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Il primo bar della storia di Milano. E quello più antico ancora in attività

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Caffè alla Borsa

Nella capitale dell’aperitivo la fanno da padrone bar e caffé. Ma qual è stato il primo bar della città? E qual è il bar più antico tra quelli ancora in attività? Domande che prima o poi a ogni milanese viene da farsi. 

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Il primo bar della storia di Milano. E quello più antico ancora in attività

# Il “Caffè alla Borsa”: il primo bar di Milano, dove si condividono segreti

1801. Milano è la capitale del Lombardo-Veneto sotto dominio degli austriaci. La abitano circa 140.000 persone. Quell’anno apre un bar: in Piazza degli Affari, vicino alla Borsa di Milano. Si chiama: “Caffè alla Borsa”. Il successo è istantaneo: il caffè diviene subito un luogo di incontro per gli uomini d’affari, i banchieri e i commercianti della città che, da tradizione perenne dei milanesi, lo usano come centro di scambio di informazioni e di negoziazioni finanziarie.

# Esplode il boom del caffè

Caffè alla Borsa

Il Caffè alla Borsa introduce anche la novità di servire in un luogo pubblico il caffè, all’epoca ancora una bevanda poco conosciuta e apprezzata, contribuendo così a diffondere la cultura del caffè a Milano e non solo.

governo accademia crusca d'annunzio
accademia crusca d’annunzio

In poco tempo sorgono anche altri caffé ma il Caffé della Borsa si caratterizza per la sua eleganza e il suo prestigio, tanto che nel 1867 viene scelto come sede della Società degli Spettacoli, un importante teatro milanese che ospita spettacoli di prosa e di musica. Nel XX secolo continua il successo del locale che subisce diverse ristrutturazioni per valorizzarne eleganza e raffinatezza, mantenendone comunque il suo fascino storico, con interni impreziositi da decorazioni in stile liberty, specchi e arredi di pregio. Ospita ovviamente le celebrità dell’epoca, su tutti Gabriele D’Annunzio, che frequenta il locale per sorseggiare il suo aperitivo preferito: il Vermouth.

Tra le curiosità legate al Caffè alla Borsa, si racconta che la celebre canzone napoletana “Santa Lucia” sia stata composta proprio in questo caffè: nel 1849, da un gruppo di marinai napoletani in transito a Milano. Inoltre, il Caffè alla Borsa ha ispirato la scrittrice lombarda Grazia Deledda, che lo ha citato nel suo romanzo “Canne al vento”.

# Il caffé più antico ancora in attività a Milano

fonte: Tripadvisor

Il bar di Milano in attività più antico è il “Caffè Cova”: fondato pochi anni quello della Borsa, nel 1817 da Antonio Cova e successivamente acquisito dalla famiglia Biffi nel 1950. Il bar si trova in via Montenapoleone ed è uno dei luoghi più iconici e raffinati della città.

Il Caffè Cova Montenapoleone è celebre per la sua atmosfera raffinata, con interni decorati con marmi pregiati, specchi, lampadari e arredi in stile liberty. Noto anche per le prelibatezze  come i famosi panettoni artigianali, dolci e pasticcini, accompagnati da caffè e tè pregiati. Qualche anno fa è stato acquistato dalla multinazionale della moda, il gruppo LVMH.

 

Continua la lettura con: Il negozio più antico di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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La montagna d’inverno: 5 passeggiate facili da fare in Lombardia

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Credits: @santi_menca Monte Bolettone

Non c’è tantissima neve. Non solo: fa anche più caldo del previsto. Un clima perfetto per godersi queste 5 passeggiate soft sulle montagne della Lombardia.

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La montagna d’inverno: 5 passeggiate facili da fare in Lombardia

#1 Passeggiata da Valmadrera a San Tomaso (LC) 

Credits: @vitadaciclista
San Tommaso

Affacciata sulle acque del lago di Como, vi è una terrazza panoramica naturale, un vero e proprio polmone verde. Questa può essere raggiunta camminando dal paese di Valmadrera alla località di San Tommaso tramite un sentiero facile e adatto a tutti. Non si arriva ad un altezza elevata: stiamo parlando solo di circa 580 m. Tuttavia la località non è per nulla da sottovalutare. Zona di vigneti nell’Ottocento, sostituiti poi da coltivazioni di mais, segale, orzo e patate, oggi nell’area vi è un alpeggio da dove si può godere il panorama dei laghi Briantei.

#2 Passeggiata lungo la cresta del Monte Bolettone (CO) 

Credits: @santi_menca
Monte Bolettone

La bellezza di questa passeggiata sta proprio nel sentiero da percorrere. Con una camminata di circa un’ora, partendo dal rifugio Alpe Vicerè e arrivando a Capanna Mara, si percorre la dorsale lariana, sulla cresta del Monte Bolettone. Arrivati poi in cima, dove c’è una croce che protegge la vallata, si ha davanti agli occhi un vero e proprio quadro. Una vista a 360° che spazia dal Gran Paradiso alla Grigna Settentrionale e la Grignetta verso nord, dal Monviso alla pianura lombarda verso sud e alla vista di tutti i laghi.

#3 Anello Torno – Montepiatto (CO)

Credits: Triangolo Lariano
Montepiatto

Per raggiungere la piccola chiesetta da cui si ammira uno splendido panorama sul lago di Como, è necessario percorrere una passeggiata dal paese di Torno fino alla località di Montepiatto. Lungo il cammino è possibile trovare massi usati dai romani e cristiani per ricavarne tombe, altari, capitelli e tanto altro, ma è la “pietra pendula” che cattura l’interesse di tutti. Si tratta di un grande masso dalla caratteristica forma di fungo, trasportato dai ghiacciai della Valtellina e della Valchiavenna durante le glaciazioni.

#4 Sentiero del Sole sul Lago Maggiore (VA)

Credits: Youtube
Sentiero del Sole

Chiamato così perché corre lungo il lato soleggiato della montagna, il Sentiero del Sole porta a due balconi panoramici, uno sul Lago Maggiore e l’altro sulla Val Veddasca. Contemporaneamente si potranno quindi vedere le cime montuose innevate e il lago di un blu intenso. Inoltre, già la se la stessa passeggiata per raggiungere le due terrazze è una cartolina, si attraversano infatti i boschi di Agra.

#5 Passeggiata ai tre faggi di Fuipano (BG)

Credits: @nicola_7690
Fuipiano, Valle Imagna

In Valle Imagna, partendo dal paese di Fuipiano, è possibile percorrere un sentiero agevole per raggiungere la località Tre Faggi. Questa prende il nome dalla presenza di tre faggi secolari, ma interessante è anche l’altare dedicato alla Madonna circondato da “dolmen”, megaliti in pietra. Facendo tornare alla mente le architetture celtiche, dalla località si gode anche di un’ottima vista sulle valli bergamasche.

Continua la lettura con: In vendita i biglietti per le Olimpiadi

BEATRICE BARAZZETTI

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Alle porte di Milano un piccolo borgo medievale ha un grande sogno

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Credits: @denise.and.violet

A circa 20 chilometri a sud est di Milano, tra il canale Muzza e il fiume Adda, si trova un piccolo paesino rurale: Corneliano Bertario, una frazione di Truccazzano. Potrebbe essere definito come un borgo bloccato nella sua storicità e nelle sue tradizioni, ma i circa 500 abitanti del paese sono pronti a farne il proprio punto di forza. Infatti, da poco tempo, è nato un grande sogno. Ma prima si scoprire quale, proviamo ad elencare quali sono i 7 punti di forza di questo paese.

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Alle porte di Milano un piccolo borgo medievale ha un grande sogno

#1 Racchiude un pezzo di storia di Milano: la vittoria contro Barbarossa

Credits: @costy_b

Seppur molto piccolo, Corneliano è testimone di gran parte della storia milanese. Infatti, il borgo ha origini romane, ma nel corso dei secoli, soprattutto a partire dal Medioevo, ha visto il passaggio di molte famiglie nobili della città, come i Visconti, i Bigli e i Borromeo. È anche stato luogo di una grande vittoria milanese contro Federico I Barbarossa: si racconta che quest’ultimo sia stato sconfitto perché incantato a guardare il vecchio fiume del paese.

#2 Il bellissimo castello medievale in pietra

Credits: @denise.and.violet

Al centro della piazza vi è il Castello Borromeo, costruito alla fine del 1300. Non bisogna immaginarsi il classico castello Disney, ma piuttosto un grande edificio medioevale in pietra dall’eccezionale bellezza.

#3 Il Conte di Corneliano

Per molti può sembrare strano, ma Corneliano ha ancora un conte a cui far capo. Ovviamente, si tratta di una carica simbolica, ma è ancora a lui che, in quanto proprietario, spettano alcune decisioni.

#4 Il centro storico a forma di infinito

Credits: www.inviaggioinitalia.it

Con la sua forma ad infinito, Corneliano ha un centro storico costituito quasi esclusivamente da edifici medioevali. Qui si respira la magia della vita nelle corti e nelle cascine.

#5 Le campagne e il verde circostanti

Credits: @denise.and.violet

Corneliano è l’opposto di Milano.  Infatti, il paese è circondato da campagne e l’attività che prevale è l’agricoltura. All’interno vi è anche la Riserva Borromeo, un’area di 220 ettari che, in passato, era la riserva di caccia della famiglia.

#6 Un forte senso di comunità

Credits: www.milanofree.it

Ciò che sorprende di più a Corneliano è la vita nel paese. Si viene catapultati in un’altra realtà tra contadini, bambini che si divertono ancora per le strade e pensionati al bar che giocano a carte.

#7 Piccola ma dai “grandi nomi”

Elettra Lamborghini, Gerry Scotti, Lino Banfi, Pierfrancesco Favino sono alcuni dei tanti nomi che hanno ammirato la bellezza di Corneliano per lavoro o per una semplice visita di piacere. Infatti, il borgo è stato sede di alcuni film e spot televisivi.

# Il grande sogno: vincere il titolo di Borgo più bello d’Italia

Il grande sogno dei cittadini è quello di far concorrere il loro paese al concorso sui Borghi più belli d’Italia. Riusciranno a partecipare… e a vincere?

