Le CURIOSITÀ sui CIMITERI di Milano

Non solo Novecento e Galleria d'Arte Moderna

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Credits Andrea Cherchi - Cimitero Monumentale

Come in ogni grande città a Milano ci sono importanti cimiteri diversi per storia, collocazione geografica e anche per tutta una serie di curiosità che si celano al loro interno. Curiosità sconosciute ai più, neanche a dirlo, proprio perché per fortuna non si ha spesso occasione di visitare questi luoghi sacri o più semplicemente perché sono considerati, chissà perché, storicamente inferiori a monumenti o palazzi storici presenti in altri lati della città. Oggi vi porto a conoscere i segreti dei campi santi di Milano. Sarà una visita silenziosa e rispettosa dei defunti come è giusto che sia, ma scoprirete cose alquanto interessanti. Andiamo in pace, dunque.

Le CURIOSITÀ sui CIMITERI di Milano

# Lambrate

loruxino IG – Cimitero Lambrate

Il cimitero, costruito originariamente a servizio del comune autonomo di Lambrate all’inizio dell’Ottocento e rimasto immutato fino alla seconda metà del secolo scorso, è oggi pensato come un giardino composto da grandi aiuole all’interno delle quali sono ritagliati i lotti dei campi di inumazione. É un cimitero per così dire di classe media, dove scelgono di riposare per l’eternità buona parte dei milanesi comuni, eccezion fatta per Sandra Mondaini che lasciò fra le sue ultime volontà quella di essere seplota accanto alla madre, lontana dunque dall’amatissimo marito Raimondo Vianello, deceduto pochi mesi prima e seppellito a Roma al Verano. La curiosità principale di Lambrate? Un’area destinata alla sepoltura dei defunti di religione islamica.

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# Tempio della Vittoria

Tempio della Vittoria

Altrimenti detto Monumento ai caduti o Sacrario dei caduti milanesi, il Tempio della Vittoria è un sacrario militare che si trova fra l’Università Cattolica e Sant’Ambrogio e come per altri grandi campi santi del Belpaese è dedicato ai caduti della Grande Guerra. Bombardato nel 1943 fu ricostruito e ampliato trent’anni dopo. Il suo nome inoltre deriva anche dal tempio che si trova al suo interno, costruito su base ottagonale con il progetto del 1928 firmato da vari architetti meneghini fra cui Gio Ponti e Giovanni Muzio, e la cui particolarità risiede nel fatto che ognuna delle otto facciate è orientata verso le otto porte di Milano.

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# Milan War Cemetery

contefiele IG – Milan War Cemetery

Restando nel quanto mai attuale tema dei conflitti, ci spostiamo di poco più di vent’anni in avanti e troviamo a Trenno, zona nord ovest della città, il cimitero di guerra di Milano, luogo di sepoltura e riposo per i caduti della seconda guerra mondiale. Qui la curiosità salta all’occhio subito: si tratta infatti di un cimitero in stile anglosassone, con grandi prati verdi e lapidi bianche a ricordare morti di ben 27 nazionalità coinvolti nella più disastrosa guerra dell’epoca moderna. Inoltre in questo campo santo è sepolta una sola donna: Margaret Fielden, fisioterapista al servizio del 64th British General Hospital, perita quando non aveva neppure trent’anni mentre prestava servizio in Italia al soldo delle Forze Alleate.

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# Monumentale

Credits Andrea Cherchi – Cimitero Monumentale

Il Monumentale fu progettato da Carlo Maciachini e costruito fra il 1864 e il 1866. Al suo interno vi sono vasti giardini con viali alberati a presidio di elegantissimi selciati, un tempio crematorio (primo in Italia, costruito nel 1876), l’ala dei defunti Israeliti e Acattolici sepolti nei rispettivi campi e soprattutto il Famedio, terreno di riposo per celebrità milanesi degli ultimi tre secoli e non solo.

Lo spazio centrale appena dopo l’ingresso è tutto dedicato alla tomba di Alessandro Manzoni, ed è proprio qui che nasce una curiosità che ha più le forme di una leggenda. Nel 1958 il feretro di Manzoni è stato innalzato su una base decorata da angeli neri in rilievo, e quando iniziarono i lavori per collocare la bara sul grande basamento che vediamo oggi il feretro fu aperto e, casualmente, un raggio di sole illuminò la salma: gli operai gridarono al miracolo perché, dice la leggenda, la salma sembrava fosforescente e molti pensarono che da lì sarebbe uscito lo spirito o il fantasma del grande scrittore. Naturalmente poi si scoprì che la particolare rifrazione era dovuta al cristallo di cui era rivestita internamente la bara.⁣ Con buona pace dei nervi dei malcapitati addetti funerari.

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# Maggiore

Credits percorsi_nell_ignoto IG – Cimitero Maggiore

Noto anche semplicemente come Musocco dal nome del comune poi inglobato nel capoluogo lombardo, il cimitero Maggiore nella zona nord occidentale di Milano è il più grande e popolare campo santo della città. Con 500 mila sepolture è il terzo cimitero più grande d’Italia alle spalle di Prima Porta e del Verano di Roma e, fra le sue mura e i suoi sepolcri i misteri e le leggende sono innumerevoli.

Ve ne racconto due: qui, dal 1957 al 1971 giacque la salma di Evita Peron, moglie di Juan Peron presidente argentino degli anni ’40. I fautori della rivoluzione volevano evitare a ogni costo che la first lady perita nel ’52 e nel frattempo imbalsamata diventasse oggetto di venerazione da parte della folla. Così Evita fu spedita il più lontano possibile, in Europa, e più precisamente a Milano, nel cimitero Maggiore, sotto il falso nome di Maria Maggi vedova de Magistris. Da cui fece ritorno in Argentina via Spagna solo nel 1974.  Al cimitero Maggiore è legata anche una particolarità logistica: l’Azienda tramviaria (futura ATM) a causa della distanza di Musocco da Milano e per venire incontro alle pressanti richieste della popolazione, dovette realizzare una linea tramviaria elettrificata Milano-Musocco utilizzata esclusivamente per i funerali. Il nome che i milanesi facili a battute ciniche e sarcastiche affibbiarono a questo tram fu Gioconda. Così, Milano ebbe fra gli altri anche il primato di essere l’unica città d’Italia, tra il 1895 e il 1928, ad avere un tram funebre totalmente dedicato ai cari estinti.

Amen.

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).