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La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

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ar-architettiroma.it - Estensioni metro a Milano

A luglio 2023 la linea M4 ha aperto altre due fermate, Tricolore e San Babila, portando la rete a 104 km di estensione. Tra settembre e dicembre 2024 è in programma l’entrata in funzione delle restanti fermate, ma sono diversi i progetti già approvati o in fase di studio per il prolungamento di altre linee esistenti o di realizzazione di linee aggiuntive anche fuori dai confini comunali. Ecco quali sono i prolungamenti programmati e quelli possibili nel prossimo futuro.

La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

# M1: si allungherà di 5,4 km, confermato il primato in città con 43 fermate 

La linea M1 crescerà di 5,4 km grazie a due prolungamenti, uno a nord e l’altro ad ovest, arrivando a 32 km di tracciato e 43 fermate.

Prolungamento M1 Monza-Bettola

A nord sono già state realizzate le gallerie per estendere il tracciato di 1,9km con le due nuove fermate di Sesto Restellone e Monza Bettola. I lavori sono partiti oltre 12 anni fa e sono stati fermati dalla vecchia impresa, che ha rinunciato al contratto. Si attende quindi il bando per quella nuova. Mancano inoltre 38 milioni di euro, anche se circa 20 dovrebbe essere stati ottenuti dal Sindaco di Cinisello Balsamo. L’apertura del nuovo tratto di linea dovrebbe avvenire al 2027, sempre che il nuovo appalto venga assegnato entro l’anno.

Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

A ovest è già stata approvata l’estensione della linea rossa da Bisceglie a Baggio, con la realizzazione di tre nuove fermate: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi. Il costo dell’opera è interamente coperto, dopo lo stanziamento di 145 milioni di euro di extra costi, ed è pari a 550 milioni. La gara d’appalto è attesa entro aprile-maggio 2024, i cantieri entro il 2025 e l’inaugurazione per il 2030-2031.

Leggi anche: Metro e treni: il 50% dei cantieri a Milano sono fermi o in ritardo

# M2: si attende lo studio di fattibilità per il prolungamento da Cologno a Vimercate con una metropolitana leggera

Prolungamento M2

La linea M2 verrà prolungata da Cologno Nord a Vimercate, anche se come metropolitana leggera. Il primo progetto è stato presentato nel 2019 da MM e rivisto più volte, la stessa partecipata milanese è stata incaricata di realizzare un approfondimento per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Si prevede un tracciato di circa 12 km che serva i comuni di Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate. Al momento manca un milione di euro, in carico a Regione Lombardia, per il completamento dello studio di fattibilità tecnico-economica per individuare il percorso migliore.

M2 a Rozzano

A sud una possibile estensione, che ha ottenuto le migliori performance nell’analisi costi-benefici ma senza ancora uno studio di fattibilità, potrebbe arrivare nel comune di Rozzano.

Leggi anche: Quello che manca per la M2 fino a VIMERCATE: le ultime novità con le possibili sei fermate

# M3: allo studio due prolungamenti per la linea, a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo

I progetti di prolungamento della linea metropolitana M3 viaggiano più lentamente rispetto alle altre, ma sono comunque allo studio l’estensione a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo.

Credit: nord24milano.it

Alla fine del 2020 è stata messa a disposizione una somma di 350mila euro per finanziare lo studio di fattibilità del prolungamento della M3 a nord di due fermate, nei comuni di Cormano e Paderno Dugnano. Da allora nessuna novità a riguardo. 

Tracciato M3 fino a Paullo

La vicenda sul prolungamento della linea gialla fino a Paullo dura invece ormai da 30 anni anche se la scelta sulla tipologia di percorso e servizio è stata fatta. L’ultimo progetto elaborato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. In totale sono circa 15 km, suddivisi tra metropolitana e metrotranvia, e rispettivamente: 4,4 km e due fermate, 10,9 km e 8 fermate. L’investimento necessario è salito a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie. Mm Spa dovrebbe elaborare studio di fattibilità tecnico-economica entro il 2025, con l’obiettivo di partire con i lavori entro il 2028.

Leggi anche: LINEA GIALLA fino a PAULLO: l’ultimo tracciato e le nuove FERMATE previste

# M4: entro il 2024 entreranno in funzione le restanti 13 stazioni della nuova linea. In fase avanzata di progettazione due prolungamenti oltre i due capolinea

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

La nuova linea metropolitana milanese, la blu o M4, dopo numerosi ritardi e rinvii ha inaugurato la prima tratta di 5,6 km tra Linate Aeroporto e Dateo il 26 novembre 2022, più altre due a luglio 2023, quelle di Tricolore e San Babila. Il tratto rimanente, dal centro alla periferia sud-ovest del Giambellino e Lorenteggio fino alla stazione di San Cristoforo FS dovrebbe entrare in funzione tra settembre e dicembre 2024

Leggi anche: Il video del giorno: Inaugurazione M4, le NUOVE STAZIONI della METRO BLU

Nel frattempo sono già in fase avanzata di studio la realizzazione di due prolungamenti verso ovest e verso est.

Prolungamento M4

Nel progetto ufficializzato a dicembre 2021 che prevede la realizzazione del “Milan east gate hub”, la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità ad est della città, è compreso il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ne ha infatti approvato il Piano di fattibilità tecnica. Il percorso si allungherà in sotterranea dall’Aeroporto di Linate all’Idroscalo e ci saranno due fermate nel territorio di Segrate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. Il finanziamento dell’opera è quasi completo, vanno reperiti 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime da aggiungere ai 420 milioni di euro già messi a disposizione. Per la fine dell’anno potrebbe arrivare il progetto definitivo. L’inaugurazione non dovrebbe avvenire prima del 2030.

Leggi anche: La GRANDE PORTA dell’EST: il grande HUB METRO-FERROVIARIO del futuro di Milano

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

La linea blu potrebbe allungarsi verso ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs. Tutti gli enti coinvolti, comuni, Città Metropolitana di Milano e Regione Lombardia, hanno approvato il prolungamento, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva, per una lunghezza massima di 4 km.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

In base agli ultimi aggiornamenti il Comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero più propensi ad un prolungamento con percorso breve, con una sola fermata a Buccinasco, in quanto tale soluzione risulterebbe meno impattante in termini di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. L’investimento previsto sarebbe di 150 milioni di euro, un costo di esercizio annuo di 3,5 milioni di euro ed un rapporto tra benefici e costi in area ampiamente positiva. Ad oggi manca ancora la scelta del percorso ufficiale e il relativo studio di fattibilità.

# M5: entro il 2031 la linea raddoppierà con nuovo capolinea nord a Monza Polo Istituzionale: 13km e 11 fermate. Ipotizzate altre due estensioni: verso Bresso e Settimo/Magenta

La linea lilla dovrebbe raddoppiare la sua estensione entro il 2032, con 13 km e 11-12 nuove fermate a nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale e sarà così la prima metropolitana a collegare due province. In studio due ulteriori prolungamenti, un altro a nord e uno ovest.

Tracciato M5

Il progetto di estensione della M5 a nord prevede l’attraversarmento i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale con i 13 km di binari aggiuntivi e 11-12 fermate. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, quelle certe sono: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. L’opera è stata finanziata con 1,265 miliardi di euro, di cui 900 milioni di euro stanziati dallo Stato Italiano, ma vanno trovati ancora circa 300 milioni di extra costi, per completare il finanziamento. Il 30 novembre 2023 è stato pubblicato l‘avvio del procedimento degli espropri, entro il 2024 è atteso il bando, nel 2025 l’avvio dei cantieri e nel 2032 l’entrata in funzione del prolungamento.

Sbinamento M5

La linea potrebbe prevedere un ulteriore prolungamento a nord, verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello, con la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bresso con l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Il tracciato dovrebbe estendersi per 5,5 km. Dopo la realizzazione di un studio preliminare il progetto è stato messo in stand-by.

Prolungamento M5 Settimo Milanese

In fase di partenza c’è anche uno studio fattibilità per il prolungamento della lilla a ovest da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Una delibera regionale ha inoltre approvato uno studio di fattibilità su estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta per quasi 20 km di nuovo tracciato, da realizzare comunque come metrotranvia veloce o Brt. L’ipotesi più probabile pare però essere una terza, un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Anche si questa si attende uno studio di fattibilità e l’investimento stimato per la costruzione del tracciato è di 350 milioni di euro. 

Leggi anche: La M5 si allunga oltre San Siro? Il progetto per estendere la linea di 11 chilometri

# Circle Line: una metro semi-circolare sul percorso della S9 e futura S16 con 12 fermate, interscambi con 5 linee metropolitane e passaggio dei treni ogni 10 minuti

Circle line Milano
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano

Tra le linee più interessanti del futuro sistema di trasporto milanese c’è la circle line, una metro semi-circolare di 12 fermate sul percorso della linea S9 e della futura S16, nel tratto compreso tra Rho Fiera e San Cristoforo FS. La linea dovrebbe vedere altre 3 nuove stazioni, oltre a quella Tibaldi-Bocconi inaugurata a dicembre 2022: Istria con interscambio con la M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata a nord-ovest. Insieme alle 7 stazioni esistenti di San Cristoforo, Romolo, Porta Romana in fase di riqualificazione, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera ci saranno un totale di 12 stazioni a servizio della città e dei pendolari in ingresso. Tenendo conto del transito delle due linee suburbane si dovrebbe arrivare a una frequenza media di un treno ogni 10 minuti.

Leggi anche: La CIRCLE LINE di MILANO: ora e nel futuro

# M6: una nuova linea da sud-est a sud-ovest con ipotesi di estensione a nord in direzione di Rho Fiera o Mind. In alternativa capolinea a Opera con interscambio stazione AV della Milano-Genova. I cantieri non partirebbero prima del 2030

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

Nel Pums è prevista un’altra linea metropolitana per Milano, la linea M6 o linea rosa, al momento l’ultima linea metropolitana radiale in fase di analisi. La linea nelle ipotesi iniziali avrebbe dovuto fungere da collegamento tra la periferia nord-ovest e quella sud-est di Milano, passando per il centro della città. Nel piano del 2010 la linea prevedeva 37 fermate (tra le quali Quarto Oggiaro, viale Certosa, Pagano, Porta Genova, piazza XXIV Maggio, Porta Romana, via Lombroso, Ponte Lambro).

Credits milano.corriere – M6 Milano

L’ ipotesi allo studio da parte del Comune di Milano prevede un tracciato che colleghi Ponte Lambro ad est e la Barona ad ovest. Nella finanziaria 2022 sono stati stanziati 4,5 milioni di euro per lo studio di fattibilità tecnica di M6 che interesserà la parte sud del milanese in connessione con le linee della metropolitana 2 e 3.

Credits Urbanfile – M6 lato ovest ipotesi da Urbanfile

L’amministrazione comunale di Milano ha inoltre presentato una proposta al governo per ottenere i finanziamenti utili a chiudere “idealmente” il semicerchio Ovest della Circle Line, dato che quest’ultima correrà sulla cintura ferroviaria e sarà un’infrastruttura a parte rispetto alla metropolitana, facendo arrivare la M6 fino a Cascina Merlata/MIND connettendo tutte le altre linee.

Mappa M6

Lo stesso governo vorrebbe invece che la linea proseguisse a sud lungo l’asse del Ripamonti per arrivare a Opera dove sta lavorando per il progetto di una stazione dell’alta velocità sulla Milano-Genova, che possa quindi interscambiare con il possibile capolinea alternativo della M6. I cantieri, in caso di approvazione del progetto definitivo e di ottenimento dei fondi necessari, non partirebbero prima del 2030.

Leggi il progetto qui: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

Continua la lettura con: Il passante strategico, la “sesta linea della metropolitana”: le tratte dove è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

FABIO MARCOMIN

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21 fatti sull’Isola che non conoscevi

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Credits Andrea Cherchi - Isola

L’ex quartiere della mala, ora è considerato uno dei 10 quartieri più cool del mondo. Questi sono i fatti che non tutti i milanesi conoscono. 

21 fatti sull’Isola che non conoscevi

Credits Andrea Cherchi – Isola

#1 Uno dei quartieri più cool del mondo. La rivista Time Out ha inserito Isola nella top ten dei quartieri più “cool” in cui vivere. In particolare, la classifica pone Isola all’ottavo posto, dietro sette zone altrettanto particolari di Dublino, Honk Kong, Shanghai e altre.

