Google, arriva la novità più attesa: il traduttore in milanese
# Il sistema di traduzione automatico più utilizzato al mondo supporta ora 110 nuove lingue
Palm 2 Google
Novità per Google Translate, il sistema di traduzione automatico più utilizzato al mondo: aggiunte 110 nuove linguegrazie all’intelligenza artificiale, l’ultimo aggiornamento è datato 2022 con 24 lingue in più. Il merito va nello specifico al modello PaLM 2, il Large Language Model che alimentava prima chatbot Bard, che consente “a Translate di apprendere più efficacemente lingue correlate, come l’Awadhi e il Marwadi, vicine all’hindi, e i creoli francesi come il creolo seychellois e il creolo mauriziano” spiega Isaac Caswell, ingegnere software senior di Google Traduttore. Si può trovare anche il Punjabi, la lingua più parlata in Pakistan, e lingue considerate estinte come il Manx, la lingua celtica dell’Isola di Man.
# Tra le novità anche i dialetti italiani tra cui lombardo, friulano, siciliano, ligure e veneto
Tra le nuove lingue disponibili ci sono anche alcuni dialetti italiani, considerati a rischio di estinzione, come il lombardo, il friulano, il siciliano, il ligure e il veneto. D’ora in poi quando si vuol conoscere il significato di una parola milanese basta chiedere a Google Translate. In questo modo è possibile valorizzare il patrimonio linguistico e culturale italiano portando i dialetti anche in ambiti formali come il turismo e la formazione.
Il bullet train, il treno proiettile dopo Giappone e Cina approda anche in California. Disco verde alla realizzazione della nuova linea super veloce. Foto: California High-Speed Rail Authority
Disco verde per il bullet train in California: quanto ci metterà
# Da LA alla Bay Area: via libera al tratto più impegnativo
Luglio 2024. L’ambizioso progetto del treno ad alta velocità della California che collegherà Los Angeles alla Bay Area raggiunge un traguardo fondamentale.
L’Autorità ferroviaria ad alta velocità della California ha dato il via libera al percorso tra Palmdale e Burbank, il segmento ambientalmente più impegnativo a causa degli estesi tunnel attraverso terreni montuosi.
# 30 miglia di tunnel percorsi in 20 minuti
Con un costo stimato di circa 28,6 miliardi di dollari, questa sezione trasformativa presenta 30 miglia di tunnel, prevalentemente sotterranei, per ridurre al minimo l’impatto sulla comunità e sull’ambiente.
Una volta completato, consentirà un tempo di viaggio di soli 20 minuti tra le stazioni di Palmdale e Burbank.
Quando si decide di cenare fuori a Milano, la domanda principale è: preferiamo un tavolo all’interno o un posto nel giardino all’aperto? Ma la vera questione è: qual è il nostro budget?
Il pergolato più popolare di Milano: la storica trattoria dove si mangia con meno di 15 euro
# Dove gustare piatti dal sapore casalingo
ste_ventura IG – Il fegato con la polenta al San Filippo Neri
Su Viale Monza, precisamente al numero 220 e proprio di fronte alla fermata Precotto, si trova una trattoria molto frequentata, soprattutto durante l’estate. Uno dei maggiori punti di forza di questo ristorante è il suo incantevole spazio all’aperto: un lussureggiante giardino con un pergolato che offre riparo dal sole. Stiamo parlando della Trattoria San Filippo Neri, un locale storico che si distingue per la sua atmosfera informale e i prezzi accessibili. Infatti, è possibile gustare un menù completo spendendo solo 15 euro.
La Trattoria San Filippo Neri pone grande attenzione alla qualità delle materie prime, evitando l’uso di prodotti preconfezionati e preferendo rifornirsi da aziende locali. Il menù offre piatti della cucina italiana, spaziando dalle ricette tradizionali a quelle rivisitate con un tocco di innovazione. Inoltre, in perfetto spirito da trattoria, è possibile assaporare quei piatti che evocano i sapori di casa, proprio come quelli che preparavano le nonne.
# Menu fisso a prezzi stracciati
Restaurant Guru – Trattoria Filippo Neri
Alla trattoria San Filippo Neri è possibile gustare una vasta gamma di piatti, dai primi come lasagne, risotto alla milanese e terrina di polenta con zola, ai secondi come fiorentina, arrosto e cotoletta. Il menù, che cambia regolarmente, offre una grande varietà e, per chi cerca una pausa pranzo rapida, sono disponibili anche panini e piadine. I prezzi sono molto competitivi, con vari menù fissi: un primo con contorno o dessert parte da 12,50 euro, c’è ad esempio il risotto limone e rosmarino con goulash piccante di manzo a 14 euro. Ci sono poi opzioni più sostanziose che costano tra i 15 e i 20 euro. Ad esempio, un menù con risotto alla milanese e osso buco costa 16 euro, mentre uno con costoletta di vitello alla milanese e contorno costa 17 euro.
Il locale è generalmente aperto solo a pranzo, ad eccezione delle serate di martedì e giovedì quando serve anche la cena.
# Nasce come dopolavoro e ancora oggi mantiene lo spirito della cooperativa
giorgiola77 IG – San Filippo Neri
Dopolavoro e centro cooperativo, queste le origine della Trattoria San Filippo Neri, un fatto che spiega la sua atmosfera unica di convivialità e semplicità. All’interno, il locale si distingue per il suo arredo essenziale, con le caratteristiche tovaglie a quadri rossi e bianchi che spiccano. All’esterno, l’ambiente mantiene la sua informalità aggiungendo un tocco di intimità, grazie al piccolo giardino con pergolato che offre un piacevole ristoro anche nelle giornate estive. Gentilezza e gioia di vivere sono il cuore pulsante di questa trattoria.
La prima volta a Milano? 10 cose da mostrare per fare colpo
Mai come negli ultimi anni la nostra metropoli si è trasformata in tutto e per tutto, dal suo ventre, con l’inaugurazione della nuova linea della metropolitana, all’altissimo, nel nuovo svettante skyline di Piazza Gae Aulenti.
In questo senso, tra retaggio del passato e ambizioni futuristiche già in atto, ecco quali sono le 10 cose da mostrare a chi viene a Milano per la prima volta e perché mostrargliele – insomma, un bigino per fare bella figura in quattro e quattr’otto.
E’ il rooftop più rooftop di Milano. Mentre i grandi hotel e i grandi marchi del glamour fanno a gara per proporre aperitivi a volo d’uccello, le terrazze del Duomo sono lì dalla fine dell’800, aperte al pubblico in maniera libera o tramite le visite guidate dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, così da proporre la cosa più preziosa e impagabile della nostra città: la vista fino al Resegone all’ora del tramonto.
Tra una guglia, un pinnacolo, una occhiata allaMadonnina, sempre più vicina durante la salita, è divertente provare a riconoscere i volti dei santi e dei protagonisti della storia che qui hanno una loro effigie: strizzate gli occhi e ci troverete pure Mussolini!
