“Milano in FRENATA, Bergamo VOLA”. È proprio così?

Per rilanciarsi Milano deve estendere il suo sguardo oltre il fortino dell'area C

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Milano Bergamo

Il capoluogo lombardo ha ripreso a macinare record di turisti e l’economia è ripartita, ma sono molti gli aspetti che rischiano di tarparle le ali. Bergamo sembra invece viaggiare più veloce, questo l’allarme di Daniele Bonecchi pubblicato su Il Foglio. Vediamo come stanno realmente le due città.

“Milano in FRENATA, Bergamo VOLA”. È proprio così?

# A Milano più turisti e eventi del pre-pandemia

Credits Andrea Cherchi – Skyline di Milano 2022

Nel 2022 Milano ha ripreso a macinare numeri da record nel turismo battendo i precedenti primati pre-pandemia, oltre un milione di visitatori stranieri solo nel periodo estivo, e l’economia è ritornata a girare, la mole di eventi sparsi per la città testimonia una sorta di nuova rinascita. I progetti di rigenerazione e di riqualificazione procedono e nuovi capitali di investitori internazionali continuano a disegnare il futuro del capoluogo lombardo. Ma non è tutto oro quello che luccica. Questo è evidente a tutti, in particolare a Daniele Bonecchi nell’articolo pubblicato qualche giorno fa su Il Foglio.

# “Abitare a Milano ormai è un lusso”

credit: sinistraxmilano.org – Vendesi

Accanto a questi aspetti positivi ce ne sono alcuni che rischiano di tarpare le ali al motore economico dell’Italia. Il più rilevante è il costo della vita sempre più alto e insostenibile. “Abitare a Milano ormai è un lusso”, questa la sintesi di Bonecchi, che evidenzia come la città stia diventando inaccessibile ad un un numero crescente di persone e gli studenti fuori sede sono i primi a pagarne le spese. La ricerca di una stanza è diventata un’impresa, una singola costa in media 620 euro al mese, anche a 800 euro nel centro storico, e spesso si trova lontano dalla metropolitana e in condizioni pessime. Questo uno degli annunci trovati in rete: “casa da condividere con altre nove persone a 600 euro mensili, più 50 euro di spese fisse”.

Lo psicoanalista e sociologo Luigi Zoja – intervistato da Repubblica – ha scattato questa istantanea di Milano: “E’ una città del lavoro dove si viene a guadagnare e dove a trent’anni si fatica a ritmi vertiginosi. Uno se vuole figli ne fa più avanti e magari altrove”.

Ma i problemi di Milano non sono solo il suo costo per viverci. 

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# Degrado nelle periferie in aumento

Un altro elemento negativo è, sempre per l’autore dell’articolo, il perdurante degrado delle periferie che, nonostante i proclami di maggiore attenzione e programmi di manutenzione e rigenerazione, continua a peggiorare quotidianamente.

# Linate ridimensionato

Credits Andrea Cherchi – Linate

Anche sul fronte della competitività Milano rischia di perdere terreno, visto il probabile ridimensionamento di Linate secondo le indicazioni del nuovo Piano degli Aeroporti di Anac, proprio ora che si appresta ad essere inaugurata la linea M4 che lo collegherà al centro città in poco più di 10 minuti.

Allora che fare? La soluzione proposta da Bonecchi sembra a portata di mano. 

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# Bergamo viaggia più leggera

Credits Kir Shu-unsplash – Bergamo

Al netto di un confronto anomalo, visto che Milano ha oltre dieci volte la popolazione di Bergamo, la “Città dei Mille” sembra stia vivendo un periodo di rinascita con molte più luci che ombre. Le parole di Sergio Cavalieri, rettore dell’università degli studi di Bergamo: “la città sta vivendo una ripresa che mette in luce le caratteristiche del nostro territorio, mostrando la capacità di rigenerarsi, superando i momenti più bui. […] Lo si vede dalle presenze in città, dal fermento culturale, dalla presenza di turisti stranieri: Bergamo ha assorbito la multiculturalità tipica di Milano”.

# Orio al Serio terzo aeroporto italiano e sempre più turisti in città

La crescita del turismo è favorita dalla centralità dell’aeroporto di Orio al Serio, terzo scalo italiano per traffico passeggeri alle spalle di Fiumicino e Malpensa e sempre più grande grazie a nuove infrastrutture, che ha fatto diventare “Bergamo la porta della Lombardia“. A questo si aggiunge che prima i viaggiatori erano solo “turisti e uomini d’affari” diretti a Milano e che “adesso invece vengono in città e spesso ci restano per vivere la città. Così un’area che aveva e mantiene forti radici industriali ha scoperto il turismo”.

# Studenti quasi raddoppiati in dieci anni e costo dei posti letto la metà di Milano

“Negli ultimi dieci anni abbiamo quasi raddoppiato il numero degli studenti, con la metà che arriva da fuori regione o dall’estero. Siamo una porta d’ingresso al mondo del lavoro – la disoccupazione qui in molti settori è al 3 per cento – dunque c’è fame di giovani specializzati. Qui si vive bene, e c’è un costo della vita competitivo: il posto letto per gli studenti è la metà di Milano. Riusciamo a garantire una sostenibilità economica ai nostri giovani”.

# Il rilancio per Milano? Ritrovare il meglio del suo DNA diventando agile come Bergamo 

Quindi quale la prospettiva per evitare un “effetto Detroit” per Milano, il rischio di una desertificazione con una lenta trasformazione da cuore pulsante in città dormitorio?

La soluzione è di ritrovare un’agilità tipica di città più piccole ma che stanno diventando più vitali. Abbandonare lotte ideologiche e rigidità di posizione per abbracciare con più decisione un cambiamento per un futuro più dinamico e più aperto alle forze più giovani e creative. Questa la strada prospettata da Bonecchi nel suo articolo: Milano ce la può fare se smette di arroccarsi nel fortino della ricca area C estendendo il suo sguardo più lontano. Almeno fino a Bergamo. 

Fonte: Milano pesante e in frenata mentre Bergamo vola. Due modelli di Daniele Bonecchi, Il foglio

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.