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Come ci si sente a vivere a Milano? I tre grandi pregi e… i due motivi di disagio

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Milàn l’è un gran Milàn, ma i milanesi vivono bene? Abbiamo raccolto indagini statistiche e valutazioni di servizi e settore per capire se i milanesi vivono davvero bene. E il risultato presenta sorprese. 

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Come ci si sente a vivere a Milano? I tre grandi pregi e… i due motivi di disagio

# I primi due grandi vantaggi di vivere a Milano: cultura e lavoro

Il dossier Qualità della vita (di Lab24) pone la città di Milano all’8° posto nella classifica. La città della Madonnina è preceduta da Bologna, Trento, Aosta, Bergamo, Firenze e Modena. I 6 parametri utilizzati per valutare le città sono:

LE NOTE LIETE:

  • Affari e lavoro: Milano è al 1° posto.
  • Cultura e tempo libero: Milano è al 2° posto.
  • Demografia e società, rispetto al quale la città si posiziona 13° posto.
  • Ricchezza e consumi: Milano è 20°.

LE NOTE STONATE:

  • Ambiente e servizi: Milano è al 41° posto.
  • Giustizia e sicurezza: con il 107° posto affossano il risultato complessivo della città.

I due grandi punti di forza del capoluogo lombardo sono il suo dinamismo economico-lavorativo e culturale. La città, i milanesi lo sanno bene, è riconosciuta come il principale polo economico d’Italia e uno dei più importanti in Europa.

Credits: Janno Nivergall – Pixabay

Il sindacato CGIL parla, per il 2023, di 1.507.000 di cittadini occupati (0,8% in più rispetto al 2019), quindi di un tasso di occupazione complessivo pari al 71,2% dei cittadini abili al lavoro. I maggiori settori di occupazione sono i servizi alle imprese, gli alberghi, il commercio, la ristorazione, l’industria e l’edilizia.

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La cultura e il tempo libero sono l’altro grande punto di forza di Milano: nelle sotto-classifiche di questo parametro ottimi posti sono occupati dalla diffusione della banda larga (segno di una città al passo con la tecnologia) e dalla frequentazione di palestre, piscine e stabilimenti termali, di centri per il benessere fisico e del patrimonio museale. Anche l’indice di sportività, che vede Milano al 5° posto nella classifica nazionale, è un ottimo segno per la città.

In questo quadro, complessivamente molto buono, i tasti dolenti sono: l’assenza di amministratori comunali con meno di 40 anni (67° in classifica), la valutazione dei ristoranti della città (53° in classifica) delle librerie (56° in classifica) e del meteo (91° in classifica), che però poco dipende dagli abitanti.

# Il terzo fattore di forza di Milano: mezzi pubblici a livello (quasi) nord- Europeo

Credits: Comune di Milano

Negli ultimi anni, Milano si è affermata come una delle città italiane più impegnate nella promozione della mobilità sostenibile. Con l’espansione delle piste ciclabili (2,1 km ogni 10.000 abitanti), la cui diffusione ci vede 25° in Europa, e il crescente numero di veicoli elettrici, che, secondo Aci (Automobile Club d’Italia), sono passati da 3.830 nel 2021 a 7.284 nel 2023, la città sta cercando di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria.

Per ridurre il traffico, soprattutto delle auto più inquinanti, l’amministrazione comunale ha introdotto da tempo misure quali Area B e Area C. Più recentemente, il Sindaco, Beppe Sala, ha annunciato la volontà di estendere la durata dell’Area C anche ai weekend, che prima ne erano esclusi.

Da un sondaggio di Confcommercio, condotto su 549 imprese meneghine, emerge che, secondo gli intervistati, le nuove regole danneggeranno le attività commerciali (per il 77%) e renderanno meno attrattivo il centro (per il 65%).

Invece, per quanto riguarda i mezzi pubblici, la RELAZIONE ANNUALE INTEGRATA del Gruppo ATM 2023, parla chiaro: “Il livello di servizio è stato elevato, con una regolarità che mantiene livelli soddisfacenti: maggiori del 96,5% in superficie e del 99,8% in metropolitana, con una soddisfazione media dei Clienti di 7,6 punti su un massimo di 10.”

Questi i punti di forza. Ma quali sono invece gli elementi negativi?

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# I grandi motivi di disagio: 1. Il costo della vita

Credits: Moerschy – Pixabay

Il costo della vita a Milano è tra i più elevati d’Italia, infatti secondo un’analisi del Codacons (2024), che confronta i prezzi di beni e servizi nelle principali città italiane, Milano si trova al secondo posto appena sotto Aosta.

Nel dettaglio, Milano si distingue per alcuni dei costi più elevati nel panorama nazionale. Tra tutti spicca il prezzo del panino al bar, che a Milano raggiunge i 5,39 euro, il più alto d’Italia, con un aumento dell’8,02% rispetto all’anno precedente. Altri costi notevoli sono l’equilibratura gomme e la convergenza, con un prezzo medio di circa 88 euro, ben al di sopra, per esempio dei 38 euro di Catanzaro.

Osservatorio Prezzi, a maggio 2024, rileva che anche rispetto ai beni di consumo la situazione non cambia: il costo del caffè tostato ha raggiunto quasi 12 euro al chilo, il miele è arrivato a 12,50 al chilo, il costo della passata di pomodoro è generalmente aumentato del 17% rispetto allo scorso anno e il costo delle vongole ha visto un incremento del 23%.

L’olio extravergine d’oliva, ingrediente principe della cucina italiana, ha registrato un aumento drammatico del 74%, con un prezzo medio di 9,89 euro per bottiglia da litro.

Leggi anche: Dove a Milano gli affitti costano meno?

# I grandi motivi di disagio: 2. L’insicurezza

Credits: @polizia_locale_fp – Instagram

Ancor più che il costo della vita, la sicurezza è il vero tema negativo che attanaglia la città di Milano. Come riportato prima, nel quadro dell’indagine sulla qualità della vita nelle città italiane (Lab 24), sicurezza e giustizia sono il tema che più penalizza Milano.

Con 6.991,3 denunce ogni 100.000 abitanti, un altro dossier di (Lab 24), indice della criminalità 2023, indica il capoluogo lombardo al primo posto tra le città più insicure d’Italia.

I dati del report, effettivamente, non sono positivi per il 2023 si parla di: 3.489 denunce per minacce, 1.229 denunce per percosse, 3.832 denunce per lesioni dolse, 29.720 denunce per danneggiamenti, 124.631 denunce per furti, 4.123 denunce per rapine, 20.029 denunce per frodi informatiche e 76 denunce per omicidi colposi su 298 omicidi totali in Italia nel 2023.

La Belle Epoque (FIlm)

Quindi, come ci si sente a vivere a Milano? La risposta è complessa. Da un lato, grazie al lavoro e alla cultura, la città occupa l’8° posto nella classifica dei luoghi in cui la qualità della vita è migliore, dall’altro il costo di questa vita risulta tra i più elevati d’Italia e, come emerge dall’ultimo dossier citato, la sicurezza è il tasto dolente della metropoli.

Continua la lettura con: I trucchetti per vivere bene a Milano

MATTEO RESPINTI (Articolo aggiornato)

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Il grande classico: le cose da non perdere al Fuorisalone anticipate da Biraghi

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5 vie - ph. @cosedicasa_com IG

Un grande classico del Fuorisalone. La Super Guida in anteprima anticipata da Giacomo Biraghi, il celebre “expo ottimista”, esperto di urbanistica e di nuove visioni. 

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Il grande classico: le cose da non perdere al Fuorisalone anticipate da Biraghi

Ph. @aeg.italia IG

# La top 3 delle installazioni

1.     Toilet Paper _ Porta Venezia
2.     Porta Nuova Vertical Connection _ Gae Aulenti
3.     Hyper Portal _ Palazzo Moscova

# La top 10 delle cose da vedere

1.     Cassina _ Teatro Lirico Gaber
2.     Alcova _ ex SNIA e Serre di Pasino (Varedo)
3.     Gucci _ Chiostro grande di San Simpliciano
4.     Mosca and Partners _ Palazzo Litta
5.     Artemest – Via Donizetti 48
6.     Labò – Via Biella 6
7.     6:am – Bagni Piscina Cozzi
8.     Seiko – Palazzo Landriani
9.     Campeggi – Torre al Parco Sempione
10. Saint Laurent – Padiglione Visconti, Via Tortona 58

# 5 cose da fare senza fretta (aperti anche settimana prossima)

1.     Drop City – Magazzini Raccordati Stazione Centrale
2.     Interni _ Università Statale
3.     Wilson _ Pietà Rondanini
4.     Library of Light _ Pinacoteca di Brera
5.     PulpBrother _ CZA Cino Zucchi Architetti, Via Revere 8

Continua la lettura con: 7 idee del «Grande Design» per rendere Milano molto più bella (Immagini)

GIACOMO BIRAGHI

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La stazione della metro più profonda al mondo: praticamente un grattacielo sotterraneo

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Credits: travel.taboos IG - Arsenalna Station

È stata costruita così in profondità che solo la salita o discesa con le scale mobili dura oltre 5 minuti. Praticamente come andare in cima a un grattacielo. Solo che ci si ritrova negli abissi. Scopriamo quanto è profonda e dove si trova. 

