Perché Milano Città Stato

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Siamo tutti innamorati di Milano. Ci piacerebbe che fosse la città a cui tutto il mondo guarda, il luogo dove si vive meglio e che produce più innovazione. Non solo: ci piacerebbe che da Milano ripartisse un nuovo modello di amministrazione capace di rinnovare il nostro Paese.

Spesso ci riempiamo di orgoglio quando confrontiamo Milano con Roma o altre città italiane. Sicuramente siamo all’avanguardia nel nostro paese e in molti settori non abbiamo eguali. Le cose però cambiano se proviamo a misurarci con le migliori città del mondo. In questi casi non sempre Milano riesce a fare bella figura, anzi.
Soprattutto Milano non ci sembra che sia all’altezza delle sue potenzialità e del suo passato più glorioso.

Non è dunque per una critica alla Milano di oggi che osiamo sfidare il tabù di vedere ciò che a Milano non funziona.
All’opposto: vogliamo provocare amministratori e cittadini ad ambire a risultati sempre migliori, ad aspirare a una città che non sia solo tra le prime in Italia ma che si sforzi ad essere tra le migliori del mondo.

PERCHE’ MILANO HA BISOGNO DI FARE DI PIU’

Per diventare una delle migliori città del mondo Milano deve avere il coraggio di guardare in faccia ciò che non va o che potrebbe andare meglio. Perché segni di crisi ce ne sono, anche qui.

1. L’ATTRATTIVITA’
Negli anni Cinquanta e Sessanta Milano era il magnete che attirava persone in cerca di lavoro da tutta Italia. Questo si rifletteva nella sua popolazione che cresceva di anno in anno. Nel 1971 Milano aveva 1 milione e 700 mila abitanti. Oggi sono 1 milione e 200 mila. Negli ultimi decenni Milano ha perso oltre 500 mila abitanti.
1 abitante su 3 non c’è più, è andato via. Al contrario di metropoli come Berlino e Londra che faticano a trovare posto a chi arriva, Milano ogni anno perde abitanti. E il problema è che spesso sono i più capaci ad andarsene: giovani, ricercatori, imprenditori, sono costretti a fare le valigie per andare in luoghi più favorevoli a chi ha nuove idee o ha voglia di lavorare.
D’altro lato negli anni Ottanta e Novanta a Milano venivano eccellenze di tutto il mondo: artisti, designer, persone con voglia di lavorare. Oggi Milano attira persone che spesso vengono qui perché non hanno possibilità di andare in luoghi che offrono più opportunità.

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2. CENTRO INTERNAZIONALE DI ARTE E CULTURA
Milano era una delle capitali dell’arte contemporanea. Nel Novecento qui sono nati il Futurismo e l’Arte Povera, da qui passavano i più grandi artisti internazionali e Milano era considerata una capitale culturale che produceva musica, cinema, arte e letteratura di livello mondiale.
Adesso Milano è nella periferia della cultura internazionale. Le sue produzioni sono strettamente locali, le sue fiere di settore non attirano più mercanti stranieri e hanno pure perduto il primato nazionale, superate da città come Bologna e Torino.

3. LA QUALITA’ DELL’ARIA 
Uno dei progressi più concreti delle metropoli internazionali negli ultimi anni è nella qualità dell’aria.
Città tradizionalmente molto inquinate, come Londra o Città del Messico,hanno messo in atto politiche innovative capaci di migliorare sensibilmente il livello dello smog. Milano è invece ancora indietro.
Secondo i dati OMS Milano è la città in Europa dove l’inquinamento atmosferico fa più danni alla salute delle persone, con 5 mila morti all’anno e 11 mesi di vita in meno in media per ogni cittadino.
Ogni amministrazione si batte per cercare di ridurre le emissioni di inquinanti, ma i dati e la sensazione che essi ci provocano è che ci vorrebbe più coraggio per intervenire, anche attraverso l’impiego di tecnologie innovative e di soluzioni più radicali.