Continua la lettura con: Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Biglietti Olimpiadi, scatta l’ora X: tutto quello che bisogna sapere per finire fuori pista

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6 febbraio 2026: a un anno esatto dall’inaugurazione dei prossimi Giochi Olimpici, il grande sogno comincia a farsi reale. A partire dal 6 febbraio 2025 diventa possibile accedere in anteprima all’unica biglietteria ufficiale dei prossimi Giochi Olimpici Invernali. Vediamo tutte le cose da sapere.

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Biglietti Olimpiadi, scatta l’ora X: tutto quello che bisogna sapere per finire fuori pista

# 350.000 già in attesa di un biglietto

20 anni dopo l’ultima edizione italiana le Olimpiadi di Milano Cortina iniziano a intravedersi all’orizzonte. Sulla biglietteria ufficiale di milanocortina2026 si sono già registrate 350.000 persone in attesa di un biglietto: circa il 70% provengono dall’estero, già con la valigia in mano sia per assistere agli eventi sportivi, sia per visitare le meravigliose località che ospiteranno le gare. La strategia messa in atto dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è volta a definire dei prezzi adeguati al mercato della domanda e dell’offerta. Ma non solo: il Comitato Organizzatore di Milano Cortina 2026 ha integrato una strategia diversificata e inclusiva con l’obiettivo di permettere a tutti gli appassionati di assistere dal vivo allo spettacolo dei Giochi. Ma quanto costano i biglietti? E come si acquistano?

# Dal 6 febbraio via all’acquisto dei biglietti per chi si è già iscritto

olimpiadi 2027
Credits: radiolombardia.it

Entro il 15 gennaio sulla piattaforma ticketing ufficiale, tickets.milanocortina2026.org, ci si poteva registrare per acquistare un biglietto nella prima fase di vendita senza code e attese. Attraverso un sorteggio viene ora stabilito a partire dal 6 febbraio quando sarà il turno d’acquisto per ciascuno dei 350.000 iscritti dando così la possibilità di scegliere le migliori categorie di biglietto tra quelle disponibili. Per le Paralimpiadi la procedura sarà diversa: non è prevista una fase di sorteggio e la vendita inizierà direttamente il 6 marzo, esattamente un anno prima della cerimonia di apertura paralimpica.

# E chi non si è iscritto?

Anche chi non si è già iscritto potrà comunque acquistare i biglietti: la vendita libera inizierà ad aprile si potranno acquistare i biglietti in base alle disponibilità rimaste. Oltre al biglietto classico, ci sarà la possibilità di vivere esperienze ancora più uniche: sono disponibili i pacchetti “hospitality” di On Location, agenzia ufficiale del CIO. Questi comprendono trasporto, alloggio e cene gourmet preparate da grandi chef italiani, offrendo un’opportunità premium per aziende e privati che vogliono vivere i Giochi in modo indimenticabile.

# I prezzi dei biglietti: la metà sotto i 100 euro

Per i Giochi Olimpici che si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026, i prezzi partono dai 30 euro, oltre il 20% sarà sotto i 40 euro e più della metà sarà inferiore ai 100 euro. Tantissime anche le agevolazioni per i Giochi Paralimpici che avranno luogo dal 6 al 15 marzo 2026, con prezzi che partiranno da 10 euro per gli Under 14 e con più di 200 mila biglietti, circa l’89% tra quelli in vendita, disponibili a meno di 35 euro.

# I prezzi da record: 1.400 euro per la finale di hockey, 7.500 per la cerimonia di apertura

Entrando più nello specifico: 

– Per le Paralimpiadi si parte dai 10 euro, ma i biglietti di categoria A e B costeranno un massimo di 80 euro per le gare e di 650 euro per assistere sulle sedute migliori alla cerimonia di apertura all’Arena di Verona.
– Per le Olimpiadi i prezzi salgono perché si parte dai 30 euro fino ai 1.400 per la finale maschile di hockey su ghiaccio, esistono però dei biglietti intermedi come quelli da 1.200 euro per assistere al gala di pattinaggio di figura, per arrivare ai 220 euro per i posti migliori dello sci alpino.

 

Per chi vuole vivere invece un’esperienza completa, ci sono soluzioni che combinano biglietti per più eventi con soggiorni in hotel di alta categoria, superando anche i 10.000 euro a persona. Ad esempio, assistere alla cerimonia di apertura in una posizione d’élite può costare fino a 7.500 euro, includendo accesso a servizi esclusivi. Queste offerte non sono per tutti, ma promettono un’esperienza memorabile.

Continua la lettura con: Un anno alle Olimpiadi: che cosa si dovrebbe per rendere anche Milano all’altezza

MARTA BERARDI

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Le 5 fonti miracolose della Lombardia: due sono a Milano

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Ph. @don_matteo_347 IG

Perché in Lombardia ricevere miracoli è facile come bere un bicchier d’acqua. Ecco le 5 fonti miracolose e benefiche della nostra regione. Nota: l’immagine di copertina si riferisce alla Chiesa Di San Giuseppe Dei Teatini a Palermo.

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Le 5 fonti miracolose della Lombardia: due sono a Milano

Tra le molte meraviglie che costellano la nostra bella regione e città si possono contare diverse storiche fonti. Alcune sono considerate miracolose, alcune semplicemente benefiche, tutte molto amate dai lombardi e dai milanesi in un tempo in cui Milano era davvero… da bere!

#1 SANTA MARIA DEL FONTE A CARAVAGGIO: LA FONTE DELLA MADONNA

credit: santuaritaliani.it

Questo santuario, situato in provincia di Bergamo, è stato costruito in seguito all’apparizione della Vergine Maria, qui avvenuta nel 1432.

Dobbiamo pensare che nella prima metà del XV secolo la zona di Caravaggio era interessata da incessanti lotte politiche che vedevano contendersi Milano e Venezia per il possesso della zona. Fu in quel periodo quindi che la giovane contadina Giannetta de’ Vacchi ebbe la visione della Madonna. Secondo quanto riferito dalla giovane, Maria chiese agli uomini di fare ammenda per i propri peccati e chiese di erigere una cappella sul luogo per ringraziamento. La Madonna fece apparire una sorgente d’acquaGiannetta portò il suo messaggio così come anche diverse anfore colme d’acqua, che si rivelarono miracolose. La sorgente divenne così rapidamente meta di pellegrinaggi che continuano anche in età moderna, da parte di malati in cerca di sollievo.

#2 SANTUARIO DELLE FONTANELLE DI MONTICHIARI: LA “LOURDES ITALIANA”

La località in provincia di Brescia è definita laLourdes italiana” in virtù del fatto che dal 1966 richiama pellegrini da tutto il mondo. Al Santuario ivi presente si possono riempire bottigliette con l’acqua della fonte sacra, ed è anche possibile camminare nella piccola vasca.

Tutto iniziò nel 1966, quando la Madonna apparve a Pierina Gilli. Pare che Maria abbia accompagnato la donna in questo luogo, che un tempo si chiamava Fonte San Giorgio, e le abbia rivelato la salubrità e santità di quelle acque. I pellegrini possono accedere alla fonte tramite la Scala Santa, cioè una scalinata che andrebbe percorsa in ginocchio. Appese alla vasca si possono vedere le immagini di tutti i miracoli avvenuti grazie alla fonte.

#3 SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA FONTANA: L’ACQUA DELLA FECONDITA’ 

credit: inognidove.it

Questo santuario sorge a Casalmaggiore, sulle rive del Po in zona cremonese

Pare che prima dell’anno mille, vicino ad una fonte che serviva ai viandanti per dissetarsi, fosse stata costruita una cappella dedicata alla Madonna. Da quel momento chi si fermava univa le preghiere al bicchiere d’acqua dissetante. Conseguentemente, nel 1463 nacque il Santuario attuale. La Madonna era profondamente presente nell’immaginario collettivo delle popolazioni del luogo proprio perché in occasione di pestilenze, incursioni soldatesche, carestie, aveva sostenuto gli abitanti rendendo fecondi i terreni e i vigneti grazie a quell’acqua miracolosa.

#4 SANTUARIO DI SANTA MARIA ALLA FONTANA: LA LOURDES MILANESE

credit: ilmirino.it

Nel cuore di Milano c’è una piccola Lourdes. Ebbene si, il chiostro del santuario di Santa Maria alla Fontana, nella zona di Porta Nuova, nasconde un piccolo segreto: all’ingresso della chiesa c’è una lapide che celebra la prima pietra posata nel 1507.

Dietro all’altare si trova una piccola scala con cinque gradini che conduce alla fonte: undici bocchette da dove sgorga l’acqua miracolosa, corredate anche da bicchierini messi a disposizione dei fedeli.

La storia ci parla di due miracoli connessi a tale luogo. Il primo personaggio ad essere graziato fu il blasonato Carlo D’Amboise nel XVI secolo. Pare che egli sia guarito dopo aver bevuto da tale fonte sebbene all’epoca le sue proprietà taumaturgiche fossero già ampiamente note. Il secondo miracolo riguarda invece tre fanciulli francesi che sarebbero guariti dopo aver bevuto da tale fonte. Pare anche che fu in seguito a questo miracolo che fu commissionata la costruzione del chiostro e del santuario così come sembra che il disegno e la progettazione del chiostro appartengano alla mano di Leonardo.

#5 ACQUE MARCE: LO ZOLFO CURATIVO DEL SEMPIONE

credit: pinterest.ch

Queste fonti non sono miracolose ma sono entrate nell’immaginario degli abitanti della città per le loro proprietà benefiche.

Un tempo a Milano esistevano tre fontane dell’acqua marcia, così come venivano chiamate dai meneghini le fontane di acqua solforosa. A cavallo tra gli anni ’20 e ’30 furono costruite tre fontane per consentire ai milanesi di godere delle proprietà benefiche di alcune falde scoperte all’inizio del secolo, momento in cui a causa della piena espansione della città si cercavano nuove falde acquifere. Alcune di queste falde erano denotate da forte odore di marcio per la presenza di discrete quantità di zolfo. Queste acque non erano ovviamente utilizzabili dall’acquedotto ma erano considerate salutari. In questo contesto ecco quindi la costruzione delle tre fontane, tutte e tre caratterizzate dalla forma ottagonale. L’unica ancora attiva è quella che si trova nel Parco Sempione, dove si scende per andare all’Arena. Vi era al centro della fontana un cartello che avvertiva della non potabilità dell’acqua. Ciononostante molti ancora oggi vi riempiono bottiglie e bottigliette. Purtroppo però, ora tale fontana versa in cattive condizioni e in una situazione di incuria.