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La stazione della metro più profonda al mondo: praticamente un grattacielo sotterraneo

# La metropolitana con la stazione più profonda è in Ucraina: “Arsenal’na” scende fino a 105 metri

Credits: djaunter.com

La stazione della metro più profonda del mondo si trova sulla Linea Svjatošyns’ko-Brovars’ka di Kiev, la capitale Ucraina. Si chiama Arsenal’na ed è stata inaugurata insieme alla prima tratta della metropolitana. Ma quanto è profonda? Si spinge fino a 105,5 metri di profondità. Questo per una caratteristica geofisica di Kiev: in questo punto la riva destra del fiume Nipro si innalza al di sopra del resto della città. Il risultato è che come costruzione, la stazione assomiglia a un grattacielo sotterraneo. Ma quanto ci vuole per arrivare a prendere la metro?

# La corsa delle scale mobili dura 5 minuti

Credits: _kyiv_to_go_ IG

La stazione ha una piccola anticamera direttamente collegata al tunnel delle scale mobili, la cui corsa è una delle più lunghe al mondo. Ci vogliono almeno cinque minuti per salire o scendere. È così profonda che richiede più scale mobili collegate da diversi corridoi solo per raggiungerla.

Credits: tripadvisor Neil K – Percorso dentro stazione Arselana

# Prende il nome dall’impianto di produzione per l’esercito russo “Arsenal Factory”

Credits: Tripadvisor Neil K – Banchina Arselana

La stazione fu completata nel 1960 e prese il nome dalla vicina Kyiv Arsenal Factory, fondata nel XVIII secolo come impianto di produzione per l’esercito russo. Inizialmente la stazione fu costruita come fermata provvisoria sul lungo tracciato prima dell’attraversamento del Nipro, per poi diventare definitiva.

# I piloni alla base degli archi dentro la stazione sono solo decorativi

Credits: explore__ua IG – Interni stazione

L’architettura presenta imponenti piloni che ricordano ai pendolari le tonnellate di terra e acqua sopra le loro teste, ma sono solo un promemoria: esistono solo come decorazione nonostante furono previsti nel progetto iniziale come sostegni reali.

Continua la lettura con: Le 10 METROPOLITANE da RECORD MONDIALE

FABIO MARCOMIN (articolo aggiornato)

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«E’ la fine del mondo»: il lato chiaro di Luca Morotti

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Andrea Zoppolato incontra Luca Morotti, imprenditore e analista non convenzionale sugli scenari internazionali.  Nota: questo podcast è stato registrato prima del crollo dei mercati post-dazi. La sua teoria sulla Fine del Mondo ha anticipato il crollo di questi tempi? Questa la sua visione del presente che stiamo vivendo.
 
Geopolitica, economia e cambiamento visti da un punto di vista originale e indipendente.
 
 Puoi guardare il videopodcast sul nostro canale YouTube
 
 

é possibile guardare il videopodcast anche su YouTube e Spotify 

Solo audio su:
• Amazon Music
• Apple Podcast

Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia

ALTRE PUNTATE:

Il Lato Chiaro di Vito Lomele

Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

Il Lato Chiaro di Stefano Zecchi

Il lato chiaro di Alessandro Fracassi

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @mi2fructuoso76 IG

La foto del giorno: oggi siamo a in Via San Carpoforo 

Ph. @mi2fructuoso76 IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (5 aprile) 

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A Milano arriva Selfiestreet: il tuo volto potrà apparire sui maxi schermi della città

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Credits: Ideogram

Dal feed ai maxischermi, a Milano arriva Selfiestreet, il social che “scende in strada”. Scopriamo come il tuo volto potrà finire tra le vetrine di Montenapoleone o tra i palazzi del navigli.

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A Milano arriva Selfiestreet: il tuo volto potrà apparire sui maxi schermi della città

# Selfiestreet: il social che esce dal telefono e conquista la città

Credits: selfiestreet.it

Dal 15 aprile 2025, Milano e Roma diventeranno i primi palcoscenici di Selfiestreet, un nuovo social network che promette di trasformare ogni utente in una celebrità urbana. L’idea è tanto semplice quanto potente: permettere a chiunque di apparire sui maxischermi delle città italiane, rendendo il proprio selfie o video visibile a centinaia di passanti.

Ideato dall’imprenditore Michele Cascavilla – già noto per il marchio Lenzuolissimi e autore del libro Le lenzuola del potere, con prefazione di Silvio Berlusconi – Selfiestreet fonde digitale e spazio pubblico, social media e street art. 

Non si parla più soltanto di like e follower: il nuovo obiettivo è essere visti dal vivo, da chiunque attraversi le strade delle nostre città. Tre semplici passaggi – scaricare l’app, caricare un contenuto e scegliere orario e città – e si potrà vedere la propria immagine campeggiare sullo schermo del Duomo di Milano o in una piazza affollata della Capitale. «È una forma di espressione pubblica, democratica e spettacolare», spiega Cascavilla. «Un palco virtuale per chi, nella vita reale, non ha mai avuto modo di esibirsi».

# Dove sono i maxischermi

Il progetto è interamente Made in Italy, supportato da partner solidi: la famiglia Peruzzo, erede di una storica casa editrice, e il gruppo Vivenda, attivo nei servizi tecnologici e sociali. L’idea ha cominciato a prendere forma prima della pandemia e ha richiesto un lungo lavoro di progettazione tecnica.

L’infrastruttura si basa su una rete di videowall installati nelle principali piazze italiane. Al momento, le città coinvolte sono:

#1 Milano: Corso Garibaldi 121: 22:00 – 23:00, Alzaia Naviglio Grande: 22:00 – 23:00, San Pietro all’Orto (Montenapoleone): 18:00 – 19:00.

#2 Roma: Piazza Risorgimento: 13:00 – 14:00 | 17:00 – 18:00 | 22:00 – 23:00.

Per accedere alla visibilità pubblica basta pagare 10 euro per 15 secondi di proiezione. I contenuti sono moderati, per evitare abusi o episodi di cyberbullismo, ma non serve alcun merito particolare: chiunque, pagando, può apparire.

L’ispirazione dichiarata è la profezia di Andy Warhol: «Nel futuro, ognuno sarà famoso per 15 minuti». Nella versione di Cascavilla, quei quindici minuti si sono però trasformati in dieci secondi. Tutto quello che serve è uno smartphone e il desiderio di esserci.

# Un social network o un prezzo sulla fragilità?

Credits: Ideogram

Alla fine, due domande restano sospese, un po’ come i contenuti sui videowall.

Primo: Selfiestreet è davvero un nuovo social network o è semplicemente un modo diretto per monetizzare sul bisogno umano di essere visti e riconosciuti? Se i social tradizionali guadagnano vendendo dati e pubblicità, qui, bisogna ammetterlo, il meccanismo è più trasparente: si paga per apparire, punto.

Secondo: se il modello dovesse prendere piede, che impatto avrebbe sull’identità delle città? Milano e Roma, ricche di storia e fascino, non rischiano di diventare palcoscenici continui? I maxischermi potrebbero moltiplicarsi, modificando l’estetica urbana e soffocando ciò che rende unici questi luoghi, già abbastanza affollati di per sé.

Continua la lettura con: 7 idee del «Grande Design» per rendere Milano molto più bella (Immagini)

MATTEO RESPINTI

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Quando la nuova ZTL di San Siro ti ha messo in confusione

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Dopo Lautaro e Di Marco giriamo a destra.
 

Qui il video: Quando la nuova ZTL di San Siro ti ha messo in confusione

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Continua con: Quando hai fallito il test per entrare in Bocconi ma ancora ti chiedi il perché

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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I 3 tunnel sottomarini tra l’Italia e la Sardegna: da Milano a Olbia in 6 ore

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Elaborazione Marco Figura da Google Maps - Schema tunnel Piombino-Elba, Elba-Bastia e Bonifacio-Santa Teresa di Gallura

Siamo nell’era dei tunnel sottomarini. A nord delle Alpi si costruiscono tunnel sottomarini transnazionali, con strade e ferrovie che consentono spostamenti ultrarapidi e perfettamente interconnesse alle reti di trasporto esistenti. In Norvegia da alcuni anni è attivo il tunnel sottomarino più lungo del mondo: 24 chilometri sul fondo dell’oceano. E in Cina hanno appena costruito il tunnel sommerso più grande del mondo capace di ospitare sei corsie di autostrada. Perché non pensare a qualcosa di simile per collegare la Sardegna con il continente? Questo il progetto di tre tunnel sottomarini tra l’Italia e la Sardegna.

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I 3 tunnel sottomarini tra l’Italia e la Sardegna: da Milano a Olbia in 6 ore

Tunnel Fehmarnbelt dalla Danimarca alla Germania

# I tre tunnel per andare da Piombino a Santa Teresa di Gallura

Credits rfi – Ferrovia Sardegna

Le cronache sono concentrate da anni sul Ponte sullo Stretto. Tuttavia la Sardegna, pur se molto meno popolosa, benché molto più lontana rispetto alla Sicilia dal resto della Penisola, è una delle aree più ambite dal turismo mondiale e una regione dalle enormi potenzialità socio-economiche inespresse. In quest’ottica, rispondendo a principi di ottimizzazione di costi e distanze, si descrive la proposta di un collegamento che preveda di unire la Sardegna a Milano in 6 ore e a Firenze in 4 ore: un sistema di tre tunnel sottomarini, Piombino-Elba, Elba-Bastia e Bonifacio-Santa Teresa di Gallura, opera in grado di compiere una rivoluzione dei trasporti del Tirreno e, in parte, di tutto il Mediterraneo. L’idea ricalca, per il tracciato, il progetto targato Terna S.p.A., proprietaria della rete di distribuzione elettrica nazionale, del nuovo collegamento di cavi elettrici sottomarini tra Sardegna, Corsica e Toscana.