#2 Il quartiere più radical chic. Se chiedete a un milanese come definirebbe l’Isola oggi, la risposta probabilmente sarebbe “radical chic”. Zona di periferia urbana ma vicinissima al centro, orgogliosa della sua origine popolare e nuova meta della movida milanese, attaccata alla sua solida tradizione artigiana che è sempre più relegata nell’angolo dall’apertura di nuovi locali e dagli arrivi dei nuovi creativi, nostalgica delle “occupazioni” e degli “abusivi” eppure sempre più affollata di negozi alla moda e appartamenti di lusso.

#3 L’Isola era davvero un'”isola”. Isola era uno dei Corpi Santi di Milano, una terra di cascine agricole che venne annessa al Comune solo nel 1873. Era una zona considerata un’ “isola” dai milanesi, sia per motivi simbolici che per ragioni più concrete. Era un dedalo di vie e di palazzi, dove chi non li conosceva difficilmente vi si avventurava. Inoltre esisteva un limite fisico che lo isolava dalla città: la ferrovia di Garibaldi. A collegarla con Milano c’era solo un ponticello fino agli anni Sessanta, quando entrò in funzione il cavalcavia Eugenio Bussa.  

#4 La terra della Ligéra. Un tempo l’Isola aveva fama di essere un quartiere malfamato, rifugio della rinomata e temuta mala milanese, una microcriminalità che viveva per lo più di piccoli furti e ricettazione, cui la musica popolare milanese spesso e volentieri strizzava l’occhio. Fu chiamata la Ligéra.

#5 Il Robin Hood di Isola. Uno degli esponenti più celebri della Ligèra fu Ezio Barbieri. Nato a Isola il 1 novembre 1922, entrò nell’immaginario collettivo come il Robin Hood di Isola. A bordo di un’Aprilia nera targata “777”, che allora era il numero della Questura, lui e i suoi soci rapinavano banche, derubavano automobilisti, “ripulivano” imprenditori milanesi, colpevoli di arricchirsi con la borsa nera. La leggenda narra che Barbieri, con la refurtiva, si recava in via Pietro Borsieri per distribuire ai più poveri parte del denaro e dei beni rubati. Nell’aprile del 1946 riuscì a organizzare la più grande rivolta nella storia delle carceri italiane.

Credits Andrea Cherchi – Bosco Verticale e BAM

#6 BAM e Gae Aulenti. Tra i simboli della “nuova Milano” ci sono la Biblioteca degli Alberi, il parco botanico con vari percorsi affollato nelle giornate di sole, e piazza Gae Aulenti, la sontuosa piazza attorniata da grattacieli dove si può letteralmente camminare sull’acqua o far risuonare la voce attraverso le trombe più famose di Milano

#7 La Casa della Memoria. Istituzione in memoria delle vittime del 1900 dove, al suo interno, si trovano mostre e conferenze dedicate ai valori di libertà e democrazia. La sua struttura esterna, realizzata tra il 2013 e il 2015, si presenta come un parallelepipedo dai materiali poveri che richiamano il legame con la tradizione artigiana e industriale del quartiere.

#8 Il mercato plastic-free. Uno dei luoghi più frequentati nel quartiere è stato riqualificato e riaperto nel 2022. Il mercato Isola è il primo in Italia dichiaratamente plastic-free. La somministrazione dei cibi o delle bevande al suo interno o per asporto, non fa uso di plastica mono uso. All’interno del mercato Isola si trovano due botteghe di carne, una di pesce, sushi fusion, frutta, verdura, pasta, birra, pizza, dolciumi, salumi e un bar per la pausa caffè.

#9 La fontana miracolosa. Il Santuario Santa Maria alla Fontana con i bei cortili porticati, le vasche interrate e decorati da affreschi seicenteschi, ospita la “fontana degli undici zampilli”, un tempo ritenuta fonte miracolosa. Era la piccola Lourdes di Milano. Secondo la leggenda la chiesa fu edificata proprio in seguito a una guarigione miracolosa. 

#10 La pizza al trancio “miracolosa”. Nel quartiere di Isola si può mangiare quella che a Milano viene definita la “pizza al trancio più buona” di Milano. Precisamente in Via Genova Thaon di Revel, 28, c’è Pizzeria alla Fontana, locale storico aperto nel 1973. La pizzeria è conosciuta per l’abbondanza dei suoi tranci. La pizza, alta, come vuole la tradizione, e lievitata in modo corretto, è farcita al momento. Ma il motivo della sua bontà risalirebbe indietro nei secoli. Con un ingrediente addirittura “miracoloso”: l’acqua della fontana degli 11 zampilli. 

#11 Il Secret Bar. Il White Rabbit è uno Speakeasy e, come tale, vi si può accedere solo grazie alla parola d’ordine, che cambia ogni mese. Al suo interno si trova un bellissimo locale in legno, con musica dal vivo, barman eccelsi e una taverna in stile proibizionismo americano. 

#12 Il monumento ai caduti. Opera di Carlo Ramous del 1972, che riporta alcuni dei nomi dei caduti nella lotta contro il fascismo. Il monumento si trova in piazzale Segrino dove è stato riallocato in seguito a una richiesta degli abitanti del quartiere, ai commercianti di via Borsieri e alle associazioni Don Eugenio Bussa, in vista dei lavori di riqualificazione della zona e, in particolare, al rinnovamento della zona Garibaldi.

#13 Fonderia Napoleonica Eugenia. In via di Thaon di Revel si trova un luogo dall’atmosfera unica. Nel 1806 venne fondata la Fonderia Napoleonica Eugenia, prestigiosa fonderia di bronzo, così chiamata dai fratelli Manfredini in onore di Eugenio di Beauharnais viceré del Regno d’Italia. Oggi gli antichi edifici ospitano un museo, dedicato alla storia dell’arte fusoria, e locali destinati a eventi, mostre e concerti. 

milanosguardinediti.it – Fonderia Napoleonica

#14 Il regno dei bikers. Via Thaon de Revel è anche considerata il regno dei Bikers, dove il tempo sembra essersi fermato agli anni Cinquanta: officine, negozi di abbigliamento, locali, backery, librerie e barber shop.

#15 La Mojazza. Era l’antesignano del Monumentale. Il Cimitero della Mojazza era un antico cimitero storico dell’Isola: derivava il suo nome dalle caratteristiche del terreno su cui sorgeva, fortemente imbevuto d’acqua e quindi estremamente fangoso. Il verbo mojà, in dialetto milanese, significa infatti inzuppareammollare o intingere in un liquido, da cui il sostantivo mojàscia che sta per poltigliamelmafanghiglia. Nel cimitero avevano trovato sepoltura personaggi illustri quali Cesare Beccaria o Giuseppe Parini. Il cimitero venne soppresso il 22 ottobre 1895 con l’apertura del nuovo Monumentale dove furono trasferiti i resti dei personaggi più famosi sepolti alla Mojazza.

#16 L’Isola delle Brioche Colorate. Nel quartiere suscita attenzione un barettino dalle “deliziose creazioni” di pasticceria tradizionale partenopea sfornate al laboratorio artigianale interno. Si tratta di “Aroma Napoletano”, famoso per “il cornetto ischitano che ha conquistato Milano”. E, soprattutto, per le brioche colorate.

#17 Il Jazz Festival. L’ AH-UM MILANO JAZZ FESTIVAL si tiene in genere a fine maggio. Per sei giorni l’Isola si trasforma in un grande laboratorio musicale, con un programma ricco di serate speciali e concerti gratuiti del circuito “Isola Jazz Club”, organizzati in gallerie d’arte, cortili, locali, ristoranti e negozi, dall’ora dell’aperitivo a notte fonda, che fanno risuonare musica live in ogni angolo del quartiere. 

#18 Il Clown Festival. Un altro festival che si tiene nel quartiere è il Milano Clown Festival: ogni anno, durante il Carnevale Ambrosiano, ospita i migliori artisti in arrivo da tutta Europa. E’ una kermesse che offre al più ampio pubblico possibile il meglio del nuovo teatro di strada e nuovo circo europeo, concentrata nel quartiere con spettacoli a rotazione all’aperto e al chiuso, dal mattino alla sera, nelle strade e nelle piazze, nei teatri e nei pub.

credits: www.fridaisola.it – Bar Frida Isola

#19 Il Frida Market. Frida Isola è un locale che fa da ristorante, ma anche da negozio molto attento all’ecosostenibilità. E’ composto da tre sale con due grandi vetrine che danno sul verde cortile interno: tra le fronde degli alberi, si possono trovare articoli vintage, bijioux dal design creativo e tantissimi prodotti originali, creati dalla contaminazione di diversi stili. Periodicamente, la domenica, il Frida Isola ospita il Frida Market, un mercatino all’interno del suo shop completamente dedicato all’homemade.

#20 Il distretto della Street Art internazionale. La domenica è il giorno più ambito dagli appassionati di Street Art quando, complici le serrande abbassate e le strade deserte, non solo i muri ma anche clair, tombini, energy box semaforici esplodono in un turbinio di colori. Da via Gaetano de Castillia a Piazzale Minniti (opera di Microbo), da via Cola Montano (Zedz) a viale Sturzo, senza dimenticare le incursioni di Pao e i murales all’interno di locali come il Frida, il quartiere è una galleria a cielo aperto della più rappresentativa Street Art cittadina di questi anni.

#21 Sarà la nuova Isola? L’area che oggi è conosciuta come Nolo, compresa tra Greco, Casoretto e Turro, fino a circa dieci anni fa era un quartiere popolare solitamente noto alle cronache per fenomeni come spaccio, prostituzione, scippi, case occupate oltre a degrado e sciatteria di strade e muri. Negli ultimi anni grazie a una trasformazione spontanea, la zona è diventata una delle preferite da studenti, giovani professionisti e creativi attratti dai prezzi bassi delle case e degli affitti, ma anche da un arinascente atmosfera. Secondo molti sarà la “nuova Isola” di Milano. 

Continua la lettura con: 21 fatti su Lambrate che non conoscevi

e con: 21 fatti sulla Bovisa che non conoscevi

ANDREA ZOPPOLATO

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Il giardino incantato della Lombardia

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ilnico_89 IG - Giardino Heller

Una storia lunga oltre 120 anni, un luogo che ha visto il passaggio di alcuni dei più famosi artisti internazionali, un connubio armonico tra arte e natura.

Il giardino incantato della Lombardia

# Una storia lunga oltre 120 anni

ilnico_89 IG – Giardino Heller

La nascita di questo luogo meraviglioso risale ai primi del ‘900. Fu il dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII, l’austriaco Arturo Hruska, a innamorarsi perdutamente delle bellezza del Lago di Garda a tal punto da decidere nel 1903 di trasferirvi il proprio studio e acquistare un terreno. Da quel momento iniziò a realizzare uno dei giardini privati più magici e più ricchi di biodiversità d’Italia. Verso la fine del secolo, nel 1988, André Heller lo scoprì durante un soggiorno Gardone Riviera in provincia di Brescia dato il suo stato trascurato decise di raccoglierne l’eredità.

# Un luogo che ha visto passare alcuni dei più famosi artisti internazionali, da Lou Reed a David Bowie

laandre7 IG – Giardino Heller

Heller, artista universale di fama mondiale, acquisto quindi questo giardino incantato e per 30 anni ha invitato molti amici artisti in questo luogo meraviglioso per ritrovare energia e relax. Tra questi Lou Reed, Laurie Anderson, Hans Magnus Enzensberger, HC Artmann, Gert Jonke, David Bowie, Brian Eno e Peter Gabriel

# Una superficie di 10.000 mq e 3.000 specie botaniche da tutto il mondo

elenaltini IG – Giardino Heller

Oggi i nuovi proprietari Jovanka e Hans Porsche, in collaborazione con l’artista, proteggono con generosità e amore il Giardino Botanico – Fondazione André Heller che sviluppa su una superficie di 10.000 mq e contiene al suo interno 3.000 specie botaniche da tutto il mondo. Una raccolta eccezionale che tocca tutti i continenti, dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa. A renderla ancora più incredibile è il fatto che sia perfettamente inserita nel suo ambiente naturale, ricreato con dedizione nei minimi dettagli.

