Figura poliedrica , da oltre dieci anni si dedica alla scrittura e al giornalismo. Ma è nell’ultimo anno che ha preso il volo diventando una figura di riferimento sui social, anche grazie alle critiche graffianti contro le politiche su mobilità e ambiente dell’attuale primo cittadino di Milano. Secondo un nostro sondaggio, risulta tra i preferiti dai milanesi come candidato per il centro destra.
E se il candidato sindaco della destra fosse «il Parods»?
# Le critiche alla Milano ecopatinata di Sala
Parodi e il Naftone
Roberto Parodi, che sui social è noto come “Il Parods”, è una figura poliedrica: ingegnere meccanico, ex dirigente bancario, giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Nato in quel di Alessandria nel 1963, è Laureato al Politecnico di Torino e ha lavorato per importanti istituti finanziari internazionali prima di dedicarsi completamente alla scrittura e al giornalismo. Fratello maggiore delle celebri Cristina e Benedetta, è stato direttore della rivista “Riders” e ha condotto programmi come “Born To Ride” su Mediaset e “Diario della Motocicletta” su Rai 2, condividendo la sua passione per i viaggi in moto. Negli ultimi tempi, però, ha raggiunto la popolarità grazie ai suoi video graffianti sui social. In particolare quelli in cui ha preso posizioni fortemente critiche nei confronti dell’amministrazione di Beppe Sala. Vediamo le più note.
Partiamo dall’ultima invettiva, il suo disappunto per la ZTL permanente nel Quadrilatero della Moda. In un video virale, ha definito la misura “l’ultima cazzata di Sala“, criticando la decisione di bloccare l’accesso al centro 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche per veicoli elettrici, ibridi e moto. Secondo Parodi, questa scelta penalizza il commercio di lusso, trasformando il centro in una zona inaccessibile e deserta.
# «Hanno scatenato una guerra contro le auto»: l’ossessione per le ciclabili
Anche le nuove piste ciclabili, in particolare quelle di corso Buenos Aires e corso Venezia, sono state bersaglio delle sue critiche. Ha denunciato la presenza di cordoli alti 17 centimetri che impediscono il parcheggio e la consegna delle merci, definendo queste infrastrutture “provvedimenti vessatori e persecutori” che alimentano una guerra tra automobilisti e ciclisti.
# «Misure che colpiscono i più deboli»: Area C e Area B
Parodi ha stroncato l’estensione dell’Area C e dell’Area B, evidenziando come queste misure penalizzino soprattutto le fasce sociali meno abbienti. Ha denunciato l’aumento dei costi per l’accesso al centro e l’impossibilità di raggiungere gli ospedali situati in queste zone senza incorrere in sanzioni.
# «Una misura punitiva e senza senso»: il blocco delle moto Euro 0 e 1
Si è schierato poi contro il blocco delle moto Euro 0 e 1 previsto per ottobre 2025 nell’Area B di Milano. Ha partecipato a manifestazioni e promosso un referendum per difendere il diritto alla mobilità, sottolineando come queste moto, sebbene datate, siano meno inquinanti delle auto moderne e rappresentino un mezzo di trasporto accessibile per molti cittadini.
# «Ridicolo il limite di 30 km/h»: la città al rallentatore
Ha inoltre definito “ridicolo” il limite di velocità di 30 km/h imposto in città, sostenendo che sarebbe più utile piantare alberi piuttosto che introdurre misure difficili da rispettare. Forte critiche anche sull’aumento dei parcheggi a pagamento e la riduzione di quelli riservati ai residenti, sostenendo che tali misure sembrano più orientate a generare entrate che a migliorare la qualità dell’aria.
# «Sala è green come i verdoni di Paperon de’ Paperoni»: l’ipocrisia per le politiche green
Sul tema del verde urbano, Parodi ha lanciato accuse all’amministrazione comunale per l’abbattimento degli alberi in città. In un video ironico, ha dichiarato che Sala è “green come i verdoni di Paperon de’ Paperoni”, criticando la mancanza di sensibilità ambientale e promuovendo iniziative come la piantumazione di alberi attraverso il progetto-guerrilla “Gli alberi del Naftone”. Con le sue posizioni forti e la sua capacità di mobilitare l’opinione pubblica, Roberto Parodi potrebbe rappresentare una figura di spicco per la destra milanese? Una cosa è sicura: nessun politico è capace di usare i social come fa lui.
1849. Dopo il trionfo a Novara contro l’armata dei piemontesi, Radetzky ferma. Che cosa sarebbe successo se fosse andato fino in fondo, radendo al suolo Torino ed eliminando il Piemonte dallo scacchiere internazionale? A quel punto, come sarebbe Milano se fosse rimasta nell’orbita di Vienna fino ai giorni nostri?
Se Radetzky avesse marciato su Torino: come sarebbe Milano rimasta «viennese»?
# Milano sarebbe ai vertici delle classifica sulla qualità della vita
Possiamo dirlo senza presunzione: Milano ne avrebbe guadagnato. Con Torino rasa al suolo degli austriaci e il Piemonte ridimensionato a periferia dell’Impero, per Milano le cose sarebbero andate molto diversamente. Sarebbe stata risparmiata da devastazioni, sventramenti, bombardamenti e avrebbe conservato un aspetto più raffinato e ordinato. Anche perché restare nell’orbita di Vienna avrebbe dato molti vantaggi rispetto a gravitare attorno a Torino. Invece della cupa città sabauda, Vienna avrebbe impresso ben altra spinta a Milano, rendendola più verde, moderna, efficiente. Milano sarebbe come la capitale austriaca, una metropoli mitteleuropea ai vertici di tutte le classifiche sulla qualità della vita. Mentre Torino è ben altra cosa.
# Milano avrebbe preservato la sua identità e la sua mentalità
Come non sottolineare poi che con l’ annessione al Piemonte iniziò un sistema clientelare di stampo mafioso che ancor oggi ammorba l’intera società milanese, specie quella che più vive parassitando il settore pubblico. Anche se l’Impero austro-ungarico si sarebbe comunque dissolto, farne parte fino alla fine avrebbe permesso a Milano di mantenere viva la sua identità, le sue peculiarità. In un impero dove convivevano cechi, ungheresi, tedeschi, croati, il dialetto milanese avrebbe potuto sopravvivere, senza essere soffocato dal centralismo toscano. Un vero peccato: stiamo perdendo la lingua del Maggi e del Porta.
# Si sarebbero tenuti aperti i Navigli ed evitato le brutture architettoniche del Dopoguerra
Sotto l’Austria, Milano ha conosciuto uno dei suoi periodi di massimo sviluppo e prosperità. Il retaggio di quell’epoca ha lasciato tracce profonde nell’architettura, nell’urbanistica, nella cultura civile. Con l’Austria ci saremmo evitati le devastazioni sabaude e fasciste, gli sventramenti urbanistici e l’impronta ideologica. Avremmo conservato i Navigli, evitato il razionalismo, i bombardamenti angloamericani e, forse, anche le migrazioni di massa che hanno cambiato volto e struttura sociale della città.
# Carlo Cattaneo aveva capito tutto…
In una Milano asburgica, il pazzo pelato probabilmente sarebbe rimasto disoccupato. Benito Mussolini difficilmente avrebbe trovato terreno fertile in un ambiente così austero e cosmopolita. Magari non sarebbe mai nemmeno venuto a Milano, preferendo Roma o Napoli, realtà decisamente più caotiche. Non ci sarebbe stato probabilmente spazio per il giornale dei Savoia e degli Agnelli. Al posto del Corriere della Sera, avremmo letto qualcosa più simile alla Neue Freie Presse viennese, sobria, colta indipendente.
Certo, ci furono le Cinque Giornate, ma quanti milanesi poi si pentirono di avervi partecipato? Carlo Cattaneo, tra i principali ideatori e organizzatori dei moti, preferì l’esilio a Lugano piuttosto che giurare fedeltà ai “Savoiardi”.
