🔴 Breaking News: a BERGAMO 57% di cittadini positivi al test sierologico

Se il risultato di Bergamo fosse confermato anche in altre province la Lombardia potrebbe essere uno dei luoghi più sicuri al mondo e senza più bisogno di protezioni. News anche dalla Corea del Sud e dalla Svezia, entrambe prossime all'immunità di gregge

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Credits: bergamonews.it - Test sierologici a Bergamo

L’Azienda sanitaria Ats di Bergamo dal 23 aprile al 3 giugno ha effettuato test sierologici su un campione di 20.369 persone di cui 9.965 cittadini e 10.404 sanitari: i primi sono risultati positivi per il 57%, i secondi al 30%. Se anche le altre province avessero gli stessi risultati significherebbe che la Lombardia sarebbe prossima all’immunità di gregge, come già successo a Wuhan e, forse a Seul e in Svezia. Ci vorrebbero più test ma c’è un grosso freno alla loro realizzazione. 

Fonte: ilmessaggero.it

A BERGAMO 57% di cittadini positivi al test sierologico

Cos’è l’Immunità di gregge?

L’immunità di gregge è una forma di protezione indiretta che si verifica quando una parte significativa di una popolazione ha sviluppato immunità verso una malattia e protegge cosi anche agli individui non immuni, perchè in questo caso il virus non trova modo di circolare. La percentuale di immunità necessaria per avere l’immunità di gregge varia a seconda della malattia e del suo modo di trasmissione ma deve essere pari ad almeno il 60-70% della popolazione.

Il risultato di Bergamo: se fosse confermato in altre province la Lombardia potrebbe essere uno dei luoghi più sicuri al mondo

Il 57% di positivi al test dei cittadini di Bergamo può essere un chiaro segnale di essere prossimi all’immunità di gregge. Forse non solo in quella provincia, perché se come è plausibile il virus era già presente a Milano da dicembre e visto l’ormai numero ridotto di contagi in Lombardia dopo i picchi di Marzo e Aprile l’immunità potrebbe essere stata raggiunta nell’intera regione. Il risultato sarebbe quindi che il virus non potrebbe più circolare e potremmo essere non sono il luogo più sicuro d’Italia, ma sarebbero ingiustificate tutte le misure di sicurezza: dall’utilizzo dei dispositivi di protezione personale, al distanziamento sociale fino al divieto di assembramenti.

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Ci vorrebbero più test ma c’è un grosso freno a realizzarli su vasta scala

Le adesioni insufficienti all’indagine sierologica nazionale a fini statistici organizzata dalla Croce Rossa Italiana hanno portato alla decisione di prorogare la ricerca sino a fine giugno. Una delle cause principali dello scarso entusiasmo degli italiani è il rischio di dover effettuare un periodo di quarantena non ben definito e rimanere isolato in casa: chi dovesse risultare positivo al test sierologico, e quindi fosse risultato in possesso degli anticorpi di “immunità al virus”, per scongiurare il rischio di un’infezione ancora in corso dovrebbe attendere il tampone. E fino alla sua realizzazione dovrebbe restare in isolamento: un isolamento che per i tempi con cui eseguono i tamponi rischia di rivelarsi di settimane se non di mesi prima di avere un risultato. Il paradosso è che quindi chi ha gli anticorpi, e potrebbe essere libero di girare perché non rischia né di essere contagiato né di diffondere il virus, ha paura di sottoporsi ai test per non correre il rischio di non uscire più per lungo tempo.

La paura è più che giustificata, in quanto, come afferma il Vice Presidente della Croce Rossa Valastro, non si è a conoscenza dei tempi di esecuzione dei tamponi nelle regioni: “noi non possiamo dare alcuna scadenza perché dipende dai sistemi sanitari regionali, quindi non sappiamo i tempi entro cui i cittadini vengono poi sottoposti al tampone“.

Dopo Wuhan, anche Seul procede ai tamponi su tutta la popolazione

Mentre in Lombardia si procede a rilento con i tamponi e i test sierologici, altri paesi premono sull’acceleratore per individuare il reale rischio di contagio presente ancora nella popolazione. Dopo i 10 milioni di tamponi a Wuhan in poco più di una settimana che hanno riportato solo 300 casi asintomatici, già isolati come i relativi contatti, certificando di fatto la scomparsa del virus e l’immunità anticorpale dei suoi cittadini, anche Seul è sulla stessa strada.

Infatti dal 9 giugno, tutti i residenti i residenti della capitale coreana, con o senza sintomi respiratori, possono fare domanda tramite il sito web della città per essere sottoposti al test gratuito sul Covid-19 in base all’ordine di arrivo, secondo quanto riferito dai funzionari della città.  La Corea che ha da subito applicato la strategia delle 3T riducendo al minimo contagi e decessi, già da tempo quasi inesistenti, potrà così certificare l’immunità della sua popolazione e la scomparsa del virus.

Dalla Svezia: “Il contagio si sta riducendo anche senza la quarantena. La nostra strategia è stata corretta”

Stesso risultato, ma con strategia diversa, quello raggiunto in Svezia. Come già da diversi studi verificato, la Svezia starebbe provando che l’immunità di gregge senza quarantena è un strategia efficace per debellare il virus. La parole del premier Lofven confermano la scelta: “La nostra strategia è stata corretta” alle quali si aggiungono quelle del virologo Tegnell:”Il contagio si sta riducendo anche senza la quarantena, segno che funziona e crea protezione nella popolazione“. L’8 giugno sono stati riportati solo 3 morti e, sempre il virologo Tegnell, aggiunge: “Sembra chiaro ora, quando parli con gli specialisti del settore che sembra che ci sia un numero considerevole di persone che non sviluppano anticorpi, ma sembrano comunque immuni. Qualsiasi voce che questa malattia non crei immunità, è falsa. Naturalmente crea immunità“.

Fonti:
COVID-19 testing free for all Seoul residents
La Svezia: “Non abbiamo cambiato idea sull’immunità di gregge”
Quello che la COREA sta facendo per sconfiggere il coronavirus
La via SVEDESE nella lotta al virus: e se avessero ragione loro?

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FABIO MARCOMIN

 

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.