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Alle porte di Milano il primo parco acquatico al coperto d’Italia, dove si nuota come alle Maldive

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campermaro IG - Acquaworld

Un parco acquatico da record, a poco distanza da Milano, dove sembra di essere catapultati nei mari delle isole tropicali. Accessibile tutto l’anno. Dove si trova e cosa si può fare al suo interno.

Milano-Acquaworld

Alle porte di Milano il primo parco acquatico al coperto d’Italia, dove si nuota come alle Maldive

# Un parco acquatico con una superficie da record: 20.000 mq e 12 vasche e piscine 

Mappa Acquaworld

Acquaworld a Concorrezzo, a 30 minuti di Milano, è stato il primo grande parco acquatico al coperto ad essere realizzato in Italia. Per anni è stato anche l’unico. La struttura è aperta 12 mesi all’anno, tutti i giorni in estate e con limitazioni nei mesi rimanenti, e fruibile con qualsiasi condizione atmosferica.

Google maps – Acquaworld

Le sue dimensioni sono da record: si sviluppa su una superficie di circa 20.000 mq e offre 12 vasche e piscine interne ed esterne, tutte con acqua fra i 32° e i 35°C, per una superficie d’acqua totale di circa 3.000 metri quadrati. La temperatura dell’acqua negli spazi interni è costante a circa 30°C. Ci sono tre cupole trasparenti a fare da copertura alla struttura e sono realizzate con l’Etfe, un elemento artificiale ricavato dal fluoro, utilizzato anche per l’Allianz Arena di Monaco e il Water Cube di Pechino

# Le due aree del divertimento: Area Scivoli e Area Fun. Attenzione al Black Mamba

Credits acquaworld_ufficiale IG – Scivoli Acquaworld

All’interno del parco sono presenti due aree distinte dedicate al divertimento.  

Quella più dinamica è l’Area Scivoli. L’attrazione principale è una torre di 18 metri di altezza dotata di 8 scivoli acquatici, che prevede l’arrivo sempre al coperto e pendenze  tra il 7% il del 35%, per una lunghezza complessiva di ben 1.100 metri lineari. In tre di questi scivoli si può scegliere di scendere con con gommoni singoli e/o doppi. Troviamo poi Tra tutti il multipista Baby Slide, riservato ai più piccoli, gli spettacolari Turbo Slide e Ice Express, e per finire il Black Mamba, il più temibile di tutti e adrenalinico. 

campermaro IG – Acquaworld

A prendersi la scena nell’Area Fun è invece la Vasca Onde, un enorme specchio d’acqua di 1.000 mq con giochi acquatici. A questo si aggiunge il divertentissimo River, uno spazio giochi e scivoli per bambini dal nome di Area Miniworld, l’area idromassaggi, cascate. Le zone per il relax e per rigenerarsi ci sono anche all’esterno, con la piscina di 200 mq con giochi d’acqua e idromassaggi, con temperatura costante di 32°C, per le famiglie. 

# Nell’area benessere di oltre 2.000 mq è disponibile una vera e propria spa 

Credits babina994 IG – Area Benessere Acqua world

Su una superficie totale di oltre 2.000 mq, metà della quale occupata da vasche interne ed esterne, trova spazio l’Area benessere. Si tratta di una spa a tutti gli effetti con:

  • la Grotta del Temporale Monsonico;
  • vasche di reazione calda (Calidarium) e fredda (Frigidarium);
  • idromassaggi plantari, cervicali e lettini massaggianti;
  • una sauna;
  • una stanza del sale;
  • le stanze del vapore.

I prezzi partono da 19,90 euro, i bambini sotto il metro di altezza non pagano.

Continua la lettura con: Più grande di DisneyLand Paris: in Italia il parco tematico più grande d’Europa resterà solo un sogno?

FABIO MARCOMIN

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I paesi dell’hinterland che dovrebbero diventare quartieri di Milano

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Milano
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Prima regola di Milano città stato: tutto quello che sta dentro la tangenziale di Milano è Milano. Seconda regola di Milano città stato: tutto ciò che sta tra Adda e Ticino è Milano. Anche perché se fossero quartieri di Milano sarebbe un vantaggio per tutti. 

I paesi dell’hinterland che dovrebbero diventare quartieri di Milano

C’è chi la vuole piccola. Milano. E questo è un problema per i molti che vivono al di fuori dei confini amministrativi. Sì, perché la tendenza nel mondo è opposta: si creano conurbazioni unendo in una stessa area amministrativa anche città distanti 100 e più chilometri, come avviene in Germania. Invece a Milano basta fare più di cinque chilometri dal centro per trovarsi in un mondo a parte. Mentre invece dovrebbero essere dei quartieri della città, così da considerarli un tutt’uno con la città a cui di fatto dipendono. Con miglioramento nei servizi, nelle connessioni, nella gestione strategica. Questi sono i paesi che di fatto dovrebbero essere considerati dei quartieri di Milano. 

#1 Peschiera Borromeo

Ospita il city airport e il “mare” di Milano. Ma non è Milano. Assurdo. 

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#2 Trezzano sul Naviglio

“Andate ed estendetevi lungo i Navigli” (Sant’Ambrogio)

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#3 Segrate

Milano 1 riconquista Milano 2. La cittadella che molti considerano il quartiere “pettinato” della cintura milanese. Senza Milano non ha senso. Perchè tenerla fuori?

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#4 Rho

Già Expo lo aveva detto: è Milano. Ospita anche la Fiera di Milano. Perchè non è Milano?

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#5 Bollate

C’è il carcere. Cosa nostra. Lo stesso vale per Opera che dovrebbe essere l’ultimo quartiere a Sud di Milano e dove presto sorgerà il grande hub della città. 

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#6 Assago

C’è il palazzetto di Milano. Un quartiere sempre più connesso, da dove si prende l’autostrada di Milano per Genova. Come si fa a considerarla fuori?

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#7 Basiglio

“Il paese più ricco d’Italia”. Basta solo questo per capire dove deve stare. E serve aumentare il reddito pro capite di tutta la periferia. 

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#8 Melegnano

Il casello di Milano.

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#9 Cinisello

E’ tutt’uno con Milano. Una separazione contro natura.

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#10 Monza

Il quartiere che ospita il Gran Premio di Milano. Addirittura ne hanno fatto una provincia. 

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Continua la lettura con: Chi la vuole grande, chi la vuole piccola: i confini di Milano

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Prezzi delle case: questa l’area di Milano con il rialzo record degli ultimi 10 anni

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Ph. @petralia.angelo.travel IG

L’analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa relativa al secondo semestre 2023 ha evidenziato una sostanziale stabilità dei prezzi rispetto al periodo precedente. Nell’ultimo decennio invece i prezzi sono letteralmente esplosi in tutta la città. Questa l’area con l’incremento maggiore. Foto cover: la casa delle fate Ph. @petralia.angelo.travel IG

Prezzi delle case: questa l’area di Milano con il rialzo record degli ultimi 10 anni

# Nel secondo semestre 2023 prezzi stabili: tre aree in calo

prezzi Tecnocasa

In base alle ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, relative al secondo semestre 2023, i prezzi degli immobili a Milano hanno registrato una sostanziale stabilità. Rispetto al periodo precedente, infatti, la crescita è stata dello 0,1% e sul raffronto annuo dello 0,3%. Facendo un focus sulle singole macro aree si può notare come gli incrementi maggiori sono avvenuti nella zona del centro, +2,1%, e nelle zone di Vercelli e Lorenteggio, entrambe con +1,6%. In terreno positivo anche l’area di Lodi-Corsica con +1%, mentre per quella di Fiera-San Siro e Città Studi-Indipendenza non sono stati segnati aumenti. Hanno perso di valore invece gli immobili nell’area Navigli-Famagosta, -0,5%, quelli nell’area Bovisa-Sempione, -0,7%, e infine quelli della macroarea Centrale-Gioia-Fulvio Testi, -1,6%.

# Negli ultimi 10 anni un boom dei valori immobiliari in tutta la città

zeroventiquattro.it – Indici mercato immobiliare Tecnocasa

Prendendo in esame invece gli ultimi dieci anni, dallo studio emerge come i prezzi delle case siano schizzati alle stelle a Milano. Dal 2013 al 2023 la crescita media è stata del 38%, con il dato più alto registrato in periferia, +41,9%, e a seguire semicentro e centro rispettivamente con +33,6% e +30,9%.

