Le università di Milano sono ben fornite di aree comuni dove preparare esami e presentazioni in santa pace. A volte però anche gli studenti hanno bisogno di cambiare, non confinandosi solamente nei luoghi che già vedono 24 ore su 24. Per rispondere a questa voglia di allontanarsi dall’università, pur dovendo continuare a studiare, la città offre agli studiosi milanesi vari locali dove si possono trovare comodi tavoli, prese e silenzio. Il tutto senza pagare. Ecco quali sono.
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Il primo spazio dove poter studiare tranquillamente senza dover per forza consumare, come invece succede nei bar che offrono la possibilità di rimanere più tempo all’interno per lavorare, c’è Fondazione Feltrinelli in Viale Pasubio 5. Se ai piani inferiori della Fondazione c’è un bar fornito di tavoli e prese, agli studenti conviene andare al quinto piano, il livello riservato a loro e ai dottorandi. Si tratta infatti della Sala Lettura, dove Fondazione Feltrinelli mette a disposizione l’insieme di volumi di sua proprietà, che gli studenti possono tranquillamente consultare. Ovviamente si può andare a studiare nella Sala anche con il proprio materiale, basta prenotare il proprio posto sul sito di Fondazione Feltrinelli.
Anche Fondazione Prada offre agli studenti un luogo dove studiare completamente gratis. Scendendo alla fermata Lodi TIBB, raggiungere il museo d’arte moderna-contemporanea in Largo Isarco 2 è molto veloce. Una volta entrati nella Fondazione basterà cercare la libreria e scegliere la propria postazione dove poter studiare tranquillamente e senza pagare. La libreria segue gli stessi orari del museo, è quindi aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19, eccetto il martedì (che rimane chiusa). A disposizione degli studenti ci sono prese elettriche disseminate un po’ ovunque e servizio Wi-Fi gratuito, in più vicino c’è sempre il Bar Luce, dove chi vuole può prendersi un caffè o fare uno spuntino.
#3 Nell’hangar di Fuorimano OTBP
Credits: @patrizia.angela_rossi Fuorimano
In via R. Cozzi 3, in zona Ca’ Granda, c’è Fuorimano, un locale dove poter prendere un aperitivo, gustarsi un brunch, fare un pranzo veloce, ma anche studiare gratis. Allestito come un grande hangar, con tanto di terrazza-giardino, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12:30 e dalle 15 alle 17 è possibile andare e studiare gratuitamente. Prese elettriche e Wi-Fi sono infatti a disposizione di tutti, senza dover per forza consumare. L’importante è prenotare la propria postazione sul sito.
#4 Nella biblioteca del Memoriale della Shoah
Credits: @libri_viaggi_arte Biblioteca memoriale della Shoah
Arriviamo in un’altra biblioteca molto particolare, la Biblioteca del Memoriale della Shoah in Piazza Edmond Jacob Safra, 1, zona Stazione Centrale. Per andarci a studiare non è necessaria alcuna prenotazione: basta presentarsi e iscriversi gratuitamente fornendo un documento di identità, sperando che i posti a disposizione non siano già esauriti. All’interno della biblioteca è possibile consultare sia volumi presenti sugli scaffali che l’archivio, sempre registrandosi alla mail dedicata, ma soprattutto qui si può studiare usufruendo del servizio Wi-Fi gratuito e anche di acqua e caffè offerti dal Memoriale. La biblioteca mette a disposizione anche il servizio stampa, ovviamente questo è a pagamento. Gli orari? È aperta dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle 17:30 (ultimo ingresso alle 16:00) e domenica dalle 10:00 alle 16:00.
#5 Base Milano
Credits: @domenicopalermo2016 BASE Milano
In zona Tortona, vicino al Mudec e precisamente in via Bergognone 34, c’è Base Milano, spazio sociale di contaminazione culturale tra arte, tecnologia e innovazione. Ambiente accogliente con tavoloni dove potersi sedere e prese a disposizione. Il locale è spesso affollato e c’è su quasi sempre la musica a basso volume, ma si riesce a studiare tranquillamente. A Base Milano si può studiare in modo totalmente gratuito e nel caso si avesse bisogno di acqua, caffè o uno spuntino c’è pur sempre il bar. BaseMilano è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 di mattina alle 2 di notte, il sabato dalle 10 alle 2 e la domenica dalle 10 alle 18.
#5+1 CityLife Shopping District
Credits: primosito.it City Life Shopping District
Anche nell’edificio realizzato da Zaha Hadid in piazza Tre Torri, gli studenti possono andare tranquillamente con i loro libri, computer o tablet per studiare in modo completamente gratuito. All’interno del centro commerciale, vicino alle postazioni dove mangiare, si può infatti scegliere la propria postazione e accomodarsi tranquillamente (senza prenotazioni o consumazione obbligatoria). Aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21, tra tutti i locali proposti è certamente quello più rumoroso, si è pur sempre in mezzo ai negozi e ad una delle zone più affollate della nuova Milano, però, nel caso si volesse poi fare una pausa pranzo, si ha l’imbarazzo della scelta per cosa mangiare.
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Sono 35 i nuovi progetti finanziati dai fondi europei, di cui 23 già in fase di realizzazione. Su alcuni però, si sono presentate delle difficoltà.
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I nuovi progetti di Milano finanziati dall’Europa: i tre più importanti
# I nuovi progetti in fase di realizzazione
credits PN Metro Plus ig
Milano ha il futuro negli occhi. E all’orizzonte spuntano 35 nuovi progetti finanziati dai fondi europei: 23 già in fase di realizzazione. Questi interventi sono resi possibili da PON Metro 2014-2020 e PN Metro Plus 2021-2027, e rappresentano un modello virtuoso di utilizzo di risorse comunitarie per trasformare le sfide urbane in opportunità di crescita sostenibile e inclusiva.
Partiamo da quelli che sono stati portati a termine. Tra i più importanti troviamo:
la riqualificazione di spazi pubblici come piazza Castello e via Beltrami, per un valore di 7,37 milioni di euro, con l’aggiunta di oltre 186 nuovi alberi, 14mila essenze arbustive e fiori e 16mila mq di pavimentazione naturale;
117 nuovi autobus ibridi diesel-elettrici Euro VI progettati per ridurre emissioni di CO2, consumi e inquinamento acustico.
Passiamo a quelli in fase di costruzione. I tre principali sono:
#1 Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC):
credits beppesala ig
L’idea di realizzare una Biblioteca europea di informazione e cultura nasce alla fine degli anni Novanta, da un’idea di Antonio Padoa Schioppa e viene promossa dall’associazione “Milano Biblioteca del 2000”. Adesso, la BEIC è uno spazio digitale d’eccellenza in fase di costruzione nell’area di Porta Vittoria, finanziata con 101 milioni di euro provenienti dal PNRR. Negli ultimi mesi, però, il progetto ha subito una battuta d’arresto, travolto da alcune inchieste.
A fine gennaio di quest’anno due archistar sono finiti nel mirino dei magistrati. Si tratta di Stefano Boeri e Cino Zucchi, accusati di non aver dichiarato un possibile conflitto di interessi nell’ambito di questo progetto. Si stima quindi che la fine dei lavori possa arrivare nella prima parte del 2027.
#2 La Magnifica Fabbrica del Teatro alla Scala
credits magnifica fabbrica ig
Questo nuovo polo culturale ospiterà i Laboratori e Depositi del Teatro alla Scala. L’intervento mira a ottimizzare le attività di produzione del Teatro, coinvolgendo oltre 150 professionisti tra scenografi, costumisti e tecnici, e offrendo al pubblico l’opportunità di partecipare a eventi culturali e scoprire il dietro le quinte delle produzioni artistiche della Scala. A che punto siamo però con i lavori? Dopo la rinuncia del Comune al ricorso al Consiglio di Stato, la gara è stata riassegnata al Consorzio Cadel (il vincitore iniziale), con l’obiettivo di completare i lavori entro il 2026 per non perdere i fondi del PNRR. Ma nonostante l’assegnazione ufficiale a GEDI SpA, i lavori non sono ancora ripartiti.
#3 900 + 100 punti di vista
credits PN Metro Plus ig
Altro progetto che mira a rafforzare l’offerta culturale della città e il suo posizionamento a livello europeo. L’intervento intende creare un grande polo culturale integrato, che includerà esposizioni permanenti, mostre temporanee e nuovi servizi innovativi per il pubblico. Il progetto si focalizza su una visione multidisciplinare, mescolando arti visive, fotografia, cinema, musica e arti performative, per valorizzare l’arte moderna e contemporanea e potenziare la vocazione culturale di Milano.
