Il mondo va avanti sempre più veloce. Ma c’è qualcosa che rimane immutato dai tempi del Dopoguerra. L’orario estivo dei mezzi pubblici di Milano. Foto cover: Riccardo Mastrapasqua (Da Facebook)
# Dal 10 giugno il primo taglio estivo delle corse
Credits Andrea Cherchi – Cavi, tram e castello
Prima ci si sono messi i tagli delle corse sui mezzi di superficie, attuati per via della ormai cronica carenza di autisti. Se non bastasse, il 10 giugno è arrivata infatti la riduzione dell’orario di bus e metro in previsione dell’estate, come succede ogni anno dopo la chiusura delle scuole. Che prevede tagli come se si fosse rimasti a mezzo secolo fa, quando Milano era una città di gente che studia e lavora e che con l’estate si svuota. Ma Milano da allora si è trasformata.
Tra le linee metropolitane quella che più ha risentito di questa rimodulazione è la linea M2, date le sue quattro diramazioni. Se infatti i treni per Famagosta nella fascia oraria 7-9 passano ogni 3-4 minuti e verso Cascina Gobba ogni 4-5 minuti, quelli con destinazione piazza Abbiategrasso e Assago Forum lo fanno ogni 7-8 minuti e quelli diretti Gessate e Cologno Nord rispettivamente ogni 9-12 minuti e 9-10 minuti. Fuori dagli orari di punta bisogna aspettare almeno 10 minuti in ogni diramazione.
Orari M2
A questo si aggiungono i lavori programmati, partiti sempre il 10 giugno, per la realizzazione delle barriere antirumore nei quartieri di Cimiano e Crescenzago. Fino all’8 settembre i treni dovranno viaggiare a velocità limitata portando quindi ad un aumento dei tempi di viaggio e ritardi sulla linea.
# Nei mesi di luglio e agosto al via altre riduzioni: l’orario estivo a Milano non ha più senso
I tagli delle corse non finiscono qui. Nei mesi di luglio e agosto è prevista come da mezzo secolo la riduzione delle frequenze su tutta la rete di trasporti della città, con l’attuazione in pieno dell’orario estivo. Prepariamoci così a lunghe attese per i mezzi pubblici, a fughe anticipate la sera per prendere l’ultima corsa, a girare per la città dopo un concerto alla ricerca di un mezzo sostitutivo. Per evitare tutto questo basterebbe capire che l’orario festivo a Milano non ha più senso.
Il nodo ferroviario milanese è ormai prossimo alla saturazione. Il passante viene visto dai milanesi come un servizio di serie B: per rilanciarlo si sta pensando alla realizzazione di un secondo passante. Per renderlo ancora più efficiente servirebbero però altri interventi, anche recuperando vecchi tracciati e realizzando nuove stazioni. Vediamo nel dettaglio le proposte elaborate dall’Associazione regionale trasporti.
Un passante di serie A: 5+1 proposte per una super-rete del trasporto ferroviario urbano di Milano
# Allo studio un secondo passante e il rilancio della stazioni di Greco e Bovisa
Mappa trasporti Lombardia
Il nodo ferroviario di Milano è ormai saturo, o quasi. Per questo Regione Lombardia sta pensando a un secondo passante. In base al Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti l’obiettivo della nuova infrastruttura è quello di sgravare il traffico che insiste, in particolare, su: Stazione Centrale, Garibaldi e Cadorna. Per farlo sono state individuate al momento due stazioni da valorizzare, quella di Bovisa, in attesa di potenziamento, e quella di Greco Pirelli, una tra le più sottoutilizzate della città.
# Le 7 direttrici del trasporto ferroviario urbano: rischio saturazione
Da Milano passano 7 direttrici (Torino, Sempione, Chiasso, Venezia, Bologna, Genova e Mortara) e l’aggiunta di nuovi servizi merci e passeggeri porterebbero portare alla completa saturazione del servizio. L’Associazione regionale trasporti, nata “con lo scopo di tutelare gli interessi di tutti i viaggiatori che usufruiscono del servizio pubblico”, propone diversi interventi per rivoluzionare tutto il nodo cittadino. Tutti seguono gli indirizzi previsti dai protocolli sui TEN-T (Corridoi Europei) che chiedono la divisione del servizio a lunga percorrenza dal servizio locale. Ecco nel dettaglio gli interventi necessari sulla cintura ferroviaria.
#1 Raccordo Greco Pirelli-Repubblica: per far proseguire i treni a Monza
Nodo Greco
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Raccordo Greco-Repubblica
Occorre realizzare un raccordo tra Milano Greco e Milano Repubblica. Lo si può fare riproponendo il vecchio Bivio Livia dove sorgeva la vecchia Centrale, in modo da consentire così la prosecuzione dei treni del passante verso Monza.
#2 Un gruppo di scambi a Forlanini e Trecca: per fare accedere il passante alla Cintura Nord e Sud di Milano
Altro passante
Serve poi posizionare un gruppo di scambi a Forlanini e Trecca così da permettere ai treni del passante di accedere anche alla Cintura Sud e alla Cintura Nord (Lambrate).
#3 Ripristinare l’ex cintura ferroviaria milanese Ovest, andata persa nel 1931, raccordando Romolo e Porta Genova per il Secondo Passante
Secondo passante
Un altro passo fondamentale è di ripristinare l’ex cintura ferroviaria milanese Ovest raccordando le stazioni di Romolo e Porta Genova con le linee afferenti a Garibaldi. In questo modo verrebbe a realizzarsi il collegamento del Secondo Passante Ferroviario con Milano Garibaldi Superficie, Milano Garibaldi Passante e Milano Ghisolfa in modo da permettere ai treni della linea Mortara di eccedere a tutte le direzioni presenti e future. Tra le nuove stazioni quella di Farini e un “passantino” che mette in connessione la Stazione Centrale con quelle di Porta Garibaldi e Bovisa. Si potrebbe poi pensare di realizzare un tapis roulant sotto via Vittori Pisani per collegare la Stazione Centrale al passante a Repubblica.
A causa delle pendenze non è fattibile il raccordo da Porta Genova a Romolo, quindi va ripercorso fedelmente il vecchio tracciato ferroviario del passante Ovest andato perso nel 1931.
#4 Modificare l’attuale destinazione d’uso del passante ferroviario per i servizi Interpolo e lunga percorrenza
#5 Spostare sulla cintura ferroviaria tutto il servizio comprensoriale attualmente entrante nel passante sull’itinerario Ghisolfa-Garibaldi Superficie-Bivio Mirabello-Cintura Nord
#5+1 Tre nuove stazioni di interscambio con le metropolitane: Sondrio, Istria e Turro
Nuova stazione
Costruire tre nuove stazioni di interscambio a Sondrio (M3), Istria (M5) Turro (M1).
# Gli investimenti necessari potrebbero essere di circa 2 miliardi
Gli investimenti richiesti per realizzare tutti questi interventi dovrebbe aggirarsi attorno ai 2 miliardi di euro, suddivisi equamente per il passante ovest o secondo passante e per il raccordo Milano Greco-Bivio Mirabello-Milano Sondrio-Milano Repubblica.
Dopo l’annuncio nel mese di aprile di quest’anno da parte del Sindaco Sala ecco le prime strade con il limite dei 30 km/h. Questo il piano di Palazzo Marino e quando è previsto il suo completamento.
