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Navi, crocifissi magici e case-castello: le sorprese del quartiere più «americano» di Milano

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Villa La rotonda - ph. @clauz73 IG

Milano ha il vizio di concentrarsi troppo sul centro. E perdere di vista i suoi angoli più straordinari in periferia. Un esempio? Alzi la mano chi conosce la Cagnola. Un quartiere quasi ignorato dai milanesi ma tra i preferiti da svizzeri, tedeschi e, soprattutto, dagli americani. 

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Navi, crocifissi magici e case-castello: le sorprese del quartiere più «americano» di Milano

# Dai Corpi Santi agli Asburgo 

credits: blog.urbanfile.org

La Cagnola era una parte dei Corpi Santi di Milano, con cui si indicava, fino al 1800 circa, il cerchio di territorio fuori delle mura spagnole. In questa fascia c’erano le cascine e i borghi che circondavano il comune di Milano. 

Nel 1500 Cagnola, accostato ai comuni di Boldinasco e Villapizzone, era già di notevoli dimensioni e risulta menzionato in un atto notarile firmato dall’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo

Nel 1755 gli Asburgo trasformarono il nome in Comuni rurali.

# L’area da piazzale Accursio a Piazza Firenze

Il curioso nome ‘Cagnola’ quasi certamente deriva dal nome di un proprietario fondiario che risiedeva qui nell’antichità. Il borgo si sviluppava a ridosso della antica via Varesina che partiva da Porta Tenaglia e arrivava a Saronno o Varese. Comprendeva l’attuale piazzale Accursio, che un tempo si chiamava Piazza del Bersaglio, a causa della presenza del Tiro a segno nazionale, e si estendeva fino al cosiddetto Rondò della Cagnola, oggi Piazza Firenze. Nel 1923 il comune di Milano annesse Villapizzone, Musocco, Garegnano, Boldinasco e il quartiere Cagnola. La viabilità fu modificata e nacquero in quel periodo via Gassendi e via Pacinotti.

# Il “furto” dei tre santi in marmo: dalla Cagnola al Castello Sforzesco

credits: blog.urbanfile.org

Nel 1644 gli abitanti della Cagnola decisero di far erigere un oratorio e posizionarlo al confine con i tre comuni in cui il borgo era suddiviso. L’oratorio fu intitolato a San Giovanni Battista.  Di tale costruzione oggi rimangono solo tre statue in marmo bianco del 1400 che raffigurano tre santi nell’atto della preghiera e che oggi sono conservati al Castello Sforzesco.

# Il crocifisso magico trasferito a Campione. Galleggiava per davvero!

credits: blog.urbanfile.org

Un altro pezzo storico è stato portato via dal quartiere. Questa storia mescola sacro e profano. Alla Cagnola vi era un’antica osteria, anch’essa ormai scomparsa, chiamata dell’Ostone che era posizionata proprio in fronte all’oratorio di San Giovanni Battista. Di fronte all’osteria fu ritrovato sul fondo della roggia un crocifisso in rilievo su marmo. La leggenda vuole che il blocco di marmo scolpito galleggiasse sull’acqua. Fu raccolto e appeso nell’osteria: oggi lo si può ammirare nella Galleria Civica di Campione d’Italia.

# Un assaggio di Svizzera a Milano

All’interno del quartiere, nelle adiacenze di viale Certosa, si trova un insieme di vie che celebrano lo stato confinante con la Lombardia: la Svizzera. Via Chiasso, Bellinzona, Locarno e Monte Generoso. La caratteristica di queste vie è la presenza di piccole ma molto eleganti villette liberty.

# Il Liberty District: Cinema Trieste e Tennis Club Bonacossa

credits: blog.urbanfile.org

In via Giovanni Antonio Plana, di fronte al civico 20 si trova un meraviglioso palazzo liberty. In via Pacinotti poi si trova un edificio del 1912 che era un cinema, il cinema Trieste. E’ uno degli edifici liberty più di pregio della zona. Nel tempo è diventato cinema Sempione e ha in seguito conosciuto momenti di abbandono e incuria. Oggi è stato restaurato e trasformato in uno spazio culturale.

Anche in via Pietro da Cemmo è possibile notare rilievi smaltati con motivi floreali in stile liberty che sovrastano i portoni di ingresso delle abitazioni. Poco distante da via Plana si trova però la perla liberty per eccellenza: il Tennis club Bonacossa. Questo palazzo meraviglioso è nello stesso tempo un’istituzione dello sport cittadino e un bene culturale ed artistico di pregio. Fu progettato nel 1923 dall’architetto Muzio per il conte Bonacossa, a cui fu dedicato.

# Le case-castello

Villa La rotonda – ph. @clauz73 IG

Girando per il quartiere ci si imbatte in case o villette alquanto particolari. In via Gassendi 3 e in via Bodoni,  per esempio si possono trovare  strani edifici multicolore che assomigliano a dei piccoli castelli. Sempre restando sul tema castelli è impossibile non citare le ‘case-castello’ presenti all’angolo tra via Bartolini e via Arimondi. Sono case merlate realizzate all’inizio del secolo scorso, recentemente acquistate dall’hotel Mercure.

# Sta diventando il quartiere americano: dal Poligono alla Piazza della Libertà

Tiro a Segno riqualificato

In piazzale Accursio si trovava il tiro a segno nazionale, un edificio realizzato nel 1906 con il nome di ‘Poligono della Cagnola’ che sorgeva nella ex piazza Bersaglio, oggi piazzale Accursio. I soci milanesi tiratori furono qui ospitati fino al 1972, anno in cui si trasferirono. Nel 1985 viene posta sotto tutela come bene monumentale perché rappresenta un esempio di architettura liberty e perché possiede al suo interno particolari di valore storico ed architettonico. L’intero edificio originariamente è stato ceduto al consolato americano di Milano che sta trasformando l’intera area. Stanno infatti sorgendo la Piazza della Libertà, il Parade Ground e il Liberty Building.

# Ma quella è una nave o un benzinaio?

In piazzale Accursio, oltre al Tiro a segno, c’è un altro particolare interessante. Percorrendo viale Certosa in direzione nord, laddove si forma una biforcazione con viale Espinasse, proprio in tale biforcazione si trova questa stazione di servizio della AGIP, costruita negli anni ’50 e rimasta in attività fino agli anni ’80. L’edificio è molto originale perché realizzato somigliante alla tolda di una nave. Le pensiline sembrano essere ali di un aviogetto. Negli anni 50, in pieno boom economico, l’architettura rispecchiava lo spirito di movimento, di fermento che permeava la società dell’epoca. Qualche anno è diventato Garage Italia su intuizione di Lapo Elkann. 

Continua la lettura con: Quando il quartiere Rebecchino era il centro di Milano

GIULIA PICCININI (Aggiornato da Redazione)

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Un milanese si fa sempre riconoscere. Anche su una pista da sci

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Soprattutto su una pista da sci. 

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Continua con:  Come a Ibiza si immaginano un concerto alla Scala

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Ma dove andando il mondo del food a Milano? Le 5 tendenze per il 2025

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osteriadeibinari IG

In una metropoli nota per la celerità dei cambiamenti, che si evolve di continuo e che non teme le novità, ecco le tendenze che caratterizzeranno la ristorazione milanese del 2025 appena iniziato.

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Ma dove andando il mondo del food a Milano? Le 5 tendenze per il 2025

#1 Si va sempre più verso Est

glutenfrix IG – Sushi and sound

In generale si registra un interesse crescente verso la cultura orientale in senso lato. Un interesse che riguarda in primis la ristorazione legata alle proprie tradizioni che non vengono sporcate per assecondare il gusto occidentale. Un fenomeno a tutto tondo, che abbraccia sia i ristoranti di alto livello e sia lo street food, quest’ultimo, sempre più radicato in città e sempre meno circoscritto alla sola Chinatown. 

#2 Mono-proposte: tutto in uno

goldstyles IG – Casa Ramen

Una sola pietanza, o cibo, declinata in più varianti. Ramen, ravioli, risotterie o locali specializzati in cotolette o polpette. Cresce insomma la curiosità verso pietanze proposte in molteplici versioni, da quella classica a versioni più gourmet.

