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I sette ristoranti dei sogni di Milano

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Ph. @ _stezan_ IG

Per capire quali sono i ristoranti più ambiti di Milano abbiamo chiesto ai milanesi: Se avessi una cena gratis a Milano, dove andresti? Tra le risposte sono emersi i ristoranti dei sogni di Milano. 

I sette ristoranti dei sogni di Milano

# Langosteria

#2 Credits: @langosteria IG

Se è vero che a Milano si trova il pesce più fresco d’Italia, allora Langosteria è il miglior ristorante di pesce del Paese. Una istituzione ormai. Praticamente impossibile trovare posto senza prenotare nello storico locale in via Savona. Una delle più deliziose esperienze da provare a Milano. Anche se i prezzi sono proibitivi. Indirizzo: via Savona, 10.

# Il luogo di Aimo e Nadia

Opere d’arte astratte, cucina moderna, ambiente raffinato. Una vera avventura culinaria nello storico ristorante stellato di Milano aperto in un’area un po’ atipica: a Primaticcio. Indirizzo: Via Privata Raimondo Montecuccoli, 6/8.

# Il Salumaio di Montenapoleone

ilsalumaiodimontenapoleone1957 IG

Location pazzesca. Nel cortile rinascimentale di Palazzo Bagatti Valsecchi. Dal 1957. Indirizzo: via Santo Spirito, 10. 

# Ratanà

Ratanà

Altro locale dove è difficile trovare posto. Nella storica palazzina liberty con vista sulla BAM, la Biblioteca degli Alberi, e sui grattacieli di Porta Nuova. Piatti milanesi, ingredienti stagionali. Molto attivo su Instagram. Indirizzo:  via Gaetano de Castillia, 28

# Da Giacomo

Credits giacomo_milano – Giacomo Milano 1

Aperto nel 1958 e trasferitosi nel 1989 nella storica sede di via Sottocorno, Da Giacomo è una altro grande classico della ristorazione meneghina. Sottocorno ormai è colonizzata da Giacomo: lungo la strada si trovano Ristorante, bistrot, rosticceria, pasticceria e tabaccheria, tutti con la stessa insegna. Indirizzo: Via Pasquale Sottocorno, 6

# Savini

credit: fanpage.it

Il ristorante di lusso nella Galleria. Si respirano atmosfere di altri tempi. Di una Milano aristocratica e raffinata. Aperto nel 1867, durante la Belle Époque, è tra i ristoranti più longevi di Milano. Indirizzo: Via Ugo Foscolo, 5 (Galleria Vittorio Emanuele II)

# Garghet

Credits: flwaless.life – Al Garghet

Tutt’altra atmosfera per questo ristorante che chiude il Settebello dei sogni della ristorazione milanese. Ristorante rustico e rurale nella periferia sud, che serve piatti di pasta e riso tipici della Lombardia, con una terrazza-giardino. Tra i piatti simbolo:  la Costoletta alla Milanese, i Nervit, la Cassoula, il Risotto alla Milanese con l’ossobuco. Indirizzo: Via Selvanesco, 36

Continua la lettura con: Ristoranti stranieri di Milano da provare almeno una volta nella vita

ANDREA ZOPPOLATO

Una schiarita per Lampugnano: il progetto di riqualificazione radicale

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Maps - Lampugnano

Da anni è sinonimo di degrado e abbandono, ma qualcosa si muove. Nell’area di Lampugnano, crocevia di pendolari, bus e criminalità, sta per prendere forma un intervento radicale. Potrebbe essere la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova stagione urbana?

Una schiarita per Lampugnano: il progetto di riqualificazione radicale

# Il terminal dei bus resta un girone dantesco, ma accanto parte una piccola rivoluzione: Natta Nord

Oggi è un non-luogo, in bilico tra discarica e stazione fantasma. Il terminal dei bus di Lampugnano è uno dei punti più degradati di Milano, nonostante ogni giorno passino di qui migliaia di persone. Ora però, a pochi passi da questo inferno urbano, è stato adottato un piano che potrebbe ribaltare il destino del quartiere. Si chiama “Natta nord” e prevede la rigenerazione di oltre 28.000 mq, trasformando l’area tra via Natta e via Cambi in un nuovo polo verde, vivibile e connesso. 

Leggi anche: Lampugnano, fermata per l’inferno: l’ultima esperienza

# Parco, piste ciclabili e uffici: il nuovo cuore di Milano Ovest

Urbanfile – Natta nord

L’area oggi occupata da rovi, cemento e strutture dismesse è destinata a diventare un sistema di spazi pubblici tra i più estesi del Municipio 8. Cuore del progetto è un grande giardino attrezzato, collegato da piste ciclabili, percorsi pedonali e nuove connessioni verdi. Verrà anche recuperato l’ex depuratore di via Natta, trasformandolo in un parco di 7.000 mq. La viabilità cambia volto: via Cambi e via Ziegler vengono pedonalizzate quasi del tutto, migliorando accessibilità e sicurezza. Spazio anche a funzioni produttive: un edificio terziario con 1.000 mq di spazi commerciali è stato pensato per riportare lavoro e vita in zona. Un’occasione per creare un ecosistema urbano efficiente, sostenibile e aperto.

# Un piano da oltre 4 milioni di euro per cambiare faccia a tutta la zona

Urbanfile – Area intervento Lampugnano

Il Comune punta a chiudere l’iter entro la fine del 2025. Il Piano “Natta nord” prevede oneri per 4,3 milioni di euro da destinare interamente a opere pubbliche, tra cui il riordino dell’area di via Novara e la cessione al Comune di oltre 14.000 mq di verde tra via Croce e via Chiarelli.

Urbanfile – Rendering vista stazione Lampugnano

Una volta completato, il progetto potrebbe sbloccare anche l’area “Natta sud”, includendo il completamento della ciclabile fino a via Sant’Elia. Il più grande successo, però, sarà politico e sociale: restituire dignità a uno degli snodi più cruciali (e dimenticati) di Milano. Riuscirà l’effetto contagio a spingersi anche fino al terminal?

# Cosa si dovrebbe fare per far rinascere il terminal di Lampugnano

Andrea Urbano – Lampugnano

Torniamo al terminal pullman di Lampugnano: una delle zone più degradate dell’intero quadrante ovest di Milano. La struttura è fatiscente: marciapiedi danneggiati, pensiline sporche e vandalizzate, servizi igienici spesso inutilizzabili. Manca completamente una segnaletica chiara, l’illuminazione è insufficiente e nelle ore serali il senso di insicurezza è palpabile. Il flusso di passeggeri, tra pendolari, studenti e migranti, si muove in uno spazio disordinato e disfunzionale, senza punti di ristoro né attese confortevoli. Da tempo si renderebbe necessario alcuni interventi: il rifacimento completo del terminal, l’installazione di videocamere di sorveglianza, una maggiore presenza di personale e l’attivazione di un presidio fisso. Proprio per contrastare criminalità e degrado, il prefetto ha disposto presidi mobili di forze dell’ordine nelle ore serali e notturne, con servizi speciali di prevenzione. L’area è sotto osservazione anche per episodi legati al traffico di migranti: solo a maggio sono state identificate oltre 200 persone in un singolo controllo. 

Continua al lettura con: Le 10 piazze di Milano da rigenerare (secondo i milanesi): per una c’è una grande novità

FABIO MARCOMIN

La doppia terrazza panoramica con skybar sopra i Navigli: riapre la novità dell’estate

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imirador.milano IG

Una doppia terrazza sospesa tra cielo e acqua, tra profumi mediterranei e skyline milanese.
Nel cuore dei Navigli, torna uno dei rooftop più spettacolari della città.