# Altri interventi in programma: 150 alloggi e due tratte della 92
credits PN Metro Plus ig
Il PN Metro Plus sostiene una visione integrata di rigenerazione urbana che include interventi di rigenerazione urbana, tra cui:
170 alloggi in via San Romanello, a Quinto Romano;
nuove infrastrutture per la mobilità sostenibile con due tratte dedicate alla circolare filoviaria 92;
una nuova Control Room per il monitoraggio della mobilità e della sicurezza urbana;
investimenti in ambito welfare per contrastare la povertà minorile, in un quadro complessivo di interventi per un valore di 149,3 milioni di euro.
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È la via più stretta e ‘nera’ di Milano, Vicolo Bagnera. È così piccola e lugubre da essere teatro di alcuni omicidi. Sì, perché il “mostro di Milano”, il primo serial killer italiano è passato di qui.
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8 aprile 1862. Muore il «Mostro di Milano»
Si chiamava Antonio Boggia ed era nato a Urio, in provincia di Como, il 23 dicembre 1799.
Un uomo insospettabile: “Di modi calmi, con un’esteriore quasi di bonarietà, esatto osservatore delle pratiche religiose, estraneo, almeno apparentemente, da viziose tendenze”: lo descrisse così la Sentenza del Tribunale di Milano.
Non solo. Era anche poliglotta “grazie alle sue conoscenze della lingua tedesca, trovò lavoro a Palazzo Cusani, sede del comando militare austriaco, in veste di fochista e trovando un’abitazione in via Gesù”.
Si sposò nel 1831 e con la moglie andò a vivere in via Nerino 2. Boggia cominciò a uccidere nell’aprile del 1849, e la sua prima vittima fu Angelo Ribbone, derubato di 1.400 svanziche, “il cadavere quindi venne smembrato e nascosto nel suo scantinato nella Stretta Bagnera”, usato dal Boggia come magazzino e ufficio.
Proprietaria dello stabile in cui viveva Boggia era Ester Maria Perrocchio, un’altra delle sue vittime. Aveva 76 anni quando il figlio Giovanni Murier, decoratore presso la Richard ceramiche, ne denunciò la scomparsa all’istituzione dei Carabinieri Reali, con sede a Palazzo Cattaneo in via Moscova, a Milano.
Spiega MilanoPlatinum: “Maurier dichiara che, preoccupato dall’improvvisa sparizione della madre, ha indagato presso i custodi, scoprendo che la vedova ultrasettantenne si sarebbe ritirata sul lago di Como delegando amministratore unico del suo stabile in via Nerino Antonio Boggia, muratore e capomastro già suo inquilino e con il quale da tempo era entrata in confidenza.
Da quando Ester è scomparsa, Boggia si comporta come se il palazzo fosse suo: aumenta gli affitti, esegue lavori di manutenzione, fa sparire dal cortile la colonia di felini che la signora amava tanto. Interrogato da Maurier, Boggia esibisce delle lettere scritte da Ester dal suo buen retiro sul Lario, nelle quali gli vengono fornite istruzioni sull’amministrazione del condominio. Inizialmente Maurier, abituato alle stranezze della madre con la quale, peraltro, non è in buoni rapporti, crede alla storia, ma in seguito scopre che la procura con la quale Ester ha delegato Boggia è un falso e che un notaio scrupoloso si era infatti rifiutato di rilasciarla. È a questo punto che decide di sporgere denuncia.”
boggia.
# Il passo falso del Boggia
Giovanni Comi è un anziano contabile. Attratto nel magazzino di via Bagnera, lì viene colpito con una scure. Comi riesce a fuggire e Boggia, arrestato, viene giudicato folle e rinchiuso nel manicomio della Senavra, dal quale esce dopo pochi anni.
Denunce, uomini scomparsi o donne divenute irrintracciabili, procure e atti legali per vendite e utilizzo di immobili, compresa una cantina sempre in via Bagnera, le testimonianze dei vicini che avevano visto Antonio Boggia armeggiare con sacchi da muratore, mattoni e sabbia in un magazzino di Stretta Bagnera nei pressi di via Torino nel pieno centro di Milano tra la Basilica di Sant’Ambrogio e il Duomo: a poco a poco la maschera del Boggia cade. La fine della sua delinquenza arriva dopo una prima perquisizione nella quale, murato in una nicchia, viene trovato il cadavere dell’anziana Ester Maria Perrocchio.
Una nuova ispezione nella cantina dello stabile fa emergere altri tre cadaveri, tre morti ammazzati brutalmente dal Boggia e lasciati a decomporre sotto il pavimento. In totale: quattro vittime abbandonate a imputridire in cantina. Quattro persone di cui aveva conquistato la fiducia e dalle quali si era fatto lasciare le deleghe per gestirne il patrimonio.
Inutile dire che durante il processo il Boggia si finse pazzo.
boggia
Inevitabile per i tempi la condanna a morte, per impiccagione: fu eseguita l’8 aprile 1862 nei pressi dei bastioni di Porta Ludovica e di Porta Vigentina. Curioso è notare come quella, così piena di sangue, fu l’ultima condanna a morte di un civile eseguita a Milano fino alla Seconda Guerra Mondiale. Milano, infatti, era così poco propensa alle pubbliche esecuzioni da non avere nemmeno un boia suo: dovette chiederlo in prestito a Torino e Parma.
Non stupisce che la sua testa fu oggetto degli studi di Cesare Lombroso, il padre della criminologia, che ne confermò la fisiologica natura delinquenziale, e poi portata al cimitero di Musocco, nel 1949.
Il corpo del primo serial killer italiano finì sepolto nel cimitero del Gentilino, presso il Bastione di Porta Ludovica (oggi, Corso Italia), e solo nel 2009 dal mercato collezionistico emerse una mannaia da macelleria, già di proprietà dell’Ospedale Maggiore, oggi conservata al Museo di Arte Criminologica di Olevano di Lomellina, in provincia di Pavia.
Oggi Vicolo Bagnera è un budello che, con una curva, collega Via Santa Marta a Via Nerino, nei pressi di Via Torino, e per quanto nefasto e tetro è sempre troppo spesso imbrattato dai vandali con scritte e spray.
Bagnera
La leggenda narra che quando l’incauto passante venga avvolto da un soffio di aria gelida nella Stretta Bagnera è come fosse assalito dallo spirito dell’assassino di Milano, rimasto nel luogo del crimine. Per sempre.
Il Gruppo Armani sostiene la trasformazione verde di Milano con il progetto di forestazione urbana lungo il tragitto della linea filoviaria 90/91.
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Il tragitto della 90/91 diventerà una foresta circolare urbana con Giorgio Armani
# Armani per il verde: la 90/91 diventa un corridoio ecologico
Credits: forestami.org
La moda si mette al servizio della sostenibilità e lo fa con uno dei nomi più iconici del Made in Italy: Giorgio Armani. Il gruppo dello stilista milanese è tra i principali sostenitori del progetto Milano Green Circle 90/91, un’iniziativa lanciata dal Comune di Milano in collaborazione con Forestami e il Politecnico di Milano, con l’obiettivo di rinaturalizzare il percorso della linea filoviaria 90/91. Un’azione concreta di riqualificazione ambientale che punta a rendere la città più verde, vivibile e resiliente ai cambiamenti climatici.
Il progetto, partito a gennaio 2025 e destinato a concludersi entro la stagione agronomica 2026/27, prevede la piantumazione di 350 alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni lungo il tracciato circolare della storica linea di trasporto pubblico.
Il primo tratto completato, da piazzale Brescia a piazza Bolivar, è stato realizzato grazie al supporto economico e comunicativo del Gruppo Armani, che ha scelto di investire in un’idea di città più sana e armoniosa.
«Sono soddisfatto della realizzazione di questa prima parte del progetto», ha dichiarato Giorgio Armani. «Milano Green Circle non è una dichiarazione di intenti, ma qualcosa di tangibile. Sono convinto che si possa trovare il giusto equilibrio tra città e natura e questa iniziativa è un segnale concreto che desidero dare alla città. La mia speranza è quella di contribuire alla realizzazione di una Milano che sia davvero a misura d’uomo, nella quale stare bene».
La visione dello stilista è pienamente allineata con i principi della forestazione urbana promossa da Forestami: migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’inquinamento acustico, valorizzare la biodiversità, gestire le acque piovane e contrastare l’effetto isola di calore. Per questo, nel primo tratto sono stati piantati esemplari scelti in base alla loro capacità di adattamento e al contributo rispetto all’ecosistema: salvia da fiore bianca, foglie di quercia, rosa bianca a radice nuda, sorbo, melocotogno, cidonia…
L’intervento è stato curato dalla Cooperativa Il Giardinone, che ha progettato le nuove sistemazioni verdi tenendo conto delle caratteristiche del terreno e della presenza del fiume Olona, sotterraneo in quel tratto. L’attenzione all’idrologia ha permesso di creare avvallamenti utili alla raccolta dell’acqua piovana, diminuendo così il fabbisogno di irrigazione artificiale.