#3 Cucina etnica verso mete sempre più esotiche

Credits mariocalixtro IG – Vietnammonamour Milano

Milano ne è sicuramente la capitale indiscussa e non potrebbe essere diversamente in una metropoli internazionale. La cucina etnica piace perché è teatro di novità, sperimentazione di gusti nuovi, fucina di sapori insoliti e foriera di curiosità verso un mondo diverso dal nostro. Un modo per viaggiare alla scoperta di nuovi cibi e nuove culture. 

#4 La riscoperta della cucina milanese DOC

Ph. @italian.food.milan.blogger IG

Va bene la cucina etnica, ma la tradizione non va abbandonata. Anzi, va riscoperta nei suoi più autentici e genuini sapori. Via quindi ai piatti italiani e in particolare, via ai piatti della tradizione meneghina come risotto, cotoletta, mondeghili e ossobuco. I pilastri della cucina milanese vengono mantenuti intatti perché si può guardare al futuro soltanto se si è fieri portavoce della propria tradizione.

#5 Il boom delle esperienze immersive

viewliverestaurant IG

Il cliente va coccolato ed accompagnato con garbo verso una vera e propria esperienza di gusto ma non solo. Esperienza visiva grazie a lampadari strani o luci soffuse, installazioni artistiche o esperienze uditive grazie a buona musica e olfattive per via di profumi particolari. Atmosfere uniche che si portano a casa destando forti emozioni. Come quando si è visto un bel film al cinema.

Continua la lettura con: I ristoranti di Milano dove si fa festa, si canta e si balla

ALESSANDRA GURRIERI

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I protagonisti del primo film girato a Milano in esterna

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Jockey

Compie centodieci anni il primo film girato con scene in esterna a Milano. Scopriamo la sua trama e quali sono state le location utilizzate.

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I protagonisti del primo film girato a Milano in esterna

# “Il jockey della morte”

masedomani.com – Cineteca Milano – Il Jockey della Morte

Centodieci anni fa veniva girato il primo film, con scene in esterna, a Milano. Era infatti il 1915 quando il regista danese Alfred Lind, con una fama ormai consolidata, girò il lungometraggio “Il jockey della morte”. La casa di produzione fu la meneghina “Armando Vay”, che aveva sede nell’ex Corso San Celso. I decenni e una oggettiva trascuratezza, avevano reso la pellicola assai rovinata, ma nel 2004 la Cinematheque Royale del Belgio ha provveduto a restaurare l’opera “ripulendo” la pellicola, che passerà dai 1600 metri iniziali ai 1180 dopo l’intervento di circa vent’anni fa (durata oggi di 58′ 18”).

Il film in oggetto è rigorosamente muto, con l’accompagnamento musicale attuale realizzato dal gruppo ARTO di Bologna. “Il jockey della morte” vede la recitazione del regista Lind (nel ruolo di Henry), di Miss Evelyn (in quello di Elda) e di Trude Nick.

# La trama del film

Jockey

La storia è romantica, con connotazioni da film “giallo”: il Conte Raoul de Castelroc viene ucciso da un proprio socio. Quest’ultimo ha l’ambizione criminale di voler prendere possesso delle proprietà del nobile. Non solo, per non avere rivali nell’accaparrarsi le ricchezze, il collaboratore si disfa della della figlia ancora in fasce (Elda) di Raoul, consegnandola a marito e moglie circensi, in cambio di denaro e della promessa che i due spariscano al più presto con la bambina. Quindici anni dopo, arriva al castello il giovane Visconte Henry de Castelroc, nipote di Raoul, il quale, venuto a sapere della morte dello zio, chiede conto al collaboratore assassino sulle eventuali ricchezze del Conte. Il criminale, che intanto abitava nel castello della sua vittima, non dà spiegazioni sufficientemente esaurienti al ragazzo. Henry si mette alla ricerca della cugina, che ora lavora in un circo come funambola, schiavizzata dai coniugi ai quali, quindici anni prima, il collaboratore del Conte aveva ceduto la stessa ragazza, quando era ancora piccina.

# La svolta thriller

masedomani.com – Cineteca Milano – Il Jockey della Morte, fuga sui tetti

Mano a mano che la storia si svolge, si arricchisce di una ventata di thriller, con Herry che, per “agganciare” Elda, si traveste da cavaliere circense con il costume da scheletro, esibendosi nello stesso circo dove lavora la giovane cugina. Poi c’è la fuga, avventurosa, spericolata e romantica, dei due giovani, dalle grinfie dei coniugi che avevano adottato con l’inganno Elda. Una fuga tra equilibrismi mozzafiato sui tetti, attraversamenti di fiumi, lanci dai ponti, per finire in una estrema nuotata che finisce su una spiaggia di un corso d’acqua. Dove li raggiunge il perfido collaboratore e assasino dello zio (che, d’accordo con i genitori adottivi della ragazza, vuole l’eliminazione dei due cugini) ma, invece di ucciderli, si pente del male inflitto al Conte e si suicida.

Il lieto fine è garantito, col matrimonio tra Henry ed Elda, che vanno ad abitare nel lussuoso Castello del Conte Raoul de Castelroc, entrando in possesso, come è loro diritto, delle ricchezze di quest’ultimo. 

# Tutte le location del film: da Milano a Varese

festival.ilcinemaritrovato.it – Il jockey della morte, scena al Teatro dal Verme

Come dicevamo, questo film è il primo girato in esterna a Milano, alcune scene sono state effettuate in provincia di Como, altre di Varese: la residenza della famiglia Castelroc, che si vede nelle scene iniziali e in quelle finali, è il Castello di Carimate (Co), risalente al 1345.

La struttura che ospita gli spettacoli circensi che si vedono nel film, è il Teatro dal Verme di via San Giovanni sul Muro. Lo stesso stabile è protagonista nelle le scene in cui Henry ed Elda scappano dalla malvagia prevaricazione dei coniugi che quindici anni prima avevano preso la ragazza. Sui tetti del Teatro avviene una prima roccambolesca fuga, poi la scena si sposta nel varesotto, dove i due giovani innamorati si arrampicano sul ponte sul Ticino, per poi gettarsi nel fiume stesso. In lontananza, sull’altra sponda del fiume, si vede Castelletto Ticino, nel novarese.

FABIO BUFFA

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15 cose che solo chi vive in una casa di ringhiera può capire

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Una delle cose che ho scoperto quando sono venuto a vivere a Milano è la casa di ringhiera.

Le case di ringhiera, o case a ballatoio sono una tipologia di edilizia popolare tipica del primo 900 che prevede la compresenza in ciascun piano dell’edificio di più unità abitative che condividono lo stesso balcone.

In pratica la porta di casa si trova su un lungo balcone comune che percorre tutto il piano.

Milano è piena di case così e chi ci vive ha imparato alcune cose.

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15 cose che solo chi vive in una casa di ringhiera può capire

casa di ringhiera

#1 Quando devi spiegare cos’è una casa di ringhiera a chi non l’ha mai vista dici che è uguale ai motel dei film americani ma invece di affacciarsi sull’autostrada si affaccia su una corte interna silenziosa e riposante.

#2 Nel tuo piano c’è sempre un’anziana signora un po’ matta che controlla tutto quello che fai.

#3 L’ultima casa della ringhiera è privilegiata perché non ti passa davanti nessuno.

#4 Tranne l’anziana signora di prima che viene a controllare che tutto sia in regola e ti ricorda di innaffiare le piante.

#5 Alcuni balconi sono scivolosi e con il parapetto così basso che i tuoi ospiti hanno paura di cadere giù.

#6 Quando cerchi il coinquilino del piano di sopra per risolvere il problema di un’infiltrazione d’acqua, lui è sempre un coinquilino fantasma che vive da qualche parte nel centro america.

#7 Se c’è una bella ragazza nello stabile non riuscirai mai a capire quale sia il suo appartamento, anche se vivessi lì per anni.

#8 In compenso se hai finito l’olio puoi sempre chiederlo in prestito alla signora anziana di prima.

#9 L’ascensore è sempre occupato.

#10 Essendo case di inizio 900 le mura sono molto spesse e isolano bene i rumori. Per questo quando qualcuno deve urlare lo fa sul balcone, rivolto al cortile interno. Così rimbomba.

#11 Non è vero che le case di ringhiera sono di basso profilo. Alcune sono piuttosto lussuose.