# La politica milanese prigioniera di ideologie autosabotanti e del centralismo romano
Infine, un ultimo pensiero va alla politica. A Vienna, la sinistra governa da oltre un secolo con pragmatismo, efficienza. Una sinistra concreta, che porta avanti politiche abitative e ambientali avanzate. Niente fiumi di parole, ma risultati: trasporti perfetti, servizi pubblici accessibili, città a misura d’uomo, pulizia impeccabile, strade sicure. A Milano, purtroppo, la sinistra si è rivelata prigioniera di ideologie autosabotanti e del centralismo romano.
Il fotografo più famoso di Milano, Andrea Cherchi, ci porta alla scoperta dei dieci dettagli più curiosi che si possono trovare nel centro città e che forse pochi conoscono. Questa la sua top ten.
I 10 dettagli più curiosi del centro di Milano
#10 La targa per Monsignor Ballerini, l’arcivescovo di Milano mai entrato in sede
Andrea Cherchi – Targa Monsignor Ballerini
In decima posizione Andrea Cherchi mette un targa in via Cantù, posta in memoria di Monsignor Carlo Ballerini.Fu nominato arcivescovo di Milano, ma a causa delle complesse vicende politiche legate all’unità d’Italia non mise mai piede nella sua sede episcopale.
#9 I fossili della Galleria
Andrea Cherchi – Fossili in Galleria Vittorio Emanuele
Nel pavimento della Galleria Vittorio Emanuele II, tra le geometrie e i marmi, si notano strane forme simili a conchiglie. In realtà si tratta di veri e propri fossili inglobati nei blocchi di pietra.
#8 Il gatto nascosto di corso Monforte
Credits Andrea Cherchi – Gatto nero Corso Monforte
All’ottavo posto, una piccola figura di gatto in ferro che si nasconde dietro una grata in corso Monforte. Accanto, un tempo, c’era anche un topo, misteriosamente scomparso.
#7 Il volto del leone di San Babila
Andrea Cherchi – Volto leone San Babila
A pochi metri dalla chiesa di San Babila, in cima a una colonna, c’è una scultura di leone di cui nessuno può vedere il volto perchè troppo in alto. Andrea Cherchi ce lo mostra da vicino.
#6 La targa di Giovanni D’Anzi, autore di “O mia bela Madunina”
Andrea Cherchi – Targa Giovanni d’Anzi
All’ingresso della Galleria del Corso, una targa omaggia Giovanni D’Anzi, autore di “O mia bela Madunina”, l’inno popolare di Milano. Una canzone che ha resistito al tempo, come questa targa discreta tra la folla del centro, affissa al muro da 35 anni e che passa inosservata alla maggior parte dei milanesi.
#5 L’agnello in via dell’Agnello
Andrea Cherchi – Agnello di via Agnello
Al civico 19 di via dell’Agnello, sopra un portone, c’è proprio un agnello scolpito. È il simbolo che ha dato il nome alla via, una curiosità araldica che testimonia quanto i toponimi di Milano siano spesso narrativi e figurativi.
#4 Manzoni che legge Virgilio in piazza San Fedele
Andrea Cherchi – Manzoni legge Virgilio
La statua di Alessandro Manzoni in piazza San Fedele lo ritrae con un libro tra le mani. Ma non è un suo romanzo: è un’opera di Virgilio. Un dettaglio che racconta l’ammirazione dell’autore dei Promessi Sposi per i grandi classici latini.
#3 La calunnia sbranata in via degli Omenoni
Andrea Cherchi – Calunnia sbranata dai leoni
Arriviamo al terzo gradino del podio. In via degli Omenoni, oltre alle imponenti sculture che danno il nome alla via, c’è un dettaglio feroce: una rappresentazione allegorica della calunnia, sbranata da due leoni, che allude al casato dei proprietari.
#2 La lettera “A” di Armani e di Alemagna
Credits Andrea Cherchi – Sede Giorgio Armani Spa
In via Manzoni sorge l’Armani Hotel. Ma se lo si osserva dall’alto, la struttura architettonica forma la sigla “A”. Oltre a rappresentare il polo del lusso di Armani, che alla struttura alberghiera affianca store e ristoranti, richiama anche la storica presenza della pasticceria Alemagna, che aprì proprio in quella via nel 1949 con ben diciannove vetrine sfavillanti e zeppe di prodotti dolciari.
#1 La casa con i Lego in via Borgospesso
Andrea Cherchi – Muro ingresso realizzato con i lego
Al primo posto, una vera chicca d’arte urbana: in via Borgospesso 18, l’ingresso di una casa è stato restaurato con veri mattoncini Lego. È un’opera dell’artista Jan Vormann, che porta colore e sorpresa nel pieno del Quadrilatero della Moda.
aeroportilombardi.it - Vista esterna cantiere Malpensa
A meno di un anno dalle Olimpiadi invernali, il Terminal 1 si trasforma per accogliere viaggiatori da tutto il mondo. Tra cantieri, nuovi materiali e tecnologie sostenibili, prende forma un hub aeroportuale moderno e funzionale. Sarà il primo passo per la rinascita estetica dello scalo intercontinentale di Milano?
Il nuovo look olimpico di Malpensa: il restyling per i giochi
# Restyling e nuovi investimenti per accogliere il mondo a Milano-Cortina 2026
aeroportilombardi.it - Rendering Malpensa
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aeroportilombardi.it - Rendering interni Malpensa
aeroportilombardi.it - Rendering esterni Malpensa
A meno di un anno dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, l’aeroporto di Malpensa si trasforma per presentarsi all’appuntamento internazionale con un volto rinnovato. Il Terminal 1 è al centro di un ambizioso progetto di restyling che mira ad aggiornare l’estetica. Ma non solo: serve anche a migliorare la funzionalità e l’esperienza dei passeggeri. Dopo l’ultimo profondo intervento in occasione di Expo 2015, lo scalo si prepara oggi a voltare pagina con un nuovo layout pensato per valorizzare ogni dettaglio architettonico e operativo.
Le modifiche riguardano sia gli interni che gli esterni, con particolare attenzione alla sostenibilità, alla tecnologia e all’accoglienza. I rendering installati nei pressi delle aree di cantiere offrono una prima idea del risultato finale: un terminal sobrio, elegante, contemporaneo, in cui vetro, acciaio e luce dialogano armoniosamente.
# Rivestimenti più moderni e luminosi, inserimento di piante ed elementi naturali
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aeroportilombardi.it - Altra vista cantiere esterno Malpensa
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aeroportilombardi.it - Altra vista cantiere esterna Malpensa
Chi ha transitato dal Terminal 1 durante le ultime vacanze pasquali ha potuto osservare direttamente il cambiamento in corso: colonne coperte da teli, isole pedonali temporaneamente rimosse, scale mobili e ascensori in manutenzione. L’aeroporto si presenta oggi come un grande cantiere a cielo aperto, simbolo del dinamismo che accompagna questa nuova fase di trasformazione. Uno degli interventi più visibili riguarda la sostituzione dei rivestimenti in granigliato nero del 1998, ormai obsoleti, con materiali più moderni e luminosi. A questo si aggiunge un rinnovato tocco di verde, con l’inserimento di piante e elementi naturali a migliorare l’impatto estetico e ambientale dell’ingresso principale. Un design aggiornato è previso anche per le pensiline di copertura esterne agli arrivi e alle partenze, così come per le ringhiere pedonali sul marciapiede, moduli di protezione con paletti metallici e corrimano orizzontale.
# Nuovi materiali e nuova luce anche all’interno
mxpairport.it - Interni Malpensa
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mxpairport.it - Nuove colonne interne a Malpensa
Anche gli spazi interni del Terminal 1 stanno vivendo un’importante riqualificazione. Le grandi colonne, simbolo strutturale del terminal, vengono rivestite con materiali lignei e decorazioni vegetali per creare un ambiente più caldo e accogliente. Particolare enfasi è stata data all’illuminazione: nuove luci LED, sia decorative che funzionali, sono stati pensati per rendere gli spazi più moderni e vivibili.