La doppia terrazza panoramica con skybar sopra i Navigli: riapre la novità dell’estate

# Un’oasi sopra la città con vista a 360 gradi su Milano

imirador.milano IG – Vista Darsena

Con l’arrivo della bella stagione, riaprono “I Mirador”, le due terrazze panoramiche della 21 House of Stories Navigli, a cavallo tra la Darsena e il Naviglio Pavese. Sviluppate su due piani, sono uniche nel loro genere: una piscina al settimo e uno skybar all’ottavo piano. Oltre 400 metri quadrati sospesi nel cielo dove godere di una vista mozzafiato su Milano a 360 gradi: da San Siro alla Torre Velasca, dal Duomo a CityLife. Le terrazze incarnano lo spirito del “mirador”, belvedere di ispirazione iberica. l tocco distintivo è dato dalla cura nei dettagli e dall’ambizione di trasformare un rooftop in un’esperienza. Un format che rilancia l’hotellerie milanese come nuova frontiera della socialità urbana.

# L’esperienza Mirador

Più che un semplice rooftop bar, “I Mirador” è un laboratorio urbano a cielo aperto. La terrazza al settimo piano ospita una piscina, un’area lounge e un bancone bar affacciato sulla Darsena. Quella all’ottavo, più riservata, offre la sola terrazza panoramica a sud di Milano, con skybar e visuale completa sulla città. L’ospitalità è fluida, ibrida, pensata tanto per il tempo libero quanto per eventi privati o momenti di lavoro. Gli spazi sono prenotabili anche in esclusiva, con salottini sospesi per esperienze tailor-made. La proposta food&beverage si ispira alla cucina mediterranea: piatti leggeri, frutta fresca, dessert curati. Ai cocktail si affianca una drinklist stagionale che gioca con agrumi, spezie ed erbe aromatiche, fondendo il tropicale al classico. Un invito a lasciarsi andare, riscoprendo Milano da un punto di vista insolito, più rilassato e conviviale.

# Il nuovo lifestyle sui Navigli

imirador.milano IG – Mirador

Il locale è aperto dal lunedì al sabato con doppio turno, dalle 12.00 alle 15.00 e dalle 19.00 alle 24.00, mentre la domenica si anima solo la sera, dalle 19.00 alle 24.00. L’ingresso avviene tramite la lobby del 21 House of Stories in via Ascanio Sforza, da cui si sale direttamente alle terrazze. La zona piscina è delimitata e accessibile solo in determinati orari, mentre l’area lounge e lo skybar restano fruibili anche senza prenotazione. L’arredo combina ceramiche artigianali, materiali naturali e palette cromatiche ispirate alle coste mediterranee, con sedute basse, ombrelloni bianchi e piante rigogliose. Ad accompagnare il pranzo o l’aperitivo c’è la musica di sottofondo con ritmi soft tra balearico e soul-jazz, per sentirsi in vacanza a Milano.

Continua la lettura con: I sette ristoranti con terrazza panoramica da provare a Milano

FABIO MARCOMIN

App e startup: 5 idee di business mondiali che ancora non ci sono

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C’è chi dice che l’Italia abbia perso la rivoluzione digitale. In effetti, non si vedono aziende capaci di inserirsi tra i grandi player internazionali. Ma qualcosa potrebbe cambiare. Ad esempio con queste idee globali in stile molto milanese. 

App e startup: 5 idee di business mondiali che ancora non ci sono

#1 Cityhome: l’home exchange all’interno della stessa città

Ph. @lavnatalia IG

Esistono app di scambio casa pressoché ovunque. Tra città internazionali, con località turistiche, per animali domestici. Si può vivere dappertutto. Ma non nella stessa città. Cioé, non esiste nulla di dedicato a chi vorrebbe godersi la vita ogni volta in un quartiere diverso. Si potrebbe vivere qualche mese a Brera, poi a Porta Ticinese, fino a provare l’ebbrezza della periferia, nel verde di San Siro o lungo il naviglio della Martesana. E viceversa. Un modo per vivere la città al 100% scambiando la propria casa con quella di altri. 

#2 Appetito: l’app che segnala i buffet gratuiti e fornisce recensioni degli aperitivi

La grande attrazione di ogni evento: il buffet gratuito. Ma dove trovarli? Arriva appetito, l’app che segnala i buffet gratuiti degli eventi. Non solo: c’è anche la sezione per le recensioni degli aperitivi. E di qualunque pasto che sia gratuito in città, anche delle mense dei poveri. 

#3 Lostatosiamonoi: l’app per dare feedback sui servizi alla pubblica amministrazione

Il vero comunismo. Il popolo al potere. La situazione si ribalta. I controllori diventano controllati, i cittadini verificano e premiano ogni tipo di lavoro pubblico, finalmente si dà al contribuente la possibilità di esprimersi su come vengono spesi i suoi soldi. 

#4 Startiamo: l’app per suggerire idee di start up e trovare qualcuno che aiuta a realizzarle

Che cosa frena dal mettersi in proprio? C’è chi ha idee ma non soldi, c’è chi ha soldi ma non ha idee, c’è chi ha tempo ma non sa come impiegarlo, e viceversa. Per mettere d’accordo tutti, l’unione fa la forza: arriva startiamo, l’app in cui ogni startup diventa un puzzle di contributi.

#5 Wearetheworld: l’app per risolvere i problemi del mondo

Tu inserisci un problema e il mondo di iscritti alla App contribuisce a elaborare la soluzione. L’alternativa costruttiva ai social network in cui ormai spadroneggiano gli haters e i ladri di energie. 

Continua la lettura con: I futuri capolinea da sogno per le 5 linee della metro di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

Quando finalmente incontri chi ha escogitato la ciclabile di Buenos Aires

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Ho sempre sognato questo momento. 

Qui il video: Quando finalmente incontri chi ha escogitato la ciclabile di Buenos Aires

Continua con: La polizia italiana con i ticinesi che vanno a 200 all’ora

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Una casa a 1.000 euro al metro quadro? Questi i quattro paesi dell’hinterland di Milano con il prezzo più basso

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Credits manolo.ga1 IG - Turbigo

I prezzi sono cresciuti anche nell’hinterland di Milano: a differenza di appena un anno fa, non si trovano più paesi con la media del prezzo delle case attorno ai 900 euro al mq. Eppure ci sono diversi comuni dove comprare casa è ancora molto conveniente. Vediamo quali sono e cosa hanno da offrire.

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Una casa a 1.000 euro al metro quadro? Questi i quattro paesi dell’hinterland di Milano con il prezzo più basso

# I due comuni dell’hinterland con il prezzo delle case più basso

Mappa Città metropolitana

Le ultime rilevazioni di Osservatorio Immobiliare confermano la Città metropolitana di Milano come l’area con i valori più elevati in Italia, con una media di circa 3.470 euro al mq, su oltre 69.205 annunci. Il Comune di Milano è stato quello a registrare il prezzo più alto per gli immobili in vendita con 5.150 euro al mq, quasi il doppio rispetto alla media regionale di 2.270 euro al mq.

Per una buona fetta dei milanesi sono cifre irraggiungibili. Se però si sposta lo sguardo più lontano la situazione cambia in modo radicale: ci sono ancora due comuni con quotazioni medie attorno ai 1.000 euro. Si tratta di Nosate e Turbigo. A questi se ne aggiungono altri due con prezzi di poco superiori. Ma scopriamo quali sono queste “isole” della convenienza. 

# Nosate, il meno popoloso della Città Metropolitana di Milano con case a un costo medio di 1.010 euro al mq

atty_82 IG – Nosate

All’estrema punta nord ovest della Città Metropolitana di Milano c’è Nosate. Un piccolo angolo di mondo che sembra uscito da una cartolina d’altri tempi, si trova a circa 45 km dal centro di Milano, incastonato nel Parco Lombardo della Valle del Ticino. Con poco più di 600 abitanti, è il meno popoloso del territorio metropolitano e il secondo più distante dal capoluogo dopo l’exclave di San Colombano al Lambro. Attraversato dal Naviglio Grande e dal canale Villoresi, si caratterizza per paesaggio rurale, con le vecchie cascine a testimoniare questa vocazione, e abitazioni dal costo medio di 1.010 euro al mq.