#12 Se sei appassionato di gossip sul vicinato ti basta fare amicizia con il portinaio.

#13 Quando c’è un problema i consiglieri arrivano rapidi come il giustiziere della notte.

#14 I parcheggi interni alla corte si tramandano di generazione in generazione come il daltonismo.

#15 Quando ti trasferisci un po’ ti manca. 

Continua la lettura con: Milano – Berlino con il Frecciarossa

FRANCESCO BOZ (RIPUBBLICATO)

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L’unica strada di Milano con il nome di un austriaco. Ed è tra le più belle

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credits: caffetteriadellemore.forumcommunity.net

Anche se c’è chi lo vuole nascondere, Milano è rimasta austriaca per molte cose. Ma non per questa. 

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L’unica strada di Milano con il nome di un austriaco. Ed è tra le più belle

# Milano è rimasta austriaca?

Maria Teresa d’Austria – Credits: ilsussidiario.net

Tra Milano e l’ultima dominazione straniera rimane un legame indissolubile. Gli esempi sono numerosi. In primis nel dialetto: tra le parole di derivazione austriaca troviamo baüscia, ghεll da “geld” soldi e skosu da “Schoss” grembo. Anche uno dei simboli di Milano, la michetta, deriva dal Keisersemmel, un pane a forma di rosa portato in Lombardia da funzionari asburgici. Sui palazzi più antichi di Milano si vedono ancora i numeri civici teresiani. Fu il marchese Ferdinando Cusani, giudice delle strade, su incarico del ministro austriaco Wilczeck per volontà dell’imperatore d’Austria Giuseppe II, a far appendere nel 1786 sulle strade di Milano il nome della rispettiva via. A ogni casa venne assegnato un numero nominato “teresiano”, perché utilizzato sotto Maria Teresa d’Austria. E ancora risalgono all’epoca degli Asburgo il Teatro alla Scala, l‘Accademia di Brera e la Biblioteca Nazionale Braidense, costruiti per ordine dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Senza contare la sobrietà tipica di Milano, più simile al mondo a nord delle Alpi che a quello mediterraneo. Ma c’è qualcosa che invece è stato nascosto. 

Leggi anche: 10 cose in cui Milano è rimasta austriaca

# I nomi delle strade

Via Mozart - villa necchi
Via Mozart – villa necchi

Mossa tipica per cancellare il passato: la toponomastica. Spesso chi arriva cerca di cancellare i segni di chi c’era prima. Così è successo anche nell’Italia risorgimentale: con l’unificazione del Paese, si è cercato di nascondere le tracce degli Austriaci nei territori a loro strappati dal neonato Regno d’Italia. Così strade e piazze di Milano furono rinominate. E sono scomparsi nomi austriaci. Tranne uno. 

# Il genio “innamorato di Milano”

Resiste una strada con un nome austriaco. Si tratta di via Mozart, nel cuore del Quadrilatero del Silenzio. La strada che ospita Villa Necchi Campiglio oltre ad alcuni dei più bei palazzi di Milano. Si tratta di un genio che la strumentalizzazione politica si è guardata bene dal cancellare. Ma c’è anche un’altra motivazione: il compositore austriaco si era innamorato di Milano a tal punto di voler venire a vivere qui. 

Mozart arrivò per la prima volta che era un ragazzino di 14 anni. Era il 23 gennaio 1770, in una turné che lo portò ad esibirsi in diverse città italiane. Malgrado la giovane età era già famoso e venne ospitato sotto la protezione del governatore della Lombardia.

Mozart ritornò più volte a Milano nel corso della sua breve vita. Qui compose l’opera Mitridate re del Ponto che venne messa in scena per la prima volta al Teatro Ducale il 26 dicembre 1770.

Villa Necchi Campiglio – Via Mozart, 14

Il genio di Salisburgo ritornò ancora a Milano il 24 agosto del 1771: lamentandosi per il gran caldo. Mozart si trattenne a Milano fino alla fine dell’anno dove compose diverse sue opere, sperando di trovare impiego permanente in città al soldo dell’arciduca Ferdinando, ma il suo desiderio si infranse contro la volontà di Maria Teresa d’Austria che riteneva Mozart non all’altezza di quel ruolo. 

L’ultima permanenza di Mozart a Milano fu nel novembre del 1772 e in quel periodo Mozart scrisse alla sorella “Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco che si chiama Mercante in Fiera; appena torno a casa ci giochiamo”. I Mozart tornarono in Austria nel 1773 e Amadeus non vide mai più la nostra città.

Continua la lettura con: Le strade di Milano con le case meno care

ANDREA ZOPPOLATO

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La parola in milanese che si sente più spesso a Milano

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Anche lo zucchero parla milanese

Anche se il dialetto milanese è ormai merce rara, girando per le strade di Milano capita di sentire risuonare qualche sua parola. Ma quali sono quelle più utilizzate? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Questa la top 10. 

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La parola in milanese che si sente più spesso a Milano

#10 Ussignur  

credit: ciakmagazine.it

Esclamazione tipica usata dai milanesi per esprimere stupore di fronte a situazioni inconcepibili o grottesche. Questa imprecazione viene utilizzata in contesti che sfidano la logica, come un’invocazione disperata che, al contempo, manifesta grande compassione

#9 Va da via i ciapp

Significa letteralmente “Vai a dare via le chiappe”. Viene usato per mandare a quel paese in modo raffinato.

#8 Robb de matt 

Il significato in italiano è chiaro: “roba da matti”. Viene usata come esclamazione per commentare un fatto assurdo, inconcepibile, inspiegabile.

#7 Va’ a ciapa’ i ratt

Boldi- Faccia da pirla

“Colui che cattura i topi”. Un’espressione che è ancora molto popolare in frasi memorabili come “Va a ciappà i ratt”, che in dialetto milanese significa “levati di torno e, se proprio non sai cosa fare, vai a prendere i topi!”. La versione elegante di “Va da via i ciapp”.

#6 Barlafüs

In sesta posizione Barlafüs. Il barlafus era uno strumento impiegato nella filatura che non svolgeva una funzione fondamentale. In seguito, il termine è stato esteso a qualsiasi strumento di utilità limitata e viene ora utilizzato per descrivere una persona di scarsa importanza.

#5 Figa

Figa

Quinto posto per il termine che rappresenta maggiormente il milanese per chi non è di Milano. “Figa” viene spesso impiegato come intercalare e per enfatizzare una situazione particolare. La “i” viene spesso allungata per dare maggiore enfasi a un evento appena avvenuto o a una notizia ricevuta. È certamente una delle parole più frequenti, utilizzata in ogni posizione della frase e in qualunque contesto.

#4 Alura

Medaglia di legno per “alura”. Può essere usato in diversi modi, come saluto iniziale “alura bela gent”, ma anche come chiusura di uno domanda, ad esempio per sapere come è andata una determinata coasa: “Ue, Giuan, alura?” oppure come dire: “diamoci una mossa!”.

#3 Ciumbia

Si tratta di un’esclamazione generalmente bonaria, spesso usata come intercalare, simile a “Ma dai!”, “Accipicchia!”, “Accidenti!” o “Urca!”.

#2 Sperèmm 

Il secondo posto è della parola Sperèmm. In questo caso si tratta di un auspicio che tutto si risolva per il meglio: speriamo bene…

#1 Pirla 

Faccia da pirla nel Ragazzo di Campagna

Non solo è la parola più milanese al mondo, ma anche quella usata più spesso. La parola pirla originariamente si riferiva a una trottola, ma con il passare del tempo ha assunto una connotazione più offensiva, diventando l’insulto milanese per eccellenza. Nel cinema tra i più famosi ad usarla è stato Boldi, come nella frase rivolta a Pozzetto nel film il Ragazzo di Campagna: “ma lo sai c’hai la faccia da pirla”.