# Milano a velocità ridotta in 100 strade entro settembre
Strade Milano
Ecco le prime strade a 30 km/h, sono in totale 100 quelle previste, davanti alle scuole. L’annuncio era stato dato direttamente dal Sindaco Beppe Sala, a seguito dell’inaugurazione della nuova oasi Zegna in Piazza Duomo nel mese di aprile, queste le sue parole: “non saranno tutte le strade milanesi dove ci sono le scuole a 30 all’ora da settembre, ma un numero significativo. Orientativamente io direi che vogliamo avvicinarci alle 100 e poi andare avanti”. L’obiettivo è arrivare conclusione del piano entro settembre, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Si inizia con 7 vie, quelle che hanno registrato più incidenti e quindi le più pericolose, in base a uno studio dell’Amat, l’Agenzia mobilita ambiente e territorio del Comune di Milano. Ecco quali sono:
via Corridoni dove c’è la primaria Cuoco-Sassi, tra via Cesare Battisti e via Conservatorio (Municipio 1);
via Fara con una scuola primaria, tra via Galvani e via Pirelli (Municipio 2);
via Cardinal Mezzofanti con un asilo e una primaria, tra via Pannonia e viale Corsica (Municipio 4);
via Oglio dove è presente una scuola d’infanzia, da via Mincio a corso Lodi (Municipio 4);
via Sabatino Lopez dove c’è un asilo (Municipio 8);
via Graf con una scuola d’infanzia, da via Fratelli Traversi alla fine della strada (Municipio 8);
via Imbriani con una scuola d’infanzia, tra piazzale Costantino Nigra e via Camillo Ugoni (Municipio 9);
# Altre 20 entro la fine del mese, previsti i “cuscini berlinesi” in alcuni incroci
futuroverdeaps IG – Cuscini berlinesi
A seguire, entro la fine del mese di giugno, è in programma l’aggiunta di altre 20 strade con il limiti di 30 km/h, tra cui via Michelangelo Buonarroti, corso di Porta Vigentina, via Giacomo Watt, via Pisacane, via Ulisse Dini, via Val D’Intelvi e via Alessandro Litta Modignani. Nella strategia di messa in sicurezza delle vie più a rischio è previsto anche la realizzazione di dossi quadrati, che occupano solo parte della carreggiata per consentire il transito dei ciclisti ai lati, conosciuti come “cuscini berlinesi”. Il soprannome è dovuto al fatto che è stata Berlino la prima città a utilizzarli. A questi interventi si aggiunge anche l’allargamento dei marciapiedi.
Per Trenitalia l’offerta di treni Frecciarossa è già una “metropolitana d’Italia”. Lo slogan è efficace. Ma se fosse davvero così? Anche tenendo conto anche dei treni Italo, nell’attesa dell’arrivo fra qualche anno dei Tgv: come potrebbe essere il servizio, la cadenza negli orari di punta e il colore della linea.
La “linea tricolore”: e se la Milano – Roma venisse considerata come una metropolitana?
# 106 treni al giorno per ogni direzione
_sci4m4chy_ – Stazioni alta velocità italia
Il servizio dell’Alta Velocità ferroviario è servito da due operatori in Italia: Trenitalia con i Frecciarossa e Ntv con Italo. La prima da tempo definisce la propria rete veloce la “metropolitana d’Italia” per via delle frequenze dei suoi convogli.
intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo
Facendo il focus sulla tratta Milano-Roma sono circa 100 i Frecciarossa giornalieri, se si includono i servizi in circolazione in entrambi i sensi di marcia treni. Tra le città servite ci sono anche quello meno battute, come Modena e Parma sulla linea tradizionale, oltre alle stazioni di Reggio Emilia, Bologna e Firenze su quella veloce. Sono invece 9 i treni che impiegano meno di 3 ore, compresa una coppia di Frecciarossa no-stop dalla Stazione Centrale di Milano a quella di Roma Termini con un collegamento record: 2 ore 52 minuti.
Credits lp_car2022 IG – Italo treno
Italo ne conta invece 66, con il più rapido che impiega 2 ore 56 da Rogoredo a Termini. Si arriva pertanto a un totale di 106 treni al giornoper direzione sommando le corse di entrambe le compagnie ferroviarie (fonte comparatore Omio).
# Una frequenza da metro: un treno ogni 6 minuti e mezzo (nelle ore di punta)
Andando a visionare gli orari di partenza dei treni si va dai 3 convogli nella fascia oraria delle 20 ai 9 in quella delle 8 e delle 16, nelle quali si registra la frequenza di un treno ogni 6 minuti e mezzo,come una metropolitana milanese nelle ore di morbida nelle tratte centrali.
Maps – Milano-Roma in treno come metro
Nelle fasce orarie delle 5, 12 e 19 ne partono 7, in quelle delle 10 e delle 14 sono 6, in tutte le altre ne passano 7.
Quale colore dare alla nuova metropolitana per identificarla?
Mappa atm metro Italia
Le alternative potrebbero essere due: il tricolore (verde, bianco e rosso) o l’azzurro, il colore che rappresenta l’Italia nello sport.
# L’arrivo dei francesi
sncfvoyageurs IG – Nuovi treni TGV
Entro il 2026 dovrebbe aggiungersi anche la francese SNCF Voyageurs con 30 convogli veloci TGV, di cui 15 di nuova generazione a due piani, con 9 viaggi di andata e ritorno tra Torino/Milano/Roma e Napoli sui 13 previsti in totale. La frequenza potrebbe quindi aumentare ulteriormente per avvicinarsi alle frequenza degli orari di punta delle cinque linee della metro di Milano.
Una novità dell’estate che si affianca al treno notturno per Reggio Calabria. E’ stato inaugurato il treno per il Salento: per quanto tempo rimane attivo il servizio, la cadenza dei treni e le fermate?
Cena a Milano e colazione in spiaggia? Inaugurato il nuovo Frecciarossa notturno per il Salento
# Da Milano con l’Alta Velocità lungo l’Adriatico
La prima corsa è partita il 21 giugno. Dopo il collegamento notturno con il Frecciarossa per Reggio Calabria anche la costa adriatica viene così servita da un treno dell’Alta Velocità: destinazione Lecce. Il servizio viene offerto con gli ETR 500, con il numero 9561 in partenza da Milano alle ore 22.45 e arrivo Lecce 07.57. C’è anche il viaggio notturno in direzione opposta: il numero 9562 in partenza dal Salento alle ore 21.05 e arrivo in Centrale alle 07.35.
# Il servizio è attivo fino a inizio settembre quasi ogni weekend
intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo
Il servizio prevede corse quasi ogni weekendfino ad inizio settembre e nello specifico in queste date:
21, 22, 28, 29 Giugno;
12, 13, 19, 20 Luglio;
02, 03, 09, 10 Agosto;
06, 07 Settembre.
Il venerdì e il sabato notte il Frecciarossa fa il percorso da Milano Centrale a Lecce Centrale, il percorso inverso il sabato e la domenica.
# Dodici fermate intermedie lungo il percorso, tra cui Brindisi, Monopoli e Ostuni
Credits outrinette82 IG – Ostuni
Lungo il percorso, in un viaggio che dura poco più di 9 ore, sono dodici le fermate intermedie sia all’andata che al ritorno: Milano Rogoredo, Parma, Reggio Emilia,
Modena, Bologna Centrale, Foggia, Barletta, Bari Centrale, Monopoli, Fasano, Ostuni e Brindisi.
Credits Andrea Cherchi - Vista Piazza del Duomo e Galleria
Una città di più di un milione di persone che è però anche la capitale della solitudine. Queste le attività da fare, secondo i milanesi che hanno risposto a una domanda sulla nostra fanpage, quando non si è in compagnia a Milano.
Si dice che l‘Esselunga di viale Papiniano sia il luogo giusto per incontrare l’anima gemella, una leggenda nata nella metà degli anni Novanta e che fa di questo supermercato uno dei punti di incontro per i single. Nel 2016 è stato persino creato un evento per apposta per agevolare gli incontri.
#2 Osservare i passanti
Credits Andrea Cherchi – Vista Piazza del Duomo e Galleria
Milano è fatta di un universo di persone, di tutte le estrazioni e le culture. Se non si sa cosa fare e si vuole trascorrere un po’ di tempo divertendosi basta sedersi su una panchina, magari dove c’è molto passaggio come Corso Vittorio Emanuele, e osservare abbigliamento e pettinature di chi cammina per strada.
“Ci si siede da qualche parte e si osservano i passanti, è un cinema” – Gianvittoria Piazzalunga
#3 Visitare i musei
Credits Andrea Cherchi – Museo del Novecento
Quando si è soli una delle cose più interessanti da fare è perdersi tra le sale dei musei e di tutti i luoghi di cultura che mette a disposizione la città: dalla Galleria d’Arte Moderna al classico Museo del Novecento, passando al nuovissimo Museo etrusco per arrivare al Mudec, il Museo delle Culture dove è presente anche l’unico ristorante tre stelle di Milano.