Leggi anche: Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: Milano sarà più vicina alla SCANDINAVIA

# I benefici e i vantaggi dell’opera

Elaborazione Marco Figura da Google Maps – Schema tunnel Piombino-Elba, Elba-Bastia e Bonifacio-Santa Teresa di Gallura

Il progetto presenterebbe un’innumerevole serie di benefici, proviamo a elencarne alcuni:

  • Tempi attuali per raggiungere via mare il nord Sardegna: da Genova in 12 ore e da Livorno in 6 ore. Nuovi tempi di percorrenza per Olbia con il sistema di tunnel sottomarini: da Genova in 6 ore e da Livorno in 4 ore.
  • Toscana e Sardegna entrerebbero nel mercato turistico marittimo internazionale come destinazioni integrate in un itinerario unico.
  • La Corsica tornerebbe nell’orbita economica e culturale italiana: il collegamento veloce con la costa italiana e con la Sardegna fornirebbe alle imprese sarde, corse e toscane ingenti margini di collaborazione e di scambio oggi impensabili.
  • Anche l’Isola d’Elba sarebbe unita in pochi minuti alla terraferma, diventando meta appetibile per periodi di pochi giorni e per i fine settimana lungo tutto l’arco dell’anno, andando a destagionalizzare la forte concentrazione delle presenze nei periodi estivi. Anche l’economia di quest’isola trarrebbe beneficio dall’opera, che consentirebbe la nascita di un nuovo pendolarismo con la costa toscana e nuove e migliori opportunità di lavoro per entrambe le sponde.
  • I tunnel porterebbero a un inevitabile alleggerimento del traffico marittimo e quindi dell’inquinamento, senza per questo entrare in conflitto con i traghetti, concorrenziali in termini di prezzo, né con il trasporto aereo, imbattibile sui tempi di percorrenza ma che da solo non è in grado di portare a territori come la Sardegna tutto il potenziale target che sarebbero in grado di accogliere.

Continua la lettura con: Il tunnel sottomarino più grande del mondo

MARCO FIGURA (AGGIORNAMENTO ARTICOLO ORIGINALE DEL 16 FEBBRAIO 2024)

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7 aprile. Via alla Design Week. Le 14 installazioni del Fuorisalone da non perdere

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Toiletpaper

Dal 7 al 13 aprile 2025, per la Design Week, Milano si trasforma in un enorme laboratorio di creatività. 

Da un lato il Salone del Mobile, dall’8 al 13 aprile, raccoglie a Rho le novità dei più importanti brand del settore e detta le tendenze nel campo dell’arredamento. Dall’altro, in città, già dal 7 aprile il Fuorisalone trasforma la città in un grandioso show a cielo aperto, tra installazioni immersive, piccole e grandi mostre, presentazioni, talk, cocktail e feste. Queste le installazioni anticipate da Ilaria Vita (Pepitepertutti). 

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7 aprile. Via alla Design Week. Le 14 installazioni del Fuorisalone da non perdere

#1 Metamorfosi urbana di Toilet Paper, che riveste i bastioni di Porta Venezia in modo teatrale e suggestivo

Toiletpaper

In un dialogo virtuoso tra rinnovamento, trasformazione e design, Prima Assicurazioni sceglie di vestire il Design District di Porta Venezia, collaborando con il visionario studio creativo TOILETPAPER, fondato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. L’intervento artistico reinterpreterà gli spazi urbani, a partire dai famosi Bastioni di Porta Venezia, attraverso il linguaggio visivo riconoscibile e d’impatto degli iconici serpenti di TOILETPAPER per rappresentare la storia di una realtà veloce e dinamica che ‘cambia la pelle’ ma rimane coerente con sé stessa. In un’epoca in cui la sperimentazione e la contaminazione diventano la linfa di nuove visioni, la tecnologia non è solo il motore del futuro, ma anche quell’unica cosa destinata a permeare le attività di tutte le persone, un elemento che non conosce confini.

Dove: Porta Venezia

#2 Artemest: terza edizione de “L’appartamento by Artemest” 

artemest 2025

La mostra celebra il fascino senza tempo dell’artigianato e del design italiano attraverso la lente di talenti del design di fama mondiale, all’interno di un palazzo che è un capolavoro architettonico del XIX secolo. All’interno, gli studi di interior design di fama internazionale – 1508 London, Champalimaud Design, Meyer Davis, Nebras Aljoaib, Romanek Design Studio e Simone Haag – trasformeranno ciascuno una stanza distinta, mostrando una straordinaria selezione di mobili, illuminazione, decorazioni per la casa e arte di oltre 180 artigiani, marchi e artisti di Artemest. Insieme, creeranno spazi che esemplificano la bellezza, l’unicità e la creatività dell’artigianato e del design italiano.

Dove: all’interno di Palazzo Donizzetti in via Gaetano Donizzetti 48

#3 Alcova Milano

fuorisalone.it – Alcova 2025

Giunto alla sua nona edizione, l’evento conferma la sua espansione fuori provincia, continuando ad essere una piattaforma fondamentale per designer, aziende, istituzioni e ricercatori che esplorano il futuro del vivere e del fare. Il progetto si impegna a trasformare siti abbandonati, dimenticati o inaccessibili in veri e propri hub creativi, offrendo uno spazio fertile per la sperimentazione. Questi scenari post-industriali aggiungono una narrazione stratificata, dove la natura ha iniziato a riappropriarsi dello spazio. Grazie a questa missione unica, Alcova è diventata rapidamente uno degli eventi più visitati e discussi nel panorama globale del design, attirando ogni anno oltre 90.000 visitatori.

Dove: a Varedo, all’interno di quattro location straordinarie (Villa Borsani, Villa Bagatti Valsecchi, l’ex Fabbrica SNIA e le Serre di Pasino)

#4 La prima notte di quiete di Dimore Milano e Loro Piana

emilianosalci IG – La prima notte di quiete di Dimore Milano e Loro Piana

Loro Piana e Dimoremilano presentano un’installazione immersiva e immaginaria che esplora il confine tra realtà e suggestione cinematografica. Una casa di grande eleganza, arredata con pezzi disegnati per Loro Piana da Dimoremilano, arredi Dimoremilano vestiti con i tessuti della maison e oggetti vintage e d’arte. Uno spazio di quiete e bellezza che accoglie, protegge e affascina.

Dove: nel cortile della Seta, in via della Moscova 33.

#5 Bamboo encounters 

Bamboo encounters

È una mostra che celebra l’eredità del bambù nella storia del design e nell’identità della maison. Organizzata da Gucci e ambientata nella splendida cornice dei Chiostri di San Simpliciano di Milano, risalenti al XVI secolo, il suo fondatore Ippolito Pestellini Laparelli, si è ispirato all’uso pionieristico del bambù. Partendo da questa importante eredità, la mostra presenta sette nuovi progetti unici realizzati da designer contemporanei rappresentativi di geografie e generazioni diverse, chiamati a reimmaginare e ricontestualizzare questo materiale emblematico in modi audaci e inaspettati.

Dove: all’interno dei Chiostri di San Simpliciano in Piazza Paolo VI

#6 The Chrysalis Knows The River’s Song

The Chrysalis Knows The River’s Song

Ispirata al momento di silenzio e allo sforzo poetico prima del volo, l’installazione interattiva pensata da Sara Ricciardi Studio è realizzata grazie ai preziosi ricami di Antica Fabbrica Passamanerie Massia Vittorio 1843. Invita il corpo ad ascoltare, a muoversi, a diventare parte della metamorfosi. «Quello che per il bruco è la fine del mondo, il mondo chiama una farfalla»: la crisalide è una soglia di cambiamento, vibrante con la promessa del volo. Sembra un bozzolo di seta, eppure, al suo interno, c’è il flusso di una vita che spinge a rinascere, una gestazione che contiene il flusso della vita. Le persone saranno in grado di stare all’interno di questa clessidra sonora, un bagno di suono acquatico evolutivo.

Dove: via Olona 4 

#7 CasaOrnella Milano – Mediterranea, Andamento Lento

CasaOrnella Milano – Mediterranea, Andamento Lento

Torna alla Milano Design Week con Mediterranea – Andamento Lento, un’esperienza fluida e sensoriale dell’abitare. Curato da Maria Vittoria Paggini, il progetto ribalta la gerarchia domestica ponendo al centro bagno e cucina, che diventano protagonisti di un nuovo modo di vivere la casa. Qui, il design non si osserva, si attraversa, mentre il ritmo quotidiano rallenta, lasciando spazio a una dimensione più intima e dilatata. Una tappa fissa per visitare le meraviglie di questa show-house

Dove: via Conca del Naviglio

#8 Naturalia

Naturalia

È una celebrazione della bellezza della natura attraverso un’esperienza immersiva: i visitatori si troveranno immersi in un’atmosfera incantata, dove i confini tra il mondo naturale e l’artigianalità sfumano tra di loro. Una mostra a cura di Buccellati Milan, con concept creativo e produzione di Naturalia affidati a Balich Wonder Studio. Il pubblico viene guidato in tre diversi reami: la foresta, la montagna, e il mare. A BWS si è affiancato lo Studio Mary Lennox: uno studio creativo specializzato in allestimenti botanici, che ha armonizzato gli interventi digitali con magnifiche installazioni botaniche, creando un vero e proprio viaggio sensoriale.

