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A Milano le case sfitte sono più della metà di quelle affittate: “questa è la causa principale della crisi degli affitti”

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Credits glasshouse_dreamcharme IG - Jacuzzi Casa di vetro

L’indagine consegnata dall’Aigab al sindaco. La causa della crisi degli affitti non sono gli affitti brevi ma le case lasciate vuote. Tutti i dati.

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A Milano le case sfitte sono più della metà di quelle affittate: “questa è la causa principale della crisi degli affitti”

# 110.000 case vuote a Milano

Foto Andrea Zoppolato – Casa dei musicisti intitolata a Giuseppe Verdi

Un numero impressionante. 109.404. Sono le case lasciate vuote a Milano. Potrebbero ospitare la metà degli studenti universitari di Milano. Oppure potrebbero ospitare l’equivalente di abitanti delle più grandi città lombarde, fuori Milano, come Como, Varese o quasi tutti i bergamaschi. Invece restano sfitte. E in questo caso il problema non sono quelle destinate agli affitti brevi: sono 19.000. Meno del 20% di quelle vuote. Questi i dati forniti da Aigab al sindaco per orientarlo su una politica più risolutiva al problema del caro affitti. Una politica che deve incidere per forza su quelle senza inquilini. 

# A breve sono affittate solo il 2,4% del totale

Credtis tempocasa – Torre Trianto

Dati che mettono in discussione la questione degli affitti brevi come la causa principale della carenza e dell’aumento dei prezzi delle locazioni in città. A Milano, il numero degli appartamenti messi online per breve tempo è 19.271. Un numero relativamente basso sia se lo si confronta con quello degli affitti a lungo termine, che a Milano sono 183.227, pari al 22,6 per cento degli 809.990 appartamenti presenti in città. Sia se lo si confronta con gli appartamenti sfitti che a Milano sono 109.404 pari al 13,5 per cento del totale. Quindi, a venire destinate agli affitti brevi sono il 2,4 per cento delle abitazioni totali, un decimo di quelle affittate con il 4+4 e il 17% di quelle sfitte (di cui 16.423 di proprietà pubblica). 

# «Lo 0,9 per cento del patrimonio abitativo della città non può essere considerato la causa dell’aumento degli affitti»

Credits rentingmilan IG – Casa a ringhiera sui Navigli

Ma i dati sugli affitti brevi sarebbero perfino più grandi della realtà. Secondo Inside Airbnb, gli appartamenti stabilmente online sarebbero ancora meno: 7.446 (lo 0,9% del totale) mentre poco più di 10 mila sarebbero online solo saltuariamente.

Sono alcuni dei dati del report consegnato dall’Aigab, l’Associazione italiana gestori affitti brevi, al sindaco Sala, da mesi in prima linea nella richiesta al governo di porre limiti agli affitti brevi. «Lo 0,9 per cento del patrimonio abitativo della città non può essere considerato la causa dell’aumento degli affitti» spiega al Corriere della Sera Marco Celani presidente di Aigab e ad di Italianway, primo operatore sul mercato italiano degli affitti brevi.

Celani chiarisce anche che turisti e studenti fuori sede rappresentano due segmenti diversi del mercato, orientati su proposte di case posizionate in luoghi diversi tra loro: «È vero che aumentano gli studenti e i fuori sede — continua Celani — ma anche in questo caso la penuria di alloggi e i prezzi alti non dipendono dagli affitti brevi. Gli studenti vanno a a vivere nella seconda cerchia o fuori Milano, mentre il turista cerca l’alloggio in centro. Sono due segmenti di mercato che non si incontrano. Si è sempre alla ricerca di un capro espiatorio e in questo caso sono gli affitti brevi come a New York. Sa quanti sono gli alloggi destinati all’affitto breve nella Grande Mela? Quarantamila su 8 milioni di abitazioni. Le città che chiudono agli affitti brevi non sanno trovare soluzioni. Bisogna riempire le case vuote pubbliche e privata con incentivi e non con coercizioni».

# E se la soluzione fosse di tassare le case sfitte come se fossero occupate?

Credits Paul Pablo – Casa floreale via Balzaretti

Per rendere meno conveniente mantenere una casa sfitta, che rappresenta un indubbio costo sociale, si può prendere a riferimento i paesi che applicano alle case sfitte la medesima imposta applicata agli appartamenti affittati. In questo modo non si ha una “concorrenza sleale” a livello di imposizione a favore della casa vuota rispetto a quella data in affitto. Una strada che può sembrare più praticabile e conveniente per tutti, in primis per le finanze pubbliche, senza arrivare al caso estremo dei paesi che invece procedono a un “esproprio” delle case sfitte per le aziende proprietarie di un alto numero di appartamenti. 

Continua la lettura con: Quanto vale la tua casa (o quella che ti piace)?

ANDREA ZOPPOLATO 

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La nuova “piazza dei creativi” di Milano

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max.mil133 IG - Fabbrica del Vapore

Si prepara alla trasformazione uno degli spazi culturali più iconici della città. Ecco come diventerà.

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La nuova “piazza dei creativi” di Milano

# Al via il rinnovo della Fabbrica del Vapore

ilciampa IG – Fabbrica del Vapore

La Fabbrica del Vapore è pronta a rinnovarsi. Giovedì 11 luglio è stato approvato il nuovo bando, dato che le concessioni che assegnano gli spazi sono in scadenza, per rendere ancora più attrattivo questo luogo nel cuore di Milano. Oggetto del bando sono dieci lotti delle due stecche laterali, non gestiti direttamente del Comune di Milano, per un totale di 3.600 mq, con un canone di affitto minimo dai 27 mila euro l’anno per quelli più piccoli di 150 metri quadrati a 150 mila euro quello più grande da 977 mq. Tariffe salite del 30% ma ridotte del 60% per le associazioni no-profit. L’assegnazione dura 5 anni, non rinnovabile, e possono partecipare anche gli operatori attuali.

# La più grande piazza di Chinatown, con alberi e panchine

max.mil133 IG – Fabbrica del Vapore

Verrà preservata la sua funzione di incubatore culturale per piccole e grandi imprese, mentre lo spazio esterno diventerà la più grande piazza di Chinatown, un grande giardino con alberi e panchine nel cortile. Un luogo quindi dove rilassarsi, conversare, fare network, ma con spazio per mostre, eventi, laboratori, studi d’artista e scuole di formazione.

# Un ristorante con dehors e un coworking

Credits angydivi80 IG – Fabbrica del Vapore

Il progetto di rinnovo però è ampio. Si prevede infatti un ristorante nella stecca destra al piano terra, con dehors privato e quindi con affaccio sulla piazza, con lo spazio da mettere a bando nei prossimi mesi assieme a quelli per il coworking, con tre grandi stanze gestite dal Comune con scrivanie in affitto per dare un’opportunità anche alle realtà imprenditoriali più piccole del mondo della cultura.

Continua la lettura con: Le 90 piazze senza nome di Milano

FABIO MARCOMIN

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La stazione di Sesto non c’è più: quello che sorgerà al suo posto

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Antonio Lamiranda Fb - Vecchia stazione Sesto San Giovanni demolita

I lavori sono partiti in ritardo a causa del ritrovamento dell’amianto in un edificio del complesso. Ma ora la vecchia stazione è stata demolita completamente. Si può così procedere alla sua sostituzione. 

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La stazione di Sesto non c’è più: quello che sorgerà al suo posto

# Demolita completamente la struttura della vecchia stazione

Ufficio Stampa Sesto – Edificio amianto stazione

La vecchia stazione di Sesto San Giovanni non c’è più. L’annuncio è stato dato dall’Assessore ai lavori pubblici Antonio Lamiranda in un post su facebook: “Alle ore 7.00 sono terminate le operazioni di demolizione totale della vecchia stazione ferroviaria.”  

Antonio Lamiranda Fb – Vecchia stazione Sesto San Giovanni demolita

I lavori erano partiti in ritardo per il ritrovamento dell’amianto in un edificio facente parte della struttura esterna. Questo ha comportato la rimozione del materiale inquinante prima di far partire le ruspe. Ora è in corso la raccolta e lo smaltimento delle macerie.

# L’apertura parziale di quella nuova ad aprile

Nel mese di aprile di quest’anno aveva già aperto, seppur in modo parziale, la nuova stazione progettata da Renzo Piano Building Workshop (RPBW) e Ottavio Di Blasi & Partners. Interscambia con l’attuale capolinea della M1, ed è stata completata a livello funzionale mentre rimangono ancora da terminare parti della copertura e degli accessi. Il sottopasso preesistente, di collegamento alla metro, è stato temporaneamente chiuso per essere riqualificato e riaperto a fine lavori, rinnovato, prolungato di circa 42 metri e collegato con il nuovo sistema di stazione.