“Ci sono tanti di quei musei, luoghi ed eventi interessanti da poter visitare con calma e contemplazione: museo del 900, il museo di Leonardo, la Pinacoteca..” – Flavio Vallocchia
#4 Fare volontariato
operasanfrancesco IG
Fa bene agli altri e a se stessi. Fare volontariato è un modo utile di impegnare il tempo, aiutando chi ha più bisogno ed è nel pieno spirito di Milano.
“Milano è anche la capitale del volontariato…volendo si può partecipare a qualche attività” – Nadia Piccini
#5 Aperitivo vista Duomo
Credits dany_dany1108 IG – Terrazza Duomo21
Dal basso o dall’alto, seduti in un dehor o sulle terrazze della Rinascente, fare aperitivo vista Duomo contemplando le guglie e la Madonnina.
“Io al grande bar con veranda che fa sul Duomo… sorseggio qualche cosa di buono e rimiro il Duomo più bello del mondo! Ma, Milano offre tanto tanto, basta averne voglia” – Sandra Pasqualini
#6 In libreria
Credits: @òabookisalwaysagoodidea – La Feltrinelli
Toccare, annusare, scoprire le prime pagine e perdersi nella lettura di un libro, o acquistare quello che si sarebbe voluto avere da tempo in una delle tante librerie milanesi. Si può scegliere tra quelle più mainstream, come Feltrinelli e Mondadori, e quelle indipendenti.
“In centro al Duomo, in libreria Feltrinelli..” – Pino Scifo
#7 A scoprire la città come turisti
Credits Andrea Cherchi – Sulle palle del toro in Galleria
Fare il turista, lasciandosi stupire dai dettagli della città che con la fretta quotidiana non si ha il tempo di cogliere. Essendo soli si può scegliere dove andare senza dovere scendere a compromessi con qualcuno.
“In giro per la città… c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire” – Lella Guarnerio
I cinema negli anni sono poco alla volta scomparsi in città, qualcuno resiste come l’Anteo che si è addirittura ampliato, anche se sono apparsi i multisala, quasi sempre in periferia. Per chi è solo è uno dei modi per sentirsi parte di una storia, quella proiettata in sala, che sia quella di un blockbuster americano o di una commedia francese.
#9 A fare shopping
Credits: @lorenzocarrisistudio – Milano La Rinascente
Qui si vince facile, con tutta l’offerta di negozi che Milano mette a disposizione basta uscire di casa per trovare qualche spunto per un nuovo abito, un nuovo accessorio hi-tech o per la casa.
#10 A casa a guardare una serie tv
Credits mohamed_hassan-pixabay – Come guardare Netflix
Quando si è soli sembra andare per la maggiore l’abbinata copertina più serie tv. Oggi con tutte le piattaforme sul mercato c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Sinigallia, Sinigaglia o Senigallia? Tutti nomi che vengono utilizzati per chiamare lo storico mercatino delle pulci di scena ogni sabato mattina nei pressi della Darsena. L’origine del suo nome è assai curiosa.
La fiera di Sinigaglia, il più antico mercatino delle pulci di Milano: venne chiamata così per una presa in giro
La Fiera di Senigallia è il più antico mercato delle pulci di Milano. Prende il nome dall’antica fiera di Senigallia nelle Marche, nota nell’Ottocento in tutta Europa. Il motivo di questo nome è curioso.
Come spesso accade, sono stati i milanesi a soprannominare in questo modo il mercatino. L’appellativo in origine era ironico, vista la merce di poco prezzo che veniva trattata a Milano. La denominazione voleva significare di essere una “brutta copia” di quella originale, molto più prestigiosa. Ma c’era anche un significato più sensato: i barconi che ormeggiavano sulla Darsena erano esenti da dazi, come capitava nella località adriatica, allora città franca.
Tutti i sabati dalle 8:00 la fiera è lungo in Ripa di Porta Ticinese.
Pensato per rivoluzionare la mobilità cittadina tranviaria della città, questo progetto vede la creazione di una nuova linea di superficie sulla circonvallazione.
Proposta da Roberto Bressanin, l’idea è quella di trasformare la 90 e la 91 in una sorta di metropolitana su gomma.La proposta riprende in parte un progetto di alcuni anni fa di ATM. Iscriviti al canale di milano città stato su YouTubeper i video esclusivi.
Il nuovo video di Milano Città Stato di Silvia Arosio. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi.
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Quello che resta di quei tempi: le feste degli ex compagni di classe in cui le mogli possono stare tranquille.
Quando a Milano c’erano scuole solo per maschi (o solo per femmine)
Hai presente il film Compagni di Scuola di Verdone? Un gruppo di ex compagni di classe si ritrova dopo molti anni per festeggiare l’anniversario della maturità. Coppie scoppiate, amori infranti, chi non era degno di uno sguardo è diventato ricco di fascino e poi amanti, storie nascoste, insieme a scene di ordinaria disperazione. In breve, un casino. Qui si parla di tutt’altro. Delle feste degli ex compagni di classe in cui le mogli possono stare tranquille.
Nell’epoca del gender fluid è difficile immaginare la Milano che fino alla metà degli anni Ottanta aveva ancora scuole di genere: solo per maschi o solo per femmine.
Dalla prima media alla quarta ginnasio ho frequentato una scuola di soli maschi, gestita dai gesuiti: il Leone XIII. Com’era la scuola solo al maschile?
C’era molto cameratismo. Anche spinto all’estremo. Bollori ed energie in esubero adolescenziale venivano incanalati soprattutto nelle attività sportive e, in generale, in ogni forma di competizione. Ci si sfidava su tutto, la vittoria era vista come segno di predestinazione divina, un po’ come i soldi nell’antica cultura ebraica.
Non solo ci si misurava negli sport che praticavamo ma anche per quelli che si tifavano. La vittoria di uno scudetto della squadra del cuore era motivo di gloria. Tutte cose poi smussate nelle classi miste.
Altro fattore distintivo era l’interesse fantascientifico per l’altro sesso. In una scuola solo maschile, senza internet o i social, l’altro sesso veniva visto dal binocolo. Letteralmente. Il nostro binocolo era rivolto a Piazza Tommaseo dove si schiudeva l’altro mondo dei misteri, dove c’erano le Marcelline, l’equivalente del Leone XIII ma declinato interamente al femminile. Gli unici incontri, fuori dalla scuola o nelle feste, si vivevano come documentari di Quark.
Ultimo fattore distintivo erano gli insegnanti. Il professore di Lettere del Ginnasio ci aveva avvertiti: “Con l’ingresso delle femmine nulla sarà più come prima”. Una differenza erano infatti i discorsi che ci facevano gli insegnanti. Con una classe al solo maschile si potevano affrontare argomenti delicati, sulla sessualità, sui bollori adolescenziali, usando anche espressioni scurrili, da caserma, focalizzati su un pubblico maschile che difficilmente si sarebbero potuti replicare con le ragazze.
L’anno di grazia è stato l’anno scolastico 1984-85. Non solo perché è stato l’anno in cui la mia anomala squadra del cuore, l’Hellas Verona, ha vinto lo scudetto, innalzandomi alla gloria divina, ma soprattutto perché scuole maschili, come il Leone XIII, o femminili, come Marcelline o Orsoline, hanno aperto a studenti dell’altro sesso.
A partire da quell’anno iniziarono a formarsi le prime classi miste. Nei ricordi è come se la scuola fosse passata dal bianco e nero al colore. Quei bollori ed entusiasmi che venivano sublimati nello sport e in ogni forma di competizione esplosero in tutta un’altra forma, quella che regna da millenni.
Le prime, poche ragazze apparse nella prima classe del liceo avevano sostituito lo sport come principale centro di attenzione. E’ stato come passare da spettatori a protagonisti del documentario. Le prime cotte, le attese nelle pause, i primi appuntamenti fuori dalla scuola. Qualcosa che può suonare normale per chi ha sempre vissuto in una scuola mista ma che per noi erano come un viaggio di Jules Verne.
E il cambiamento si è visto anche negli insegnanti. Personaggi ruvidi che si ammorbidivano davanti a un sorriso, qualcuno faceva anche delle cosacce, così si diceva in una nuova forma di intrattenimento: il pettegolezzo.