Dove: piazza Tomasi di Lampedusa

#9 Hiro – Bentornati a casa

Hiro – Bentornati a casa

Installazione che propone una vera e propria casa arredata con l’esclusivo stile e design di Hiro. Per il secondo anno consecutivo, Hiro torna alla Milano Design Week con un’installazione immersiva che trasforma lo spazio espositivo in una vera casa pop-up. Ognuna delle 5 stanze è arredata con i prodotti della collezione, creando un ambiente accogliente e familiare, in cui design e funzionalità si incontrano per raccontare il concept del brand. Durante l’evento, è prevista l’esposizione dei tre progetti finalisti della ‘Call for Ideas’ dedicata alla reinterpretazione della mensola in chiave iconica, selezionati tra oltre 200 proposte di designer nazionali e internazionali. I visitatori potranno votare il loro preferito sia online che in loco. 

Dove: via Varese 8

#10 Do something, change everything

tenoha IG – Ikea

IKEA torna al Fuorisalone con una doppia esposizione in zona Porta Genova, esplorando come il Design Democratico possa generare un impatto duraturo nella vita quotidiana. L’evento si articola in due spazi distinti: il debutto di una collezione speciale che unisce innovazione e tradizione e la mostra “Do something. Change everything”. Questa mostra è progettata da Midori Hasuike e Emerzon ed invita a riflettere sul potere trasformativo delle scelte quotidiane. L’esposizione racconta come qualità, sostenibilità e accessibilità siano i pilastri del cambiamento, dimostrando che anche le decisioni più piccole possono contribuire a un futuro migliore.

Dove: Via Vigevano 18

#11 Mosca Partners Variations

Mosca Partners Variations

Presenta la sua mostra a tema migrazioni a Palazzo Litta. L’attenzione al riutilizzo intelligente dei materiali da costruzione e all’economia circolare è al centro del progetto di allestimento firmato da Park Associati, in cui per l’isolamento termico e acustico vengono utilizzati mattoni di canapa assorbenti forniti da Biomat. Al fine di enfatizzare la necessità di un’architettura etica responsabile e a basso impatto, il progetto “Hemp Scape” è un’opportunità per mettere in luce problemi di estrazione urbana e materiali a base biologica che il team di ricerca Park Plus ha inseguendo da anni.

Dove: corso Magenta 24

#12 GROHE   

GROHE

L’azienda prepara un’installazione suggestiva nel Garden Senato. Vengono esposti i prodotti sia come elementi funzionali che opere artigianali, esplorando la connessione tra uomo, acqua e ambiente. Progettata dal Brand Identity Team di LIXIL, l’installazione Aqua Gallery testimonia l’impegno del brand per la sostenibilità e l’innovazione, dove design e responsabilità ecologica coesistono in perfetta armonia, per vivere ‘l’Acqua come pura gioia’.

Dove: via Senato, 14

#13 Nonostante Marras

scattidigusto.it – Nonostante Marras

Come ogni anno la meraviglia riempie i cortili e gli spazi di Nonostante Marras in collaborazione con “Ristorante Famiglia Rana”. Per il settimo anno il Fuorisalone è la cornice ideale per i piatti del ristorante Famiglia Rana. Ancora una volta all’interno dello showroom NonostanteMarras, si incontrano bellezza, gusto e creatività per dare vita ad un’esperienza multisensoriale. Da un lato, l’ospite Antonio Marras, designer e artista estroso e poliedrico. Dall’altro, le creazioni culinarie dello chef Francesco Sodano, una Stella Michelin al Ristorante Famiglia Rana di Vallese di Oppeano, nella campagna Veronese. Per certi versi anche lui artista, a indicare quella qualità di ristorazione che unisce, appunto, estro, gusto e creatività.

Fino al 21 aprile, per tutta la durata della Milano Design Week sarà possibile fare colazione, pranzare (45 euro), cenare (130 euro), o anche gustare un cocktail nel temporary shop. Lo spazio di Antonio Marras è in parte un salotto sotto le stelle nel giardino impreziosito dal glicine, arredato con eleganti tavolini e una romantica illuminazione.

Dove: via Cola di Rienzo, 8

#14 Aria – a medium for connection

Concept image by Studiopepe_Aria_Archiproducts Milano

A medium for connection, il nuovo progetto d’interior curato da “Studio Pepe” è ispirato all’elemento etereo dell’aria, ‘Aria’ trasforma gli spazi in ambienti dinamici e sensoriali, dove luce e materia interagiscono creando percezioni mutevoli. Materiali iridescenti, sfumature pastello e riflessi dinamici trasformano l’ambiente in un viaggio multisensoriale, rivelando come l’interazione tra forma e luce possa creare relazioni invisibili tra spazio, persone e percezioni.

Dove: in via Tortona 31, casa di Archi Products Milano

Spunto: Ilaria Vita (Pepitepertutti) IG

Continua la lettura con: Milano è Design: i 10 tesori nascosti in città

MARTA BERARDI

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Milano è tra le 5 aree metropolitane più ricche d’Europa

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Regioni metropolitane più ricche d'Europa

Ed è anche la prima tra quelle che non sono capitali. Vediamo la graduatoria completa.

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Milano è tra le 5 aree metropolitane più ricche d’Europa

# Le regioni metropolitane secondo l’Eurostat

By Eurostat (year), Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=161397320 – Regioni metropolitane europee

Le regioni metropolitane sono aree geografiche che si distinguono per un’alta concentrazione di popolazione e attività economica. Sono definite come quelle che ospitano almeno il 50% dei residenti in un’area urbana con una popolazione superiore a 250.000 abitanti. Queste regioni si caratterizzano per una forte interconnessione tra la città principale e i suoi dintorni, creando un ambiente dinamico per il business, la cultura e l’innovazione.

# La classifica per ricchezza secondo Eurostat

jpnanterre – pixabay – Scorcio di Parigi

Da quando è diventata ufficiale la Brexit, è diventata Parigi la regione metropolitana con il PIL più alto nella Uesecondo la classifica stilata da Eurostat nel 2021, con 758 miliardi di euro. Osservando i dati relativi a tutte le città del Vecchio Continente, è Londra a guardare tutti dall’alto con poco più di 900 miliardi di euro. In terza posizione troviamo Madrid, con sensibile distacco, a poco meno di 238 miliardi di euro. E Milano?

# Milano al quinto posto in Europa, quarta in Unione Europa e la prima tra le città non capitali

Regioni metropolitane più ricche d’Europa

Scorrendo la classifica delle città europee più ricche vediamo Dublino occupare la quarta piazza, terza in Unione Europea, con circa 230 miliardi di PIL. Segue a ruota Milano in quinta posizione, con 228 miliardi di euro, la prima tra le città non capitali in graduatoria. Tra i 220 e i 200 miliardi ci sono nell’ordine Berlino, Monaco di Baviera e Amsterdam. Al nono e decimo posto troviamo rispettivamente Bruxelles e Amburgo con 182 e 180 miliardi di euro. Fuori dalla top ten Barcellona, Stoccolma e la seconda città italiana in classifica, Roma, in 13esima posizione con 163 miliardi di euro. Chiude Francoforte, la “capitale” economica della Germania, la Nazione più rappresentata con quattro città.

Continua la lettura con: Milano è tra le 4 città in Europa che producono più ricchezza

FABIO MARCOMIN

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Le 7 professioni simbolo della Milano di oggi

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Agente immobiliare milanese - Ph. @corrado_antani IG

Che lavoro fai? Queste le risposte più tipiche nella Milano di oggi. E più spaventose. 

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Le 7 professioni simbolo della Milano di oggi

# L’agente immobiliare

Agente immobiliare milanese – Ph. @corrado_antani IG

A Milano le case sono un prodotto finanziario più speculativo dei Bitcoin. E gli agenti assomigliano sempre di più a Gordon Gekko di Wall Street. 

# Il consulente

Un consiglio che non può rifiutare

Tra le professioni è come il jolly a Scala Quaranta. Il dispensatore di consigli. Se non sono richiesti è un disoccupato

# L’influencer

Influencer che ce l’ha fatta – ph. @anieo.canvas IF

Il consulente che ha scoperto i social. 

# Il project manager

Il più grande di tutti – ph. @contemascetti1975 IG

Il consulente con le mani in pasta. Organizza feste, gite, tornei di Padel. 

# Il maranza

Altrove è un insulto. A Milano è una professione. Molto lucrativa. 

# Only Fans

bordello di brera
bordello di brera

C’è stata la Milano dei putan tour a viale Zara, poi quella delle escort, poi delle pornostar. Ora è la Milano di Only Fans. 

# Il sindaco

Milano 2030 – Ph. @dariobrando IG

O è un mitomane o è uno che vuole trasformare Milano in Rovigo. 

Continua la lettura con: I 7 segni inconfondibili dello stress milanese

ARTEMIO

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M1: 7 curiosità che forse non sai sulla metro rossa

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Credits: trasportinfo.it - M1 Leonardo

Ecco 7 curiosità che forse non conoscete sulla prima linea milanese.