Continua la lettura con: Questa è la parola più milanese del mondo

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7 gite fuori porta nei dintorni di Milano da fare almeno una volta nella vita

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Morimondo. Credits: im_lost_in_vacation (INSTG)

Le mete imperdibili a meno di un’ora di auto dalla città da raggiungere in un giorno di festa, rientrando entro sera. Ecco la nostra selezione.2

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7 gite fuori porta nei dintorni di Milano da fare almeno una volta nella vita

 

#1 Chiaravalle dove è nato il “Grana Padano”, famosa per la sua abbazia cistercense

Credits: Urbanfile

Per cominciare si resta all’interno dei confini di Milano. Il quartiere di Chiaravalle è interamente circondato dalla campagna e immerso nel Parco Agricolo Sud. Si è formato nel medioevo intorno all’omonima abbazia cistercense, fondata nel 1135 da san Bernard de Clairvaux, il Cistercense che introdusse in Lombardia l’uso dei canali per l’irrigazione. Il Grana Padano è nato qui. Negli ultimi anni è stato ripristinato il mulino ad acqua per macinare il grano e chiunque può andare a prodursi la propria farina. Sembra di essere in aperta campagna invece si è ancora dentro i confini del Comune di Milano. Suggerito pranzo in una delle cascine dei dintorni, come la Gaggioli. 

Leggi anche: 7 QUARTIERI di Milano che una volta erano PAESI AUTONOMI

#2 Abbiategrasso, il Castello Visconteo è il suo simbolo

Credits: milanoguida.it – Abbiategrasso, Castello Visconteo

Abbiategrasso è il più importante centro agricolo-industriale a sud-ovest di Milano. Il suo territorio giunge fino alle sponde del Ticino ed è attraversato da numerosi canali artificiali, tra cui il Naviglio Grande che arriva fino alla Darsena milanese. Tra i monumenti da non perdere ci sono il Castello Visconteo della fine del 1200, la Basilica di Santa Maria Nuova e l’ex convento dell’annunciata, realizzato per volontà di Galeazzo Maria Sforza.

Leggi anche: 5 curiosità su ABBIATEGRASSO, il comune più GRANDE dell’hinterland di Milano

#3 Morimondo, uno dei borghi più belli d’Italia immerso nel Parco Regionale della Valle del Ticino

Nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia c’è anche Morimondo, a 30 minuti dal centro di Milano. Famoso per la sua abbazia cistercense, la cui costruzione è iniziata alla fine del 1100 e che prende il nome dall’abbazia di Morimond a Digione. È un’oasi verde nel Parco Regionale della Valle del Ticino e ospita ben 14 cascine, alcune delle quali derivano direttamente dalle grange fondate dai cistercensi, come Fallavecchia, Fiorentina, Monte Oliveto, Coronate, Basiano, Ticinello, altre sono diventate agriturismi.

Leggi anche: 5 + 1 primati e curiosità su MORIMONDO, il comune del “distanziamento sociale”

#4 L’abbazia di Viboldone, fondata dagli Umiliati, con affreschi della scuola di Giotto

Credits: thecolumbiaway.eu – Abbazia di Viboldone

In una frazione di San Giuliano Milanese possiamo ammirare l’abbazia di Viboldone, fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati. Apprezzata per bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi di scuola giottesca, tra i quali un bellissimo Giudizio Universale, è uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia. 

#5 Vigevano, la piccola bomboniera degli Sforza

vigevano
vigevano

La cittadina in provincia di Pavia è una piccola bomboniera a 50 minuti da Milano. La Piazza Ducale, voluta da Ludovico il Moro e progettata dal Bramante e da Leonardo da Vinci, è al centro della scena. Attorno ad essa il Palazzo Ducale, già Castello di Vigevano, e la Torre con l’orologio del Bramante. All’interno del complesso del Palazzo Ducale si può visitare il Museo internazionale della Calzatura e la strada coperta che serviva a proteggere il passaggio dei Signori di Milano.

#6 Legnano, la città del Palio delle Contrade 

Credits: malpensa24.it – Legnano

Legnano è nota soprattutto per l’importante battaglia del 1176 tra le forze della Lega e le truppe di Federico I che viene celebrata ancora oggi in occasione del Palio delle Contrade a fine maggio. Tra gli edifici storici degni di nota c’è la Basilica di San Magno, in stile rinascimentale lombardo di scuola bramantesca, e il Castello Visconteo, fortificazione che sorge su un’isola naturale del fiume Olona nelle vicinanze del Parco del Castello.

#7 Volandia, il più grande museo aeronautico italiano a Somma Lombardo

Credits: @volandiamuseodelvolo IG

Volandia, a Somma Lombardo nei pressi dell’Aeroporto Internazionale di Malpensa, è il più grande museo aeronautico italiano, nonché uno dei maggiori in Europa. La sua superficie si estende per oltre 250.000 mq, all’interno delle storiche Officine Aeronautiche Caproni, ed espone oltre 100 velivoli. Il museo conserva ed espone alcuni dei modelli più iconici della storia dell’aeronautica italiana, tra cui il pioneristico Caproni Ca.1, primo aeromobile a decollare dalla brughiera di Malpensa. 

Continua la lettura con: I 5 borghi marini più belli ma più sottovalutati d’Italia

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La «Big Circle Line», il più grande anello metro del mondo

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Big Circle Line

Il giorno della sua apertura integrale è diventato ufficialmente il più grande anello metropolitano al mondo, battendo il primato della Second Circle Line della metropolitana di Pechino. Scopriamo i numeri di questa opera mastodontica e dove si trova.

La «Big Circle Line», il più grande anello metro del mondo

# Inaugurata a marzo 2023 la “Big Circle Line”, il più grande anello metropolitano al mondo: 70 chilometri

bigrajianboss IG – Treni nella Big Circle Line

La realizzazione dei tunnel del Moscow Metro Big Circle Line si è conclusa negli ultimi giorni del 2021. Meno di 10 anni di lavori per costruire oltre 148,6 km di gallerie: uno dei più grandi progetti di metropolitana esistenti e il più grande anello metropolitano in assoluto al mondo. Si snoda infatti per 70 km, superando i 57 km della Second Circle Line della metropolitana di Pechino.

# 1 milione di passeggeri al giorno

bigrajianboss IG – Stazione Maryina Roshcha Big Circle Line

Nella stazione Maryina Roshcha sono state installate delle scale mobili con una lunghezza di 130 metri, tra le più lunghe al mondo. Inaugurata a marzo 2023, nel solo primo mese di esercizio la linea ha trasportato fino a 1 milione di passeggeri al giorno.

Leggi anche: La LINEA METROPOLITANA più LUNGA al MONDO

# E’ la terza linea circolare di Mosca: conta 31 stazioni, tre depositi e 47 interscambi tra metropolitane radiali, linee suburbane e stazioni ferroviarie

 

Credits: mos.ru – Big Circle Line

Alla Koltsevaya line, l’anello circolare interno lungo 20 km, e alla Moscow Central Circle estesa 52 km, si è aggiunta quindi la terza linea circolare moscovita. La “Big Circle Line”, formalmente denominata Linea 11.

Lungo il suo percorso ha 3 depositi, 31 stazioni e decine di interscambi: 23 con le stazioni di 11 linee metropolitane radiali, 19 con quelle della ferrovia Moscow Central Circle (MCC) delle linee suburbane Moscow Central Diameters e altri con 11 stazioni ferroviarie. I principali snodi di transito sono Delovoi Tsentr, Nizhegorodskaya, Savyolovskaya e Ulitsa Novatorov. Parzialmente in funzione già dal 2018, l’intero tracciato è stato attivato il primo marzo 2023

# La sua apertura ha fatto calare di 20mila auto il traffico in città

Credits nikitos_bukin IG – Interno stazione Big Circle Line Mosca

La linea si estende attraverso 34 distretti in cui vivono 3,3 milioni di persone, pari al 30% della popolazione di Mosca. La stima per il futuro è che la linea possa trasportare circa 2,25 milioni di persone al giorno lavorativo.

railwaygazette.com – Big Circle Line

Tra i benefici prodotti dal nuovo anello metropolitano c’è una riduzione del traffico passeggeri sulle altre linee metropolitane e negli interscambi, a cui si aggiunge un risparmio nei tempi di viaggio fino a 45 minuti al giorno. Nel solo primo mese di esercizio è calato anche il numero di auto tra le strade di Mosca di circa 15-17mila unità

Continua la lettura con: La METRO del futuro a Milano: il SOGNO M6 da MIND a…? Le DUE IPOTESI per il CAPOLINEA

FABIO MARCOMIN

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La classifica delle parole più belle del dialetto secondo i milanesi (bell e nüva)

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Pozzetto e Mazzarella in una scena di "Un povero ricco"
Credits: https://www.themacguffin.it - Pozzetto e Mazzarella in una scena di "Un povero ricco"

Alle 10 parole più belle del dialetto milanese scelte dalla redazione i nostri lettori hanno proposto 10 nuove parole risultate più votate. Ecco la classifica.