La seconda è in Piazza Sant’Angelo ed è decorata dalla statua di bronzo di San Francesco che predica agli uccelli, mentre la terza ed ultima è in Piazza Emilia. Essa è decorata con una citazione della celebre poesia di San Francesco e dalla scritta ‘pax et bonum’ (pace e fortuna).

Leggi anche: 5 PASSEGGIATE facili da fare in Lombardia in MONTAGNA D’INVERNO

GIULIA PICCININI

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Quante ne sai su Milano? Il quiz «definitivo» per capire quanto milanese sei

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Ph. @milanese.muse IG

Di Milano sei se di Milano sai. Questa la regola d’aurea per vivere la città. Questo è il test definitivo per metterti alla prova nella conoscenza di Milano. Scrivi su un foglio la lettera di ogni risposta e in fondo controlla: il numero di risposte esatte ti svelerà cosa è Milano per te.

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Quante ne sai su Milano? Il quiz «definitivo» per capire quanto milanese sei

Ph. Ornella Vanoni @instaicons.it IG

#1 Dove è avvenuta la fatal caduta di Manzoni che ne ha causato la Morte?

a)          A casa Manzoni in via Moroni.

b)          Nella chiesa di San Fedele

c)          Sul sagrato del Duomo

 

#2 Quale, tra le sue opere, Verdi amava di più?

a)          Il Fastlaff

b)          La Traviata

c)          Casa Verdi in Buonarroti

 

#3 Dove è sepolta Sandra Mondaini?

a)          Al Monumentale

b)          Al Cimitero Maggiore

c)          Al Cimitero di Lambrate

 

#4 Quale fu il primo grattacielo a superare in altezza la Madonnina?

a)          La Torre Velasca

b)          Il Pirellone

c)          La Torre Breda

 

#5 Dove si trova il murale di Iena Cruz che assorbe lo smog cittadino?

a)          In Bicocca

b)          In Lambrate

c)          A Quarto Oggiaro

#6 Fernanda Wittgens fu la prima direttrice…

a)          Del Mudec

b)          Di Brera

c)          Della Pinacoteca Ambrosiana

 

#7 Il Cenacolo si trova?

a)          In Duomo

b)          Nel complesso della Madonna delle Grazie

c)          In San Maurizio al Monastero maggiore

 

#8 In quali anni furono coperti i Navigli?

a)          ‘20

b)          ‘30

c)          ‘40

 

#9 Villa Invernizzi è famosa per i suoi?

a)          Affreschi

b)          Prodotti caseari

c)          Fenicotteri

 

#10 La prima piscina privata cittadina fu richiesta…

a)          Dai Necchi Campiglio

b)          Dai Litta Modigliani

c)          Da Mussolini

#11 La statua della Madonnina fu posta in cima al Duomo…

a)          Nel ‘600

b)          Nel ’700

c)          Nell’800

 

#12 La prima metropolitana fu inaugurata…

a)          Nel 1961

b)          Nel 1964

c)          Nel 1969

 

#13 A chi si deve il nome della Rinascente?

a)          A Gabriele D’Annunzio

b)          A Giovanni Battista Pirelli

c)          A Giacomo Puccini

 

#14 Tommaso Marino, la cui residenza è sede del Comune di Milano fu un ricco commerciante…

a)          Di Pisa

b)          Di Venezia

c)          Di Genova

 

#15 ll Teatro alla Scala si chiama così…

a)          Per il bassorilievo che raffigura la scala musicale

b)          Per la grande scalinata del Foyer

c)          Per la fu vicina chiesa della Madonna della Scala

 

Le soluzioni sotto l’immagine

quiz
Foto di Andrea Cherchi

 

SOLUZIONI

#1 B
#2 C
#3 C
#4 C
#5 C
#6 B
#7 B
#8 B
#9 C
#10 A
#11 B
#12 B
#13 A
#14 C
#15 C

 

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Da 0 a 3 risposte esatte: Welcome in Milano! Where are you from?

Da 4 a 6 risposte esatte: Benvenuto/a a Milano! Da quale città arrivi?

Da 7 a 9 risposte esatte: È il momento di chiedere la residenza. Piano piano Milano sta diventando anche tua.

Da 10 a 12 risposte esatte: La soglia minima per poter accedere alla redazione di milanocittastato.it. Scrivici su: info@milanocittastato.it

Sopra le 13 risposte esatte: Che tu lo sia di nascita o di scelta, Milano per te non ha più segreti.

Continua la lettura con: Il testina test: sei o non sei milanese

ROBERTO BRACCO

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Che cosa pensi al colloquio di lavoro quando ti chiedono se hai un talento particolare

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Ma rispondi: «Il team building e l’orientamento ai risultati»

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Continua con: Come i boomer andavano a scuola ai loro tempi (secondo quello che raccontano)

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Tra due anni sul pianeta rosso? Le 10 cose di Milano che i milanesi porteranno su Marte

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Trump e Musk rilanciano: gli americani arriveranno su Marte entro un paio d’anni. Abbiamo chiesto sulla pagina Facebook di Milano Città Stato: “Cosa porteresti di Milano su Marte?”. Queste le 10 risposte più suggestive (e likeate) che abbiamo ricevuto.

Tra due anni sul pianeta rosso? Le 10 cose di Milano che i milanesi porteranno su Marte

#1 La schiscetta

credit: corriere.it

Lei che è nel cuore di ogni milanese, lei che non tradisce mai e c’è sempre nel momento del bisogno: la schiscetta. Nel resto d’Italia è semplicemente un portavivande ma a Milano la schiscetta è un simbolo e infatti anche il suo nome deriva dalla tendenza meneghina a fare sempre più del necessario. “Schiscià” significa letteralmente “schiacciato”, perché i contenitori venivano riempiti abbondantemente, oltre le loro capacità.

Se dovessimo trasferirci su Marte, la schiscetta non potrebbe mancare. Anche perchè pare che non si trovi granché da mangiare. 

#2 Il Duomo di Marte

credit: Instagram – @duomodimilano

Tantissimi hanno commentato lasciando da parte ogni materialismo: su Marte porterebbero il Duomo e la sua Madonnina. Simbolo di Milano in Italia e all’estero, la cattedrale gotica meneghina è un vero e proprio amore per i milanesi che non vi potrebbero proprio rinunciare. E poi diciamocelo, mette d’accordo tutti: interisti, milanisti, di destra o di sinistra. Tutti amano la Madonnina e un elemento di unione e concordia è necessario anche nello spazio. 

#3 La cultura meneghina: dalla Biblioteca Braidense a quella Trivulziana. “Così avrei abbastanza da leggere”

brera
Biblioteca Braidense – Via Brera, 28

Tralasciando il Duomo che ormai è assodato, piace a tutti, i milanesi vorrebbero trasportare alcuni dei nostri tesori culturali anche su Marte. Non appena sbarcati su un pianeta ancora disabitato probabilmente ci si annoierebbe parecchio e c’è chi scrive che per sconfiggere la noia si porterebbe “La Biblioteca Braidense e la Trivulziana. Così non mi mancherà da leggere, almeno…”.

#4 Lascerei… il sindaco

resta o va via? Credit: e-gazette.it

Non tutti hanno pensato a come sopravvivere su Marte, alcuni, anzi direi moltissimi, hanno visto la spedizione spaziale come una possibilità per liberarsi di alcune cose… e di alcune persone. C’è chi abbandonerebbe nello spazio le piste ciclabili, chi la nebbia e chi invece vi lascerebbe volentieri il sindaco Sala, magari con la giunta comunale per non sentirsi meno solo.

Vedremo alla fine del mandato se Sala davvero rischia di essere spedito su un altro pianeta.

#5 Milan vs Inter: il derby spaziale

Ebbene sì, non potevano mancare le rivalità calcistiche. Se lo stadio di San Siro è da anni ormai una terra di conquista, bramata da molti e alla fine vinta da nessuno, Marte ha ravvivato le speranze dei tifosi. Un ragazzo che sembrerebbe aver trovato la soluzione a questa infinita diatriba ha commentato: “Il Milan, e lo lasciamo lì..”. A questo commento si accodano però i milanisti, che non si lasciano sfuggire l’occasione per beffeggiare la squadra rivale. I più competitivi invece rilanciano: portare entrambe sul pianeta rosso per organizzare il primo derby spaziale. 

#6 Un po’ di buona musica

credit: youtube.com

Tornando alla sopravvivenza su Marte, un amante della tradizione musicale meneghina propone di mettere in valigia un CD di Nanni Svampa. Cantante e cabarettista dialettale, Svampa è stato il fondatore del gruppo “I Gufi”di cui si ricorda la famosissima “Porta Romana”. Nanni a saputo raccontare Milano in ogni più piccolo dettaglio ma sempre con ironia e sarcasmo: tutto ciò che servirebbe effettivamente anche su Marte.

#7 L’ape non deve mai mancare

Se non l’avessero inventato i torinesi, il milanese odierno sarebbe in procinto di inventarlo: stiamo parlando proprio di Lui, l’aperitivo. Tra tutti i commenti, spiccano gli amanti dell’enogastronomia: chi porterebbe il panettone e chi il ristorante di Cracco. Dolci e sciccherie a parte, il Re a Milano è l’aperitivo e infatti sono molti quelli che commentano con il loro preferito: “Il Campari” scrive un ragazzo, mentre un altro propone Lo sbagliato.

Scegliete pure il vostro preferito e sigillatelo bene per affrontare il lungo viaggio, ma una cosa è certa: anche su Marte il milanese si organizza per l’Ape.

#8 I tramonti romantici di Milano

tramonto navigli
tramonto navigli

Milano non è solo lavoro e fatturare, chi la conosce davvero se ne innamora per molto altro e gli eterni romantici cosa potrebbero scegliere di portare su Marte se non i tramonti meneghini? Una ragazza confessa pubblicamente il suo amore per la città, affermando che porterebbe Il duomo al tramonto, in una splendida giornata estiva, col cielo blu di sfondo”. Non è l’unica però che sentirebbe la mancanza di alcuni luoghi romantici della nostra città, infatti sono tanti a proporre di portare su Marte i caratteristici Navigli o la intramontabile Galleria.