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M1: 7 curiosità che forse non sai sulla metro rossa

#1 La linea rossa o M1 è stata la prima metropolitana inaugurata a Milano: ma non è la prima in Italia

storia trasporto pubblico

La linea rossa o M1 è stata la prima metropolitana realizzata a Milano, e questo è noto a tutti, ma forse non tutti sanno che non è stata la prima in Italia, aperta invece nella capitale. La prima carrozza della linea rossa fu fatta entrare in galleria nel 1962 tramite uno scivolo provvisorio davanti al Castello Sforzesco, l’inaugurazione è invece avvenuta due anni dopo il 1° novembre nel 1964

Leggi anche: La PRIMA METROPOLITANA d’Italia non è quella che pensate

#2 La linea con più fermate: 38 e altre 5 sono in arrivo

Credits: wikipedia.org – Schema M1

La M1 collega oggi la città da nord-est, con capolinea a Sesto 1º Maggio FS nel Comune di Sesto San Giovanni ad ovest, dividendosi in due diramazioni: quella verso nord-ovest con capolinea a Rho Fieramilano nel Comune di Rho e quella verso sud-ovest con capolinea a Bisceglie nel comune di Milano. La sua estensione arriva a 27 km, seconda solo alla M2, ma per numero di stazioni batte tutte le altre linee, sono infatti 38 complessivamente. Un numero destinato ad aumentare tra il 2023 e il 2030 visti i prolungamenti in realizzazione: verso nord con l’aggiunta delle 2 fermate di Sesto Restellone e Monza-Bettola o Cinisello-Monza, verso ovest con le 3 fermate di Valsesia, Baggio e Quartiere Olmi, portando il totale a 43.

Leggi anche: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

#3 La meno profonda tra tutte le linee milanesi

Credits: sottomilano.it – Stazione Pero M1

Essendo la linea rossa la prima ad essere realizzata in città è anche la meno profonda di tutto il sistema di metropolitane. Infatti per realizzarla si è utilizzato il “Modello Milano” dello scavo a cielo aperto, con una profondità media tra i 7 e i 10 metri. L’eccezione è la stazione di Pero che scende al piano banchina fino a 15 metri.

Leggi anche: Le fermate della METRO più PROFONDE a Milano e nel mondo

#4 Il suo design è stato copiato dalla metro di New York

Credits: medium Atm – Design M1 al Museo italiano del design di Milano

Sono due gli elementi distintivi di design presenti sulla linea Rossa, la cui segnaletica e allestimento sono stati progettati all’inizio degli anni ’60 dal designer Bob Noorda e dallo studio di architettura Albini. Il corrimano chiamato Filo d’Arianna di Franco Albini, con la caratteristica doppia curva finale funzionale sia come corrimano sia come partizione degli spazi. Il design della grafica coordinata di Noorda che riguarda la progettazione integrata della segnaletica e dell’allestimento visivo della M1: un’opera rimasta nella storia e famosa a livello internazionale, è stata ripresa da moltissime altre metropolitane di tutto il mondo tra cui quella di New York ed è diventata simbolo della metropolitana di Milano. Nel 1964 l’opera di comunicazione visiva del designer olandese naturalizzato italiano è stata anche premiata con il premio Compasso d’oro

Leggi anche: Le 10 PIÙ BELLE METROPOLITANE d’Europa a confronto con quella di Milano

#5 La stazione Amendola è tutelata come bene architettonico dalla Soprintendenza

La stazione di Amendola-Fiera, con il primo logo della metropolitana, le grafiche originali con lo stile Noorda e la pavimentazione Pirelli è quella che più di tutte richiama il classico design di tutta la linea. Oltre a questo nella fermata Amendola sulla M1 venne costruito un ampio mezzanino con copertura trasparente per consentire il deflusso delle folle di visitatori diretti alla fiera e che ha contribuito a ottenere la qualifica di bene architettonico tutelato dalla Soprintendenza.

Leggi anche: Le 5 FERMATE più BELLE di MILANO: metro e passante

#6 La stazione di Sesto Marelli, primo capolinea a nord della linea, fu distrutta in un incendio nel 1982

Credits: metroricerche/Monica Zapelli – Atto incendiario Sesto Marelli

La stazione di Sesto Marelli fu il primo capolinea a nord della prima tratta della linea M1 da Marelli a Lotto quando inaugurò nel 1964. Il 26 aprile 1982 un militante del “Movimento rivoluzionario proletario offensivo” commise un attentato incendiario all’interno della stazione distruggendola in gran parte, fortunatamente senza vittime. Nei cinque mesi necessari alla sua ricostruzione e ristrutturazione fu Villa San Giovanni il capolinea provvisorio.

#7 La stazione di Sesto 1° Maggio Fs è stata l’unica stazione tra le linee tradizionali ad avere le barriere anti-suicidio

Treno in sosta alla stazione di Sesto 1º Maggio FS della linea M1 della metropolitana di Milano.

Nessuna delle tre linee tradizionali milanesi, la rossa, la verde e la gialla, ha barriere anti-suicidio che si aprono solo quando i treni si fermano sulla banchina, ma solo le nuove linee driverless M5 e la futura M4. L’unica eccezione per qualche anno è stata la stazione Sesto 1° Maggio FS. La sperimentazione è iniziata nel 2012 per tentare di capire se fosse possibile implementare queste protezioni anche su una linea che in origine non le prevedeva. Nel 2019 Atm ha individuato il sistema di apertura delle barriere tra le cause dei falsi allarmi e delle conseguenti frenate d’emergenza sulla linea M1, con diversi feriti, e le ha quindi smantellate.

Continua la lettura con:  Novità: le stazioni della METRO verranno dedicate a VIP MILANESI?

FABIO MARCOMIN

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Il palazzo d’oro di Milano

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Credit: fondazioneprada.org

# Un edificio ricoperto di foglie d’oro

Credit: @mett_in_milan

Quella di utilizzare le foglie d’oro è ormai una moda a Milano, qualsiasi cosa può essere infatti ricoperta di questi piccoli pezzetti scintillanti: il cibo, le maschere per il viso, persino gli smalti. Ma un palazzo intero non sarà un po’ esagerato?

“The Haunted House”  spicca tra tutti gli edifici della Fondazione e il motivo è evidente: è ricoperta interamente di foglie d’oro.

La superficie dell’edificio è stata infatti interamente rivestita con oro battuto da Giusto Manetti Battiloro, 200.000 sono le foglie d’oro utilizzate e il risultato è pazzesco: la luce del rivestimento crea un contrasto molto forte con il contesto industriale in cui è inserito.

# La tecnica del “battiloro”

Credit: mode.newgo.it

L’utilizzo delle foglie d’oro è ormai un processo molto famoso ma come si realizza?

La foglia d’oro è oro martellato in fogli sottili con la tecnica del “battiloro”. L’oro è famoso per essere indistruttibile e malleabile e proprio per questo può essere applicato su quasi tutte le superfici, producendo un rivestimento dorato e lucente capace di rendere prezioso ogni cosa su cui si appoggia.

La foglia d’oro più comunemente usata è realizzata in oro giallo 22 carati.

# “Per valorizzare la ricchezza di questa parte poco conosciuta di Milano”

Credit: fondazioneprada.org

Quello di creare un edificio completamente rivestito d’oro può sembrare un’ostentazione ma l’architetto Koolhaas ha la risposta.

“L’oro che riveste la torre è un segnale, un modo per far capire la ricchezza di questa parte poco conosciuta della città, un ulteriore invito al confronto. La filosofia alla base di questa Fondazione è che non ci devono essere più opposti, che è giusto scegliere la via di convivenza pacifica tra gli estremi.” Sono le sue parole al Corriere della Sera.

E così questa trasformazione forse un po’ esagerata si fa portatrice di un grande messaggio: valorizzare ciò che c’era prima per renderlo, oggi, più ricco.

Continua la lettura con: La Torre DIAMANTE è l’edificio in acciaio più alto d’Italia

ARIANNA BOTTINI

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Le 10 attrazioni se ci fossero ancora i confini del Ducato di Milano

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San Carlone

Sotto la Signoria di Gian Galeazzo Visconti, il cui governo durò dal 1385 al 1402, il territorio milanese raggiunse la sua massima espansione, tanto da comprendere parte dell’intera Lombardia, fatta eccezione della gonzaghesca Mantova, le attuali province piemontesi di Vercelli, Novara, Alessandria, Asti, Cuneo e Verbano-Cusio-Ossola ad ovest, i territori veneti di Verona, Vicenza e Belluno ad est, l’attuale Canton Ticino a nord e importanti città come Parma, Piacenza, Bologna, Siena, Pisa, Perugia ed Assisi a sud.
Pensiamo a quante importanti località di livello storico-artistico avremmo potuto ammirare se fossimo stati cittadini “ducali” muovendoci all’interno di questo vasto territorio oggi diviso in ben sette regioni del nostro Bel Paese, e non solo.
Pensiamo a quanto Milano e la sua cultura abbiano influenzato questi territori durante il suo “dominio”, e quanto, ancora oggi, c’è di “milanese” al loro interno.

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Massima_espansione_Viscontea

Le 10 attrazioni se ci fossero ancora i confini del Ducato di Milano

#1 Bellinzona

Foto @ticino.ch

“Capitale” del Canton Ticino, Bellinzona lega la sua storia a quella di Milano dal 1242 al 1499, recando tutt’oggi il biscione visconteo nel suo stemma cittadino.

Grazie all’importanza strategica della città, Milano poteva controllare i traffici commerciali da e verso il mondo germanico tramite il Passo del San Gottardo.

Silenziosi testimoni del passato milanese restano i tre castelli cittadini con la loro cinta muraria, in particolare lo scenografico Castelgrande, la cui possente mole domina l’abitato sottostante, e il Castello di Sasso Corbaro, voluto da Ludovico il Moro nel 1478.