Così, tra ricordi di Julius Cesar imparato a memoria, Friends Romans and Countrymen, di figuracce alle interrogazioni o di vittorie gloriose, ha avuto luogo la festa di reunion per i 25 anni della maturità. In certi momenti è sembrato di tornare come allora, in altri si è provato un gusto amaro tipo Compagni di Scuola di Verdone, ma con una fondamentale differenza. Era una reunion in cui le mogli potevano stare tranquille.
Prima Milano. E non è una sorpresa. Ma dopo Milano quali sono le città italiane più belle per i milanesi? Ecco la classifica completa, dalla decima alla prima posizione. Foto cover: travelphotographer
La prima sorpresa. Al decimo posto la storica rivale cittadina: anche se in decadenza, i milanesi le riconoscono almeno questo. La bellezza. Grazie alla Mole Antonelliana, a Piazza San Carlo e Piazza Castello, alla Basilica di Superga e al primo Parlamento Italiano, ma anche a Palazzo Reale con i suoi giardini e al Parco del Valentino sulle rive del Po.
#9 Siracusa
Credits piadapizzalpesto IG – Siracusa
Altra sorpresa: al nono posto per i milanesi c’è questo gioiellino della Sicilia. Famosa per la sua ricca eredità greca e romana, fu fondata nel 734 a.C. proprio dai Greci, che si ritrova nei suoi lasciti come il Parco Archeologico della Neapolis e il Teatro Greco. Tra le altre bellezze da scoprire ci sono l‘Orecchio di Dionisio e l’isola di Ortigia, il cuore storico della cittadine con le sue stradine pittoresche, la Cattedrale edificata su un antico tempio greco, e la Fonte Aretusa.
#8 Siena
Ph. Anastasia Borisova (Pixabay)
La città del palio. Ma non solo. Tra le meraviglie di Siena c’è Piazza del Campo, una delle piazze medievali più belle d’Europa con la caratteristica forma a conchiglia e dove due volte all’anno si tiene la corsa di cavalli, il Duomo, una stupenda cattedrale gotica con statue di Michelangelo al suo interno, il Palazzo delle Papesse di epoca rinascimentale o l’Orto de’ Pecci, un incantevole parco pubblico a pochi passi da Piazza del Campo. Oltre alle contrade che colorano le vie della città.
Una città da sempre molto cara ai milanesi. Una storia ricca e complessa, influenzata da diverse culture, tra cui quella austriaca, slovena e italiana, e con un centro storico caratterizzato da eleganti palazzi neoclassici e caffè storici. Affacciata sul mare e vegliata dall’alto dal magnifico Castello di Miramare, vede in scena ogni anno la Barcolada, la regata più grande del mondo.
Sesta piazza per il capoluogo ligure. L’ex storica Repubblica marinara, con il suo porto ancora oggi tra i più importanti in Europa, si fa apprezzare per il suo labirintico centro storico medievale, i maestosi Palazzi dei Rolli e l’Acquario, uno dei più grandi d’Europa. Da vedere il Porto Antico con negozi, ristoranti e attrazioni turistiche come il Bigo, un ascensore panoramico con una vista spettacolare sulla città e sul mare, e il pittoresco borgo marinaro con case colorate di Boccadasse.
#5 Palermo
Credits Sammy-Sander-pixabay – Cattedrale Palermo
In quinta posizione la regina della Sicilia. Ricco di storia, cultura e tradizioni, il capoluogo della regione più grande d’Italia è conosciuto per la sua architettura composta da un mix di stili arabo-normanno, barocco e gotico. Tra le attrazioni più importanti da vedere ci sono la Cattedrale, il Palazzo dei Normanni con la Cappella Palatina, il Teatro Massimo, il più grande d’Italia, e il colorato mercato di Ballarò.
#4 Firenze
Credits Azamat Esmurziyev-unsplash – Firenze
I milanesi mettono al quarto posto una delle classiche mete turistiche internazionali: Firenze. Il cuore del Rinascimento italiano, un tesoro di arte e cultura, con palazzi storici, musei e giardini. Tra i monumenti e gli edifici imperdibili il Duomo con la sua cupola di Brunelleschi, Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio, la Galleria degli Uffizi con la Venere del Botticelli o la Galleria dell’Accademia con il David di Michelangelo. Per una passeggiata suggestiva immancabile il Ponte Vecchio che collega le due sponde dell’Arno.
#3 Napoli
Credits danilo-d-agostino-unsplash – Napoli
Bando alle ciance dei luoghi comuni: per i milanesi la terza città più bella è Napoli. Un centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, con monumenti come il Duomo, Castel dell’Ovo e il Maschio Angioino, ma anche la Galleria che ricorda quella tra il Duomo e la Scala a Milano. Dal Vomero a Spaccanapoli, dal Vesuvio a Piazza del Plebiscito, dalla via San Gregorio Armeno, famosa per i suoi presepi, alla Napoli sotterranea. Adagiata sull’omonimo golfo, da cui si possono ammirare le isole di Capri e Ischia, è tra le città preferite dai milanesi.
#2 Venezia
Credits LunarSeaArt-pixabay – Gondola a Venezia
La città degli innamorati si prende la medaglia d’argento. Venezia, città unica al mondo costruita su più di 100 isole nella Laguna Veneta, è famosa per i suoi canali romantici. Visitabile solo a piedi tra le strette calle o in barca, meglio ancora se in gondola, è un museo a cielo aperto: i palazzi affacciati sul Canal Grande, attraversato da ponti come il celebre Ponte di Rialto,Piazza San Marco con la sua omonima basilica e Palazzo Ducale. Tra i luoghi di cultura è presente uno dei quattro musei Peggy Guggenheim al mondo.
#1 Roma
Mike_68-pixabay – Roma
La sorpresa più grande. Molti milanesi la criticano, la guardano con sospetto, vorrebbero strapparle lo scettro da capitale, ma poi sotto sotto tutti le riconoscono questo. Che è la più bella di tutte. Un plebiscito. Gli aggettivi si sprecano per la città che molti definiscono la più bella del mondo. Oltre 2.500 anni di storia e un fascino immutato dato dai suoi iconici monumenti nel suo centro storico Patrimonio dell’UNESCO: i Fori Imperiali, il Colosseo, il Pantheon e la Fontana di Trevi. Per non parlare di Piazza di Spagna con la Scalinata di Trinità dei Monti, Piazza Navona con le sue chiese e fontane, Villa Borghese e i vivaci quartieri popolari come Trastevere e Testaccio. Per chiudere il cupolone di San Pietro, uno dei simboli di Roma anche se nel territorio dello Stato della Città del Vaticano.
Alcuni dicono che se la smettesse di essere la Capitale, sarebbe anche meglio. Ma questa è un’altra storia.
E’ stato stipulato un accordo tra RFI e Nevomo per realizzare un treno a levitazione magnetica in grado di viaggiare sulle rotaie già esistenti al doppio della velocità. Il primo passo previsto è quello di un progetto pilota in Italia. Il punto sulla tecnologia e in quale circuito dovrebbe essere testato nel nostro Paese.
I treni a lievitazione magnetica su rotaie in arrivo anche in Italia? Il punto sul progetto
# I treni a levitazione magnetica
Credits: milanoevents.it – Hyperloop
I treni a levitazione magnetica non sono una novità. Si è infatti spesso parlato del famoso progetto di Hyperloop, il treno superveloce a levitazione magnetica che promette di viaggiare fino a 1.200 km/h e che ha già ottenuto degli ottimi risultati nei primi test negli Stati Uniti, anche se alcuni progetti, come Hyperloop One, hanno chiuso.
La promessa è comunque che Hyperloop arrivi anche nel nostro Paese, tra le tratte ipotizzate la Milano-Roma in soli 30 minuti o la Milano Cadorna – Malpensa in 10 minuti, un progetto in realtà sparito dai radar. Prosegue invece in Veneto il progetto Hyper transfer, con l’obiettivo di prototipazione e realizzazione di un test-track di 10 km finalizzato a sperimentare sul campo, la tecnologia e ottenere la certificazione del sistema.
Ma come funziona l’Hyperloop? Questa tecnologia di trasporto ad alta velocità per passeggeri e merci utilizza treni che viaggiano attraverso tubi a bassa pressione magnetica all’interno di ampi tubi sottovuoto.