#9 Gli increduli: “ah ma Marte noi non l’abbiamo già superata?”

credit: tech.everyeye.it

Se la maggior parte dei commenti parlavano di adattarsi su Marte o di utilizzare il pianeta come sgabuzzino per le cose/persone indesiderate, una ragazza invece è convinta che la città abbia già superato questa destinazione: “Milano sta talmente avanti anni luce che ha già superato Marte“. E’ una tesi piuttosto singolare ma interessante e a giudicare dai likes, è piaciuta a molti.

Da Milano Città Stato a Milano Città Spazio è un attimo.

#10 E per i nostalgici: un razzo per tornare indietro

credit: wired.it

Milano quando sono lontano voglio tornare. Milano quando ci sono voglio scappare” cantavano gli Articolo 31 in una canzone interamente dedicata alle contraddizioni meneghine che però rendono unica questa città. Il milanese è così: prima tenta di arrivare su Marte e una volta che è arrivato, cerca un modo per tornare indietro. Una ragazza parte già prevenuta e la valigia la riempie pensando già a come svuotarla, infatti alla nostra domanda ha risposto che porterebbeil razzo per tornare a #Milano“.

Con il nostro sondaggio volevamo capire quali fossero le cose di Milano di cui i milanesi non possono proprio fare a meno e alla fine sapete cos’è emerso? Che Milano grazie all’ironia, la competitività, la solidarietà e la gioia dei suoi abitanti potrebbe essere ricostruita ovunque. Ma attenzione: il Duomo e i Navigli sono necessariamente da trasportare.

Continua la lettura con: M6, i tracciati di Comune e Governo a confronto: vantaggi, svantaggi e quale potrebbe essere il punto di incontro

ROSITA GIULIANO

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M6, i tracciati di Comune e Governo a confronto: vantaggi, svantaggi e quale potrebbe essere il punto di incontro

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Ipotesi nuove linee e prolungamenti per servire Vigentino, ovest Milano e Opera

La partita sulla linea M6 è solo all’inizio. Comune di Milano e Governo Italiano viaggiano su due binari paralleli: il Comune punta a “chiudere” la Circle Line e servire Ponte Lambro, il Governo preferisce scendere lungo via Ripamonti rispolverando il tracciato inserito nel dossier per Expo 2015. Vediamo i pro e i contro di entrambi e quale soluzione potrebbe accontentare tutti.

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M6, i tracciati di Comune e Governo a confronto: vantaggi, svantaggi e quale potrebbe essere il punto di incontro

# I tracciati allo studio da parte di MM e Politecnico per il Comune di Milano

Credits Urbanfile – M6 lato ovest

MM e Politecnico di Milano, su incarico di Palazzo Marino, stanno elaborando le soluzioni alternative per servire il Municipio 5, e in particolare il Vigentino, e il lato ovest della città non coperto dalla Circle Line. Il blog Urbanfile ha provato a immaginare un ipotetico tracciato sulla scorta di queste indicazioni e del fatto che la futura M6 dovrebbe intersecare tutte la altre linee oltre che servire l’area di Certosa/Sempione. Il percorso potrebbe partire dalla stazione di MIND Merlata, nei prossimi anni è prevista la realizzazione di quella omonima a servizio della Circle Line, poi giù verso Quarto Oggiaro e interscambi con QT8 M1, Segesta M5, Bande Nere M1 e Frattini M4. 

Credits metromilano – Nuova M6

A quel punto il tracciato dovrebbe procedere con il primo progetto presentato da parte del Comune di Milano per la richiesta di risorse per lo studio di fattibilità: passaggio per la Barona con incrocio nella stazione di piazza Abbiategrasso M2 e altre 9 fermate, di cui tre al servizio del Vigentino, una che interscambi con Lodi T.I.B.B. M3 e una al PalaItalia prima di giungere al capolinea di Ponte Lambro.

Tra le sei ipotesi allo studio, che avrebbero dovuto essere presentate pubblicamente alla cittadina del Municipio 5 nel mese di ottobre 2024, ci sarebbe anche quella di allungare la M2 da piazza Abbiategrasso fino a Ponte Lambro.

# La soluzione proposta dal Governo Italiano

Il Giornale – Percorso ipotizzato nuova M6

Il Governo Italiano punta, come visto in questo articolo, a riprendere in mano il tracciato inserito nel dossier per Expo2015 anche se parzialmente modificato. Questa soluzione prevede di base lo sbinamento della linea M1, il ramo di Bisceglie e che fra qualche anno arriverà fino al Quartiere Olmi, per poi scendere verso sud. Tra gli interscambi ipotizzati quello con la M2 a Sant’Agostino, con la M4 a Coni Zugna, con Tibaldi FS, a servire linea S9 e Circle Line, e Scalo Romana dove c’è il Villaggio Olimpico o in alternativa una di interscambio con la M3 a Lodi T.I.B.B., per poi proseguire lungo via Ripamonti. Il percorso dovrebbe terminare tra Opera e Locate Triulzi, dove è allo studio la stazione dell’Alta Velocità sulla linea Milano Genova.

# Vantaggi e svantaggi delle due ipotesi

La soluzione più estesa nelle intenzioni del Comune di Milano avrebbe i seguenti vantaggi:

  • interscambio con tutte le linee;
  • copertura lato ovest non servito dalla Circle Line;
  • togliere dall’isolamento il quartiere di Ponte Lambro;
  • servire tre nuclei abitativi importanti del Vigentino.

Tra gli svantaggi: 

  • tracciato esteso da realizzare ex novo con conseguenti maggiori risorse economiche da recuperare;
  • tempi più lunghi per realizzarlo;
  • percorso interamente nei confini territoriali comunali.

La proposta del Governo Italiano sarebbe vantaggiosa per questi motivi:

  • riutilizzo di parte di un tracciato esistente, con minori costi per realizzare la linea;
  • riduzione sovraccarico del tratto Duomo-Pagano della M1;
  • servire appieno il Vigentino;
  • raggiungere l’hinterland, riducendo l’ingresso di auto in città; 
  • possibile interscambio con l’alta velocità;

Tra i contro ci sarebbero:

  • non coprire il lato ovest della città;
  • lasciare ancora isolato il quartiere Lambro;
  • non interscambiare con tutte le linee, salterebbe quello con la M5 e forse quello con la M4;
  • si dovrebbe scavare ancora in centro città;
  • la riduzione dei costi grazie al riutilizzo di un tratto della M1 potrebbe essere vanificata, o almeno annacquata, dalla necessità di realizzare anche il resto del percorso come metropolitana pesante o dal dover riadattare il tratto sbinato per far transitare una linea automatica leggera.

# Una soluzione più articolata che potrebbe accontentare tutti

Ipotesi nuove linee e prolungamenti per servire Vigentino, ovest Milano e Opera

In attesa di capire quale sarà il percorso prescelto, si potrebbe immaginare una soluzione alternativa, più articolata, che potrebbe venire in contro alle esigenze di tutti le zone della città in ballo e anche oltre Milano:

  • Ponte Lambro e la parte centrale del Vigentino potrebbe essere servita dal prolungamento della linea M2 da piazza Abbiategrasso, ricalcando il percorso ipotizzato da Palazzo Marino, incrociando il tram 24;
  • il lato ovest potrebbe essere coperto dalla linea M6 partendo da San Cristoforo FS o chiudendo l’anello ferroviario;
  • il tratto della M1 per Bisceglie potrebbe comunque essere sbinato per realizzare un nuova metropolitana, la M7, sgravando la tratta Pagano-Duomo e concentrando i progetti futuri della linea verso l’hinterland, partendo da Settimo Milanese visto che è già stata approvata l’estensione fino al Quartiere Olmi. Il deposito confina proprio con il primo comune a ovest oltre la tangenziale, nella frazione di Seguro; 
  • allungare il percorso del tram 24, ora previsto solo con una nuova fermata allo IEO, fino a Noverasco in superficie nel parterre di via Ripamonti. Da quel punto potrebbe procedere in sotterranea, essendoci poco spazio, fino a Opera e Locate Triulzi a interscambiare la possibile stazione dell’alta velocità o comunque l’attuale stazione ferroviaria.

Continua la lettura con: Tracciato M6: scoppia la guerra governo e comune

FABIO MARCOMIN

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I significati più nascosti delle fermate di metro e passante di Milano

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Maps - Repetti M4

Cadorna, Missori, Duomo, San Babila, Sant’Ambrogio, Wagner: tutti sanno che cosa significano. Non tutti i nomi delle fermate della metro però sono così riconoscibili, anzi. Vediamo alcuni esempi su suggerimento di Achille Marra.

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I significati più nascosti delle fermate di metro e passante di Milano

# Linea M1

Di Tommaso Polli – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=130038401 – Tracciato linea M1

Tra le fermate di Milano ci sono personaggi che hanno contribuito alla ricchezza storica e culturale di Milano, tra figure del Risorgimento, scienziati, artisti e imprenditori. Partiamo dalla linea M1 con:

  • Gambara: dedicata a Veronica Gàmbara, poetessa del Rinascimento, influente nella corte dei Gonzaga e nelle dinamiche culturali dell’epoca
  • De Angeli: si riferisce a Ernesto De Angeli, imprenditore tessile che contribuì allo sviluppo industriale di Milano
  • Inganni: intitolata a Angelo Inganni, pittore del XIX secolo, famoso per le sue vedute di Milano e la rappresentazione realistica della vita cittadina
  • Primaticcio: dedicata a Francesco Primaticcio, detto “Il Bologna”, pittore e architetto manierista, attivo in Francia alla corte di Francesco I
  • Precotto: di derivazione forse dal latino ecclesiastico Praecautum, che potrebbe ricordare un’antica osteria lungo la strada tra Milano e Monza, oppure dalla forma dialettale dal significato di prati riarsi
  • Gorla: richiama il quartiere che serve ed è riconducibile con molta probabilità al latino gulula, diminutivo di gula, interpretabile nel senso di “anfratto”.

