Recovery Milano #7. UNA CASA PER TUTTI: abitazioni per giovani e persone a basso reddito, campus per studenti

Una delle priorità per affrontare l'emergenza è quella di rendere accessibile una casa per chi vive in città, riducendo i rischi per i proprietari. Serve destinare a questo una parte dei Recovery Fund per Milano

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social housing

Entro il 15 ottobre il governo italiano dovrà presentare un piano per stanziare le risorse che arriveranno dal Recovery Fund. I giornali del Sud e i ministri del governo stanno facendo a gara per indirizzare i fondi nel Mezzogiorno, nonostante che l’area più colpita dal Covid sia la Lombardia e altre regioni del Nord.

Milano è la città più colpita in Italia. Ha bisogno di risorse per rilanciarsi e per evitare il disastro sociale. Una delle priorità per affrontare l’emergenza è quella di rendere accessibile una casa per chi vive in città, riducendo i rischi per i proprietari. Serve destinare a questo una parte dei Recovery Fund per Milano, che risulta la più colpita in Italia e la quarta in Europa (come da questo studio). 

Abbiamo raccolto 7 proposte di soluzioni per Milano da fare finanziare con il recovery fund. Questo è il primo e riguarda la mobilità, uno degli aspetti critici per rilanciare Milano. 

Leggi anche: L’Italia ancora SENZA un PIANO per avere i FINANZIAMENTI EUROPEI. Il primo passo lo faccia MILANO
Leggi anche: Giornali, Ministri e Conte uniti: “RECOVERY FUND: la priorità è il SUD”

Recovery Milano #7. UNA CASA PER TUTTI: abitazioni per giovani e persone a basso reddito, campus per studenti 

In una città che vede crescere il numero di studenti universitari e di persone comprese tra i 25 e i 40 anni di età, il problema degli immobili da prendere in affitto o acquistare sta diventando insostenibile.

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Quello che serve è moltiplicare la possibilità di case a prezzi accessibili, compensando con i fondi europei una parte di prezzi di acquisto o di affitto.

Inoltre serve costruire campus per gli studenti per rilanciare Milano come città universitaria. 

campus barcellona

Altre soluzioni potrebbero essere:

  • obbligare a destinare una quota degli appartamenti di nuova costruzione agli affitti, di cui almeno il 20%, ad affitti calmierati per studenti e persone in difficoltà (modello attuato nella città stato di Vienna);
  • imporre a società che detengono un alto numero di appartamenti sfitti, di proporli sul mercato in modalità di social housing (modello in valutazione nella città stato di Berlino);
  • social housing

    prevedere agevolazioni fiscali o crediti d’imposta, per una durata di almeno 10 anni, a chi metta in affitto immobili ad un prezzo agevolato;

  • costituire una società partecipata immobiliare, con aziende del territorio, per acquisire stabili abbandonati, ripristinarli e metterli in vendita o darli in affitto calmeriato alle fasce di popolazione più disagiate.
social housing

Leggi anche: Tre soluzioni per evitare che Milano diventi inaccessibile

# L’alternativa choc: trasformare Milano in una città stato (città regione) per finanziare questi progetti

Se come sembra le risorse previste per la nostra Regione, malgrado sia quella più colpita, saranno minoritarie, sarebbe opportuno concedere l’autonomia richiesta alla Regione Lombardia e soprattutto a Milano facendola diventare una città-regione in grado di gestirsi in piena libertà e trattenendo una buona fetta del residuo fiscale che ammonta a 56 miliardi, suddiviso in base al PIL o alla popolazione delle rispettive aree.

A Milano spetterebbero quindi fino a 11 miliardi di euro e potrebbe, tra le varie competenze che lo status di regione le mette a disposizione, accedere direttamente ai fondi messi a disposizioni dai bandi europei.

Ultima osservazione: perchè Milano non chiede che si adottino anche in Italia le regole europee per cui chi riceve più fondi, debba mettere in atto delle riforme per evitare che rimanga in un perenne stato di bisogno? Alle regioni e città italiane che ricevono più sussidi dovrebbero essere imposte le stesse regole che l’Europa vuole imporre all’Italia. 

Leggi anche: Milano città regione? Avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno (senza che lo stato ci rimetta un cent)

Per vedere tutti e sette i progetti di Recovery Milano: I 7 progetti

 

ANDREA ZOPPOLATO

 

 

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

2 COMMENTI

  1. INIQUITA’, EGOISMO, MIOPIA E IGNORANZA COSTITUZIONALE
    Il riparto delle risorse tra le Regioni non in base alla popolazione ma in base alla spesa storica danneggia il Sud a favore del Nord da troppi anni ed è incostituzionale (art. 119 Cost.).
    A nulla rileva l’argomentazione del cosiddetto residuo fiscale, poiché il rapporto del cittadino col fisco, secondo Costituzione, è individuale, NON regionale.
    Il reddito pro capite del Sud è il 50% di quello del Nord. E’ elementare che per mantenere l’attuale divario, molto superiore a 120 anni fa (90%), occorre che il riparto delle risorse sia fatto in proporzione alla popolazione (34%); per ridurlo, che il riparto avvenga in misura più che proporzionale, ad esempio seguendo il criterio Ciampi, che prevedeva una ripartizione programmatica della spesa complessiva per investimenti per il 45% al Sud e per il 55% al Centro Nord.
    Altrove si è fatto di più. Secondo la Banca d’Italia (“Mezzogiorno e politiche regionali”), alla Germania Est sono stati dati in 15 anni 1250-1500 mld. Secondo altri studi, al Sud, 145 mld in 40 anni. Ciò significa che in Germania Est sono stati spesi in 15 anni 10 volte tanto di quanto è stato speso in 40 anni per il Sud.
    Infine, destinare le risorse del Recovery Fund per il 50-60% al Sud, principale mercato di sbocco dei prodotti del Nord, oltre a colmare un’ingiustizia, è interesse anche del Nord.

  2. GRANDE PIANO PLURIENNALE DI CASE POPOLARI DI QUALITA’
    La prima infrastruttura deve essere un Grande Piano Pluriennale di Case Popolari di Qualità. Che in Italia sono appena l’1,5% dei 35 milioni di immobili residenziali, contro il 32% in Olanda, il 23% in Austria, il 20% in Danimarca e il 16% in Francia.
    Nel 2010, in Francia – ed è il record – si sono costruiti 131.500 alloggi pubblici, cioè quanti, al ritmo attuale, se ne costruiscono in Italia in 50 anni. E’ uno scandalo.
    Come disse una ragazza ricca a “Ballarò”, si è poveri quando non si possiede una casa. O, aggiungo io, quando con un basso reddito non si può pagare un affitto sociale.
    E’ una misura che verrebbe approvata sicurissimamente dall’UE, perché è inclusa nelle proposte del gruppo di studio, presieduto da Romano Prodi, per conto della Commissione Europea.
    Ed è, soprattutto, una misura che coniuga assistenza (che è uno dei compiti istituzionali – e costituzionali – dello Stato) e sviluppo produttivo.

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