# Una passerella trasparente a scavalco di 90 metri con un punto panoramico sul nuovo parco

La struttura è caratterizzata da una passerella di vetro che attraversa la linea ferroviaria Milano-Monza, con una lunghezza di 90 metri e una larghezza di 18 metri. Le connessioni ai binari avvengono tramite scale coperte da pensiline. Sulla passerella sono previsti un bar e alcune attività commerciali, offrendo una vista panoramica sul nuovo Parco urbano Unione. Dotata di ascensori e scale mobili integra 2.400 mq di celle fotovoltaiche su una superficie di 110 per 28 metri, garantendo l’autonomia energetica dell’edificio. L’opera è stata finanziata con 15 milioni di euro     e rientra nel maxi progetto di rigenerazione di 1 milione di mq MilanoSesto. Oltre a servire il nuovo quartiere, nella nuova piazza “Unione 0” dove è in costruzione il primo lotto, lo unirà al resto del territorio comunale e alla fermata della M1 ricucendo la storica cesura tra le due parti della città divise dai binari.

Leggi anche: I 18 GRANDI PROGETTI di RIGENERAZIONE che CAMBIERANNO MILANO e il suo hinterland

# Inaugurazione a dicembre 2025

Piazza Primo Maggio – Maps

Nel progetto della stazione è compresa anche la riqualificazione della piazza antistante, Piazza Primo Maggio, che prevede la realizzazione di una innovativa e tecnologica bici-stazione e piantumazione di circa 60 alberi della specie sophora japonica. Con la demolizione della vecchia stazione possono procedere i lavori per il completamento di quella nuova, la cui costruzione è stata affidata alla Cimolai S.p.A. nel 2021 tramite un appalto pubblico, per arrivare all’inaugurazione entro dicembre 2025.

Continua la lettura con: Aperta (parzialmente) la passerella trasparente sospesa di Renzo Piano

FABIO MARCOMIN

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Telecom si è fermata alla Bovisa: la triste sorte delle cabine gemelle

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Foto Andrea Urbano - Cabina imbrattata altra vista

Nella Milano degli smartphone è triste la storia di queste cabine telefoniche dimenticate da dio, dal sindaco e da Telecom. 

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Telecom si è fermata alla Bovisa: la triste sorte delle cabine gemelle

# La cabine telefoniche gemelle in Piazzale Lugano

Foto Andrea Urbano – Cabina imbrattata

A Milano si risanano immense aree dismesse, si costruiscono grattacieli, si progettano lunghi percorsi ciclabili. L’altra faccia della medaglia? Dove degrado e incuria regnano incontrastati. Tolte alcune aree tenute a lucido, sporcizia, muri imbrattati, erbacce e mancanza di attenzione all’arredo urbano sono la normalità. Non fa certo eccezione il vivace quartiere della Bovisa, un tempo periferia oggi zona semicentrale e in un momento di grande slancio. Forse il quartiere di Milano coinvolto dai più grandi risanamenti urbanistici della città. Dal recupero della Goccia a quello dello Scalo Farini la Bovisa sarà protagonista. Ma ci sono delle eccezioni. 

Foto Andrea Urbano – Cabina imbrattata altra vista

Un’eccezione è Piazzale Lugano, luogo di grande passaggio lungo una delle principali arterie della metropoli, dove fanno bella vista di se due cabine telefoniche. Non solo sono da oltre un decennio totalmente inutili ma soprattutto sono ridotte in una maniera indecente. Per quanto il distributore per tanti anni lasciato abbandonato sia stato finalmente riaperto e ristrutturato, la vista di questi due residuati imbrattati balza subito all’ occhio. Invochiamo presto un intervento per la loro rimozione.

Leggi anche: Le nuove CABINE TOUCH SCREEN: sentirsi SUPERMAN sulle strade di Milano

Continua la lettura con: Le ombre su San Babila ed M4: piazza in chiaroscuro e l’interscambio con doppio tornello

ANDREA URBANO

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Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

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Leonardo Re

“Leonardo è stato uno dei primi cinque nomi del mondo delle radio libere, un grandissimo”, sono le parole di Jovanotti in un’intervista degli anni novanta. Eh sì, perchè Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo, rappresenta ancora oggi, a vent’anni dalla prematura morte, uno dei simboli della radiofonia, lui che fu un vero pioniere delle trasmissioni in diretta pomeridiana a proporre a raffica sia le hit del momento, che le canzoni appena uscite, quelle che nessuno aveva ancora ascoltato.

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Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

# Il debutto a Radio Reporter e il passaggio a Radio Milano International

Fm-World – Lenoardo Re Cecconi

Re Cecconi nasce a Rho il 1 settembre 1954, inizia gli studi di Architettura e in quel periodo entra a far parte dello staff di Radio Reporter, una delle radio storiche milanesi. E’ il 1975 e, parallelamente a questa emittente, in via Locatelli al numero 6, due coppie di fratelli (Angelo e Rino Borra e Piero e Nino Cozzi), aprono Radio Milano International, una delle prime emittenti libere d’Italia. Ogni tanto alla porta dell’alloggio che ospitava questa entità dell’etere bussavano i Carabinieri, che mettevano i sigilli al trasmettitore, perchè si diceva che le onde hertziane venivano inquinate da quelle di radio Milano International, violando il campo magnetico dell’aeroporto e delle forze dell’ordine.

Poi la realtà delle radio libere diventa qualcosa di forte e potente, che esce dalla clandestinità e attira l’ascolto di tanti giovani, che attraverso le emittenti radiofoniche scoprono la musica. Ed è in questo periodo che Leonardo Re Cecconi passa a Radio Milano International, è il 1976, i tempi in cui si diceva ancora, “trasmettiamo dai 101 megacicli”, termini che ora risultano obsoleti, ma che allora rappresentavano quanto di più moderno e innovativo si potesse pensare.

# Ha sdoganato la mescolanza di parole e musica via etere

Radio Milano International

Leopardo era un Dj autentico, con una straordinaria competenza musicale, con un’energia unica e una capacità dialettica che incollava gli ascoltatori alla radio. La sua era una conduzione che mescolava una parlata fluida, chiara e schietta ad interventi onomatopeici, che imitavano il verso degli animali, soprattutto quello del Leopardo, il vero brand di Re Cecconi.

Poi passava dallo sciorinare alla perfezione titoli e nomi di canzoni e cantanti inglesi o americani, ai grammelot demenziali, con l’emissione di suoni farseschi.

Proprio per questo DJ Leopardo rimane nella storia della radio italiana: lui la radio non solo l’ha fatta, ma l’ha inventata. Meglio, ha inventato quel modo di “radiofoneggiare”, che ha consentito a questo elettrodomestico di entrare nel mito del costume e della cultura degli italiani. Ha sdoganato la mescolanza di parole e musica via etere, creando tra questi due essenziali ingredienti della radio una risultante di energia. Ricordiamo ancora quando Leopardo cantava sull’attacco musicale della canzone, dando la spinta alla stessa, come l’equipaggio di un bob alla partenza sul ghiaccio.

# Da Hit Parade, la sua trasmissione di culto, alla longeva trasmissione Popcorn

Leonardo Re

La sua trasmissione di grido (diremmo di culto) è stata Hit Parade, il programma pomeridiano che proponeva le venti canzoni da discoteca più ballate nei locali italiani. All’inizio degli anni ottanta i Dj più popolari tra i giovani erano Leopardo, Betty Miranda, Gianni De Bernardis, Max Pagani, Ronnie Jones, Federico l’Olandese volante e altri: Leonardo è tra gli ideatori della “Band of jocks”, il gruppo rap/dance che incise diverse canzoni molto di moda nella prima metà di quel decennio.

Nella seconda metà degli anni ‘80 il Dj rhodense lo troviamo su Canale 5 a condurre la longeva trasmissione PopCorn. La carriera di Leonardo Re Cecconi proseguirà in altre emittenti radiofoniche, per chiudersi tragicamente quando il nostro artista ha cinquant’anni: Leonardo morirà il 22 gennaio 2004, sconfitto da un tumore.

FABIO BUFFA 

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Tulipania, il labirinto di girasoli, Sunnyland: l’estate nei campi in fiore della Lombardia

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sandra__caruso IG - Labirinto di Girasole Sunnyland

I campi vivaio aperti al pubblico sono diventati un vero e proprio trend di moda: dai campi di zucche in inverno, ai campi di tulipani in primavera, fino ai campi di girasole in estate. Vediamo i più interessanti.