# Moda e ambiente si incontrano: il pop-up green di Emporio Armani
In occasione del Salone del Mobile 2025, il Gruppo Armani ha deciso di rendere visibile il proprio impegno anche con un’azione simbolica e coinvolgente per i cittadini. Dal 9 al 12 aprile, un’ape car elettrica con il logo Emporio Armani viene posizionata in via Manzoni 31, proprio di fronte allo store milanese del brand.
Qui, i passanti possono ricevere gratuitamente tote bag in cotone riciclato contenenti un vaso ecosostenibile e una cartolina piantabile con semi di fiori di campo, per portare un po’ di verde anche a casa propria.
Il progetto Milano Green Circle 90/91 si inserisce nella più ampia cornice di Forestami, il programma di forestazione urbana nato da un’idea dell’architetto Stefano Boeri e sostenuto da numerose istituzioni pubbliche e private, tra cui il Comune di Milano, la Regione Lombardia, il Politecnico di Milano e diverse fondazioni.
L’obiettivo è ambizioso: piantare 3 milioni di alberi entro il 2030 nell’area metropolitana milanese, per migliorare la qualità della vita, abbattere l’inquinamento e rigenerare il territorio.
Dal 2018 a oggi, oltre 611.000 piante sono già state messe a dimora, in 70 comuni, coinvolgendo più di 10.000 cittadini e attivando 11 cooperative sociali. Con i suoi 58 interventi realizzati e 38 ettari di territorio trasformato, Forestami rappresenta un modello replicabile di alleanza tra pubblico e privato.
Il sostegno del Gruppo Armani al progetto lungo la 90/91 dimostra che anche il mondo della moda, e del business in generale, può essere protagonista attivo di questa trasformazione. Un esempio virtuoso di come il capitale culturale e imprenditoriale possa lavorare in armonia, restituendo valore alla città e ai suoi abitanti.
La stazione progettata da Renzo Piano a MilanoSesto è uno dei progetti più innovativi degli ultimi anni. La struttura si distingue per una passerella in vetro di 90 metri di lunghezza e 18 di larghezza ed è stata pensata per collegare due parti della città separate dalla ferrovia. Vediamo il punto sui cantieri.
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La stazione futuristica di Renzo Piano con passarella trasparente che guarda Milano: il punto sui cantieri
# La struttura si caratterizzata per una passerella in vetro di 90 metri larga 18 metri
Rendering Passerella Sesto
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Ufficio stampa - Promenade_stazione
Credits: Urbanfile - Passerella Sesto Fs
Credits: Urbanfile - Passerella Sesto Fs
Credits sestosg.net - Nuova stazione ferroviaria
credits: milanosesto.it
Vista stazioni e edifici MilanoSesto
Nel cuore di MilanoSesto, il cantiere della nuova stazione progettata da Renzo Piano sta prendendo forma e promette di diventare il simbolo della trasformazione urbana di una delle zone più dinamiche di Milano. La stazione, parte di uno dei progetti di riqualificazione urbana più ambiziosi d’Europa, mira a unire due aree di Sesto San Giovanni separate dalla ferrovia, con una struttura che si distingue per la sua passerella in vetro lunga 89 metri e larga 18, sospesa a 14 metri d’altezza sopra i binari. Un vero e proprio ponte sospeso tra le diverse anime della città. Prevista inoltre una grande copertura fotovoltaica in vetro di 110 metri per 28 in grado di alimentare la stazione.
La passerella funge da nodo di scambio: prevede un bar, un paio di attività commercial e un’area panoramica, offrendo una vista unica sul nuovo parco urbano di 14 ettari di Unione Zero. La stazione si collega direttamente con la linea M1 della metropolitana: il sottopasso in fase di ristrutturazione viene esteso di circa 42 metri, garantendo un flusso continuo tra i mezzi pubblici e la stazione.
# In completamento la copertura con pannelli fotovoltaici, realizzate le fondamenta del nuovo edificio viaggiatori
Antonio Lamiranda Fb - Fondamenta nuova stazione Sesto Fs
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Antonio Lamiranda FB - Passerella sopra nuova stazione
Antonio Lamiranda Fb - Fondamenta nuova stazione Sesto Fs
A ottobre 2024 avevamo assistito alla posa della prima pietra per il primo lotto di Unione Zero, il progetto che riqualifica l’intera zona. Nel frattempo, i lavori alla stazione hanno fatto notevoli progressi. Le fondamenta dell’edificio principale, il corpo viaggiatori, sono state completate, e sono già in fase avanzata le opere per i locali sotterranei che collegheranno la stazione con la metropolitana. La demolizione dell’ex stazione, contaminata da amianto, è stata portata a termine a luglio 2024, liberando spazio per la nuova struttura.
Antonio Lamiranda FB - Passerella stazione Sesto
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Antonio Lamiranda FB - Ascensori Passerella stazione Sesto
Antonio Lamiranda FB - Passerella stazione Sesto
Lungo la passerella, sono già in fase di montaggio le scale mobili e la copertura con vetro e pannelli solari della passerella lato piazza, oltre ai vetri a protezione del cavedio di alloggio degli ascensori a servizio delle banchine. Sono stati inoltre montati i telai portanti dei futuri ascensori sotterranei diretti alla passarella a ponte e completati i lavori di rifinitura nelle aree adiacenti, con la realizzazione delle tettoie, dei parapetti e delle scalinate complete.
# Il sottopassaggio collegato alla metropolitana pronto già nei prossimi mesi, la nuova stazione operativa a dicembre 2025
milanosesto.it – Stazione passerella
Secondo il cronoprogramma aggiornato, la struttura principale dovrebbe essere ultimata entro agosto 2025, con la stazione operativa a partire da dicembre 2025.
sestosg.net – Planimetria sottopasso pedonale
Tra i prossimi interventi, è previsto il completamento del sottopassaggio, che renderà possibile il collegamento diretto tra la stazione e la metropolitana, evitando di uscire in superficie.
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Tutto è iniziato per scherzo. Ci siamo detti, anche in questo periodo complicato per che cosa possiamo essere felici di vivere dalle nostre parti? Una delle risposte è stata: perchè qui c’è una concentrazione di città bellissime, unica al mondo. A quel punto abbiamo rilanciato: ma se dovessimo stilare una classifica delle 10 città più belle del Nord Italia, quali metteremo? Così abbiamo deciso di mettere insieme i risultati di alcune classifiche esistenti per arrivare a una superclassifica della bellezza.
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Le 10 città più belle del Nord Italia: la classifica definitiva
Punteggi elaborato dalle classifiche dei seguenti siti: skyscanner, travel365, unesco, expedia, tripadvisor, walksofitaly, tripssavvy, govisity, thetelegraph
A Milano il passare dei secoli, lo sviluppo e il progresso hanno portato a un progressivo rimodellamento dei suoi vicoli e dei suoi palazzi. Nel capoluogo lombardo ve n’erano di molto belli, ma non tutti sono a conoscenza della loro esistenza.
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I cinque palazzi più belli di Milano che… non ci sono più
#1 La Casa Rossa
citydoormilano.it – Ca’ Rossa
Costruita nel 1837 dall’architetto Gaetano Casati per il barone Gaetano Ciani nell’aristocratico borgo di Porta Orientale, la casa posta all’angolo con Via Boschetti era particolarmente esuberante e rivestita di decorazioni in terracotta, tanto che venne da subito battezzata Ca’ Rossa. Si presentava con un piano terra finestrato, un primo piano posto sotto ad una balconata ricca e che girava attorno alla casa segnando il piano nobile, terminava con un terzo piano e un ricco cornicione dotato di pinnacoli.
Maps – Ex Ca’ Rossa
Era rossa per via dell’abbondante uso di decorazioni in terracotta che l’hanno caratterizzata per un secolo, e all’epoca divenne una meraviglia da guardare per chi veniva a Milano in visita. Poi nel 1928 l’edificio venne spogliato dalle terrecotte che lo caratterizzavano e rialzato di ben tre piani, e qualche anno fa la casa è stata ulteriormente rialzata di un altro piano fino ad assumere le forme del palazzo odierno.
#2 Palazzo Arcimboldi
Di Anonimo – Giacomo Carlo Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4144741 – Palazzo Arcimboldi
Palazzo Arcimboldi (già Casa dei Corbella) era un palazzo seicentesco storicamente appartenuto al sestiere di Porta Ticinese e si trovava in via dell’Unione 12. Crollò a seguito dei bombardamenti del 1943. L’edificio, alto tre piani, si sviluppava attorno ai due cortili, dei quali il secondo presentava un notevole porticato con affreschi di storie mitologiche. Erano affrescati anche gli ambienti interni, fra cui la cappella con l’Assunzione della Vergine e il teatro. Pregevole poi era lo scalone barocco a quattro rampe, con balaustra in pietra traforata decorata con aquile, putti e altre figure fantastiche.