# Nella vicina Turbigo i prezzi salgono di appena 20 euro: 1.030 al mq

Credits manolo.ga1 IG – Turbigo, resti della vecchia dogana austriaca di fine Settecento

Separato da un lembo di terra c’è Turbigo, tra i due comuni si frappone Castano Primo che che nel 2022 registrava una quotazione di 875 euro al mq, dove per un’abitazione si paga in media 1.030 euro al mq. Anch’esso immerso nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, rispetto a Nosate ha una popolazione superiore di oltre 10 volte, più di 7.000 residenti, e spicca per il suo mix architettonico. Troviamo infatti il Castello Visconteo, con il suo stemma che racconta di un passato nobile, il Palazzo De Cristoforis Gray, che unisce l’eleganza settecentesca con l’anima del ‘500, e la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, che strizza l’occhio alla maestosità della Chiesa del Gesù di Roma. E per chi cerca un tocco di avventura? C’è un ponte tibetano di 70 metri, sospeso a 8 metri d’altezza sul Ticino, perfetto per chi ama camminare con un pizzico di brivido.

# Altri due comuni attorno ai 1.000 euro

marygracegrace IG – Robecchetto con Induno

Ci sono però altri due comuni convenienti. Appena sotto Turbigo troviamo Robecchetto con Induno, creato nel 1870 dalla fusione dei comuni di Robecchetto e Induno Ticino e con circa 4.800 abitanti, che registra una media di prezzi al mq di 1.055 euro. Tra i luoghi di interesse ci sono il Ponte sul Naviglio Grande, non distante dalla centrale di Turbigo, e il Palazzo Arese poi Fagnani, adibito alla sede del Municipio. Ne servono invece 1.065 per andare a vivere in collina a San Colombano al Lambro, l’exclave della Città Metropolitana di Milano, dove si produce l’unico vino DOC del territorio nelle tipologie fermo e frizzante.

Leggi anche: San Colombano, l’enclave di Milano: anche se è lontana 22 Km, ci appartiene

Continua la lettura con: Alle porte di Milano un piccolo borgo medievale ha un grande sogno

FABIO MARCOMIN

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I futuri capolinea da sogno per le 5 linee della metro di Milano

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ChatGPT - Nuovi orizzonti per la metro di Milano

Per una rete metropolitana sempre più estesa e in linea con le esigenze della Grande Milano. Ecco quali fermate si potrebbero raggiungere.

I futuri capolinea da sogno per le 5 linee della metro di Milano

# M1: Legnano e Desio

M1 per Legnano

A nord ovest la linea M1 si è spinta fuori i confini comunali già nel 2005, quando ha raggiunto Rho Fiera, ma potrebbe essere allungata ancor di più. Un importante centro da servire potrebbe essere Legnano, famoso per il palio e il castello, con fermate e Rho centro, Nerviano, Pogliano Milanese e San Vittore Olona.

M1 fino a Desio

Dal futuro capolinea di Cinisello Bettola, dove è previsto l’incrocio con la linea M5, si potrebbe farla virare fino a Desio, servendo la zona di San Fruttuoso a Monza e il comune di Muggiò.

# M2: Bergamo e Binasco

Metro Express M2-Bergamo

La linea M2 potrebbe essere estesa da Gessate fino a Bergamo, come previsto inizialmente con le Celeri dell’Adda, con un servizio express e due fermate intermedie: Trezzo sull’Adda, l’ultima prima del confine tra Milano e Bergamo, e Dalmine. 

M2 Binasco

A sud, come previsto tra le ipotesi del PUMS, si potrebbe allungare fino a Binasco dall’attuale capolinea di Assago Forum, con parcheggio scambiatore all’uscita della A7 e un’altra fermata a Zibido San Giacomo.

Leggi anche: M2 Metro Express: le tre nuove fermate sulla verde per collegare in poco tempo Milano e Bergamo

# M3: Meda e Paullo

M3 per Meda

L’estensione fino a Paderno Dugnano, con stazione intermedia a Cormano, sembra essere stata al momento accantonata. La decisione di riqualificare la Milano-Limbiate, che ricalca la stessa direttrice, potrebbe avere pesato sulla scelta. Non è detto però che una soluzione debba escludere l’altra e, anzi, si potrebbe pensare di puntare Meda con la M3. In questo modo si potrebbero intercettare anche gli utenti dalla superstrada con un servizio efficiente, frequente e con mezzi più capienti. Tra gli stop immaginabili lungo il tragitto Nova Milanese e Cesano Maderno.

Progetto MM Prolungamento M3 Paullo

Il prolungamento per Paullo pare ormai tramontato. Tuttavia, la scelta di estendere la M3 fino a Peschiera Borromeo senza proseguire come metrotranvia, non esclude in futuro che possa essere realizzato. Il vecchio progetto prevedeva in totale 8 fermate e un tracciato 15 km.

Leggi anche: M3 fino a Peschiera, semaforo rosso per Paullo, novità per Crema: la proposta della regione per il sud-est di Milano

# M4: Abbiategrasso e Vimodrone

Milano-Abbiategrasso M4

Sulla M4 si sta lavorando per aggiungere un’altra fermata a Buccinasco ad ovest, dopo San Cristoforo. Tra le ipotesi immaginate anche quella di portarla fino a Trezzano sul Naviglio. Osando ancora di più si potrebbe puntare al comune di Abbiategrasso, intercettando anche Gaggiano e Vermezzo con Zelo.

M4 fino a Vimodrone

Ad est è stata confermata l’estensione fino a Segrate Porta Est, futura stazione dell’alta velocità sulla direttrice Milano-Venezia. Un obiettivo ambizioso potrebbe essere il comune di Vimodrone, con interscambio alla fermata di Cascina Burrona M2, e stop aggiuntivo nel centro di Segrate.

# M5: Monza e Magenta

M5 verso Monza

Per la M5 a nord il progetto è già pronto, l’unico scoglio sono le risorse da trovare per coprire circa 600 milioni di euro di extracosti. Previsto un tracciato di 13 km e 11 fermate, 4 nel comune di Cinisello Balsamo e 7 in quello di Monza con capolinea al Polo Istituzionale, più altre in centro città e al parco della Villa Reale.

Milano-Magenta M5

L’ipotesi più concreta per l’estensione ad ovest è quella di quattro fermate e 4,5 km con nuovo capolinea a Settimo Milanese. Valutato anche il successivo prolungamento fino a Magenta, con una metrotranvia o un sistema di Bus Rapid Transit (BRT) per un totale di circa 20 km di nuovo tracciato: perchè non realizzarlo in metropolitana?

Leggi anche: M5: il futuro della linea lilla fuori Milano

Continua la lettura con: La linea della metro che ci vorrebbe per servire l’area più ignorata di Milano

FABIO MARCOMIN

Milano, la città dei cartelli incomprensibili

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Forse sono la soluzione per l’alta velocità. Altro che città a 30 all’ora, questa dovrebbe essere la città delle inchiodate. Sì, perché per leggere i cartelli in accesso all’area B bisognerebbe fermarsi, scendere, avvicinarsi a pochi centimetri per poter leggere tutto quanto descritto. Solo che neppure a questo punto si può comprendere quello che vogliono dire. 

Milano, la città dei cartelli incomprensibili

# L’accesso in Area B

Maps – Accesso Area B

Il primo cartello di divieto o limitazione alla circolazione che si incontra arrivando a Milano è quello di Area B. La più grande ztl del mondo, per come è pensata: copre circa il 72% dell’intero territorio comunale di Milano e il suo perimetro è controllata da ben 188 telecamere. Non si può entrarvi nemmeno pagando con un veicolo ritenuto inquinante. Arrivando in auto, per chi non è a conoscenza delle sue regole, può anche non bastare fermarsi e leggere tutto. Già: perché è anche difficile  capire cosa vogliano dire i cartelli. Questa la frase che spiega chi non ha diritto all’accesso nel territorio comunale: “divieto di transito a veicoli categoria Euro non ammesse ai sensi della D.G.C. 1366/2018 e s.m.i. eccetto autorizzati ai sensi della D.G.C. 1366/2018 e s.m.i.”. 