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Tulipania, il labirinto di girasoli, Sunnyland: l’estate nei campi in fiore della Lombardia

# Il labirinto di girasoli ad Ornago

biankoniglia IG – Girasoli Ornago

In Brianza ad Ornago, all’interno del Parco agricolo nord est, una estensione gigantesca, quasi 40 mila metri quadrati, di girasoli shirin. Il campo è aperto fino alle 22 su prenotazione. Per perdersi in un mare giallo in Brianza.

# Tulipania

tulipania.world IG – Tulipania

A Terno d’isola in provincia di Bergamo si trova Tulipania. Fino a fine luglio ogni weekend si organizzano pic nic e apericena tra i girasoli, allestimenti di set fotografici, esplorazioni sensoriali, nonché concerti di musica dal vivo per divertirsi ballando sotto le stelle. 

# Laboratori di fiori

agricoladellemeraviglie IG

A Vimodrone, nell’hinterland milanese presso “Agricola delle meraviglie”, si possono ammirare più di 30.000 girasoli su una superficie di quasi un ettaro. Importante la presenza di molti fiori di campo, nel rispetto della biodiversità e del ripopolamento di api e farfalle. Laboratori didattici, pic nic e raccolta di mirtilli. 

# Sunnyland

sandra__caruso IG – Labirinto di Girasole Sunnyland

A Corbetta si aprono le porte di Sunnyland un labirinto con oltre 120000 girasoli che si potranno ammirare dal lunedì al venerdì fino alle 21.30 su prenotazione. Sono altresì previsti laboratori didattici e aperitivi anche questi su prenotazione. 

Continua la lettura con: L’ESPERIENZA della VENDEMMIA a un’ora da Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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Le 7 isole più strane del mondo

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Credits julesvernetravel - Uros Titicaca

Ognuna di queste isole ha una particolarità che la rende unica al mondo. Vediamo perché sono davvero così strane.

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Le 7 isole più strane del mondo

#1 Vulcano point, il vulcano “matrioska” 

Credits esperanto viaggi – Vulcano Point

Nel lago dell’Isola di Luzon c’è un vulcano “matrioska”. L’isola di Vulcan Point si trova nel Crater Lake, a sua volta posto nel Vulcano Taal, una seconda isola che sorge nel Lago Taal sull’isola di Luzon, la principale dell’arcipelago filippino. L’intero vulcano è un’enorme struttura a forma di calderone, nota come caldera. Crater Lake batte anche un insolito record: è il più grande lago al mondo su un’isola in un lago che a sua volta si trova su un’isola.

 

#2 Hashima, l’isola “nave da guerra”

Credits bartrutten7770 IG – Isola Hashima

Hashima è una delle 505 isole disabitate della prefettura di Nagasaki, in Giappone. Chiamata anche Gunkanjima, che significa “nave da guerra”, per la somiglianza del suo profilo alla corazzata giapponese Tōsa, è abbandonata dagli inizi degli anni ’70 dopo la chiusura dello stabilimento minerario. Oggi uno dei più grandi e significativi esempi di archeologia industriale al mondo.

 

#3 Palm Jumeirah, il complesso di isole artificiali a forma di palma

Credits Reddit -Palm Jumeirah

La Palm Jumeirah è il complesso di isole artificiali più iconico e conosciuto al mondo. Realizzata utilizzando la sabbia dragata dal fondo del Golfo Persico e più di sette milioni di tonnellate di roccia, parte di uno dei progetti più folli negli Emirati Arabi, è senza dubbio una delle attrazioni più famose di Dubai. A forma di palma, con tronco, 17 rami e un semicerchio che funge da frangiflutti, ospita ville da sogno e hotel di lusso tra i più importanti al mondo. Lo spettacolo più affascinante lo si vede volandoci sopra a bordo di un elicottero.

 

#4 “Las islas flotantes”, le isole fluttuanti nel lago Titicaca

Credits julesvernetravel – Uros Titicaca

Nel Lago Titica, in Perù, le tribù degli Uros hanno costruito delle curiose isole artificiali chiamate “las islas flotantes”, isole fluttuanti. Realizzate con la totora, una pianta acquatica che cresce in tutta la zona, possono scendere e salire seguendo il livello del lago e possono essere spostate dagli abitanti come se fossero delle chiatte. Ospitano circa una decine di famiglie e sono diventate negli anni una delle attrazioni turistiche in mezzo al nulla più affascinanti del mondo. 

 

#5 Niihau, l’isola proibita delle Hawaii

Credits world_andwild IG – Niihau

Niihau, la più piccola delle isole abitate delle Hawaii, è inaccessibile ai turisti e per questo è soprannominata “isola proibita”. Nel 1864 fu acquistata per 10.000 dollari dal re Kamehameha IV dalla vedova scozzese Elizabeth Sinclair. Oggi è gestita dal pronipote di Sinclair, Bruce Robinson che ha il compito di salvaguardare sempre gli interessi degli abitanti e del territorio. Non esistono strade e linee elettriche, solo pannelli solari, e in generale la tecnologia moderna è poco presente. Per visitarla serve un invito direttamente dai proprietari.

 

#6 Ōkunoshima, l’isola dei conigli 

Credits setouchi_usagi IG – Ōkunoshima

In Giappone c’è un’isola disabitata su cui vive una numerosa colonia di conigli. Ōkunoshima si trova tra le città di Hiroshima e Shikoku e ospita centinaia di conigli che vivono tranquilli e in libertà che amano farsi coccolare dai turisti. Con molta probabilità questi graziosi animaletti sono stati introdotti nel 1971 da un gruppo di studenti per testare gli effetti dei gas velenosi prodotti da una fabbrica un tempo presente sull’isola.

 

#7 Sable Island, l’isola dei cavalli

Credits victorias_pictorias – Sable Island

Sable Island, tristemente nota come il “Cimitero dell’Atlantico”, per via dei numerosi naufragi che vi fanno le navi nelle vicinanze è una piccola e sabbiosa isola canadese, situata 150 km a sud-est della Nuova Scozia. La cosa più sorprendente però un’altra ed è decisamente più allegra: il suo soprannome è l'”isola dei cavalli”. Questo fatto si deve a un commerciante americano che voleva trasformare l’isola in un allevamento equino. Alla sua morte gli equini sono diventati i “padroni” di Sable Island, oggi parco nazionale protetto abitato quasi esclusivamente da oltre 500 cavalli selvaggi.

 

Continua a leggere con: Moriago della Battaglia, l’ISOLA dei MORTI

FABIO MARCOMIN

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Via libera alla Vigevano – Malpensa

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ticinonotizie.it - Tratta A Magenta- Abbiategrasso

Appaltati i lavori i lavori per la prima tratta, entro l’anno dovrebbe essere assegnata la gara anche per la seconda. L’opera nel dettaglio e i benefici previsti per i comuni interessati e per l’area metropolitana milanese.

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Via libera alla Vigevano – Malpensa

# Appaltati i lavori per la prima tratta da Ozzero ad Albairate

Tangenziale Ovest Esterna
Credits: quattroruote.it – Ipotesi tracciato Tangenziale Ovest Esterna 

Dopo anni di ritardi arriva finalmente il primo passo concreto per la superstrada Vigevano – Malpensa, con l’assegnazione dell’appalto per la prima tratta da parte di Anas alla Salc spa, società del gruppo Salini. L’infrastruttura avrebbe dovuto far parte del percorso della Tangenziale Ovest Esterna di Milano da affiancare a quella est, ma le proteste degli amministratori locale e del Parco Agricolo Sud hanno fatto ridurre la portata dell’opera che comunque attraverserà tutto l’arco ovest della Città Metropolitana di Milano. La tratta in questione, la C, è quella che va da Ozzero ad Albairate ed è stata appaltata per un importo pari a 170 milioni di euro anche se in realtà sono attesi 90 giorni di verifiche per l’assegnazione vera e propria.

 # Entro fine anno l’avvio dei lavori

anas – Supestrada Vigevano-Malpensa

I lavori potrebbero partire entro l’anno, salvo intoppi, per un tracciato di 6,9km suddiviso in due parti: la più corta poco fuori dall’abitato di Vigevano, a Ozzero, la più lunga fino ad Albairate. Previsti 6 svincoli, 4 viadotti e 3 gallerie artificiali, che consentiranno lo scavalco della linea FS Milano – Mortara, della S.S. 494 e del Naviglio Grande. La larghezza complessiva della piattaforma stradale è di 10,5 km, con una sezione a unica carreggiata C1 con una corsia per senso di marcia e banchina laterale. 