Di Anonimo – SkyScraperCity – Milano Sparita, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4200768 – Villino Hoepli
Era un signorile villino in stile neorinascimentale realizzato su progetto dell’architetto Carlo Formenti fra il 1894 e il 1896 e fu sostituito nel 1938 dalla Villa Falck, tuttora esistente. Si trovava in via XX Settembre al civico 2, all’angolo con via Tamburini. Col Piano regolatore Berruto si andò a risolvere la controversia legata alla lottizzazione delle aree retrostanti il Castello Sforzesco (la ex piazza d’armi), dando al contempo alla città di Milano un adeguato piano di ampliamento. Sull’area dell’ex piazza d’armi sarebbe stato infatti realizzato il Parco Sempione, mentre le aree comprese fra il Castello e Porta Magenta vennero destinate alla lottizzazione, per la realizzazione di edifici residenziali destinati alla borghesia.
Nello specifico, la via XX Settembre venne suddivisa in piccoli appezzamenti, destinati ad ospitare villini signorili. La villa, malgrado l’imponenza e la sontuosità, non servì mai ad esibire od ostentare la propria posizione e ricchezza, né fu teatro di feste o ricevimenti. Venne impiegata con funzione di rappresentanza soltanto nel 1906, quando ospitò il presidente federale Ludwig Forrer, in visita a Milano per incontrare il re Vittorio Emanuele III in occasione della cerimonia per l’inaugurazione del Traforo del Sempione.
Di Marc’Antonio Dal Re – Storia di Milano (http://www.storiadimilano.it/repertori/pres_dalre/dalre0011.html), Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4147516 – Palazzo Imbonati
Palazzo Imbonati era un palazzo cinquecentesco storicamente appartenuto al sestiere di Porta Nuova, e si trovava in via Marino. Venne demolito nel corso del XIX secolo. Il palazzo conservava al tempo un elegante cortile, con capitelli scudati corinzi, che recavano le insegne viscontee e sforzesche, finiti dopo la demolizione al Museo archeologico. Fu particolarmente noto per aver ospitato fra il 1743 e il 1768 la risorta Accademia dei Trasformati, promossa dallo stesso mecenate Giuseppe Maria Imbonati e della quale fecero parte anche Giuseppe Parini e Pietro Verri. Il palazzo, di proprietà inizialmente degli Imbonati, passò poi alla famiglia Blondel ed in seguito a Massimo d’Azeglio e al suo posto sarebbe poi sorto il vecchio Teatro Manzoni, a sua volta distrutto a seguito dei bombardamenti del 1943.
#5 Coperto dei Figini
credits: @milanoeprovincia IG
Il Coperto dei Figini era un palazzo rinascimentale costruito tra il 1467 e il 1472 da Guiniforte Solari, un ingegnere della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, su commissione di Pietro Figino e situato in piazza del Duomo sul lato occidentale dalla piazza (guardando il Duomo di fronte.) Venne abbattuto nel 1864, quando l’area venne ristrutturata per l’ampliamento della piazza e per la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II. Sotto i suoi portici era presente il Caffè Campari, che successivamente si trasformò in un’azienda produttrice di bevande e che esiste tuttora.
La scelta cadde su Solari per questione di prestigio: Pietro Figini voleva un palazzo che rivaleggiasse architettonicamente con gli altri edifici già presenti in piazza del Duomo. Lungo 76 metri, era provvisto di un portico fronte piazza, il cui muro di fondo e le sue 24 colonne, appartenevano precedentemente alla demolita basilica di Santa Tecla. Della demolizione del Coperto dei Figini e del vicino isolato del Rebecchino si iniziò a parlare all’inizio del XIX secolo, con l’obiettivo dichiarato di ampliare la piazza e renderla spaziosa come la conosciamo oggi. Il Coperto dei Figini venne quindi abbattuto a partire dal 1864, mentre il Rebecchino ebbe la stessa sorte undici anni dopo.
Milàn l’è un gran Milàn, ma i milanesi vivono bene? Abbiamo raccolto indagini statistiche e valutazioni di servizi e settore per capire se i milanesi vivono davvero bene. E il risultato presenta sorprese.
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Come ci si sente a vivere a Milano? I tre grandi pregi e… i due motivi di disagio
# I primi due grandi vantaggi di vivere a Milano: cultura e lavoro
Il dossier Qualità della vita(di Lab24) pone la città di Milano all’8° posto nella classifica. La città della Madonnina è preceduta da Bologna, Trento, Aosta, Bergamo, Firenze e Modena. I 6 parametri utilizzati per valutare le città sono:
LE NOTE LIETE:
Affari e lavoro: Milano è al 1° posto.
Cultura e tempo libero: Milano è al 2° posto.
Demografia e società, rispetto al quale la città si posiziona 13°posto.
Ricchezza e consumi: Milano è 20°.
LE NOTE STONATE:
Ambiente e servizi: Milano è al 41° posto.
Giustizia e sicurezza: con il 107° posto affossano il risultato complessivo della città.
I due grandi punti di forza del capoluogo lombardo sono il suo dinamismo economico-lavorativo e culturale. La città, i milanesi lo sanno bene, è riconosciuta come il principale polo economico d’Italia e uno dei più importanti in Europa.
Credits: Janno Nivergall – Pixabay
Il sindacato CGIL parla, per il 2023, di 1.507.000 di cittadini occupati (0,8% in più rispetto al 2019), quindi di un tasso di occupazione complessivo pari al 71,2% dei cittadini abili al lavoro. I maggiori settori di occupazione sono i servizi alle imprese, gli alberghi, il commercio, la ristorazione, l’industria e l’edilizia.
La cultura e il tempo libero sono l’altro grande punto di forza di Milano: nelle sotto-classifiche di questo parametro ottimi posti sono occupati dalla diffusione della banda larga (segno di una città al passo con la tecnologia) e dalla frequentazione di palestre, piscine e stabilimenti termali, di centri per il benessere fisico e del patrimonio museale. Anche l’indice di sportività, che vede Milano al 5° posto nella classifica nazionale, è un ottimo segno per la città.
In questo quadro, complessivamente molto buono, i tasti dolenti sono: l’assenza di amministratori comunali con meno di 40 anni (67° in classifica), la valutazione dei ristoranti della città (53° in classifica) delle librerie (56° in classifica) e del meteo (91° in classifica), che però poco dipende dagli abitanti.
# Il terzo fattore di forza di Milano: mezzi pubblici a livello (quasi) nord- Europeo
Credits: Comune di Milano
Negli ultimi anni, Milano si è affermata come una delle città italiane più impegnate nella promozione della mobilità sostenibile. Con l’espansione delle piste ciclabili (2,1 km ogni 10.000 abitanti), la cui diffusione ci vede 25° in Europa, e il crescente numero di veicoli elettrici, che, secondo Aci (Automobile Club d’Italia), sono passati da 3.830 nel 2021 a 7.284 nel 2023, la città sta cercando di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria.
Per ridurre il traffico, soprattutto delle auto più inquinanti, l’amministrazione comunale ha introdotto da tempo misure quali Area B e Area C. Più recentemente, il Sindaco, Beppe Sala, ha annunciato la volontà di estendere la durata dell’Area C anche ai weekend, che prima ne erano esclusi.
Da un sondaggio di Confcommercio, condotto su 549 imprese meneghine, emerge che, secondo gli intervistati, le nuove regole danneggeranno le attività commerciali (per il 77%) e renderanno meno attrattivo il centro (per il 65%).
Invece, per quanto riguarda i mezzi pubblici, la RELAZIONE ANNUALE INTEGRATA del Gruppo ATM 2023, parla chiaro: “Il livello di servizio è stato elevato, con una regolarità che mantiene livelli soddisfacenti: maggiori del 96,5% in superficie e del 99,8% in metropolitana, con una soddisfazione media dei Clienti di 7,6 punti su un massimo di 10.”
Questi i punti di forza. Ma quali sono invece gli elementi negativi?
# I grandi motivi di disagio: 1. Il costo della vita
Credits: Moerschy – Pixabay
Il costo della vita a Milano è tra i più elevati d’Italia, infatti secondo un’analisi del Codacons (2024), che confronta i prezzi di beni e servizi nelle principali città italiane, Milano si trova al secondo posto appena sotto Aosta.
Nel dettaglio, Milano si distingue per alcuni dei costi più elevati nel panorama nazionale. Tra tutti spicca il prezzo del panino al bar, che a Milano raggiunge i 5,39 euro, il più alto d’Italia, con un aumento dell’8,02% rispetto all’anno precedente. Altri costi notevoli sono l’equilibratura gomme e la convergenza, con un prezzo medio di circa 88 euro, ben al di sopra, per esempio dei 38 euro di Catanzaro.
Osservatorio Prezzi, a maggio 2024, rileva che anche rispetto ai beni di consumo la situazione non cambia: il costo del caffè tostato ha raggiunto quasi 12 euro al chilo, il miele è arrivato a 12,50 al chilo, il costo della passata di pomodoro è generalmente aumentato del 17% rispetto allo scorso anno e il costo delle vongole ha visto un incremento del 23%.