# L’area Fiera-San Siro ha registrato un incremento di oltre il 50%

zeroventiquattro.it – Macroaree rivalutate Tecnocasa

Tra learee prese in considerazione da Tecnocasa ce ne sono tre che hanno performato oltre la media cittadina. L’incremento maggiore è stato segnato in quella di Fiera-San Siro, con un +53%. Troviamo poi la zona di Bovisa-Sempione, con +43,9% e Città Sudi-Indipendenza con +41,5%.

Fonte: zeroventiquattro.it

Continua la lettura con: Il flop degli affitti brevi: a Milano due appartamenti su tre sono vuoti

FABIO MARCOMIN

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Porta sempre più Nuova: i progetti in corso e futuri del “cantiere più grande d’Europa”

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Credits: Coima

Porta Nuova continua ad arricchirsi di nuovi edifici iconici. Non solo: estende ulteriormente il suo piano di sviluppo oltre il perimetro di quello originario. Si sta andando a portare a compimento, in una versione completamente diversa, l’idea di realizzare in quest’area il centro direzionale di Milano. A che punto siamo con gli ultimi colpi di quello che è stato “uno dei più grandi cantieri d’Europa”.

Porta sempre più Nuova: i progetti in corso e futuri del “cantiere più grande d’Europa”

# “Il cantiere più grande d’Europa”: oltre due miliardi di investimenti 

Credits Andrea Cherchi – Porta Nuova vista grattacieli

Il progetto è partito da Hines – Coima. Poi lo ha venduto in blocco al fondo Qatar Investment Authority (Qia). La quota in capo all’ex Fondiaria di Salvatore Ligresti, fallita ufficialmente nel 2012, è stata rilevata dal gruppo UnipolSai. Si sono superati ampiamente i due miliardi di euro di investimenti immobiliari per dar vita al “cantiere più grande d’Europa” con oltre venti nuovi edifici. Tra questi alcuni dei più iconici di Milano: 

  • la Torre Unicredit, il più alto grattacielo in Italia,;
  • la Torre Solaria, più alto grattacielo residenziale del Paese;
  • il Bosco Verticale, giudicato il più bel grattacielo del mondo;
  • la Torre Diamante;
  • la Torre Unipol ai ritocchi finali.

Nel 2018 tutto il progetto ha ottenuto il riconoscimento del MIPIM Awards come Best Urban Regeneration Project. Il masterplan originario è in gran parte concluso, manca ancora qualche tassello, ma altri progetti sono in costruzione o in attesa di esserlo. In prima fila nello sviluppo della seconda fase nell’espansione di Porta Nuova, che ha coinvolto e coinvolge le aree limitrofe tra cui Corso Como anche quella ben più estesa di Gioia/Pirelli, c’è sempre Coima. Vediamo a che punto siamo con il progetto originario e cosa c’è all’orizzonte.

# I grattacieli fratelli “Gioia 20 Est” e “Gioia 20 Ovest”: i primi con ascensori Twin

Gioia est e ovest

Partiamo dal progetto di “Gioia 20”, suddiviso in “Gioia 20 Est”, alto 98 metri di fronte a “Gioia 22”, e “Gioia 20 Ovest” di 64 metri. Siamo all’angolo tra via Melchiorre Gioia e via Pirelli. Le due torri ad uso terziario, che rientrano nel vasto progetto di Porta Nuova Garibaldi Varesine, andranno a coprire gli ultimi due vuoti rimasti in questa porzione del Centro Direzionale.

Credits Urbanfile -duepiedisbagliati – Cantiere gioia est ovest

Per la prima volta in Italia all’interno del complesso è prevista l’installazione di ascensori Twin, in entrambi gli edifici, che consentono una gestione intelligente ed efficace del flusso di passeggeri ai piani della torre. La consegna è prevista entro il 2024.

# Pirelli 35, la riqualificazione dell’ex sede Telecom

Credits: professionarchitetto.it – Pirelli 35

In fase avanzata la riqualificazione e l’ammodernamento dell’edificio dell’ex palazzo Telecom di via Pirelli e piazza Einaudi nell’ambito del cantiere P35. A curare il progetto è Park Associati e Snøhetta. Si prevede un “cambio di pelle” con nuove superfici vetrate e un design in linea con gli altri palazzi della zona. Sono create delle aperture verso i cortili interni per creare un giardino e una maggior permeabilità con l’ambiente circostante.

Credits Urbanfile – Pirelli 35

Sopra il ristorante sul tetto, in cima all’edificio, è stato realizzato un attico sospeso e un nuovo volume, collegato all’edificio principale da un edificio ponte. Fine lavori programmati per la fine del 2024.

# Pirelli 39, Torre Botanica e forse il ponte serra

Credits: Coima

C’è molta attesa per il progetto Pirelli 39, a lato di Pirelli 35, tra la Biblioteca degli Alberi e i due edifici di Gioia 20est e ovest. Nel 2021 Coima Sgr, proprietaria del “Pirellino” ha assegnato a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti il concorso internazionale di architettura per l’edificio di Via Pirelli 39 in una competizione che vedeva 70 raggruppamenti composti da 359 studi di architettura provenienti da 15 Paesi.

Ancora non si sa quando partirà e se saranno presenti tutti gli elementi, questo comunque quello che prevede il progetto originario:

  • la “Torre botanica”, un grattacielo di 110 metri con 1.700 metri quadrati di vegetazione;
  • il restyling del Pirellino con una terrazza panoramica che lo porterà ad un’altezza di 95 metri;
  • la trasformazione del ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia in un nuovo hub a servizio della città con all’interno una serra delle biodiversità.

Il ponte serra, messo in sospeso a causa della riduzione delle volumetrie da parte del Comune di Milano e la richiesta di una quota di 40% di edilizia sociale, potrebbe rientrare dopo la vittoria di Coima contro la stessa amministrazione comunale.

Leggi anche: Entro il 2026 arriverà la TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

# Il Diamantino, un edificio di 42 metri con solarium sul tetto

Credits Urbanfile – Diamantino 1

In Via Cornalia 17, tra Gioia 20 Est e Gioia 22, è partita da pochi mesi l’edificazione vera e propria della versione ridotta del Diamantone di viale della Liberazione, sede di BPM, già soprannominata il “diamantino”. Prende il posto del piccolo palazzo di due piani, unito alle due torrette gemelle di via Pirelli 30 e 32 degli anni Sessanta, con un progetto a firma di Gas Studio. Nei suoi 42 metri per 8 piani troverà spazio la nuova sede della società assicurativa S2C. L’edificio si caratterizza per una struttura in legno interamente visibile dall’esterno e all’ultimo piano è prevista una Boardroom dalla quale accedere al solarium sul tetto con una vista spettacolare sullo skyline. L’inaugurazione è programmata per il 2025.

Leggi anche: PORTA NUOVA: arriva il DIAMANTINO

Continua la lettura: I GRATTACIELI del FUTURO in arrivo entro TRE ANNI a Milano

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L’airbag per i tram contro gli incidenti urbani. Arriverà anche a Milano?

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techmoments - Airbag Tram impatto frontale

I primi test sono partiti qualche anno fa ed entro l’estate si attende la decisione per dotare i nuovi tram di questa città dell’innovativo sistema di protezione per pedoni e ciclisti. Come sono fatti gli airbag e come funzionano.

L’airbag per i tram contro gli incidenti urbani. Arriverà anche a Milano?

# I primi test partiti nel 2021, l’accelerazione all’installazione sui convoglio dopo l’impennata di incidenti

techmoments – Airbag Tram

I primi test voluti dalla Verkehrsbetriebe Zurich (VBZ), la società dei trasporti di Zurigo, realizzati con l’aiuto del produttore di tram Alstom, sono partiti a dicembre 2021. La necessità di dotare i tram di un airbag esterno per renderli più sicuri è diventata però ancora più impellente in seguito all’impennata del numero di incidenti negli ultimi anni nella città svizzera: 675 nel 2023, con un record di tre morti in una sola settimana a marzo 2024. La maggior parte dei sinistri è causata dalla partenza e dalla fermata del tram. 

# Come sono fatti e come funzionano

techmoments – Airbag Tram dall’alto

L’airbag per i tram consiste in un sacco gonfiabile fissato alla parte anteriore del veicolo, già in uso su quelli più antichi della città, che si attiva se qualcuno cammina davanti al tram mentre è in movimento grazie a un sensore o tramite segnale da parte del conducente. In questo modo ciclisti e pedoni non sbattono la testa contro il vetro, rischiando di finire sotto il tram, e vengono almeno evitate lesioni gravi.