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La classifica delle parole più belle del dialetto secondo i milanesi (bell e nüva)

#10 Gaìna (ves in gaìna)

Espressione usata per indicare un ubriaco che cammina barcollando oppure come sinonimo di ubriachezza.

#9 Prestinée

Significa panettiere, da Pristinum parola di origine latina che il luogo dove lavora, in italiano prestino.

#8 Sbarlusc

Rappresenta il luccichio di un oggetto prezioso e molto luminoso.

#7 Spetascià

Parola quasi onomatopeica che significa spiaccicato, ridotto in poltiglia.

#6 Bamburin

Parola usata per indicare l’ombelico.

#5 Scarligà

Letteralmente scivola, usato nel detto “scarlìga merlüss che l’è minga ul tô üss”, che significa “Vai altrove che questo non è il tuo posto”

#4 Michelass

..mangià, bev e andà a spass, lo si dice a chi non ha voglia di fare niente e appunto occupa il suo tempo a mangiare, bere e andare a passeggio.

#3 Malnatt

Usato per indicare un individuo malvagio, poco raccomandabile, letteralmente “nato male”, nacque come termine dispregiativo nei confronti dei figli illegittimi di Ludovico il Moro.

#2 Cicinin

Usato per definire una misura molto piccola di una determinata quantità.

#1 Ciumbia

Un’esclamazione di solito bonaria (quasi sempre un’intercalare), come “Ma dai!”, “Accipicchia!”, “Accidenti!”, “Urca!”.

Continua la lettura con: Le curiosità insospettabili del dialetto milanese

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

I 7 segreti delle tre circonvallazioni di Milano

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Credits: abitare.it

Anche le circonvallazioni milanesi hanno dei segreti. Scopriamo quali sono.

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I 7 segreti delle tre circonvallazioni di Milano

#1 Cosa significa circonvallazione? 

Credits: focusjunior.it/

Da cosa deriva il termine circonvallazione? Significa letteralmente “strada che circonda il vallo”, quella strada originariamente circondava le mura della città. Se inizialmente, veniva scavato un fosso attorno alle mura, ai giorni d’oggi sono le strade, o meglio le circonvallazioni, a circondare le “mura” cittadine.

#2 Quali sono le circonvallazioni di Milano?

Credits: abitare.it

A Milano le circonvallazioni sono costituite da tre anelli viari concentrici che ruotano attorno al centro storico della città.

  • la Cerchia dei Navigli: racchiude la Milano medievale. L’anello d’acqua che giunse a circondare la città medievale era composto da due bracci secondari, innavigabili, che congiungevano la Cerchia dei Navigli al fossato del Castello Sforzesco completando l’anello d’acqua intorno alla città. L’area di Milano all’interno della Cerchia dei Navigli è di 2,97 km²;
  • la circonvallazione interna: ricalca il tracciato delle mura spagnole ed è caratterizzata in prevalenza da viali alberati. L’area di Milano delimitata dalla Cerchia dei Bastioni è di 9,67 km². I terrapieni della mura spagnole sono stati tutti demoliti tranne i Bastioni di Porta Venezia lungo viale Vittorio Veneto che sono presenti ancora oggi, oltre ad alcuni residui in Porta Romana;
  • la circonvallazione esterna: anello viario che fino alla fine della seconda guerra mondiale ha grosso modo delimitato l’estensione urbana massima della città.

#3 La “vera” circonvallazione è quella interna 

In realtà le circonvallazioni sono solo la logica unione di più strade di collegamento che hanno tutte un proprio nome specifico. Solo quella interna, in base a quanto riportato nelle carte di inizio XX secolo, veniva descritta come “Strada di Circonvallazione” perché appunto circondava le mura difensive della città.

#4 La circonvallazione esterna è la strada continua più lunga di Milano

Credits: Urbanfile – Circonvalla Milano

La circonvallazione esterna è la strada continua più lunga di Milano: 19,5 km. Mentre quella interna è 11,2 Km. Muoversi da una circonvallazione all’altra è molto semplice, basta spostarsi sul raggio di una ruota dal centro verso la circonferenza o viceversa.

Leggi anche: Diamo i NUMERI (alle VIE di Milano) 

#5 La circonvallazione con la “C” maiuscola: quella percorsa dalla filovia

Credits: fanpage.it

La circonvallazione è per tutti, al giorno d’oggi, quella più esterna che ha funzione di delimitare il semi-centro dalla periferia. Realizzata sulla base del primo piano regolatore della città, chiamato “Piano Beruto”, fino alla metà del Novecento ha costituito il limite della città. Questa cerchia è chiamata filoviaria perché ancora oggi è percorsa da filobus lungo il suo perimetro che ne delimitano i confini. In buona parte il filobus di riferimento è la linea 90-91. 

Leggi anche: 90/91: le 7 CURIOSITÀ sulla LINEA più LEGGENDARIA di Milano

#6 Sulla circonvallazione esterna avrebbe potuto viaggiare una metro di superficie

90 91 metro di superficie

Nel corso degli anni ’70 l’ATM pensò di realizzare alcune linee di metropolitane leggere di superficie o metrotranvie. La candidata ideale per questo tipo di progetto era proprio la filoviaria 90/91, che sarebbe dovuta diventare una metrotranvia con un percorso in sede propriasovrappassi in corrispondenza degli incroci più importanti e semafori asserviti negli altri incroci. Il progetto prevedeva l’utilizzo di banchine rialzate di 660 mm sul piano del ferro e mezzi tradizionali, ma venne stoppato sul nascere in seguito alle numerose polemiche dell’epoca, si parlò di “una cintura di ferro che imprigionerà Milano”

Il PROGETTO di trasformare la 90/91 in una METRO di SUPERFICIE

#7 La Cerchia dei Bastioni ha una forma a cuore

Credit: https://betaniasbar.wordpress.com/

Osservando quello che era il perimetro delle mura spagnole, si può notare come la forma sia a cuore. Per capirne la ragione bisogna tornare indietro nel tempo. Fu infatti Re di Spagna Filippo III che decise di fare costruire le nuove mura in questo modo per circondare il centro della città e regalarle alla sua futura sposa, Margherita d’Austria. Al centro del cuore il Duomo di Milano, la punta coincide con la Porta Romana, che metaforicamente rappresenterebbe anche la porta d’ingresso al cuore di Filippo III. La romantica scoperta fatta sulla Cerchia dei Bastioni è opera dello Studio 100km e dei due designer Luigi Farrauto e Andrea Novali.

Leggi anche: Il CENTRO di Milano è a forma di CUORE: lo sapete perché?

Continua la lettura: La “SUPER 90-91″: trasformiamo la CIRCOLARE in una METRO su GOMMA?

Articolo di MARCO ABATE aggiornato dalla redazione

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Video: la grande nevicata dell’85

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13 gennaio 1985: scende la neve su Milano. Una nevicata che non si ferma, prosegue anche il 14, il 15, il 16 fino al 17, diventando la “nevicata del secolo”, la nevicata più forte mai registrata a Milano. Video di Il Veliero

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LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Le «fake news» che hanno fatto la storia di Milano: dalla Madonnina «insuperabile» alla casa di Zuckerberg in via Durini

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Le fake news a Milano fanno parte della tradizione: ci sono sempre stati i cacciaball, ma nessuno ha mai pensato di eliminare i cacciaball. I milanesi non credono alle fake news perché le considerano come leggere la mano o come le divinazioni del mago Otelma. Quindi forse la più grande fake news di tutte sono le fake news. Ripercorriamo alcune delle fake news che sono ormai parte della storia di Milano.

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Le «fake news» che hanno fatto la storia di Milano: dalla Madonnina «insuperabile» alla casa di Zuckerberg in via Durini

# Pisapia terrorista e ladro di furgoni

Maggio 2011. Una delle campagne elettorali più divertenti di sempre si sta avviando verso un risultato che fino a qualche mese prima sembrava impensabile. Nelle battute finale del confronto televisivo su Sky, Letizia Moratti gioca l’asso, accusando Pisapia di aver fatto quello che molti in città dicono: aver rubato un furgone ai tempi in cui avrebbe fiancheggiato il movimento terroristico. Un colpo basso che non le porterà fortuna.