Attenzione però a non lasciarvi spaventare. Tre cose almeno potrebbero farvi drizzare i capelli: l’altezza, i Gargoyles e il fantasma della Carlina.
#2 Castello Sforzesco
Piazza Castello
E’ il maniero di Milano, e la cosa incredibile è che non tutti lo sanno.
Conserva pregevolissime raccolte, dal Museo Egizio al museo delle armi; dalle corti e pozzi di epoca remota e persino un affresco con un elefante.
Anche qui si succedono storie di fantasmi, apparizioni e stranezze, e non ci si può aspettare diversamente viste le vicissitudini di cui è stato protagonista il Castello, dagli Sforza ai Visconti fino a Napoleone.
Talvolta è possibile percorrerlo nei sotterranei o tra le merlate, eppure, quello che rimane conservato come uno scrigno tutto l’anno è un tris di capolavori che tutto il mondo ci invidia e forse non tutti conoscono:
la Pietà Rondanini, scultura metafisica e ultimo capolavoro incompiuto (oltre che esempio di ‘non finito’) di Michelangelo Buonarroti, oggi nell’ex Spedale Spagnolo;
il grande gonfalone civico di Sant’Ambrogio (intorno a straordinari arazzi fiamminghi) – la copia si trova nella Sala Alessi, a Palazzo Marino;
la Sala delle Asse di Leonardo da Vinci, un pergolato verde affrescato solo di recente riportato alla luce degli studiosi e del pubblico.
#3 Cenacolo di Leonardo
Un miracolo: di tecnica, di bravura, di storia, di mistero, di potere dell’immagine.
L’Ultima Cena di Leonardo: è straordinario già solo il fatto che sia arrivata ai giorni nostri, visto che Leonardo non era uomo di “pancia” e che per non dipingere davvero ‘a fresco’, come la tecnica dell’affresco richiede, bensì usò una miscela di uova e materiali organici a presa meno rapida ma assai più deperibili.
E’ un segno del cielo il fatto che sia sopravvissuta ai bombardamenti aerei della notte del 10 agosto 1943, quando tutto il resto del Cenacolo crollò e questo muro, così unico al mondo, rimase in piedi.
Per visitarlo bisogna mettersi in fila: virtualmente, prenotando la visita; fisicamente, perché le code sono all’ordine del giorno.
La visita, di appena pochi minuti, può essere completata dall’ingresso alla adiacente Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di cui questo Refettorio Conventuale fa parte, e con la neo-recuperata Vigna di Leonardo, nella Casa degli Atellani, la attigua casa dove Leonardo visse nel XV secolo e dove, durante Expo, è stato riportato alla luce il suo lussureggiante giardino e i grappoli che il Modo donò al genio.
Dan Brown, con il suo Codice da Vinci, ha consacrato un mito che già mito era: bando alle ricostruzioni surreali o meno, è un miracolo da vedere.
#4 Vicolo dei Lavandai e Navigli
I Navigli restano l’ultima parte del tracciato fluviale di cui Milano erano solcata per portare il marmo di Candoglia al Cantiere del Duomo.
Vederli di sera ha un effetto “bohemien”, ma la bellezza di certi scorci, come il Vicolo dei Lavandai, la delizia di una passeggiata a bordo d’acqua, sulla ritrovata Darsena, e le corti di certe case di ringhiera con gli atelier degli artisti sono da gustare in piena tranquillità di giorno, quando i due Navigli ‘che non sapevano navigar”, recitava una vecchia canzone, sono quasi assopiti, solcati da qualche battello che, fino a tarda sera, offre l’occasione pure di navigarli en plein air.
#5 La Scala
credits: milanoperlascala.it
E’ il teatro dei teatri, il tempio della lirica occidentale, il palco dove ancora si dice si muova il fantasma della Callas e dove, i più fortunati hanno visto danzare due mostri sacri del Balletto danzare: Carla Fracci e Roberto Bolle. La sua ‘prima’ è l’evento per eccellenza: per tradizione avviene il 7 di dicembre, in onore di Sant’Ambrogio.
Visita consigliata tutto l’anno, grazie anche al museo e alle prove aperte.
Per la cronaca: è stato il primo edificio d’Europa a venir illuminato interamente con la corrente elettrica (correva l’anno 1883).
#6 San Maurizio
La chiamano la Cappella Sistina di Milano per la presenza del più vasto ciclo milanese di affreschi. Sono opere del Luini, oltre a decorazioni dei Campi, del Boltraffio e forse del Foppa, e costituiscono un perfetto esempio dello sviluppo dell’arte cittadina dopo il soggiorno di Leonardo da Vinci.
E’ uno di quei luoghi ancora scarsamente conosciuti dagli stessi milanesi. Uno di quei templi cittadini in cui ancora si può assistere a tradizioni bizantine, immersi in uno spirito d’altre epoca.
Appartenente al complesso del monastero di San Maurizio, San Maurizio al Monastero Maggiore è il più antico cenobio femminile di Milano: la chiesa tramezzata risale all’inizio del Cinquecento. Accanto, sempre su Corso Magenta, insiste il Museo Archeologico e tutta l’area che in tempo faceva parte di Milano, capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
#7 Parco Sempione (Triennale, Arco della Pace, Arena)
credits: @andreacherchi_foto
Ecco un altro caso in cui la movida offre la possibilità, più o meno consapevolmente, di scoprire brani straordinari della storia passata di Milano.
Il Palazzo della Triennale, il Palazzo del’Arte, esempio di architettura razionalista degli anni ’30, è particolarmente ambito per le sue mostre temporanee, il suo Museo del Design e per il giardino con niente meno che i Bagni misteriosi di De Chirico come fontana.
L’Arco della Pace, quello che nella visione di Napoleone avrebbe costruito l’asse Castello Sforzesco di Milano – Arc du Triomphe di Parigi, sempre più spesso fa da fondale a scene cinematografiche e serate goliardiche, entrando nel gergo dei più giovani a identificare una certa zona “cool” delle serate meneghine. L’Arena: il luogo di arrivo di ogni maratona di Milano. Un tempo veniva allagata per intrattenere i milanesi con le naumachie; oggi è il ‘Colosseo monco’ di Milano è sfruttato bene giusto dai runners che vogliano fare jogging in pieno centro città.
#8 Quadrilatero della Moda (Via Monte Napoleone, Via della Spiga)
via montenapoleone
La Milano da bere degli anni ’80 è rimasta ferma a questo indirizzo, che comprende l’area dall’Ottagono di Galleria Vittorio Emanuele fino ai Giardini di via Palestro.