# Entro l’estate la decisione: l’obiettivo è dotare di airbag tutti i nuovi 110 tram ordinati

techmoments – Airbag Tram impatto frontale

Il responsabile del progetto Marcel Kunz, intervistato da ZüriToday, ha spiegato come è necessario incrementare la velocità di gonfiaggio e sgonfiaggio degli airbag per far proseguire subito la marcia al tram, prima di arrivare alla produzione in serie. La società dei trasporti di Zurigo si è ritenuta comunque già soddisfatta dei risultati raggiunti, decidendo di proseguire con la sperimentazione ancora per alcune settimane per poi decidere entro l’estate 2024 se implementarli su tutti i 110 nuovi tram Flexity ordinati.

L’obiettivo di Alstom è apportare le modifiche al sistema per poi brevettarlo e proporlo ad altre città con alte densità di pedoni, ciclisti e conducenti di monopattini, Milano sarà tra queste?

Continua la lettura con: Tram e autobus senza orari fissi: il progetto test che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico

FABIO MARCOMIN

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La Milano Meda diventa a pagamento: queste le modifiche e le date dei lavori

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Di Gigillo83 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7843578 - Milano-Meda e sistema pedemontana

Nei prossimi mesi è previsto l’avvio del cantiere per la trasformazione di un tratto della superstrada in autostrada. Al termine dei lavori diventerà a pagamento. Le proteste di cittadini e sindaci attraversati dall’arteria stradale.

La Milano Meda diventa a pagamento: queste le modifiche e le date dei lavori

# La storia della superstrada pensata per sgravare l’Autostrada dei Laghi

Di Gigillo83 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7843578 – Milano-Meda e sistema pedemontana

La nascita di quella che oggi è la Superstrada Milano-Meda-Lentate risale agli anni ’60, con un progetto che prevedeva di farne una variante fino alla periferia di Como dell’Autostrada dei Laghi. L’arteria stradale fu costruita però solo fino a Meda, per mancanza di gran parte dei fondi destinati all’opera, e solo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 fu portata prima a Lentate sul Seveso e poi a Cermenate per utilizzarla come variante alla vecchia SS 35. Fino ad oggi il transito dei veicoli è sempre stato gratuito, ma nei prossimi anni un tratto diventerà a pagamento in quanto inserito nella costruenda Pedemontana Lombarda.

# La trasformazione in autostrada del tratto da Lentate a Bovisio Masciago

Tratta B2 Pedemontana Lombarda

I lavori preliminari per la trasformazione del tratto da Lentate a Bovisio Masciago della Milano-Meda in autostrada, diventando parte integrante del tragitto dei 157 km di Pedemontana Lombarda, sono partiti da poco. Nei prossimi mesi verranno avviati i cantieri veri e propri. La tratta prevista nel progetto è la B2, in gran parte costituita dal vecchio percorso dell’attuale superstrada, misura 9,5 km e include gallerie artificiali e viadotti. La nuova autostrada lombarda, una volta completata, collegherà Como e Varese con Bergamo, Brescia e il Veneto senza passare da Milano.

Leggi anche: La PEDEMONTANA INCOMPIUTA

# In arrivo il pedaggio: protestano residenti e sindaci

Credits: quotidiano.it
Casello autostradale

Questo tratto della Milano-Meda, con la trasformazione in autostrada, diventerà di conseguenza a pagamento. Le proteste dei residenti e dei sindaci dei comuni interessati, Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Seveso, Barlassina, Lentate sul Seveso e Meda, non si sono fatte attendere. L’arteria stradale è infatti utilizzata oggi anche e soprattutto per gli spostamenti intercomunali o, addirittura, da un quartiere  all’altro, in modo totalmente gratuito

Aggiornamento 26/07/2024: in base alle prime ipotesi le tariffe dovrebbero oscillare tra i 4 e i 6 euro al giorno, per percorrere tutta la tratta, vale a dire in media tra gli 80 e i 120 euro al mese considerando solo i giorni lavorativi.

# Le richieste del rappresentate del Coordinamento dei sindaci dei comuni del tratto B2 e la risposta del direttore generale di Autostrada Pedemontana Lombarda

pierpaolo.cazzato IG – Milano-Meda

Durante l’audizione in Commissione Territorio, Infrastrutture e Mobilità in Regione Lombardia il Sindaco di Cesano Maderno, Gianpiero Bocca, nel ruolo di rappresentate del Coordinamento dei sindaci dei comuni del tratto B2, ha avanzato le richieste dei territori attraversati dall’infrastruttura: “Ho ribadito con forza che serve un impegno concreto sul tema del pedaggiamento affinché ai cittadini residenti nel tratto della B2 sia garantita la gratuità o quantomeno condizioni di agevolazione nel passaggio da un Comune all’altro e soprattutto per andare verso Milano. Anche sulle compensazioni ho evidenziato come le risorse previste non siano sufficienti e debbano essere adeguate alle reali esigenze dei territori in considerazione degli aumenti di costi registrati”.

La risposta del Direttore Generale di Autostrada Pedemontana Lombarda, Sabatino Fusco: “Il pedaggio sulla tratta B2 è necessario per garantire la sostenibilità finanziaria dell’opera senza pesare sulla fiscalità generale. Autostrada Pedemontana Lombarda metterà a disposizione dei Comuni interessati risorse pari a 60 milioni di euro per il potenziamento della viabilità ordinaria per migliorare gli spostamenti locali”.

Fonte: ilnotiziario.net

Continua la lettura con: Il cantiere infinito sull’autostrada dei laghi sta per chiudere

FABIO MARCOMIN

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La funicolare in galleria per unire Italia e Canton Ticino: manca solo il sì di Roma

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Funicolare tra le Alpi

Piccoli passi in avanti per un’opera di importante valenza turistica pensata per rilanciare due vallate splendide tra Italia e Svizzera. Cosa prevede il progetto e a che punto siamo.

La funicolare in galleria per unire Italia e Canton Ticino: manca solo il sì di Roma

# Un progetto per rilanciare il turismo di due suggestive vallate tra Italia e Svizzera “oscurate” dalle località più rinomate

Credits laratorgano IG – Val Formazza

Piccoli passi in avanti per un’opera che potrebbe rivoluzionare i collegamenti transfrontalieri e rilanciare l’economia dei territori interessati. La “metropolitana delle Alpi” è un progetto a valenza turistica e infatti è stata pensata per rilanciare due vallate splendide tra Italia e Svizzera, che oggi soffrono la concorrenza delle località montane più rinomate e preferite dai turisti, consentendo di creare un circuito turistico tra i grandi assi di comunicazione internazionali del Sempione-Lötschberg e del San Gottardo.

# Un investimento di 52 milioni di franchi 

Per realizzare la funicolare si prevede un investimento di 52 milioni di franchi, come calcolato dall’autorevole centro studi elvetico Bak Economics, con un valore aggiunto lordo di 26,5 milioni di franchi generato solo in fase di costruzione e un fatturato stimato per il primo anno di circa 4,3 milioni di franchi. Sul totale delle risorse necessarie 15 milioni di franchi dovrebbero essere a carico degli enti pubblici e 37 dai privati. I posti di lavoro creati, tra occupazione diretta e indotto, sarebbero 235 per la costruzione dell’opera e 97 posti all’anno per l’esercizio dell’infrastruttura e l’incremento della domanda turistica sul versante ticinese.

# Il tracciato della funicolare in galleria: 5,8 km e due fermate

tvsvizzera.it – Tracciato funicolare Italia-Svizzera

La funicolare prevede un tracciato, interamente in galleria per ridurre l’impatto ambientale con la talpa che partirebbe dal versante italiano, di 5,8 km e due fermate: il capolinea italiano nella località di Formazza, a 1.280 metri in Piemonte nell’omonima valle, e la località walser ticinese di Bosco Gurin, in Vallemaggia a 1.500 metri d’altezza. 

La durata del viaggio è stata calcolata in 8 minuti, mentre i convogli di questa funicolare sotterranea avrebbero una capienza di 50 posti e una frequenza tre corse all’ora. Molti dei passeggeri trasportati dormirebbero almeno una notte nelle strutture ricettive e rimarrebbero a mangiare nei rifugi e nei ristoranti dei due comuni contribuendo a sostenere l’economia delle due valli.