# Un investimento da oltre 30 milioni di euro
Il restyling rientra in un piano di investimenti da oltre 30 milioni di euro, annunciato da SEA, la società che gestisce gli aeroporti di Milano. Ma si tratta solo di una parte di una strategia più ampia. Tra i progetti già in corso, oltre al rifacimento del Terminal 1, figurano la creazione di una nuova area intermodale di sosta per l’interscambio gomma-ferro e lo sviluppo di una stazione di rifornimento a idrogeno per i bus destinati ai siti olimpici. Non mancano iniziative tecnologiche all’avanguardia, come la sperimentazione, in collaborazione con ATM, di navette a guida autonoma per collegare i terminal 1 e 2.
Un’altra area interessata dal rinnovamento è la “Porta di Milano”, al piano -1, dove è prevista un’installazione temporanea dedicata proprio ai giochi olimpici e paralimpici. Qui verranno posizionati i cinque cerchi olimpici e i tre agitos paralimpici, a sottolineare il ruolo simbolico dello scalo come porta d’ingresso ufficiale all’evento. Questo spazio, in passato utilizzato per installazioni artistiche, diventa oggi uno dei punti centrali della narrazione visiva dell’aeroporto, pensata per dare il benvenuto a milioni di viaggiatori.
# In arrivo anche l’ampliamento dell’area extra-Schengen
Oltre al restyling estetico, è già in fase avanzata la progettazione di un ampliamento del Terminal 1 in direzione extra-Schengen. Questo cantiere, la cui gara d’appalto sarà bandita nei prossimi mesi, durerà tra i due e i tre anni e rappresenta uno snodo fondamentale del Masterplan 2035. L’obiettivo è aumentare la capacità del terminal per accogliere voli intercontinentali di lungo raggio. Già oggi, SEA sta costruendo nuove piazzole per il parcheggio degli aeromobili, fondamentali per evitare colli di bottiglia operativi nei momenti di massima affluenza.
Il sogno di molti: trascorrere una notte nel deserto. Pochi sanno che si può fare senza uscire dall’Italia. Non solo: è il deserto naturale più grande di Europa.
Il “mini-Sahara”: il deserto naturale più grande d’Europa è in Italia
# Dune alte fino a 100 metri
Credits: girovagate.com
Il “mini-Sahara” si estende per 5 km quadrati nella Costa Verde, nella Sardegna del sud-ovest, in una località che prende il nome di “Dune di Piscinas”. Questo deserto è stato creato negli anni dal maestrale, che ha spostato la sabbia dal litorale all’interno, creando dune alte anche 100 metri ed in continua evoluzione. Il vento le disegna giorno dopo giorno, ora dopo ora.
# Le differenze con il Sahara
Ciò che lo differenzia dal Sahara originale, a parte la dimensione, è il fatto che in questo luogo, nonostante la sabbia sia ovunque, si trova della vegetazione, che ostinata risplende e cresce (la ginestra della Sardegna). Infatti si trovano i gigli marittimi, i ginepri, i papaveri della sabbia e i lentischi. Ma anche la fauna è diversa, dato che qui si possono trovare gruppi di cervi sardi, camaleonti, testuggini, pernici, lepri e, a giugno, le tartarughe marine la scelgono come spiaggia dove deporre le uova.
# Il deserto incontra il mare: la meta dei surfisti
Credits: meteoweb.eu
Il deserto si tuffa nel mare ed è attraversato da 2 fiumi, il Rio Naracauli e il Rio Piscinas. Quest’ultimo possiede un caratteristico colore rossastro poiché è alimentato da acque che passano nelle gallerie delle antiche miniere della zona.
Questo paradiso selvaggio, che si tuffa nel mare cristallino della Sardegna, è una meta di riferimento per i surfisti di tutta Europa e del mondo, che trovano qui onde lunghe ed alte. Si tratta di una meta importante anche per i sub, perché a largo della costa si trova un relitto di nave inglese. Ma il suo essere così selvaggia e poco popolata la rende la meta ideale anche per chi non ama la Sardegna troppo glamour e le spiagge troppo affollate, per godersi un panorama di incredibile bellezza, unico in Europa.
Un’oasi naturalistica “magica” che si attraversa camminando su una passerella sospesa. Scopriamo le caratteristiche che la rendono così speciale.
Milano-Parco Tassodi
Il bosco sommerso dalle acque a un’ora da Milano
# Un’oasi naturalistica “magica” sul Lago d’Iseo
franciacorta.wine – Parco dei Tassodi
Franciacorta, provincia di Brescia. In questo territorio famoso per la produzione di vini che portano il suo nome c’è un’oasi naturalistica “magica”: il Parco dei Taxodi o dei Tassodi. Si trova a Paratico, sul Lago d’Iseo, dove il fiume Oglio incontra il Sebino e precisamente nei pressi di un’area abbandonata, riqualificata nel rispetto del contesto ambientale, dove prima c’era l’ex stazione locale.
secc_car69 IG – Parco dei Tassodi
Le meraviglia di questo luogo è data un bosco immerso completamente nell’acqua, visitabile camminando su passerella rialzata in legno di 300 metri che ne segue il periplo.
# Un’area di 20.000 mq con alberi e piante acquatiche
lylli2004 IG – Parco dei Tassodi
Come dice il nome, il parco è composto prevalentemente dalla specie arborea Taxodium Distichum, conifera originaria dell’America settentrionale conosciuto come “Cipresso delle paludi”, capaci di vivere nell’acqua grazie alle estremità delle radici che emergono all’aria per catturare ossigeno.
franciacorta.wine – Airone cenerino
Si sviluppa su una superficie di 20.000 mq e ospita anche piante acquatiche, che forniscono riparo ad alcune specie di volatili come l’Airone Cenerino, oltre al pioppo nero e al salice bianco.
# Quando si può visitare
theyellowfox369 IG – Parco dei Tassodi
Il parco è aperto tutti i giorni dell’anno, l’accesso è gratuito ed è consentito anche ai cani portati al guinzaglio, da maggio a settembre dalle 8.00 alle 20.00 e da ottobre ad aprile dalle 9.00 alle 18.00. La visita dura circa mezz’ora e per chi volesse approfondire le caratteristiche del parco e del fiume all’interno è presente anche un “capanno” didattico dedicato alla proiezione di filmati a valenza scientifica e laboratori sperimentali organizzati da personale preparato.
Milano punta su un nuovo modello abitativo accessibile: 10.000 case in dieci anni su aree pubbliche trasformate in quartieri sostenibili. Si attende ora l’apertura delle buste per conoscere i nomi dei possibili soggetti attuatori.
Dall’ex Palasharp a Porto di Mare: 10.000 alloggi per 600 euro al mese
# Un piano straordinario per case a prezzi accessibili: 660 euro al mese per 100 mq
Il Comune di Milano ha messo in campo un piano ambizioso per fronteggiare l’emergenza abitativa: realizzare 10.000 nuovi alloggi a canone calmierato entro dieci anni. Il progetto prevede la cessione in diritto di superficie per 90 anni (a titolo gratuito o a valore simbolico) di circa 300.000 metri quadrati di aree comunali a soggetti privati e del terzo settore. L’obiettivo è offrire abitazioni con affitti non superiori agli 80 euro al metro quadrato all’anno, vale a dire circa 660 euro al mese per un appartamento di 100 mq. Le case saranno riservate a nuclei con redditi compresi tra i 1.500 e i 2.500 euro mensili, in linea con i criteri del Piano di Governo del Territorio. Rispetto ad altri bandi precedenti, come “Reinventing Home”, andato deserto, questa volta le prime risposte sono arrivate: alcuni operatori si sono fatti avanti e i dossier sono ora in fase di valutazione. Le otto aree coinvolte nei primi due avvisi esplorativi, sulle 21 totali, si estendono complessivamente per circa 233.000 mq, ma rappresentano solo una parte del piano complessivo.