# Gli zingari messi in giro dalla Moratti per fare perdere voti a Pisapia

La campagna del 2011 è stata ricca di fake news che l’hanno resa ancora più entusiasmante. A Pisapia terrorista da sinistra rispondevano con la casa di Batman del figlio della Moratti e diffondendo la voce che la sindaca uscente avesse messo su autobus e metropolitana frotte di zingari per fare venire timore ai milanesi di votare Pisapia, accusato in campagna di voler degradare Milano.

# Le mille migliaia di persone nei comizi in piazza Duomo

Credits: blastingnews.com – Comizio in Piazza Duomo

Tutti i comizi e le manifestazioni in piazza Duomo sono delle fake news. La questura dice 10mila partecipanti, gli organizzatori dicono un milione. 

# Berlusconi che tifa Inter

Non sappiamo se sia stata messa in giro dagli interisti o da milanesi di sinistra per screditarlo, fatto sta che una delle voci più diffuse tra gli sportivi è stata che Berlusconi in realtà fosse interista. Ma che avrebbe scelto di comprare il Milan perchè nei primi anni ottanta costava molto meno. Dopo averlo comprato avrebbe creato ad arte la storia del suo tifo.

# I cinesi che non muoiono mai

i cinesi non muoiono

Non ci sono funerali a Chinatown. Quando un cinese muore viene fatto scomparire, in modo che i suoi documenti vengano riciclati per i nuovi arrivati. Una delle leggende metropolitane più diffuse è che a Milano i cinesi non muoiano mai. 

Leggi anche: perchè i cinesi a Milano non muoiono mai?

# La casa di Zuckerberg in via Durini

Zuckerberg compra casa a Milano: attico da 21 milioni di euro per Mr Facebook.
Il fondatore di Facebook sceglie Milano per la sua reggia italiana. La casa, di circa 800 metri quadri, si trova nel quadrilatero della moda. All’interno c’è una piscina e una sala cinema privata. Ma si tratta solo di una fake news di qualche anno fa. 

# Le palle del toro

Credits: @laura.nascimbene
toro galleria

Si dice che se nella Galleria Vittorio Emanuele si schiacciano le palle del toro e si fanno tre giri su se stessi si avrà un sacco di fortuna.
Questa è probabilmente la fake news milanese più diffusa e più longeva.

# Vietato costruire una costruzione più alta della Madonnina

Credits: @andreacherchi_foto
Madonnina

Forse è stata la fake news più consistente della storia di Milano.
Fino agli anni sessanta la Madonnina rappresentava il punto più alto della città: 108 metri.
Nel 1960 si conclusero i lavori del Pirellone che con i suoi 127 metri divenne il palazzo più alto d’Italia. Il cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI, si arrabbiò tantissimo e ottenne un compromesso all’italiana: in cima al grattacielo Pirelli venne posta una copia di 85 centimetri della Madonnina, in modo che ci fosse sempre lei a vegliare dall’alto su Milano.
Tutto questo solo per una fake news: durante il fascismo il Comune di Milano aveva promulgato una disposizione, voluta dallo stesso Mussolini, che prevedeva che non si potesse costruire nessun edificio che superasse la Madonnina. Decaduto il fascismo era decaduta anche la norma sull’altezza delle costruzioni eppure rimase la convinzione di non poter costruire niente di più alto della Madonnina.

Questa fake news ha portato a un risultato: nel cielo di Milano vegliano non una ma quattro Madonnine. Perchè è diventata consuetudine porre una Madonnina sul tetto delle costruzioni più alte della Madonnina originale. 

Continua la lettura con: le 4 Madonnine che vegliano nel cielo di Milano

MILANO CITTA’ STATO 

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L’«Isola dei musei» a Milano, una proposta da Patrimonio dell’Umanità

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Museuminsel (Berlino)

Milano come Berlino per diventare un polo di attrazione culturale mondiale. Rilanciamo la proposta arriva da Giangiacomo Schiavi, firma storica del Corriere della Sera, in un editoriale introduttivo del magazine “Città” pubblicato alcuni mesi fa e, purtroppo, rimasto finora inascoltato. 

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L’«Isola dei musei» a Milano, una proposta da Patrimonio dell’Umanità

# Il riferimento: Museumsinsel a Berlino

Museuminsel Berlino

La proposta è stata lanciata dall’editoriale introduttivo di Giangiacomo Schiavi al magazine “Città”, che racconta Milano attraverso le immagini dei più importanti fotografi e fotogiornalisti italiani. Nell’articolo veniva messo in luce come la memoria vivente della città sia “un museo diffuso a chilometro zero, un’isola d’arte dove la storia cammina con la cultura” che potrebbe essere riunito in un unico percorso, “una passeggiata come la berlinese Museumsinsel, l’isola dei musei che nel 1999 è diventata Patrimonio dell’Umanità.” 

# Le tappe dell’Isola dei Musei di Milano

Credits: Dimitris Vetsikas via Pixabay – Pinacoteca di Brera

In un’area non particolarmente estesa già si concentrano una serie di poli museali e meraviglie architettoniche: Brera con la Pinacoteca, l’Orto Botanico e la Biblioteca Braidense, il Museo Poldi Pezzoli, la Ca’ de Sass, il Teatro alla Scala con il museo e gli abiti scena e gli altri edifici che affacciano sulla piazza, Palazzo Marino e le Gallerie d’Italia.

Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Proseguendo ancora la Galleria Vittorio Emanuele II, “che rimanda alla guasconica scapigliatura e al futurismo di Boccioni”, poi il Duomo di Milano candidato come Patrimonio dell’Unesco dieci anni fa e per il quale è in corso un altro tentativo, il Museo del Duomo, il Museo del Novecento e Palazzo Reale. Nell’elenco vanno inserite anche la Biblioteca Ambrosiana, le case museo e “le storiche sedi di circoli e collezioni private”. Da non scordare il complesso di Santa Maria delle Grazie e del Cenacolo di Leonardo da Vinci, inseriti dal 1980 nella lista UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

# Il sigillo Unesco come spinta per chiudere il centro alle auto

Credits: @emanuelaraffaeli1
Duomo

Quello che manca secondo Schiavi è appunto “una piattaforma di sistema” che faccia emergere tutte le bellezze artistiche e culturali di Milano racchiuse “in poco più di un chilometro”. L’Isola dei Musei di Milano sarebbe “un itinerario urbano per viaggiatori e turisti” capace di “valorizzare un intero centro storico accessibile a tutti, finalmente pedonalizzato, chiuso alle auto, come ha immaginato il finanziere mecenate Francesco Micheli nella lettera al Corriere della Sera del giugno 2023. “È bizzarro che la narrazione dei milanesi non abbia ancora messo a fuoco la propria stessa città come candidata a un riconoscimento per cui è straordinariamente dotata”.

Secondo Schiavi il riconoscimento di questa passeggiata tra la bellezze della città come Patrimonio dell’Unesco potrebbe essere una “spinta alla chiusura del centro alle auto” […] “non per custodire una memoria ma per offrire, come ha detto l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, punti di vista sempre nuovi sulla storia e sulla crescita di una comunità.”

Fonte: Corriere della Sera

Continua la lettura con: Le Case Museo di Milano

FABIO MARCOMIN

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I «treni della neve» per l’inverno 2025: dalla Centrale a queste 5 località di montagna all-inclusive

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Con un unico biglietto integrato, che include navetta e skipass, si arriva direttamente sulla neve. Sulla piattaforma di vendita partner di Trenord è possibile acquistare voucher per il noleggio dell’attrezzatura. I biglietti disponibili, le tariffe e le destinazioni raggiungibili.