Leggi anche: Ztl San Siro: «solo un modo per fare altri soldi»: la denuncia e le reazioni

# I cartelli prima dell’ingresso in Area C

Maps – Area C

Anche per l’Area C vale la stessa regola. Questa la frase che indica chi non può accedere dentro il perimetro del Municipio 1: “divieto di transito a: mezzi pesanti di lunghezza superiore ai 7,5 metri, veicoli categorie Euro non ammesse ai sensi della D.G.C. 1617/2018 e s.m.i”. Decisamente più comprensibile, anche grazie all’utilizzo di simboli, l’indicazione di chi può entrare senza pagare, visto che per questa zona a traffico limitato è necessario un ticket di accesso.

Maps – Divieti area C 2022

Per indicare i veicoli inquinanti non ammessi in modo semplice si potrebbe però fare molto meglio e le soluzioni ci sarebbero già. Dopo il cartello previsto dal Codice della Strada è affissa infatti una cartellonistica con colori sgargianti che indica in modo evidente i mezzi sottoposti a divieto. Perchè non metterli qualche decina di metri prima dell’effettivo ingresso in Area C? Lo stesso si potrebbe fare con Area B, per la quale vengono utilizzati cartelli simili, ma sempre affissi ai pali delle telecamere, pertanto leggibili solo quando ormai si è passibili di infrazione.

# Fino al 2018 erano indicati chiaramente i veicoli esclusi dall’accesso: ora non più

Maps – Area C, cartelli 2018

Non è però sempre stato così. Tornando indietro nel tempo al 2018, si può notare come nei cartelli stradali era riportato in modo dettagliato, al netto della dimensione del carattere leggibile solo a distanza ravvicinata, a quali mezzi a benzina e gasolio era vietato l’accesso in Area C.

# La nuova ztl del Quadrilatero

Tiny cars – Ztl Quadrilatero

Non va meglio con la nuova super ztl del Quadrilatero attivata da poche settimane, in modalità non sanzionatoria per i primi due mesi. Attiva H24, l’area include alcune delle strade più prestigiose della città: via Manzoni, via Senato, via San Damiano, corso Monforte, via Cino del Duca. Possono accedere liberamente alla ZTL residenti e domiciliati, così come i proprietari di box o posti auto, così come i clienti delle autorimesse locali.

Per chi arriva per la prima volta in prossimità di una delle telecamere, che controlla l’accesso ai varchi, di tutto questo non c’è traccia nei cartelli. Ecco cosa si legge: “divieto di transito a: autoveicoli non autorizzati eccetto (segue l’elenco delle deroghe) e tutti i veicoli della Del. G.C. 555 approvata il 09/05/2024 e s.m.i.”. In fondo è riportato il numero verde del Comune di Milano per richiedere informazioni sul divieto. Ci si dovrebbe quindi fermare con l’auto intralciando il traffico per attendere una risposta dal centralino, sempre che arrivi, e comunque essere costretti a proseguire per l’impossibilità di fare inversione?    

Leggi anche: Inaugura Area Q, la ZTL più chic del pianeta

Continua la lettura con: A Milano non si può più: la città delle opportunità è diventata la «capitale mondiale dei divieti»

 

Una stagione magica – Il lato chiaro di Gabriele Albertini

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Andrea Zoppolato incontra Gabriele Albertini, imprenditore ed ex sindaco di Milano. Che cosa ne pensa dell’attuale Giunta? E cosa risponde a chi gli chiede di ricandidarsi a sindaco?

Si parla di politica, di Milano, di leadership, ma anche di valori, coraggio, scelte difficili e di quel periodo storico che per molti è stato davvero…una stagione magica. 

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Solo audio su:
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Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia

ALTRE PUNTATE:

Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

Il Lato Chiaro di Stefano Zecchi

Il lato chiaro di Alessandro Fracassi

Sulle ali della libertà – Il lato chiaro di Marco Bassani

Ma chi me l’ha fatto fare? – Il Lato Chiaro di Arianna Pozzi

«E’ la fine del mondo»: il lato chiaro di Luca Morotti (Prima Parte)

Un mondo nuovo: il lato chiaro di Luca Morotti (Finale)

La «Donna di Ghiaccio»: il lato chiaro di Lulu Berton

«Chi trova un amico…»: il lato chiaro di Guido Martinetti (Grom)

Il piano della vita – Il Lato Chiaro di Eliana Liotta

La felicità degli altri – Il lato chiaro di Marzia Pontone

Il Lato Chiaro di Vito Lomele

 

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La città in Italia dove si mangia meglio secondo i milanesi

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suzyonekenobi IG - La strada delle orecchiette a Bari

La città dei grandi chef stellati giudica le altre. Abbiamo chiesto: qual è la città fuori Milano dove si mangia meglio in Italia? Questa la top 10. 

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La città in Italia dove si mangia meglio secondo i milanesi

#10 Perugia

domlej IG – Perugia

Entra in classifica al decimo posto il cuore verde d’Italia, l’Umbria con il suo capoluogo Perugia. Subito viene in mente uno dei prodotti tipici: il cioccolato, vengono fatti qui i famosi baci. Ma non solo cioccolato. Tra i primi possiamo citare gli gnocchi al sugo d’oca, i gobbi alla perugina e gli stringozzi al tartufo nero di Norcia,  tra i secondi i palombacci alla perugina, come dolce la ciarmicola, una ciambella ricoperta con meringa e confetti servita solitamente a Pasqua. A questi si affiancano quelli più regionali come gli umbricelli al rancetto e il brustengolo.

#9 Catania

Credits Oscar M-pexels – Catania

Alle pendici dell’Etna la prima città della Sicilia in classifica: Catania. Sono molti i piatti tradizionali, con varianti diffuse anche in tutta l’isola, a partire dall’arancino, dalla cipollina e dalla scacciata catanese. A seguire la versione catanese della caponata, ma anche della pasta alla norma e del cannolo.

#8 Palermo

Credits vado_a_zonzo IG – Mercato Ballarò Palermo

Altra tappa siciliana, Palermo. Il capoluogo regionale si prende l’ottavo posto in graduatoria, con una cucina con influenze dal Nord Africa. Troviamo le classiche prelibatezze da street food, in primis l’arancina, quella tradizionale è fatta riso, ragù, mozzarella, prosciutto e burro, poi pane, panelle e crocchè. Ancora gli stigghioli, fatti con intestini di agnello, pecora e capretto avvolti su gambi di cipollotti e prezzemolo, pani câ meusa, lo sfincione e la caponata.

#7 Riccione

mauriziomgn IG – Piada di Riccione

Dalla Sicilia voliamo in Romagna, in una delle località tipiche della Riviera: Riccione, in provincia di Rimini. Proprio con la città capoluogo si sfida su uno dei “piatti” tipici, la piadina o meglio la piada. La versione riccionese è più sottile con un diametro più grande, mentre quella riminese è leggermente più alta.

#6 Bologna

Credits: ladietapersonalizzata.it – Lasagna alla bolognese

Uno dei soprannomi con cui viene definita Bologna è “la grassa”. Il capoluogo dell’Emilia-Romagna è infatti conosciuta per l’opulenza della sua cucina, basata in gran parte sull’uso del maiale e dei salumi. Da citare su tutti le lasagne e le tagliatelle al ragu, i tortellini, la cotoletta alla bolognese, impanata e fritta con guarnitura di prosciutto e cosparsa di brodo e parmigiano prima di essere ripassata in forno, e poi il friggione, una salsa a base di cipolle bianche e pomodori pelati. 

