La società dell’arroganza

Imporre agli altri la propria scelta contro la loro volontà significa considerare gli altri degli inferiori

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Imporre agli altri la propria scelta contro la loro volontà significa considerare gli altri degli inferiori.

Una delle caratteristiche della nostra epoca è l’attitudine di gran parte delle persone a preoccuparsi di quello che fanno gli altri. Così come considerare chi ha una idea diversa come un nemico da abbattere e da denigrare.

Invece di considerare una ricchezza e un segno di civiltà il fatto che ci siano scelte e idee diverse, si tende a voler conformare tutto alla propria. In questo modo si cancella il senso positivo del vivere insieme che è dato dal confronto e dalla ricerca di una sintesi di posizioni diverse.

Il contraddittorio è alla base del concetto di intelligenza collettiva che consente di raggiungere risultati più importanti rispetto all’intelligenza di un singolo.
Forse tutto nasce dal fatto che si è persa l’umiltà. L’umiltà viene da humus che era il terreno attorno alla radice di un albero: umiltà significa non discostarsi dal proprio terreno e dalla proprie scelte, mentre arroganza è voler imporre il proprio terreno a tutti gli altri.

Se non considerassimo gli altri come degli inferiori potremmo accettare serenamente che possano prendere decisioni diverse dalle nostre e, anzi, potremmo cercare di capire da loro se la decisione è frutto di storie o esigenze diverse oppure potrebbe apportare un miglioramento alle nostre scelte.

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La stessa scienza rappresenta storicamente uno spazio di umiltà contrapposto all’arroganza del dogma religioso. Se la scienza si trasforma in dogma e una società rifiuta il confronto, considerando inferiore chi ha idee diverse, occorre concepire una vera scienza e una civiltà di persone che non si considerano né al di sopra né al di sotto degli altri.

Obiettivo è cercare la verità, non avere ragione. Anche perché “la ragione è degli stupidi”. Così come l’arroganza.

Continua la lettura con: Non c’è un diritto più diritto di un altro

MILANO CITTA’ STATO

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