# Attesa per il sì di Roma e la firma dell’intesa con Berna

A dare una spinta all’iniziativa è stato l’imprenditore ticinese Giovanni Frapolli, la cui società gestisce già gli impianti di risalita della stazione invernale valmaggese, che ha incontrato a Roma i ministeri coinvolti sul progetto. Queste le sue parole: “Sono stato a gennaio a Roma e tutte le persone che ho incontrato nei vari ministeri coinvolti sono aggiornate sulla questione. Devo dire che ho riscontrato un grande interesse per questa proposta”. Sui passi da compiere: “Svizzera e Italia devono ora firmare l’intesa che è sul tavolo”, da inserire nell’accordo che riguarda i trasporti transfrontalieri che esiste già, “non occorre quindi stipularne uno nuovo”.

Roma dovrà dare una delega a Berna per la concessione, che sarà rilasciata dall’Ufficio federali dei trasporti (UFT), da integrare a quella esistente di cui è titolare la società dell’imprenditore Frapolli. 

# I passi in avanti confermati dal Sindaco di Formazza

Funicolare tra le Alpi

Anche il Sindaco di Formazza, Bruna Papa, spiega di aver partecipato ad un paio di incontri nel gennaio 2024 con il viceministro dei trasporti Edoardo Rixi, utili per mettere le basi per il dialogo. Le trattative verranno portate avanti dal console diplomatico italiano, in accordo con il dirigente di settore competente, in vista dell’accordo tra Italia e Svizzera.

L’obiettivo è creare un percorso turistico e culturale a basso impatto ambientale che includa la ferrovia Locarno-Domodossola a nord del Verbano, la Valle Maggia e la futura funicolare verso la quale convogliare nella stagione estiva parte del flusso turistico del Lago Maggiore. I due territori, come spiega Bruna Papa, verrebbero uniti con offerte integrate riguardanti lo sci alpino di Bosco Gurin e le due piste di sci di fondo, i percorsi di trekking, le ciclopiste e le Terme di Premia nella Formazza.

# Quando le prime corse?

Il progetto della “metropolitana delle Alpi” è stato presentato per la prima volta nel 2022 con l’obiettivo di attivare il servizio entro la fine del 2027. I tempi saranno sicuramente da rivedere ma le possibilità di vedere realizzata l’opera sembrano essere più concrete di qualche mese fa.

Fonte: tvsvizzera.it

Continua la lettura con: La “metropolitana delle Alpi”: il progetto per unire Italia e Svizzera

FABIO MARCOMIN

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Arrivano le stazioni per riparare le bici gratis: la prima città del progetto

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biciclette-pixabay - Biciclette con murales

Il progetto prevede l’installazione di diverse stazioni in zone strategiche della città dove si concentra il traffico ciclistico. Cosa prevede il piano e come sono fatte le stazioni.

Arrivano le stazioni per riparare le bici gratis: la prima città del progetto

# Inaugurata a Berlino la prima stazione per riparare le biciclette gratis

https://viz.berlin.de/aktuelle-meldungen/berlin-stellt-20-neue-fahrradreparaturstationen-auf/ – Stazioni riparazioni biciclette Berlino

Nell’ambito della campagna promossa dal Senato dell’ambiente, chiamata “Weniger dicke Luft“ e che in italiano significa “Meno aria inquinata”, è stata inaugurata a Berlino la prima stazione per riparare gratis le biciclette. Si trova ad Alexanderstraße 7 e fa parte di un piano che ne prevede 20 in totale, altre 5 ne se sono già state installate e attendono di essere attivate, prodotte dall’azienda polacca Ibombo specializzata nelle stazioni di riparazione. Il finanziamento è stato sostenuto finanziariamente dal Governo Federale per l’85% dell’importo.

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# L’obiettivo del progetto è una migliore qualità della vita in una città più pulita

Buntes_Licht-pixabay – Biciclette Berlino

L’obiettivo del progetto è quello di raggiungere una migliore qualità della vita in una città più pulita, rendendo più fluido il traffico, riducendo l’inquinamento atmosferico e promuovendo un cambiamento nel traffico berlinese. La scelta sulla localizzazione delle stazioni è ricaduta infatti su zone strategiche della capitale tedesca dove si concentra maggiormente il traffico ciclistico.

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# Come sono fatte le stazioni e quali attrezzi mettono a disposizione

Pexels-pixabay – Bicicletta rotta

Le stazioni sono costitute da scatole metalliche verdi e strette contenenti gli attrezzi necessari a riparare le biciclette, ma anche passeggini e sedie a rotelle, quali cacciaviti, chiavi inglesi o sollevatori per pneumatici. Ogni stazione è dotata anche di supporto per il montaggio della bicicletta. La colonna metallica che contiene gli attrezzi, tutti fissati con cavi spessi al suo interno, è chiusa da un porta che si apre inserendo un gettone o una moneta in un apposito lucchetto. 

Potrebbero essere un’idea per incentivare la mobilità dolce anche a Milano?

Fonte: Berlino Magazine

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FABIO MARCOMIN

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“Ridateci la 73”: i cittadini si mobilitano contro i tagli dei mezzi pubblici

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Assemblea comitati per i trasporti di superficie

Per ora le parole non hanno seguito i fatti, la linea 73 non è stata ripristinata come deliberato in Consiglio Comunale. Il Comitato “La 73 non si tocca” chiede che si intervenga al più presto, mentre il Comitato Lambrate-Rubattino Riparte invita tutti gli altri ad unirsi per chiedere un ripotenziamento della rete dei trasporti di superficie. 

“Ridateci la 73”: i cittadini si mobilitano contro i tagli dei mezzi pubblici

# Il gruppo “La 73 non si tocca” chiede il ripristino del tragitto integrale della linea di bus da Linate al centro

Linea 73

Per ora le parole non hanno seguito i fatti, la linea 73 non è stata ripristinata come deliberato in Consiglio Comunale. Riportiamo il comunicato stampa dell’assemblea organizzata dal comitato la “La 73 non si tocca”.

“A Milano durante la partecipata assemblea di sabato 4/5 mattina organizzata dal Comitato di viale Corsica, i cittadini riuniti nel gruppo “La 73 non si tocca” in lotta per il ripristino della linea hanno ribadito – soprattutto per voce di Cecilia De Santis – la loro ferma intenzione di “non mollare” fino a che non riavranno il bus con il tragitto completo di prima del taglio. La “restituzione” alla cittadinanza della 73 è stata deliberata dal Consiglio comunale 5 mesi fa ma poi continuamente rimandata per dichiarati problemi tecnici, nonostante le sollecitazioni del comitato di viale Corsica che a febbraio ha protocollato presso Comune, Regione e Prefettura oltre 3100 firme raccolte tra i cittadini.”

# Il problema sembra essere “un disinvestimento di risorse su tutta la rete dei trasporti di superficie”

Assemblea comitati per i trasporti di superficie

“D’altra parte, gli interventi di altri comitati cittadini, tra cui il Comitato Basmetto e il Comitato Lambrate-Rubattino Riparte, hanno evidenziato come il problema dei tagli e della diradazione delle corse dei mezzi di superficie (con conseguenti attese alle fermate che arrivano fino a 30-40 minuti) riguardi tutta Milano.

Già a luglio 2023 ATM era intervenuta con tagli e “riorganizzazioni” di linee giustificati con l’apertura della prima tratta della M4. Sono poi seguite due cosiddette “rimodulazioni del servizio” (nella sostanza riduzioni delle corse), una a novembre 2023 e una a febbraio 2024, che hanno interessato complessivamente una settantina di linee, come ha ben spiegato Sonia Ferrari del Comitato Basmetto.
Il problema insomma sembra essere “un disinvestimento di risorse su tutta la rete dei trasporti di superficie”, ha osservato Adriana Berra del comitato Lambrate-Rubattino Riparte. Anche i contributi di altri relatori – tra cui un delegato sindacale degli autisti ATM – hanno rafforzato il dubbio che il problema a monte dei tagli non sia tanto la mancanza degli autisti, bensì una più complessa questione di risorse insufficienti o tolte alla rete di superficie per destinarle ad altro che andrebbe indagata più a fondo per comprendere meglio scelte e responsabilità politiche.”