Lo stesso Leonardo da Vinci annotò nel suo Codice Atlantico alcuni paesaggi alpini nei dintorni di Bellinzona, facendo dedurre un suo probabile passaggio nella città svizzera, probabilmente al seguito dello stesso Ludovico il Moro, che qui giunse nel 1489 per inaugurare il moderno ponte militare della Torretta sul fiume Ticino.

#2 L’ultima cena di Ponte Capriasca

Foto @wikipedia

Testimonianza della forte influenza che ebbe l’arte rinascimentale milanese nei territori ticinesi è questo pregevole affresco raffigurante “l’Ultima Cena” leonardesca, conservato nella chiesa di Sant’ Ambrogio di Ponte Capriasca, vicino Lugano.

Sebbene esternamente la chiesa appaia di chiaro gusto neoclassico, la sua edificazione trecentesca e la dedicazione al patrono di Milano la rendono fortemente vicina al capoluogo lombardo sia spiritualmente che, come conferma l’affresco all’interno, artisticamente.

L’opera venne realizzata attorno al 1550 da un anonimo maestro lombardo probabilmente attivo nelle bottega di Bernardino Luini o Marco d’Oggiono, che riportò, seppur cambiandone la tecnica e lo sfondo, la medesima scena del capolavoro leonardesco di Santa Maria delle Grazie, in cui Cristo annuncia agli apostoli l’avvenuto tradimento da parte di uno di loro.

Come nell’affresco milanese, anche qui è possibile assistere allo stupore dei discepoli che, suddivisi in gruppi di tre, odono le famose parole di Cristo: ”Uno di voi mi tradirà”.

Un annuncio che porta sgomento e agitazione tra i dodici, divisi in gruppi di tre, ognuno con il proprio pensiero e la propria risposta ad una così turbante notizia.

#3 Castell’Arquato

Foto @turismoapiacenza.it

Un borgo emiliano, posto tra Piacenza e Parma, nel quale il tempo sembra essersi fermato, è questa la sensazione che si ha appena entrati a Castell’Arquato, cittadina legata alla storia milanese dal 1316 al 1499.

Fu Luchino Visconti, co-signore di Milano assieme al fratello Giovanni, a far costruire la Rocca cittadina, dalla cui torre è possibile godere di un’affascinante vista sulla valle dell’Arda.

Il borgo medioevale è stato scelto anche come location di alcune scene del film Ladyhawke del 1985, soprattutto il chiostro della collegiata di Santa Maria, gioiello del romanico padano.

#4 San Carlone: fino al XIX secolo la statua più alta del mondo

Foto @Distretto Laghi

La storia di Arona e delle “Terre Borromee” affacciate alla sponda piemontese del Lago Maggiore sono fortemente legate alla nobile famiglia Borromeo, la quale a sua volta è strettamente legata alla storia milanese.
Fu l’eccentrico duca Filippo Maria Visconti ad insignire Vitaliano I Borromeo dei feudi di Arona, la cui rocca divenne ben presto la sede principale della nobile famiglia.

Fu proprio ad Arona che, nell’ottobre 1538, nacque San Carlo Borromeo, figura di grande importanza nella storia barocca del ducato di Milano.
Il dominio dei Borromeo su Arona ebbe termine nel 1743 con il passaggio della sponda occidentale del lago Maggiore al Regno Sabaudo, mentre la Rocca, centro del loro potere, venne rasa al suolo nell’800 per volere di Napoleone, ma a perpetuo ricordo dell’ importanza che ebbe questa famiglia, resta il grandioso Colosso di San Carlo.

Il “San Carlone” venne innalzato per volontà del Card. Federico Borromeo tra il 1624 e il 1698 su disegno dell’artista Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano.
La statua, coi suoi 35 metri d’altezza, è stata la più alta al mondo fino al 1886, anno in cui venne superata dalla newyorkese Statua della Libertà.
Trovandosi di fronte a questo colosso del barocco milanese, si è subito affascinati dalle sue dimensioni e dall’aspetto bonario e benedicente del Santo, il quale, in vesti cardinalizie, alza il braccio come a voler proteggere le sue terre natie e quelle milanesi, verso il cui sguardo è rivolto.

Salendo le scale al suo interno è possibile arrivare fino alla testa della statua, e da qui ammirare, attraverso i fori degli occhi, il paesaggio mozzafiato che vi circonda.

#5 Ponte Visconteo di Valeggio sul Mincio

Foto @wikipedia

Tra le province di Verona e Mantova, tra Veneto e Lombardia, il possente e medioevale “Ponte Lungo” attraversa le acque del Mincio.

Venne edificato dal duca Gian Galeazzo Visconti tra il 1393 e il 1395 come passaggio fortificato e baluardo di difesa dei territori orientali del neonato Ducato di Milano.

Un grandioso progetto ingegneristico lungo 650 mt, composto da ben tre rocche militari, cui oggi ne sopravvivono solo due.

Oggi il ponte-diga domina l’abitato di Borghetto sul Mincio, un luogo quasi magico rimasto inalterato nel tempo coi suoi mulini ad acqua ancora funzionanti.

#6 Abbazia di San Pietro, Perugia

Foto @Fabilax.com

Seppur per breve periodo, Gian Galeazzo Visconti fu anche Signore di Perugia, città della quale prese possesso nel 1400 e che fino alla sua morte, nel 1402, fu sotto l’orbita milanese.

In questo breve periodo visconteo avvenne la ricostruzione dell’Abbazia di San Pietro, posta fuori dall’omonima porta cittadina e data alle fiamme dai perugini nel marzo 1398 a causa dell’uccisione di Biordo Michelotti, signore di Perugia, da parte dell’abate di San Pietro e di altri congiurati.

Fu proprio grazie a questo assassinio che il duca di Milano poté mettere mano su Perugia e sui suoi territori, ed è proprio allora che, come una fenice, l’abbazia risorse dalle sue ceneri venendo nuovamente innalzata in stile rinascimentale grazie ad una fabbrica cui collaborarono nei secoli numerosi artisti di grande fama come Bernardo Rossellino, Perugino, Raffaello, Mino da Fiesole, Vasari e il Sassoferrato.

Oggi l’abbazia è un vero scrigno d’arte nel quale possiamo ammirare numerose opere come la “Deposizione di Cristo” di Perugino e la grandiosa e barocca “Pala del trionfo dell’Ordine Benedettino”, realizzata nel 1592 a Venezia da Antonio Vassillacchi e considerata, coi suoi quasi 90 metri quadri, la seconda tela più grande d’Europa.

#7 Castello di Torrechiara

Foto @castellidelducato.it

Immerso nella campagna parmense, il fiabesco Castello di Torrechiara venne fatto costruire nel 1448 dal condottiero Pier Maria II de Rossi, al servizio del duca Filippo Maria Visconti, prima, e di Francesco Sforza, poi.

Il castello divenne il nido d’amore di Pier Maria e della sua amata Bianca Pellegrini, le cui sale furono affrescate dal bresciano Benedetto Bembo, fratello del ben più celebre Bonifacio che realizzò il celebre doppio ritratto dei Duchi di Milano.

Fiore all’occhiello è la sala d’oro, probabile camera da letto della coppia o studiolo privato del condottiero, le cui decorazioni sono uno degli ultimi esempi pittorici dedicati all’amor cortese, in cui l’amore di un cavaliere per la propria dama è qui esaltato nei ritratti dei due amanti che abitarono queste sale.

#8 Castello Sforzesco di Galliate

Foto @wikipedia

Sorto nel novarese borgo di Galliate tra il 1476 e il 1496 come residenza di caccia del duca Ludovico il Moro e della sua corte.

Con il suo stile architettonico tipicamente “sforzesco” tanto da richiamare alla mente i castelli lombardi di Vigevano e Milano, il più grande maniero del novarese è strettamente legato alla signoria milanese.

Oggi il castello è parzialmente visitabile con alcune sale affrescate in stile rinascimentale e una piazza che ne accentua la grandiosità dei tempi che furono.

#9 Calà del Sasso: la più lunga scalinata d’Italia

Credits wikipedia.org – Calà_del_Sasso

Tra i comuni montani di Asiago, precisamente dalla frazione di Sasso, e Valstagna, frazione di Valbrenta, parte uno dei percorsi storico-naturalistici più suggestivi d’Europa, la Calà del Sasso.

Parliamo di una vera e propria scalinata in pietra composta da ben 4444 gradini voluta dal Duca Gian Galeazzo Visconti per far convogliare i tronchi d’albero verso il Brenta.

Oggi è possibile percorrere questa monumentale scalinata di poco più di 2,5 km, la più lunga d’Italia e una tra le più lunghe del mondo, godendo della natura circostante e pensando all’ingegno di quel duca che rese possibile tutto questo.

#10 Golfo del Tigullio

Foto @Tour Liguria

Sebbene non vi sia mai stata una dominazione vera e propria da parte di Milano in Liguria, se non qualche sporadica occupazione militare, i due territori son sempre stati legati l’uno all’altro da motivi commerciali e spirituali.
A causa dell’occupazione longobarda di Milano, nel VI secolo, l’arcivescovo St. Onorato decise di rifugiarsi a Genova assieme al clero milanese e a parte della sua popolazione, stabilendo la diocesi nella città ligure fino al 649.
Non è un caso che nel comune di Zoagli sorga la frazione di Sant’Ambrogio e la sua omonima chiesa, segno che nel golfo del Tigullio l’influenza milanese era viva già grazie ai suoi vescovi.