# Dalle ceneri del Palasharp a un nuovo quartiere low cost
coordinamentotutelaparcoovest IG – Palasharp
Tra le aree protagoniste del piano figura l’ex Palasharp di Lampugnano, storico impianto sportivo dismesso dal 2011 e in origine destinato ad accogliere eventi delle Olimpiadi Invernali 2026, nello specifico le gare di hockey femminili. Il progetto per l’hockey è poi stato accantonato a causa degli elevati costi di ristrutturazione, aprendo la strada a una trasformazione residenziale. Su un’area di 18.000 metri quadrati sono previsti circa 300 appartamenti da 60 mq ciascuno in edilizia residenziale sociale calmierata. Il Palasharp è una delle quattro aree del primo avviso pubblico.
Secondo le prime indiscrezioni, sono arrivate manifestazioni di interesse da parte dei costruttori, che verranno valutate una a una dopo l’apertura delle buste, prevista dopo il 28 maggio 2025. Altre due aree sono: via San Romanello di 7.000 mq, già bonificata, e via Demostene di 5.000 mq, ex struttura universitaria. La quarta è Porto di Mare.
# Porto di Mare: una sfida urbanistica per il futuro dopo molti tentativi andati a vuoto
Comune di Milano.it – Area Porto di Mare
E poi c’è Porto di Mare, a sud-est della città: 144.000 metri quadrati, il lotto più grande tra quelli messi a disposizione. Qui sorgono oggi impianti sportivi e attività sparse, ma il passato è segnato da tentativi falliti di riqualificazione, come il progetto di una “Cittadella della Giustizia o quello di un nuovo quartiere con housing sociali e un villaggio dello sport. Si attende poi l’avvio dei lavori per la costruzione dell’Urban Park, dove sorgeva la discoteca Karma – Borgo del Tempo Perso, un centro composto da una piscina con anfiteatro urbano, aree eventi coperte e scoperte, un’accademie e molto altro. un’area eventi scoperta
La sfida è notevole: l’area richiede interventi strutturali, bonifiche e una visione coerente per non rimanere isolata. L’ex assessore alla Casa Guido Bardelli aveva già segnalato le criticità del sito. Oggi, sotto la guida dell’assessore al Demanio Emmanuel Conte, la speranza è di attrarre progetti concreti e innovativi. Il Comune punta a creare un quartiere sostenibile e con servizi, che rappresenti un nuovo paradigma di abitare a Milano. Il successo di questo progetto sarà decisivo per capire se il modello della “housing city” milanese potrà diventare realtà.
Solo chi ancora è rimasto indenne da qualche scippo e/o aggressione conserva un amore incondizionato per Milano, pronto a dissiparsi al primo evento traumatico.
La patina di iperstimolazione provocata dall’enorme quantità di offerte per distrarsi, copre e rimuove con maestria uno dei bisogni più importanti e ancestrali dell’essere umano: vivere tranquilli, in altre parole “in sicurezza”.
Ai ben più popolari stress, come il caro vita e lo smog, se ne stanno aggiungendo altri ancora poco misurabili, altrettanto importanti.
I tre nuovi tipi di stress a Milano
Malpensa Express – Terminal 1 – Andata (Foto: Andrea Urbano)
#1 Il panico da avvicinamento
Non farsi toccare e avvicinare fisicamente da nessuno anche per domande banali, i borseggiatori usano tecniche raffinate che si nutrono di ingenuità: pensiamo solo a che danno mostruoso porta questa diffidenza a livello sociale e interpersonale, costretti a vedere nello sconosciuto un potenziale nemico.
La risposta delle istituzioni: mandare dischi in cui ci avvertono che ci sono le borseggiatrici sui mezzi….se si sa che ci sono, perchè non vengono fermate?
#2 La paura del buio
A meno che non si metta in atto un fervido planning per il rientro: divisione costi di un taxi o altri servizi a pagamento, anche in orari in cui il servizio ATM è attivo, pernottamenti per chi ha da offrire un posto letto per permettere di non rientrare a casa da sole, cosa alquanto consigliata anche per i maschi.
La risposta delle istituzioni: si organizzano corsi di autodifesa per le donne…vi pare che dobbiamo trasformarci in Bruce Lee?
#3 La paura dei parchi
Si evita di sedersi su panchine e in molti giardini o parchi. In generale, si riduce il loro utilizzo per paura di aggressioni. La stragrande maggioranza ha spazi, “uffici dedicati” non certo alle più sane e belle convivialità.
La risposta delle istituzioni: presenza di vigili è totalmente assente e/o sporadica e comunque assolutamente inefficace anche fosse solo per la preservazione del decoro.
Praticamente si cerca di svuotare il mare con un cucchiaino: possibile che non si possa trasferire un po’ di sana tecnologia al servizio del territorio?
27 maggio 1508. A 56 anni muore a Loches, in Francia, Ludovico Maria Sforza detto il Moro, il più grande leader politico che Milano abbia mai avuto. Era nato a Vigevano il 27 luglio 1452. Dal 1480 al 1494 è stato reggente del Ducato di Milano, affiancando il nipote Gian Galeazzo. Il 22 ottobre 1494 il duca Gian Galeazzo morì in circostanze misteriose, forse in seguita a una congiura e gli succedette Ludovico, nonostante non ne avesse il diritto ereditario. Questo alimentò sospetti sul suo coinvolgimento nel delitto. Ludovico fu quindi duca di Milano dal 1494 al 1499, anno in cui Milano perse l’indipendenza e fu sottomessa ai francesi. Proprio in esilio in Francia Ludovico troverà la morte.
Ludovico Sforza, detto Il Moro. Forse l’ultimo grande statista milanese
Durante il suo governo, Milano raggiunse le vette del rinascimento e la sua corte divenne una delle più splendide d’Europa. Fu un mecenate straordinario: alla sua corte invitò Leonardo da Vinci e molti altri artisti che lasciarono un’impronta indelebile di quell’incredibile periodo storico. Negli anni del suo governo Milano venne abbellita da opere straordinarie tuttora visibili. Oltre a quelle di Leonardo, vennero realizzate la torre centrale del Castello Sforzesco, il chiostro di Sant’Ambrogio, il Lazzaretto e la cupola di Santa Maria delle Grazie.
Ludovico il moro visita Leonardo – olio su tela del Cherubino
Si avvicina il cambio di cadrega a Palazzo Marino. Il secondo e ultimo mandato di Beppe Sala sta declinando e all’orizzonte si vedono solo ombre sfumate e incomprensibili. Per capire chi potrebbe essere il prossimo sindaco di Milano lo abbiamo chiesto direttamente ai milanesi. Ci hanno risposto in trecento. Queste le nominations che sono risultate più menzionate e votate. Abbiamo dedicato anche un paragrafo alle caratteristiche che sono state indicate.
Il futuro sindaco di Milano? I 10 candidati dei milanesi
# Le nominations dei milanesi (in ordine crescente)
#10 Giovanni Storti
@giovanni.storti.ufficiale
#9 Massimo Giletti
Ph. @nostrum_roma IG
#8 Maurizio Lupi
#7 Pierfrancesco Majorino
(MILANO – 2023-01-09, Maria Parmigiani) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate
#6 Roberto Vecchioni
#5 Vittorio Feltri
#4 Roberto Vannacci
Ph. @gabrielcorasaniti IG
#3 Roberto Parodi
Ph. @il_parods IG
#2 Paolo Del Debbio
#1 Gabriele Albertini
Gabriele Albertini
# Le tre caratteristiche più votate del sindaco ideale
«Qualcuno che riporti la città al suo antico smalto e non all’indecoroso stato in cui versa attualmente» (Giovanni Bottelli)
«Uno che metta davanti a tutto noi cittadini facendola ritornare più sicura e più pulita.» (Stefania Pellegrini)
«Uno che sappia fare il sindaco proteggendo tutti i milanesi o meglio chi vive a Milano, dagli intrusi delinquenti» (Antonietta Pompa)
Una svolta per i collegamenti tra il sud e il cuore dell’Europa. Il conto alla rovescia è già iniziato: ecco quando è stato messo in calendario il primo viaggio.