L’olio extravergine d’oliva, ingrediente principe della cucina italiana, ha registrato un aumento drammatico del 74%, con un prezzo medio di 9,89euro per bottiglia da litro.
Ancor più che il costo della vita, la sicurezza è il vero tema negativo che attanaglia la città di Milano. Come riportato prima, nel quadro dell’indagine sulla qualità della vita nelle città italiane (Lab 24), sicurezza e giustizia sono il tema che più penalizza Milano.
Con 6.991,3 denunce ogni 100.000 abitanti, un altro dossier di (Lab 24), indice della criminalità 2023, indica il capoluogo lombardo al primo posto tra le città più insicure d’Italia.
I dati del report, effettivamente, non sono positivi per il 2023 si parla di: 3.489 denunce per minacce, 1.229 denunce per percosse, 3.832 denunce per lesioni dolse, 29.720 denunce per danneggiamenti, 124.631 denunce per furti, 4.123 denunce per rapine, 20.029 denunce per frodi informatiche e 76 denunce per omicidi colposi su 298 omicidi totali in Italia nel 2023.
La Belle Epoque (FIlm)
Quindi, come ci si sente a vivere a Milano? La risposta è complessa. Da un lato, grazie al lavoro e alla cultura, la città occupa l’8° posto nella classifica dei luoghi in cui la qualità della vita è migliore, dall’altro il costo di questa vita risulta tra i più elevati d’Italia e, come emerge dall’ultimo dossier citato, la sicurezza è il tasto dolente della metropoli.
Un grande classico del Fuorisalone. La Super Guida in anteprima anticipata da Giacomo Biraghi, il celebre “expo ottimista”, esperto di urbanistica e di nuove visioni.
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Il grande classico: le cose da non perdere al Fuorisalone anticipate da Biraghi
Ph. @aeg.italia IG
# La top 3 delle installazioni
1. Toilet Paper _ Porta Venezia
2. Porta Nuova Vertical Connection _ Gae Aulenti
3. Hyper Portal _ Palazzo Moscova
# La top 10 delle cose da vedere
1. Cassina _ Teatro Lirico Gaber
2. Alcova _ ex SNIA e Serre di Pasino (Varedo)
3. Gucci _ Chiostro grande di San Simpliciano
4. Mosca and Partners _ Palazzo Litta
5. Artemest – Via Donizetti 48
6. Labò – Via Biella 6
7. 6:am – Bagni Piscina Cozzi
8. Seiko – Palazzo Landriani
9. Campeggi – Torre al Parco Sempione
10. Saint Laurent – Padiglione Visconti, Via Tortona 58
# 5 cose da fare senza fretta (aperti anche settimana prossima)
1. Drop City – Magazzini Raccordati Stazione Centrale
2. Interni _ Università Statale
3. Wilson _ Pietà Rondanini
4. Library of Light _ Pinacoteca di Brera
5. PulpBrother _ CZA Cino Zucchi Architetti, Via Revere 8
È stata costruita così in profondità che solo la salita o discesa con le scale mobili dura oltre 5 minuti. Praticamente come andare in cima a un grattacielo. Solo che ci si ritrova negli abissi. Scopriamo quanto è profonda e dove si trova.
La stazione della metro più profonda al mondo: praticamente un grattacielo sotterraneo
# La metropolitana con la stazione più profonda è in Ucraina: “Arsenal’na” scende fino a 105 metri
Credits: djaunter.com
La stazione della metro più profonda del mondo si trova sulla Linea Svjatošyns’ko-Brovars’ka di Kiev, la capitale Ucraina. Si chiama Arsenal’na ed è stata inaugurata insieme alla prima tratta della metropolitana. Ma quanto è profonda? Si spinge fino a 105,5 metri di profondità. Questo per una caratteristica geofisica di Kiev: in questo punto la riva destra del fiume Nipro si innalza al di sopra del resto della città. Il risultato è che come costruzione, la stazione assomiglia a un grattacielo sotterraneo. Ma quanto ci vuole per arrivare a prendere la metro?
# La corsa delle scale mobili dura 5 minuti
Credits: _kyiv_to_go_ IG
La stazione ha una piccola anticamera direttamente collegata al tunnel delle scale mobili, la cui corsa è una delle più lunghe al mondo. Ci vogliono almeno cinque minuti per salire o scendere. È così profonda che richiede più scale mobili collegate da diversi corridoi solo per raggiungerla.
Credits: tripadvisor Neil K – Percorso dentro stazione Arselana
# Prende il nome dall’impianto di produzione per l’esercito russo “Arsenal Factory”
Credits: Tripadvisor Neil K – Banchina Arselana
La stazione fu completata nel 1960 e prese il nome dalla vicina Kyiv Arsenal Factory, fondata nel XVIII secolo come impianto di produzione per l’esercito russo. Inizialmente la stazione fu costruita come fermata provvisoria sul lungo tracciato prima dell’attraversamento del Nipro, per poi diventare definitiva.
# I piloni alla base degli archi dentro la stazione sono solo decorativi
Credits: explore__ua IG – Interni stazione
L’architettura presentaimponenti piloni che ricordano ai pendolari le tonnellate di terra e acqua sopra le loro teste, ma sono solo un promemoria: esistono solo come decorazione nonostante furono previsti nel progetto iniziale come sostegni reali.
Andrea Zoppolato incontra Luca Morotti, imprenditore e analista non convenzionale sugli scenari internazionali. Nota: questo podcast è stato registrato prima del crollo dei mercati post-dazi. La sua teoria sulla Fine del Mondo ha anticipato il crollo di questi tempi? Questa la sua visione del presente che stiamo vivendo.
Geopolitica, economia e cambiamento visti da un punto di vista originale e indipendente.
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Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia
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Dal feed ai maxischermi, a Milano arriva Selfiestreet, il social che “scende in strada”. Scopriamo come il tuo volto potrà finire tra le vetrine di Montenapoleone o tra i palazzi del navigli.
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A Milano arriva Selfiestreet: il tuo volto potrà apparire sui maxi schermi della città
# Selfiestreet: il social che esce dal telefono e conquista la città
Credits: selfiestreet.it
Dal 15 aprile 2025, Milano e Roma diventeranno i primi palcoscenici di Selfiestreet, un nuovo social network che promette di trasformare ogni utente in una celebrità urbana. L’idea è tanto semplice quanto potente: permettere a chiunque di apparire sui maxischermi delle città italiane, rendendo il proprio selfie o video visibile a centinaia di passanti.
Ideato dall’imprenditore Michele Cascavilla – già noto per il marchio Lenzuolissimi e autore del libro Le lenzuola del potere, con prefazione di Silvio Berlusconi – Selfiestreet fonde digitale e spazio pubblico, social media e street art.
Non si parla più soltanto di like e follower: il nuovo obiettivo è essere visti dal vivo, da chiunque attraversi le strade delle nostre città. Tre semplici passaggi – scaricare l’app, caricare un contenuto e scegliere orario e città – e si potrà vedere la propria immagine campeggiare sullo schermo del Duomo di Milano o in una piazza affollata della Capitale. «È una forma di espressione pubblica, democratica e spettacolare», spiega Cascavilla. «Un palco virtuale per chi, nella vita reale, non ha mai avuto modo di esibirsi».
# Dove sono i maxischermi
Il progetto è interamente Made in Italy, supportato da partner solidi: la famiglia Peruzzo, erede di una storica casa editrice, e il gruppo Vivenda, attivo nei servizi tecnologici e sociali. L’idea ha cominciato a prendere forma prima della pandemia e ha richiesto un lungo lavoro di progettazione tecnica.
L’infrastruttura si basa su una rete di videowall installati nelle principali piazze italiane. Al momento, le città coinvolte sono:
#1 Milano: Corso Garibaldi 121: 22:00 – 23:00, Alzaia Naviglio Grande: 22:00 – 23:00, San Pietro all’Orto (Montenapoleone): 18:00 – 19:00.
Per accedere alla visibilità pubblica basta pagare 10 euro per 15 secondi di proiezione. I contenuti sono moderati, per evitare abusi o episodi di cyberbullismo, ma non serve alcun merito particolare: chiunque, pagando, può apparire.
L’ispirazione dichiarata è la profezia di Andy Warhol: «Nel futuro, ognuno sarà famoso per 15 minuti». Nella versione di Cascavilla, quei quindici minuti si sono però trasformati in dieci secondi. Tutto quello che serve è uno smartphone e il desiderio di esserci.
# Un social network o un prezzo sulla fragilità?
Credits: Ideogram
Alla fine, due domande restano sospese, un po’ come i contenuti sui videowall.