# Un connubio armonico tra arte e natura

melaniatruglio IG – Giardino Botanico Heller

La biodiversità viene arricchita e completata da sculture contemporanee rende il giardino botanico un’opera d’arte totale. Si cammina infatti tra ruscelli, cascate, stagni con carpe Koi, colline in pietra dolomitica, cactus e torri ricoperte di edera, combinate magistralmente con strutture artificiali, effetti scenografici sorprendenti e sculture di artisti quali: Keith Haring, Roy Lichtenstein, Auguste Rodin, Fernand Leger, Pierre-Auguste Renoir e molti altri. Un connubio armonico tra arte e natura.

# Come arrivarci, quando è aperto e quanto costa

Milano-Giardino Botanico

Da Milano dista circa due ore di auto. Si prende l’autostrada A4 fino a Brescia e poi dirigersi sulla Strada Statale Gardenese e prendere l’uscita di Gardone Riviera. Il giardino botanico si trova in Via Roma 2, dove è presente un parcheggio. Gli orari di apertura sono dalle 9 alle 19 da marzo a ottobre, tutti i giorni, e il prezzo dei biglietti è di 12 euro per adulti e 5 euro per bambini dai 6 agli 11 anni, pagamento solo in contanti.

Continua la lettura con: Il GIARDINO SEGRETO di PORTA MAGENTA: il “magnifico” dono di Ludovico il Moro a Lorenzo de’ Medici

FABIO MARCOMIN

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Le 10 aree urbane più grandi d’Europa: Milano è al quarto posto!

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Credits: aviontourism.com

181,8 kmq: questa è la superficie del territorio comunale di Milano, piccolo se paragonato alle grandi città del mondo. Una vera e propria metropoli tascabile. Le cose però cambiano di molto se si usa il parametro della continuità urbana invece di considerare i confini politici. L’Istituto Demographia ha redatto la classifica delle città più grandi per estensione, calcolandole in base al “continuum urbanizzato” della loro area metropolitana, quindi non quella definita dei confini amministrativi. Con questo nuovo metodo Milano viene proiettata tra le più grandi aree urbane d’Europa. 

Le 10 aree urbane più grandi d’Europa: Milano è al quarto posto!

#10 Roma, sei volte più grande di Milano per estensione amministrativa, ma più piccola di 700 kmq per area urbana

Roma
Roma

Roma si classifica decima nella classifica delle città più grandi d’Europa. L’area urbana di Roma risulta minore di quella amministrativa, con una superficie di 1.145 km quadrati, risultando con questo calcolo più piccola di Milano anche se i suoi confini amministrativi sono sei volte più estesi: 1.287,36 kmq contro i 181,8 kmq. Il suo centro storico, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede dentro la città e alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura, è tra i 55 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List.

#9 Madrid, la città stato spagnola: 3 volte più grande per confini amministrativi ma più piccola di Milano per area urbana

In nona posizione troviamo Madrid con un’area urbana di 1.365 chilometri quadrati, circa il doppio di quella amministrativa che con 604,3 km² è poco più di tre volte quella di Milano. Una delle città stato d’Europa, centro politico della Spagna e sede del governo e residenza del monarca spagnolo.

#8 Berlino, la più grande città del “Nord Europa” 

La città stato (StadtStaat) di Berlino si prende l’ottavo posto nella classifica delle aree urbani più grandi d’Europa con i suoi 1.368 kmq. L’estensione della superficie amministrativa sfiora i 900 kmq, subito dopo Roma, quasi cinque volte più di Milano. Il suo sviluppo è stato costante nel tempo attraverso l’inurbazione di paesi precedentemente autonomi, fino alla costruzione del muro nel 1961 che ha tagliato la città in due: Berlino Est e Berlino Ovest. Oggi il muro che divideva la città è stato in parte demolito ma resta uno dei simboli della Germania del dopoguerra.

#7 San Pietroburgo, la città federale antica capitale della Russia

Credits: musement.com – Hermitage Museum San Pietroburgo, Tour Virtuale

Spostiamoci in Russia. Un’altra città stato al settimo posto: San Pietroburgo. La sua area urbana è di 1.372 kmq e ha in comune con Roma il fatto di averla inferiore rispetto a territorio amministrativo, in questo caso di 100 kmq. Prima di avere di nuovo il nome odierno, nel corso della sua storia lo ha cambiato tre volte diventando Pietrogrado nel 1914, Leningrado durante il regime comunista e infine San Pietroburgo con la caduta del Muro di Berlino. Tra i simboli più importanti della città c’è l’Hermitage Museum, tra i musei più visitati al mondo grazie alle sue incredibili collezioni d’arte.

Leggi anche: San Pietroburgo-Milano: il GEMELLAGGIO INTERROTTO. Sala ci ripensi

#6 Istanbul, divisa tra Europa e Asia, ha 500 kmq in meno di Milano ma i confini amministrativi più estesi d’Europa

Credits: siviaggia.it

Divisa dallo stretto del Bosforo in due parti, tra Europa e Asia, Istanbul è la città più grande della Turchia e al sesto posto nella classifica delle maggiori aree urbane d’Europa con 1.375 kmq. I confini amministrativi sono quattro volte più estesi, 5.343 kmq, nessun’altra città come lei in Europa. Una delle principali attrazioni della città è il quartiere di Sultanahmet con i minareti e le cupole di magnifiche moschee secolari che dominano il panorama cittadino, il lussuoso palazzo del sultano e l’impressionante cisterna sotterranee. 

#5 Londra, la capitale della finanza europea, con 100kmq meno di Milano

Quinta posizione per Londra: città stato (città contea) e capitale della Gran Bretagna, conta 8.825.000 abitanti. La sua area urbana si estende per 1.739 kmq, poco di meno i confini amministrativi con 1.572 kmq. Il suo PIL è uno dei più importanti del mondo e la capitale vanta una delle economie più fiorenti in assoluto in Europa e non solo. Tra tra le tante attrazioni capaci di attrarre turisti da tutto il mondo, solo per citarne alcuni, Il Big Ben, il British Museum e il Tower Bridge.

#4 Milano, “Milan l’è on gran Milan”, prima in Italia con quasi 1.900 kmq (nonostante i soli 182 Kmq di area amministrativa)

Foto di: Andrea Cherchi

A un soffio dal podio Milano. Si potrebbe rimanere sorpresi nel vederla tra le aree urbani più grandi, ma secondo Istituto Demographia la sua superficie si estende per 1.881 kmq. Una misura di quasi dieci volte più grande dei suoi confini amministrativi, fatto che pone molte domande sulla definizione dei confini attuali, scelta che risulta slegata da motivazioni urbane e geografiche. La più europea delle città italiane e capoluogo lombardo, accanto al suo monumento simbolo, il Duomo, con la luminosa facciata in marmo e l’architettura tardo-gotica, al Castello Sforzesco e al Teatro alla Scala, tra le attrazioni più recenti ci sono i quartieri dei grattacieli di Citylife e Porta Nuova.

#3 Parigi: il doppio di Roma e 700 kmq più di Milano

Al terzo posto, ma per distacco su Milano, troviamo Parigi. La capitale francese ha una situazione simile alla nostra città: molto piccola come confini amministrativi, con appena 105,4 kmq e quasi la metà di Milano, e molto più grande come area urbana, 2.509 chilometri kmq.  Conosciuta da tutti come Ville Lumiere ha come principali attrazioni il museo del Louvre, Montmartre, il quartiere latino, il Centre Pompidou ma soprattutto la Tour Eiffel e gli Champs Elysées, ed è una delle mete principali delle coppie che, innamorate, vogliono viversi a pieno una delle città più romantiche del mondo.

#2 Düsseldorf, la sorpresa tedesca: 800kmq più grande di Milano e seconda in Europa

Credits: aviontourism.com

Una vera sorpresa. Se pensiamo alle grandi città tedesche ci vengono in mente Berlino, Monaco, Amburgo, Francoforte. Il secondo posto della graduatoria se lo prende una città lungo le sponde del Reno: Düsseldorf. La sua area urbana ha estensione di 2.684 kmq, talmente grande da contenere due porti interni oltre ad essere la sede di alcune università, tra cui la famosa accademia d’arte e l’Università Heinrich-Heine. La superficie compresa all’interno dei suoi confini amministrativi è invece di poco più estesa di quella del comune di Milano: 217 kmq. Tra le attrazioni principali della città troviamo il Castello Jägerhof, antica residenza principesca.

#1 Mosca, l’unica europea tra le 10 più grandi del mondo, è 3 volte più estesa dell’area urbana di Milano

La città più grande d’Europa con 5.891 kmq di estensione è Mosca, al settimo posto della classifica mondiale, tre volte quella milanese. I suoi confini amministrativi sono circa la metà, davanti a lei ha comunque solo Instanbul. La capitale della Russia e città stata (o città federale), coloratissima e rigorosa, è caratterizzata dalla presenza di numerosi luoghi d’interesse, soprattutto a livello storico e culturale. La città è servita da un’ampia rete di trasporti, che include 4 aeroporti internazionali, 9 stazioni ferroviarie e la metropolitana, con tre circle line, che è una delle più grandi e profonde del mondo, la più frequentata in Europa e tra le più frequentate al mondo. Sono molti i luoghi di interesse, tra questi vanno citati il Cremlino, la Piazza Rossa e la Cattedrale di San Basilio, il Teatro Bolshoi e il convento di Novodevichy.

Fonte: CorriereDemographia World Urban Areas

# La top 5 per confini amministrativi

Abbiamo visto quindi la classifica per aree urbana. Considerando i confini amministrativi dei comuni le posizioni sono completamente differenti. Troviamo infatti al primo posto Istanbul con 5.343 Kmq, poi Mosca con 2.511 e Londra con 1.572 a chiudere il podio. Quarta San Pietroburgo con 1.439, quinta Roma con 1.287, che è anche il comune più esteso dell’Unione Europea. E Milano? Con 182 kmq è molto distante. Però si può consolare: è comunque più grande di Parigi. 

Continua la lettura con: METRO 24h: le città che hanno il servizio NON-STOP e come si potrebbe fare a MILANO

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La stazione della metropolitana in Italia che sarà ispirata al pozzo di San Patrizio

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webuild - Stazione Capodichino

Si svela la futura stazione gioiello: ispirata all’antica struttura realizzata nel XVI secolo. Come è fatta e i due record che batterà quando entrerà in funzione. 

La stazione della metropolitana in Italia che sarà ispirata al pozzo di San Patrizio

# La nuova stazione gioiello di Capodichino 

webuild – Rendering progetto stazione Capodichino

Dopo le stazioni dell’arte, come Toledo e Università, sulla linea L1 della metropolitana di Napoli è in fase di costruzione un’altra stazione gioiello, quella a servizio dell’Aeroporto di Capodichino. Si inserisce nella tratta tra Piazza Garibaldi/centro Direzionale e Capodichino di 3,2 km. Il progetto, realizzata da un consorzio guidato da Webuild su disegno dello studio RSHP di Londra, prevede anche la riqualificazione di tutta l’area urbana circostante. 

# Si ispira al pozzo di San Patrizio e ha una profondità di 50 metri

webuild – Stazione Capodichino

La stazione è ispirata al Pozzo di San Patrizio, profondo 54 metri e costruito a Orvieto nel XVI secolo: si caratterizza per una pianta circolare del diametro interno di circa 33 metri e una profondità di circa 50 metri. Si presenta con un unico spazio aperto con 8 ascensori centrali e quattro scale elicoidali che risalgono su lungo le pareti fino a un atrio a vista in corrispondenza del piano stradale. La stazione si estenderà su una superficie esterna di oltre 3.000 mq. 

A copertura della stazione una struttura metallica di 65×53 metri di 450 tonnellate, ispirata ad un hangar, alta 8 metri dal piano stradale e composta da profili tubolari di acciaio di colore blu e arancione che formano elementi tridimensionali. Gli infissi in vetro consentiranno di illuminare la stazione sfruttando al massimo la luce naturale creando giochi ed effetti di luce al variare delle ore del giorno.  

# Una stazione e una linea da record

Credits coesionenapoli.it – Linea L1 metropolitana

Quando sarà operativa la stazione stabilirà due record: collegherà gli utenti dall’aeroporto al centro città in appena 9 minuti, contro i 12 della metro milanese, e consentirà a Napoli di essere una delle prime città al mondo ad avere un collegamento diretto metropolitano tra i tre grandi poli della mobilità cittadina: porto, aeroporto e rete ferroviaria, inclusa l’alta velocità.