# Atteso completamento finanziamento e appalto per la tratta A

ticinonotizie.it – Tratta A Albairate – Magenta

Anche per la tratta A, da Albairate a Magenta, si attende la gara d’appalto ma prima vanno trovati 167 milioni di euro per realizzarla, per cui è stata formulata proposta di copertura nell’ultima legge di bilancio, da aggiungere ai 17 milioni già stanziati. Secondo il Ministero delle Infrastruttura e Anas i lavori dovrebbero essere assegnati entro l’anno. In questo caso il tracciato è di 9,7 km a cui si aggiungono i 900 metri della variante di Pontenuovo. In totale sono 7 i comuni interessati da tutta l’opera: Magenta, Boffalora Sopra Ticino, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano, Albairate, Abbiategrasso ed Ozzero.

# I benefici dell’opera

Al termine di tutti i lavori, l’Aeroporto di Malpensa e l’Autostrada Milano-Torino saranno connessi con il bacino Sud – Ovest milanese. Il nuovo collegamento efficienterà il sistema viabilistico dell’Abbiatense e dell’Est Ticino con ricadute importanti quali minori tempi di percorrenza, riduzione del traffico e dell’inquinamento nei centri abitati. 

Continua la lettura con: Inaugurata la prima “autostrada marina” del mondo

FABIO MARCOMIN

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Le 10 cose che i milanesi si aspettano nel futuro

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In un’epoca di continui cambiamenti le città sono il centro di gravità. Anche Milano non è da meno, ma cosa ci si deve aspettare per il suo futuro? I milanesi così hanno risposto a un nostro sondaggio.

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Le 10 cose che i milanesi si aspettano nel futuro

# Un grande Museo d’Arte Contemporanea

Credits Urbanfile – Museo Libeskind Cityilfe

Dopo la bocciatura del Museo d’Arte Contemporanea firmato da Libeskind a Citylife, a Milano non si è più parlato di realizzarne uno. Tante grande metropoli hanno investito in un polo museale iconico, dal Guggenheim al Centre Pompidou per arrivare al MAXXI di Roma. Nella nostra città c’è solo la GAM in Porta Venezia, a cui si aggiunge il Novecento in fase di raddoppio, ma niente di paragonabile agli esempi citati e altri nel mondo.

# La riapertura dei Navigli 

Rinavigli – Molino delle Armi con Naviglio riaperto

Un sogno riposto nel cassetto da parte del Sindaco Sala, ma che molti milanesi vorrebbero si realizzasse quanto prima, nel 2011 il 94,32% dei votanti a un referendum consultivo si dichiarò a favore della riapertura dei Navigli. Un percorso navigabile di circa 8 km dalla Darsena al Naviglio della Martesana che potrebbe riconnettere Milano ai laghi e al mare.

Leggi anche: Nelle città d’Europa amano i canali, i politici milanesi e lombardi no

# Una città più a misura d’uomo

riforestazione
Mappa verde

Una città con più spazio ai pedoni, quindi più a misura d’uomo, e meno all’auto. Più aree verdi, piste ciclabili e spazi pubblici dedicati alla socialità.

# Mezzi pubblici estesi a tutto l’hinterland

cristian1989 skyscrapercity – Mappa Metro futura con linea circolare

Per rendere possibile tutto questo è però necessario rendere capillare e frequente il trasporto pubblico anche nell’hinterland, facendolo diventare una vera alternativa all’automobile. 

Leggi anche: Il Gran Milan Express: la super metro circolare della Grande Milano

# Metropolitana H24

Credits medium.atm – Metro Copenaghen

Un’altra azione da mettere in campo è il funzionamento della rete metropolitana anche in orario notturno, meglio se tutta la notte, magari partendo inizialmente solo nei weekend. In diverse città del mondo lo fanno già, New York, Londra, Berlino e persino la piccola Copenaghen dove il servizio è gestito da ATM.

Leggi anche: Metro no limits: il futuro più visionario della metropolitana di Milano

# Case a prezzi accessibili

Credits: teamclienti.it

Il problema casa si fa sempre più sentire, prezzi delle case in crescita e affitti saliti in media del 22% negli ultimi 5 anni in base a uno studio di Idealista.it, e in futuro potrebbe andare ancora peggio. Per questo motivo i milanesi si aspettano che il mercato immobiliare possa diventare più accessibile.

# Più pulizia e decoro

Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena

Altro punto dolente è la sporcizia e il degrado di molte aree della città. Per il futuro della città i milanesi vorrebbero maggiore pulizia e decoro, più ordine e bellezza.

# Maggior senso civico

credits: @alecallalecall2 IG

Una città più pulita non può però prescindere da un maggior senso civico e di rispetto da parte di chi la vive e da chi la visita come turista. 

# Meno delinquenza

Credits milanobelladadio IG – Vetrina sfondata

Più sicurezza e di conseguenza meno delinquenza. Un problema comune a tutte le città internazionali e che si è acuito nel corso degli ultimi anni. La speranza dei milanesi è che gli episodi di criminalità possano essere circoscritti e ridotti in futuro.

# Più cura del verde

Alessandro Vidali – Erba alta tra panchine zona Bonola

Uno dei desideri per il futuro della città è una migliore o diversa cura del verde. La strategia adottata dall’attuale amministrazione è di favorire la biodiversità, lasciando che diverse aree verdi completino il loro ciclo naturale senza procedere a sfalci, con risultati non troppo confortanti.

Leggi anche: La foresta amazzonica di corso Sempione (immagini)

Continua la lettura con: Quello che i milanesi vorrebbero aggiungere a Milano…e quello che vorrebbero togliere

MILANO CITTA’ STATO

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Proteste dei cittadini e salva Milano “cestinato”: i grandi costruttori in cerca di un nuovo orizzonte

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affariregionali.it - Spostamenti all’interno dell’area metropolitana di Milano

La bufera giudiziaria, lo stralcio del “Salva Milano”, le proteste dei cittadini contro le nuove costruzioni e, soprattutto, lo spazio che non c’è. Quale futuro per i costruttori di Milano? Si staranno rendendo conto che i confini di Milano sono troppo stretti?

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Proteste dei cittadini e salva Milano “cestinato”: i grandi costruttori in cerca di un nuovo orizzonte

# La bufera giudiziaria che ha colpito il settore delle costruzioni

Credits bolmarco IG – Tribunale di Milano

Decine di inchieste sui circa 150 progetti immobiliari a rischio a causa di procedure agevolate per arrivare alla costruzione in tempi brevi, 30 giorni invece che almeno dopo 9-10 mesi. Nello specifico stiamo parlano della Scia, alternativa al Permesso di Costruire, in teoria da utilizzare per interventi di ristrutturazione o nuova costruzione nel rispetto di regole edilizie ed urbanistiche ma senza necessità di altre autorizzazioni come quella paesaggistica. La bufera giudiziaria che ha investito il settore delle costruzioni è nata a fronte di alcuni esposti di cittadini per casi di nuove costruzioni che, secondo la Procura di Milano, avrebbero dovuto seguire procedure standard.

# Stralciato il “Salva Milano”, a rischio il mercato immobiliare della città?

Credits Andrea Cherchi – Skyline Milano alba

Dopo mesi di indagini, che hanno visto l’inserimento nel registro degli indagati di dipendenti comunali del settore urbanistico, dirigenti e proprietari di società di costruzioni, sembrava ormai pronta la norma “Salva Milano”, nel “Decreto casa”, per sanare tutta la situazione. Un liberi tutti per spazzare via le inchieste e far ripartire il motore dell’economia del settore immobiliare. All’atto dell’approvazione del decreto Casa da parte della commissione Ambiente della Camera è però sparito l’emendamento, pare per la presentazione del nuovo testo troppo a ridosso della votazione, e quindi tutti le accuse di presunto abuso edilizio rimangono in piedi.

Al bilancio del Comune sono già stati inseriti minori introiti pari a 22 milioni di euro per mancati oneri di urbanizzazione, una cifra che potrebbe raggiungere i 100 milioni di euro i prossimi anni. È la fine della Milano dei grandi costruttori? Il rischio c’è, anche se l’emendamento potrebbe essere inserito a breve in un altro decreto, forse quello riguardante le infrastrutture, ma nel frattempo è un altro il problema per Palazzo Marino: le proteste dei cittadini.