#5 Modena

Credits ariannina88 IG – Piazza della Dama Castelvetro di Modena

Ritorniamo in Emilia, dove troviamo un’altra della città famosa per la buona cucina: Modena. Anche qui c’è solo l’imbarazzo della scelta tra le numerose prelibatezze culinarie, tra cui: le crescentine conosciute come tigelle, il gnocco fritto (da quelle parti su usa l’articolo “il”), la zampone e il cotechino entrambi Igp, i mitici tortellini, infine l’aceto balsamico. In città si trova anche il ristorante migliore d’Italia, per diversi anni anche del mondo e comunque sempre nelle prime posizione, il tre stelle Michelin Osteria Francescana di Massimo Bottura.

#4 Lodi

Duomo di Lodi

La sorpresa. La città che un tempo era parte dell’ex Provincia di Milano, anche se ancora oggi rimane nella sua orbita e mantiene uno stretto legame, si piazza a un soffio dal podio forte anche della vicinanza con Milano. Tra i prodotti tipici di Lodi troviamo la raspadura, tradizionale sfoglia di formaggio grana fatta a mano, mentre tra i piatti il risotto alla lodigiana con salsiccia, quello con salsiccia e raspadura, il mula salà, la pasta al mascarpone e il salame lodigiano.

#3 Bari

suzyonekenobi IG – La strada delle orecchiette a Bari

Scendiamo di nuovo lo stivale è andiamo a Bari, la Milano del Sud. Difficile fare una selezione di quello che offre di più buono la cucina locale: la focaccia barese, gli spaghetti all’assassina, scagliozze e popizze (fette di polenta e palline di pasta lievitate entrambe fritte), fave e cicorie e infine le orecchiette con le cime di rapa. Per quest’ultime c’è persino una strada dedicata, Strada Arco Basso conosciuta come via delle orecchiette, dove si può assistere direttamente alla loro produzione. 

#2 Parma

Credits: raf_antenori IG – La prosciutteria Parma

Di nuovo in Emilia. A prendere la medaglia d’argento è Parma, in un testa a testa con la prima classificata. Tra i piatti della cucina parmense ci sono la torta fritta, il cavallo pesto oggi proposto anche nei panini in versione street food, i tortél dóls di Colorno, si tratta di tortelli dolci ripieni di pangrattato, vino cotto e mostarda, i cappellacci rosa al gusto di Parma e il risotto alla parmigiana. Tra i prodotti invece spiccano il prosciutto di Parma DOP, uno dei salumi più famosi al mondo, la coppa di Parma IGP e il culatello di Zibello DOP. Infine va ricordato un prodotto che unisce tutta l’area emiliana: il Parmigiano Reggiano DOP.

#1 Napoli

Credit: @yuchara_6i4

La regina di questa classifica è Napoli. In cima alle preferenze dei milanesi per la sua cucina verace. Si potrebbe scrivere un elenco infinito di quanto la cucina partenopea è in grado di offrire. Troviamo il sartù di riso, il gattò di patate, le crocchè di patate, il casatiello, la frittata di pasta, la pizza di scarole e la pizza rustica, la pizza classica (il piatto più famoso del mondo), al portafoglio e quella fritta. Arrivando ai dolci non si può che citare il babà, la sfogliatella e la pastiera.

Leggi anche: Il piatto più famoso del mondo è italiano

Continua la lettura con: 10 cose che chi viene da fuori pensa dei milanesi. Ma non sono vere

FABIO MARCOMIN

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Le 10 parole in milanese con il suono più bello

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Il milanese è bellissimo. Ma ci sono parole che risuonano come una melodia. Per scoprirle ci siamo fatti aiutare dai milanesi. Queste le risposte più condivise. 

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Le 10 parole in milanese con il suono più bello

# Un cicinin

Usato per definire una misura molto piccola di una determinata quantità. Il suono assomiglia a un cinguettìo, con le due C ripetute che esprimono una dolcezza infinita. 

# Ciuciamanuber

Indica qualcuno che frequenta assiduamente la palestra ma che invece di allenarsi lecca, o meglio lucida, i manubri. Insomma un nullafacente che finge di non esserlo. A pronunciare questa parola si finisce inevitabilmente con un sorriso. 

# Scighera

La scighera è tipicamente la nebbia, quella spessa e densa ormai quasi scomparsa a Milano se non in alcuni giorni particolari dell’anno. Una parola che per i milanesi ha il sapore del focolare. 

Credits: Alberto Papagni per Milano Panoramica - Nebbia su Milano
Credits: Alberto Papagni per Milano Panoramica – Nebbia su Milano

# Barlafüs 

Parola metà germanica e metà latina, definiva un utensile di poca utilità. Definisce uno che parla tanto ma a vanvera. La U stretta e chiusa aumenta la dolcezza di una parola che già di per sé emana grande simpatia. 

# Belé  

In dialetto milanese, significa “carino”, “bello”, “prezioso” e viene utilizzato per i riferirsi a bambini piccoli, ma anche ai giocattoli. Il suono è reso ancora più melodioso dalla proverbiale “e” larga di Milano. 

# Schiscetta

Termine utilizzato per definire il pranzo al sacco, anche detto schiscia, che infesta di cattivi odori gli uffici di Milano. Altra parola di grande dolcezza, che trasmette appetito in modo quasi onomatopeico. 

Credits: @cr_eative
schiscetta

# Ofelé

L’ofelè in dialetto milanese significa pasticcere. Si lega a un’espressione tipica milanese: “Ofelè fa el to mesté!” che significa “Pasticciere, fai il tuo mestiere!” e si dice a coloro che si improvvisano esperti di lavori e materie che non sono alla loro portata. Come per Belè anche in questo caso la parola viene rallegrata dalla doppia “e” milanese. 

# Ussignür

Imprecazione utilizzata per indicare stupore riguardo una situazione o qualcosa di inconcepibile, al limite del grottesco. Si esprime in occasione di situazioni fuori dalla ragione, come un’invocazione disperata che in realtà esprime anche grande compassione

credit: ciakmagazine.it

# Rebelot

“Rebelot” significa confusione e caos ma non in senso negativo. Indica una baraonda creativa che inizialmente sconvolge ma che alla fine fa apparire tutto in ordine. Un suono scanzonato, che rimanda ai ragazzini che giocano in strada e si riempiono di polvere. 

# Ciaparatt

Tradotto in italiano significa “Colui che acchiappa i topi”. Un termine che resiste ancora oggi nel suo utilizzo in modi di dire memorabili: Va a ciappà i ratt, in dialetto milanese, significa: togliti dai piedi e, se proprio non sai cosa fare, vai a cacciare i topi! Altra parola che strappa una risata al solo pronunciarla. 

Continua la lettura con: Le 5+1 PAROLE GERGALI usate a MILANO ma che NON sono MILANESI

FABIO MARCOMIN

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9 ottimi ristoranti low-cost a Milano

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Ph. @cunzamilanonolo IG

Milano è famosa per la sua variegata offerta gastronomica, anche se ha la fama di essere molto costosa. In realtà non sempre è così: è anche ricca di locali dove è possibile mangiare bene senza spendere una fortuna. Ecco alcuni ristoranti economici e dove trovarli. Ordinati per recensioni. 