Il progetto richiede la costruzione di un’infrastruttura estesa di tunnel, un’impresa complessa e lenta, specialmente in un paese come l’Italia. E se ci fosse un modo per eliminare la necessità di costruire tunnel e far viaggiare i treni a levitazione su binari?
# L’accordo tra RFI e Nevomo: velocità doppia usando i binari esistenti
Credit: ferrovie.info
Per esplorare le potenzialità e la fattibilità di questo sistema di trasporto, il 18 giugno 2021 è stato siglato un Memorandum of Understanding da Vera Fiorani, Amministratrice Delegata e Direttrice Generale di RFI, azienda pubblica partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, e Przemyslaw Paczek, CEO della società tecnologica polacco-svizzera Nevomo.
Il progetto ha l’obiettivo di analizzare e verificare la possibilità di un’importante evoluzione per i treni a levitazione magnetica: permettere loro di viaggiare a una velocità quasi doppia rispetto a quella attuale, senza modificare le principali caratteristiche delle linee ferroviarie esistenti.
# Come funziona Magrail
Credit: @nevomo_tech
Questo nuovo sistema utilizzerà la tecnologia Magrail, un metodo di levitazione magnetica passiva che permette di operare su binari ferroviari esistenti a velocità fino a 550 km/h. Consentirebbe l’uso della stessa linea sia da parte dei treni convenzionali che dai nuovi veicoli a levitazione magnetica, i quali potrebbero raggiungere velocità superiori del 75% rispetto ai treni attuali.
Inoltre, la stessa tecnologia può essere impiegata per incrementare la velocità fino a 1.000 km/h in tunnel a bassa pressione e fino a 1.200 km/h su binari dedicati.
# Il primo progetto pilota sull’anello ferroviario di 6 km a Bologna
Credit: hwupgrade.it
L’obiettivo delle due aziende è avviare lo studio di fattibilità e chiedere un finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un progetto pilota Magrail sul circuito di prova di proprietà di RFI a Bologna San Donato e per sostenere la costruzione di una carrozza in proporzioni 1:1. Il tracciato dedicato a prove e collaudi di materiale rotabile è un anello di 6 km dalla Tangenziale fino al territorio comunale di Castenaso.
innovando.it – Anello ferroviario Bologna
In caso di un esito positivo per lo studio, il circuito sarà poi utilizzato per i processi di certificazione e omologazione necessari per consentire l’implementazione commerciale della tecnologia.
# Positivi i test in Polonia
innovando.it – Test Nevomo
Nell’attesa che il progetto pilota arrivi in Italia sono stati eseguiti dei test, andati a buon fine, su un tratto di oltre 720 metri del circuito di prova a Nowa Sarzyna nel Voivodato della Precarpazia, in Polonia. Il veicolo testato, dal peso di 2 tonnellate e lungo 6 metri, ha raggiunto la velocità di 135 km/h, utilizzando la levitazione e mantenendosi stabilmente su un binario tradizionale e ha accelerato fino a 100 km/h in 11 secondi.
Uno dei momenti simbolo di Milano. Non tutti sanno che rappresenta una storica presa in giro. Che ha divertito molto i milanesi dell’Ottocento. Foto cover: Andrea Cherchi
L’Arco della Pace, una delle più grandi prese in giro della storia
# Nato per celebrare la vittoria di Napoleone contro gli austriaci (e i loro alleati)
L’Arco della Pace
In origine fu eretto da Napoleone per celebrare le sue vittorie. Si chiamava infatti “Arco della Vittoria”: la vittoria era quella dei francesi nella battaglia di Jena contro le potenze dell’Ancien Regime. Tra cui c’erano anche gli austriaci che quella scoppola se la sono legata al dito. Come vedremo. Ma torniamo all’arco più celebre di Milano.
# Nato per celebrare il trionfo di Napoleone
rotaty club Milano – Napoleone a Milano
Il monumento era quasi completato quando è accaduto un fatto che non era un dettaglio: la caduta di Napoleone. A quel punto l’opera venne abbandonata. Ma dopo il loro ritorno in città, gli austriaci decisero di completare il monumento, ma cambiandone il significato. Invece che alla Vittoria fu intitolato alla Pace. La pace era quella di Vienna che aveva sancito la sconfitta di Napoleone e la ripresa dei territori da parte degli Asburgo. Ma gli austriaci che se l’erano legata al dito decisero di non fermarsi qui. E di aggiungere un tocco di classe.
# La famosa giravolta
Gli austriaci decisero di non limitarsi all’inversione del significato del monumento: da simbolo di guerra a simbolo di pace. Ma di apportare un’altra inversione.
Il tocco di classe fu giraredi 180 gradi i cavalli: così da rivolgere il loro fondoschiena verso la Francia, che si protende oltre l’orizzonte di Corso Sempione. Neppure allora dai milanesi i francesi erano molto amati e questo gesto scatenò l’ilarità dei cittadini che per una volta ingoiarono il rospo dell’occupazione asburgica.
# Le “correzioni” dei piemontesi
Credits Andrea Cherchi – Arco delle Pace
Secondo Ernest Hemingway l’Arco della Pace sarebbe allineato con l’Arco di Trionfo del Carrousel e l’Arco di Trionfo dell’Étoile di Parigi.
Un’altra curiosità: nel breve interregno in cui Milano, liberata dagli Asburgo con le cinque giornate, passò al Piemonte, furono apportate al monumento delle nuove epigrafi dedicatorie poste sulla sommità degli archi:
«Entrando coll’armi gloriose / Napoleone III e Vittorio Emanuele II liberatori / Milano esultante cancellò da questi marmi / le impronte servili / e vi scrisse l’indipendenza d’Italia / MDCCCLIX»
«Alle speranze del Regno Italico / auspice Napoleone I / i Milanesi dedicarono l’anno MDCCCVII / e francati da servitù / felicemente restituirono / MDCCCLIX»
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Pronti, partenza, via! Anzi no. Sembrava troppo bello per essere vero, ma il progetto infinito per realizzare il tratto di preferenziale per la 90/91 in zona Lotto è di nuovo fermo. L’annuncio di avvio cantieri fatto in primavera è stato disatteso. Vediamo quale potrebbe essere la prima data utile e i dettagli del tracciato.
# Un nuovo stop al cantiere per la preferenziale della 90/91 in zona Lotto
Preferenziale 90-91
Il 10 gennaio 2024 l’Assessore alla Mobilità, Arianna Censi, aveva dato l’annuncio durante il Consiglio Comunale dell’avvio del cantiere per la realizzazione del tratto di preferenziale mancante per la 90/91 in zona Lotto. Aggiudicata la gara e firmato l’appalto, i primi operai erano attesi nel mese di aprile. I lavori non sono però partiti e un’opera attesa da oltre 10 anni, si è fermata prima ancora di cominciare. Ma cosa prevede il progetto?
L’intervento interessa un tracciato di poco meno di 1 km tra Piazzale Zavattari e Piazza Stuparich, comprende Viale Migliara e Viale Enrico Elia, che oggi è nel più totale degrado.
Rendering preferenziale 90-91
Nel dettaglio sono previsti:
lavori su tre rotonde, di cui due da realizzare ex novo;
2.300 metri quadrati di verde permeabile;
240 alberi;
un anello ciclabile bidirezionale perimetrale;
una coppia di piste ciclabili monodirezionali;
una corsia riservata;
circa 11 mila mQ di aree pedonali;
rifacimento sistema fognario.
L’investimento è di 23,4 milioni di euro, di cui 3,5 da fondi Pinqua, 9 dal ministero Infrastrutture e il resto a carico del Comune di Milano, mentre la durata dei lavori è stata stimata in circa 3 anni.
Tra i motivi dell’ennesimo rinvio dei cantieri, come riporta l’edizione milanese di Repubblica, stop burocratici, autorizzazioni da ottenere e interlocuzioni con i commercianti. Questi ultimi in particolare sono preoccupati per l’impossibilità di attraversare in auto piazza Stuparich per raggiungere via Albani e della deviazione del bus 68, oggi a servizio proprio della via dove sono presenti diversi negozi, verso via Diomede. Salvo ulteriori intoppi il prossimo mese utile potrebbe essere quello di luglio. Sarà così?