Leggi anche: La linea L1 della METRO di NAPOLI: sarà la prima CIRCLE LINE italiana

Continua la lettura con: I RENDERING della FUTURA STAZIONE di BERGAMO: sarà più bella della Centrale?

FABIO MARCOMIN

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I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

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Il Paese dei Faraoni si prepara a una rivoluzione a livello di trasporti ferroviari, con l’arrivo dell’alta velocità. Le linee previste e gli obbiettivi del maxi piano approvato e finanziato.

I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

# Un maxi piano dei trasporti ferroviari

Il governo egiziano ha messo in campo un piano d’azione per rivoluzionare il trasporto della Nazione con una rete ferroviaria ad Alta Velocità/Alta Capacità. L’obiettivo della rete è quello di supportare il turismo fornendo diversi programmi di viaggio e di integrarsi con gli aeroporti, i porti marittimi e le autostrade esistenti per mettere a disposizione opzioni di trasporto multimodali. I treni andranno a collegare anche i centri logistici e le moderne aree di sviluppo agricolo.

# Quattro linee per un totale di 2.250 km

Attualmente in Egitto esistono 5.085 km di linee ferroviarie tutte a scartamento standard. Dal 2018 è iniziata la pianificazione di una rete di linee ferroviarie ad Alta Velocità. Sono previste 4 linee per un totale di 2.250 km andando a connettere oltre 80 città e i Paesi vicini quali Sudan e Libia, garantendo un trasporto pubblico a circa il 90% della popolazione.

# Le prime due a partire

La prima linea è stata progettata per collegare Ain Sokhna, Alessandria, Alamein e Matrouh, nei pressi del confine egiziano-libico, con una lunghezza di 660 chilometri. Metterà in collegamento anche il Mar Rosso e il Mediterraneo nell’ottica di un’iniziativa strategica più ampia volta a collegare i Paesi arabi del Nord Africa.

La seconda collegherà Assuan e Abu Simbel, migliorando le relazioni tra Egitto e Sudan e dimezzando il tempo di viaggio da Il Cairo ad Assuan da 11 a 5 ore. La lunghezza prevista è di 1.100 chilometri e metterà in connessione le aree di produzione delle materie prime e le cave con i porti di esportazione. 

# I treni prodotti da Siemens

Il governo egiziano ha sottoscritto un accordo del valore di 8,1 miliardi di euro con il ramo mobilità della multinazionale Siemens, per la costruzione della rete ferroviaria ad Alta Velocità con un progetto in collaborazione con due società partner, Orascom Construction e Arab Contractors. Prevista la consegna di 41 treni ad alta velocità, che potranno viaggiare fino ai 250 km/h, 94 treni regionali, 41 treni merci e otto depositi e stazioni per le merci.

 

Continua la lettura con: La NUOVA FERROVIA MILANO-MALPENSA: il work in progress dei cantieri

FABIO MARCOMIN

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Milano sud, la nuova frontiera di Milano: le novità sui cantieri di Symbiosis e Scalo Romana

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Credits Urbanfile - Sede Snam

Il centro della scena se lo è preso ora, e sarà così per i prossimi 6-7 anni, la zona di Milano Sud, oltre la circonvallazione. Scopriamo i progetti in corso e il punto sulla trasformazione dell’area.

Milano sud, la nuova frontiera di Milano: le novità sui cantieri di Symbiosis e Scalo Romana

# Arrivati al tetto gli edifici del Villaggio Olimpico nell’ex Scalo Romana 

Credits scaloportaromana.com – Layout Villaggio Olimpico

Milano Sud è in pieno fermento: almeno per i prossimi 6-7 sarà al centro della scena di Milano. 

Nuovi rendering Villaggio Olimpico

Il cantiere più rilevante è quello dell’ex Scalo Romana, la cui riqualificazione è affidata al Fondo Porta Romana, promosso e gestito da COIMA SGR e partecipato da Prada Holding, Covivio e il fondo COIMA ESG City Impact Fund (CECIF). Le strutture del Villaggio Olimpico, sei stecche che ospiteranno 1.400 atleti durante le Olimpiadi Invernali 2026, sono già arrivati al tetto. 

Fabio Marcomin – Villaggio Olimpico

La consegna è prevista a marzo 2025, in anticipo di tre mesi rispetto ai termini previsti. Al termine dell’evento sarà riconvertito nel più grande studentato d’Italia in Edilizia Residenziale Sociale, con circa 1.700 posti, e i 10.000 mq di servizi connessi alla manifestazione saranno trasformati in servizi privati di interesse pubblico e generale.

Leggi anche: I NUOVI RENDER del futuro VILLAGGIO OLIMPICO allo Scalo Romana 

# Un nuovo studentato e il grattacielo A2A 

duepiedisbagliati-Urbanfile – Ex provveditorato

Dopo l’inaugurazione dello studentato Aparto Ripamonti, sul lato opposto di Via Ripamonti al civico 42 è in fase preliminare di riqualificazione un altro edificio pronto a essere trasformato nella stessa destinazione d’uso: l’ex Provveditorato agli studi. In corso ora la manutenzione straordinaria e le attività propedeutiche alla sua successiva demolizione.

Rendering Acpv – Torre Faro

Lungo Viale Isonzo è finalmente partito il cantiere la sorgerà la torre A2A di 144 metri e 28 piani, soprannominata la Torre Faro, che dal 2026 ospiterà 1.500 dipendenti sparsi in diversi uffici in città. Si caratterizza per una forma tubolare e due ambienti panoramici: lo sky garden, alto circa tre piani, e un belvedere che accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri.

Leggi anche: Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano

# La sede Snam avanza spedita, fermo al palo il progetto Vitae

Sede Snam

Spostiamoci nel Symbiosis Business District, il cui sviluppo è curato da Covivio. Dopo il debutto dell’ultimo edificio con gli uffici di Bollinger e Louis Vuitton, con il nuovo mega terrazzo “zen”, è a buon punto la costruzione della futura sede Snam che ospiterà a Milano la maggior parte dei dipendenti oggi a San Donato Milanese.

Credits Urbanfile – Snam

Si sviluppa su 19.000 mq tra via Condino e via Vezza d’Oglio e si compone da tre volumi sovrapposti articolati per totale di 14 piani. La prima parte è già stata rivestita dell’involucro esterno. Il progetto è a firma dello studio di architettura Piuarch. Ci sarà un parco, di oltre 8.500 mq, progettato dal paesaggista Antonio Perazzi, con un vero e proprio “Teatro Verde” che verrà utilizzato per attività all’aperto ed eventi. 

Vitae – Reinventing cities

Il progetto Vitae, progetto vincitore del concorso internazionale di Reinventing Cities, è ancora fermo al palo. Questo in sintesi il progetto: “la “Spirale verde” è un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio simboleggia la doppia elica del DNA, l’abbraccio tra ricerca e biofilia.” Dopo i primi interventi di bonifica e palificazione avvenuti tra il 2020 e il 2021 non si è mosso più nulla.

Leggi anche: SYMBIOSIS: la prossima frontiera di Milano con la TORRE circondata da un «TEATRO VERDE»

# L’Hq di Moncler con “serra bioclimatica”

Rendering nuova sede Moncler

In fase avanzata anche il cantiere per il nuovo quartiere generale della casa di moda Moncler tra viale Ortles, via Gargano e via Broni. Il progetto è dello studio Antonio Citterio Patricia Viel e prevede la preservazione della ciminiera della preesistente fabbrica, già sanata e poi rifunzionalizzata per mitigare le condizioni termiche dell’immobile attraverso l’immissione di aria esterna in una “serra bioclimatica” che circonda il perimetro dell’intero edificio.

Credits Urbanfile – Sede Moncler

Il complesso è sviluppato su una superficie totale di 37.000 mq. Al centro è previsto un giardino circolare che sarà irrigato con la cisterna attigua all’immobile convertita in un serbatoio di acqua piovana. La consegna lavori è programmata per il 2024.

Continua la lettura con: ARIA nuova per l’EX MACELLO: il quartiere “low cost” e il distretto museale scientifico

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Il flop degli affitti brevi: a Milano due appartamenti su tre sono vuoti

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Ph. pierre9x6 - pixabay

Cresce in modo costante l’offerta degli immobili destinati agli affitti brevi. Il numero è di fatto uguale a quello della capitale, ma appena uno su tre è occupato per oltre 60 giorni in un anno. Due appartamenti su tre, pertanto, restano sfitti per quasi tutto l’anno. La fotografia del mercato e i motivi di questa situazione.

Il flop degli affitti brevi: a Milano due appartamenti su tre sono vuoti

# Due appartamenti su tre restano sfitti

corriereecomomia – Tassi occupazione airbnb

Concluso il Salone del Mobile con le cifre record raggiunte dagli appartamenti dati in affitto, arriva una doccia fredda sul settore. I dati elaborati dal Centro Studi Rescasa-Confcommercio: sono circa 20.510 gli immobili messi a reddito per locazione di breve periodo a Milano, un numero simile a quello di Roma, malgrado il Comune di Milano abbia molti meno abitanti. Solo poco più del 32% di questi è stato occupato per oltre 60 giorni negli ultimi 12 mesi. Tra le più grandi città per popolazione in Italia la performance di Milano è la peggiore.

# Perché rimangono vuoti

offtopiclab – Annunci Airbnb da 2010 a 2023

Il presidente di CleanBnB Spa, Francesco Zorgno, il più grande gestore italiano di immobili in affitto breve, spiega i principali motivi di questo basso livello di occupazione. A determinare le scelte del mercato sono in prima battuta i clienti che prediligono soluzioni gestite in modo professionale, quindi con determinati standard e senza i limiti del caso. L‘host non professionale fatica infatti a mantenere la disponibilità dell’appartamento per lunghi periodi, non è capace di rispondere a una delle tendenze in ascesa che è quella della tariffa dinamica, proponendone di più vantaggiose in caso di last minute, non è flessibile con le modalità di rimborso, non consentendo ad esempio al cliente di disdire a ridosso della prenotazione senza penali.

Fonte: Corriere Economia

Continua la lettura con: Il DARK SIDE dell’IMMOBILIARE: la LOMBARDIA è la regione con PIÙ CASE all’ASTA

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Tram e autobus senza orari fissi: il progetto test che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico

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Credits Life Of Pix-pexels -Trasporto pubblico Berlino

Niente più tabellini con gli orari di bus e tram? Queste le finalità di un test potenzialmente rivoluzionario che sta per partire a Berlino. 

Tram e autobus senza orari fissi: il progetto test che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico

# Autobus e tram senza orari: i due obiettivi

Credits: berlinomagazine.com – Trasporto pubblico a Berlino

Dal 1° luglio 2024, la BVG, l’azienda di trasporti pubblici di Berlino, darà il via a un progetto pilota che riguarderà alcune linee del sistema di tram e autobus. La grande novità è che si proverà un modello alternativo a quello in vigore ormai ovunque degli orari fissi, basato invece su intervalli di tempo prestabiliti. Due sono gli obiettivi di questa innovazione: il primo è di alleggerire lo stress degli autisti, obbligati a rispettare gli orari nonostante le variabili del traffico. Il secondo è di offrire un servizio più affidabile per i passeggeri.

# Il test: ottimizzare percorsi e frequenza di bus e tram

Ph. Tilgnerpictures – Pixabay

Si proverà pertanto a non dare indicazioni di orari rigidi che spesso vengono disattesi. Invece si procederà a informare i viaggiatori in tempo reale degli intervalli di minuti che separano un mezzo dall’altro sulla stessa linea. Questo sistema di gestione dinamica del traffico dovrebbe anche permettere ai veicoli di sincronizzarsi in modo ottimale, evitando la concomitanza di più mezzi alla stessa fermata, riducendo così i tempi di attesa per i passeggeri. Non solo: grazie all’uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la comunicazione, sarà possibile ottimizzare i percorsi e le frequenze in base alla domanda effettiva.

Fonte: IlMitte.com

Continua la lettura con: Milano raddoppia la rete: entro il 2030 sarà più estesa di quella di Berlino?

MILANO CITTA’ STATO

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Il cantiere infinito sull’autostrada dei laghi sta per chiudere

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Blocco autostrada foto

Riapre dopo anni il tappo sulla A9 che ha messo in tilt il traffico per la Svizzera e per il lago di Como. La bella notizia si accompagna però a una doccia fredda: disco rosso al progetto svizzero di raddoppio del tratto autostradale. 