Il primo viaggio diretto veloce Milano/Berlino: c’è la data
# Arrivato l’annuncio ufficiale
pixabay-wal_172619 – Berlino
L’ufficialità è arrivata con la registrazione del nuovo collegamento sul sito dell’Autorità di Regolamentazione Ferroviaria austriaca da part di ÖBB Personenverkehr AG. Il Frecciarossa 1000 si prepara a varcare un nuovo confine, portando l’Italia più vicina al cuore dell’Europa. Grazie alla cooperazione tra Trenitalia, le ferrovie austriache ÖBB e la tedesca Deutsche Bahn, è stato confermato il futuro collegamento diretto tra Milano e Berlino. Il servizio, parte della strategia europea di potenziamento dei treni veloci, si inserisce in un piano più ampio che punta a collegare l’Italia con Austria e Germania via Monaco. Si tratta di uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni nel panorama ferroviario europeo, con l’obiettivo di rivoluzionare la mobilità internazionale nel segno dell’alta velocità.
# La data del primo viaggio Milano-Berlino: 13 giugno 2027
Chatgpt – Frecciarossa Berlino
La data cerchiata in rosso è il 13 giugno 2027: è in quel giorno che previsto il debutto del primo treno EuroCity 1182/1183 da Milano in direzione Berlino. Ancora non sono stati comunicati gli orari. Le uniche informazioni riguardano il passaggio Brennero/Innsbruck attorno alle ore 17.14 e l’arrivo nella capitale tedesca alle 22.30. Nel 2032, con l’apertura del Tunnel di Base del Brennero, i tempi di viaggio si ridurranno di circa un’ora. Non sarà più necessario cambiare treno a Monaco o ricorrere all’aereo. Il treno attraverserà paesaggi alpini, città storiche e grandi snodi europei, sfruttando tutta la tecnologia del convoglio italiano, pensato per le lunghe distanze e l’efficienza energetica. Tra le fermate ci sono: Brescia, Verona, Trento, Bolzano, Innsbruck, Norimberga, Erfurt e Halle, Berlin Südkreuz .
# La futura espansione dei collegamenti ad alta velocità in Europa
Credits: napolidavivere.it – NH Napoli
Il lancio della tratta Milano-Berlino nel 2027 sarà seguito, nel dicembre dello stesso anno, dall’introduzione del collegamento Napoli-Monaco di Baviera (EC 1180/1181), ampliando ulteriormente la rete ad alta velocità italiana verso il nord Europa.Nel giugno 2028, è programmato invece l’avvio del servizio diretto Napoli-Berlino (EC 1184/1185), che diventerà uno dei più lunghi collegamenti ferroviari ad alta velocità in Europa.
C’era una volta un uomo che camminava sui chiodi, dormiva sui vetri e sputava fuoco come un drago metropolitano. No, non è una leggenda urbana, ma una storia vera. Questa è la storia di Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che tra gli anni ’80 e ’90 trasformò le piazze italiane in piccoli teatri incantati.
Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che conquistò l’Italia
Mustafa non era un artista “di passaggio”, era l’artista della piazza, quella vera, fatta di gente, marciapiedi, bambini incantati e vecchiette curiose. Arrivava, si sedeva, preparava il tappeto, un po’ di vetro qua, un po’ di chiodi là e poi via: fuoco, dolore, magia e applausi.
Non tutti apprezzavano quello show gratuito per le masse. A Milano, dove aveva casa in via Pompanazzi, che si trova nella zona periferica sud, Mustafa diventò famoso anche per un altro primato: un miliardo di lire in multe per occupazione del suolo pubblico.
Una cifra surreale, da record, questo perché ogni giorno arrivava una multa, ad ogni spettacolo corrispondeva un verbale, ma lui andava avanti: amava troppo la piazza per arrendersi. Anzi, c’era chi raccontava che se non arrivava la multa, Mustafa si preoccupava: “Vuoi vedere che oggi ho fatto uno spettacolo brutto?” diceva scherzando.
# Dalla strada alla TV
Alla fine, però, la pressione fu troppa anche per lui, tanto che quando le multe cominciarono a fargli davvero terra bruciata attorno, Mustafa Ibrahim lasciò la strada, ma non il pubblico. Il fachiro di Milano trovò una nuova arena: la televisione.
Negli anni ’90 fece capolino in vari programmi, soprattutto in quegli show che allora amavano dare spazio ai personaggi ‘strani ma veri’. Tra un talk-show del pomeriggio e qualche varietà notturno, mostrava i suoi numeri con lo stesso spirito di sempre: non per shockare, ma per emozionare. Perché Mustafa non era solo un mangiafuoco, era un poeta del dolore e un attore del marciapiede.
# Un fachiro con il cuore in Puglia
Quello che pochi sanno è che Mustafa Ibrahim non era solo un artista. Era anche un uomo colto, gentile, che parlava di spiritualità e filosofia orientale con sorprendente profondità. Nei suoi spettacoli, spesso inseriva piccoli racconti, massime su vita e morte, come a dire che il dolore non era solo fisico, ma anche esistenziale e riderne insieme era l’unico modo per esorcizzarlo.
Negli ultimi anni della sua vita tornò nella sua amata Puglia, terra d’origine, di sole e silenzi. Ma il ritorno non fu un trionfo, perché i riflettori si erano spenti e le telecamere non lo cercavano più. Morì in povertà, dimenticato da molti, ma non da chi l’aveva visto almeno una volta in piazza, perché chi lo vide, non se lo scordò più.
# Curiosità che (forse) non sapevi
associazioneilcantastorieonline.org – Mustafa
Pare che una volta abbia inghiottito una spada durante una manifestazione anarchica a Milano e abbia ricevuto un applauso anche dai poliziotti. Era molto legato alle persone che lo seguivano, tanto che aveva una collezione di lettere dei fan scritte a mano conservate in una scatola sotto il letto. Era vegetariano, praticava yoga e credeva nella reincarnazione: diceva che in una vita precedente era stato un cantastorie persiano.
Una volta, al Festival di Santarcangelo dei Teatri, si presentò senza essere invitato. Fece il suo show fuori dal teatro principale, la gente lo seguì in massa, lasciando così vuota la sala ufficiale: lo spettacolo era lui. Oggi che la piazza è sempre più vuota e i fachiri sembrano un eco lontano di un tempo più genuino, la figura di Mustafa Ibrahim risplende come una cometa ribelle.
Non era un personaggio da social, non postava nulla, non cercava like: cercava occhi, stupore, emozione vera e la trovava, tra i sanpietrini di una città che l’ha amato e multato allo stesso tempo. In fondo, Mustafa Ibrahim è stato l’ultimo fachiro romantico, un poeta del fuoco che ha acceso sogni con una torcia e un sorriso. E se oggi passate da via Pompanazzi, fermatevi un attimo. Magari c’è ancora un po’ di magia nell’aria.
In questa puntata de Il Lato Chiaro, Marzia Pontone si racconta a cuore aperto. Una conversazione sincera e ispirata, dove si parla di leadership femminile, impegno civico, maternità, ambizione e coraggio. Dalla sua opinione su Elly Schlein e Giorgia Meloni, alle battaglie portate in Comune.
Un confronto autentico che mostra il lato più umano e luminoso della politica e del lavoro istituzionale.