Un tempo questo era il regno dei macellai e delle botteghe: oggi anche le ultime gloriose insegne hanno dovuto sgombrare il campo di fronte al potere d’acquisto dei colossi della moda, ma il bello è che, con un po’ di costanza e tanta faccia tosa, si può ancora cogliere l’occasione di una ‘svetrinata’ per perdersi nel dedalo di vie e viuzze, spesso solo pedonali, e lanciarsi alla caccia all”indovina chi viveva qui’, visto il susseguirsi di targhe e cimeli; entrare in qualche portone aperto inforcare le scale e scoprire androni di rara decorazione e scultura.
Ricordarsi che c’era il monte dei pegni in età napoleonica, dopotutto, servirà a dire che la vera ricchezza è saper riconoscere il bello che si ha davanti, più che limitarsi ad acquistarlo.
#9 Piazza Gae Aulenti (percorrendo Corso Garibaldi e Corso Como)
credit: Instagram – @scatto_milano
E’ il grande simbolo della Milano rinascente. Il nuovo skyline di Milano, con il Palazzo dell’Unicredit, il Bosco Verticale, il BAM (Biblioteca degli Alberi) e il Padiglione in legno a lambire questa piazza degli affari e degli incontri, dei grandi show urbani e della nuova finanza.
E’ il punto di cesura tra quello che c’è stato – la dolce vita di Corso Como; la grande eleganza di Corso Garibaldi con i suoi bistrot e i palazzo bassi -, e quello che Milano punta a diventare.
10 Palazzo Lombardia
Credits: salesianilombardiaemilia.it – Palazzo Regione Lombardia
Entra in classifica anche questa ultima chicca: il 39mo piano del Palazzo Lombardia, il Palazzo della Regione. Sostituire il Pirellone nel cuore dei milanesi era cosa difficile, ma questa enorme scatola di vetro e tubi in cima, più in cima di tutta Milano, pare esserci riuscita. Nelle giornate terse altro che Resegone: sembra di avere l’intera Pianura Padana ai propri piedi. Attendiamo che si possa riaprire al pubblico.
# Da Largo Mattei al Teatro Arcimboldi viaggia in sotterranea
Largo Mattei-Teatro Arcimboldi
Il tram 7 percorre 17 fermate, da Piazzale Lagosta a Precotto, e corre in superficie come tutte le altre linee tranviarie della città. Ad eccezione di un breve tratto in sotterranea, quando diventa una specie di metropolitana.
@combat tram YT – Tram 7 in sotterranea
Dalla fermata di Largo Mattei, nel quartiere Bicocca, i mezzi su rotaia iniziano una discesa che li porta a infilarsisotto i binari ferroviari che arrivano dalle stazioni di Porta Garibaldi Fs e Centrale.
Tratti scoperti tram 7 in sotterranea
Il tram prosegue in sotterranea in via Beccaro e poi curva per dirigersi in via Fieramosca dove finalmente ritorna alla luce. Lungo questo tragitto ci sono due tratti scoperti, ma sempre sotto il piano stradale: uno a lato di via dell’Innovazione e uno all’inizio di via Fieramosca.
# L’unica fermata sotterranea di un tram a Milano
@combat tram YT – Fermata Arcimboldi
In questo porzione di linea tranviaria sotterranea c’è anche una fermata che resta nel sottosuolo: quella che serve il vicino Teatro Arcimboldi e l’Università Bicocca e denominata Arcimboldi Ateneo Nuovo. La fermata si trova tra i due tratti scoperti, sotto via dell’Innovazione ed è l’unica fermata tranviaria interrata di Milano.
Questo il video percorso:
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
FABIO MARCOMIN
ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:
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In autunno è attesa l’inaugurazione integrale della M4 fino a San Cristoforo. Ma Milano guarda già avanti: la prossima linea metropolitana ad essere costruita sarà la M6, ma ancora non si sa quale sarà il suo tracciato. Ecco quando dovrebbero essere presentati i risultati degli studi di fattibilità.
# Entro settembre 2024 si completa la M4, per il futuro c’è la M6
Mappa metro Atm
C’è attesa per l’inaugurazione completa prevista entro fine settembre 2024 della linea M4, la quinta metropolitana della città, anche se qualche stazione centrale potrebbe aprire nei mesi successivi. Un tracciato di 21 fermate da Linate a San Cristoforo Fs. Il Comune di Milano sta però già guardando al futuro con la linea M6, il cui tracciato è ancora definire, che secondo i piani dovrebbe essere l’ultima ad essere realizzata in città.
# In autunno attesa la presentazione dei risultati dei 6 studi di fattibilità di Politecnico e MM
Mattia Cugini, Assessore del Municipio 5 di alcune materie quali Urbanistica e Mobilità, rispondendo ad alcune domande rivolte da Stefano Ferri per il periodico “Il Sud Milano” riguardo allo Studio d’Area del Politecnico sui quartieri Ripamonti, Vigentino e il sud di Scalo Romana, svela quando dovrebbero essere presentate al pubblico le diverse alternative di tracciato. Questa la sua risposta alla domanda “Quando saranno resi noti i tracciati della M6?: “La presentazione ai cittadini dei sei studi di fattibilità sui tracciati della M6 preparati da MM e Politecnico avverrà a ottobre, con l’obiettivo di far conoscere gli esiti delle valutazioni, dell’analisi di costi benefici e anche dei relativi flussi che sono stati effettati per ciascuna delle ipotesi e capire perchè viene scelto un tracciato piuttosto che un altro”.
# I possibili tracciati: nord-sud, est-ovest o “chiusura” anello circle line
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
L’Assessore spiega quali sono le diverse possibilità di tracciato: “Una è quella contenuta nel Pums che prevede una linea che da Quarto Oggiaro arrivi in Ripamonti, attraversando la città.”
Credits metromilano – Nuova M6
Le altre ipotesi, aggiunge l’assessore, sono quelle riguardanti “tracciati trasversali, da sud est a sud ovest, in cui i discrimini sono il punto di altezza in cui si posiziona il tracciato, dove inizia, dove arriva e dove intercetta tra le altre linee di interscambio”.
Non viene specificato nella risposta, ma il Comune di Milano starebbe valutando di proseguire il tracciato verso nord-ovest per chiudere idealmente la circle line ferroviaria.
M6 verso sud
Il Governo italiano punterebbe invece verso Ripamonti, con capolinea da Opera dove realizzare un hub d’interscambio con la futura stazione AV della linea Milano-Genova. Pare invece accantonata una delle primi ipotesi fatte diverse anni fa, quella di sbinare il ramo di Bisceglie della M1 per poi scendere sempre lungo Ripamonti.
# L’alternativa della M2 da Piazza Abbiategrasso per servire il Vigentino
Maps – Linea verde da piazza Abbiategrasso a Ripamonti
L’intervista è incentrata sul futuro del sud Milano e nello specifico dei quartieri Ripamonti e Vigentino, per questo tra le ipotesi oggetto di studio per servire l’area, come spiega l’Assessore Mattia Cugini, c’è anche il prolungamento della linea verde da Piazza Abbiategrasso in direzione est.