Il cantiere infinito sull’autostrada dei laghi sta per chiudere

# La riapertura per l’Ascensione dopo oltre 3 anni

Un appuntamento fisso per i milanesi che si recano sul lago di Como o nel Canton Ticino: la coda per il cantiere eterno sulla A9 tra Como e la frontiera svizzera. Ma dopo anni di tribolazioni si vede finalmente la luce in fondo al tunnel: mancano meno di venti giorni alla fine dell’incubo degli automobilisti. La Società Autostrade ha confermato che per il 9 maggio, giorno dell’Ascensione, i lavori saranno completati. Definitivamente. “Entro giovedì 9” – ha annunciato la società – “l’autostrada sarà percorribile senza restrizioni, con tutte le corsie disponibili in entrambi i sensi di marcia. Il cantiere sarà smantellato nei giorni precedenti. E, se non viene ancora indicato il giorno e l’orario esatto della riapertura totale al traffico, la scadenza resta comunque quella dell’Ascensione”.

Le ultime code saranno dunque per le festività del 25 aprile e del primo maggio, poi si potrà tornare a corsie regolari come non si vedeva sulla tratta da oltre tre anni. Fino all’Ascensione, lo schema dei lavori rimarrà sempre lo stesso: lavori 24 ore su 24, sette giorni su 7 e deviazione di carreggiata per tutti i mezzi provenienti da Milano e diretti verso il Ticino con transito su una sola corsia in entrambi i sensi di marcia.

Il lungo intervento ha richiesto un investimento di oltre 60 milioni di euro. «Al termine, i tunnel saranno in condizioni ideali per 50 anni», garantisce la Società Autostrade. L’apertura del cantiere potrebbe mettere un freno a un altro progetto per rendere il traffico più scorrevole. 

# «Spostare l’A9 è l’ultima delle priorità»

Negli ultimi anni è stato avanzato nel Canton Ticino un doppio progetto per interrare l’autostrada dell’ultimo tratto in Svizzera, tra Balerna e Chiasso, dal centro di Chiasso fino alla frontiera, ipotizzando anche un raddoppio dell’autostrada in territorio italiano. Per discutere di questo progetto ci sono stati incontri tra autorità ticinesi e italiane, ma il progetto è stato revocato negli scorsi giorni. Perché «il tracciato dell’autostrada, una volta finite le ristrutturazioni, va bene così com’è senza prendere altri spazi e spostarlo verso ovest», ha dichiarato l’ingegner Bruno Tarantola del Settore infrastrutture dell’Amministrazione provinciale di Como. Che ha aggiunto: «È un’idea che non dovrebbe venire avanti prima di aver realizzato altre importanti arterie che mancano alla rete stradale lombarda. Spostare l’A9 dovrebbe essere una delle ultime cose da fare». In sintesi, gli svizzeri premono sull’acceleratore del nuovo progetto, ma in Italia si frena. Tipico. 

Fonte: Corriere del Ticino

Continua la lettura con: A COMO si perde il TRENO: quale futuro per la MILANO-CHIASSO?

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10 PIAZZE da RIQUALIFICARE (secondo i MILANESI)

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Area C
Riqualificazione piazza Cordusio

Nel corso degli anni sono state numerose le piazze riqualificate in modo definitivo o temporaneo, alcune meglio riuscite di altre, ma sono ancora tante quelle che avrebbero bisogno di un intervento pesante. Ecco quelle che ci hanno segnalato i milanesi.

10 PIAZZE da RIQUALIFICARE (secondo i MILANESI)

#1 Piazzale Corvetto

cavalcavia corvetto
Cavalcavia Corvetto

Piazzale Corvetto più che una piazza è uno snodo viabilistico, con il famigerato cavalcavia costruito tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 al centro del dibattito ormai da molto tempo. Si sono fatte diverse ipotesi sul suo destino, se abbatterlo, trasformarlo o riqualificarlo, ma niente di concreto. L’ultima proposta di farlo diventare una sorta di High Line è al momento solo un’idea.

Leggi anche: Il CAVALCAVIA di CORVETTO: il progetto di TRASFORMAZIONE

#2 Piazza Firenze

Piazza Firenze

Piazza Firenze, all’estremo opposto di Piazza Sempione dove troneggia l’Arco della Pace con gli ex caselli daziari, è un non luogo fatto di asfalto, marciapiedi da rifare e binari del tram. Ha tutte le potenzialità per diventare una delle piazze più scenografiche della città.

#3 Piazza Affari

Credits Urbanfile – Piazza Affari con auto parcheggiate

Uno dei luoghi più antichi della città, sotto Palazzo Mezzanotte sede della Borsa sono visibili i resti di un antico teatro romano, è un parcheggio abusivo a cielo aperto attorno alla scultura L.O.V.E. di Cattelan. Per riqualificare Piazza Affari e toglierla dal degrado si potrebbe iniziare facendo rispettare le regole della sosta.

#4 Piazza Duca d’Aosta

Credits Andrea Cherchi – Piazza Duca d’Aosta

Al netto delle pessime frequentazioni, Piazza Duca d’Aosta cerca da anni di ritrovare una sua dignità. Se le piazze laterali alla Stazione Centrale sono state riqualificate o hanno in corso lavori per renderle più belle, quella che accoglie turisti e milanesi in arrivo o in partenza andrebbe sistemata. Aiuole spelacchiate, alberi secchi e decine di piastre di marmo rotte, anche per l’utilizzo della piazza come skatepark, sono solo alcune delle cose da rivedere.

#5 Piazza Medaglie d’oro 

travelling.bogan IG – Piazza Medaglie d’Oro

Al centro la Porta Romana, su un lato uno dei bastioni spagnoli romani superstiti, poi palazzi storici e viali alberati. Il resto è un delirio viabilistico causato da sette strade che si incrociano in un unico punto con traffico paralizzato in diversi momenti della giornata. A questo si aggiunge asfalto mescolato a pietre, il “bazar” all’uscita della fermata della metro e un generale degrado.

Medaglie d’oro è in una zona centrale, circondata da palazzi dei primi 900. L’arco di Porta Romana sembra abbandonato e circondato dal traffico.” – Marco Vincenti

#6 Piazza Gramsci

Credits roberto_mnt IG – Piazza Gramsci

Piazza Gramsci è una delle più problematiche di Milano. A luglio 2023 sono state eseguite opere di pulizia e di tinteggiatura che hanno migliorato leggermente l’estetica ma il degrado permane come sempre. Tra le cause la sporcizia, l’incuria e anche la fontana abbandonato e mai entrata in funzione dagli anni ’90, quando è stata costruita. 

#7 Piazza Cordusio

Area C
Riqualificazione piazza Cordusio

L’immagine che si ha attraversando Piazza Cordusio, pieno centro storico, è quella di sciatteria e confusione. Panettoni e new jersey messi alla rinfusa, marciapiedi dissestati e a volte auto in divieto di sosta. Da diverso tempo si attende la riqualificazione con la trasformazione in area semi pedonale, pavimentazione in pietra e piante in vaso, ma ad oggi nessun cantiere è partito.  

Leggi anche: Milano 2030: la VISIONE di Tancredi

#8 Piazza Gino Valle

Credits zubackis IG – Piazza Gino Valle

La piazza più grande di Milano, una distesa di cemento desolata e desolante, un po’ terra di nessuno. Un luogo di passaggio anche poco frequentato, utilizzato da chi lavora negli edifici circostanti e da chi è diretto verso il Parco Portello, dato che non ha nemmeno una panchina e un albero dove sedersi all’ombra.

Piazza Gino Valle : da rivedere completamente. È un’isola di calore invivibile” – NUOVI Orizzonti – Andrea Bolzoni Guida Ambientale Escursionistica

Leggi anche: 7 cose che si potrebbero FARE nella piazza più GRANDE ma più SOTTOVALUTATA di Milano

#9 Piazzale Selinunte

lascuoladeiquartieri.it – Piazzale Selinunte

Lo zona è tra quelle più difficili e pericolose delle città, la zona attorno al piazzale viene definita il “quadrilatero dell’illegalità” a causa di grande numero di alloggi occupati, presenza di baby gang e spaccio di droga. Sistemare Piazzale Selinunte, che già vede al centro l’impattante torre dell’ex-centrale termica, potrebbe essere un primo passo per la rinascita del quartiere.

Leggi anche: Milano CRIMINALE: le 7 ZONE da BOLLINO ROSSO nella “città più pericolosa d’Italia”

#10 Piazzale Lagosta

Credits mariannaiandolo IG – Mercato Isola

La nuova vita del mercato comunale ha sicuramente migliorato la zona, ma ci sono ancora diverse situazioni da sistemare in Piazzale Lagosta. Tra queste troviamo l’arredo urbano, con panettoni gialli alternati a paletti, diverse tipi di pavimentazione stradale che creano patchwork orribile, auto parcheggiate sulle aiuole, sotto gli alberi e anche attorno all’edicola.

“Piazza Lagosta, è davvero sgradevole con quel parcheggio selvaggio attorno all’edicola.” – Marina Pedrini

Continua la lettura: La PIAZZA dello STADIO: da no man’s Land a OASI GREEN. Il progetto di rilancio

FABIO MARCOMIN

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Passeggiare e mangiare sulle stradine di Tokyo… restando a Milano

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danielabachrach IG - Interno Roppongi

Uno dei nuovi locali aperti a Milano e sicuramente uno dei più caratteristici e identitari. Dove si trova, come è fatto e cosa si mangia.

Passeggiare e mangiare sulle stradine di Tokyo… restando a Milano

# Roppongi, il Giappone a Milano

danielabachrach IG – Roppongi

Tra le novità del mese di aprile nel mondo della ristorazione a Milano c’è un ristorante che ci trasporta dall’altra parte del mondo: Roppongi. Non si tratta infatti di un semplice locale dove degustare la cucina giapponese, entrando sia ha proprio la sensazione di essere stati catapultati in uno dei caratteristici vicoli di Tokyo.

danielabachrach IG – Interno Roppongi

Al suo interno sono riprodotti infatti in modo fedele i vicoli della capitale nipponica con arredamento, stampe e luci, lanterne di carta, casse usate come sedie e insegne scritte totalmente in ideogrammi. 

tu.non.hai.fame IG – Roppongi

Ci sono i coni stradali, i tombini, lo specchio parabolico stradale, le finestrine da cui prendere cibo d’asporto e persino l’insegna di una stazione metropolitana. Anche i camerieri sono vestiti in modo autentico.

Leggi anche: I 10 “migliori” RISTORANTI all’APERTO di Milano

# La cucina è quella tipica degli izakaya

tu.non.hai.fame IG – Piatto Roppongi

In questo izakaya, il tipico locale giapponese in cui si servono bevande accompagnate da cibo, il menu è quello classico con qualche divagazione. Ci sono piatti come il sukiyaki (una specie di stufato con fettine di carne funghi e verdure), poi sashimi fresco, carne alla griglia o anguilla o shishamo alla griglia, udon, katsu sando, nasu aghebitashi (melanzane fritte), miscela di tempura e molto altro. Da bere un’ampia varietà di bevande calde e fredde, tra cui sake giapponese, birra, shochu e anche cocktail esclusivi.

Indirizzo: Via Vespucci, 5

Continua la lettura con: A Milano la PASTICCERIA GIAPPONESE

FABIO MARCOMIN

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I diversi nomi della prima strada pedonale di Milano

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Oggi è la strada dello struscio, delle vetrine, della classica passeggiata tra San Babila e piazza Duomo. Eppure in passato ha vissuto stagioni molto diverse. E affascinanti.

I diversi nomi della prima strada pedonale di Milano

Corso Vittorio Emanuele II a inizio Novecento

# La Corsia dei Servi celebrata nei Promessi Sposi

La strada ha origini molto antiche. Ai tempi dell’antica Roma era l’arteria che portava verso nord-est. Nel sedicesimo secolo prese il nome di Corsia dei Servi ed era tratto della strada che congiungeva piazza Duomo alla Porta orientale. Il nome veniva dal convento dei servi di Maria, che officiavano la chiesa di Santa Maria.
Nei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni pone in Corsia dei Servi il forno delle Grucce (in milanese: el Prestin di Scansc), che fu assaltato dal popolo in rivolta.