Marzia Pontone é :
Consigliera Comune di Milano
Presidente Commissione Educazione e Food Policy
Dirigente Ministero della Cultura
Soprintendente archivi e biblioteche Piemonte e Valle d’Aosta
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L’Italia fino all’Ottocento era il luogo dell’alta formazione del mondo. Qui sono nate le università, qui arrivavano i rampolli delle famiglie più potenti del Continente. Poi è cominciato il declino, diventato devastante dalla fine degli anni Sessanta in poi. Ora l’Italia si è accodata alla formazione di stampo anglosassone. Il problema è che in questa coda ci si ritrova agli ultimi posti. Anche perché l’impostazione mercantilista non fa parte del nostro Dna. Rilanciamo la proposta del prof. Galimberti: la scuola dev’essere il luogo dove si “forma l’uomo“, mentre le competenze specifiche per contribuire nel mondo del lavoro – e non spendersi -, si acquisiscono all’università. Sulla base di questo principio bisogna tornare a pensare in grande: proporre un modello alternativo a quello dominante in Occidente…
ctrl-alt-shift-e - pixabay - Castello di schonbrunn
Città austriaca dalle molteplici personalità, Vienna si mostra al tempo stesso come una località opulenta e moderna, sostenibile e ricca di punti d’interesse. Tra le strade e le piazze si susseguono costruzioni maestose ed edifici dal taglio avveniristico. La primavera è la stagione ideale per visitare la “Parigi dell’Est”.
Vacanza primaverile alla scoperta delle meraviglie di Vienna
# Dal Parco di Schönbrunn al Prater: il fascino delle aree verdi di Vienna
sjuzi_sue – pixabay – Prater Vienna
Il clima mite della stagione primaverile consente ai numerosi turisti che approdano nella capitale austriaca di godere al meglio degli spazi verdi disponibili, a iniziare dal Parco di Schönbrunn. Qui, come nel Giardino del Belvedere e nel meraviglioso Prater, è impossibile non lasciarsi affascinare dai prati in fiore. Il Prater, in particolare, rappresenta il luogo perfetto per divertirsi e rilassarsi allo stesso tempo. Da un lato, infatti, in quella che i viennesi definiscono “Wurstelprater”, si trovano oltre 250 attrazioni. Dai tipici baracconi del luna park, con protagonisti il tiro a segno e i trenini dell’orrore, passando per il teatrino delle marionette (noto come Kasperltheater) e la giostra, fino alle adrenaliniche montagne rosse, all’autodromo e ai simulatori di volo, le ore sono destinate a trascorrere senza nemmeno rendersene conto. Un’offerta davvero ricca cui vanno ad aggiungersi ristoranti, caffè e chioschi gastronomici. L’altra parte del Prater, chiamata “Prater verde”, si caratterizza per la presenza di enormi prati, alberi dalle ampie chiome ombrose e sentieri che invogliano a dedicarsi a lunghe passeggiate.
# Gli edifici del centro storico
wengguoyan IG – Cattedrale di Santo Stefano, Vienna
Camminare nelle vie del centro storico significa immergersi nell’architettura imperiale. La Cattedrale di Santo Stefano, simbolo della città, grazie ai 136 metri raggiungi dalla torre sud, una delle 4 torri della struttura, è la chiesa più alta del Paese. Per raggiungere la cima di tale torre è necessario percorrere una scala da ben 343 gradini. La costruzione della cattedrale ha avuto inizio nel XII secolo, subendo durante i secoli varie modifiche e arrivando ad assumere l’aspetto attuale, dai tipici tratti barocchi. Altro edificio imperdibile per chi ha in programma un viaggio a Vienna è l’Hofburg, in passato residenza della famiglia imperiale e trasformatosi, nel tempo, in un punto di riferimento per i turisti alla ricerca di musei ed eventi, anche di carattere politico. Furono gli Asburgo, a iniziare nel XIII secolo ad ampliare il palazzo, portandolo a toccare una superficie di 300.000 metri quadrati.
# Rilassarsi tra shopping e caffè
Il Naschmarkt
Vienna ospita un mercato storico contraddistinto da un’offerta molto varia, che include anche alimentari come verdure fresche, frutta, carne, pane e specialità locali, articoli vintage e molti cimeli d’antiquariato. Tutti i sabati, dall’alba al primo pomeriggio, al Naschmarkt ha luogo un mercato delle pulci, il Flohmarkt. Tra le bancarelle spuntano libri antichi, cristalleria, dipinti e vestito retrò.
Nei Kaffeehaus per una bevanda calda
I caffè viennesi sono dei luoghi storici in cui le persone si ritrovano per conversare, leggere e ascoltare musica. A rendere una sosta presso i Kaffeehaus un’esperienza unica è l’atmosfera raffinata ed elegante delle sale, dove spiccano tavoli di marmo, sedie imbottite e deliziose decorazioni. Per quanto riguarda le bevande, la più richiesta è il caffè viennese, particolarmente cremoso e profumato. Il momento del caffè è un vero rito per i residenti, che hanno l’opportunità di sorseggiare la propria bevanda preferita ascoltando musica. Tra i Kaffeehaus più famosi si ricordano il Cafè Sacher e il Cafè Central.
Musei per tutti i gusti
Vienna rappresenta una delle capitali europee dell’arte e della cultura. Non stupisce, pertanto, che i tanti turisti approdati in città in primavera dedichino parte della propria vacanza alla scoperta di scultura, pittura, scienza, storia e arte moderna, visitando alcuni dei musei disponibili. Il Kunsthistorisches Museum, ad esempio, è una pinacoteca che ospita un numero elevato di capolavori occidentali, inclusi la “Madonna del Prato”, realizzata da Raffaello, e l‘Arte del Dipingere, firmato Vermeer, affiancati da una serie di capolavori di maestri come Rembrandt, Rubens, Tintoretto e Tiziano.
Non mancano gli estimatori dell’Albertina, il palazzo residenziale asburgico di maggiori dimensioni, la cui offerta è incentrata sulle collezioni di grafica (le più estese al mondo). Tra le opere spiccano gli studi di donna di Klimt e “La giovane lepre” di Dürer, oltre a capolavori d’epoca moderna firmati da Picasso e Monet. A Palazzo Belvedere, realizzato nel XVIII secoli, si trova la più vasta collezione mondiale dedicata a Gustav Klimt, con opere del calibro de “Il Bacio” e “Giuditta”. Sempre nel primo palazzo, posizionato nel belvedere superiore, sono da ammirare quadri di Renoir, Monet, Van Gogh e Schiele. È nel secondo palazzo, il belvedere inferiore, che vengono organizzate mostre temporanee.
Programmare una vacanza primaverile a Vienna, sulle rive del Danubio, vuol dire prepararsi a vivere giornate tra relax e divertimento, ma anche respirare la cultura garantita da un patrimonio artistico invidiato quanto rinomato.
Il quartiere “newyorchese” è uno tra gli interventi di rigenerazione urbana più riusciti in città, sorto sulle ceneri della vecchia fiera campionaria, e tra i preferiti dai ragazzi milanesi: moderno, verde e con ogni tipo di servizio. Scopriamo insieme le cose più interessanti da vedere e quelle in arrivo nel prossimo futuro. Foto cover: @bernasconiadriano IG
10 cose da vedere a Citylife, dove Milano sembra New York
# Piazza sei febbraio: la porta d’accesso intitolata alla Rivolta di Milano
Nella Piazza Sei Febbraio, nota per essere il punto d’ingresso storico alla Fiera Campionaria, si trova l’accesso principale. Ma quanti conoscono veramente la storia di questa piazza? Il suo nome si riferisce alla “rivolta di Milano” del 6 febbraio 1853.
Quel giorno, l’ultima domenica di Carnevale, si tentò un’azione audace contro le truppe austriache, sperando di coglierle di sorpresa durante il giorno di festa. L’attacco iniziò alle 16.45, guidato da circa mille persone, in gran parte operai e artigiani, che risposero all’appello di Mazzini, allora in esilio a Londra. Nonostante le speranze di mobilitare le masse milanesi, le cose non andarono come sperato. Molti milanesi osservarono gli eventi con distacco, mentre altri gruppi annunciati non si presentarono.