Per chi al caldo del mare preferisce il fresco della montagna sono numerose le passeggiate (e le brevi nuotate) da fare in Lombardia.
Sorgenti, torrenti, cascate: i 5 specchi d’acqua più freschi della Lombardia
# Le sorgenti dell’Adda a 2.200 metri, in un percorso costellato da laghetti
Credits alessio.fasoli IG – Sorgenti dell’Adda
Uno dei percorsi più suggestivi si trova in Val Alpisella, costellato da laghetti alpini, che porta alle sorgenti dell’Adda a 2.200 metri d’altezza. Per arrivare a destinazione bisogna risalire la valle in maniera graduale fino a tre laghetti tra i quali si trova una delle sorgenti. La sorgente con la maggiore portata d’acqua si raggiunge sul tragitto di ritorno perché si trova sul versante opposto della valle.
# La Cascata del Cenghen, ai piedi del massiccio della Grigna
Credits fendrixlady IG – Cascate del Cenghen
Ai piedi del massiccio della Grigna nella Val Monastero, a poche centinaia di metri della spiagge di Abbadia sul Lago di Como, si trova lo spettacolo naturale della Cascata del Cenghen: un’enorme parete verticale con una profonda spaccatura nella quale scorre acqua purissima. Per raggiungerla si cammina lungo un percorso ad anello, non troppo impegnativo e adatto a tutti.
# Il torrente Sanguigno, nell’area naturale con la più alta biodiversità della Lombardia
Credits giovannitrovesi IG – Torrente Sanguigno
Il torrente Sanguignole cui acque, scendendo a balzi, formano sorprendenti piscine naturali, si trova nella Val Sanguigno, l’area naturale con la più alta biodiversità del Parco delle Orobie Bergamasche. L’itinerario da percorre è facile e piacevole. La partenza è dal paese di Valgoglio al Rifugio Gianpace a 1.331 metri d’altezza e nel tragitto si cammina a lato del torrente che scende dalla valle e affianca la mulattiera.
# Il sentiero delle miniere nella foresta della Val Grigna
Credits giteinlombardia.it – Cascata Val Grigna
Nella foresta della Val Grigna c’è il sentiero delle miniere che porta all’imbocco di una delle più antiche miniere d’Europa, dove già ottocento anni prima di Cristo si esportava il rame. La vera attrazione è però la cascata della Val Grigna, che si raggiuge partendo dalla località di Silter di Campolungo e percorrendo la strada lungo il fondovalle che costeggia il corso del fiume. Si tratta di un itinerario ad anello caratterizzato da un grado di difficoltà minimo, in un contesto naturale suggestivo caratterizzato da salti d’acqua, rocce imponenti e boschi di larice e abete rosso.
# La Cascata Val Nera, un salto di 10 metri, raggiungibile da due sentieri che costeggiano il torrente
Credits occhi77 IG – Cascata Valnera
La cascata della Val Nera è uno spettacolo naturale che si raggiunge attraverso una passeggiata breve e poco impegnativa. Partendo dopo il centro di Livigno sulla strada per il Passo Forcola e prendendo la strada sterrata verso l’Alpe Vago si arriva un pianoro. Qui ci sono due sentieri, il 106 che costeggia a destra il torrente e il 107 che lo costeggia a sinistra. Entrambi vanno bene per giungere alla valle del Vago dove poter ammirare il salto di 10 metri della cascata Val Nera.
Questo è il RISTORANTE più ANTICO d’Europa: era aperto già ai tempi di CARLO MAGNO
# Era aperto già ai tempi di Carlo Magno
Credits: @bathtubbrad St. Peter Stiftskulinarium
Il ristorante più antico d’Europa è St. Peter di Salisburgo, in Austria: le prime “tracce” dell’esistenza di questo locale risalgono all’803 d.C. attraverso gli scritti del filosofo e teologo anglosassone Alcuino di York (nato nel 735 e mancato poco dopo la citazione del ristorante di Salisburgo). Alcuino fu consigliere di Carlo Magno, nonché uno degli artefici del Rinascimento Carolingio.
Credits: @dgutzler St. Peter Stiftskulinarium
I clienti, all’interno di questo antico ristorante, trovano un ambiente confortevole e il cibo che viene proposto è sia austriaco che mediterraneo. Al St. Peter si può gustare un ottimo Tafelspitz, ovvero manzo bollito in brodo aromatizzato con spezie, poi tagliato a fette e servito con erba cipollina e verdure, lessate nel brodo della carne. C’è anche un’ampia scelta di vini, oltre 600: recentemente il locale è stato infatti premiato con 18 punti su 20 per quanto riguarda la loro qualità, che comprende anche una scelta dei migliori champagne.
# Un mix tra storia e modernità
Credits: @dgutzler St. Peter Stiftskulinarium
Il locale è situato nelle mura dell’Abazia di San Pietro e al suo nome viene aggiunta la parola “Stifskulinarium”, ovvero “cucina dell’abazia“. Era meta di personalità di spicco della nobiltà e del clero e vide la presenza, tra i commensali, di Joseph Haydn e Amadeus Mozart. La particolarità estetica del St Peter è l’abbinamento tra interni storici e tocchi moderni. Le sale portano il nome di “Sala dei cittadini”, “Camera del prelato”, “Stanza di Haydn”, in riferimento proprio a dove si sedeva il grande compositore, e “Sala barocca”. Si narra che qui si sedette a mangiare perfino Cristoforo Colombo.
“La gustosa fusione della nostra pluripremiata cucina, con creazioni artistiche e viaggi culinari nel tempo, promette cose meravigliose nel piatto, impegnative o leggere o scintillanti nel bicchiere, circondate dalla storia più vivace nel centro di Salisburgo. Grazie ad un servizio autentico e sofisticato allo stesso tempo, presentiamo la nostra pluripremiata filosofia”, sono le parole di presentazione dei titolari del ristorante.
È quindi certo che il St Peter sia il ristorante più antico d’Europa, ma è fortemente probabile che sia anche il più antico del mondo, visto che tracce di locali, ora esistenti, citati nell’antichità, risalgono al 1100.
Corso San Gottardo era l’arteria principale di un borgo storicoesterno alle mura spagnole. Questo spiega le caratteristiche case a corte che si trovano nell’area compresa tra il Corso e il Naviglio Pavese.
Tra Corso San Gottardo e il Naviglio Pavese si trovano le caratteristiche case a corte tipiche della zona. Erano aree destinate alla vita sociale e professionale, disposte in lotti stretti e lunghi con ingressi spesso su ambo i lati.