Primo: Selfiestreet è davvero un nuovo social network o è semplicemente un modo diretto per monetizzare sul bisogno umano di essere visti e riconosciuti? Se i social tradizionali guadagnano vendendo dati e pubblicità, qui, bisogna ammetterlo, il meccanismo è più trasparente: si paga per apparire, punto.
Secondo: se il modello dovesse prendere piede, che impatto avrebbe sull’identità delle città? Milano e Roma, ricche di storia e fascino, non rischiano di diventare palcoscenici continui? I maxischermi potrebbero moltiplicarsi, modificando l’estetica urbana e soffocando ciò che rende unici questi luoghi, già abbastanza affollati di per sé.
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Elaborazione Marco Figura da Google Maps - Schema tunnel Piombino-Elba, Elba-Bastia e Bonifacio-Santa Teresa di Gallura
Siamo nell’era dei tunnel sottomarini. A nord delle Alpi si costruiscono tunnel sottomarini transnazionali, con strade e ferrovie che consentono spostamenti ultrarapidi e perfettamente interconnesse alle reti di trasporto esistenti. In Norvegia da alcuni anni è attivo il tunnel sottomarino più lungo del mondo: 24 chilometri sul fondo dell’oceano. E in Cina hanno appena costruito il tunnel sommerso più grande del mondo capace di ospitare sei corsie di autostrada. Perché non pensare a qualcosa di simile per collegare la Sardegna con il continente? Questo il progetto di tre tunnel sottomarini tra l’Italia e la Sardegna.
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I 3 tunnel sottomarini tra l’Italia e la Sardegna: da Milano a Olbia in 6 ore
Tunnel Fehmarnbelt dalla Danimarca alla Germania
# I tre tunnel per andare da Piombino a Santa Teresa di Gallura
Credits rfi – Ferrovia Sardegna
Le cronache sono concentrate da anni sul Ponte sullo Stretto. Tuttavia la Sardegna, pur se molto meno popolosa, benché molto più lontana rispetto alla Sicilia dal resto della Penisola, è una delle aree più ambite dal turismo mondiale e una regione dalle enormi potenzialità socio-economiche inespresse. In quest’ottica, rispondendo a principi di ottimizzazione di costi e distanze, si descrive la proposta di un collegamento che preveda di unire la Sardegna a Milano in 6 ore e a Firenze in 4 ore: un sistema di tre tunnel sottomarini, Piombino-Elba, Elba-Bastia e Bonifacio-Santa Teresa di Gallura, opera in grado di compiere una rivoluzione dei trasporti del Tirreno e, in parte, di tutto il Mediterraneo. L’idea ricalca, per il tracciato, ilprogetto targato Terna S.p.A., proprietaria della rete di distribuzione elettrica nazionale, del nuovo collegamento di cavi elettrici sottomarini tra Sardegna, Corsica e Toscana.
Elaborazione Marco Figura da Google Maps – Schema tunnel Piombino-Elba, Elba-Bastia e Bonifacio-Santa Teresa di Gallura
Il progetto presenterebbe un’innumerevole serie di benefici, proviamo a elencarne alcuni:
Tempi attuali per raggiungere via mare il nord Sardegna: da Genova in 12 ore e da Livorno in 6 ore. Nuovi tempi di percorrenza per Olbia con il sistema di tunnel sottomarini: da Genova in 6 ore e da Livorno in 4 ore.
Toscana e Sardegna entrerebbero nel mercato turistico marittimo internazionale come destinazioni integrate in unitinerario unico.
La Corsica tornerebbe nell’orbita economica e culturale italiana: il collegamento veloce con la costa italiana e con la Sardegna fornirebbe alle imprese sarde, corse e toscane ingenti margini di collaborazione e di scambio oggi impensabili.
Anche l’Isola d’Elba sarebbe unita in pochi minuti alla terraferma, diventando meta appetibile per periodi di pochi giorni e per i fine settimana lungo tutto l’arco dell’anno, andando a destagionalizzare la forte concentrazione delle presenze nei periodi estivi. Anche l’economia di quest’isola trarrebbe beneficio dall’opera, che consentirebbe la nascita di un nuovo pendolarismo con la costa toscana e nuove e migliori opportunità di lavoro per entrambe le sponde.
I tunnel porterebbero a un inevitabile alleggerimento del traffico marittimo e quindi dell’inquinamento, senza per questo entrare in conflitto con i traghetti, concorrenziali in termini di prezzo, né con il trasporto aereo, imbattibile sui tempi di percorrenza ma che da solo non è in grado di portare a territori come la Sardegna tutto il potenziale target che sarebbero in grado di accogliere.
MARCO FIGURA (AGGIORNAMENTO ARTICOLO ORIGINALE DEL 16 FEBBRAIO 2024)
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Dal 7 al 13 aprile 2025, per la Design Week, Milano si trasforma in un enorme laboratorio di creatività.
Da un lato il Salone del Mobile, dall’8 al 13 aprile, raccoglie a Rho le novità dei più importanti brand del settore e detta le tendenze nel campo dell’arredamento. Dall’altro, in città, già dal 7 aprile il Fuorisalone trasforma la città in un grandioso show a cielo aperto, tra installazioni immersive, piccole e grandi mostre, presentazioni, talk, cocktail e feste. Queste le installazioni anticipate da Ilaria Vita (Pepitepertutti).
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7 aprile. Via alla Design Week. Le 14 installazioni del Fuorisalone da non perdere
#1 Metamorfosi urbana di Toilet Paper, che riveste i bastioni di Porta Venezia in modo teatrale e suggestivo
Toiletpaper
In un dialogo virtuoso tra rinnovamento, trasformazione e design, Prima Assicurazioni sceglie di vestire il Design District di Porta Venezia, collaborando con il visionario studio creativo TOILETPAPER, fondato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. L’intervento artistico reinterpreterà gli spazi urbani, a partire dai famosi Bastioni di Porta Venezia, attraverso il linguaggio visivo riconoscibile e d’impatto degli iconici serpenti di TOILETPAPER per rappresentare la storia di una realtà veloce e dinamica che ‘cambia la pelle’ ma rimane coerente con sé stessa. In un’epoca in cui la sperimentazione e la contaminazione diventano la linfa di nuove visioni, la tecnologia non è solo il motore del futuro, ma anche quell’unica cosa destinata a permeare le attività di tutte le persone, un elemento che non conosce confini.
Dove: Porta Venezia
#2 Artemest: terza edizione de “L’appartamento by Artemest”
artemest 2025
La mostra celebra il fascino senza tempo dell’artigianato e del design italiano attraverso la lente di talenti del design di fama mondiale, all’interno di un palazzo che è un capolavoro architettonico del XIX secolo. All’interno, gli studi di interior design di fama internazionale – 1508 London, Champalimaud Design, Meyer Davis, Nebras Aljoaib, Romanek Design Studio e Simone Haag – trasformeranno ciascuno una stanza distinta, mostrando una straordinaria selezione di mobili, illuminazione, decorazioni per la casa e arte di oltre 180 artigiani, marchi e artisti di Artemest. Insieme, creeranno spazi che esemplificano la bellezza, l’unicità e la creatività dell’artigianato e del design italiano.
Dove: all’interno di Palazzo Donizzetti in via Gaetano Donizzetti 48
#3 Alcova Milano
fuorisalone.it – Alcova 2025
Giunto alla sua nona edizione, l’evento conferma la sua espansione fuori provincia, continuando ad essere una piattaforma fondamentale per designer, aziende, istituzioni e ricercatori che esplorano il futuro del vivere e del fare. Il progetto si impegna a trasformare siti abbandonati, dimenticati o inaccessibili in veri e propri hub creativi, offrendo uno spazio fertile per la sperimentazione. Questi scenari post-industriali aggiungono una narrazione stratificata, dove la natura ha iniziato a riappropriarsi dello spazio. Grazie a questa missione unica, Alcova è diventata rapidamente uno degli eventi più visitati e discussi nel panorama globale del design, attirando ogni anno oltre 90.000 visitatori.
Dove: a Varedo, all’interno di quattro location straordinarie (Villa Borsani, Villa Bagatti Valsecchi, l’ex Fabbrica SNIA e le Serre di Pasino)
#4 La prima notte di quiete di Dimore Milano e Loro Piana
emilianosalci IG – La prima notte di quiete di Dimore Milano e Loro Piana
Loro Piana e Dimoremilano presentano un’installazione immersiva e immaginaria che esplora il confine tra realtà e suggestione cinematografica. Una casa di grande eleganza, arredata con pezzi disegnati per Loro Piana da Dimoremilano, arredi Dimoremilano vestiti con i tessuti della maison e oggetti vintage e d’arte. Uno spazio di quiete e bellezza che accoglie, protegge e affascina.
Dove: nel cortile della Seta, in via della Moscova 33.