# L’invito del comitato Lambrate-Rubattino Riparte ad unirsi per chiedere che “la rete dei trasporti pubblici venga ripotenziata, migliorata nell’efficienza, nella capillarità”

“Pur riconoscendo che la battaglia per la 73 è sacrosanta per la strategicità della linea e perché è una battaglia simbolo per tutti i Milanesi, Adriana Berra di Lambrate-Rubattino Riparte ha invitato i comitati – piuttosto che a farsi concorrenza lanciando ognuno la propria petizione di quartiere, a unirsi “per chiedere con un’unica voce la che la rete dei trasporti pubblici venga ripotenziata, migliorata nell’efficienza, nella capillarità, e che resti pubblica”. Adriana ha anche ricordato all’assemblea che “la mobilità è un diritto, al pari dell’istruzione e la salute”.

Diversi interventi hanno sottolineato come i tagli e i ritardi dei mezzi di superficie concorrono alla pessima qualità dell’aria milanese, perché costringono i cittadini a usare l’auto, contro l’indicazione degli stessi amministratori cittadini ad abbandonarla.

Al termine dell’assemblea, i cittadini hanno dato vita a un flash-mob con striscione e cartelli che ha fermato per alcuni minuti il traffico su viale Corsica al grido di “Rivogliamo la 73”.

Per sostenere la lotta cittadina contro il depotenziamento dei mezzi di superficie, tutti i Milanesi in possesso dello SPID possono firmare la petizione inserita sul portale del Comune di Milano (area “Partecipazione”) dal Comitato Basmetto per chiedere la cancellazione della riduzione delle corse su 31 linee. Ma è solo un inizio. Presto i comitati cittadini uniti contro il depotenziamento delle linee di superficie lanceranno nuove iniziative.”

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Sarà l’estate dei “Treni turistici”: il Milano-Costa Azzurra la grande novità del 2024

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Pronti a imparare il francese? La grande novità di “Treni turistici” in arrivo entro l’estate. 

Sarà l’estate dei “Treni turistici”: il Milano-Costa Azzurra la grande novità del 2024

Credits valefumelli IG – Costa Azzurra

“Treni turistici” si espande: la grande novità in arrivo è il nuovo collegamento ferroviario tra Milano e la Costa Azzurra. Il debutto dovrebbe avvenire in estate. Si aggiunge quindi a un’altra novità storica. 

La grande novità dello scorso inverno è stato il collegamento ferroviario fra Roma e Cortina d’Ampezzo: l’Espresso Cadore che, partendo la sera dalla stazione Termini, arrivava in mattinata a Calalzo Di Cadore (Belluno), dove era disponibile un servizio di autobus che consentiva di raggiungere la “perla delle Dolomiti” in 50 minuti. L’iniziativa è stata realizzata dalla società Fs Treni Turistici italiani, inquadrata nel Polo passeggeri del Gruppo Fs Italiane, di cui Trenitalia è capofila. Ma con l’arrivo dell’estate ci aspetta un’altra grande novità che tocca questa volta Milano. 

Spiaggia di Juan Les Pins (Costa Azzurra – Francia)

Sarà la Milano Costa Azzurra la grande superstar dell’estate 2024? Così ha illustrato il piano di azione l’amministratore delegato di FS Treni Turistici italiani Luigi Cantamessa: “Si torna al mito del viaggiare, riscoprendo le bellezze del nostro Paese”. Le corse per la Costa Azzurra si aggiungono alla tratta Roma-Cortina che tornerà attiva in estate, per permettere agli amanti della montagna di potersi recare comodamente nelle località venete. Non solo: sarà potenziata in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. 

Fonte: ANSA

Continua la lettura con: Da Milano a Lugano in treno in soli 30 minuti?

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Milano-Bologna in treno a velocità super: si viaggerà a 350 km/h?

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Prima della pandemia erano stati programmati dei test per portare il servizio a quelle velocità, ma lo stop da parte da parte del Ministero dei trasporti e dall’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a fermato sul nascere la possibilità di andare di far correre i treni a quella velocità. A che punto siamo: qual è la velocità attuale e si riproverà a premere sull’acceleratore?

Milano-Bologna in treno a velocità super: si viaggerà a 350 km/h?

# A che velocità si viaggia sull’alta velocità in Italia?

Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano

L’alta velocità ferroviaria ha rivoluzionato il modo di viaggiare in Italia, offrendo un servizio rapido, di qualità e a prezzi economici. In alcuni casi i treni veloci hanno battuto la concorrenza dell’aereo come sulla tratta Milano-Roma, nonostante nell’ultimo periodo la forbice tra voli e viaggi su rotaia si sia ridotta a causa di ritardi e crescita del costo dei biglietti dell’alta velocità. Nel 2012 è arrivato inoltre Italo ad affiancarsi all’offerta di Trenitalia, mentre in futuro non si esclude l’ingresso di operatori stranieri oltre al TGV operante da Milano verso la Francia.

Ma a quale punto si arriva con i treni dell'”alta velocità”? Attualmente la velocità di esercizio è compresa tra i 250 e i 300 km/h. Non si tratta dei limiti massimi raggiungibili dai convogli, ma di quelli imposti dai costi di manutenzione sia dai mezzi che dell’infrastruttura: a una velocità maggiore aumenta infatti il consumo dell’energia e l’usura complessiva di treno, rotaie e catenaria.

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# Le velocità massime omologate per Trenitalia e Italo: si sfiorano i 400 km/h

Credits frecciarossaofficial- #RAILWAYHeART IG – Frecciarossaù

Passiamo alle velocità massime omologate per i singoli treni. Trenitalia dispone di:

  • ETR. 600 di Alstom ferroviaria che possono arrivare ai 280 km/h;
  • ETR. 700 di AnsaldoBreda ai 250 km/h;
  • ETR. 500 di AnsaldoBreda ai 360 km/h;
  • ETR. 1000 di Bombardier ai 400 km/h, con una velocità massima raggiunta di 394 km/h in un test.

Italo ha una flotta composta da treni prodotti da Alstom. Il più veloce può raggiungere i 360 km/h, il modello Italo Evo, più corto e con un numero ridotto di carrozze, può toccare i 250 km/h.

# Sulla Milano Bologna si correrà ai 350 km/h?

Credits OpenRailwayMap – Velocità Milano-Bologna in treno

Sarà quindi possibile viaggiare a 350 km/h sulla Milano-Bologna? Le prestazioni massime raggiungibili dai treni sulla rete ferroviaria italiana non sono al momento state toccate in un servizio commerciale. I treni dell’alta velocità su questa tratta viaggiano infatti per gran parte vicini ai 300 km/h: dal nodo di Melegnano fino a quello di Modena, dove non si possono superare i 240 km/h, e poi sul tratto successivo fino a poco prima dell’approdo alla Stazione di Bologna Centrale.

Un test positivo è stato effettuato nel dicembre del 2017 quando un Frecciarossa aveva percorso la tratta Milano-Roma in 2 ore e 20, dimostrando la possibilità teorica di un servizio più rapido sulla rete, mentre nel 2018 ne era previsto un altro per far viaggiare i treni a 350 km/h tra le due città. Il Ministero dei trasporti e l’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria dell’infrastruttura, decisero però di non far effettuare la prova per diversi motivi: l’esiguo risparmio di tempo di viaggio, appena 10 minuti, e la “protesta” di Italo per avere scelto Trenitalia per i test. Si riproverà in futuro? Le indiscrezioni sembrano portare in quella direzione, almeno sul tratto più veloce della Milano Bologna si potrà presto premere sull’acceleratore. 

Leggi anche: LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

Continua la lettura con: I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

FABIO MARCOMIN

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L’ultima dei mohicani: la cabina telecom abbandonata in piazza Castello

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Ph. Lino Raffaele (Profilo Facebook)

C’era un tempo in cui per per telefonare quando si era fuori di casa c’era solo una possibilità: le cabine telefoniche. Prima della Sip poi della Telecom. Con l’avvento dei telefonini sono state progressivamente smantellate. Ma alcune resistono. Una su tutte, nel cuore di Milano, al centro di una piazza appena riqualificata. 

L’ultima dei mohicani: la cabina telecom abbandonata in piazza Castello

Ph. Lino Raffaele (Profilo Facebook)

“In Piazza Castello a Milano, da diversi anni c’è questo monumento Telecom, terribilmente sporco. Perché non viene asportato?“, ricorda Lino Raffaele sul suo profilo Facebook. Si tratta di una cabina telefonica della Telecom che ha resistito all’avvento dei telefonini e alla riqualificazione di Piazza Castello, nella nuova versione in total white. Forse si tratta di un monumento alla memoria, anche perchè si tratta di un anniversario storico: ma in tal caso bisognerebbe preservarla e difenderla dal degrado. Ma qual è la sua storia o, meglio, qual è la storia delle cabine del telefono?