Ph. lorenzobises IG
Il borgo doveva la sua fortuna alla vicinanza con il naviglio, in particolare nell’Ottocento quando il Naviglio Pavese venne completato: le barche mercantili dirette alla Darsena sostavano nei pressi di corso San Gottardo dove le merci venivano scaricate evitando il dazio posto alla dogana nei pressi della Darsena. I doppi ingressi servivano proprio a trasportare le merci dal lato dei navigli a quelli del borgo.
Il borgo divenne noto soprattutto per lo scarico e la rivendita di latte e latticini che provenivano dal territorio pavese. Nelle case a corte si crearono depositi per la conservazione e la stagionatura dei formaggi. Per questa ragione la zona attorno a Corso San Gottardo venne definita il borgo dei formaggiai, in milanese “El burg dè furmagiatt“.
Milano è piccola. Così l’hanno disegnata. Rispetto alle altre città sorprendono i confini: linee di separazione con realtà che di fatto sono unite con Milano. Se invece ragionassimo come fanno a Berlino, Parigi o Londra, quali paesi dovrebbero fare parte di Milano?
Se Milano avesse i confini di Londra: che paesi e città ne farebbero parte?
# Londra terza città più estesa d’Europa dopo Mosca e Istanbul
Credits pexels – Londra
Per capire i confini della capitale britannica bisogna innanzitutto definire bene le sue entità. Partiamo dalla Città di Londra, speciale distretto che occupa la porzione più antica dell’agglomerato urbano conosciuta come la “City”, di 2,9 kmq e 9.000 residenti.
Di TUBS – Questa immagine vettoriale include elementi che sono stati presi o adattati da questa:, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17530306 – Città di Londra
Abbiamo poi la Grande Londra, che insieme al nucleo storico è una delle due contee cerimoniali della capitale, composta dagli altri 32 dei 33 borghi, eccetto appunto la “City”.
it.londonmap360.com – Mappa Grande Londra
Queste due contee messe insieme danno vita alla metropoli di Londra, che con i suoi 1.572,15 kmqdi estensione è la terza città più estesa d’Europa, preceduta da Mosca e Istanbul, con una popolazione di 8,8 milioni di abitanti.
# Se Milano avesse i confini di Londra avrebbe al suo interno Monza, alcuni comuni delle province di Varese, di Pavia e di Lodi
Londra vs Comune di Milano
Sovrapponendo la mappa di Londra a quella del Comune di Milano, che con 181 kmq ha un’estensione territoriale inferiore di quasi dieci volte, sarebbero decine i comuni ricompresi all’interno dei suoi confini. Ci starebbero molti di quelli della Città Metropolitana, da Paderno Dugnano ad Arluno, da Gaggiano a Rozzano, da Dresano a Melzo, ma anche altri esterni. Tra questi:
parte di Monza con il Parco della Reggia;
alcuni comuni della sua provincia come Desio, Muggiò, Lissone, Limbiate, Nova Milanese incluso parte di Cesano Maderno;
una porzione del Comune di Caronno Pertusella in provincia di Varese
il Comune di Siziano e parte di quello di Bascapè della provincia di Pavia.
# Sarebbe estesa più o meno come la Città Metropolitana
Confronto Londra-Città Metropolitana di Milano
Dai confini rimarrebbero però esclusi molti comuni della Città Metropolitana di Milano, in gran parte ad ovest e nord ovest come Legnano, Magenta, Abbiategrasso, Morimondo, Castano Primo. Il motivo è che l‘estensione amministrativa dell’ente è di fatto identica a quella di Londra, appena più grande, 1.575,65 mq contro 1.572,15 mq.
Questo secondo confronto rende ancora più evidente la necessità e la sensatezza che i reali confini di Milano siano quelli della sua Città Metropolitana, e agendo come Londra si potrebbe lasciare solo il Municipio 1 con un’amministrazione a se stante o in alternativa sciogliere tutti i singoli municipi e farli diventare comuni/quartieri della nuova città. Il passo successivo sarebbe quello di trasformare l’ente in una città regione o comunque parificarlo come poteri, risorse e livello gerarchico alle altre regioni italiane.
Le strade di Milano negli anni Ottanta: lanciano la “call” le foto di Martina Colombo sul gruppo Milano vintage. Gruppo che pubblica “anche fotografie di famiglia, l’importante che sullo sfondo ci sia Milano”. Ne abbiamo scovate altre tra le più significative del decennio. Foto di: Martina Colombo, Julie Anna Merie Ferrer, @bircide_il_paninaro IG, Giuliano Colliva, Francesco Radino, @girolombardia IG. Foto cover: @bircide_il_paninaro IG
Tra centri chiusi perchè in ristrutturazione o in attesa di lavori e altri in costruzione, Milano sconta una carenza di piscine. Tra i casi più eclatanti il Lido o il complesso in via Argelati. In questa città hanno riutilizzato una chiesa sconsacrata, perché non farlo anche qui?
Mancano le piscine a Milano. E se si nuotasse in una chiesa? Qui lo hanno fatto
# L’ospedale psichiatrico trasformato in una palestra Virgine Active
virgine active – Repton park palestra
Il Lido di Milano è chiuso per lavori, la piscina Argelati deve essere riqualificata, altre attendo un progetto, qualcuna è in costruzione. Milano sconta una carenza di piscine che a maggior ragione nel periodo estivo si fa sentire di più. A Londra c’è chi ha trovato una soluzione unica. Il Repton Park a Redbridge, nella Grande Londra, nasce come ospedale psichiatrico nel 1892 e di recente è stato trasformato in un centro wellness Virgine Active. Circondato da una vegetazione lussureggiante ospita al suo interno bagno turco, jacuzzi, sauna e palestra con pesi, predisposta a marzo 2024.
# La cappella gotica sconsacrata adibita a piscina
virgine active – Repton Park
L’attrazione principale è però nella splendida cappella con archi gotici e vetrate colorate: da chiesa sconsacrata è diventata la piscina più suggestiva di Londra.
virgine active – Repton Park altra vista
La struttura è stata riqualificata con gran parte dell’interno rimasto originale, salvo per lo spazio destinato al nuoto che si sviluppa per 24 metri nella navata. Tra una bracciata e l’altra si viene catapultati senza accorgersene nell’epoca vittoriana.
Il costo di una cena compresa di film. O viceversa. Si tratta dell’iniziativa “Il cinema mette fame” di Anteo e Mirò Osteria del cinema. Il costo della formula “cena + cinema” è di €16.50 per i film europei, €20 per i film extraeuropei.
Compresi nel prezzo ci sono:
la cena nel giardino di Mirò Osteria del Cinema (1 piatto a scelta, acqua, pane e coperto)
un biglietto del cinema nell’adiacente Arianteo nel Chiostro dell’Incoronata
L’offerta vale in questi giorni: domenica, martedì, mercoledì e giovedì.