# Le proteste per l’ “ecomostro” previsto in Piazzale Libia 

Urbanfile – Piazzale Libia parcheggio dove dovrebbe essere costruito l’edificio

L’amministrazione milanese deve fare i conti anche con le proteste di cittadini che non vogliono più vedere alti edifici in città, concentrati in spazi ristretti: una delle inchieste è partite proprio da un esposto di un gruppo di residenti. Tra quelli non ancora costruiti c’è il caso di una palazzina prevista in Piazzale Libia, zona Porta Romana-Lodi, inizialmente previsto di 8 piani e ora di 5 al posto di un garage di due piani. I milanesi paiono essersi stancati di vedere nascere palazzi come funghi in zone densamente abitate e ricche di attività, che comportano un alto flusso di persone e auto parcheggiate anche dove non si dovrebbe.

Questa la lettera dei residenti della zona come riportato da “La Verità”, che hanno anche manifestato di fronte al consiglio di zona 4, indirizzata al Sindaco Sala: “L’area è circondata da un quadrilatero di palazzi, edifici che rischiano di rimanere soffocati dalla costruzione del nuovo grattacielo, che toglierebbe, così aria, luce, spazio, vivibilità alle cento famiglie (circa 300 persone) che vi risiedono” e “in un quartiere in cui la pressione umana e delle auto è già alle stelle per via della presenza di una scuola con più sezioni, dal nido alla scuola secondaria di primo grado (la scuola privata delle Mantellate), del Teatro Franco Parenti, della Piscina Bagni Misteriosi, della Clinica Auxologica, della Rsa villa Patrizia e di un numero spropositato e in crescita di bar, ristoranti e movida”.

# Gli edifici storici abbattuti per far spazio alle nuove costruzioni

mitomorrow – Palazzina liberty Via Crema

In diversi casi le nuove costruzioni prendono il posto di edifici storici. Tra gli ultimi esempi possiamo ricordare la villa neo medievale del distretto della Maggiolina in mattoni rossi che fino a qualche anno ospitava il ristorante Tre Pini, demolita per un futuro  palazzo residenziale di tre piani. Un’altra villa storica, quella in stile eclettico in via Comelico, il cui abbattimento lascerà il posto ad una palazzina di sette piani e che una petizione ha provato a fermare. Infine la villa liberty di piazza Trento: avrebbe dovuto nascere un complesso per uffici, ma il progetto è stato sospeso perchè deve essere valutato l’impatto paesaggistico. 

Leggi anche: La SPLENDIDA VILLETTA LIBERTY sarà ABBATTUTA: ma molti MILANESI non ci stanno (la PETIZIONE PER SALVARLA)

# L’unica soluzione praticabile? Estendere confini e creare la Grande Milano connessa e con unica regia per casa, lavoro e servizi

Credit Urbanfile – Grande Milano

Costruire a Milano è diventato sempre più un problema: lo spazio ormai si sta esaurendo e anche dove nascono nuovi edifici, si riducono aria, luce, spazio e vivibilità. L’unica soluzione all’orizzonte sembra quella di allargare in confini e dar vita alla Grande Milano, così come già all’estero fanno con le città stato. Occorre che vi sia un unico ente che amministri le aree conurbate a Milano, Monza, il basso lecchese, comasco e varesotto e anche la provincia di Lodi, con una sola regia in tema di trasporti, metropolitana che serva tutta la Città Metropolitana, politiche abitative e servizi, questi ultimi da uniformare per renderli disponibili come capillarità come già lo sono a Milano. In questo modo verrebbe a ridursi la tensione abitativa data la maggiore quantità di spazio a disposizione.

Non è un caso che l’Agenzia di Bacino per il trasporto pubblico si occupi della tariffazione dell’area di Milano, Monza Brianza, Pavia e Lodi, che la Camera di Commercio sia una sola per Milano, Monza Brianza e Lodi. Anche il Sistema Locale del Lavoro esce dai confini della Città Metropolitana di Milano, come si può vedere da questa analisi Istat.

affariregionali.it – Area di massima integrazione funzionale per gli spostamenti residenza – lavoro

Anche per quanto riguarda gli spostamenti residenza-lavoro si può vedere come l’influenza di Milano vada ben oltre i suoi confini amministrativi.

affariregionali.it – Suddivisione in ring della Città metropolitana di Milano

Da questa immagine emerge come non esista una distanza al di sopra della quale si manifesta, almeno in una minima parte, un decadimento dell’attrattività della parte centrale del territorio considerato. Tale attrattività va anche fuori regione e tocca gran parte delle province lombarde.

affariregionali.it – Spostamenti all’interno dell’area metropolitana di Milano

Quest’ultima è ancora più esemplificativa e mostra la reale influenza della nostra città, e quello che potrebbe essere la sua area vasta da governare in modo unitario, dove quasi tutti i flussi pendolari in uscita nel territorio della Città metropolitana hanno come destinazione il Comune di Milano.

Continua la lettura con: Quella piccola villetta di Milano che “resiste” ai colossi immobiliari

FABIO MARCOMIN

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La circle line di Milano: com’è ora e come potrà essere nel futuro

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Avanza la realizzazione della Circle Line di Milano, il progetto per dotare Milano di una linea circolare che possa fare da interscambio con tutte le linee della metro esistenti, sul modello di Londra, Parigi o Berlino. In questo video si mostra cosa prevede il progetto e come potrebbe essere il tracciato. Secondo il progetto previsto e quelli ipotizzati per “chiudere il cerchio”. 

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FRANCESCA MONTERISI

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Mi sono trasferita a Milano

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La foresta sospesa sopra Milano: un chilometro di passeggiata nel verde

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Foresta sospesa

A Milano ci sarà la “Foresta sospesa”: un chilometro di passeggiata nel verde. Non solo: sarà vicina allo Studentato più grande in Italia.

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La foresta sospesa sopra Milano: un chilometro di passeggiata nel verde

# La terra promessa dei nuovi progetti di Milano

Credits: Skidmore, Owings & Merrill – Villaggio olimpico

Il Sud di Milano è la nuova terra promessa dei progetti di riqualificazione. In particolare, l’area tra Scalo Romana e il Vigentino sta subendo una radicale trasformazione. Al centro dei progetti c’è il Villaggio Olimpico, progetto double face, nel senso che cambierà faccia e funzione nel corso dei prossimi anni. Sei edifici del Villaggio sono già stati completati con consegna prevista per luglio 2025. Dopo le Olimpiadi il progetto sarà completato con un parco al centro e con la riconversione del Villaggio nel più grande studentato d’Italia. Ma forse l’elemento più appariscente del progetto sarà la “foresta sospesa” sopra la ferrovia, con un parco centrale nell’ex scalo e il rinnovo della stazione di Porta Romana Fs.

# La foresta sospesa e lo studentato più grande d’Italia

Dopo le Olimpiadi, la struttura sarà convertita in residenze studentesche con oltre 1700 posti, pronti per l’anno accademico 2026-2027. Sarà “lo studentato più grande in Italia”. 

L’intero progetto di rigenerazione urbana dello Scalo Porta Romana include anche una “foresta sospesa” e una “piazza sospesa” come cuore del nuovo distretto. La conclusione dei lavori è prevista entro il 2030. Ma in che cosa consiste la “foresta sospesa”?

Sarà una passeggiata verde lunga oltre un chilometro che attraverserà l’area da est a ovest. Non solo: ci sarà anche un grande parco centrale che collegherà piazza Trento al distretto Symbiosis.

Il progetto ha avuto inizio nel novembre 2022 con l’acquisizione dell’area da parte del Fondo Porta Romana ed è stato sottoscritto da Covivio, Coima e Prada Holding per circa 180 milioni di euro. La metà della superficie sarà destinata a spazi verdi accessibili al pubblico. Uno degli elementi più critici di progetto è l’integrazione con i binari ferroviari esistenti, con la trasformazione anche di piazzale Lodi.

Continua la lettura con: La rivoluzione a Sud di Milano

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Uno dei luoghi più selvaggi d’Europa dove nuotare è in Italia

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Credits nucci.zen IG - Cervedol

Amate tuffarvi in luoghi selvaggi? Esiste una classifica europea e all’interno c’è anche una località italiana. Ma non si trova né su una delle nostre isole, né sulle coste marine. 

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Uno dei luoghi più selvaggi d’Europa dove nuotare è in Italia

# Cerdevol Curnila, una piccola spiaggia incastonata nelle Prealpi Carniche

Credits nucci.zen IG – Cervedol

Ci troviamo nel cuore delle montagne friulane, tra le frazioni Pielungo e San Francesco del comune di Vito d’Asio. Cerdevol Curnila è una piccola spiaggia incastonata nelle Prealpi Carniche, eletta tra i dieci luoghi di balneazione selvaggi più belli d’Europa.

