsoon“, ‘progetto monsone’ come quelli che si abbattono da quelle parti e portano 3 settimane di piogge ininterrotte ogni anno, è un lavoro di street art magica.
Per ora, però, solo visionario.
Quelli che vi mostriamo solo solo dei rendering che stanno facendo il giro del mondo e della rete.
Anche in questo caso, la fonte di ispirazione per le storie e le immagini narrate traggono ispirazione dalla dalla cultura sudcoreana e hanno l’obiettivo di ricreare dei fiumi nelle strade.
La pioggia ininterrotta darà fastidio, ma almeno un po’ di colore rallegrerà gli spiriti e renderà più piacevole la città. E queste due immagini del ‘com’è’ e ‘come sarà’ rende bene l’idea, no!?
Congratulazioni a Beppe Sala.
Ci auguriamo cinque anni di innovazione e di progetti visionari che portino Milano a competere con le migliori città del mondo.
Evviva Milano, Evviva Milano Città Stato
“Milano in confronto alle altre città è come il sole tra i corpi celesti” (Bonvesin De La Riva, De magnalibus urbis Mediolani, anno 1288)