I biglietti possono essere acquistati nella biglietteria del cinema Anteo o online su incoronata.spaziocinema.18tickets.it inserendo il codice MIROCENA
Lo spettacolo inizia alle 21.30, si consiglia di iniziare la cena entro le 20.
Quando al Parco Sempione si andava in giro in seggiovia
Ph. Ancillotti (1951)
Si trattava di un’installazione dinamica, di scena al Parco Sempione per un semestre nel 1951. Fu allestita in occasione della IX Edizione della Triennale, che aveva per tema “Architettura in movimento”.
Ph. Ancillotti (1951) Interno della stazione motrice della seggiovia del parco Sempione, progettata dall’architetto Renzo Zavanella e realizzata dalla Società Generale Macchine Edili. Vincitore Medaglia d’oro
La seggiovia rimase in funzione da maggio a novembre del 1951. Il percorso era esteso poco più di un chilometro ad un’altezza media di circa 5 metri. Era un percorso ad anello con partenza ed arrivo nel medesimo punto, dietro il Palazzo dell’Arte.
Il panino è un must milanese, si parla sempre del risotto, dell’ossobuco del panettone o della cotoletta, ma quasi mai viene accennata la bravura dei milanesi nel preparare sandwich. Nonostante il panino sia considerato come snack, è una delle pause pranzo più veloci e goduriose che si possano fare. Di posti dove poter mangiare panini a Milano ce ne sono tanti, ma lo sapevi che c’è anche quello che fa il panino più buono d’Europa?
A Milano abbiamo una paninoteca che non è stata premiata una sola volta, e neanche due. Il pluripremiato panino milanese è quello di Porcobrado, locale in Via Jacopo dal Verme, 17, zona Isola. La panineria toscana, sì perché gli ingredienti del Porcobrado vengono quasi tutti da Cortona (Arezzo), ha conquistato prima il capoluogo lombardo e poi l’Europa intera. Nel 2017 ha vinto il “Best Sandwich” al “The European Street Food Awards 2017” di Berlino, è stato Campione Regionale (Lombardia) Street Food Gambero Rosso 2018, ha avuto una Menzione Speciale nel 2019 al Tuscany Food Awards ed è stato Vincitore del The European Street Food Awards Italia 2020. Ma cos’avrà questo panino per essere così buono da aggiudicarsi tutti questi riconoscimenti?
# 100 ore di lavoro per un panino
@italyfoodprnmilano Porcobrado Milano
Dietro al panino di Porcobrado ci sono tantissime ore di lavoro, ben 100 per la precisione. Il panino è farcito con carne, spalla di cinta cortonese, salse e cipolla. Prima di arrivare nella pagnotta realizzata con Grano Verna di Cortona, grano antico toscano, la carne viene sottoposta a 100 ore di lavorazione. Prima di tutto viene profumata e affumicata con legno di melo e ciliegio, fatta riposare poi qualche giorno nella marinatura realizzata con la ricetta segreta, fatta di spezie, del Porcobrado. Dopo una cottura molto lenta, è pronta per essere mangiata. Anche le salse sono tutte fatte con ingredienti toscani e la cipolla viene sempre da Cortona.
Gli ingredienti del panino del Porcobrado sono tutti assolutamente di origine Toscana, anzi, provengono quasi tutti dall’Azienda Agricola di Porcobrado a Cortona.
# Il prezzo
La carne è di qualità e la paninoteca ha ormai una fama che la precede. Nonostante ciò i prezzi non sono neanche così alti, e se si pensa di mangiare il panino più buono d’Europa ne vale la pena. Da Porcobrado Milano un panino classico costa infatti intorno ai 10/12 euro (senza patite né bibita).
Non ci sono solo Porta Nuova o gli ex scali. Milano è ricca di luoghi straordinari da riqualificare completamente.
7 aree di Milano da riqualificare alla grande
#1 Porto di Mare – Corvetto
Questa vasta area comprende un’ex area industriale che si porta dietro tutti i servizi accessori all’ortomercato, il boschetto di Rogoredo e un quartiere popolare difficile dove l’immigrazione ha reso ancora più complicata la situazione.
La zona di Porto di Mare oggi quasi adibita a terziario di sera si svuota completamente, ha visto negli anni diverse ipotesi di riqualificazione tramite ad esempio la Cittadella giudiziaria o un nuovo stadio per Inter o Milan, ma nessuna di questa ha avuto esito positivo.
Tutta la zona compresa tra Via Fabio Massimo, Via Sant’Arialdo e Via S. Dionigi, una vasta area comunale occupata da orti, carrozzerie, depositi di materiali edili e non solo e alcune roulotte, potrebbe diventare un’altra porzione del parco di Porta di Mare, ampliare l’adventur park già presente oppure un nuovo quartiere eco-sostenibile come quello presentato da IMMdesignlab, uno dei vincitori del New European Bauhaus nel 2021.
Credits: milano.repubblica.com
Il cavalcavia che entra direttamente in Corvetto, proveniente da autostrade e tangenziali, è il lascito di una viabilità pensata per anni sessanta ed è stato infatti recentemente predisposto l’abbattimento, magari per realizzare un viale alberato ciclo-pedonale.
#2 Via Bonfadini e l’ex-campo rom – Rogoredo
Credits Il Giorno – Auto bruciate
Un’altra area che avremmo bisogno quanto prima di essere riqualificata è quella nella parte iniziale di via Bonfadini, oggi uno spettrale cimitero di oltre 50 veicoli bruciati, e nello spazio un tempo occupato dal parco rom. Si potrebbe approfittare della rigenerazione del loto adiacente e di quello di Santa Giulia nord per togliere degrado e restituire un luogo fruibile per i cittadini.
I Giardini in memoria dei Caduti di Nassirya è un parchetto degradato in zona Turro, che necessiterebbe un abbellimento così come anche le zone adiacenti; ad esempio troviamo i distaccamenti dell’Ospedale San Raffaele che si presentano pieni di graffiti e in abbandono. Essendo vicino allo scalo di Greco, che a quanto sembra verrà riqualificato grazie al programma Reinventing Cities, anche Turro ne potrebbe beneficiare. Potrebbe diventare una nuova Isola. Isola è diventata quella che è, semplicemente perché era vicina a Porta Nuova. Next big thing.
#4 Ospedale delle malattie infettive di viale Jenner
Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi
Su Viale Jenner lungo la circonvallazione c’è l’ex ospedale delle malattie infettive Bassi abbondonato da tempo. In stile anni venti, è una palazzina di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo. Solo una piccola parte del complesso è stata recuperata, diventando presidio ATS. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica. Si potrebbe recuperare tutto il complesso per un utilizzo museale e un’area verde a servizio dei cittadini.
#5 Le 5 vie – Centro storico
Credits: lamarydiaries.weebly.com – Le 5 vie
Le 5 vie sono una splendida zona del centro storico milanese, che deve il suo nome alla forma di stella che genera il confluire di 5 strade in un stesso punto.