# Linea M2

Credits: wikipedia.org -Linea M2

Eccoci alla linea M2:

  • Caiazzo: il nome deriva dal comune di Caiazzo, in provincia di Caserta, terra di origine degli immigrati del tempo in quell’area
  • Piola: prende il nome da Gabrio Piola, matematico e fisico del XIX secolo, specializzato sulla meccanica dei continui
  • Famagosta: prende il nome dall’omonima via in cui è situata, dalla città sull’isola di Cipro, colonia veneziana caduta nel XVI secolo in mano agli Ottomani

# Linea M3

Credits: wikipedia.org – Linea M3

Vediamo cosa ci riserva la M3. Ecco alcuni nomi :

  • Rogoredo: legata al quartiere in cui si trova e il cui nome nome viene dal latino roburetum, ovvero “bosco di roveri”, che descriveva il paesaggio antico della zona
  • Lodi T.I.B.B.: è collegata al corso sui cui sono presenti le uscite e alla storica azienda elettromeccanica Tecnomasio Italiano Brown Boveri, con uno stabilimento in zona che però è stato chiuso prima dell’inaugurazione della metropolitana
  • Porto di Mare: nome bizzarro per una città senza mare e che in questo caso si riferisce a un progetto mai realizzato del primo Novecento. Nella zona servita dalla stazione era infatti previsto un grande porto industriale collegato al Po tramite canali navigabili, per sopperire alla saturazione della Darsena.

# Linea M4

Arriviamo all’ultima nata, la linea M4. Tra i nomi delle fermate di difficile interpretazione troviamo:

  • Frattini: dedicata a Pietro Frattini, patriota italiano, uno dei Martiri di Belfiore, giustiziati dagli austriaci per il loro coinvolgimento nei moti risorgimentali;
  • Segneri: da Paolo Ségneri, gesuita e predicatore del XVII secolo
  • Repetti: è un omaggio a Alessandro Repetti, editore e tipografo del XIX secolo
  • Argonne: nome ereditato dall’omonimo viale, che commemora la battaglia dell’Argonne, un’importante offensiva della Prima guerra mondiale
  • Coni Zugna: prende il nome da una vetta montuosa del Trentino alta 1865 metri, ai confini con la provincia di Vicenza. 

# Linea M5

Di original uploader User:Cicks at it.Wiki, later modified by DoppioM – originally on it.Wikipedia (later trasferred here), CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24558331 – Linea M5

Chiudiamo le stazioni delle metropolitana con la linea M5. Tra i nomi che i milanesi conoscono meno ci sono:

  • Bignami: dedicata a via Emilio Bignami, ingegnere e dirigente industriale poco noto, che fu presidente dell’ATM negli anni ’30
  • Ponale: deriva da via Ponale, a sua volta dal nome dal un torrente del Trentino, immissario del lago di Garda.

# Linee suburbane/passante

Tracciato passante di Milano
Credits: wikipedia.org – Tracciato passante di Milano

Concludiamo con le linee ferroviarie suburbane e il passante. Tra queste troviamo:

  • Tibaldi: dedicata a Pellegrino Tibaldi, architetto e pittore manierista, autore di numerose opere a Milano e in Spagna
  • Dateo: la fermata del passante, che dal 2022 interscambia con l’omonima sulla linea M4 prende il nome da Carlo Dateo, un prete milanese fondatore di brefotrofi, istituti dedicati all’accoglienza dei bambini abbandonati
  • Lancetti: dedicata a Vincenzo Lancetti, scrittore e bibliografo di Cremona.

Continua la lettura con: Le città nella metro di Milano: quali sono e il problema inaspettato che possono provocare

FABIO MARCOMIN

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Il «Nuovo Cinema Paradiso» di Milano: dai film di seconda visione all’ultimo porno, sogna ora un futuro di luce

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iulm.it - Cinema Pussycat

Chi è nato al Giambellino negli anni 60′ si ricorderà senz’altro del Cinema Cittanova, un cinema popolare di terza visione, ciò che oggi corrisponderebbe ad un giudizio a pochissime stelle, ma che permetteva agli attuali babyboomers di godersi dei film in un quartiere periferico: era l’evoluzione del modello di sala rionale degli anni Venti e Trenta. Questa la sua storia e l’attesa per il futuro. 

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Il «Nuovo Cinema Paradiso» di Milano: dai film di seconda visione all’ultimo porno, sogna ora un futuro di luce

# Era il “nuovo cinema Paradiso” di Milano

Milano Policroma FB – Cinema Cittanova

La programmazione del Cinema Cittanova era incentrata su commedie italiane o su film americani usciti generalmente almeno un anno prima e sfruttati dalle sale del centro storico e di seconda visione. Forse, spostando l’ubicazione da un paese della Sicilia ad un quartiere milanese, per alcuni fotogrammi, il Cittanova sarebbe potuto essere il nostro Nuovo Cinema Paradiso.

# La trasformazione in Cinema Pussy Cat, un piccolo angolo di Amsterdam senza vetrine

giuseppearausa2.i – Raffaele Fioretto – Interno sala 2020

Sarà stata la lenta agonia dei cinema di quartiere e del concetto di “quartiere” in generale o il bisogno della morale di spostare ciò che risulta scomodo in periferia, il cinema Cittanova cambiò l’abito o, meglio gli abiti se li tolse proprio, per diventare il Cinema Pussy Cat, un nome onomatopeicamente legato a film a luci rosse. È così che ad aumentare il corredo dei già numerosi e preesistenti simboli del Giambellino, si aggiunse il Pussy Cat, un piccolo angolo di Amsterdam, senza le tipiche vetrine, con una programmazione di film che hanno fatto la storia della pornografia.

# Il “canto del cigno” nel 2019: l’ultimo cinema porno a chiudere a Milano

iulm.it – Cinema Pussycat

Anche il Pussy Cat nel 2019 ebbe il proprio “canto del cigno”: fu l’ultimo del genere a resistere fino a quel momento, l’avvento dei social con la grande offerta di porno prodotti sia in salsa terrena che virtuale chiuse la parabola.

# E oggi? In vendita! 

Milano Policroma FB – Cinema Cittanova

Lo stabile del cinema, oggi un vero cimelio e simbolo della cinematografia popolare è in vendita per centinaia di migliaia di euro (forse 5): per gli imprenditori lungimiranti e creativi della Milano che rigenera e riqualifica potrebbe fungere da ispirazione per una grande operazione vintage per recuperare gli arredamenti già presenti e allo stesso tempo “Amarcord” per riattivare una programmazione in chiave modernamente nostalgica: Il tutto a pochi passi dalla nuova fermata della linea blu San Cristoforo.

Continua la lettura con: Anche la «pasticceria dei Vip» dice addio a Milano

CRISTINA FILIPPO

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Parcheggi, ultima frontiera: a pagamento anche per moto, monopattini e biciclette?

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L’amministrazione di Milano ha dichiarato guerra alle auto: l’introduzione di nuove Zone a Traffico Limitato (ZTL), l’espansione dei parcheggi a pagamento e altre misure sempre più severe contro il traffico stanno cambiando la mobilità cittadina. Se la grande priorità implicita è quella di fare cassa, facendo pagare l’occupazione degli spazi, perché non estendere i balzelli a tutti i mezzi in sosta sulle strade?  
 
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Parcheggi, ultima frontiera: a pagamento anche per moto, monopattini e biciclette?

# Parcheggi per mezzi leggeri a pagamento: l’occupazione si paga 

Credtis: TripAdvisor

Nel 2023, secondo il Corriere della Sera, l’offerta complessiva di parcheggi a Milano ha superato i 380.000 posti, di cui circa 300.000 su strada e 39.700 in parcheggi pubblici. Nonostante questa grande disponibilità, circa 180.000 veicoli parcheggiano in modo irregolare ogni giorno, senza rispettare le strisce blu o altre aree di sosta regolare.

A questi numeri, bisogna aggiungere circa 192.000 moto e scooter che occupano spazio sulle strade milanesi, un numero in crescita esponenziale. Senza contare la grande diffusione di monopattini elettrici e biciclette, quasi sempre lasciate ore sui marciapiedi. 

Nella Milano del nuovo millennio occorre farsi delle domande chiare per evitare ipocrisia, incoerenza e il doppiopesismo, ossia la tendenza a creare diseguaglianze di trattamento. Se il principio base è di far pagare l’occupazione degli spazi e se la priorità per l’amministrazione è quella di aumentare le risorse per il bilancio cittadino, allora dovrebbe essere pacifico considerare di applicare una tariffa per la sosta sulle strade anche per moto, monopattini e biciclette. Anche perché non si tratterebbe di una novità assoluta. 

# Il modello Parigi: un’idea replicabile?

Credits: Insella.it

A Parigi, dal 1° settembre 2022, è stata introdotta una misura che obbliga i motocicli e gli scooter a pagare il parcheggio, con una tariffa applicata ogni giorno dalle 9 alle 20, proprio come per le auto. Questa politica, voluta dalla sindaca Anne Hidalgo nell’ambito delle politiche ambientali, ha l’obiettivo di far pagare l’uso dello spazio pubblico e generare risorse per finanziare altre iniziative comunali.

Milano, con il suo numero crescente di mezzi leggeri in circolazione, potrebbe prendere esempio da Parigi. Se si ridurranno drasticamente le auto in città, il Comune non potrà certo rinunciare agli introiti derivanti dai parcheggi, ma potrebbe adattare gli spazi dedicati alle auto per accogliere i mezzi più leggeri.

Questa semplice riconversione potrebbe triplicare, se non quadruplicare, la capacità di parcheggio disponibile, creando nuove aree di sosta sicure ed efficienti per moto, biciclette e monopattini, rendendo la città più ordinata e regolata.

# La doppia tariffa: una proposta innovativa per Milano

Milano potrebbe distinguersi da Parigi adottando un sistema a doppia tariffa per il parcheggio dei mezzi leggeri. Una parte delle aree di sosta potrebbe essere dedicata esclusivamente a moto, biciclette e monopattini, con tariffe più basse.

Per chi, invece, parcheggia su marciapiedi o in aree non regolamentate, potrebbe essere applicata una tariffa più alta, trasformando ciò che oggi è una multa in una tariffa ridotta per la sosta irregolare.

Il costo potrebbe variare in base alla zona. Le aree più centrali e trafficate potrebbero prevedere tariffe più alte per incentivare il parcheggio regolare, mentre nelle zone residenziali si potrebbero applicare tariffe leggermente più basse per garantire un parcheggio più agevole.

# Sorveglianza e controllo: targhe e app come strumenti chiave

Per implementare questo sistema di tariffe, sarebbe necessario introdurre una registrazione delle biciclette e dei monopattini, che al momento sono privi di targa, eccetto quelli immatricolati in Italia. Solo la targa permetterebbe di identificare facilmente i mezzi e associare il parcheggio al proprietario, proprio come avviene per le auto. La registrazione potrebbe essere estesa anche ai monopattini in sharing, garantendo che tutti i mezzi rispettino le nuove regole.