Era il 1967. Un anno magico, soprattutto d’estate, soprattutto a San Francisco. Quell’estate è diventata leggendaria come la Summer of Love, l’estate dell’amore, quando migliaia di giorni scelsero la città della California per vivere all’insegna della libertà, della pace e del piacere dei sensi. C’è tanta voglia di rivivere quelle atmosfere. Pochi sanno che immersi tra le colline o le montagne, oppure in riva al mare, ci sono alcuni piccoli borghi ritrovo di artisti, musicisti, poeti e hippie. Scopriamo dove si trovano.
La nuova Summer of Love in Italia? I bellissimi borghi dei figli dei fiori
#1 Bienno, famoso per le sue fucine e i vicoli pittoreschi
Credits katyamangano IG – Bienno
Paesino della Val Camonica di circa 3.600 abitanti, Biennoè un “agglomerato pittoresco di pietre e tegole” immerso nel verde della Val Grigna. Situato a 450 metri s.l.m. sulla cima di una collina circondata dalle vette della Concarena e della Presolana, il borgo, tra i più belli d’Italia, si sviluppa sulla maglia geometrica di un’antica fondazione romana. Famoso per le sue fucine, è anche un museo a cielo aperto con le sue chiese affrescate, vicoletti pittoreschi e fantastici panorami.
#2 Arcumeggia, il borgo dipinto in provincia di Varese
Credits elenacassella_ IG – Arcumeggia
Arcumeggia, progressivamente abbandonata dopo la Seconda Guerra Mondiale, è una piccola frazione del comune di Casalzuigno in provincia di Varese. Nel 1956 l’Ente Provinciale per il Turismo decise di trasformarla nel borgo dipinto che oggi conosciamo, con quadri e raffigurazioni dipinte sui muri delle abitazioni.
#3 Bussana Vecchia, il villaggio degli artisti
Credits delbourgb IG – Bussana Vecchia
Bussana Vecchia è una splendida frazione del comune di Sanremo. Si trova a 200 metri d’altezza e dopo essere stata abbandonata per circa 60 anni a causa di un terremoto è rinata grazie agli artisti. Oggi è una comunità internazionale di artisti, dotata di uno statuto, un vero e proprio covo di menti creative e che si auto-definisce villaggio degli artisti.
#4 Valloria, il borgo delle porte decorate
Credits cristinagrecchi67 IG – Valloria
Rimanendo in provincia di Imperia c’è Valloria, una piccola frazione di 34 abitanti nel comune di Prelà. Conosciuta per la sua arte di decorare porte, sono in totale più di 150 i portoni affrescati nelle case dei residenti.
#5 Dozza, il borgo dipinto dell’Emilia Romagna
Credits: @ferrara_eventi Dozza
Dozza è soprannominato il borgo dipinto dell’Emilia Romagna. Questo piccolo gioiellino sulle colline bolognesi, inserito nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”, sembra davvero un borgo delle fiabe: i muri, le arcate delle porte, i balconi, attorno alle finestre sorgono oltre 90 murales e 200 storie raccontate.
#6 Cervara di Roma, il paese scolpito nella roccia o paese degli artisti
Credits batpax70 IG – Cervara di Roma
Cervara di Roma, quasi al confine con l’Abruzzo, è conosciuto per essere il paese scolpito nella roccia e il paese degli artisti. Tra le viuzze del borgo si trovano infatti forme umane scolpite nella pietra, figure e ritratti sulla roccia calcarea e sulle pareti delle case.
#7 Calcata Vecchia, il borgo hippy nel cuore della Tuscia
Credits arastet_st IG – Borgo Calcata
Calcata Vecchia, nella meravigliosa cornice della Tuscia in cima a uno sperone di tufo, è un piccola frazione dove arte e magia si mescolano. Abbandonato dai suoi abitanti, dagli anni 60 è diventato la casa di tantissimi hippy e artisti: pittori, artigiani, architetti e scultori vivono qui alcuni periodi dell’anno per ritrovare un contatto idilliaco con la natura e l’ambiente e dare sfogo alla loro creatività.
Sulla costa calabrase troviamo Diamante, un piccolo paese famoso anche per essere la “città dei murales”. Sui muri delle sue abitazioni ne sono stati dipinti oltre 70, dal 1981 ad oggi, grazie all’opera di artisti provenienti da ogni parte del mondo.
#9 Orgosolo, il borgo sardo con murales dalla connotazione politica
Credits ghirotasbiro IG – Orgosolo
Orgosolo è un vero borgo dei murales nel cuore della Sardegna, dove i murales hanno una forte connotazione politica. Risalenti in parte alla fine degli anni Sessanta, i dipinti raccontano infatti l’impegno dei pastori nella difesa delle loro terre, la vita quotidiana nella Barbagia e inneggiano alla pace tra i popoli.
#10 Valle della Luna, con grotte dalle forme stravaganti abitate da una comunità di hippy
Credits fabripepeyzampa IG – Valle della Luna
Rimanendo in Sardegna troviamo la Valle della Luna nel promontorio di Capo Testa, una valle che degrada fino al mare incastonata tra due costoni granitici. Oltre alle meravigliose calette dalle acque turchesi, le rocce rosate e il verde della macchia mediterranea esibisce un paesaggio lunare dalla bellezza primordiale. L’erosione millenaria ha creato grotte dalle forme stravaganti, divenute dimore di una comunità di hippy dalla fine degli anni ’70 del ‘900. A testimoniare la presenza di questa comunità, che qui vive tutto l’anno, ci sono segnali, graffiti e dipinti di vario genere.
In tutte le città del mondo esistono quartieri e zone che si caratterizzano per qualcosa. A Londra c’è Notting Hill, a Parigi Montmartre, a Berlino il Mitte, a Madrid La Latina. A Milano ci sono Brera, Isola, NoLO, San Siro e Città Studi. Insomma ogni quartiere, che sia italiano o estero, ha le sue caratteristiche che lo rendono unico e affascinante. A Milano c’è anche un “sotto-quartiere” che forse dovrebbe avere una maggiore fama. Andiamo a scoprirlo.
Il “Quartiere nel quartiere”: il punto di rottura di Milano
E’ raro che all’interno di un quartiere ci sia un sotto-quartiere. Una porzione di terra che in passato era stato oggetto di studio e di riqualificazione, una zona su cui si puntava molto, dove si è anche riuscito a realizzare qualcosa, ma che col tempo non ha mantenuto salde le proprie aspettative.
# La nascita: un “Punto di rottura” negli anni venti
Credits: pinterest.com quartiere fabio filzi Milano
Siamo in pieno ventennio, l’Istituto Fascista Case Popolari (Ifacp) promulga un progetto allo scopo di provvedere alla costruzione di alloggi popolari ed economici da destinare alle categorie operaie e/o alle piccole classi medie. Un progetto che viene espanso a tutto il territorio italiano e a Milano gli architetti Franco Albini, Renato Camus e Giancarlo Palanti presentano tre progetti, tra cui troviamo quello sul Fabio Filzi, che risulterà infine vincitore del bando e che ancora oggi è visibile in via Illirico (Città Studi). Il progetto, all’epoca, venne visto come un punto di rottura con i vecchi schemi edilizi, quasi un superamento dell’arte razionalista tanto in voga in quel periodo.
# Il quartiere? 5 edifici accostati molto simili tra loro
Credits: ordinearchitetti.mi.it progetto quartiere Fabio Filzi
Gli architetti disegnarono un progetto che prevedeva la costruzione di edifici ordinati in schiere parallele, dove igiene, semplicità geometrica e risparmio sono i principi fondamentali. Il quartiere è costituito dall’accostamento di cinque palazzi molto simili tra di loro, dove all’interno sono previsti alloggi che variano dai 25 ai 55 metri quadri, tutti forniti di blocco bagno-cucinotto aperto sul soggiorno, che può fungere da sala da pranzo e da disimpegno fra le stanze. Un progetto che risultò molto all’avanguardia al tempo. Ovviamente siamo in una dittatura e quindi il regime impone agli architetti di dare ai palazzi un’impronta razionalista (che è la prima cosa che salta all’occhio passando da quelle parti).