L’acqua color cristallo del torrente Arzino che nasce dal Monte Valcalda a 1.908 metri sul livello del mare, ha scavato le rocce di color bianco e arancioni creando gole, cascate e piccole pozze. Uno scenario incredibile.

# Come si raggiunge questo luogo suggestivo e rinfrescante

Da Milano a Cerdevol

Per raggiungere questo luogo suggestivo e rinfrescante da Milano ci vogliono circa quattro ore e mezza. Arrivati nella provincia di Pordenone, bisogna prendere le strade regionali e provinciali che affiancano il Lago di Tramonti e il Tagliamento. Nell’ordine la SR177, la SP 34 e infine la SP1. Giunti al bivio che porta a Pielungo si rimane sulla destra e dopo 200 metri si trovano dei parcheggi gratuiti e la scritta “Curnila”. Alla spiaggia si arriva prendendo il sentiero che dal parcheggio porta verso il torrente.

 

Continua la lettura con: Un’ESTATE al FIUME: i corsi d’acqua BALNEABILI vicino a Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 15 cose che rendono riconoscibile chi è di Milano quando si trova all’estero

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Chi è di Milano si sente cittadino d’Europa, anzi no, cittadino del mondo. Eppure ci sono cose che lo rendono distinguibile ovunque. Tipo queste. 

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Le 15 cose che rendono riconoscibile chi è di Milano quando si trova all’estero

Abbiamo chiesto in un sondaggio cosa rende un milanese riconoscibile all’estero. Abbiamo ordinato le risposte in una classifica.

#15 La classe

 Aurore Marechal/ABACAPRESS.COM – La milanese Matilde Gioli

C’est frick, c’est chic. A Milano la classe non è acqua e la si esporta ovunque. 

#14 L’eleganza

Parente stretta della classe ma più formale. Per quanto si possa sforzare di apparire trasandato, anche il viaggiatore on the road di Milano si farà smascherare sempre per quel dettaglio di inconfondibile eleganza. 

#13 La camicia in spiaggia

Anche se poi c’è camicia e camicia. 

#12 La puntualità

sveglia
(da pixabay)

Migliaia di milanesi nel mondo ogni giorno smitizzano lo stereotipo dell’italiano sempre in ritardo. 

#11 La generosità

Credits: fabriziocaramagna.com – Cuore in mano

Se c’è da dare una mano, non si tira mai indietro. Neppure in mezzo alla giungla. 

#10 “F*******ga!”

Se avete dei dubbi sulla sua origine, mettetevi in ascolto. Prima o poi gli scapperà. 

#9 Orari dei pasti

pranzare
(da pixabay)

Altro fatto tipico: mangiare a orari diversi, molto lontani dal pomeriggio o dalla tarda serata come capita per altri italiani, almeno per come sono visti all’estero. 

#8 Il “Muchela!” 

Supervotato. 

#7 “E la Madonna!” 

credit: ciakmagazine.it

Un altro marchio di fabbrica. Inimitabile. 

#6 L’articolo davanti ai nomi propri

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

La Giovanna, il Mario all’estero diventano il John, la Jennifer. Ma il risultato non cambia. 

#5 Quel modo inconfondibile di camminare

Ph. Daniel Reche (Pixabay)

Da fermi si può anche essere scambiati per altri. Ma appena si mette a camminare chi è di Milano non può essere scambiato per nessuno, quella cadenza a metà tra una passerella della Fashion Week e la corsa per non perdere la metro. 

#4 Ossignur 

Ugo Bologna, spaghetti a mezzanotte

Altra espressione incomparabile. 

#3 Nee

credits: @historicum_2.0
IG

#2 La pronuncia aperta

Smascherato dalle vocali anche nel delta del Mekong. 

#1 La rapidità

allafinediunviaggio.com
andare di fretta Milano

Come il ballo per Roger Rabbit o il pungiglione dello scorpione, la velocità per il milanese è un’attrazione irresistibile. Per le strade di New York, su ogni metro del mondo, in auto anche in mezzo al traffico di Bogotà, chi è di Milano avrà sempre una marcia in più. 

Continua la lettura con: 30 MODI per dire che SEI DI MILANO senza dire che sei di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Il ponte marino più lungo del mondo: se fatto in Italia potremmo arrivare in Corsica

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Il mondo ha il ponte dei record. Ma se venisse realizzato qualcosa del genere in Italia dove si potrebbe fare? 

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Il ponte marino più lungo del mondo: se fatto in Italia potremmo arrivare in Corsica

# Il ponte da record: 55 chilometri

Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge

Il ponte marino più lungo del mondo si estende per 55 chilometri. La struttura, operativa dal 2018, si chiama Hong Kong–Zhuhai–Macao, in quanto collega le tre principali città dell’area.

Leggi anche: Il tunnel stradale sottomarino: il più lungo e profondo del mondo

martin.santos.353 – Hong Kong-Macao Bridge

L’opera si compone di una serie di ponti e gallerie, tra cui un tunnel sottomarino lungo 6,7 chilometri, due isole artificiali: la sezione più lunga misura 29,6 km. Il ponte da record ha ridotto drasticamente la distanza da Hong Kong a Macao e Zhuhai, da 160 chilometri a soli 30 chilometri, e la durata del viaggio: da 4 ore ad appena 45 minuti. Presente anche un servizio ininterrotto di bus navetta, che funziona 24 ore al giorno. Potendo invece immaginare di realizzare un ponte marino di 55 chilometri nel nostro Paese, cosa potrebbe collegare? 

Leggi anche: Il PRIMO TUNNEL SOTTOMARINO d’ITALIA: iniziano i LAVORI

# Il ponte per la Corsica: 55 chilometri

Ponte Bastia-Isola d’Elba

55 chilometri: la distanza tra Bastia in Corsica e l’Isola d’Elba. Attualmente per andare dalla cittadina francese e Portoferraio ci vuole circa 1 ora e 30 di traghetto. Con un ponte, come quello tra Hong Kong e Macao, si potrebbe arrivare in meno di mezz’ora. Bisognerebbe prevedere opere accessorie, come ad esempio un tunnel diretto a Portoferraio per consentire un accesso migliore rispetto a quello che si avrebbe nelle frazione di Pomonte. Questo ponte sarebbe identico a quello più lungo del mondo: ma con opere ancora più piccole si potrebbero collegare territori di grande rilevanza, come questi. 

# Piombino – Isola d’Elba: 21 chilometri

Capraia-Piombino

# Il Ponte sullo Stretto: 3,3 chilometri

Credits: energiaoltre.it – Ponte sullo Stretto

Continua la lettura con: Il ponte per la Sardegna

MILANO CITTA’ STATO

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Una “vera” stazione dei treni a Malpensa? Come nei grandi aeroporti del mondo

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g2rail.com - Stazione Aeroporto di Berlino

Non è un mistero che su Malpensa penda la spada di Damocle di chi non lo vuole come hub. Che siano governi romanocentrici o compagnie straniere il fatto è cosa nota. Uno dei segnali è il deficit nei collegamenti extra-aerei dello scalo che dovrebbe servire tutto il Nord Italia. La stazione dei treni, in particolare, sembra quella di un paesino sperduto nella Pianura, dove fermano appena 3 linee. E dire che di modelli da imitare nel mondo ce ne sono parecchi. Ad esempio, possiamo guardare a quello che succede in Germania, con Francoforte o il nuovo aeroporto di Berlino. 

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Una “vera” stazione dei treni a Malpensa? Come nei grandi aeroporti del mondo

# Il Frecciarossa è stato attivo dal 2010 al 2012, poi lo stop 

varesenews.it – Frecciarossa a Malpensa

E dire che c’è stato un tempo in cui a Malpensa arrivava il Frecciarossa. Il 13 settembre 2010 il primo viaggio del Frecciarossa con fermata Aeroporto di Malpensa. Quattro servizi giornalieri, con un prezzo di 12 euro per la seconda classe e una durata di 42 minuti partendo dalla Stazione Centrale, per collegare lo scalo a Roma in circa 4 ore e 24 minuti e a tutte le principali città italiane dell’asse AV Nord/Sud. Il 18 maggio 2012 lo stop al servizio. Ufficialmente per lo scarso utilizzo, combinato al contingente momento di crisi di Malpensa. 