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9 ottimi ristoranti low-cost a Milano

#9 Trattoria La Rava e La Fava

Credits: TripAdvisor – Trattoria La Rava e La Fava

Questo locale è adatto a chi cerca un’autentica esperienza culinaria milanese o piemontese, con un menù che varia dai risotti ai secondi di carne e molto altro. Recentemente si è espanso occupando la libreria nel civico a fianco, per cui si può “pescare” dallo scaffale e leggere un bel libro mentre si gusta il dessert. Il rapporto qualità-prezzo delle loro pietanze è ottimo. Via Principe Eugenio, 28. Media recensioni Google: 4.0/5

#8 La Magolfa

Credits: @lamagolfa (IG)

Nel cuore dei Navigli troviamo La Magolfa, locale dall’atmosfera conviviale e famoso per l’offerta di cucina tradizionale italiana a prezzi molto convenienti. Qui si possono trovare pizze, pasta fresca, carne, pesce e molto altroVia Magolfa, 15. Media recensioni Google: 4.3/5

#7 La Sidreria

Credits: lasidreria.it

Una trattoria accogliente, unica nel suo genere, dalla location molto particolare: sembra di essere in un giardino grazie al soffitto che è un intreccio di alberi di mele. Il menù cambia mensilmente e offre ogni giorno un menù fisso a un prezzo molto basso con piatti tipici della cucina italiana. La particolarità di questo locale è la grande scelta di sidro disponibile che ognuno può spillare autonomamente da una grande botte. Via Corelli, 31. Media recensioni Google: 4.4/5

#6 Trattoria San Filippo Neri

Credits: trattoriasanfilipponeri.it

Questa trattoria è una vera e propria istituzione a Milano, il luogo adatto per chi cerca pasti buoni e sostanziosi a prezzi decisamente contenuti. Il menù offre piatti tipici della cucina casareccia italiana. Viale Monza, 22. Media recensioni Google: 4.4/5

#5 Osteria da Zio Ninì

Credits: zero.eu – Osteria da Zio Nini

L’Osteria, un altro dei gioielli nascosti di Milano, è conosciuta per il suo menù vario, ma soprattutto per le sue freschissime specialità di pesce. I prezzi competitivi dei deliziosi piatti fanno sì che questo locale sia il posto giusto per un pranzo o una cena all’insegna dell’ottimo cibo a poco prezzo ma di alta qualità. Via Tibullo, 10. Media recensioni Google: 4.5/5

Leggi anche: 7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano

#4 La Liberazione

Credits: corrire.it – la Liberazione

Una cooperativa molto caratteristica, con tavoli e sedie da osteria, libri, stampe e quadri rinascimentali, orologi esposti e molti altri oggetti d’epoca. Aperitivi, birre artigianali e piatti semplici italiani sono il punto forte di questo locale ricco d’atmosfera in stile bohémienVia Lomellina, 14. Media recensioni Google:4.5/5

#3 Kebabbar Star Zagros

Credits: vivimilano.it – star zagros kebabbar

Non solo cucina tradizionale italiana, come sappiamo, Milano è la capitale italiana del cibo etnico. Il kebab è senza ombra di dubbio la pietanza mediorientale più amata. Kebabbar Star Zagros è una tappa obbligatoria per gli amanti del kebab. Non si tratta del classico kebabbaro, ma l’ambiente è molto curato, sembra quasi un pub. Offre panini e piadine molto saporiti e preparati con ingredienti di qualità; inoltre è possibile gustare anche ottimi cocktail non convenzionali con prezzi accessibili a tutti. Corso Ventidue Marzo, 38. Media recensioni Google: 4.6/5

Leggi anche:I 10 migliori RISTORANTI all’APERTO di Milano

#2 Blue M Milano – Bottega Marchigiana

Credits: TripAdvisor – Blue M Milano

Una piccola bottega marchigiana a Milano, dove è possibile assaporare tutti i prodotti tipici marchigiani a un prezzo più che conveniente. È un luogo che, con la sua selezione di piatti tipici preparati con cura e passione, riesce a trasportarti da Milano direttamente in qualche bel paesino dell’entroterra marchigiano. Oltre che per un pranzo veloce e gustoso, il luogo è adatto anche per un bel aperitivo in compagnia. Via Lanzone, 27. Media recensioni Google: 4.7/5

#1 Cunza – Piccolo Ristoro Emiliano

Credits: TripAdvisor-Cunza-Piccolo Ristoro Emiliano

Questo locale emiliano, caratterizzato da un ambiente familiare e prezzi accessibili, offre piatti autentici e porzioni generose. È il posto ideale per gustare specialità regionali come i tortellini in brodo e la pasta fresca fatta in casaViale Monza, 54. Media recensioni Google: 4.7/5

Continua la lettura: Ristoranti più belli di Milano

ANNA ALBINI (Ultimo aggiornamento: 9 giugno 2025)

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La polizia italiana con i ticinesi che vanno a 200 all’ora

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Ma se sei italiano finisci all’ergastolo. 

Qui il video: La polizia italiana con i ticinesi che vanno a 200 all’ora

Continua con: Quando ti chiedono spiegazioni su chi hai votato alle ultime elezioni

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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7 spiagge da sogno sui laghi della Lombardia

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Lierna - Ph. @temistio da @map_of_italy

La Lombardia ha tutto. E per tutto intendiamo tutto, anche le spiagge da sogno. Foto Cover: Lierna – Ph. @temistio da @map_of_italy

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7 spiagge da sogno sui laghi della Lombardia

#1 Lago di Como: Lierna

Ph. credits: Luca Leone, larionews

Superando Lecco, si trova Lierna, paese adorabile immerso nel verde, che affonda le sue radici nell’antica Roma. Lierna ospita una delle baie più belle del Lario, Riva Bianca. Adagiata in un anfiteatro naturale strepitoso, Riva Bianca è una grande spiaggia libera di sassi bianchi, costeggiata da da prato e circondata, da un lato, dall’antico borgo di Castello, e dall’altro da ville meravigliose.

#2 Lago di Garda: Sirmione

Ph. credits: bresciatoday

Sirmione è splendida, con le sue viuzze strette e i negozi tipici, ma lo è altrettanto la spiaggia delle Grotte di Catullo, situata all’estremità della penisola, con la sua acqua cristallina e i resti della Villa Romana del celebre poeta latino.
Da segnalare la spiaggia Jamaica, ampia e incontaminata, costituita da imponenti lastre di roccia, raggiungibile a piedi o in barca.


#3 Lago del Segrino

Ph. credits: tripadvisor

Il lago del Segrino è  situato in provincia di Como, tra i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Eupilio, ed è di origine glaciale. La sua bellezza lascia senza fiato: uno smeraldo dalle acque cristalline incastonato in una verde vallata. Il lago è balneabile, ma non è consentito l’uso di imbarcazioni a motore. Pace e natura la fanno da padroni e la sosta sarà piacevolissima.

#4 Lago di Como: Oliveto Lario e Onno

Ph. credits: tripadvisor

Situato nel comune di Oliveto Lario, Onno vanta una natura selvaggia e spiagge paradisiache. Il tratto di costa offre varie spiagge libere, molto riservate e piacevoli. Essendo posizionate sul litorale occidentale del Lago di Como hanno la fortuna di essere baciate dal sole fin dal primo mattino.


#5 Lago di Garda: Manerba del Garda

Ph. credits: tuttogarda

Manerba del Garda si trova nella cala tra Punta Belvedere e Punta Portese, sulla costa ovest del Lago di Garda, e vanta ben 11 chilometri di spiagge, considerate fra le più belle della zona. Una tra le tante, Porto Torchio.
Qui
 è possibile praticare sport acquatici e la zona è ricca di aree verde in prossimità della riva così da garantire anche l’ombra.


#6 Lago Maggiore: Angera

Ph. credits: lidodiarona

Angera si trova sulla sponda sud-orientale del Lago Maggiore, in provincia di Varese.
Da alcuni anni le acque del lago Maggiore vantano la Bandiera Blu, ovvero la certificazione che garantisce il rispetto di determinati standard di purezza microbiologica. Famosa per la visita a Rocca Borromeo, offre anche due bellissime spiagge, la Noce con sabbia fine e attrezzata anche con giochi per bambini, e la Nocciola, con un grande prato all’ombra ma non attrezzata.