Per facilitare l’intero processo, Milano potrebbe sviluppare un’app dedicata, che permetta ai cittadini di individuare, prenotare e pagare il parcheggio in anticipo, o in tempo reale, e possibilmente di salvare la posizione del parcheggio per future necessità. Le aree di sosta potrebbero anche essere monitorate da telecamere, controllabili tramite l’app, per assicurare il corretto utilizzo degli spazi e combattere il parcheggio irregolare.

Se implementato correttamente, il nuovo sistema potrebbe rendere la città più ordinata, più sicura e più funzionale, migliorando la qualità della vita per tutti i suoi abitanti.

Continua la lettura con: Arriva il monopattino «mini bus»: i 4 mezzi di trasporto del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità urbana

MATTEO RESPINTI

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5 febbraio: è in partenza il primo nuovo viaggio notturno da Venezia a Bruxelles

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Europeansleeper - Good Night Train

Secondo la CNN il 2025 sarà l’anno dei treni notturni. In Europa e nel mondo. La prima novità è già sui binari. Il 5 febbraio parte il nuovo viaggio notturno tra Venezia e Bruxelles. Scopriamo di più su questo viaggio. 

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5 febbraio: è in partenza il primo nuovo viaggio notturno da Venezia a Bruxelles

# Il viaggio notturno da Venezia a Bruxelles sull’European Sleeper 

Europeansleeper – Good Night Train

5 febbraio 2025. Parte il primo Bruxelles-Venezia, treno notturno che passa tra Paesi Bassi, Belgio, Germania, Austria e Italia. Fa parte della giovane compagnia European Sleeper. Queste le fermate intermedie dei Good Night Train sono: Anversa, Rotterdam, Utrecht, Colonia, Monaco di Baviera, Innsbruck, Bolzano e Verona. Si tratta di un servizio pensato soprattutto per le vacanze scolastiche e l’alta stagione degli sport invernali. Non solo: offre un’opzione di viaggio sostenibile e piacevole per il famoso carnevale di Venezia. I treni mettono a disposizione scompartimenti letto, cuccette e sedili reclinabili, Wi-Fi e prese per ricarica dei dispositivi elettronici. Il viaggio ha una durata prevista di circa 20 ore ed è operativo due volte alla settimana nei mesi di febbraio e marzo.

Continua la lettura con: Treni nel mondo: le novità del 2025

MILANO CITTA’ STATO

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I sette luoghi di Milano dove andavamo da ragazzi (e che ora non esistono più)

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Milano è la città del futuro e si trasforma sempre, a volte lasciandosi alle spalle anche qualcosa di caro. Come i luoghi dell’infanzia dove un tempo i giovani milanesi andavano a divertirsi. Scopriamo quelli che innescano più nostalgia. 

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I sette luoghi di Milano dove andavamo da ragazzi (e che ora non esistono più)

# Il Luna Park alle Varesine

Credits: pinteresti.it le Varesine

Alla fine degli anni ’60 dopo la demolizione della stazione ferroviaria delle Varesine, sostituita qualche centinaio di metri più avanti da quella di Porta Garibaldi, e la rimozione di binari dei binari, lo spazio lasciato vuoto fu occupato dal Luna Park delle Varesine. L’’area fu interamente occupata dalle giostre dal 1972 fino allo sfratto avvenuto a metà degli anni ’80, quando le Ferrovie dello Stato vendettero l’intera area, e alla chiusura definitiva nel 1998. Chi è nato prima della seconda metà degli anni settanta si ricorda bene il profumo di zucchero filato o il primo giro sulle montagne russe con vista da batticuore su Milano. Era anche un classico festeggiare qui in stile Grease la licenza media o la maturità. 

Leggi anche: Le STAZIONI SCOMPARSE di Milano

# Lo Zoo nei Giardini Pubblici di via Palestro

Credits propertieslife.it – Bombay

Lo zoo di Milano nei giardini di Porta Venezia con zebre, orsi, ippopotami, tigri, leoni, foche, serpenti e soprattutto l’elefantessa Bombay con il suo spettacolo è stato per quasi 70 anni una meta obbligata per i bambini di Milano. Inaugurato nel 1923 riscosse un gran successo ma con il tempo il numero degli animali diminuì, riducendo la presenza, e inoltre le gabbie troppo piccole e le pessime condizioni di vita degli animali portarono a numerose proteste. Nel 1992 la struttura ha chiuso definitivamente i battenti.

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# I cinema del centro

credits: teatro.it – Cinema Capitol

Fino agli anni ’70 Milano era ricchissima di sale cinematografiche, oltre 160. Il centro era una vera e propria “Broadway Milanese” scintillante di luci e di locandine dei cinema. Andare al cinema per molti significava andare in centro. Tra i cinema più famosi si ricordano il Corso, l’Astra, l’Excelsior, il Manzoni e il Capitol che ospitò nel 1960 la prima milanese de La dolce vita e le prime nazionali di Rocco e i suoi fratelli e de La ciociara, con la presenza di Vittorio De Sica e Sophia Loren. 

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# Palazzo del ghiaccio di via Piranesi

Il Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi, costruito nel 1924 a pochi passi dall’antica fabbrica del ghiaccio Frigoriferi Milanesi, che serviva l’Ortomercato, aveva una tra le piste di pattinaggio coperte più grandi d’Europa. Ma non solo. Il Palazzo del ghiaccio è stata anche uno storico spazio di concerti, specie negli anni sessanta. Tutto il complesso è diventato caveau privato sotterraneo, mentre l’edificio con la pista per pattinare dal 2002 è stato trasformato in uno spazio congressi e meeting

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# Il Palasport di San Siro

Palasport di San Siro

Il Palasport di San Siro, a poche decine di metri dallo stadio Meazza con il quale formava un grande polo sportivo, era un’arena coperta dedicata a sport e concerti. Inaugurato a metà anni Settanta, era uno dei più grandi del mondo e poteva contenere 18mila spettatori, ma fu utilizzato solo fino al 17 gennaio del 1985 quando la grande nevicata fece crollare la copertura. In seguito demolito, su parte dell’area potrebbe sorgere il nuovo stadio di calcio.

# Il nuovo Arti

Per molti è stato lo svezzamento cinematografico. Non solo proiettava film ma prima e dopo la proiezione si intrattenevano i piccoli milanesi con spettacoli con pupazzi a grandezza umani rappresentanti i personaggi i Walt Disney. Aperto nel 1951 dopo la ricostruzione di un palazzo distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, il cinema Arti (circa 500 posti) era in via Mascagni, poco lontano da piazza San Babila, e nei primi decenni era una sala d’essai ospitando film d’autore. A partire dal 1977 il cinema con la nuova gestione di Luigi De Pedys, cambia radicalmente natura: abbandona il film d’autore, stipula un contratto in esclusiva con la casa Disney e si qualifica come Nuovo Arti – Casa Disney. Da questo momento fino alla chiusura offre film per bambini. L’inaugurazione della sala avviene il 14 settembre 1977 con una serata di gala cui partecipano, tra gli altri, il capo divisione Disney Europa e il sindaco Tognoli. Il film d’apertura è Paperino e c. in vacanza. Il cinema Arti ha chiuso nel 2006.

# La Fiera Campionaria

Non si può che concludere con quello come era l’appuntamento fisso della primavera dei milanesi. Prima del Fuorisalone, prima di Expo era la grande fiera in cui per giorni si trovava quello che sembrava il meglio che di nuovo il mondo aveva da offrire. La Fiera Campionaria era una città nella città. Fu inaugurata nel 1920, inizialmente a Porta Venezia, ma dopo tre anni trovò la sua sede permanente, nell’area dietro piazza Amendola dove oggi c’è CityLife. Tra le più gloriose, l’edizione del 1968 che ebbe 13687 espositori provenienti da 67 nazioni e venne visitata da più di 4 milioni di persone.

Continua la lettura con: LUOGHI CELEBRI di Milano che in realtà hanno un ALTRO NOME

FABIO MARCOMIN

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Il futuro della Montello: sarà la «Cittadella della Sicurezza» a difesa dei milanesi

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redesco.it - Rendering nuova caserma

Un tempo cuore pulsante delle forze armate, oggi è protagonista di un ambizioso progetto di riqualificazione. Con l’obiettivo di ridare vita a quest’area storica, il Comune di Milano ha avviato un intervento che ne punta a trasformarne la destinazione d’uso. Il progetto nel dettaglio e il punto sui lavori.

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Il futuro della Montello: sarà la «Cittadella della Sicurezza» a difesa dei milanesi

# La storia della Caserma Montello

Maps – Vista dall’alto Caserma Montello

La Caserma Montello ha radici profonde nella storia di Milano, essendo stata una delle principali sedi militari della città sin dal XIX secolo. Sinonimo di ordine e disciplina, ha ospitato nel corso degli anni numerosi soldati ed ha svolto la funzione di centro di addestramento. La struttura è di forma rettangolare e organizza la distribuzione dei singoli padiglioni, facenti parte del complesso, attorno ad una grande piazza d’armi, utilizzata fino a pochi anni fa come campo di calcio. Con il tempo, però, la caserma ha visto ridursi la sua funzione, entrando in un lungo periodo di dismissione e abbandono. Nel 2019 il Comune di Milano ha avviato il processo di trasformazione, mirando a farne un centro nevralgico della sicurezza urbana.

# Il progetto di riqualificazione

redesco.it – Rendering nuova caserma

Ribattezzata la “Cittadella della Sicurezza” di Milano, nella Nuova Sede della Polizia di Stato. Il piano di riqualificazione della Caserma Montello prevede in primis la ristrutturazione degli edifici esistenti lungo via Caracciolo, da trasformare principalmente in uffici. Nel progetto sono contemplati anche due nuovi edifici di 5 piani fuori terra e 1 livello interrato, per ospitare alloggi per il personale di polizia, affiancati da servizi essenziali come l’Ufficio Immigrazione, oggi in via Montebello, e la Questura. 

Urbanfile – Planimetria Caserma Montello

A questo si aggiungono una grande aula magna, un parcheggio sotterraneo, un asilo e una mensa, elementi pensati per migliorare la qualità della vita del personale e dei cittadini. Durante il giorno è attesa una frequentazione di circa 2mila donne e uomini, mentre durante la notte potranno dormire 1.163 persone. Con un investimento complessivo di 186,6 milioni di euro, il progetto è finanziato dall‘Università Cattolica di Milano e dal Ministero degli Interni e curato dallo Studio Beretta Associati con l’architetto Federico Aldini insieme a Redesco, Tekser e Geosat.