I rivoltosi, in numero esiguo e con azioni disorganizzate, furono facilmente repressi e arrestati dall’esercito austriaco. La rivolta si concluse prima dell’alba del giorno successivo. Il bilancio fu pesante: 10 morti e 47 feriti tra i soldati austriaci, mentre 895 insorti furono arrestati. Sedici di loro furono giustiziati in Piazza Castello, dove oggi una lapide commemora l’eccidio.
Qualche giorno dopo Marx così scrisse dell’episodio: “E’ ammirevole in quanto atto eroico di un pugno di proletari che, armati di soli coltelli, hanno avuto il coraggio di attaccare una cittadella e un esercito di 40.000 soldati tra i migliori d’Europa”.
La piazza che ricorda il tentativo di insurrezione proletaria è oggi la porta d’accesso del quartiere più alto borghese di Milano. Vediamo le principali attrazioni.
#1 Torre Allianz, il grattacielo “infinito” con il più grande murale del mondo
Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz
La Torre Allianz, conosciuta anche come il “Dritto”, spicca come il più alto edificio d’Italia per altezza del tetto, raggiungendo i 209 metri e contando ben 50 piani. La sua struttura, che sembra estendersi senza fine, le è valsa il soprannome di “endless tower”. Considerando anche l’antenna, la sua altezza raggiunge i 260 metri.
Come da tradizione, sulla cima della torre troneggia una copia della Madonnina. Il progetto, ideato dall’architetto giapponese Arata Isozaki in collaborazione con Andrea Maffei, ospita al suo interno una vera e propria meraviglia: il più grande murale del mondo, intitolato “Il giro del mondo in 50 piani”. Quest’opera, realizzata dai dipendenti del gruppo Allianz, si snoda lungo le scale che conducono fino alla cima, offrendo una straordinaria esperienza visiva lungo tutto il percorso.
#2 Torre Hadid, lo “storto” che sembra scomparire nel cielo
Credits pietmassuger – Lo Storto
Lo “Storto”, noto anche come la Torre Hadid, si erge come il secondo edificio più alto di Citylife. Frutto del genio della compianta Zaha Hadid, questo grattacielo si distingue per la sua caratteristica torsione, che diventa sempre più evidente man mano che si sale verso la cima, fino a scomparire completamente negli ultimi piani. Con i suoi 177 metri d’altezza e i suoi 44 piani, la Torre Hadid rappresenta un’icona di design e innovazione architettonica.
#3 Torre Libeskind, il “curvo” con la corona che si ispira alle cupole rinascimentali
Credits: @deangelinadia (INSTG)
Il “Curvo”, conosciuto anche come la Torre Libeskind, è l’ultimo arrivato tra i grattacieli di Citylife, completato nel 2021. Con i suoi 175 metri d’altezza e i suoi 30 piani, ospita circa 3.000 dipendenti della società di revisione PwC. Questo edificio presenta un profilo distintivo che, man mano che ci si avvicina alla cima, si distacca sempre di più dalla forma iniziale, piegandosi verso l’interno.
Sulla sua sommità si erge una corona ispirata alle cupole rinascimentali italiane: un blocco di vetro e acciaio alto oltre 30 metri, che completa il profilo curvo della struttura, conferendo un’impressionante presenza architettonica al panorama urbano del quartiere.
#4 Lo shopping district, il centro commerciale urbano più grande d’Italia
Citylife Shopping District
Proprio sotto le “Tre Torri” sorge il City Life Shopping District, il più grande distretto commerciale urbano d’Italia. Con i suoi 80 negozi, un supermercato, 20 ristoranti e bar, e 7 sale cinematografiche che offrono un totale di ben 1.200 posti a sedere, oltre a un poliambulatorio Humanitas, questo distretto è un vero e proprio punto di riferimento per lo shopping e il tempo libero.
Progettato da Zaha Hadid Architects, One Works e lo studio Mauro Galantino, il City Life Shopping District si estende su tre aree interconnesse, occupando complessivamente una superficie di 32.000 metri quadrati. Al centro di tutto ciò si trova una piazza all’aperto, circondata da locali e negozi, che crea un’atmosfera accogliente e dinamica per residenti e visitatori.
#5 Le Residenze Hadid, le grandi residenze di lusso a forma di scocca navale
Residenze Hadid Citylife
Nel nuovo quartiere milanese, oltre agli spazi commerciali e agli uffici, alcune aree sono riservate alla residenza. Le Residenze Hadid, conosciute anche come “City Life Milano Residential Complex”, comprendono sette imponenti palazzi, con altezze variabili dai 5 ai 13 piani, che abbracciano uno stile distintivo dove design, natura e tecnologia si fondono armoniosamente. Occupando una superficie di 38.000 metri quadrati, questi edifici presentano linee fluide e ampi balconi curvati che evocano l’eleganza delle navi da crociera. Al centro di questo complesso residenziale si estende un grande giardino, offrendo un’oasi di tranquillità per chi vive in appartamenti di lusso.
#6 Le Residenze Libeskind, con imponenti facciate dalle geometrie asimmetriche
Le residenze Libeskind, terminate alla fine del 2023, si distinguono per le loro facciate imponenti, caratterizzate da geometrie asimmetriche che dialogano visivamente con le residenze Hadid, creando un contrasto dinamico nel panorama architettonico. Progettate con uno stile costruttivista voluto dal loro creatore, questo complesso residenziale è composto da otto palazzi, con altezze che variano dai 5 ai 13 piani. Con un totale di 380 appartamenti di varie dimensioni, le residenze Libeskind occupano uno spazio di oltre 150.000 metri quadrati, cui si aggiunge un rigoglioso giardino interno.
#7 Palazzo delle Scintille, l’edificio “superstite” della fiera in Art Nouveau
Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille
L’unico edificio rimasto della vecchia fiera è il suggestivo Palazzo delle Scintille, un esempio dell’Art Nouveau, costruito nel lontano 1923 su progetto dell’architetto Paolo Vietti Violi per accogliere un velodromo all’interno della fiera campionaria. Dopo anni di disuso, il palazzo è stato restaurato grazie a un intervento di conservazione e verrà inaugurato a inizio del 2026 come CityOval, uno spazio multifunzionale dedicato ad eventi espositivi, intrattenimento, concerti e manifestazioni sportive.
#8 Gli orti fioriti, la campagna all’ombra dei grattacieli
Credits Andrea Cherchi – Orti Citylife
La natura ritorna in città con gli Orti Fioriti di City Life. Questo progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione Orticola Lombarda, mira a valorizzare il patrimonio di conoscenze e tradizioni italiane legate all’orticoltura e al giardinaggio. L’area, estesa su 3.000 mq, è gestita dalla società responsabile dello sviluppo di City Life e curata con amore dalla Cooperativa del Sole. All’interno di questo spazio, il visitatore può immergersi in un ambiente rigoglioso e scoprire una vasta gamma di fiori, piante e ortaggi, creando l’illusione di trovarsi in aperta campagna, pur restando all’ombra dei grattacieli.
#9 Parco City Life, uno dei più grandi parchi cittadini che accoglie la varietà del paesaggio lombardo
Parco Citylife
Il quartiere di Citylife vanta la più ampia area pedonale di Milano e una delle più estese in Europa, offrendo agli abitanti e ai visitatori uno spazio urbano unico. Al suo interno si trova anche uno dei parchi più grandi della città, oggi si estende per circa 160.000 mq di verde pubblico sui 174.400 mq totali previsti dall’intero progetto di riqualificazione. Il progetto paesaggistico è ispirato alla varietà del paesaggio lombardo, ricreando il microcosmo di Milano e del suo territorio. Tra prati e zone boscate, il parco offre numerose aree di sosta, uno spazio dedicato al fitness e connessione Wi-Fi gratuita, offrendo un’oasi di relax e svago nel cuore della città.