# Il ritorno annunciato nei prossimi anni? Si continua a rimandare

gazzetta dei trasporti – Collegamenti da Malpensa

Nel piano presentato a Roma nel 2019 il gruppo Ferrovie dello Stato ha annunciato il suo ritorno entro il 2023, a gennaio di quello stesso anno è stato effettuato un test tra la stazione di Milano Centrale e il Terminal 2, ma la pandemia ha rallentato tutto. Un altro  test è stato effettuato nel febbraio del 2023, tra Milano Centrale e Malpensa Aeroporto T1, con le prove concentrate nella tratta Bovisa-Malpensa. L’obiettivo dichiarato è quello di istituire collegamenti giornalieri con Venezia Santa Lucia servendo anche le città intermedie di Padova, Vicenza, Verona, lago di Garda, Brescia e Milano, al momento non c’è però una data. 

# Il nuovo collegamento ferroviario Malpensa-Sempione

Stazione T2 Malpensa

Tra le fine del 2025 e l’inizio del 2026 dovrebbe arrivare una novità. Per la fine del 2025, ci sarà il nuovo collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa e la linea ferroviaria del Sempione. La nuova infrastruttura garantirà un collegamento tra l’aeroporto di Malpensa e la Svizzera, chiudendo l’anello ferroviario attorno allo scalo e migliorando i trasporti con Milano grazie a una riorganizzazione dei servizi nel quadrante Nord-Ovest della regione.

L’inaugurazione della nuova infrastruttura, come dichiarato da Trenord, dovrebbe far diventare Malpensa un nodo di interscambio per treni su breve e medio raggio, ad alta velocità e transfrontalieri dalla Svizzera. Sarebbe qualcosa, anche se il confronto con le altre grandi città, ad esempio Francoforte o Berlino, però è poco edificante: la svolta sarebbe dotare lo scalo milanese di una vera è propria stazione di interscambio dove far arrivare treni diretti da e per tutti i principali centri del nord Italia.

# Perchè non creare un hub ferroviario come a Berlino?

Di Arbalete – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=87053246 – Terminal 2 Malpensa

Al momento i collegamenti verso l’Aeroporto di Malpensa via treno sono garantiti dal Malpensa Express: dalla Stazione Centrale e da quelle di Cadorna e Porta Garibaldi, con fermate in tutti i paesi attraversati dai binari. Non esiste un vero servizio espresso che metta in collegamento Malpensa e Milano senza fermate intermedie. Anche quando dovessero tornare i treni dell’Alta Velocità dovranno comunque viaggiare a velocità ridotta nel transito per Milano. E chi volesse arrivare a Malpensa, ad esempio da Como, Pavia, Bergamo, Brescia, dovrà fare tappa nella nostra città e prendere un altro treno. Per quanto riguarda lo scalo ci sono due stazioni, il Terminal 1 con funzione passante e il capolinea Terminal 2, per un totale di 4 binari serviti da Malpensa Express, S40 e Tilo 50.

g2rail.com – Stazione Aeroporto di Berlino

Se prendiamo invece una città che ha creato un vero e proprio hub, come Berlino, dal 2020, ci sono collegamenti a lunga percorrenza, regionali e e linee suburbane S-Bahn di Berlino. Ci sono 6 binari, a servizio dei Terminal 1 e 2, di cui 2 utilizzati delle S-Bahn. Esiste anche un Terminal 5, ma non è altro che il vecchio Aeroporto Berlino Schoenefeld, inglobato da quello nuovo e al momento senza stazione.

g2rail.com – Mappa stazione Aeroporto di Berlino

La stazione è servita da ben 7 linee ferroviarie:

  • Servizio Intercity IC17: Dresda – BER Aeroporto – Berlino – Rostock – Warnemünde (ogni 2 ore);
  • Servizio regionale FEX: Berlino Hauptbahnhof – Berlino Gesundbrunnen – Berlino Ostkreuz – BER Aeroporto;
  • Servizio regionale RE8: Wismar – Schwerin – Ludwigslust – Wittenberge – Nauen – Berlino-Spandau – Berlin Hbf – Berlin Ostbf – Berlin Ostkreuz – BER Aeroporto;
  • Servizio locale RB22: Königs Wusterhausen – BER Aeroporto – Ludwigsfelde-Struveshof – Golm – Potsdam;
  • Servizio locale RB23: (Potsdam Golm – Potsdam –) Berlin-Charlottenburg – Berlino Hbf – Berlino Friedrichstraße – Berlino Alexanderplatz – Berlino Ostbf – Berlino Ostkreuz – BER Aeroporto;
  • S-Bahn BER Aeroporto – Schöneweide – Neukölln – Südkreuz;
  • S-Bahn BER Aeroporto – Schöneweide – Ostbahnhof – Alexanderplatz – Hauptbahnhof – Westkreuz – Spandau

Realizzando un hub anche a Malpensa si potrebbero far arrivare i Malpensa Express, da Cadorna e da Centrale, con servizi veloci, magari alternando viaggi con sosta in tutte le fermate a viaggi no stop, altre linee regionali provenienti da altre città oltre a Frecciarossa e Italo senza farli passare dal centro di Milano. Per fare tutto questo bisognerebbe progettare e realizzare nuovi tracciati ferroviari, magari con una tratta passante sotto la Stazione Centrale che salti il traffico in superficie.

# Il treno è anche più economico: a Torino protestano che costa… troppo poco

A suffragare la necessità di un investimento di questo tipo, oltre alla possibilità di collegare direttamente altre città a Milano, c’è il risvolto economico. Emblematico il caso di Torino. Lo scalo di Caselle è collegato da 7 mesi anche dal servizio ferroviario suburbano esercito da Trenitalia e con un costo del biglietto sensibilmente inferiore a quello del bus da essere dichiarato fuori mercato. A dirlo è Angelo Costa, amministratore delegato di Arriva Italia, che intervistato dal Corriere della Sera spiega come per viaggiare con i loro bus si spende il doppio. A questo va poi aggiunto anche l’aspetto ambientale dato che i treni producono un inquinamento minore rispetto a un mezzo a motore su ruote.

Continua la lettura con: L’alternativa alla Centrale: il progetto di City Hub rivoluzionario per Milano

FABIO MARCOMIN

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Dove la metro è arte (in Italia): inaugurate le nuove stazioni meraviglia

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attiliolaviano IG - Stazione Chiaia

Una stazione metropolitana può anche essere un capolavoro? Milano sembra non porsi il problema, mentre altrove si realizzano delle vere opere d’arte. Scopriamo le nuove stazioni gioiello aperte in Italia.

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Dove la metro è arte (in Italia): inaugurate le nuove stazioni meraviglia

# Napoli continua a stupire con le sue stazioni della metropolitana

Di ArbaleteOpenStreetMap contributors – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26759852 – Linea M6 Napoli

Nei giorni scorsi ha inaugurato la linea 6 della rete metropolitana di Napoli. Pensata negli anni ’80 come metrotranvia da attivare in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990, ma mai attivata, fu riconvertita in metropolitana leggera e aperta a febbraio 2007 da Mostra a Mergellina. Il servizio fu però sospeso nel marzo 2014, in attesa dell’ultimazione dell’intero tracciato fino a Municipio, avvenuto poi il 17 luglio 2024. In comune con l’altra linea metropolitana cittadina, la linea L1, ha la bellezza delle sue stazioni, una meraviglia per gli occhi, è infatti stata inserita nel circuito delle Stazioni dell’Arte.

Leggi anche: INAUGURATA la nuova FERMATA DUOMO a Napoli: un’ispirazione anche per Milano

# Uno sguardo ai nuovi gioielli napoletani: Chiaia, San Pasquale e Arco Mirelli

comune.napoli.it – Stazione Chiaia

Tra le nuove fermate della linea 6 di Napoli lasciano senza parole quella di Chiaia e di San Pasquale. 

attiliolaviano IG – Stazione Chiaia

La prima si sviluppa su 3 piani ed è stata progettata dall’architetto partenopeo Uberto Siola, con un allestimento artistico ad opera di Peter Greenaway che riproduce concettualmente un viaggio nella mitologia delle divinità greche dall’ingresso superiore fino al piano banchine. 

comune.napoli.it – Inaugurazione stazione Chiaia

Sormontata in superficie da un cupola in acciaio e cristallo, troviamo infatti al suo interno una statua di Giove con ventiquattro braccia all’ingresso e un pozzo dal diametro di dodici metri dedicato a Nettuno attraversato da una scala elicoidale. Il piano banchine è dedicato all’Ade e si caratterizza per un colore rosso con una cupola d’acciaio a dominare l’ambiente, cava al centro, con 320 occhi arancio del Re degli Inferi.