Nuovo palazzo via Santa Marta
La zona necessita di diversi micro-interventi di arredo urbano, pedonalizzazione e limitazione del traffico automobilistico. Tra le notizie positive c’è il cantiere in corso per la costruzione di un edificio che andrà riempiere il vuoto lasciato dalla demolizione di un palazzo all’angolo di via Santa Marta, ma ancora molto rimane da fare per dare degno lustro al quartiere più antico della città.
Lasciata a se stessa è gran parte dell’ex fabbrica Cederna in via Gratosoglio, chiusa nel 2020. All’interno dei 30.000 mq di superficie anche gli spazi che ospitavano l’asilo e i vecchi alloggi per i dipendenti del cotonificio. Esistente dall’800 in legno, prima di essere costruito come lo vediamo oggi, si sviluppa sulle sponde del Lambro Meridionale le cui acque venivano utilizzate per la produzione di tessuti e per la tintoria. Potrebbe diventare un maxi spazio per il coworking.
In questo caso l’antica Cascina Monterobbio di via San Paolino al quartiere Barona, alle porte del Parco Agricolo Sud, non è abbandonata ma rischia di esserlo a breve. Il sito è sempre più malconcio, ammalorato e viene “tenuto in vita” grazie autogestione di un gruppo di anziani con il circolo culturale Virgilio Ferrari. Purtroppo i bandi per la sua riqualificazione vanno sempre deserti e nella parte inutilizzabile il tetto è sfondato, ci sono accumuli di materiale crollato, crepe e degrado. Si potrebbe pensare a un riutilizzo agricolo e didattico.
Nel 2023, il desiderio nascosto degli automobilisti milanesi è diventato realtà: poter usare anche la corsia di emergenza come corsia supplementare. Questo risultato è dovuto a un sistema innovativo introdotto su un tratto autostradale della città. Scopriamo insieme come funziona, dove è attualmente in uso e il tracciato completo previsto al termine dei lavori.
# Su un tratto di tangenziale dell’A4 si può viaggiare nella corsia d’emergenza
Credits comunedicormano – Svincolo Cormano
29 marzo 2023: una data che ha segnato una svolta nella mobilità milanese, quello che una volta era un sogno proibito è diventato finalmente legittimo. A partire da quella data su un tratto milanese dell’autostrada A4, che funge da tangenziale nell’area a nord di Milano, gli automobilisti possono percorrere per circa 4 km la corsia di emergenza tra lo svincolo di Cormano e quello di viale Certosa. L’innovazione è stata resa possibile attraverso la realizzazione della quarta corsia dinamica, che consente di gestire il passaggio dal funzionamento a tre corsie più emergenza a quello a quattro corsie senza emergenza. Ma si tratta solo del primo tratto. Presto infatti il tragitto con “corsia supplementare” dovrebbe essere più esteso.
# Partiti i lavori per il raddoppio: in corso cantiere tra Cinisello Balsamo e Cormano
Primo tratto corsia dinamica A4
Il sistema sarà disponibile su una lunghezza complessiva di 9,3 km sulla A4, dallo svincolo di viale Certosa alla galleria artificiale antifonica di Cinisello Balsamo, garantendo anche un risparmio di circa 1,5 tonnellate di CO2 per ogni ora di funzionamento.
Tratta lavori in corso
Attualmente sono i corso i lavori, partiti dalla primavera 2024, nella tratta compresa tra la galleria fonica di Cinisello Balsamo e Cormano.
# Milano segna un altro record di precocità: prima autostrada a 4 corsie gestita in modo dinamico
Credits stradeeautostrade.it – Corsia dinamica
Si tratta di un record di precocità per Milano: questo è infatti il primo tratto autostradale in Italia a 4 corsie che viene gestito in modo dinamico. A Bologna infatti avviene solo su tre corsie. Il sistema implementato è in grado di informare gli automobilisti sulla disponibilità della corsia di emergenza “quando le condizioni di traffico lo richiederanno e quando la stessa non risulterà interessata da eventi o dal transito di veicoli di soccorso” spiega in una nota Aspi che prosegue spiegando come: “la A4 tra Cormano e Viale Certosa sarà il primo asset in Italia ad essere dotato di un sistema di gestione dinamico in un contesto a 4 corsie, caratterizzato da un sistema altamente tecnologico AID (Automatic Incident Detection) in grado di rilevare le condizioni della piattaforma autostradale e di segnalare opportunatamente all’utenza lo stato di apertura o chiusura della corsia di emergenza“.
# Usata dai milanesi come una tangenziale
Tratto milanese autostrada A4
Questo tratto della A4 è percepito dai milanesi come una vera e propria tangenziale. L’arteria si sviluppa linearmente appena oltre i confini amministrativi della città e offre tre importanti svincoli che permettono l’ingresso a Milano da viale Fulvio Testi, viale Enrico Fermi e dalla zona Stephenson-Certosa, proseguendo poi lungo Corso Sempione. Questa configurazione consente di attraversare la parte nord della città in orizzontale, evitando incroci e semafori.
Tuttavia, la strada è spesso congestionata, compromettendo la sua funzione di tangenziale. L’innovazione recentemente introdotta punta a rendere il traffico più fluido, grazie anche alla chiusura del cerchio della tangenziali dopo il completamento dell’A52 avvenuto pochi mesi fa.
Il fenomeno dell’overtourism si diffondendo in molte medie e grandi città, Milano compresa, con alcune hanno deciso di correre ai ripari introducendo ticket all’ingresso come Venezia o limitando gli affitti brevi come Parigi e Barcellona. Proprio in quest’ultima si è assistito di recente a una protesta da parte dei residenti con gli stessi turisti, bagnati con delle pistole ad acqua mentre erano seduti nei dehor di bar e ristoranti. La capitale danese invece che optare sulle limitazioni o sulle “punizioni” ha scelto la strada degli incentivi. Vediamo di cosa si tratta.
Cibo e biglietti gratis per i turisti che usano la bici o che raccolgono i rifiuti: questa città lo fa
# L’obiettivo è trasformare il turismo da un peso a una risorsa
ExplorerBob – Copenaghen
Niente ticket all’ingresso, nessuna limitazione agli affitti brevi. La strada scelta da Copenaghen per trarre beneficio invece che subire il fenomeno dell’overtourism, che sta colpendo ormai tante medie e grandi città del mondo, è quella degli incentivi a favore degli stessi turisti. Lo ha fatto lanciando l’iniziativa #CopenPay, attiva dal 15 luglio all’11 agosto, che ha l’obiettivo di incoraggiare comportamenti sostenibili e arricchire l’esperienza culturale dei visitatori e dei residenti di Copenaghen, trasformando le azioni ecologiche in valuta per esperienze culturali.