# Gli anni successivi
Credits: liminarivista.it set Rocco e i suoi fratelli
L’Italia, durante la guerra, subisce diversi bombardamenti che la distruggono. Quando il conflitto termina c’è una grande voglia di rinascita: bisogna ricostruire, bisogna tornare a vivere e piano piano si torna alla normalità e si arriva agli anni Sessanta, protagonisti di un vero miracolo italiano, protagonisti di una rinascita e di un’identità italiana di cui andare fieri e orgogliosi. Ripartono le attività, le fabbriche, i negozi, l’arte e il milanese Luchino Visconti inizia a girare il celebre film “Rocco e i suoi fratelli” con un immenso Alain Delon, un film che viene girato principalmente a Milano e in particolar modo alcune scene si svolgono proprio nel quartiere Fabio Filzi. A oggi quella pellicola è una testimonianza fondamentale per vedere com’era Milano negli anni Sessanta.
Le case realizzate tra il 1935 e il 1938 e che costituiscono il quartiere Fabio Filzi sono ancora lì, all’apparenza intatte. I suoi ingressi sono rimasti quelli storici in via Birago, viale Argonne e via Illirico e, a parte qualche piccolo intervento di ristrutturazione, non ha subito importanti stravolgimenti. La sua storia è rimasta intatta e continua a mantenere custoditi i suoi ricordi e il suo passato. Diverse critiche sono arrivate dai condomini che si sono lamentati all’ALER e al Comune di aver abbandonato il quartiere e di non averlo valorizzato come “reperto storico”.
Un passato e una storia non devono essere relegati a una semplice targhetta gialla affissa dal lato Illirico.
Tanta pioggia, nel mese di giugno. E il sole si è visto ben poco. I primi dati arrivano dal vicino Canton Ticino, come riportato da Ticino Online. Foto cover: horacio30
«A giugno dimezzate le ore di sole»: primi dati di una primavera da “glaciazione”
Ph. Pexels
# Dati da brividi
Sembrava ieri quando di questi tempi si gridava alla siccità e al riscaldamento del clima. Ma questa primavera si sta rivelando l’esatto contrario di quella che pareva una tendenza consolidata. Anzi. Dopo un maggio da record per le precipitazioni, giugno sta facendo anche peggio. Non solo pioggia. E’ proprio il sole a non farsi più vedere. I primi dati dal Meteo Svizzera sul Canton Ticino sono da brividi: le ore di sole si sono dimezzate rispetto alla media. Roba che neanche a febbraio in Norvegia.
# Maggio e Giugno al “buio”
«Effettivamente, stando ai dati raccolti fino al 23 giugno, questo mese le ore di sole nel Canton Ticino sono state circa la metà rispetto alla media di giugno del trentennio 1991-2020», conferma a Tio/20Minuti Stefano Zanini di MeteoSvizzera. E il dato si aggiunge a un maggio già da record, quando «Il soleggiamento ha raggiunto, a seconda delle zone, tra il 50 e il 65% rispetto alla media».
# «Ci eravamo abituati ad altro»
«Ci eravamo abituati ad altro» commenta Zanini, aggiungendo che i numeri parlano chiaro: «Il clima ha una variabilità, non tutti gli anni le stagioni sono le stesse», commenta però Zanini. «Quello che si può dire è che abbiamo avuto un 2023 secco, e un 2022 ancora più secco. Ci eravamo quindi quasi abituati a questa tendenza, e quest’anno stiamo attraversando un periodo molto umido e instabile».
Ma perché sta piovendo così tanto? «Non è facile individuare una causa specifica», premette l’esperto, «ma abbiamo avuto ripetute situazioni di sbarramento da sud, ovvero correnti umide da sud che si scontrano con le Alpi. Questo fenomeno ha portato abbondanti precipitazioni».
# Anche per luglio ci vuole l’ombrello
Luglio è alle porte, ma le premesse non sono buone. «Prosegue la tendenza all’instabilità, anche se in un contesto decisamente più caldo», spiega sempre Zanini che prevede un fine settimane con temperature che dovrebbero avvicinarsi ai trenta gradi. Ma non per molto. Per quanto riguarda invece l’inizio della prossima settimana «potrebbe esserci un nuovo passaggio perturbato. L’anticiclone che porta tempo stabile al momento non si vede ancora».
Il locale migliore per fare aperitivo a Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi sulla nostra fanpage. Questi i risultati espressi dai nostri lettori superintenditori: come cambiano i risultati rispetto all’edizione 2023? Spoiler: al primo posto c’è sempre lui. Foto cover: @hallemardahl IG
Svetta nelle classifiche internazionali dei migliori bar da cocktail del mondo ma rispetto allo scorso anno scende di otto posizioni, restando comunque nella top 10. Ambiente rustico, cocktail insuperabili, ma molto piccolo, difficile trovare posto: forse questo lo penalizza.
Indirizzo: Viale Piave 1 (Porta Venezia – Municipio 3)
#9 Terrazza Triennale (New Entry)
Terrazza Triennale
La prima new entry rispetto al 2023 è Terrazza Triennale. Passata alla gestione di Compass Group Italia nel 2023, la proposta gastronomica è sempre curata da Tommaso Arrigoni, una stella Michelin con il suo ristorante Innocenti Evasioni di Milano. La novità per il 2024 sono le “meneghinas” servite all’aperitivo, delle tapas in salsa milanese fatte con il panettone.
Entra tra i primi 10 anche un’istituzione per gli appassionati della vita notturna, il locale iconico della Milano da bere, situato tra Brera e Corso Como. Il suo nome richiama il generale austriaco Radetzky, che fu governatore del Lombardo-Veneto per lungo tempo, sconfitto e costretto alla ritirata insieme all’esercito austriaco durante le “Cinque giornate di Milano”. Un grande vantaggio è godersi lo struscio lungo corso Garibaldi in una posizione strategica tra Largo La Foppa e i grattacieli di Porta Nuova.
Indirizzo: Corso Garibaldi, 105
#7 Cantine Isola (New Entry)
Credits: scattidigursto.it – Cantine Isola
Nel cuore di Chinatown si trova un altro storico indirizzo degli amanti degli aperitivi: Cantine Isola, che si prende la settimana posizione. Un locale rinomato per l’ampia varietà di vini che offre, una bottega storica aperta dal 1896, il luogo ideale per stappare bottiglie rare e gustare un calice di vino. Inoltre, è perfetta per l’aperitivo, con una selezione di cicheti in stile veneziano che vanno dal tradizionale mezzo uovo sodo ai crostini conditi con funghi o pomodori secchi.
Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 30
#6 Gattullo (New Entry)
esperi.amo IG – Gattullo
Un 2024 che sembra un ritorno al futuro con diversi indirizzi storici che entrano nella top 10. Tra i più storici c’è lui: il bar-pasticceria Gattullo. Inaugurato negli anni ’60, è diventato nel corso di oltre cinquant’anni un punto di riferimento per persone di ogni tipo, dai celebri agli sconosciuti, artisti e sportivi, fino agli abitanti del quartiere e agli studenti della vicina Università Bocconi. Mantiene intatto il fascino dei tradizionali bar milanesi, con le pareti, il bancone e l’arredamento in legno, e seduti ai tavolini si può gustare un aperitivo coi fiocchi.
Indirizzo: Piazzale di Porta Lodovica, 2
#5 Gin Rosa (new Entry)
Credits: @soup_opera – ginrosa
Stesso discorso del precedente. Locale della Milano degli altri tempi, originariamente aperto come bottigliera nel 1820 a San Babila, è uno dei bar più antichi di Milano. Qui non si può che fare aperitivo con il famoso bitter rosa e profumato che ne ispira il nome, creato da una nobildonna piemontese. Lo stile e la cortesia del personale, sia al bancone che alla cassa, evocano la Milano di un tempo.
Indirizzo: Galleria San Babila
#4 Section80Bar (New Entry)
section80.bar IG
Tra le novità dell’anno e subito nelle prime posizioni tra i locali che offrono gli aperitivi migliori di Milano. Section80Bar è il nuovo locale nato dall’omonima casa di produzione milanese, dalla doppia anima. Uno spazio aperto alla creatività, dove leggere libri, guardare proiezioni tematiche e ascoltare musica che dalle 18.30 si trasforma in luogo dove fare aperitivo accompagnato da piccoli snack, scegliendo da una carta vini con 40 etichette di piccoli e medi produttori.