# Da Corso Francesco a Vittorio Emanuele: la prima pedonalizzata

Nell’Ottocento la strada fu ampliata e rimodernata: le vecchie case di origine medievale furono sostituite da palazzi di maggior prestigio in stile neoclassico. Nel 1830 la strada prese il nome di corso Francesco, in onore dell’imperatore e re Lombardo-Veneto. Con l’unità d’Italia divenne corso Vittorio Emanuele II.

Fu la prima strada di Milano ad essere pedonalizzata, a metà degli anni Ottanta. In quegli anni iniziò la progressiva trasformazione da strada del Cinema a strada dei marchi della moda. 

# Le curiosità su Corso Vittorio Emanuele II

Ph. @d_cau IG
  • Sulla strada si trova una scultura in marmo di epoca imperiale, detta “Uomo di Pietra” o “Sor Carera”, su cui in passato vi era l’usanza di affiggere composizioni satiriche e invettive nei confronti dei personaggi in vista.
  • Il nome originario è rimasto nello slargo, “Corsia dei Servi”, dove si trovano i resti delle terme Erculee di epoca imperiale romana.  

  • Tra la metà degli anni ’80 e la fine anni ’90, corso Vittorio Emanuele era un abituale luogo di ritrovo della comunità hip hop milanese, chiamata la “compagnia del muretto” per l’abitudine dei membri di sedersi sui muri che circondano i resti delle terme. In corrispondenza dei pavimenti situati sotto i portici del largo, sono presenti delle borchie di rame che furono montate nei primi anni Duemila per impedire l’esecuzione di passi di break dance. 

Continua la lettura con: I grandi Brand della Galleria Vittorio Emanuele

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EXPO, 9 ANNI DOPO: i ricordi indelebili e che cosa è RIMASTO a MILANO

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coda padiglione giappone

Primo maggio 2015, primo maggio 2024. Nove anni. I primi gloriosi, gli ultimi zoppicanti.  Una fotografia su ciò che fu Expo 2015, ciò che fu per Milano, e ciò che è rimasto. 

EXPO, 9 ANNI DOPO: i ricordi indelebili e che cosa è RIMASTO a MILANO

# I ricordi indelebili di Expo 2015

coda padiglione giappone

# la via principale con la sua fila di vele bianche
# il Palazzo Italia e le stecche sul Cardo, l’asse trasversale che con il Decumano definiva lo spazio espositivo
# i cluster tematici, ognuno dedicato a una filiera alimentare o a un’identità comune
# il pendio della Collina mediterranea, alta 12 metri che riproduceva alcune tra le più tipiche vegetazioni e colture dell’ecosistema mediterraneo.
# il Padiglione Zero, che riproponeva la morfologia delle crosta terrestre, con i rilievi e la grande valle centrale che ospitava lo spazio pubblico dell’arena
# i canali d’acqua che circondavano l’intera area con relative polemiche per la loro costruzione (solo in parte realizzata)
# la Cascina Triulza, un’antica costruzione rurale già presente all’interno del Sito Espositivo, patrimonio storico, architettonico e ambientale della Lombardia, rinata come casa della Società Civile
# l’Expo by Night, ricca di manifestazioni, musica e intrattenimento
# La Coda al Padiglione del Giappone: per entrare a visitarlo si perdeva l’intera giornata in coda
# l’Albero della Vita, alto 37 metri e costruito in acciaio e legno, luogo di spettacolo e icona globale.

Questi i ricordi: ma che cosa è rimasto a Milano?

Che cosa è rimasto in città:

#1 MIND e i padiglioni “in fuga”

La grande area Expo è ora al centro di nuovi progetti ambiziosi. In totale, i padiglioni erano 54. Tutti sono stati smantellati. Qualcuno è stato spostato altrove. 

E’ il caso, ad esempio, del Padiglione dell’Uruguay. Avreste mai pensato di ritrovarlo, oggi, nelle vesti di ristorante etnico in Via Saronnino, 1 a Origgio, Varese!? (foto)

Qualcun altro, invece ha colto la palla (di neve) al balzo. E’ il caso di uno sponsor privato che, nell’inverno di due anni fa, ha fatto di questa nuova Area 51 di Milano il set del trampolino da sci più e snowboard più grande del mondo. Una competition polare che, per qualche giorno, ha fatto tornare a battere il cuore di questo grande ambiente dismesso.

foto di repertorio
foto di repertorio

A distanza di quattro anni pare che finalmente l’area abbia preso una direzione definita con il progetto Human Technopole e la nascita del distretto MIND, come abbiamo scritto qui:

La Milano del futuro riparte dall’AREA EXPO: quali sono i progetti e a che punto siamo?

#2 Nuove panchine, come quelle in zona 4 (corso XXII Marzo)

Sono quelle della Germania, che oggi fanno bella mostra di loro nel Giardino delle culture di via Morosini, sotto il murale con cuore dell’artista Millo.


A dire il vero, la prima destinazione delle panchine pare fosse un’azienda specializzata in allestimenti. A cambiare la meta finale fu, invece, una lettera del Comune di Milano ai Paesi ospitanti, riportante l’invito a cedere alcuni arredi alla città. Così avvenne ed ora le panchine servono a tutti.

#3 Le code

Farà ridere, qualcuno sarà sdegnato, ma di fatto le code interminabili fuori dal Padiglione del Giappone sono entrate così nell’immaginario comune da aver introdotto – per fortuna – un buon costume (anche) negli italiani. Nessuno avrebbe mai immaginato che anni dopo code simili si sarebbero verificate fuori dai supermercati. Ai tempi del lockdown.

#4 I visitatori internazionali

Ma quanto è bello sentire un sacco di lingue e idiomi da ogni parte del mondo, a Milano? 

#5 Le nuove costruzioni

Expo ha lanciato la moda, Milano non si è più fermata.
Dopo il Bosco Verticale ecco la rinascita di Torre Galfa, le super suite di Libeskind alla ‘Fedez’ (foto) con vista sulle nuvole di Porta Nuova, la grande vela Zaha Hadid in compimento, il salvadanaio di Fondazione Prada, e poi Osservatorio Prada sopra Galleria Vittorio Emanuele, City Life, il bis di Porta Nuova… Milano tende verso l’alto, e tutti stanno con il naso in su.


#6 La darsena

Prima c’erano i topi, ora si naviga con vista su bistrot, panchine, ponticelli dai sospiri d’amore. E qualcuno è pure tornato a pescare…

#7 Nuovi quartieri

Via Padova ora si chiama NoLo.

Viale Monza include SoS  e Martesangeles, con la Silicon Valley nostrana.

I milanesi si sono accorti che esistono le 5 vie e tutto il patrimonio storico tra Piazza Cordusio e Piazza Santo Sepolcro.

Lodi-Porta Romana erano da rifuggire, fino a qualche tempo fa. Ora Prada, LVHM, Bottega Veneta hanno fatto importanti investimenti, e anche i writers internazionali, come Zed, si contendono i muri per far rifiorire la città (foto: via Brembo, Madama Hotel Bistrot)

Isola…. chi? Il luogo più desolato degli anni ’90 è la nuova mecca di bikers, esperti di moda, designer, intellettuali. Quest’anno è diventata pure una Design District con tanto di prima Design Week. Proprio come Ventura-Stazione Centrale, e chi l’avrebbe mai detto!

#8 Da Padiglione Coca Cola a…

campo da basket! Si tratta del Parco Robinson, tra via Moncucco e via Famagosta.
Il parallelepipedo di 35 metri per 20, alto 12 metri, capace di coprire in tutto 1000 metri quadrati (ne avevamo parlato qui) è divenuto il cuore di un progetto articolato,’ParkMI’, composto da 240 giornate di attività ricreative, ludiche e sportive.

#9 L’Albero della Vita

Qualcuno lo voleva in Piazzale Loreto, e non è stato ancora smantellato.

Qualcun altro l’ha progettato in versione Lego, ma la verità che l’unico e inimitabile Albero della Vita si vede ancora dall’autostrada.

Qualche estate fa – inimmaginabile a dirsi – il set della spiaggia all’aperto più lontana da Milano, ma più affollata dai milanesi. Con un ricco calendario di appuntamenti, tra concerti e proiezioni di partite di calcio, ha riadattato l’area Expo in un ‘parco Experience’ fuori dal comune (in effetti, siamo già a Rho).

#10 Il sindaco

Beh, senza Expo, difficilmente Beppe Sala sarebbe sindaco.

Continua la lettura con: Mind, la città senz’auto

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I grattacieli di Milano: quale potrebbe essere il progetto più spettacolare?

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Milano è la città dei grattacieli in Italia ma, tenendo conto di quello che è stato realizzato nel mondo, fino a quale punto potrebbe osare?

I grattacieli di Milano: quale potrebbe essere il progetto più spettacolare?

# I progetti di grattacieli più ambiziosi mai realizzati

Credits Frank Lloyd Wright Foundation – Grattacielo Illinois

Già nel 1956 il famoso architetto Frank Lloyd Wright progettò per Chicago un grattacielo alto un miglio, di ben 528 piani, che però non è stato mai realizzato: nell’’edificio di acciaio e alluminio erano previsti uffici per 100.000 impiegati, un parcheggio per 15.000 automobili e perfino piazzole per l’atterraggio di numerosi elicotteri, ma problemi di ogni genere allora irrisolvibili ne avrebbero impedito la realizzazione.

By Mashton444 at English Wikipedia, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=54478683 – Sky mile tower

Questo progetto è da qualche anno in fase di rielaborazione dallo parte dello studio KPF per una possibile realizzazione in Giappone: è lo Sky Mile Tower un grattacielo di 1700 metri, tramite sofisticati software i quali ne prevedrebbero anche un’elevata sostenibiltà, e sarebbe del doppio del Burj Khalifa a Dubai, attualmente il più alto al mondo.

unstudio.com – World Business Center Busan

Anche la proposta di Asymptote Architetture, che ha vinto il concorso per il World Business Center Busan del 2007 in Corea del Sud, appare avvincente: una torre di 560 metri composta da tre alti corpi separati e affusolati che si innalzano da un edificio base a partire dal 50° piano e sono raggruppati per garantire la loro resistenza strutturale.     

Leggi anche: Le INFRASTRUTTURE MAI REALIZZATE più incredibili del mondo     

# A Milano il problema del suolo: il primo edificio oltre i 50 metri

Torre e Palazzo Rasini

Il sottosuolo di Milano è di natura sabbioso-argillosa, tale da impedire di costruire alti edifici dal peso enorme, che inoltre necessiterebbero di maggior spazio libero intorno e al di sopra di una certa altezza il costo di costruzione tenderebbe a crescere talmente da non essere relazionabile alle quotazioni immobiliari.                      

E sarà pure per aspetti culturali e sociali, diversamente da come è avvenuto a San Geminiano quando storicamente aveva ben 72 torri, che in città si è dovuto attendere fino agli anni 1932-35 per la realizzazione del primo edificio di 50 metri ovvero di un grattacielo, la Torre Rasini, destinata ad abitazioni di lusso.     

# Pirellone e Torre Velasca

Credits Andrea Cherchi – Pirellone                     

In seguito nonostante le raffinate sperimentazioni formali del Pirelli e i ricercati riferimenti goticizzanti della Torre Velasca, entrambi, costruiti a metà degli anni 50 e poi divenuti dei simboli della città, sono stati accusati dalla critica internazionale di essere frutto di una cultura nostalgica, antimoderna. È innegabile che il primo non sia stato originato da un progetto urbanistico mentre il secondo, pur più congruente con altri edifici moderni di Milano, sembra emergere con fatica dalla sua piccola piazza, circondata da edifici.

I grattacieli di Milano da tempo stanno sviluppando sempre più anche la destinazione residenziale. Tuttavia, solo alcuni edifici sono ben disegnati e coerenti con il contesto cittadino, mentre altri ne appaiono estranei, dalle forme improbabili e nessuno sembrerebbe rappresentarla come pure molti in via di costruzione.       

# Porta Nuova e Citylife

   

diario_dal_mondo IG – Porta Nuova

A Porta Nuova il celebre Bosco Verticale rappresenta si una geniale idea di marketing urbano, per rendere anche da noi “friendly” i grattacieli residenziali, più che un’architettura, o le Torri Solaria e Aria opere di buon professionismo internazionale, che potevano essere costruite qui come in qualsiasi altro luogo urbano.

Credits Andrea Cherchi – Citylife e fiori

Il noto quartiere di City Life è certo definito secondo moderni criteri urbanistici, anche se presenta un eccesso di volumetria e la volontà, dovuta al marketing attuale, di sottolineare i tre grattacieli con marchi fortemente diversi, vistoso quello che limita la pregevole Torre Hadid, esprimendo così un carattere di casualità ed estraneità nei confronti della città circostante.          