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I «treni della neve» per l’inverno 2025: dalla Centrale a queste 5 località di montagna all-inclusive

# Un unico biglietto integrato con viaggio a/r, navetta e skipass

Treni della neve 2024-25

Sono tornati i “Treni della neve” di Trenord. L’iniziativa è stata messa in campo per far arrivare comodamente seduti a bordo di un treno, più eventuale bus navetta, chi vuole sciare sulle vette lombarde. I biglietti sono disponibili sula piattaforma Discovera, entro le ore 17.00 del giorno precedente il viaggio, e sono utilizzabili fino al 13 aprile 2025. Nel ticket è compreso: un viaggio di andata e ritorno sui treni Trenord da tutta la Lombardia fino alla stazione ferroviaria più vicina al comprensorio desiderato, il servizio dedicato di bus-navetta dalla stazione agli impianti e lo skipass. A Valmalenco si possono scegliere le ciaspole in alternativa allo skypass.

Sulla piattaforma di vendita è possibile anche acquistare un voucher per il noleggio dell’attrezzatura.

# Le destinazioni classiche: Aprica e Valmalenco, la seconda con l’opzione ciaspole

prolococortenogolgi IG

Partiamo dalle destinazioni classiche. Il biglietto integrato per Aprica&Corteno comprende il viaggio andata e ritorno fino alla stazione Tresenda-Aprica-Teglio, sulla linea Milano-Sondrio-Tirano, il tragitto in navetta fino agli impianti sciistici di Aprica e lo skipass. I prezzi partono da 63 euro per il singolo giornaliero, passando per il bigiornaliero di 93 euro e per finire con i pacchetti giornalieri e bigiornalieri adulto+ragazzo dai 4 e i 13 anni: rispettivamente 111 e 171 euro. 

Per chi sceglie di sciare in Valmalenco il prezzo non cambia. Se si sceglie di passeggiare sulla neve è invece disponibile un pacchetto giornaliero ad hoc, a 61 euro, comprensivo di viaggio andata e ritorno in treno fino a Sondrio, l’itinerario in navetta, il biglietto per la Snow Eagle, la più grande funivia d’Europa, e il noleggio di ciaspole. Non sono incluse le scarpe, da acquistare o noleggiare a parte. 

Per entrambe le destinazioni l’ultima data disponibile è il 7 aprile 2025.

# Confermate le mete introdotte lo scorso inverno: Domobianca, Madesimo, Piani di Bobbio 

Credits yfalling-pixabay – Piani di Bobbio

Per l’inverno ’24-’25 sono state confermate le mete introdotte l’ano scorso: Madesimo, Domobianca e Piano di Bobbio. Per la prima è disponibile la formula “Treno + Skipass 1 giorno Adulto + Ragazzo” a 105 euro, non sono previsti al momento ticket bigiornalieri e infatti l’offerta è valida solo nelle giornate di domenica e fino all’1 aprile 2025. La stazione di arrivo e partenza è quella di Chiavenna.

Per Domobianca c’è la proposta “Treno + Skipass 1 giorno” a partire da 50 euro, con arrivo nella stazione di Domodossola, mentre per Bobbio c’è l’offerta “Treno + Skipass 1 giorno Bassa stagione” a 55 euro e “Alta stagione” a 60 euro, valida sono nei giorni feriali fino al 31 marzo 2025, e il cambio con la navetta nella stazione di Lecco.

Continua la lettura con: Nel 2025 una bella novità per chi viaggia su Trenitalia

FABIO MARCOMIN

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Il nuovo «Treno delle terme» è in partenza da Milano

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Dopo le feste natalizie, Trenitalia organizza un treno speciale per portarci alle terme.

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Il nuovo «Treno delle terme» è in partenza da Milano

# La proposta di Trenitalia per fine gennaio

Credits: viaggiafree.it
Trenitalia

Due giorni dedicati al turismo termale e alla cultura ferroviaria nella stazione rinnovata di Abano, sede della Duegi Editrice. Questa è in sostanza la proposta di Trenitalia per fine gennaio.

La Fondazione FS, Treni Turistici Italiani e Duegi Editrice uniscono le forze per un evento speciale che celebra la prestigiosa tradizione termale di Abano Terme e il suo nuovo ruolo come centro di cultura ferroviaria. Per due giorni, la stazione ferroviaria di Abano, recentemente restaurata e trasformata nella sede di Duegi Editrice, ospiterà incontri, presentazioni e attività dedicate agli appassionati di treni, modellismo e turismo.

Un’occasione unica nella suggestiva cornice di uno spazio rinnovato, che unisce storia e innovazione.

# Abano Terme

silviaranocchia IG – Abano Terme

Situata nel cuore del Veneto e abbracciata dai suggestivi Colli Euganei, Abano Terme è il simbolo per eccellenza di relax e benessere. Famosa fin dall’epoca romana per le sue preziose acque termali, la città combina moderni centri benessere, un centro storico ricco di fascino e una posizione strategica vicino a gioielli artistici come Padova e la celebre Cappella degli Scrovegni.

Trovate tutti i dettagli e i link per le prenotazioni sul sito ufficiale di fondazionefs.

Credits: fondazionefs.it

Continua la lettura con: Milano Cortina: quando era anche un treno. Perché non ripristinarlo per le Olimpiadi

LUCIO BARDELLE

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Come a Ibiza si immaginano un concerto alla Scala

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Una via di mezzo tra Pacha e Ushuaïa.

Qui il video: Come a Ibiza si immaginano un concerto alla Scala

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Continua con: Per rilassarti dallo stress milanese hai deciso di provare con lo yoga

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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LampuSquallor: così Milano si presenta ai turisti (l’ultimo FotoReportage)

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Questa porta secondaria (con maniglione Anti Panico) di entrata / uscita sul retro della sala d'attesa, è ROTTA: così entra freddo da fuori Sala attesa - Lampugnano 9/1/25 - Ph. Manuele Mariani

Nuovo fotoreportage sul luogo più vergognoso di Milano: il terminal bus di Lampugnano. Periodicamente realizziamo un fotoreportage (qui quello del 25 dicembre: Apocalisse Lampugnano: il fotoreportage da incubo). Ma nessuno interviene. Anzi, le cose stanno andando pure peggio. Pubblichiamo l’ultimo servizio realizzato da Manuele Mariani il 9 gennaio 2025. Che cosa deve succedere perchè l’amministrazione faccia qualcosa?

LampuSquallor: così Milano si presenta ai turisti (l’ultimo FotoReportage)

# Lampugnano, Terminal Bus: il FotoReportage di Manuele Mariani realizzato il 9 gennaio 2025

# Gli speciali sul Terminal di Lampugnano

Apocalisse Lampugnano: il fotoreportage da incubo

Ph. Manuele Mariani

Terminal di Lampugnano: le 4 proposte per renderlo un luogo più «umano»

Ph. Manuele Mariani – Spazi inutilizzati di ATM

Cristo si è fermato a Lampugnano: il progetto per rilanciare il peggiore Bus-Terminal d’Europa

Lampugnano
Lampugnano

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Ufficiale, arriva la ZTL per una nuova vasta area del centro: strade, orari, regole ed eccezioni

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Arriva la conferma ufficiale. Anche il Quadrilatero della Moda di Milano vedrà l’introduzione di una Zona a Traffico Limitato (ZTL). Dopo anni di dibattiti, ritardi e confronti con il Ministero delle Infrastrutture, la misura è pronta per entrare in vigore, anche se inizialmente in via sperimentale. Scopriamo quali saranno le restrizioni e le vie coinvolte.

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Ufficiale, arriva la ZTL per una nuova vasta area del centro: strade, orari, regole ed eccezioni

# Da fine gennaio due mesi di sperimentazione senza “multe automatiche”

Lo ha confermato ufficialmente il sindaco Giuseppe Sala, delineando i dettagli del progetto durante una visita il 9 gennaio 2025 al Centro Sammartini, struttura dedicata all’assistenza delle persone in situazione di marginalità. A partire dalla fine di gennaio 2025, il Quadrilatero della Moda di Milano diventerà ZTL.

La fase iniziale durerà 60 giorni e sarà dedicata alla verifica del funzionamento tecnico e operativo del sistema di controllo. Durante questo periodo, le telecamere monitoreranno gli ingressi e le infrazioni, ma non saranno emesse multe automatiche. Tuttavia, ciò non significa che il divieto sarà sospeso: chi verrà colto in flagrante dalle pattuglie della Polizia Locale rischierà comunque una sanzione.

“Faremo un paio di mesi di sperimentazione,” ha dichiarato Sala. “Questo ci permetterà di spiegare ai cittadini come funziona la ZTL e di affrontare questioni delicate come il rapporto con i garage privati e i parcheggi.” La tecnologia gioca un ruolo cruciale: le telecamere rileveranno automaticamente i veicoli in ingresso e disattiveranno le sanzioni per quelli diretti verso autorimesse autorizzate.