#5 Bamboo encounters
Bamboo encounters
È una mostra che celebra l’eredità del bambù nella storia del design e nell’identità della maison. Organizzata da Gucci e ambientata nella splendida cornice dei Chiostri di San Simpliciano di Milano, risalenti al XVI secolo, il suo fondatore Ippolito Pestellini Laparelli, si è ispirato all’uso pionieristico del bambù. Partendo da questa importante eredità, la mostra presenta sette nuovi progetti unici realizzati da designer contemporanei rappresentativi di geografie e generazioni diverse, chiamati a reimmaginare e ricontestualizzare questo materiale emblematico in modi audaci e inaspettati.
Dove: all’interno dei Chiostri di San Simpliciano in Piazza Paolo VI
#6 The Chrysalis Knows The River’s Song
The Chrysalis Knows The River’s Song
Ispirata al momento di silenzio e allo sforzo poetico prima del volo, l’installazione interattiva pensata da Sara Ricciardi Studio è realizzata grazie ai preziosi ricami di Antica Fabbrica Passamanerie Massia Vittorio 1843. Invita il corpo ad ascoltare, a muoversi, a diventare parte della metamorfosi. «Quello che per il bruco è la fine del mondo, il mondo chiama una farfalla»: la crisalide è una soglia di cambiamento, vibrante con la promessa del volo. Sembra un bozzolo di seta, eppure, al suo interno, c’è il flusso di una vita che spinge a rinascere, una gestazione che contiene il flusso della vita. Le persone saranno in grado di stare all’interno di questa clessidra sonora, un bagno di suono acquatico evolutivo.
Dove: via Olona 4
#7 CasaOrnella Milano – Mediterranea, Andamento Lento
CasaOrnella Milano – Mediterranea, Andamento Lento
Torna alla Milano Design Week con Mediterranea – Andamento Lento, un’esperienza fluida e sensoriale dell’abitare. Curato da Maria Vittoria Paggini, il progetto ribalta la gerarchia domestica ponendo al centro bagno e cucina, che diventano protagonisti di un nuovo modo di vivere la casa. Qui, il design non si osserva, si attraversa, mentre il ritmo quotidiano rallenta, lasciando spazio a una dimensione più intima e dilatata. Una tappa fissa per visitare le meraviglie di questa show-house
Dove: via Conca del Naviglio
#8 Naturalia
Naturalia
È una celebrazione della bellezza della natura attraverso un’esperienza immersiva: i visitatori si troveranno immersi in un’atmosfera incantata, dove i confini tra il mondo naturale e l’artigianalità sfumano tra di loro. Una mostra a cura di Buccellati Milan, con concept creativo e produzione di Naturalia affidati a Balich Wonder Studio. Il pubblico viene guidato in tre diversi reami: la foresta, la montagna, e il mare. A BWS si è affiancato lo Studio Mary Lennox: uno studio creativo specializzato in allestimenti botanici, che ha armonizzato gli interventi digitali con magnifiche installazioni botaniche, creando un vero e proprio viaggio sensoriale.
Dove: piazza Tomasi di Lampedusa
#9 Hiro – Bentornati a casa
Hiro – Bentornati a casa
Installazione che propone una vera e propria casa arredata con l’esclusivo stile e design di Hiro. Per il secondo anno consecutivo, Hiro torna alla Milano Design Week con un’installazione immersiva che trasforma lo spazio espositivo in una vera casa pop-up. Ognuna delle 5 stanze è arredata con i prodotti della collezione, creando un ambiente accogliente e familiare, in cui design e funzionalità si incontrano per raccontare il concept del brand. Durante l’evento, è prevista l’esposizione dei tre progetti finalisti della ‘Call for Ideas’ dedicata alla reinterpretazione della mensola in chiave iconica, selezionati tra oltre 200 proposte di designer nazionali e internazionali. I visitatori potranno votare il loro preferito sia online che in loco.
Dove: via Varese 8
#10 Do something, change everything
tenoha IG – Ikea
IKEA torna al Fuorisalone con una doppia esposizione in zona Porta Genova, esplorando come il Design Democratico possa generare un impatto duraturo nella vita quotidiana. L’evento si articola in due spazi distinti: il debutto di una collezione speciale che unisce innovazione e tradizione e la mostra “Do something. Change everything”. Questa mostra è progettata da Midori Hasuike e Emerzon ed invita a riflettere sul potere trasformativo delle scelte quotidiane. L’esposizione racconta come qualità, sostenibilità e accessibilità siano i pilastri del cambiamento, dimostrando che anche le decisioni più piccole possono contribuire a un futuro migliore.
Dove: Via Vigevano 18
#11 Mosca Partners Variations
Mosca Partners Variations
Presenta la sua mostra a tema migrazioni a Palazzo Litta. L’attenzione al riutilizzo intelligente dei materiali da costruzione e all’economia circolare è al centro del progetto di allestimento firmato da Park Associati, in cui per l’isolamento termico e acustico vengono utilizzati mattoni di canapa assorbenti forniti da Biomat. Al fine di enfatizzare la necessità di un’architettura etica responsabile e a basso impatto, il progetto “Hemp Scape” è un’opportunità per mettere in luce problemi di estrazione urbana e materiali a base biologica che il team di ricerca Park Plus ha inseguendo da anni.
Dove: corso Magenta 24
#12 GROHE
GROHE
L’azienda prepara un’installazione suggestiva nel Garden Senato. Vengono esposti i prodotti sia come elementi funzionali che opere artigianali, esplorando la connessione tra uomo, acqua e ambiente. Progettata dal Brand Identity Team di LIXIL, l’installazione Aqua Gallery testimonia l’impegno del brand per la sostenibilità e l’innovazione, dove design e responsabilità ecologica coesistono in perfetta armonia, per vivere ‘l’Acqua come pura gioia’.
Dove: via Senato, 14
#13 Nonostante Marras
scattidigusto.it – Nonostante Marras
Come ogni anno la meraviglia riempie i cortili e gli spazi di Nonostante Marras in collaborazione con “Ristorante Famiglia Rana”. Per il settimo anno il Fuorisalone è la cornice ideale per i piatti del ristorante Famiglia Rana. Ancora una volta all’interno dello showroom NonostanteMarras, si incontrano bellezza, gusto e creatività per dare vita ad un’esperienza multisensoriale. Da un lato, l’ospite Antonio Marras, designer e artista estroso e poliedrico. Dall’altro, le creazioni culinarie dello chef Francesco Sodano, una Stella Michelin al Ristorante Famiglia Rana di Vallese di Oppeano, nella campagna Veronese. Per certi versi anche lui artista, a indicare quella qualità di ristorazione che unisce, appunto, estro, gusto e creatività.
Fino al 21 aprile, per tutta la durata della Milano Design Week sarà possibile fare colazione, pranzare (45 euro), cenare (130 euro), o anche gustare un cocktail nel temporary shop. Lo spazio di Antonio Marras è in parte un salotto sotto le stelle nel giardino impreziosito dal glicine, arredato con eleganti tavolini e una romantica illuminazione.
Dove: via Cola di Rienzo, 8
#14 Aria – a medium for connection
Concept image by Studiopepe_Aria_Archiproducts Milano
A medium for connection, il nuovo progetto d’interior curato da “Studio Pepe” è ispirato all’elemento etereo dell’aria, ‘Aria’ trasforma gli spazi in ambienti dinamici e sensoriali, dove luce e materia interagiscono creando percezioni mutevoli. Materiali iridescenti, sfumature pastello e riflessi dinamici trasformano l’ambiente in un viaggio multisensoriale, rivelando come l’interazione tra forma e luce possa creare relazioni invisibili tra spazio, persone e percezioni.
Dove: in via Tortona 31, casa di Archi Products Milano
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Ed è anche la prima tra quelle che non sono capitali. Vediamo la graduatoria completa.
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Milano è tra le 5 aree metropolitane più ricche d’Europa
# Le regioni metropolitane secondo l’Eurostat
By Eurostat (year), Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=161397320 – Regioni metropolitane europee
Le regioni metropolitane sono aree geografiche che si distinguono per un’alta concentrazione di popolazione e attività economica. Sono definite come quelle che ospitano almeno il 50% dei residenti in un’area urbana con una popolazione superiore a 250.000 abitanti. Queste regioni si caratterizzano per una forte interconnessione tra la città principale e i suoi dintorni, creando un ambiente dinamico per il business, la cultura e l’innovazione.
# La classifica per ricchezza secondo Eurostat
jpnanterre – pixabay – Scorcio di Parigi
Da quando è diventata ufficiale la Brexit, è diventata Parigi la regione metropolitana con il PIL più alto nella Uesecondo la classifica stilata da Eurostat nel 2021, con 758 miliardi di euro. Osservando i dati relativi a tutte le città del Vecchio Continente, è Londra a guardare tutti dall’alto con poco più di 900 miliardi di euro.In terza posizione troviamo Madrid, con sensibile distacco, a poco meno di 238 miliardi di euro. E Milano?