# La prima cabina fu milanese

Sembra incredibile, ma la prima cabina del telefono è comparsa esattamente un secolo fa. Era il 1924 e parlava inglese. Già, perché le prima a comparire furono le celebri cabine rosse di Londra. Per vederle anche in Italia bisogna però aspettare quasi trent’anni: la prima cabina italiana comparve a Milano nel 1952 a San Babila. Alla fine degli anni Settanta si contavano in Italia 33.000 cabine telefoniche. Il declino è iniziato alla fine degli anni Novanta con la diffusione dei telefoni cellulari finché nel 2018 è arrivato il definitivo stop alla produzione e alla diffusione. Pochi sanno che è possibile ricevere chiamate su cabina: è necessario chiamare il numero a pagamento 199 229 229 digitando il numero del telefono pubblico che si vuole chiamare. I numeri delle cabine si possono avere premendo il tasto “OK” sull’apparecchio telefonico della cabina stessa. 

# Piazza Castello in total white (con annessa cabina)

Andrea Zoppolato – Piazza Castello direzione Duomo

Il restyling di Piazza Castello ha visto la la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con il calcestre al posto dell’asfalto. In Via Beltrami c’è stato il rifacimento della pavimentazione con il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia trasformata nell’estensione di Piazza Castello. Tutta l’area è stata pedonalizzata, in alcuni punti con accesso solo ai residenti e ai taxi. Ma in tutto questo c’è ancora qualcosa del passato che resiste: la cabina del telefono della Telecom. 

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

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Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

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Entro la fine del 2024 saranno conclusi i lavori della M4, la linea che comprende il collegamento diretto tra il centro città e l’aeroporto di Linate. Un ulteriore scatto in avanti potrebbe essere il prolungamento del network metropolitano milanese fino a Malpensa. Vediamo come potrebbe essere fatto. 

Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

# Attuali collegamenti: una corsa ogni mezzora

Credits @goro_hashi (IG) – Malpensa Express in partenza dalla Stazione Centrale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’aeroporto di Malpensa dista circa 50km dal centro città ed è collegato, tramite bus o treni, con le stazioni di Milano Centrale, Garibaldi e Cadorna. Le corse sono circa una ogni mezzora: i treni Malpensa Express ci impiegano circa 40 minuti, 50 minuti i bus. Alla luce della M4 che collega Linate al centro, molti si chiedono: perché non fare lo stesso con Malpensa? 

# L’ipotesi più ambiziosa: estensione della M1 con fermate a Rho, Legnano e Busto Arsizio

Credits @nicolaarmento_ (IG) – Linea M1 Milano

Il servizio presente attualmente è abbastanza efficiente, però se si riuscisse a realizzare una linea metropolitana esclusiva il collegamento sarebbe più immediato. Ma come si potrebbe fare?

Una possibile soluzione sarebbe di prolungare la M1: da Rho fiera fino all’aeroporto, includendo anche alcune fermate strategiche come Rho, Legnano e Busto Arsizio.

Uno dei vantaggi principali sarebbe la velocità: questo progetto garantirebbe ai passeggeri un collegamento più diretto e la possibilità di risparmiare minuti preziosi durante gli spostamenti. Inoltre, ci sarebbe la possibilità di aumentare le corse, passando da una ogni trenta minuti a una ogni 5/10 minuti. Si tratterebbe di una metropolitana di superficie, simile all’ultimo tratto della M2, mantenendo comunque le classiche caratteristiche di una metropolitana.

Un’altra proposta potrebbe essere una linea totalmente sotterranea, con le stesse fermate, che nonostante i costi e i tempi di realizzazione più elevati, avrebbe ancora più vantaggi come la diminuzione di rumore, minore impatto visivo e maggiore sicurezza.

Leggi anche: La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

Un tale progetto avrebbe dei costi e delle tempistiche molto elevati però, a lungo termine, sarebbe un grande beneficio per la città: ridurrebbe il traffico e quindi di conseguenza le emissioni, garantirebbe un collegamento più veloce e diretto, e renderebbe Milano sempre più globale e integrata con il suo territorio.

Per adesso non vi è nessun possibile progetto all’orizzonte, ma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che «Il prossimo obiettivo è collegare Malpensa con l’alta velocità per una Milano sempre più globale».

Riuscirà Milano a realizzare un progetto di tale portata? 

Continua la lettura con: La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

FABIO MARCOMIN

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7 eventi di maggio e giugno da non farsi scappare a Milano

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Bam Circus

Nell’agenda di chi è di Milano non possono mancare questi appuntamenti. 

7 eventi di maggio e giugno da non farsi scappare a Milano

# 15 maggio: il concertone di Radio Italia in Piazza del Duomo 

Concertone in Piazza Duomo – Credits: Radio Italia

Il 15 maggio in Piazza Duomo c’è la musica del grande concerto gratuito di Radio Italia Live. Sono 12 gli artisti italiani attesi sul palco: Alessandra Amoroso, Annalisa, Emma, Gazzelle, Geolier, Ghali, Mahmood, Angelina Mango, Gianna Nannini, Noemi, The Kolors e Ultimo, accompagnati dalla Radio Italia Live Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori.

# Dal 17 al 19 maggio: Piano City Milano

Piano City 2024

Torna anche nel 2024 PianoCity, il primo festival diffuso di Milano nato nel 2011. Il festival di pianoforte che coinvolge tutta la città, in giardini, parchi, cortili, palazzi storici e case, si tiene quest’anno nel weekend del 17 e 19 maggio. Si suona ovunque, dall’alba al tramonto, con tanti artisti che si esibiscono in concerti gratuiti di musica classica, jazz, pop ed elettronica. I giardini della GAM (Galleria d’Arte Moderna) sono ancora una volta il main stage della manifestazione. 

# Dal 23 al 26 maggio: MiAmi Festival all’Idroscalo 

MiAmi Festival

Da giovedì 23 maggio a domenica 26 maggio all’Idroscalo Milano, al Circolo Magnolia, si tiene la 18esima edizione del MiAmi Festival con il concerto d’apertura. La manifestazione inizia ufficialmente il giorno seguente con artisti come Chiello, Colapesce e Dimartino, Daniela Pes, Diss Gacha, Ele A, Irbis, Lauryyn, Marco Castello, Rosa Chemical, Santamarea, Tony Boy e i Tre allegri ragazzi morti. 

# Dal 26 al 28 maggio: BAM Circus, il festival di circo contemporaneo e teatro di strada 

Bam Circus

Dal 26 al 28 maggio va in scena BAM Circus, la tre giorni del il Festival di circo contemporaneo e teatro di strada, ideato e diretto da Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di BAM, Fondazione Riccardo Catella. In questa terza edizione ci saranno spettacoli internazionali, molti inediti in Italia, azioni partecipate, parate itineranti, installazioni, talk e il documentario “Calder’s 1927 Great Circus” per approfondire il legame tra la Storia dell’arte e il Circo.

# 8 e 9 giugno: Party Like a Deejay al Parco Sempione

Party like a deejay 2024

Il Party Like a Deejay si tiene anche quest’anno al Parco Sempione. Le date sono l’8 e il 9 giugno, per una due giorni di festa con concerti, eventi, incontri, attività ludiche e sportive, momenti di relax. Il primo giorno sul palco i protagonisti della musica italiana insieme in un grande spettacolo presentato dagli speaker di Radio Deejay, il secondo giorno i DJ set dei più grandi artisti del panorama dance.

# A partire dal 21 giugno: Milano è Viva – Estate al Castello, con 71 spettacoli dal vivo 

Milano è viva

Il 21 giugno apre il cartellone della nuova stagione di Milano è Viva – Estate al Castello, ospitato nel Cortile delle Armi, con il concerto d’apertura di Ariete. La manifestazione, che proseguirà fino all’8 settembre, prevede 71 eventi dal vivo di musica pop, elettronica, classica, teatro, danza, molti gratuiti ed altri a prezzo calmierato.

# Fino al 30 giugno: “Picasso. La metamorfosi della figura” al Mudec 

yesmilano.it – Picasso

Si può visitare fino al 30 giugno la mostra “Picasso. La metamorfosi della figura” al MUDEC – Museo delle Culture. Racconta la costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della visione del pittore spagnolo, famoso per la sua decostruzione delle figure e dei volti, con oltre quaranta opere tra dipinti e sculture. A queste si aggiungono 26 disegni e bozzetti di studi preparatori.