# La Torre Pluralista: il progetto più spettacolare per Milano

gabrielepimpini.it – Torre Pluralista

Un cenno infine alla Torre Pluralista, un progetto visionario del 1987 dell’artista-designer-architetto Gaetano Pesce, vissuto a New York, che sempre in quell’anno con il “grattacielo vegetale” ha ispirato Boeri Studio per il Bosco Verticale. Questo è edificio, di 40 piani, ciascuno dei quali da realizzarsi da un architetto diverso, che si pensa di costruirlo in Brasile: è un’evoluzione in verticale derivata dalla storica proposta dell’Immeuble-Villa di Le Corbusier. Magari si potrebbe augurare che diventi una provocazione utile anch’essa come spunto per i progettisti degli “spettacolari” edifici milanesi, per andare oltre il solito cliché ideando davvero un nuovo autorevole landmark per la città.

Continua la lettura con: I 10 GRATTACIELI più ALTI dell’Unione Europea

GUIDO ANGELINI

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Da Milano alla Luna: il futuro del trasporto aereo in città

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Il futuro del trasporto aereo sta per cambiare, si sta per rinnovare, siamo sempre più vicini ad una nuova modalità di trasporto per aria. E come? Fuori dai nostri cieli, avvicinandoci sempre di più allo spazio. 

Da Milano alla Luna: il futuro del trasporto aereo in città

# La sfida di Spacex con il programma Starship

Di Lars Plougmann – https://www.flickr.com/photos/criminalintent/51431135356/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=122438738 – Spacex

Se l’alta velocità ferroviaria sta mettendo in crisi i voli di breve tratta, per quanto riguarda le lunghe tratte la situazione è decisamente più complessa, sia dal punto di vista infrastrutturale, sia dal punto di vista di un mezzo vero e proprio. 

Ormai diversi anni fa Spacex ha lanciato il programma Starship, un programma per riportare l’uomo sulla Luna e poi su Marte, grazie ad un razzo completamente riutilizzabile, alimentato a metano, che renderanno sostenibile, dal punto di vista economico, il trasporto nello spazio. Il razzo è ancora nella fase di test, per cui non è ancora chiaro quali saranno le tempistiche legate al suo utilizzo nello spazio, né quante volte potrà essere utilizzato, né quanto tempo sarà necessario per completare un check-up prima di rilanciarlo, insomma sono più le cose che non sappiamo che quelle che sappiamo ma le potenzialità di Starship sono evidenti.

# Collegare diverse città distanti tra loro

credit: wired.it

L’enorme potenza e versatilità del sistema ha fatto pensare a SpaceX e non solo a loro, di rivoluzionare il sistema di trasporto aereo. L’idea sarebbe di utilizzare il razzo per collegare varie città piuttosto distanti, abbassando i tempi e anche i costi di trasporto rispetto al trasporto aereo, in quanto si accorcerebbe il tragitto cambiando completamente la traiettoria. Per cui, forse già oggi dobbiamo domandarci, dove sarebbe possibile costruire uno spazio-porto a Milano? 

# Dove realizzare uno spazioporto a Milano? Assago in pole position

hardwareupgrade – Starship

Per creare uno spazioporto bisogna valutare fin da subito l’impatto ambientale, di conseguenza bisognerebbe stare ben lontani dai vari parchi nazionali e regionale, in modo da non impattare eccessivamente sugli ecosistemi più importanti del nostro territorio, anche se comunque la costruzione comporterà l’utilizzo di diverse unità di suolo e l’esercizio comporterà rumore e vibrazioni nell’intorno.

Sicuramente per cercare di mitigare l’impatto ambientale, è opportuno cercare un luogo che sia fin da subito fortemente interconnesso, in modo tale da ridurre l’impatto di opere accessorie come bretelle autostradali, ferroviarie o estensioni della linea metropolitana. Questo inoltre permetterebbe alle persone, ed eventualmente alle merci, di raggiungere lo spazioporto mediante il trasporto pubblico.

L’area su cui sorge oggi la base di lancio di Spacex è di circa 150.000 metri quadri e comprende due rampe di lancio pensate per il lancio spaziale, alcune strutture per il controllo, la produzione dei razzi e diverso altro spazio libero per future espansioni. 

Di conseguenza dobbiamo pensare ad un’area di almeno 900.000 mq in modo tale da poter accogliere tutti i vari servizi e almeno 4/5 rampe di lancio sia per il trasporto terrestre, sia per il trasporto spaziale, oltre a tutte le infrastrutture necessarie a garantire il servizio. 

Area spazioporto

Possiamo ipotizzare la creazione dello spazio porto a sud-ovest di Assago, siccome la M2 sarebbe a poco più di 1km e si potrebbe pensare quindi di prolungarla, nelle vicinanze è presente la tangenziale ovest e l’autostrada A7, che creerebbe un buon interscambio con le arterie autostradali.

Rimane aperta la problematica legata alla ferrovia, in quanto in questa zona non passano treni, certamente il collegamento che sarebbe garantito da M2 sarebbe già sufficiente per l’afflusso di passeggeri. Con l’apertura del Terzo Valico, potrebbe convenire pensare di collegare lo spazioporto alla linea che collega Milano e Genova nei pressi di Pieve Emanuele a sud, mentre a nord si potrebbe intersecare la linea S9 nei pressi di Trezzano sul naviglio, che potrebbe essere una scusa per completare la cintura ferroviaria.

Continua la lettura con: I TAXI VOLANTI a MILANO: il tragitto della “metropolitana del cielo” (VIDEO)

SAMUELE GALBIATI

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Sono arrivata a Milano da un paesino di 4mila abitanti…

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Credits Andrea Cherchi - Installazione Fuorisalone 2024

Sono arrivata a Milano da Crevoladossola, paese piemontese di appena quattromila abitanti. L’impatto è stato uno choc.

Sono arrivata a Milano da un paesino di 4mila abitanti…

# Persa e confusa in mezzo a persone apparentemente sicure di sé

Lo choc è stato trovarmi immersa in una moltitudine di persone che sfrecciano da ogni parte con sguardi fissi, come se non dovessero mai perdere di vista il loro obiettivo. Loro apparentemente così sicuri, mentre io persa e confusa. 

Dopo i primi caotici momenti, piano piano però ho imparato come si vive a Milano e, soprattutto, a capire che è una città che può offrire tantissimo ai giovani, ma anche presentare delle ombre. Questa la mia esperienza sui pro e contro di Milano. 

# Pro 1: le vie di uscita dal caos

Ph. dimitrisvetsikas1969

La mia prima scoperta è stata che Milano, sì, è una città molto frenetica, ma offre però tantissime vie di fuga dal caos. La mia via di uscita dal caos è passeggiare per i corridoi di una mostra o di un museo, ritrovandomi in un silenzio rassicurante che mi fa godere a pieno le bellezze che mi circondano. Oppure a Milano ha un gusto per me speciale trascorrere una giornata con amici in un parco, come al Sempione, dove prendere il sole, fare sport, chiacchierare spensierati, rilassandosi e ricaricando tutte le energie. Il Sempione è un parco centrale, a suo modo unico tra le grandi città d’Italia. Ma queste sono scoperte che ho fatto dopo la scelta di venire a Milano: perché ho deciso di venire qui?

# Pro 2: l’atmosfera giovane e vitale

Credits nicola_gravante IG – Università Statale Milano

Uno dei motivi per cui la mia scelta è ricaduta su Milano è la vasta offerta formativa che offrono le varie università. Basta pensare che l’Università Statale di Milano è la migliore a livello internazionale per quanto riguarda i corsi di medicina e biologia. E a pari passo anche le opportunità di stage, o lavoro, sono molto valide. Ma non solo la qualità della formazione è così rilevante: lo è anche quello del gran numero di studenti che arrivano a studiare a Milano che la rende vitale, di mentalità aperta e internazionale. In breve, qui ti ritrovi in un’atmosfera unica per chi ha la mia età. E da questo si arriva al terzo grande punto forza che ha Milano per una come me. 

# Pro 3: ogni sera un’esperienza unica

Credits: agrodolce.it – Il Tempio del futuro perduto

Amo la musica. E questa passione viene ricambiata da Milano in modo straordinario. In primis per la vita notturna e tutti i concerti che vengono organizzati. Di discoteche e locali ce ne sono a bizzeffe: tra quelli dove sono stata mi hanno colpito in particolar modo: il Tempio Del Futuro Perduto, per i grandi spazi anche all’esterno e per le attività che offrono, e il Gattopardo, per la sua location unica in una vecchia chiesa.

Ma ce n’è per tutti i gusti, ogni sera si trova sempre qualcosa da fare. Le opportunità sono molteplici: andare a ballare, andare a teatro, a un concerto, anche solo ad un bell’aperitivo magari con musica di sottofondo. Ogni serata a Milano può essere un’esperienza unica. Queste le luci della metropoli. Ma se dovessi citare le ombre, metterei queste.

# Contro 1: il portafoglio piange

Credits peter-facebook -pixabay – Soldi

Il primo contro può sembrare piuttosto banale. Avere moltissime attività da svolgere, aperitivi, cene, è tutto molto ammaliante, ma c’è un ma: i soldi. Milano è la città più cara in Italia, non solo per gli affitti alle stelle, le bollette, le tasse universitarie, ma anche per le spese extra quasi obbligatorie per poter vivere la città. 

# Contro 2: manca l’aria

Credits: milanofanpage.it – Inquinamento a Milano

Un altro tasto dolente è la qualità dell’aria. Soprattutto per chi come me arriva da un paese circondato da montagne, dove si sente la freschezza dell’aria, la differenza si nota subito. Non per niente Milano è la seconda città più inquinata in Europa.

# Contro 3: muoversi

Ph. Image by Jakub from Pixabay

Io adoro Milano, devo ammettere però che una delle cose per me più snervanti è prendere i mezzi, nonostante siano molto efficienti, o ritrovarsi nelle zone molto affollate negli orari di punta. In certi momenti diventa difficile muoversi e prendere un caffè o uno spuntino diventa un’impresa. Ma d’altronde questo è uno dei prezzi da pagare se si decide di vivere in una metropoli come questa.

# Contro 4: insicurezza

Ph. ninocare – Pixabay

E si arriva al tema caldo dei nostri giorni: la sicurezza. A me sembra che Milano sia in generale una città abbastanza sicura, anche se mi è capitato non poche volte di trovarmi in situazioni in cui non mi sono sentita al sicuro. Non capisco come sia possibile che io, una ragazza, debba avere paura di tornare a casa da sola dopo una certa ora.
Non ci troviamo sicuramente in una di quelle metropoli dell’America del Sud, ma comunque
ritengo che dal punto di vista della sicurezza si potrebbero fare dei grandi passi avanti.

# Alla fine ho capito che questa è Milano

Questi i pro e i contro principali secondo la mia esperienza e che probabilmente sono comuni a molti della mia età che arrivano a studiare a Milano. Ma se devo dire quale sia la ricetta magica per vivere al meglio Milano forse è proprio questa: quella di capire che i pro e i contro di Milano sono parti della stessa medaglia. Una medaglia che significa l’ingresso nella vera vita, con i suoi rischi ma anche con le sue infinite possibilità. 

Continua la lettura con: Io, TORINESE innamorato di MILANO, vi spiego perché questa CITTÀ è MAGICA

ANNA ALBINI

copyright milanocittastato.it

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Milano SOS: dove riqualificare in città

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Credits: immagine24.blogspot.com via Sammartini 73

Le segnalazioni su interventi che i milanesi chiedono al Comune di apportare per riqualificare luoghi o per migliorare i trasporti pubblici. 