#7 Lago di Monate

Ph. credits: varesenews

A due passi da Milano, il lago si trova in provincia di Varese e vanta acque limpide. Potrete passare una giornata in una spiaggia attrezzata, tuffarvi tra le ninfee, crogiolarvi su una barca a remi o su un pedalò. Il Lago è proprietà privata e si accede dall’unico accesso pubblico che è all’interno del Parco di Cadrezzate. Una spiaggia consigliata per fare il bagno e ben organizzata per le famiglie è Il Larice, che offre anche un parco giochi attrezzato.



Continua la lettura con: Le spiagge più belle d’Italia regione per regione

BARBARA VOLPINI

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9 giugno. Riparte dalla Centrale l’ultimo treno “arrivato” da Varese

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Ph. @simone.declementi IG

È successo un fatto storico: per la prima volta, sui tabelloni della stazione di Varese Fs è apparso un treno diretto a Milano Centrale. Un evento unico, atteso da generazioni. Ma più che l’inizio di una nuova era ferroviaria, si è trattato di un’apparizione fugace. I treni diretti alla stazione principale di Milano sono stati appena quattro, distribuiti su due giornate, il 18 aprile e il 29 maggio 2025. L’ultima corsa parte dalla Centrale il 9 giugno: poi, cala di nuovo il sipario. Forse per sempre. 

A organizzare queste corse straordinarie è stata TiLo, la compagnia ferroviaria italo-svizzera controllata da Trenord e Ferrovie Federali Svizzere. I treni, pensati per i turisti elvetici in occasione delle festività pasquali e di Pentecoste, sono arrivati dal valico di Stabio, passando da Varese e terminando a Milano Centrale. Al ritorno, i convogli hanno seguito un itinerario diverso: da Centrale, invece di ripercorrere la stessa via, sono transitati per la linea Milano-Como-Chiasso, rientrando in Svizzera attraverso un altro confine.

varesenews.it – Frecciarossa a Malpensa

Ma perché Varese non ha un collegamento regolare con Milano Centrale, come gli altri capoluoghi lombardi? La risposta sta in un paradosso storico. Agli inizi del Novecento, Varese godeva di un privilegio tecnologico: era tra le pochissime città servite da treni elettrici, che partivano dalla vecchia stazione Centrale di Milano, in piazza Repubblica. Quando questa fu demolita nel 1931, i treni varesini partirono dalla nuova stazione di Porta Nuova, poi dismessa nel 1961. A quel punto, Milano Centrale era già troppo congestionata per accogliere nuove linee, e i treni da Varese furono dirottati su Porta Garibaldi, diventata il terminale dei pendolari. Oggi il problema resta: la saturazione della Centrale costringe le Ferrovie a puntare su altri snodi, come Rho Fiera, Rogoredo o Segrate, dove i treni da Varese permettono già oggi l’interscambio con l’Alta Velocità. Un compromesso, in attesa che il sogno di un treno per la Centrale torni a essere, magari, più di un’eccezione.

Continua la lettura con: La metro leggera del futuro a Varese?

MILANO CITTA’ STATO

Tolstoi, Argonne, Abbiategrasso, Stadera: la riscossa delle zone più sottovalutate di Milano

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Via Tolstoj - ph. @fabiomazzurana IG

Quali sono le zone più sottovalutate di Milano? Come spesso accade, lo abbiamo chiesto ai milanesi. Ai primi posti emergono queste quattro zone. Poco considerate ma che molti milanesi assicurano: hanno grandi potenzialità. 

Tolstoi, Argonne, Abbiategrasso, Stadera: la riscossa delle zone più sottovalutate di Milano

# Tolstoj, uno spaccato della Milano più autentica

gialomilano IG – Festa di quartiere via Tolstoj

Tra le aree sottovalutate di Milano, secondo i milanesi interpellati dal nostro sondaggio, c’è quella che si sviluppa attorno a via Tolstoj, in zona Lorenteggio. Lunga circa un chilometro da piazza Tripoli a via Pesto, a pochi passi dal Naviglio Grande e dalla chiesa di San Cristoforo. Si distingue per un equilibrio raro a Milano. A pochi passi dalle vie più vive e conosciute come Savona e Tortona, qui si respira una dimensione più tranquilla, residenziale. Il quartiere è ben servito da mezzi pubblici, raggiunto alcuni mesi fa dalla linea M4 grazie all’omonima fermata. Il risultato è uno spaccato della Milano più autentica, dove convivono cortili di origine operaia con loft contemporanei, aziende di design e della moda.

# Argonne, il decollo della città-giardino che guarda a Linate

lorenamambretti IG – Viale Argonne

All’est di Milano, la zona di viale Argonne si impone come un’area con ottime prospettive grazie alla recente apertura della linea M4. Con un collegamento diretto che permette di raggiungere in poco tempo il centro e l’aeroporto di Linate, Argonne offre una qualità della vita alta, caratterizzata da viali alberati e spazi all’aperto ben curati. Tra questi spicca il parco lineare inaugurato nel 2022 proprio sopra la linea M4: un polmone verde che si estende da piazzale Susa fino alla chiesa dei SS. Nereo e Achilleo, con piste ciclabili, aree giochi per bambini e zone dedicate ai cani. Le piccole villette degli anni Trenta e le aree sportive contribuiscono a creare un’atmosfera da città-giardino.

Leggi anche: Il «parco giochi più bello della Lombardia» è sopra la metro di Milano

# Abbiategrasso, la ruspante atmosfera tra la metropolitana e il Naviglio Pavese

Maps – Fermata Piazza Abbiategrasso M2

L’area attorno a piazza Abbiategrasso, situata a sud di Milano, è un quartiere tranquillo e ben collegato grazie alla linea M2 della metropolitana e alle propaggini del Parco Agricolo Sud con l’accesso al Parco Agricolo Ticinello. Da qui partono bellissimi itinerari in bici lungo il Naviglio Pavese. È un’area accessibile dal punto di vista economico rispetto ad altre zone servite dalla metro, e conserva un forte spirito di quartiere con una solida identità popolare. Tra gli aspetti più interessanti si annovera la presenza della Parrocchia di San Giovanni Battista, punto di riferimento storico e culturale per la comunità locale, e la Cascina Campazzo, tipica cascina lombarda a corte chiusa con testimonianze di un passato in cui il lavoro nei campi era prevalentemente manuale.

# Stadera, la “Baia del Re” di Milano

Maps – Via Neera, Stadera

Trascurata dalle mappe turistiche, per decenni tra le più difficili della città per episodi di cronaca nera, Stadera rappresenta un esempio di quartiere popolare in trasformazione. Situata nella zona sud-ovest della città, si trova vicino a importanti vie di comunicazione, è attraversato dal tram 3 e 15 che portano direttamente in piazza Duomo, e gode di servizi di quartiere essenziali come scuole e supermercati. Il tessuto urbano è caratterizzato da abitazioni popolari e cortili vivaci, che raccontano una Milano meno nota ma non per questo meno vera. I milanesi lo soprannominarono in modo scherzoso “Baia del Re”, ispirato a una baia delle Svalbard esplorata dall’italiano Giacomo Bove, sottolineando in modo ironico la sua distanza dal centro cittadino quando ancora la zona era non era né campagna né città.

Leggi anche: Questi sono i 5+1 quartieri di Milano con il nome più bello

Continua la lettura con: La linea della metro che ci vorrebbe per servire l’area più ignorata di Milano

FABIO MARCOMIN

Le 5 nuove stazioni della metropolitana italiana che sta venendo costruita in India

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kanpurwants IG

Il più importante progetto di Italferr in India. Queste le reti in fase di realizzazione e le caratteristiche di stazioni e treni.