Continua la lettura con: Grandi eventi, sport, concerti: gli APPUNTAMENTI 2024 a MILANO da segnare in AGENDA

FABIO MARCOMIN

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I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

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Gufi

Sessant’anni fa nascevano “I Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre. Era infatti il 1964 quando iniziavano le prime mosse per la composizione (casuale e decisa dal destino) di un quartetto che, dopo un brevissimo periodo di rodaggio, ebbe da subito un successo straordinario.

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

# Composto da un calabrese milanesizzato e tre milanesi doc

Di Sconosciuto – Italian magazine Radiocorriere, year XLIII, n. 3, page 34, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48955989 – I Gufi

Era composto da un calabrese milanesizzato e tre milanesi doc: Roberto Brivio, classe 1938, che si era diplomato all’accademia d’arte drammatica, Nanni Svampa, classe 1938 pure lui, laureato in Economia alla Bocconi, con genitori nati sul lago Maggiore, papà sul versante piemontese, mamma su quello lombardo, poi c’era Gianni Magni, classe 1941, nato in una famiglia circense, si specializzò nell’arte del mimo. Infine c’era Lino Patruno, nato a Crotone nel ’35 e, per amore della musica, arrivato a Milano. Patruno era l’esperto di Jazz.

Leggi anche: NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

# Come è nato il gruppo

Ma come sono nati i Gufi? A seconda del punto di vista, che la si veda dalla parte di Patruno, di Svampa o degli altri due, cambia la prospettiva e la narrazione, un po’ come una di quelle figure a doppio riflesso che troviamo in regalo nelle patatine. Arduo, ma ci proviamo: Brivio, dopo l’accademia d’arte drammatica, si mette a cantare, venendo ingaggiato dalla Ricordi e lì conosce Patruno, che alla Ricordi ci lavorava da qualche tempo. Brivio gli dice di avere delle canzoni “macabre” da proporre, Lino le ascolta e invita Roberto a cantarle in un concerto che il gruppo musicale “Riverside Jazz Band” avrebbe tenuto a Chioggia. Nella “Riverside” suonava proprio l’artista calabrese. Brivio, davanti al pubblico veneto, canta “Vorrei tanto suicidarmi” e “Quando sarò morto”. È un successo.

Lino Patruno conosceva Nanni Svampa, che faceva cabaret e che aveva avuto una discreta esperienza con il gruppo dei Peos. Propone a Brivio di andare a vedere l’esibizione di Nanni al Capitan Kidd, un nightclub milanese, così da due diventano tre. Roberto Brivio in quegli anni collaborava con Cino Tortorella (il Mago Zurlì) in Tv e Tortorella era amico di Gianni Magni, che era noto per la sua bravura come mimo. Magni era perfetto per mimare le canzoni macabre e renderle divertenti. E così arrivano a quattro.

# I Gufi propongono grottesco e politico, popolare e paradossale

Gufi

I Gufi si esibiscono per la prima volta al Boccaccio di Milano, lo spettacolo va bene ed è la dimostrazione che il quartetto funziona. Nella kermesse che faranno a Torino attirano consensi superiori alle più rosee aspettative: propongono le canzoni macabre, quelle popolari e brani di denuncia sociale. E’ un mix perfetto, nella metà degli anni sessanta, per avere successo, per far rumore. Rumore in un mondo, della musica e della canzone, un po’ troppo ingessato. I Gufi propongono grottesco e politico, popolare e paradossale. Qualcuno oggi definirebbe molte delle loro canzoni “demenziali”, ma erano qualcosa d’altro. Il gruppo canta “Porta Romana bella” e “Contently becchin story” (la storia del becchino contento), “E’ la domenica il giorno del Signore” e “Si può morire”, una canzone di denuncia sociale contro le morti sul lavoro, gli omicidi per motivi religiosi, razziali e ideologici.

# Un centinaio di brani in 4 anni di attività

Dal 1965 (anno di uscita del primo disco, “Milano canta”), al 1969, (anno del primo scioglimento del quartetto), i Gufi incidono un centinaio di brani, tra cui “La Balilla”, “A l’era sabet sera”, “Fischia il vento”, “Bella ciao”, “Va Longobardo”, “Addio Monella” e “Sant’Antonio allu desertu”, una canzone popolare abruzzese che i Gufi elaborarono in una versione considerata blasfema e si presero una denuncia, poi archiviata in sede di giudizio.  

# La partecipazione a Sanremo prima dello scioglimento definitivo

Di sconosciuto – https://www.ilgiorno.it/milano/cultura/brivio-1.5050565, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=8566071 – Reunion del 1981

Dopo la chiusura del progetto artistico, avvenuta nel ’69, si rimisero insieme nel 1981, conducendo, su Antenna 3 Lombardia, la trasmissione “Meglio Gufi che mai”, sotto la regia di Beppe Recchia. In quell’anno partecipano al Festival di Sanremo (ma come ospiti) con il brano “Pazzesco”, una canzone solo apparentemente leggera. Si esibirono anche in alcune trasmissioni Tv, tra cui Domenica In. Il gruppo si scioglierà definitivamente nel 1982.

Dei quattro artisti è rimasto solo Lino Patruno, proprio il più anziano: Magni fu il primo a lasciarci, nel 1992, Svampa nel 2017 e Brivio nel 2021, sconfitto dal Covid.    

FABIO BUFFA 

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La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

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Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 - La rotta degli hippie

Un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. La storia di questa rotta e i percorsi più battuti attraverso l’Europa e l’Asia.

La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

# La rotta attraverso Europa e Asia della generazione hippie

Hippie

Il nome Hippie Trail, “la rotta degli hippie”, è riferito al viaggio intrapreso attraverso l’Europa e l’Asia dalla metà degli anni cinquanta alla fine degli anni settanta da un’intera generazione di giovani facenti parte della controcultura hippie. La parola “hippie” venne utilizzata solo a partire dalla metà alla fine degli anni sessanta, prima si parlava di “beatnik”. In maggioranza i viaggiatori erano europei, nord americani, australiani e giapponesi. 

# Alla ricerca della libertà, in un viaggio fisico e spirituale

57armadillo – Hippie

Si trattava di un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. Per questo motivo gli spostamenti venivano fatti a bordo dei classici pulmini Volkswagen, in autobus privati a basso costo, in case mobili costruite a mano a volte dotate di servizi, in autostop, ma c’erano anche dei treni che percorrevano parte del tragitto. Molti viaggiavano zaini in spalla, leggeri, senza preoccuparsi dei soldi, delle prenotazione alberghiere e della pianificazione del viaggio. Ad ogni tappa principale si trovano ostelli, hotel ed altri luoghi di ritrovo dove i viaggiatori potevano scambiarsi idee ed esperienze, tra i più famosi lo Yener’s Café ed il The Pudding Shop a Istanbul, lo Sigi’s in Chicken Street a Kabul o l’Amir Kabir in Tehran.

# Il percorso dalle città europee a quelle asiatiche

Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 – La rotta degli hippie

Il viaggio aveva solitamente come punto di partenza le principali città dell’Europa occidentale, quali Londra, Copenaghen, Berlino Ovest, Parigi, Amsterdam, Milano o Roma, e un tragitto che attraversava generalmente Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Nepal. Arrivati ad Instanbul i percorsi si dividevano in due:

  • la rotta settentrionale, quella più frequentata, che toccava Teheran, Herat, Kandahar, Kabul, Peshawar e Lahore, per arrivare in India e in Nepal;
  • la rotta meridionale, che passava dalla Turchia attraverso Siria, Giordania, Iraq, Iran e Pakistan.

C’era anche chi proseguiva oltre, verso l’India meridionale, la spiaggia di Kovalam a Trivandrum (Kerala) e lo Sri Lanka, o addirittura fino in Australia. Tra le mete preferite c’erano Delhi, Varanasi, Goa, Kathmandu e Bangkok, dove poter vivere indisturbati esperienze psichedeliche. 