# In totale sono 24 le azioni attività ecologiche a cui possono partecipare le persone
Le attività ecologiche che garantisco un premio al turista sono al momento 24, alle quali se ne aggiungeranno altre, come utilizzare i mezzi pubblici, le biciclette, partecipare a iniziative di pulizia o fare volontariato presso fattorie urbane. Sono tutte segnalate in un’apposita mappa creata su Google, basta solo scegliere quali fare e mostrare la prova, come ad esempio il biglietto del trasporto pubblico, foto mentre si va in bicicletta o si raccoglie la spazzatura, anche se alla base c’è la fiducia verso le persone destinatarie dell’iniziativa.
# I premi riconosciuti
CopenPay – CopenHill
Tra i primi riconosciuti ci sono pasti, una tazza di caffè, un tour in kayak o ingressi ai musei. C’è ad esempio la partecipazione a workshop della Galleria Nazionale di Danimarca per la creazione di sculture con rifiuti di plastica, per chi arriva con la plastica raccolta per strada, la discesa gratuita CopenHill per chi arriva in treno o bicicletta, un pranzo un pranzo vegetariano gratuito a base di colture locali per chi si adopera nelle fattorie urbane come Øens Have e Banegaarden, un altro offerto dalla scuola di surf.
La velocità delle linee di superficie del trasporto pubblico milanese, in particolare quella dei bus, è una delle noti dolenti all’interno di un sistema nel complesso efficiente. Si potrebbe quindi ipotizzare di trasformare alcune linee urbane in metrotranvie veloci. Vediamo le possibili indiziate.
Le nuove linee di tram veloci da mettere a Milano (al posto degli autobus)
#1 La linea 94 da Cadorna a Porta Volta
Linea 94
La linea 94, che da va Cadorna FN a Porta Volta, compie un percorso semi-circolare di 27 fermate lungo la Cerchia dei Navigli “circondando” il centro storico. Oggi il bus viaggia parzialmente in corsia riservata, ma potrebbe aumentare la frequenza e la velocità di servizio se venisse trasformato in un tram o metrotranvia veloce vista la futura presenza della linea M4 su parte del tracciato che contribuirà a ridurre il traffico veicolare.
#2 La linea 95 dal Quartiere Barona a Rogoredo M3-FS
Linea 95 Milano
La linea 95, che percorre da sud ovest a sud est la città per 30 fermate, collega il Quartiere Barona alla stazione di Rogoredo M3-FS. Le strade ampie dove transitano i bus consentirebbero di realizzare una corsia riservata cambiando il servizio in tram veloce.
#3 La linea 98 da Famagosta M2 a Lotto M1-M5
Linea 98 Milano
Identico discorso può essere fatto per la Linea 98, da Famagosta M2 a Lotto M1-M5, un tempo integrata nel percorso nella 95. I bus percorrono il lato ovest di Milano oltre la circonvallazione, per 23 fermate, e se fossero sostituiti da tram veloci crescerebbe il numero di passaggi e la qualità del servizio.
#4 La linea 84 da Largo Augusto a San Donato M3
Linea 84 Milano
La linea 84 parte dai confini del “super-centro” in Largo Augusto e fa capolinea alla stazione di San Donato M3. Tra le 34 fermate c’è quella che serve il Tribunale e numerose all’interno del quartiere Santa Giulia. Trasformare la linea in una metrotranvia renderebbe più rapido il collegamento tra il centro di Milano e i paesi ai confini sud del Comune.
#5 La linea 43 da piazza Firenze a piazza Greco
Linea 43 Milano
La linea 43 mette in connessione piazza Firenze sull’asse del Sempione a piazza Greco, poco più a nord di Cassina de’ Pomm. Sono 25 le fermate del tracciato. Una metrotranvia o tram rapido al posto del bus velocizzerebbe il trasporto degli utenti tra le zone più cool di Milano: Porta Nuova, Brera, Arco della Pace e Corso Sempione.
Lo spettacolo della cascata più alta d’Italia: l’unica apertura di notte
# Un triplice salto d’acqua di 315 metri
@tiraccontolamontagna Cascate Del Serio, Valbondione
Alta Valle Seriana provincia di Bergamo. Qui si può trovare una delle cascate più alte d’Italia: stiamo parlando delle Cascate del Serio. La testa della cascata è a circa 1.750 metri di altitudine mentre l’altezza complessiva è di 315 metri, divisi in 3 salti: 166, 74 e 75 metri. Risultano le più alte d’Italia, seconde in Europa. La loro unicità però è un’altra: sono visibili solo 5 volte durante l’anno.
# Per quale motivo vengono aperte e chiuse?
Credits danilobenetti IG – Cascate del Serio chiuse
Per quale motivo vengono aperte e chiuse? Le Cascate del Serio sono naturali e nascono pochi metri dopo l’omonimo fiume pochi chilometri, che poi attraversa la Val Seriana, ma la Diga del Barbellino costruita dall’Enel nel 1931 per produrre energia idroelettrica ne blocca il corso. Per questo motivo le cascate non sono quasi mai visibili e nei giorni di chiusura si può ammirare solamente il paesaggio circostante, che comunque è una meraviglia. Allo stesso tempo la loro apertura, che avviene dal 1969, è un evento importante per la valle dato che lo spettacolo si può godere così di rado. Sono circa 10.000 i metri cubi di acqua rilasciati.
# Le date delle aperture del 2024
@zucchelliangelo Cascate Del Serio, Valbondione
Queste le cinque date del 2024:
16 giugno 2024: dalle 11:00 alle 11:30.
13 luglio 2024: dalle 22:00 alle 22:30 l’unica apertura notturna.
18 agosto 2024: terza apertura della stagione dalle 11:00 alle 11:30.
15 settembre 2024: dalle 11:00 alle 11:30.
13 ottobre 2024: dalle 11:00 alle 11:30.
Non ci sono limiti o vincoli di persone, l’acqua delle cascate non va infatti nel circuito della potabilità.
# Come arrivare alle cascate
Credits eleonoraongaro.it – Sentieri per le cascate
In auto da Milano si prende l’autostrada A4 con uscita Bergamo e poi prosecuzione verso Gorle centro dalla SS470, quindi in successione la SP35, verso Nembro, che diventa primaSS671 e infine SP49. A quel punto si arriva fino via Planivere a Valbondione dove parcheggiare l’auto per proseguire a piedi.
Per raggiungere le cascate ci sono 3 sentieri alternativi: il CAI 305, consigliato per l’apertura delle cascate di notte o in presenza di bambini e con un dislivello di 250 metri, il CAI 306, consigliato invece solo di giorno e con un dislivello di 400 metri e infine il CAI 332 di difficoltà media e un dislivello di 250 metri.
Per il cibo il consiglio è di portare il pranzo al sacco e viveri per la salita. Se si passa dal borgo di Maslana, però, si trova un piccolo chiosco per mangiare un panino o acquistare dell’acqua.