La stazione di San Pasquale porta la firma dell’architetto italo-sloveno Boris Podrecca, che l’ha pensata in rapporto con il mare e con un omaggio a Benedetto Croce nel 150esimo anniversario della nascita: una “discesa verso il mare”, evoca il relitto di un’imbarcazione nelle profondità marine. 

nychlssf IG – Stazione Arco Mirelli

Degna di nota anche quella di Arco Mirelli, con un ingresso principale costituito da un padiglione in acciaio e vetro, a firma dell’architetto tedesco Hans Kollhof, e diverse installazioni al suo interno.

webuild – Stazione Capodichino

C’è attesa poi per l’inaugurazione della stazione omaggio al Pozzo di San Patrizio sulla linea L1.

Leggi anche: La stazione della metropolitana in Italia che sarà ispirata al pozzo di San Patrizio

# Che fine ha fatto il bando Arte4 per abbellire le stazioni della linea blu? Per ora un’installazione solo a Tricolore

Credits Urbanfile -Installazione d’arte-a Tricolore

Una domanda che più di qualche milanese si sarà fatto e che alla luce delle nuove stazioni metropolitane di Napoli diventa ancora di più pressate: che ne è del bando di Metro4? Presentato nel 2020 si poneva l’obiettivo di realizzare delle stazioni artistiche sulla nuova linea metropolitana. Questo il testo: “un bando a tempo indeterminato per interventi di natura creativa e artistica, sia permanenti sia temporanei, da realizzarsi nelle Stazioni della Blu. L’obiettivo è trasformare le aree della M4 in spazi urbani d’interesse e voler migliorare il territorio cittadino, considerando tale anche quello sotterraneo. Arte4 potrà restituire ai milanesi e a tutti i viaggiatori uno spazio non solo funzionale ma anche confortevole ed attrattivo.”

Credits Urbanfile -Funambolo tra i grattacieli

Da allora è successo poco, di certo il fatto che per gli artisti non è previsto alcun compenso non deve aver aiutato, salvo che per l’intervento realizzato nella stazione di Tricolore, sostenuto finanziariamente Fondazione Cariplo. Al suo interno è stata realizzata un’installazione dedicata al Risorgimento e non solo, con un vagone del treno con degli oblò che consente uno sguardo su illustrazioni disegnate da Filippo Martinez raffiguranti alcuni momenti importanti degli ultimi secoli di storia milanese e italiana.  

Niente a che vedere, purtroppo, con quanto realizzato a Napoli. In questo articolo avevamo provato a dare alcuni suggerimenti insieme a una panoramica delle altre metropolitane artistiche nel mondo.

Leggi anche: Arriva la PRIMA INSTALLAZIONE ARTISTICA sulla METRO BLU

Continua la lettura con: Il “paese d’arte” della Lombardia che potrebbe ispirare Milano

FABIO MARCOMIN

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Video: 33 nuove fermate in arrivo a Milano

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La metropolitana di Milano diventa sempre più grande. Nel 2030 con 133 km di binari e 153 stazioni dovrebbe arrivare all’ottavo posto in Europa, davanti a San Pietroburgo, e confermare sempre di più il suo primato a livello nazionale. Ecco, quindi, come sarà il futuro dei trasporti milanesi.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Silvia Arosio. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.

 

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SILVIA AROSIO

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Le 10 spiagge memorabili per un week end da Milano

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Paraggi - Ph. @santamargheritaligure IG

Ai confini di Milano Città Stato c’è anche il mare. Ecco in ordine sparso 10 spiagge molto ambite dal milanese in gita fuori porta.

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Le 10 spiagge memorabili per un week end da Milano

#1 Milano Marittima 

Credits: @papeetebeach IG

Non si può che iniziare con la spiaggia che porta il nome di Milano. Tra gli stabilimenti più celebri il Papeete, ormai utilizzata come sinonimo di “caduta di governo”. 

Leggi anche: Milano Marittima, la spiaggia “ufficiale” di Milano

#2 Forte dei Marmi

Beach Club Versilia, Forte dei Marmi

L’estate 2024 al Forte vede molti meno russi e molti più milanesi. Si preannunciano ritorni di fiamma in stile Vacanze Vanziniane. 

#3 Riccione

Spiaggia 69 riccione
Altra località molto cara ai milanesi, ritenuta più raffinata della vicina Rimini. Tra le spiagge la 69, anche solo per il numero. 

#4 Follonica

follonica
Per chi si vuole spingere ai limiti del week end c’è Follonica, più riservata e meno glamorous di altri lidi. Tra i lidi più iconici, l’Hawaii Beach.

#5 Paraggi

Credits: @letiziapellenghi IG

Questa suona come una sfida d’altri tempi. Uno dei luoghi più inaccessibili dell’estate: il fazzoletto di spiaggia libera tra Santa Margherita e Portofino. 

#6 Juan Les Pins

Spiaggia di Juan Les Pins (Costa Azzurra – Francia)

Chi c’è stato in passato stenterà a riconoscere la spiaggia. La direttiva europea ha di fatto smantellato la massima parte di spiagge private, tra cui la mitologica Moorea. Ora Juan è una distesa infinita di spiaggia libera di sabbia bianca, dal paese fino a Golfe Juan. L’unico ostacolo tra noi e il mare sono gli eterni lavori in corso tra Savona e il confine. 

#7 Marina di Pietrasanta

Il regno di Briatore e della Santanché , dove il distanziamento sociale era dogma ben prima del Covid. 

#8 Lido di Venezia

Hotel-Excelsior-and-beach-1
Il Lido di Venezia è una delle spiagge più sottovalutate d’Italia. Sembra strano però è così. Forse l’unica spiaggia semi-deserta anche a Ferragosto

#9 Lerici

Una delle perle della Liguria, tra le più esotiche del Levante ligure dove abbondano le spiagge anche se spesso sono minuscole. Per chi preferisci spazi più ampi da suggerire la meno blasonata Cavi di Lavagna. 

#10 Alassio

Instagram: ma.rco7859 – Alassio

A Ponente, gli specialisti dicono di andare oltre Savona, se possibile spingendosi fin verso il confine. Tra i luoghi più ambiti sicuramente c’è Alassio, la città del muretto e degli stabilimenti tra i più cari d’Italia. Altra destinazione top: Varigotti. 

Continua la lettura con: Le spiagge italiane che sembrano i Caraibi

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Gàmbara o Gambàra? L’eterno dilemma sulla pronuncia della fermata M1

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Cartina fermata M1 Gambara
Cartina fermata M1 Gambara

I nomi della linea metropolitana di Milano suscitano curiosità e domande, spesso dovute all’incongruenza del luogo che identificano o del metodo scelto tra stazioni diverse.

Si potrebbero fare tanti esempi da Lodi T.I.B.B. M3 (che richiama una fabbrica scomparsa prima dell’apertura della linea), a Porta Romana M3 che indica una zona invece di localizzare il Piazzale Medaglie d’oro, oppure al contrario la fermata Piola M2 che indica la piazza invece che il quartiere di Città Studi, insomma manca un criterio generale.

Leggi anche: Lodi T.I.B.B.: la storia della sigla incomprensibile che dà il nome alla fermata

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Gàmbara o Gambàra? L’eterno dilemma sulla pronuncia della fermata M1

# Quando la pronuncia del nome divide i cittadini

Credits: photo.edu – Palo con adesivo Gambàra

Un nome che fa discutere, se non addirittura litigare, non per il luogo che dovrebbe localizzare, ma bensì per l’accento posto sulla sillaba corretta è la fermata Gambara della linea M1.

Lo speaker della metropolitana la chiama Gàmbara, con l’accento sulla prima A, e questa pronuncia si sta imponendo in città. Tutti d’accordo? Per niente.

I cittadini della zona rivendicano la pronuncia Gambàra, sulla seconda, tanto da lanciare perfino una petizione nei confronti del Sindaco Sala per rimediare all’errore che “oltraggia gli abitanti del quartiere che da anni si sentono vessati”.

# La verità? Ha ragione la speaker di ATM

Allora qual è la verità? Pare che abbia ragione proprio la speaker ATM. La fermata infatti si riferisce alla piazza che è intitolata a Veronica Gàmbara, poetessa del Cinquecento. Gàmbara appunto, da non confondere con Gambàra, paese del bresciano.

Continua la lettura con: Lodi TIBB: la storia di una sigla incomprensibile

FABIO MARCOMIN

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