# L’Area interessata, gli orari e il funzionamento: 24h, 7 su 7, senza “grace period” di 15 minuti

Fonte: Ansa

La nuova ZTL coprirà un’area delimitata dalle vie Manzoni, Senato, San Damiano, corso Monforte e via Cino del Duca, confinando con altre aree pedonali e zone a traffico limitato, come corso Europa e piazza San Babila. Sarà operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, senza la possibilità di usufruire di un “grace period” di 15 minuti, inizialmente richiesto per agevolare l’accesso ai parcheggi privati, ma bocciato dal Ministero delle Infrastrutture.

# Le deroghe: potranno circolare residenti, domiciliati e turisti

Ztl centro

Il divieto sarà totale per la maggior parte dei veicoli, ma sono previste importanti deroghe: Residenti e domiciliati muniti di permessi, proprietari di box auto o posti auto nella ZTL, ospiti di hotel, taxi, NCC e mezzi di car-valet potranno accedere senza sanzioni, previa registrazione delle targhe.

I mezzi di trasporto merci avranno fasce orarie dedicate per il carico e scarico: dalle 2 alle 8 del mattino e, per i prodotti alimentari deperibili, anche dalle 16 alle 18. Una deroga temporanea di un anno è stata concessa ai motorini.

# Da primavera ZTL definitiva: le reazioni del Montenapoleone District

Credits: Montenapoleone District

Nell’intenzione dell’amministrazione comunale, l’introduzione della ZTL nel Quadrilatero della Moda mira a migliorare la vivibilità dell’area, riducendo il traffico e l’inquinamento, e a preservare il carattere esclusivo della zona. Dopo i due mesi di sperimentazione, il Comune analizzerà i risultati e apporterà eventuali modifiche prima dell’entrata in vigore definitiva, prevista per la primavera 2025.

Non mancano le preoccupazioni tra i commercianti del Quadrilatero, un’area considerata tra le più esclusive al mondo grazie a via Montenapoleone. Guglielmo Miani, presidente del Montenapoleone District, ha espresso alcune perplessità, sottolineando l’importanza di garantire un accesso agevole ai clienti delle boutique e ai visitatori.

“Siamo aperti al dialogo, ma è fondamentale rivalutare il grace period e affrontare altre questioni aperte, come il valet parking e gli orari per il carico e scarico”, ha affermato Miani. Ha inoltre ribadito la necessità di soluzioni che bilancino l’attrattività del distretto con le nuove limitazioni.

# La best practice ce l’abbiamo in casa: Citylife, con tunnel e parcheggi sotterranei senza penalizzare chi arriva da fuori

Riflettendo sulla propria esperienza di milanesi, la zona del Quadrilatero della Moda, in particolare l’arcinota Via Montenapoleone, pre-ZTL era una zona super trafficata in cui a un pedone era difficile circolare? La risposta è individuale, ma è chiaro che se lo scopo della ZTL è presentato come migliorare la “camminabilità”, insieme all’inquinamento, allora questa è la domanda che ogni milanese deve porsi.

Inoltre, la zona del Centro, dal Quadrilatero della Moda, a San Babila, ai dintorni del Duomo, per conformazione urbana, è la zona di Milano con più parcheggi sotterranei o megasilos. Elogiamo a ragione il modello CityLife, pensando a quali zone di Milano riqualificare in questo senso, e poi, però, non prendiamo in considerazione il centro, dove da sempre, per conformazione, il parcheggio in superficie è molto ridotto. La ZTL è “semplice” da realizzare, basta “impostare” le telecamere, ma a lungo termine, per un centro vivibile per i pedoni e raggiungibile in auto, perché non pensare a dei tunnel sotterranei di accesso a questi megasilos già presenti, esattamente come a CityLife?

Continua la lettura con: Troppo traffico a Milano? La soluzione è creare questi tre hub sotterranei

MATTEO RESPINTI

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Cartelli stradali più intelligenti per vincere il traffico di Milano

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Parcheggi e stazioni su segnaletica

Ogni giorno entrano in città circa 600mila auto. In attesa che altre linee metropolitane vengano prolungate oltre i confini comunali e che vengano realizzati altri parcheggi di interscambio, si potrebbe agire agevolando l’abbandono delle auto segnalando alle uscite della tangenziale le infrastrutture esistenti. Questa l’idea proposta da Manuele Mariani. 

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Cartelli stradali più intelligenti per vincere il traffico di Milano

# Ogni giorno 600mila auto entrano in città

Traffico

Area B non ha dato ancora i risultati sperati, le metropolitane non si spingono sufficientemente oltre i confini comunali, eccetto la M2, e il trasporto ferroviario si dimostra sempre problematico. Per tutti questi motivi le auto che entrano a Milano sono ancora tante: circa 600mila ogni giorno, contribuendo al congestionamento del traffico e all’inquinamento. In attesa che vengano realizzati altri parcheggi di interscambio ai capolinea delle metro e nuovi prolungamenti delle stesse, si potrebbe agire sull’esistente.

Leggi anche: Creare dei nuovi capolinea metro come hub di parcheggio per chi arriva da fuori?

# Cartelli stradali più intelligenti: segnalare alle uscite di autostrade e di tangenziali anche i parcheggi di interscambio e le stazioni della metropolitana

Ipotesi di indicazione di Parcheggi e stazioni metropolitane su cartelli stradali

Manuele Mariani propone di partire con una soluzione rapida ed economica: segnalare la disponibilità di parcheggi di interscambio e stazioni metropolitane sui cartelli di uscita da autostrade e tangenziali.

Vediamo alcuni punti dove occorrerebbe intervenire.

  • Percorrendo la Milano Laghi si possono notare i cartelli dell’uscita Milano Fiera senza alcuna indicazione aggiuntiva a riguardo: perché non segnalare il capolinea della M1 e il parcheggio di interscambio? Questo rappresenta il punto più importante per il grande carico di traffico in entrata a Milano (flussi che arrivano dal Sempione, da Malpensa, dl varesotto, dal Lago Maggiore, dal Lago di Como e dal Canton Ticino) e soprattutto perché alla Fiera si trova il parcheggio più grande d’Italia. 
  • Sul cartello dell’uscita Certosa (sul tratto urbano della A4) si dovrebbero segnalare la fermata Lampugnano M1 con parcheggio di interscambio, da indicare anche lungo il cavalcavia del Ghisallo dove attualmente, a fianco della P indicante parcheggio viene mostrato il simbolo dei tram ma non quello della metro)
  • Sempre sul tratto urbano della A4 all’altezza di Cormano potrebbero essere apposte le icone di parcheggio e di capolinea nord della M3, Comasina, e anche la velostazione.
  • Identica cosa sarebbe utile anche in Tangenziale Est allo svincolo di Linate, per segnalare i parcheggi multipiano e la stazione capolinea della M4, lo stesso per chi arriva dalla BreBeMi
  • Anche nel tratto urbano della A7 all’uscita di Assago Milanofiori si potrebbero segnalare l’omonimo capolinea sud della M2 e i parcheggi del Forum, che in gran parte risultano inutilizzati quando non ci sono gli eventi.

# Dove i cartelli già sono intelligenti

Maps – Tratto Urbano A7 cartello Famagosta

Vediamo alcuni esempi già esistenti. A Milano proprio sul tratto urbano della A7, provenendo da sud qualche chilometri più avanti dello svincolo per Assago, sul cartello dell’uscita per Famagosta è segnata la presenza sia del parcheggio multipiano che della fermata metropolitana della linea verde. Curioso che invece di Assago venga segnalata Famagosta come se fosse ancora il capolinea. 

Un altro esempio è l’indicazione per Cascina Gobba con l’indicazione per il parcheggio e la metro M2.

Maps – A4 uscita Brescia Centro

Spostandoci in un’altra realtà, sull’autostrada A4 prima dello svincolo per Brescia Centro è segnato sui cartelli sia il parcheggio che la linea metropolitana che serve la città.

Continua la lettura con: Terminal di Lampugnano: le 4 proposte per renderlo un luogo più «umano»

FABIO MARCOMIN

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