# Le preoccupazioni dei residenti e il punto sui cantieri

redesco.it – Caserma Montello da fuori

Ufficialmente i lavori sono iniziati nel giugno 2022, ma hanno subito una stop per adeguamenti progettuali. A causa del ritrovamento di reperti archeologici, nel dicembre 2023 è stata necessaria una revisione del progetto e successivamente i lavori sono ripresi nell’estate 2024. La prima fase ha visto la bonifica dell’area, ambientale e bellica, e le demolizioni propedeutiche alle opere di bonifica con rimozione di rifiuti fuori terra, bonifica da amianto/FAV, delle cisterne interrate e dei suoli. 

Maps – Retro Caserma Montello
I residenti lamentano che i cantieri sarebbero in realtà a rilento o comunque non si vedono segni tangibili dall’esterno, con il risultato che la zona è ancora oggi abbandonata al degrado all’incuria. 
 
redesco.it – Vista strada nuova Caserma Montello
Il cronoprogramma prevede una fase prioritaria fino a dicembre 2026 e una seconda fase da gennaio a dicembre 2027, quando dovrebbe essere consegnata la nuova sede della polizia. Nei suoi spazi è previsto il trasferimento degli agenti della Caserma Garibaldi di largo Gemelli, in zona Sant’Ambrogio, in corso di trasformazione nel nuovo campus dell’Università Cattolica.

Continua la lettura con: Quando Milano sognava di fare MINDhattan

FABIO MARCOMIN

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Milano 3: ghetto per ricchi o quartiere paradiso?

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Credits: archilovers.com Milano 3 dall’alto progetto

Poco fuori i confini del comune, ci sono altre due Milano: Milano 2 e Milano 3. Sono due quartieri residenziali che a primo impatto potrebbero essere particolarmente attrattivi, ma che, a uno sguardo più attento, possono apparire invece dei “ghetti” per soli ricchi. Di Milano 2 ne abbiamo già parlato: ecco la storia e le caratteristiche di Milano 3, il “quartiere più ricco d’Italia”

Leggi anche: Il fortino ovattato di MILANO DUE

Milano 3: ghetto per ricchi o quartiere paradiso?

# “Dove si vive immersi nel verde e fuori dal caos cittadino”: la storia della città giardino

Credits: archilovers.com
Milano 3 dall’alto progetto

Milano 3 si trova all’interno del comune di Basiglio, a circa 13 chilometri da Milano. Dopo il successo di Milano 2 nel comune di Segrate, si decise infatti di iniziare i lavori di costruzione di Milano 3. Così tra il 1980 e il 1991 la società Edilnord Progetti Spa, appartenente al gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi, creò sulla falsa riga di Milano 2 il nuovo quartiere residenziale di Basiglio. Più precisamente, oggi Milano 3 occupa la quasi totalità di una frazione del comune, Romano Paltano, e si estende per 14 chilometri quadrati, diventando quindi molto più grande del suo gemello Milano 2. Nel quartiere abitano tra le 7 mila e le 8 mila persone.

Come Milano 2, anche Milano 3 è stata costruita come città ideale ed è stata definita, usando le stesse parole della direzione del quartiere, una città “dove si vive immersi nel verde e fuori dal caos cittadino”. Una città giardino dove le parole d’ordine sono sicurezza, verde e comfort abitativo.

# Le sue caratteristiche tipiche: autonomia, ordine, uniformità e spazi verdi

Credits: comprensoriomilanotre.it
Residenza Milano Tre

Milano 3 nasce dall’esigenza di scappare dalla folla soffocante della città senza però allontanarsi anche dalle attività produttive. Ed è da qui che viene l’idea di costruire prima Milano 2 e poi Milano 3. Ma quali sono le caratteristiche di questo quartiere ideale?

  • L’autonomia: il quartiere è completamente autonomo, ha un proprio centro direzionale e il proprio corpo di vigilanza. È stato costruito come luogo dove i suoi cittadini, se volessero, potrebbero non allontanarsi più. Nel quartiere sono infatti presenti “tutti” i principali servizi alla persona: scuole, centri sportivi, una biblioteca, supermercati, banche, un’officina di autoriparazione, qualche bar e qualche ristorante, una farmacia e negozi vari, nonché il municipio, un deposito ambulanze e la caserma dei carabinieri. Inoltre il centro direzionale a sud del quartiere, costruito tra il 1988 ed il 1993, è sede di alcune grandi aziende e multinazionali.
  • Uniformità e ordine: nella città opera uno specifico corpo di vigilanza che garantisce sicurezza 24 ore su 24. La città è poi caratterizzata da un’uniformità nelle costruzioni, gli edifici di Milano 3 sono infatti molto simili tra loro.
  • Ampi spazi verdi: il quartiere è stato ideato per far vivere nel verde i cittadini, infatti l’85% della superficie totale di Milano 3 è adibita a verde e aree gioco.

# “La più ricca d’Italia”: ma non è una città per giovani

Credits: @Sara Russo FB
Milano 3

Milano 3 è quindi un quartiere tranquillo, sicuro, immerso nel verde e allo stesso tempo non distante dalle attività produttive, ma è veramente la città ideale? Milano 3 e la sua sorella maggiore legate alla storia di Berlusconi e di Mediaset sono spesso chiamate “ghetti per ricchi”. Basiglio, infatti, dal 2010, è nelle posizioni più alte della classifica dei comuni più ricchi d’Italia in base al reddito pro-capite, ottenendo spesso il primo posto. Come nel 2022, che con un imponibile pro-capite di 44.683,7€ si è classificato come comune più ricco del Paese.

Milano 3 offre anche tutti servizi alla persona, come dice una delle sue regole principali, ma dove sono i posti per la vita mondana? Non sembrano sufficienti 3 ristoranti e 4 bar per rispondere alla richiesta di divertimento e svago di quasi 8 mila persone. Mancano pub, cinema, teatri, discoteche e qualsiasi forma di intrattenimento: spesso i cittadini più giovani infatti per trovare un po’ di vitalità devono spostarsi nella città meneghina, quella da cui i primi abitanti sono fuggiti.

Anche se Basiglio non sembra molto una città per giovani. Secondo le statistiche del 2022 infatti la popolazione tra i 20 e 40 anni è ben minore rispetto a quella tra i 50 e 70, che costituiscono invece più del 32% dell’intera popolazione.

# Sempre più costruzioni (tutte dello stesso tipo) e meno verde

Credits: blog.urbanifle.org
Milano 3.0

La domanda diventa quindi, quartiere tranquillo e ideale o noioso? E poi c’è un altro punto che non va a favore di Milano 3. La città giardino non sarà più così tanto verde, almeno se il progetto Milano 3.0 di cui si è parlato andrà in porto. Nonostante Milano 3.0. sarà perfettamente integrato con la natura circostante, verrebbero costruiti 260 appartamenti togliendo del verde alla famosa città giardino.

E infine, si parla di uniformità di costruzioni, ma siamo sicuri che questa uniformità non sia un modo un po’ più gentile per dire che gli edifici sono privi di identità? A Milano 3 pare ci siano infatti principalmente due tipologie abitative, due tipologie per 3300 appartamenti e tutti dello stesso colore! Le residenze sono infatti suddivise in: 76 edifici di sette piani (raggruppati in 33 residenze di 80 o 120 appartamenti ciascuna, per un totale di oltre 3200 alloggi) e 105 ville monofamiliari su tre piani, raccolte in sei residenze nella fascia esterna del quartiere. Una città tutta uguale.

Continua la lettura con: Il fortino ovattato di MILANO DUE

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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«Dura la vita a Milano città. Però anche magica»: la vita a Milano a fumetti

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A Milano il confine tra sogno e realtà spesso si confonde tra i neon, i tram e le vetrine scintillanti. Ed è proprio questa frenesia che Wallie, fumettista e illustratore bolognese, ha saputo catturare nel suo ultimo carosello Instagram: “Milano è una pubblicittà.” Un gioco di parole che racchiude l’essenza della metropoli: una città-vetrina, dove tutto è movimento, luce e contraddizione. Scopriamo insieme il carosello.

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«Dura la vita a Milano città. Però anche magica»: la vita a Milano a fumetti

# Walter Petrone (Wallie), il bolognese che illustra Milano

Credits: Giffoni FIlm Festival

Walter Petrone, meglio noto come Wallie, è una delle figure più riconoscibili delle strisce social. Nato nel 1995, ha conquistato il pubblico con il suo tratto essenziale e il suo modo unico di raccontare le fragilità e le ansie della sua generazione. Dai primi passi sul web alle graphic novel di successo come Solo un altro giorno e Croce sul cuore, il suo stile malinconico e ironico continua a evolversi. Con Milano è una pubblicittà, Wallie osserva la città della Madonnina con il suo sguardo disincantato, trasformandola in un racconto visivo che mescola poesia urbana e pubblicità, alienazione e sogno. Vediamo le sue vignette più suggestive. 

# Milano è una pubblicittà

# Tu sei specchio o allodola?

# Bologna VS Milano

# Non devi voler bene a Milano

# Milano è una gara

# Milano è lavoro senza fatica?

# Fai quello che ti piace e non lavorerai mai

# A Milano siamo “soli assieme”

# A Bologna puoi riprovarci…

# Milano non fa sconti

# Fortunati i figli di Papà

# Milano come gossip e palestra

# Milano è una scalinata incoerente

# Milano mette in soggezione

#Milano: dura e magica

Tutte le immagini provengono da @Wallie_illustrator

Continua la lettura con: La pazza storia dell’Eremita che viveva nella “capanna di sassi” tra le guglie del Duomo

MATTEO RESPINTI

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Le dieci caratteristiche uniche del vero simbolo di Milano

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ochmilano IG - Shopping sciura

Non pensiamo al Duomo, alla Rinascente, ai Navigli, al risotto giallo o alla scrofa semilanuta, come simboli di Milano. No: qui si gioca duro. Stiamo parlando della immarcescibile endemica cosiddetta Sua Maestà, la “sciura” emblema meneghino suo malgrado per eccellenza. Ecco 10 aspetti che la caratterizzano.