# La fine della rotta degli hippie nel 1979 e una timida rinascita negli anni 2000

Nel 1979 la chiusura della rotta degli hippie. A sancirla fu la prese del potere in Iran dell’Ayatollah Kohomeini, che bloccò le frontiere, e l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica. La rotta era tornata parzialmente percorribile dalla metà degli anni 2000, ma in modo più difficoltoso e pericoloso per il prolungarsi delle guerre e delle tensioni in Iraq, Afghanistan e in alcune parti del Pakistan. Ozbus ha reso disponibile nel settembre 2007 un servizio di breve durata tra Londra e Sydney lungo l’hippie trail, oggi invece è possibile approfittare di alcuni viaggi commerciali tra Europa ed Asia che passano passando per il Nepal e il Tibet per la vecchia Via della seta scavalcando l’Iraq, l’Afghanistan e il Pakistan. Tornerà in futuro la possibilità di percorrere la rotta originale?

Continua la lettura con: Tornerà il VIAGGIO in TRENO più LUNGO partendo da MILANO?

FABIO MARCOMIN

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George Clooney in Centrale: le immagini

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Clooney - Centrale - Ezio Cairoli

Le fotografie scattate da Ezio Cairoli, giovedì 2 maggio 2024, a Milano presso la Stazione Centrale sul set di George Clooney e di Adam Sandler.

Fotogallery di Ezio Caroli:

Continua la lettura con: I nuovi treni per la metro di Roma

MILANO CITTA’ STATO

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I nuovi treni per la metro di Roma

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Nuovi treni Roma

Dopo anni di torpore anche la Città Eterna sembra essersi risvegliata, almeno per quanto riguarda il trasporto pubblico. Scopriamo come sono i nuovi convogli e quando inizieranno a circolare.

I nuovi treni per la metro di Roma

# Svelati i nuovi convogli per la metro capitolina

L’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, ha svelato nei giorni scorsi i nuovi treni destinati alla metropolitana cittadina, in particolare alle linee A e B. Dopo il restyling delle stazioni, l’avvio del cantiere della stazione della linea C e della riprogettazione della linea D, anche la Città Eterna sembra essersi risvegliata da un lungo torpore che aveva colpito pesantemente il trasporto pubblico. 

# Previsti 30 treni, il primo in arrivo a dicembre 2024

In totale sono previsti 30 nuovi treni. La produzione è affidata a Hitachi Rail e il primo dei arriverà a dicembre 2024. Il primo contratto applicativo ne prevede 14, di questi 12 sono per la linea B e 2 per la linea A, con 7 previsti in consegna nel 2025 e gli ultimi 6 nel 2026. Il secondo contratto applicativo ne prevede altri 16, di cui 11 sulla B e 5 sulla A, a partire dal 2027.

# Analoghi ai treni della metro milanese, la livrea segue la Corporate Identity di Roma Capitale

Nuovi treni Roma

Per quanto riguarda il design e l’estetica le proposte sono state realizzate “coniugando l’evoluzione dei veicoli metropolitani di Roma, l’esperienza di viaggio del passeggero, i principi di comfort, sicurezza ed ergonomia”, come spiega l’Assessore Patanè. I convogli sono analoghi ai treni Leonardo già in servizio sulle linee M1 e M2 di Milano e ai modelli aggiornati in arrivo per la linea M1 e M3, in quanto prodotti sempre da Hitachi. La livrea segue le linee guida della Corporate Identity di Roma Capitale e si caratterizza per una colorazione bianca con la fascia amaranto come sugli esistenti convogli CAF.

Leggi anche: I nuovi TRENI stilosi e super SILENZIOSI in arrivo per M1, M2 e M3

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: Roma si muove: dal giardino verticale al “bianco dinamico” si rinnovano le stazioni della metro A. Si muoverà anche Milano?

FABIO MARCOMIN

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Sulle mura del Castello Sforzesco si trova un fiore unico al mondo

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giorgio_bardelli_naturalista IG - hieracium australe

Nell’ultimo inventario della flora spontanea italiana questo fiore è risultato l’ultimo superstite tra le piante endemiche in città. Non si trova in nessun altro luogo al mondo. Scopriamo come è fatto.

Sulle mura del Castello Sforzesco si trova un fiore unico al mondo

# L’Italia al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità

greenplanner.it – Mappa biodiversità vegetale

Il nostro Paese è al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità grazie alla variabilità climatica e morfologica. Solo la Turchia, se si considera il bacino del Mediterraneo, ha un numero maggiore di piante e fiori spontanei. Sul territorio italiano sono presenti 1702 piante endemiche, che germogliano solo qui, sui 10.023 tipi di piante complessivi. A queste se ne aggiungono 8.241 autoctone, originarie del luogo ma non per forza presenti solo nell’area in cui sono nate, e 1782 aliene. 

# L’ultimo inventario della flora spontanea italiana del Museo di Storia Naturale di Milano

dailygentile IG – Museo di Storia Naturale di Milano

Nell’ultimo inventario della flora spontanea italiana, curato dal Museo di Storia Naturale di Milano e disponibile online sul Portale della Flora d’Italia, è emerso come le specie estinte siano passate da 26 a 28. Una di queste specie esclusive scomparse era in centro a Milano, che ora ne ha solo un’altra. L’aggiornamento del database è stato arricchito con le informazioni di un nuovo studio coordinata dal Museo, che ha coinvolto un un team internazionale di 45 botanici, promosso dal Comune di Milano e patrocinata dalla Società Botanica Italiana, dalla Fondazione per la Flora Italiana e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. 

# Sulle mura del Castello Sforzesco un fiore unico al mondo che rischia di scomparire

giorgio_bardelli_naturalista IG – hieracium australe

La specie di fiore superstite a Milano germoglia sulle mura del Castello Sforzesco, come quella scomparsa per sempre dal nome l’hieracium tolstoii. Quello che è ancora sopravvive è un fiore unico al mondo, si tratta dell’hieracium australe. L’aspetto è simile a quello del tarassaco, il fiore giallo molto comune nei prati che diventa un “soffione”. Non si sa però ancora per quanto si riuscirà ad ammirarlo. Il probabile cambiamento dell’habitat, che avrebbe causato l’estinzione dell’altra specie, metterebbe infatti in serio pericolo anche l’ultimo fiore presente solo nella nostra città.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

FABIO MARCOMIN

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La brioche extralarge di Milano: un’esperienza esagerata

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Nel regno delle brioche colorate, con i famosi “cornetti ape”, se ne può mangiare una versione davvero esagerata. 

La brioche extralarge di Milano: un’esperienza esagerata

# Il regno delle brioche colorate

aromanapoletano IG – Cornetti ischitani

Nel quartiere Isola c’è un locale famoso per le sue brioche colorate, “Aroma Napoletano”. Stiamo parlando dei cornetti ischitani, una specialità di pasticceria realizzata con un doppio impasto più leggero e appetitoso rispetto a quelli classici. Viene realizzato grazie all’unione tra la pasta brioche e la pasta sfoglia producendo una sfoglia fragrante all’esterno e un morbido interno alveolato.  

Esternamente hanno il tipico aspetto bicolore delle api e per questo alcuni lo chiamano “cornetto ape”, e sono disponibili in diversi gusti con l’esterno caratterizzato dal colore del contenuto. Oltre a quello vuoto troviamo quelli a crema e amarena, pistacchio, cacao, frutti rossi, caramel, siciliano. Il prezzo medio è di 4 euro.

# La variante estiva

Credits italyfoodtag IG – Brioche estiva

Tra le varianti disponibili troviamo anche la ‘Ischitano Cream, la brioche estiva di Aroma Napoletano. In questo caso il cornetto ischitano viene tagliato in orizzontale, farcito con gelato, crema, topping, sormontato dalla granella e chiuso con la punta.

# La brioche XXL per un’esperienza disumana

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da ᴀʟʙᴇʀᴛᴏ ᴍᴏɴᴛᴇꜰᴏʀᴛᴇ (@spokesman.foodblogger)

La più esagerata di tutte, per un’esperienza davvero disumana, è la brioche in formato XXL. Non si tratta della versione maxi del cornetto ischitano, ma di una versione ancora più grande. Occupa un piatto da secondo e può essere farcita in differenti modi, tra cui al cioccolato bianco e frutti di bosco all’interno e all’esterno.

Una vera bomba calorica. In realtà sarebbe per 6/7 persone e infatti viene proposta anche come torta di compleanno. Rispetto alle brioche classiche si richiede su prenotazione e il prezzo varia in base al peso. Chi è pronto a mettersi alla prova?

Indirizzo: Via Traù, 2

Continua la lettura con: A Milano la BRIOCHE ESTIVA

FABIO MARCOMIN

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