Sotto la signoria viscontea e sforzesca la Repubblica di Genova divenne una sorta di “protetta” e ancora oggi, dopo secoli, questo rapporto di amore e odio tra liguri e milanesi prosegue, facendo della Liguria e del suo Golfo il tanto desiderato “sbocco sul mare” che manca alla regione.
Il Tigullio, con i caratteristici borghi marini di Santa Margherita, Portofino, Rapallo e Chiavari accoglie ogni estate famiglie milanesi che qui hanno le loro seconde case.
Il mezzo migliore per godere di questo scenario marino veramente mozzafiato è, a mio parere, la barca.

Partire dal molo di “Santa” in direzione Portofino, ammirarne le scogliere, spingendosi magari fino alla medioevale Abbazia di San Fruttuoso e poi tuffarsi in quelle acque cristalline, da l’idea del perché molti milanesi si siano innamorati di quel piccolo lembo di terra, “conquistandolo” senza bisogno di armi o guerre.

Continua la lettura con: Le meraviglie che cambieranno la faccia a Milano entro 10 anni

MATTIA GALBIATI

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La riqualificazione di Loreto: la situazione dopo anni di rinvii

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credits metrogramma ig

Loreto aspetta ancora la sua riqualificazione, mentre procedono (più o meno spediti) i lavori in Corso Buenos Aires. Vediamo tutti i dettagli.

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La riqualificazione di Loreto: la situazione dopo anni di rinvii

# Un anno di stallo e di rinvii: Loreto è ancora fermo

credits metrogramma ig

Ad osteggiare la realizzazione dei lavori è stato principalmente il blocco che ha colpito il settore urbanistico milanese, travolto dalle indagini della magistratura. Negli ultimi mesi del 2024 era uscita la notizia che l’inizio dei cantieri sarebbe arrivato nel marzo del 2025 ma, per adesso, ancora nulla.

# Il progetto nel dettaglio: una trasformazione totale

credits the minimizer ig

Loreto sarà oggetto di una trasformazione epocale. Il progetto “LOC”, sviluppato da Nhood Italia, punta a rivoluzionare piazzale Loreto, convertendolo da trafficato crocevia a una moderna agorà verde. Il team guidato da Ceetrus Nhood aveva vinto, nel 2021, il bando per la riqualificazione urbana di Piazzale Loreto a Milano con il progetto LOC – LORETO OPEN COMMUNITY, lanciato da Reinventing Cities. Il bando internazionale è stato promosso dal Comune di Milano insieme a C40 ed ha l’obiettivo di promuovere la trasformazione urbana attraverso progetti attenti alla comunità.

L’idea principale è quella di creare un collegamento naturale tra il quartiere a nord di Loreto, viale Monza e via Padova con corso Buenos Aires e le principali arterie cittadine come viale Abruzzi, viale Brianza e via Andrea Costa. L’area si presenterà con una grande piazza pedonale su tre livelli: al centro sorgerà una sorta di centro commerciale, filardi di alberi e piste ciclabili.

# Gli interventi previsti in sintesi

credits fausto.bassi ig

Tra gli interventi previsti, in sintesi, troviamo quindi:

– Aree pedonali per favorire la socialità e ridurre il traffico veicolare.
– Nuove piste ciclabili che collegheranno Loreto alle principali arterie cittadine.
– Spazi verdi pubblici, con alberature e zone ombreggiate per migliorare la qualità dell’aria e mitigare l’impatto del caldo urbano.
– Riqualificazione dell’arredo urbano, con un design moderno e funzionale.

# E Buenos Aires?

credits natipervivereamilano ig

Per quanto riguarda l’intervento di Corso Buenos Aires, i lavori vanno avanti. L’intervento in quest’area sarà completato entro la fine del 2025, dove i cantieri sono già in piena attività tra piazza Oberdan e via Melzo. Allo stesso tempo, i lavori nel lato dispari tra via Petrella e via Pergolesi sono ormai conclusi e i cantieri si sono spostati sull’altro lato della strada. È da ricordare poi che, per Corso Buenos Aires, è impossibile la piantumazione di grandi alberature, vista la presenza a pochi metri dei manufatti della metropolitana realizzata nei primissimi anni Sessanta.

Continua la lettura con: Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

ANDREA PARRINO

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I 3 ponti di Calatrava: una meraviglia dell’architettura in un luogo inaspettato

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Ph. @reggioemiliaeventi IG

All’interno di una città che rappresenta una traccia straordinaria della contemporaneità nel contesto urbanistico e sociale dell’Emilia Romagna, l’archistar Santiago Calatrava ha lasciato il segno.

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I 3 ponti di Calatrava: una meraviglia dell’architettura in un luogo inaspettato

# Dalle porte medievali alle infrastrutture contemporanee

Credits: @cm29.29
Ponti Calatrava

Nel 2002 la città di Reggio Emilia mette in atto un progetto di riqualificazione dell’area nord del Comune, in occasione del passaggio della linea ferroviaria ad alta velocità che da Milano, prima di giungere a Bologna, si ferma a Reggio Emilia. Ed è grazie a questo progetto che compaiono i 3 ponti dell’Archistar Calatrava, diventati ora le nuove porte della città. Ponti che, in un certo senso, vanno a sostituire le nove entrate del Medioevo, presenti lungo la cinta muraria. Se prima erano queste che, oltre alla funzione difensiva, accoglievano coloro che volevano entrare a Reggio Emilia, ora ci sono i 3 ponti e la stazione Av Mediopadana a svolgere questa funzione.

# Una infrastruttura diventata attrazione turistica

Credits: @cristian181084
Ponte Calatrava

“I nuovi ponti consolidano il legame fra Reggio e la cultura internazionale e, nel contempo, sono luogo di incontro, di ricucitura fra la città e il suo territorio, fra ambiti sociali diversi: potranno essere ‘vissuti’ ogni giorno dai cittadini come luogo di comunicazione simbolico e della concreta realtà quotidiana”, spiega il sindaco di Reggio Emilia. I ponti fanno parte, in realtà, di un progetto più ampio dal nome “Le Vele” che va a comprendere anche la linea ferroviaria ad alta velocità e la copertura ad onda del casello dell’autostrada A1.

I 3 ponti di Calatrava sono un elogio alla contemporaneità e si inseriscono in una città che abbraccia volentieri le nuove architetture, basta guardare la sua stazione. Il bello è che sono diventate vere attrazioni turistiche. Effettivamente i ponti sono attraversati, probabilmente, da 100 mila persone al giorno e l’architetto, alla funzionalità, ha voluto aggiungere la bellezza. Inoltre, Calatrava afferma che ha voluto stabilire un legame con il territorio creando un occhio nella spalla del ponte, non necessario all’infrastruttura, ma per ricordare il rosone del Duomo di Reggio Emilia.

Continua la lettura con: Tra le più belle d’Europa c’è anche una STAZIONE ITALIANA. Ma non è quella che pensate

BEATRICE BARAZZETTI

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @milanographies IG

La foto del giorno: oggi siamo a in Via Marocco davanti al murales di Nicholas Perra. 

Ph. @milanographies IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (5 aprile) 

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Quando hai fallito il test per entrare in Bocconi ma ancora ti chiedi il perché

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E’ tutto un magna magna. 
 

Qui il video: Quando hai fallito il test per entrare in Bocconi ma ancora ti chiedi il perché

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Continua con: Quando a Orio ti imbarchi per gli USA senza bagagli

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Le 5 cose meno azzeccate fatte dalla giunta Sala

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Comune di Milano - Campagna gentilmente cani

Roma chiama, Milano risponde. Ha fatto scalpore l’articolo sulle 5 cose più inutili fatte dalla giunta Gualtieri a Roma. Anche se Milano non riesce a raggiungere le vette di creatività degli amministratori della Capitale, la giunta Sala è riuscita comunque a sorprendere i milanesi con iniziative inutili. Come queste

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Le 5 cose meno azzeccate fatte dalla giunta Sala

#1 Le ciclabili «crea-traffico»

Urbanfile – Cantiere allargamento riqualificazione corso Buenos Aires

Quando il troppo stroppia. Difficile trovare un milanese che non riconosca che in fatto di ciclabili la giunta Sala si sia fatta prendere un po’ la mano. L’introduzione di alcune piste, come quelle in Corso Buenos Aires, ha suscitato molte critiche per la loro pericolosità e scarsa utilità, causando traffico senza migliorare davvero la mobilità sostenibile. Gli automobilisti si trovano con una carreggiata ridotta nell’arteria commerciale più lunga di Milano, aumentando la congestione e rendendo il transito più pericoloso. I commercianti lamentano una drastica riduzione degli spazi per carico e scarico merci, con effetti negativi sulle attività locali.

C’è poi l’incrocio tra corso Monforte e via Visconti di Modrone, un vero rebus anche per chi usa la bicicletta, oltre che pericoloso pure per i pedoni.

marinacicogna IG – Incrocio Corso Monforte-Visconti di Modrone

Leggi anche: Loreto, forse ci siamo: via ai cantieri per la riqualificazione. Ecco come diventerà: rendering della piazza e le foto di buenos aires

#2 Gli sfalci ridotti del verde per tutelare la biodiversità

La strategia del Comune di Milano per i parchi o comunque le zone inerbite è quella di ridurre lo sfalcio dell’erba. Ufficialmente “per tutelare la biodiversità”. Una scelta fatta da alcune città europee e che Palazzo Marino ha deciso di adottare. In questo modo, come spiegato dall’amministrazione comunale, le piante possono completare il loro ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme, e oltre a salvaguardare la biodiversità, c’è un risparmio di risorse e viene migliorata la qualità del suolo e dell’aria. 