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Le dieci caratteristiche uniche del vero simbolo di Milano

#1 La pelliccia in inverno

francesco_td IG – Sciura con pelliccia

Imprescindibile capo invernale la pelliccia di visone. A volte all’ultimo grido di griffe che ancora non hanno bandito le pellicce dalle loro collezioni, più spesso dal taglio demodé, che indica l’acquisto in decadi non sospette in cui i valori animalisti non si erano ancora affermati.

Peggio ancora il collo di volpe, consistente in una povera bestiola ormai datata e spelacchiata corredata di musetto e occhietti di vetro. Vero orrore allo stato puro. Di solito emana quel caratteristico odore di armadio/naftalina, dove viene conservata nelle stagioni calde, un misto di iris talcato per essere clementi. Imperativo esibirla a tutti costi.

#2 A spasso

bluecharlotte5 IG – Sciura a spasso

La sicura milanese non rinuncia mai a girovagare nelle vie più centrali della Milano bene, dove di solito abita, essendo in possesso di almeno un appartamento, ma più spesso due o tre, del valore del pil medio di uno stato dell’Oceania, possibilmente disabitati, nonostante i nipoti premano per una messa agli “affitti brevi”. È dura fare la sciura oggi come oggi.

Via Verri, San Babila, Cairoli, zona Brera, piazza Sant’Ambrogio, Porta Venezia, Corso Garibaldi, sono il loro regno, solo per citarne alcune, sempre accompagnate dall’amica fidata, le sciure si spostano prevalentemente coppia, ma si narra anche di avvistamenti in branco in formazione a falange.

#3 Bar e pasticcerie

Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano

Sono luoghi di stanziamento per eccellenza dove spesso le sicure fanno tappa. La pasticceria Cucchi, il Sant’Ambreus, il Lubar, la pasticceria Martesana, Cova, Gattullo, senza contare luoghi altrettanto storici come il bar Basso e il Camparino.

#4 La messa in piega

oh_milan IG – Messa in piega sciura

Al bando piastre e arricciacapelli usate dalle sciamannate dei social, la sciura è costantemente fresca di messa in piega da parrucchiere. Non si sa come faccia, ma sfoggia sempre un’acconciatura perfetta, soprattutto corta e vaporosissima che sembra sfidare le leggi di gravità. A volte per le più audaci cotonature dai colori pastello. Ma sempre scolpita da chili e chili di lacca di cui la sciura è ormai l’unica acquirente, anzi si dice sia prodotta solo per lei.

#5 La borsa

Credits sciuraglam IG

La borsa della sicura milanese è sempre di griffe. Magari d’antan oppure all’ultimo grido, questo dipende da Mr. Sciur, che ormai ha rinunciato a controllare coi lacrimoni gli estratti conto delle carte. Portata sempre a braccio prima ancora che diventasse una moda delle star di Hollywood. Di solito è di coccodrillo, se datata per i motivi di cui sopra, ma potrebbero esserlo anche quelle nuove di boutique, non è detto.

#6 Cane

matrioska24 IG – Sciura con il cane

Propaggine del braccio della sicura, spesso è un guinzaglio alla cui estremità una volta imperversava l’immancabile volpino rognoso, che ti si azzannava puntualmente alle caviglie. In tempi più recenti è stato soppiantato dal french bulldog, non meno ostile e ingrato.

#7 Peck

Credits peck_milano IG – Peck via Spadari

State certi che con la sicura, le incursioni da Peck, saranno garantite, periodicamente, ma soprattutto a Natale. Senza limiti di budget. (Salvo togliere tutte le etichette riconoscibili ed esclamare: “l’ho fatto solo con le mie mani”).

#8 Lo shopping

ochmilano IG – Shopping sciura

Leggendarie le battute di shopping della sciura, con rete a strasico. Quando si tratta di acquisto, lei è la regina. Infatti se le fate un regalo, tenete rigorosamente lo scontrino. Mazzolari o Zohr sono i suoi regni e nei casi migliori l’autista deve pazientemente attendere all’esterno sulla limo di famiglia. Poi vuoi mettere una puntata in via Sant’Andrea ? Ma chi siamo noi per non andarci ? Camicette firmate a 2000 euro, borse a 3000 e le ballerine, vuoi non prendere le Chanel a 1500 ?

#9 Abbinamento

danielaterno IG – Abbigliamento sciura

La sciura indossa sempre tutto abbinato, scarpa, col tacco anche sui sampietrini, cintura, camicia, abito, gonna pantalone, tutto in composè della nuance scelta per la giornata. Anche i sacchetti dello shopping, che porta stoicamente da sola, sono abbinati per creare una visione soavemente armonica.

#10 Botox: sì o no?

sciuraglam IG

Le vere ed originali sciure, quelle di una volta, quelle due e pure, che ancora calpestano le vie di Milano, lo aborrono e non le vedrete mai con il viso ritoccato. I modelli di seconda generazione, che sfrecciano sulle medesime vie, beh, li è un altro discorso. I chirurghi estetici li conoscono bene e non sempre con beneficio a giudicare dai risultati.

Quelle della terza generazione come saranno? Chi può dirlo. Ma sicuramente ci saranno, pronte a mantenere questa tradizione centenaria.

Continua la lettura con: Se sei una sciura milanese cerchi di andare sempre al massimo

ELEONORA PRINA

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Come i boomer andavano a scuola ai loro tempi (secondo quello che raccontano)

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E se prendevamo il bus dovevamo spingerlo per metterlo in moto. 

Qui il video: Come i boomer andavano a scuola ai loro tempi (secondo quello che raccontano)

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Continua con: Il caloroso scambio di saluti in un condominio di Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Il direttissimo «Roma-Malpensa con l’alta velocità, senza passare da Milano»: la proposta choc del Ministro. Ecco come si potrebbe fare

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Passante Rogoredo-Saronno AV

Il ministro dell’economia ha avanzato la proposta dell’alta velocità tra Roma e l’Aeroporto di Malpensa, senza passare da Milano. La situazione attuale non lo renderebbe possibile: come si potrebbe fare?

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Il direttissimo «Roma-Malpensa con l’alta velocità, senza passare da Milano»: la proposta choc del Ministro. Ecco come si potrebbe fare

# Un ritorno al passato, ma senza passare da Milano

Credits deliluna IG – Malpensa

La proposta di istituire il collegamento con i treni dell’alta velocità da Malpensa alla Capitale arriva dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Queste le parole nel corso dell’incontro ‘La Lombardia che vorrei’, a Varese, come riportato dal quotidiano La Repubblica: «Non capisco perché si debba andare a Milano per l’alta velocità. Quello che manca a Malpensa, ammetto che è una mia grande sconfitta, è che ho chiesto la grande velocità, un Frecciarossa o un Italo. Ma mi hanno detto sempre che non si può». Nel suo intervento ha aggiunto che servirebbe «un collegamento diretto Malpensa-Roma consentirebbe a un bacino di qualche milione di persone la possibilità di prendere il treno senza andare in centro città a Milano e con i parcheggi scomodi. E’ un win-win per tutti».

# Il servizio è stato attivo tra il 2010 e il 2012, con stop alla Stazione Centrale

varesenews.it – Frecciarossa a Malpensa

Per due anni in realtà il Frecciarossa ha fermato a Malpensa: dal 2010 al 2012. In 4 ore e 24 minuti metteva in collegamento Roma e tutte le principali città italiane dell’asse AV Nord/Sud. Il treno faceva sosta alla Stazione Centrale. 

gazzetta dei trasporti – Collegamenti da Malpensa

Anche se ufficialmente interrotto per lo scarso utilizzo, e al contingente momento di crisi di Malpensa, lo stop alla Centrale e la lentezza del viaggio, 42 minuti per arrivare o tornare da Malpensa, non sono stati sicuramente un forte incentivo per gli utenti. A questo va aggiunto il tragitto dal sud della città fino alla Stazione Centrale. Nel 2023 era stato annunciato il ritorno, con test anche sulla direttrice con Venezia, poi mai avvenuto. 

# Un passantino tra Garibaldi e la Stazione Centrale

Il passantino verso la Stazione Centrale

Fare sosta a Milano diventa quindi un problema, anche perché la rete ormai è satura e in particolare lo è la Stazione Centrale. In questo ultimo periodo si sta facendo avanti l’ipotesi di realizzare un passantino sotterraneo tra la Centrale e Porta Garibaldi, di modo da far transitare in superficie i treni più lenti e nel tunnel quelli dell’alta velocità. Optando per questa soluzione rimarrebbe comunque la necessità di passare dentro la città, pur senza sosta nella stazione più trafficata, e soprattutto di percorrere tutto il tracciato semicircolare ferroviario per uscire o entrare da sud. Quindi come si potrebbe fare per evitare la sosta in città?

# Un passante di circa 28 km che tagli in diagonale la città

Passante Rogoredo-Saronno AV

Servirebbe un’idea più risolutiva e rivoluzionaria: realizzare un maxi passante che attraversi in diagonale tutta la città. Si era pensata una cosa simile per far transitare le auto, da Forlanini all’ex area Expo, un tunnel di 14 km per nascondere le auto dalla superficie e con uscite a ogni chilometro. In questo caso la galleria potrebbe partire poco prima della stazione di Rogoredo, o subito dopo se si vuole consentire di sbarcare in città e di usare la metropolitana per muoversi, per poi sbucare a Saronno proseguendo lungo il percorso attuale. L’infrastruttura di circa 28 km avrebbe una lunghezza paragonabile al Crossrail, che misura 21 km, il passante ferroviario che attraversa il centro di Londra e dove corrono i treni del servizio ferroviario urbano e suburbano della Elizabeth Line.

Per quanto riguarda i tempi di viaggio, ponendo come velocità quella massima dei treni regionali che è di 160 km/h, si andrebbe da un punto all’altro in 10 minuti: in circa 30 si arriverebbe fino a Malpensa senza stop dopo Saronno, con un risparmio del 50% sul tempo che servirebbe oggi ripristinando il vecchio servizio. Viaggiando a 200 km/h, quindi oltre il 33% in meno rispetto alla velocità massima dei convogli dell’alta velocità, se ne impiegherebbero 25. L’ulteriore vantaggio sarebbe di ridurre la saturazione della circolazione ferroviaria, facendo fermare tutti i treni veloci della direttrice nord-sud in periferia.

Leggi anche: Visita a Londra: cosa portare della loro metro a Milano?

Continua la lettura con: Facciamo transitare i treni dell’Alta Velocità nel passante ferroviario?

FABIO MARCOMIN

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