Milano SOS: dove riqualificare in città

# Corsia riservata per la 92

Creare una corsia riservata per la 92 condivisa con il tram 2 da piazza Bausan a Lancetti (rif: Domenico Sannicandro)

# Ripristinare la 45

Ripristinare la 45 perchè nel quartiere Forlanini la sera è pericoloso per noi donne spostarsi a piedi per i cortili per arrivare al 27 o alla 73 (rif: Daniela Salvetti)

# Ripristinare la fontana di Piazza Gramsci

Riqualificare la fontana di piazza Gramsci, una piazza che potrebbe essere stupenda ma che è in un degrado pazzesco. Hanno pure tagliato uno dei pochi alberi esistenti.

la "fontana" di gramsci
la “fontana” di gramsci

# Completare le ciclabili interrotte

Le ciclabili che finiscono nel nulla sono un insulto al civismo e alla mobilità

Via Dezza – Ph. giannicongiu_IG

# Via Quintiliano

La Via Quintiliano. Non è solo zona industriale. E’ anche zona residenziale. Case nuove con angolo Salomone. Nuovo bar gelateria, nuove case a metà, polizia di Stato, giardini e parco giochi comunale, cooperativa accoglienza profughi, AC Macallesi, campi basket scuola media, casetta tempo libero comune di Milano, passaggio per casa di riposo anziani e poi anche zona industriale. Marciapiedi tutti rovinati, da rifare e strade a senso unico pericoloso e in parte a imbuto per problemi viabilità. Curvone molto pericoloso per mancanza attraversamento pedonale alla fine del sentiero dei giardini. Regalateci un miglioramento anche in periferia, non valiamo di meno, siamo solo meno fortunati, figli di operai (rif: Daniela Salvetti)

# Piazzale Accursio

“Io propongo piazzale Accursio, angolo Espinasse. C’è il cadavere di un vecchio immobile veramente brutto” Michela Guizzardi

# L’orario estivo dei mezzi pubblici

L’orario estivo dei mezzi per due mesi é eccessivo e comunque non dovrebbe mai coincidere con area C attiva, costringere i cittadini a scegliere tra 5 euro di pedaggio/gabella o 50 minuti di attesa nella canicola é demenza totale  (rif:Simone Di Gennaro)

# Il suk di Piazza Medaglie d’Oro

Piazza Medaglie d’oro (disastro viabilistico) e suk perenne su spiazzo marciapiede Porta Romana M3, e Corso Lodi con vie traverse piene di paletti e parigine sparite e auto su marciapiedi anche in zone 30 (Rif: Fabio Marcomin)

# Via Lope de Vega

Le case Aler sono in uno stato veramente osceno (Rif: Massimo Compagnoni )

# Piazzale Corvetto

corvetto
corvetto

Viabilità di Corvetto: si dovrebbe creare un sottopassaggio al termine di corso Lodi direzione raccordo liberando il traffico dai semafori di chi invece deve svoltare nel piazzale.

# 24 fino a Locate

Prolungamento 24 fino a Locate, in previsione da anni ma progetto mai partito

# Bici sui mezzi

Sogno i mezzi in cui si possano mettere le biciclette al seguito (modello Amsterdam o Berlino)

# Cristo si è fermato a San Siro

Il degrado delle case popolari nel suk dietro Segesta  è una disgrazia per chi ci vive e squalifica un’intera area che per verde e strutture sarebbe una delle più rinomate della città.

# Piazze e strade da riqualificare

Credits: immagine24.blogspot.com
via Sammartini 73

via Tito Livio
Parcheggio di Pagano
piazza Trento
viale Forlanini
via Doria
via Sammartini
piazza Caiazzo
piazza Monte Titano
via Mazzini
via Meravigli
piazza Cacciatori delle Alpi
De Angeli

Continua la lettura con: Il cavalcavia di Corvetto: abbatterlo o trasformarlo nella highline di Milano?

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Il cavalcavia di Corvetto: abbatterlo o trasformarlo nella highline di Milano?

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Il destino del cavalcavia ritorna a più ondate al centro del dibattito politico. Le alternative sono due, abbatterlo o trasformarlo, ma al momento non è stata mai messa in campo nemmeno un azione temporanea. L’ultima idea proposta vorrebbe farlo diventare come la famosa Highline di New York.

Il cavalcavia di Corvetto: abbatterlo o trasformarlo nella highline di Milano?

# Il destino del cavalcavia: abbatterlo o trasformarlo?

cavalcavia corvetto
Cavalcavia corvetto

Abbatterlo o trasformarlo? Un dubbio che si è ripresentato più volte all’interno del dibattito politico recente e non solo, ma che si è risolto sempre nel lasciarlo tale e quale senza nemmeno un intervento temporaneo di riqualificazione. Il cavalcavia del Corvetto non è altro che il Raccordo dell’Autostrada del Sole che inizia all’altezza di Rogoredo e che termina in Piazzale Bologna, costruito tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 del ‘900 per agevolare lo spostamento degli automobilisti in ingresso in città. 

# L’idea di farlo diventare come l’Highline di New York

Progetto riqualificazione cavalcavia Corvetto

L’ultima idea è quella del progetto “Fly over live under”, elaborato dal team multidisciplinare Fab For Future (FFF), al primo posto su 28 proposte pervenute nell’ambito di una competizione rivolta a studenti universitari terminata a luglio del 2023. I vincitori hanno pensato a a un suo riutilizzo, con una trasformazione della fruizione del cavalcavia sia sotto che sopra.

Per la parte superiore è stata proposta l’eliminazione del traffico veicolare convertendo la struttura in una sorta di Highline, come quella presenta a New York al posto di un tracciato ferroviario dismesso. Qui i cittadini potrebbero sostare, passeggiare tra pergole, sedute e aree verdi, oltre a osservare la città da un punto di vista inedito. 

Riqualificazione area sotto cavalcavia Corvetto

Per l’area sotto il cavalcavia, già interessata in passata dalla realizzazione di un murales nelle pareti laterali durante la giunta Moratti, è stata ipotizzata la riqualificazione degli spazi oggi occupati dalle auto in sosta. La soluzione studiata prevede l’inserimento di nuove attività aggregative e sportive, come pareti di arrampicata, tavoli da ping-pong, campi da basket e da bocce. A questo si aggiunge la trasformazione di Piazzale Corvetto da nodo viabilistico a una piazza multi-funzione, un nuovo luogo di aggregazione, vivibile e facilmente accessibile grazie alle nuove aree pedonali.

# I numeri della proposta: 5,4 ettari in più per pedoni, 485 nuovi alberi e 2.400 mq di nuovi spazi per attività sportive e aggregative

Nuovo Piazzale Corvetto

Questi i numeri principali del progetto calcolati dai promotori:

  • circa 5,5 ettari di spazio in meno destinato alle auto;
  • un incremento di circa 5,4 ettari di spazio per i pedoni;
  • piantumazione di 485 nuovi alberi;
  • circa 2.400 mq di nuovi spazi per attività sportive e aggregative

Previsto inoltre un nuovo edificio per servizi e attività commerciali quali ristorazione, spazi co-working, per eventi e di incontro tra artigianato e digitale nei pressi di Piazzale Corvetto. Per ora rimane solo una proposta, ma non è il solo cavalcavia di Milano al centro di proposte.

# Che ne sarà del “Mostro”, il cavalcavia Monteceneri-Serra?

Credits: corriere.it – Cavalcavia Monteceneri

Un dibattito analogo è aperto da anni su un altro “famoso” cavalcavia, quello di Monteceneri-Serra, a nord della città. Questo mostro architettonico è stato sempre partorito negli anni ’50, di circa 1 km lungo la circonvallazione, con identico impatto negativo a livello estetico, acustico e di inquinamento nei confronti dei residenti affacciai sull’arteria. Tutto è rimasto al 1965, anno di conclusione dei lavori, dato che, nonostante le necessarie attività di manutenzione e ipotesi di demolizione e di restyling, non si è fatto nulla di concreto. Abbatterlo appare in questo caso un’opzione remota, perché non immaginarne un nuovo utilizzo prendendo qualche idea dalla proposta presentata per il cavalcavia al Corvetto?

Leggi anche: Il “MOSTRO”, il cavalcavia MONTECENERI-SERRA, verrà ABBATTUTO?

Continua la lettura con: Il PONTE sullo STRETTO da RECORD: il progetto (RENDERING)

FABIO MARCOMIN

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La meravigliosa storia delle porte di Milano

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Credits percorsi.casemuseo - Porta Venezia

L’antica Milano era cinta dalle mura. Per entrare in città si potevano varcare le mura attraverso delle grandi porte oppure degli accessi secondari, detti pusterle.

La meravigliosa storia delle porte di Milano

# Le porte in epoca romana

La principale porta di accesso alla città era Porta Romana. Le altre porte più antiche erano la Comasina, la Giovia, la Ticinese, la Tosa, la Vercellina e l’Orientale (oggi Porta Venezia).

porte storiche di Milano fonte: www.milanoevents.it
porte storiche di Milano fonte: www.milanoevents.it

Porta Comasina (o Porta Cumana), sull’attuale via dell’Orso, da cui partiva la via Regina che collegava Milano a Como.

Porta Giovia, dove oggi si trova il Teatro Dal Verme, era intitolata a Diocleziano, da cui partiva la via Severiana Augusta, che congiungeva con il Lago Maggiore, e la via Varesina, che portava a Varese e a Lugano.

La Porta Orientale si trovava sull’attuale via Manzoni, si apriva verso Bergamo, Brescia e l’Oriente.

Da Porta Romana partiva la via Emilia.

Porta Ticinese, sull’attuale Carrobbio, portava a Ticinum (Pavia).

Porta Tosa, situata lungo la moderna via Rastrelli, poco prima di via Larga, sorgeva nei pressi del porto fluviale di Mediolanum, e dava sulla strada romana che raggiungeva Cremona.

Da Porta Vercellina, situata dove ora è presente la chiesa di Santa Maria alla Porta, partiva la via delle Gallie, che conduceva verso Augusta Prætoria (Aosta) passando da Novaria.

L’imperatore Massimiano donò all’allora capitale dell’impero tre nuove porte: Argentea, Aurea ed Erculea.

# Le porte medievali

Le porte repubblicane e quelle massimiane, così come le mura, sono state distrutte durante l’assedio di Milano del 1162, opera dell’imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa, venendo poi sostituite dalle mura e dalle porte medievali.

Le porte medievali principali erano:

Porta Orientale
Porta Romana
Porta Ticinese

porta ticinese medievale Fonte: http://www.02blog.it

Porta Vercellina
Porta Comasina
Porta Nuova

porta nuova medievale Fonte: http://www.02blog.it

A queste va aggiunta Porta Giovia, che sarebbe definitivamente scomparsa con la costruzione del moderno Castello Sforzesco.

# Le porte spagnole

Tra il 1548 e il 1562 per ordine di Ferrante I Gonzaga si decise la costruzione delle mura spagnole, resa necessaria per sostituire le mura medievali di Milano, ormai diventate obsolete per l’invenzione della polvere da sparo.

Al 1796 le porte principali erano dodici, di cui sei erano quelle principali:

Porta Orientale, in epoca napoleonica Porta Riconoscenza e dal 1860 Porta Venezia.

porta orientale spagnola Fonte: http://www.02blog.it
porta orientale spagnola Fonte: http://www.02blog.it

Porta Romana.

porta romana spagnola Fonte: http://www.02blog.it

Porta Ticinese, nota sotto Napoleone come Porta Marengo.

Porta Vercellina, dopo il 1859 ribattezzata Porta Magenta.
Porta Nuova.

porta nuova spagnola Fonte: http://www.02blog.it

Porta Comasina, dal 1860 Porta Garibaldi.

# Le porte dell’Ottocento

Nel XIX secolo, con la crescita dei commerci e del traffico, vennero aperte altre porte. Furono le ultime prima della demolizione delle mura spagnole, che iniziò alla fine dello stesso secolo:

Porta Sempione, situata dove esisteva in epoca medievale Porta Giovia e corrispondente al moderno Arco della Pace.
Barriera Principe Umberto, demolita nel 1931 e sostituita dall’omonima e moderna stazione.
Porta Genova, ora chiamata stazione di Milano Porta Genova.
Porta Volta.
Porta Monforte, ultima porta realizzata a Milano per fornire alla città un altro accesso che superasse le mura.

Altri cambiamenti di nome si ebbero durante il Risorgimento. Porta Tosa cambiò nome in Porta Vittoria per celebrare le cinque giornate, Porta Vercellina venne rinominata Porta Magenta in ricordo della battaglia di Magenta, Porta Comasina fu ridenominata Porta Garibaldi e Porta Orientale fu ridenominata Porta Venezia (1859) in onore alla città lagunare, non ancora annessa al Regno di Sardegna.

porta garibaldi Fonte: http://www.02blog.it
porta garibaldi Fonte: http://www.02blog.it

Continua la lettura con: 10 città stato del mondo che possono ispirare Milano

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