Il risultato al momento è erba alta fino a un metro, che rende inutilizzabili le panchine delle aree verdi, e più che la biodiversità sembra aumentare degrado e senso di incuria. 

Leggi anche: Il disastro verde di Milano: cambierà la situazione con la nuova gestione?

#3 Il divieto di fumo all’aperto 

teleone_16 IG – Divieto di fumo

Dal 2021, il Comune ha imposto restrizioni sul fumo in luoghi pubblici come fermate dei mezzi, parchi e stadi, con la promessa di una Milano più pulita e respirabile. Il divieto è stato di recente esteso a qualsiasi area della città, anche agli spazi aperti, con l’obbligo di stare almeno a 10 metri di distanza dalle altre persone. Prevista una sanzione da 40 a 240 euro. Il problema? È un divieto praticamente inapplicabile. Non esistono controlli seri e la maggior parte dei milanesi neppure sa dove può o non può fumare. 

#4 L’acqua del sindaco nel brick

Credits giampaolog IG – Acqua del Sindaco

Nel 2022 l’amministrazione di Milano ha avuto un’idea curiosa: prendere l’acqua del rubinetto, gratuita e disponibile in tutta la città, e confezionarla in brick di cartone. Un’operazione che, secondo l’assessore all’Ambiente Elena Grandi, ridurrebbe il consumo di plastica monouso. Peccato che il cartone poliaccoppiato utilizzato contenga anche plastica e alluminio, rendendolo più difficile da smaltire rispetto alle normali bottiglie di plastica.

L’acqua in questione è la stessa che sgorga dalle 650 fontanelle e 53 casette idriche della città, spacciata come “minerale” ma essendo sottoposta a processi di disinfezione e potabilizzazione non potrebbe esserlo. Invece di incentivare i cittadini a bere direttamente da queste fonti gratuite, si è preferito spendere soldi pubblici per imbottigliare e distribuire acqua in eventi e alla Protezione Civile e soprattutto generare nuovi rifiuti.

Leggi anche: L’ACQUA del SINDACO: Milano mette l’acqua potabile nel CARTONE

#5 La campagna “Gentilmente” per sensibilizzare i milanesi al rispetto delle regole

Sempre nel 2022, la giunta Sala ha deciso di realizzare una campagna di comunicazione volta a sensibilizzare i milanesi al rispetto delle regole stradali, di decoro e di civiltà. Il fil rouge era dato dalla parola “gentilmente”, con la quale si voleva in modo educato convincere i milanesi a raccogliere gli escrementi del cane e gettarli nel cestino, a non buttare i mozziconi in strada o al rispetto della precedenza di pedoni. L’esito non è stato quello sperato e anche cittadini e associazioni avevano espresso la loro contrarietà per l’inutile iniziativa.  

Questi alcuni commenti lasciati dai cittadini sotto al post dalla pagina facebook di Palazzo Marino:

  • «Se ripristinate i cestini forse la gente eviterebbe di lasciare gli escrementi degli animali per terra. Nella mia zona ne avete tolti parecchi. Cortesemente ripristinateli.» – Simona Ventura
  • «Magari, sempre gentilmente, far circolare anche qualche vigile, perché altro che mozziconi ci sono per strada» – Simona Baraldo
  • «Per strada non ci sono solo mozziconi …ma bottiglie di birra , spazzatura abbandonata , secchi di imbianchini e materiale edile in giro , materassi , pannolini, bicchieri, ciabatte, mobili x non chiamare Amsa, ma perché non fatte i controlli? Non esiste solo il centro … Ma perché anziché togliere i cestini non li mettete ? Siamo stufi di fare segnalazioni di inciviltà e maleducazione … Mettete le telecamere almeno potete individuare i responsabili … O no?» – Maria Luisa Uras
Genitori Antismog – Campagna “impunemente” doppia fila

L’Associazione Antismog invece aveva replicato con la campagna “impunemente”, soprattutto per quanto riguarda il rispetto del Codice della Strada, con la presidente Lucia Robatto che aveva detto: «Anche noi amiamo la gentilezza, ma quando si tratta del Codice della Strada è bene per prima cosa ricordare che rispettarne le regole non è una questione di fare le cose ‘gentilmente’ ma di assoluto dovere».

Continua la lettura con: A Milano non si può più: la città delle opportunità è diventata la «capitale mondiale dei divieti»

FABIO MARCOMIN

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7 cascine entro un’ora dal centro di Milano

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massaro.patricia IG - Locanda Macconago

Queste cascine, tutte a meno di un’ora dal centro di Milano, sono il rifugio perfetto per una giornata di relax, buon cibo e natura. Ogni luogo ha una storia da raccontare e un piatto da assaporare, offrendo l’opportunità di riscoprire la bellezza della campagna lombarda.

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7 cascine entro un’ora dal centro di Milano

#1 Tenuta Valcurone (Montevecchia, 37 km)

tenuta_valcurone IG

Un angolo di paradiso nel Parco naturale Regionale della Valle del Curone, dove la tradizione brianzola si fonde con una filosofia di cucina stagionale. Il ristorante è un trionfo di piatti che celebrano i prodotti locali, mentre la cantina è un luogo perfetto per scoprire il mondo del vino. La tenuta, con la sua natura incontaminata, è ideale anche per matrimoni ed eventi esclusivi. Il punto di forza è la cantina aperta per le degustazioni, abbinata alla cucina brianzola autentica, ma anche raffinata in un ambiente naturale e suggestivo, ideale per eventi e ricevimenti.

#2 Cascina Caremma (Besate, 30 km)

Credits cascinacaremma IG

Un agriturismo biologico che fa della sostenibilità il suo fiore all’occhiello. Con 120 ettari di coltivazioni biologiche, Caremma è un paradiso per chi cerca un’esperienza a 360 gradi, tra natura, benessere e cucina. La Nature SPA, riscaldata con energie rinnovabili, è il luogo ideale per rilassarsi, mentre il ristorante offre un menù degustazione che cambia ogni mese, basato sui prodotti freschi dell’azienda. Possibile l’acquisto in loco di prodotti biologici come formaggi e frutti di bosco.

Leggi anche: I 7 agriturismi top nei dintorni di Milano

#3 Agriturismo Luna (Marudo, 30 km)

simoneperoncini IG – Agriturismo Luna

Nel cuore della campagna lodigiana, l’agriturismo Luna è la meta ideale per una gita all’insegna del gusto e della genuinità. Il menù, che varia in base alla stagionalità, offre piatti preparati con ingredienti a km 0, provenienti dalle coltivazioni e allevamenti locali. La storia del luogo, un tempo teatro di passaggi e storie di banditi, si riflette nella sua cucina semplice e autentica.

#4 Cascina Sant’Ambrogio (Rosate, 26 km)

Credits: conoscounposto – Cascina S. Ambrogio

Più che un agriturismo, è un luogo dove cultura e natura si intrecciano. La struttura della cascina è un perfetto esempio di recupero architettonico che unisce tradizione e innovazione. Il menù fisso include piatti tipici lombardi, anche se il servizio lascia a desiderare, soprattutto per le famiglie con bambini. Tuttavia, il luogo è un rifugio perfetto per rilassarsi nella campagna milanese, circondati da animali come asini, pecore e pavoni.

Leggi anche: Le 7 cascine più belle da visitare a Milano (Mappa)

#5 Cascina Cassinazza (San Giuliano Milanese, 17 km)

l_ele IG – Cassinazza

Immersa nel bosco della “Brughiera di Orsenigo”, questa cascina del 1600 è un angolo di tranquillità dove gustare piatti tipici preparati con ingredienti locali. Tra salumi, carni e formaggi, ogni piatto racconta la tradizione di queste terre. Il ristorante è un’oasi di freschezza, con piatti preparati con ortaggi freschi e carni locali. In estate, puoi mangiare all’aperto, circondato da gerani e gelsomini, mentre nei giorni freddi il calore del camino ti accoglie all’interno.

#6 La Bettolina (Gaggiano, 16 km)

Bettolina

Una cascina del ‘500 che oggi ospita un ristorante dal fascino storico. Conosciuta per il suo carrello dei bolliti, la Bettolina è un punto di riferimento per chi cerca piatti tipici lombardi in un’atmosfera elegante, con una cucina raffinata e piatti a base di griglia e affumicatura. Tra glicini secolari e spazi ristrutturati, il ristorante è il luogo perfetto per una cena romantica o un evento speciale.

#7 Locanda Macconago (Milano, 8 km)

massaro.patricia IG – Locanda Macconago

Concludiamo con un angolo di Milano che è ancora campagna dove si trova il più antico castello della città. Un piccolo borgo all’ombra della Madonnina, Macconago ospita la Locanda Macconago al civico 20 dell’omonima via. La cucina, gestita dallo chef Alessandro Bianucci, è un viaggio nei sapori della tradizione lombarda, con piatti come pasta fresca e risotti. Il locale propone un ambiente rustico ma elegante, con un’ottima atmosfera romantica e intima, ideale per pranzi e cene fuori dal caos cittadino. 

Leggi anche: Questo è il primo castello di Milano

Spunto: tildediscovery IG

Continua la lettura con: Il borgo dei ricchi expats alle porte di Milano: antiche cascine agricole trasformate in residenze di lusso

MARTA BERARDI

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