Indirizzo: via Carlo Farini, 44
#3 Bar Magenta (New Entry)
Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta
La più alta new entry dell’anno è un altro luogo quasi leggendario per le serate di Milano. Il Bar Magenta, aperto da quasi 100 anni, dal 1907 per la precisione. Dai bancone retrò, secondo il parere dei milanesi, preparano l’aperitivo tra i più spettacolari di Milano, dai classici cocktail a quelli più sofisticati.
Indirizzo: via Giosue Carducci, 13
#2 Il Camparino (+6 posizioni)
credits: IG @camparinoingalleria
Il Camparino in Galleria si prende la seconda posizione, scalandone sei rispetto alla classifica precedente e insidiando la numero uno. Spicca per la sua location scenografica e conserva tutta l’allure dei bar di un tempo. Famoso per il suo aperitivo con l’inconfondibile cocktail dal colore rosso, il Campari, tra i conosciuti al mondo e nato proprio tra le mura del locale affacciato su Duomo e Galleria nel 1860.
Al primo posto c’è sempre lui. Per il secondo anno di fila svetta in classifica, una certezza per la zona di Porta Vittoria e non solo. Il luogo dove è nato il Negroni Sbagliato, e tutte le sere è affollato di gente fino sulla strada.
Quando dobbiamo spostarci da una parte all’altra di Milano, tendiamo a valutare esclusivamente i percorsi in metropolitana o con i mezzi di superficie. Perché non considerare il passante? Il passante è un’infrastruttura ferroviaria che attraversa la città da Nord-Ovest a Sud-Est e talvolta è anche più rapido della metro. In questo video cerchiamo di dimostrarvelo.
Milano è considerata universalmente come una città elegante, raffinata. Abbiamo chiesto ai milanesi di dirci quali sono le cose più eleganti che ci sono a Milano. Queste sono risultate le 10 superstar.
Milano è super-posh: queste sono le 10 cose più eleganti (secondo i milanesi)
# Galleria Vittorio Emanuele quando è deserta
Credits Andrea Cherchi – Interno Galleria
“La galleria di notte, quando è illuminata e non c’è nessuno“, scrive Andrea Rota. Quando il “salotto buono” di Milano è deserto lo si può godere in tutta la sua raffinatezza. Lo sapevate che quando fu inaugurata fu la prima galleria coperta commerciale d’Europa?
# Il duomo di notte
Credits: @andreacherchi_foto – Duomo illuminato
Con il calar delle tenebre la cattedrale gotica più grande del mondo diventa anche la più elegante. E’ anche una canzone, stupenda, di Alberto Fortis. Piroette di sabbia e le guglie del Duomo Differenza tra pietra e le voglie di un uomo Che ha per vita una gabbia
# I vecchi tram
Credits Andrea Cherchi – Tram fermo
Il fascino dei mitici tram 28 o Carrelli, con sedute e porte in legno, portalampade originali sono l’emblema dell’eleganza in movimento. Lo sapevate che il 28 è anche il più vecchio tram ancora in attività del mondo?
# I milanesi che vanno al lavoro
Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano
“Le persone eleganti che vanno a lavorare. Perché i milanesi sono eleganti anche a lavoro.”, dice Livio Severino. Uno stile inconfondibile. Una volta a Berlino un barista vedendomi con l’abito elegante mi ha chiesto: “ti vesti così perché hai bisogno di soldi?”.
# La zona Magenta
Foto redazione – Piazza Tommaseo
Forse la zona più elegante di Milano. Da Quinto Alpini a piazza Tommaseo, passando per via Venti Settembre e le sue meravigliose ville liberty, camminare tra le sue strade vuol dire rimanere stupiti ad ogni passo.
Non da meno è la zona di Porta Venezia, dove spicca lo stile Liberty, ma nono solo. Ci sono anche edifici in stile neoclassico, eclettico e rinascimentale. Il meglio lo è esprime Corso Venezia e le sue vie traverse.
Per chi viene da fuori è Via Montenapoleone. Ma per i milanesi la via più elegantedel Quadrilatero della Moda è lei. Da via Manzoni a via Bagutta, si fa riconoscere per la pietra al posto dell’asfalto, per le sua larghezza ridotta a renderla intima ai passanti e le sue boutique
# Il Teatro alla Scala
Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Teatro alla Scala
Non poteva mancare il Teatro alla Scala, il più importante teatro dell’opera al mondo, con il suo stile sobrio ed elegante all’esterno, sfarzoso all’interno.
# L’ “allure” che si respira
Foto Alessandro Kerze Man – MFW Milano 2024
Lasciamolo spiegare ad Andreina Sbarretti: “L’allure” che vi si respira e che ti cattura. Sei a Milano e sai che dire Milano non è soltanto dire il nome proprio di una città, ma è aprire un mondo: città dinamica, moderna, proiettata verso l’Europa, moda, opportunità.
Tralascio arte e cultura perché sono proprie anche di altre città, ma non avendo esse tutto il resto appena menzionato, non sortiscono lo stesso effetto, non ti incutono la stessa soggezione verso una tangibile eleganza che subito si nota e percepisce, ma che, eppure, non indispone o infastidisce, anzi, ti invoglia a farla propria, a imparare da essa.
Quando sono a Milano, più che in un altro posto, sento forte il desiderio di presentarmi al meglio, di tenere il tono della voce basso e mi sento immediatamente cittadina del mondo, magicamente proiettata oltre “quell’ermo colle che il guardo esclude”, qualunque sia il luogo da cui provengo.”
# Giorgio Armani
Credits: notizie.it – Giorgio Armani
Re Giorgio rappresenta l’essenza dell’eleganza. Per il suo stile e per i suoi abiti, che si sposano perfettamente con l’anima della città. Celebre la sua frase sul tema: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”. E in questo Milano e Armani sono maestri.
Un lavoro di ricerca lungo alcuni anni ha prodotto un elenco di 90 piazze di Milano. Accomunate da uno stesso particolare: sono senza un nome. Vediamo nel dettaglio quanto pubblicato da Urbanfile.
Un lavoro durato diversi anni quello di Roberto Arsuffi, e alcuni suoi colleghi, pubblicato su Urbanfile. Prendendo la mappa del Comune di Milano e facendo una verifica di tutti gli slarghi, spiazzi o piazzette senza nome hanno individuato almeno 90 potenziali piazze a cui assegnare un nome in città. Palazzo Marino propende più per intitolare giardini e aiuole, forse per evitare di dover modificare gli indirizzi dei residenti, con tutte le conseguenze del caso.
Vediamo quindi quali sono le piazze, ognuna individuabile con il numero della mappa.
# Quattro nel centro storico
Urbanfile – Rendering suggestione di trasformazione piazzetta Via Larga, oggi parcheggio per auto
Nel centro storico potrebbero essere quattro le aree indiziate per avere un nome:
una piazzetta tra via Larga, via Sant’Antonio e Via Bergamini;
lo slargo tra via Larga, via Albricci e via Pantano;
l’incrocio tra via Lanzone, via Orazio, via Francesco Novati e via S. Pio V.
via Morozzo della Rocca
# Sette tra i quartieri di Porta Genova e Porta Vercellina
Maps – Via Solari e via Montevideo
Nel quadrante ovest della città troviamo:
5. l’area dove si incrociano via Solari e via Montevideo;
6. la piazza tra via Bergognone incrocia via Tortona, appena rinominata in Largo Delle Culture;
7. lo slargo tra via Washington e via Foppa;
8. la piazzetta tra via Emilio Motta, via Giovanni Battista Soresina e via Bartolomeo;
9. l’enorme piazzale tra via Mario Pagano, via Giotto e via del Bucchiello;
10. una piazzetta tra via Marghera, via Cuneo e via Ravizza;
11. dove via Sardegna e incrocia Via Antonio Cecchi e Viale Ergisto Bezzi.
# Cinque piazze a nord ovest tra Figino, San Siro e Gallaratese