# Milano al quinto posto in Europa, quarta in Unione Europa e la prima tra le città non capitali
Regioni metropolitane più ricche d’Europa
Scorrendo la classifica delle città europee più ricche vediamo Dublino occupare la quarta piazza, terza in Unione Europea, con circa 230 miliardi di PIL. Segue a ruota Milano in quinta posizione, con 228 miliardi di euro, la prima tra le città non capitali in graduatoria. Tra i 220 e i 200 miliardi ci sono nell’ordine Berlino, Monaco di Baviera e Amsterdam. Al nono e decimo posto troviamo rispettivamente Bruxelles e Amburgo con 182 e 180 miliardi di euro. Fuori dalla top ten Barcellona, Stoccolma e la seconda città italiana in classifica, Roma, in 13esima posizione con 163 miliardi di euro. Chiude Francoforte, la “capitale” economica della Germania, la Nazione più rappresentata con quattro città.
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Ecco 7 curiosità che forse non conoscete sulla prima linea milanese.
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M1: 7 curiosità che forse non sai sulla metro rossa
#1 La linea rossa o M1 è stata la prima metropolitana inaugurata a Milano: ma non è la prima in Italia
La linea rossa o M1 è stata la prima metropolitana realizzata a Milano, e questo è noto a tutti, ma forse non tutti sanno che non è stata la prima in Italia, aperta invece nella capitale. La prima carrozza della linea rossa fu fatta entrare in galleria nel 1962 tramite uno scivolo provvisorio davanti al Castello Sforzesco, l’inaugurazione è invece avvenuta due anni dopo il 1° novembrenel 1964.
#2 La linea con più fermate: 38 e altre 5 sono in arrivo
Credits: wikipedia.org – Schema M1
La M1 collega oggi la città da nord-est, con capolinea a Sesto 1º Maggio FS nel Comune di Sesto San Giovanni ad ovest, dividendosi in due diramazioni: quella verso nord-ovest con capolinea a Rho Fieramilano nel Comune di Rho e quella verso sud-ovest con capolinea a Bisceglie nel comune di Milano. La sua estensione arriva a 27 km, seconda solo alla M2, ma per numero di stazioni batte tutte le altre linee, sono infatti 38 complessivamente. Un numero destinato ad aumentare tra il 2023 e il 2030visti i prolungamenti in realizzazione: verso nord con l’aggiunta delle 2 fermate di Sesto Restellone e Monza-Bettola o Cinisello-Monza, verso ovest con le 3 fermate di Valsesia, Baggio e Quartiere Olmi, portando il totale a 43.
Essendo la linea rossa la prima ad essere realizzata in città è anche la meno profonda di tutto il sistema di metropolitane. Infatti per realizzarla si è utilizzato il “Modello Milano” dello scavo a cielo aperto, con una profondità media tra i 7 e i 10 metri. L’eccezione è la stazione di Pero che scende al piano banchina fino a 15 metri.
#4 Il suo design è stato copiato dalla metro di New York
Credits: medium Atm – Design M1 al Museo italiano del design di Milano
Sono due gli elementi distintivi di design presenti sulla linea Rossa, la cui segnaletica e allestimento sono stati progettati all’inizio degli anni ’60 dal designer Bob Noorda e dallo studio di architettura Albini. Il corrimano chiamato Filo d’Arianna di Franco Albini, con la caratteristica doppia curva finale funzionale sia come corrimano sia come partizione degli spazi. Il design della grafica coordinata di Noorda che riguarda la progettazione integrata della segnaletica e dell’allestimento visivo della M1: un’opera rimasta nella storia e famosa a livello internazionale, è stata ripresa da moltissime altre metropolitane di tutto il mondo tra cui quella di New York ed è diventata simbolo della metropolitana di Milano. Nel 1964 l’opera di comunicazione visiva del designer olandese naturalizzato italiano è stata anche premiata con il premio Compasso d’oro.
#5 La stazione Amendola è tutelata come bene architettonico dalla Soprintendenza
La stazione di Amendola-Fiera, con il primo logo della metropolitana, le grafiche originali con lo stile Noorda e la pavimentazione Pirelli è quella che più di tutte richiama il classico design di tutta la linea. Oltre a questo nella fermata Amendola sulla M1 venne costruito un ampio mezzanino con copertura trasparente per consentire il deflusso delle folle di visitatori diretti alla fiera e che ha contribuito a ottenere la qualifica di bene architettonico tutelato dalla Soprintendenza.
La stazione di Sesto Marelli fu il primo capolinea a nord della prima tratta della linea M1 da Marelli a Lotto quando inaugurò nel 1964. Il 26 aprile 1982 un militante del “Movimento rivoluzionario proletario offensivo” commise un attentato incendiario all’interno della stazione distruggendola in gran parte, fortunatamente senza vittime. Nei cinque mesi necessari alla sua ricostruzione e ristrutturazione fu Villa San Giovanni il capolinea provvisorio.
#7 La stazione di Sesto 1° Maggio Fs è stata l’unica stazione tra le linee tradizionali ad avere le barriere anti-suicidio
Treno in sosta alla stazione di Sesto 1º Maggio FS della linea M1 della metropolitana di Milano.
Nessuna delle tre linee tradizionali milanesi, la rossa, la verde e la gialla, ha barriere anti-suicidio che si aprono solo quando i treni si fermano sulla banchina, ma solo le nuove linee driverless M5 e la futura M4. L’unica eccezione per qualche anno è stata la stazione Sesto 1° Maggio FS. La sperimentazione è iniziata nel 2012 per tentare di capire se fosse possibile implementare queste protezioni anche su una linea che in origine non le prevedeva. Nel 2019Atm ha individuato il sistema di apertura delle barriere tra le cause dei falsi allarmi e delle conseguenti frenate d’emergenza sulla linea M1, con diversi feriti, e le ha quindi smantellate.
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Tra le vie della Fondazione Prada c’è la “Haunted House”: l’edificio d’oro che spicca più di tutti. Ma come è stato fatto e perchè è stato costruito così?
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Il palazzo d’oro di Milano
# Il progetto
Credit: @jd_etienne
Il progetto dell’edificio è dello studio di architettura OMA, con a capo Rem Koolhaas, un architetto e urbanista olandese di fama internazionale, da anni collaboratore di Fondazione Prada.
Questa storia inizia nei primi anni del 1900 quando questo edificio non era che una distilleria. Una volta impreziosita e con l’integrazione di nuove costruzioni, l’edificio raggiunge un’ampiezza di 19mila metri quadrati.
Di questi, 11mila saranno utilizzati per le attività espositive, con uno spazio per le mostre temporanee e un’area per la collezione permanente d’arte contemporanea Prada.
Il resto è dedicato a un’area didattica dedicata ai bambini, sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d’architecture de Versailles.
E infine non può mancare un bar ideato dal regista Wes Anderson in stile ‘Vecchia Milano’.
# Un edificio ricoperto di foglie d’oro
Credit: @mett_in_milan
Quella di utilizzare le foglie d’oro è ormai una moda a Milano, qualsiasi cosa può essere infatti ricoperta di questi piccoli pezzetti scintillanti: il cibo, le maschere per il viso, persino gli smalti. Ma un palazzo intero non sarà un po’ esagerato?
“The Haunted House” spicca tra tutti gli edifici della Fondazione e il motivo è evidente: è ricoperta interamente di foglie d’oro.
La superficie dell’edificio è stata infatti interamente rivestita con oro battuto da Giusto Manetti Battiloro, 200.000 sono le foglie d’oro utilizzate e il risultato è pazzesco: la luce del rivestimento crea un contrasto molto forte con il contesto industriale in cui è inserito.
# La tecnica del “battiloro”
Credit: mode.newgo.it
L’utilizzo delle foglie d’oro è ormai un processo molto famoso ma come si realizza?
La foglia d’oro è oro martellato in fogli sottili con la tecnica del “battiloro”. L’oro è famoso per essere indistruttibile e malleabile e proprio per questo può essere applicato su quasi tutte le superfici, producendo un rivestimento dorato e lucente capace di rendere prezioso ogni cosa su cui si appoggia.
La foglia d’oro più comunemente usata è realizzata in oro giallo 22 carati.
# “Per valorizzare la ricchezza di questa parte poco conosciuta di Milano”
Credit: fondazioneprada.org
Quello di creare un edificio completamente rivestito d’oro può sembrare un’ostentazione ma l’architetto Koolhaas ha la risposta.
“L’oro che riveste la torre è un segnale, un modo per far capire la ricchezza di questa parte poco conosciuta della città, un ulteriore invito al confronto. La filosofia alla base di questa Fondazione è che non ci devono essere più opposti, che è giusto scegliere la via di convivenza pacifica tra gli estremi.” Sono le sue parole al Corriere della Sera.
E così questa trasformazione forse un po’ esagerata si fa portatrice di un grande messaggio: valorizzare ciò che c’era prima per renderlo, oggi, più ricco.
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