4. L’ECONOMIA
Milano era una delle città più ricche in Europa, una delle capitali del commercio e dell’imprenditoria. Ogni ora in città chiudono 4 negozi. Le migliori imprese hanno spostato la sede all’estero. Le start up più promettenti ricevono capitali dall’estero e appena iniziano a guadagnare i primi soldi si trasferiscono in paesi dove la tassazione e il clima culturale e politico sono più favorevoli a chi fa impresa.
Milano è poca attrattiva per imprese straniere che non hanno vantaggi nel portare a Milano la loro sede.
Al contrario, la pubblica amministrazione è sempre più esigente verso i cittadini e lo stato italiano ha ridotto di 200 milioni i fondi per la città provenienti dai trasferimenti statali.
Nello studio più importante a livello internazionale sul futuro delle città realizzato dall’Economist, si prevede che Milano nel 2025 sarà solo al 58mo posto tra le città più competitive, subito dopo Lisbona e Nuova Delhi. E il dato più preoccupante è che Milano nei prossimi 9 anni perderà 13 posizioni nella classifica della competitività (fonte: Hot Spot 2025, Economist).

PERCHE’ MILANO CITTA’ STATO E’ LA SOLUZIONE

Milano era una delle capitali del mondo per la ricchezza, l’innovazione e la produzione culturale, ma oggi fatica ad essere all’altezza del suo passato.
In un periodo in cui le grandi città d’Europa volano e attirano talenti di tutto il mondo, come Barcellona, Madrid, Berlino, Londra o Parigi, Milano perde i suoi abitanti e le sue aziende migliori. Milano era una regina e oggi teme per il suo futuro.

Per capire la strada da percorrere per rilanciarsi basta prendere ad esempio le città che abbiamo appena citato. Che cosa accomuna Barcellona, Madrid, Berlino, Londra e Parigi, città che stanno crescendo e che attirano le migliori intelligenze del mondo?

In una parola ciò che le accomuna è l’autonomia.

Negli ultimi venti anni tutte queste città hanno visto incrementare sensibilmente la loro autonomia dallo stato nazionale di cui fanno parte. Londra si è staccata nell’amministrazione dal governo da cui dipendeva direttamente con un referendum, voluto dai suoi cittadini alla fine degli anni Novanta. La città di Madrid è comunidad autonoma con caratteristiche identiche a quelle di una regione, potendo trattenere sul territorio circa la metà di ogni tipo di tasse. Berlino è città stato ed è dotata di una sua costituzione e di massima autonomia, con suoi rappresentanti nel parlamento tedesco e in quello europeo. Perfino Parigi ha ottenuto alcune norme che si applicano solo sul suo territorio, costituendo questa una crepa nella granitica impostazione centralista dello stato francese.

Per rinforzarsi le nazioni più evolute puntano sulle loro città migliori e il modo per incentivarle è lo stesso ovunque: dare loro più autonomia di gestirsi e di competere.

Quello che chiediamo per Milano è la stessa ricetta che gli altri paesi stanno adottando da 15 anni a questa parte: perché Milano è nata per poter competere alla pari con le migliori città d’Europa, è nata per essere il luogo dove la gente non scappa ma arriva per creare la sua fortuna.

Per fare questo la strada è quella di rendere Milano una città stato: una città che abbia lo status di regione, come consentito dalla Costituzione e come sono le migliori città d’Europa.

Raffaella Appice                        Manuele Montiglio                                   Alice Riva
Francesca Bartolino                  Francesco Moretto                                  Luca Rossi
Fabio Bergomi                        Sydney Luke Oketayot                               Ivan Salvagno
Giacomo Biraghi                        Alberto Oliva                                         Giorgia Sarti
Fabio Biccari                                Ivan Ortenzi                                Antonella Tagliabue
Luisa Cozzi                                  Pietro Paganini                                 Marco Torchio
Duilio Forte                                 Paola Perfetti                              Roberto Giulio Zanibelli  Cristiano Longhi                           Ugo Poletti                                  Andrea Zoppolato
Danilo Mazzara                            Arianna Ricotti                                  Giacomo Zucco

In qualità di fondatori associazione Milano, che promuove il progetto di Milano Città Stato (www.milanocittastato.it)


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