#10 ArtLine, la galleria di arte moderna all’aperto nel parco
Coloris
All’interno del parco si trova una galleria di arte moderna all’aperto chiamata ArtLine, un’iniziativa promossa dal Comune di Milano. Si tratta di un percorso che comprende oltre 20 opere permanenti, tra cui 8 selezionate tramite un concorso dedicato agli artisti under 40 e altre realizzate da artisti internazionali di fama consolidata. Queste opere possono essere visitate gratuitamente 7 giorni su 7, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire queste creazioni mentre passeggiano lungo i vialetti del parco.
Tra le opere presenti, spiccano il “Beso”, un bacio scolpito tra due imponenti rocce, “Coloris” che raffigura il planisfero terrestre con cento pali metallici dai colori pastello, una reinterpretazione delle classiche fontanelle milanesi con i “draghi verdi”, “Hand and foot for Milan”, una gigantesca mano e un piede costruiti in mattoni, e “Rudere” di Adrain Paci, pensata come uno spazio di riflessione sul rapporto tra uomo e natura
Nei prossimi anni sono attese altre architetture iconiche ad arricchire il quartiere, oltre al completamento del parco con l’aggiunta anche di nuove sculture.
Citywave
La più scenografica è quella di CityWave, già soprannominato “lo sdraiato”, è il quarto e ultimo edificio di Citylife in costruzione ed è stato progettato dallo studio di architettura BIG. Si caratterizza per un lungo porticato sospeso di 140 metriche collega due edifici di 50 e 110 metri di altezza e mette a disposizione spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina. L’inaugurazione dovrebbe avvenire entro le Olimpiadi Invernali 2026.
skysport – Padel Pavillon
In continuità visiva con le architetture preesistenti è il progetto dell’Atlante Arena, il Padel Pavillon curato da Novembre Studio. L’edificio si contraddistingue per un grande sbalzo con un aggetto curvo di 17 metri e sviluppa su un’altezza di 12 metri e 2.800 mq di superficie dell’edificio con all’interno: 7 campi da padel, un’area ristoro e uno spazio multifunzionale rialzato. La conclusione dei lavori è programmata per il 2025.
26 maggio 1805. Napoleone viene incoronato re d’Italia. A Milano. Anche perché a Roma non ci mise mai piedi. Quattro giorni prima, tre carrozze di corte furono mandate al Duomo di Monza a prendere la Corona Ferrea che fu deposta sull’altare maggiore del Duomo di Milano per essere posta sul capo dell’imperatore francese.
Le cronache narrano che quella mattina di maggio splendesse un sole caldo nel cielo azzurro. Piazza Duomo era gremita di folla che attese il corteo imperiale tra campane che suonavano a festa e l’artiglieria faceva esplodere colpi a salve.
Napoleone fece giuramento sulla cosiddetta “Colonna del Diavolo” in Piazza San’Ambrogio, dove, per tradizione, tutti i regnanti dovevano giurare fedeltà a Milano e al suo santo patrono, nel punto esatto dove, secondo la leggenda, aveva sconfitto Satana.
geomapas.gr IG - Le città più grandi del sud Europa
Fuori dai confini nazionali Milano è considerata la città più grande per estensione territoriale e popolazione. Addirittura tra le prime d’Europa. Ma in Italia risulta rimpicciolita, sistematicamente al secondo posto dietro a Roma. Quali sono i fattori che causano questa discrepanza e come si dovrebbe intervenire.
Milano è la terza città più grande del Sud Europa. L’estero la vede grande, l’Italia la rende piccola
# Superata solo da Istanbul e Madrid per popolazione
geomapas.gr IG – Le città più grandi del sud Europa
L’Europa meridionale e sud-orientale ospita città dalla straordinaria ricchezza storica e culturale, oggi anche importanti poli urbani e produttivi. Istanbul, con oltre 15 milioni di abitanti, guida la classifica come megalopoli eurasiatica. Madrid, capitale della Spagna, supera i 7 milioni. Ma è Milano, con 6,1 milioni di residenti nella sua area metropolitana funzionale (secondo i dati dell’OCSE e dell’Eurostat), a posizionarsi al terzo posto tra le più grandi città dell’Europa del Sud, davanti a Roma, Napoli, Atene e Bucarest. Un dato che spesso sorprende chi, all’interno dei confini italiani, continua a percepire Milano come una città strutturalmente inferiore a Roma per dimensioni, popolazione e peso simbolico. Eppure, fuori dai confini nazionali, Milano è sistematicamente considerata la vera metropoli italiana. Questo perché oltre frontiera considerano come città l’area metropolitana delle connessioni.
# Un’area metropolitana estesa fino oltre i confini regionali
Area Metropolitana di Milano (OCSE)
Milano è l’unica città italiana che negli ultimi decenni ha saputo strutturarsi come una vera area metropolitana integrata. L’area urbanizzata si estende ben oltre i confini del comune, coinvolgendo centri come Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Rho, Legnano, fino a lambire Bergamo e Como, persino Novara. Questa conurbazione densamente popolata si fonda su una fitta rete di trasporti (metropolitane, ferrovie suburbane, autostrade), un sistema economico tra i più dinamici d’Europa e una governance che, pur tra limiti, ha cercato di pensarsi in termini metropolitani. L’area metropolitana funzionale (FUA) di Milano viene utilizzata da organismi europei e internazionali per rappresentare le vere dimensioni della città in termini economici, infrastrutturali e demografici, e colloca Milano tra le principali metropoli continentali. Questa dimensione viene spesso sottovalutata nel discorso pubblico italiano, che continua a identificare Milano principalmente con i suoi 1,3 milioni di abitanti comunali, ignorando l’intera struttura urbana che le gravita intorno.
# I fattori che causano questa discrepanza tra la percezione interna e quella fuori dall’Italia
Questa discrepanza tra percezione interna e riconoscimento esterno dipende da diversi fattori. In Italia, la centralità storica di Roma come capitale politica, amministrativa e culturale ha sempre giocato un ruolo predominante nella narrazione nazionale. Milano è spesso letta in contrapposizione: città “fredda”, efficiente, legata alla finanza e alla moda, ma priva dell’identità profonda che si attribuisce ad altri centri. Inoltre, l’assenza di un’effettiva riforma delle autonomieha impedito alla città di dotarsi di una governance metropolitana a quella di Londra o Berlino. Fuori dall’Italia, invece, Milano viene letta per ciò che realmente è: un hub economico internazionale, sede di fiere, multinazionali, università di alto livello, e con una capacità attrattiva che nessun’altra città italiana possiede in misura paragonabile. È la capitale economica del paese, e come tale viene trattata nei consessi europei e globali.
# Serve uno status amministrativo esteso alla grande Milano e una rete di trasporti più integrata
S-Bahn Berlino
Milano è già oggi una metropoli europea di prima fascia per popolazione, struttura economica e influenza internazionale. Ma finché la narrazione interna, anche a livello istituzionale, continuerà a ridimensionarla in favore di categorie superate, il Paese rischierà di non valorizzare appieno il suo unico vero motore urbano globale. Queste le due innovazioni fondamentali per portarle a un ruolo coerente con quello delle grandi città d’Europa:
Lo status amministrativo della Grande Milano. Il sindaco deve essere eletto da tutti i cittadini dell’area metropolitana e governare l’intero territorio. Non solo: come accade alle più grandi città d’Europa, Milano deve essere dotata di uno status di autonomia da città regione o città stato, come nel mondo germanico.
I trasporti della Grande Milano. La rete metropolitana milanese è quasi esclusivamente estesa solo all’interno degli attuali confini amministrativi del Comune di Milano. Tutte le grandi città europee, come Parigi, Londra o Berlino, coprono l’intera area metropolitana con la metro, integrando in una stessa regia i trasporti urbani e suburbani.