Le 5 nuove stazioni della metropolitana italiana che sta venendo costruita in India

# Italferr a capo di un progetto europeo nel cuore dell’Uttar Pradesh: 4 linee per due città

Nel Nord dell’India, una metropolitana prende forma grazie all’ingegneria italiana. Italferr, società del Gruppo FS, in collaborazione con la spagnola Typsa, ha assunto il ruolo di Project Management Consultant per le linee metropolitane di Kanpur e Agra. Il progetto, avviato nel 2020, prevede la realizzazione di quattro corridoi per un totale di 62,6 km, comprendenti 57 stazioni e quattro depositi. A Kanpur, la rete si estende su due corridoi principali: Kanpur–Naubasta (23,785 km) e Agricultural University–Barra (8,60 km), per una lunghezza complessiva di circa 32 km. Ad Agra, i due corridoi collegheranno Sikandra a Taj East Gate (14 km) e Agra Cantt a Kalindi Vihar (16,20 km), per una lunghezza complessiva di circa 30 km.

# Le cinque nuove stazioni inaugurate a Kanpur

fsnews.it – Kanpur_interna

Il 30 maggio 2025, il Primo Ministro Narendra Modi ha inaugurato l’espansione dei servizi passeggeri della metropolitana di Kanpur, aggiungendo cinque nuove stazioni sotterranee: Chunniganj, Naveen Market, Bada Chauraha, Nayaganj e Kanpur Central. Questa estensione porta il corridoio della metropolitana da IIT Kanpur a Kanpur Central a una lunghezza totale di 16 km con 14 stazioni. L’infrastruttura combina tratti sopraelevati e sotterranei, migliorando la connettività con i principali hub commerciali e alleviando la congestione del traffico.

# Una metropolitana sostenibile e inclusiva

La metropolitana di Kanpur è dotata di treni completamente realizzati in India, equipaggiati con un sistema avanzato di controllo dei treni basato sulla comunicazione (CBTC) per garantire sicurezza e affidabilità. Le stazioni sono climatizzate e alimentate da pannelli solari e luci a LED, con particolare attenzione all’accessibilità per anziani e persone con disabilità. Servizi aggiuntivi, come e-rickshaw rosa e servizi di collegamento per l’ultimo miglio, sono stati introdotti per migliorare l’esperienza dei pendolari.

Continua la lettura con: Il sorpasso! La metropolitana più lunga del mondo ha cambiato città: obiettivo quota 1.000 Km

FABIO MARCOMIN

Dimmi che sei di Milano senza dire di essere di Milano: le 10 frasi DOC (edizione 2025)

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Ph. @pasticceria.cucchi IG

Dì che sei di Milano senza dire di essere di Milano. Lo abbiamo chiesto di nuovo ai milanesi. Queste le risposte per l’edizione 2025 realizzata a giugno.

Dimmi che sei di Milano senza dire di essere di Milano: le 10 frasi DOC (edizione 2025)

spiritdemilan IG

#1 «F205» (Vari)

#2 «Tengo la destra sui gradini della scala in metropolitana» (Alessandra Mazzocchi)

#3 «Venerdì c’è sciopero dell’ATM» (Antonio Camarca) 

#4 «Michetta e Bologna» (Angelina Accillaro)

#5 «Appena il semaforo diventa verde, suono immediatamente il clacson» (Barbara Colombo) 

#6 «Vado dal prestinaio» (Ariela Papadato)

#7 «Ciumbia» (Cristina Rossi Butti)

#8 «Aperitivo sui Navigli» (Morena Ciannella)

#9 «L’autobus al femminile. La 54 la 79» (Laura Monti)

#10 «Mangio risotto e ossobuchi» (Fulvia Favo)

# Note di merito

«Oh Signur de Vimudrun..» (Alberto Tardini) 

«È il tamburo principal della banda d’ Affori…» (Massimo Ponzoni)

«Avevo la fiera a 100 metri prima che andasse a Rho» (Angelo Mario)

«Occasione 2000 euro vista metro, appartamento grande di 17 mq» (Fabio Nicoletti)

«Sono nata alla Macedonio Melloni» Nadia Giuseppina Pezzia. Un grande classico, come la Mangiagalli 

Continua la lettura con: 10 frasi per fare colpo a Milano

MILANO CITTA’ STATO

«Jenner Hub»: c’è un futuro per le palazzine dimenticate di Viale Jenner?

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Maps - Ex Ospedale Bassi

Un ospedale dimenticato, testimone di epidemie, guerre e decenni di degrado. Presto potrebbe essere recuperato. Vediamo come.

«Jenner Hub»: c’è un futuro per le palazzine dimenticate di Viale Jenner?

# Il lazzaretto moderno

Urbanfile – Lazzaretto

Siamo a fine Ottocento. Nel 1893, un’epidemia di vaiolo colpisce una Milano in piena crescita industriale. Per contenere l’emergenza, viene deciso di costruire un nuovo ospedale: il Bassi, inaugurato nel 1896 a Dergano, allora aperta campagna. La posizione era scelta non a caso: ventilata, isolata, lontana dalla città compatta.

La struttura, in stile liberty, si estendeva in più padiglioni e comprendeva anche uno stabilimento per la disinfezione, forni crematori e perfino una piccola ferrovia interna per collegare i reparti.

Questo sanatorio ha visto passare più di 150.000 pazienti, affetti da vaiolo, colera, meningite, tifo. Nel 1908 accolse i superstiti del terremoto di Messina e Reggio Calabria. Dopo la Grande Guerra, fu rifugio per i reduci e durante la Seconda Guerra Mondiale venne utilizzato per disinfettare gli abiti degli studenti. Nel dopoguerra fu tra i primi a usare la penicillina e il famoso “polmone d’acciaio” lasciato dagli americani. Negli anni ’50 registrò il tutto esaurito per l’influenza. L’ultimo paziente, pare ancora un caso di vaiolo, vi fu ricoverato nel 1979.

# Uno stato di abbandono impressionante

Oggi, a quasi mezzo secolo dalla chiusura, il complesso versa in uno stato di abbandono impressionante. Solo una piccola parte è stata recuperata: ospita un presidio ATS, la sede del Municipio 9 e qualche ufficio. Ma il resto, mura sventrate, soffitti crollati e padiglioni infestati, racconta di un patrimonio dimenticato.

La vicina Villa Hanau, residenza ottocentesca annessa all’ospedale, oggi ospita il consiglio di zona. È la prova che una rinascita è possibile, se si decide di investire in ciò che già esiste. Eppure, da anni si susseguono solo voci: Politecnico, investitori, idee mai concretizzate. Sarebbe poi il momento di restituire valore a tutto il patrimonio storico di Bovisa-Dergano, un’eredità fatta non solo dall’ex ospedale Bassi ma anche dalla Distilleria Fernet Branca, dai resti degli stabilimenti cinematografici dell’Arnia Film e dalla Goccia, con le sue palazzine industriali di inizio Novecento. Un distretto ricco di memoria e identità, che potrebbe diventare un laboratorio urbano tra i più affascinanti di Milano. Ma qual è l’ipotesi più concreta all’orizzonte delle palazzine?

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# Potrebbe nascere un hub culturale: il “Jenner Hub”

Regione Lombardia – Palazzine da recuperare

Dopo decenni di abbandono, qualcosa però si è mosso. A gennaio 2024, Regione Lombardia e ATS Città Metropolitana hanno firmato un protocollo d’intesa per la nascita del progetto “Jenner Hub”. L’idea è trasformare l’ex ospedale Bassi in un polo culturale aperto al quartiere, uno spazio multifunzionale per eventi, mostre, attività pubbliche e servizi. Un progetto ambizioso, che punta a recuperare non solo i padiglioni storici ma anche a reinserire l’area nella vita quotidiana di Dergano, troppo spesso trattata come una zona di passaggio.

Il futuro Jenner Hub potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento per la zona nord di Milano, unendo memoria storica e innovazione sociale. Il percorso si prevede lungo e complesso, ma per la prima volta esiste un piano condiviso tra istituzioni, un segnale di volontà concreta. 

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Articolo di ANDREA URBANO aggiornato dalla redazione

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