L’alba di un nuovo pensiero liberale

Sono due gli ingredienti fondamentali da inserire nel pensiero liberale per renderlo più coerente con la società di oggi

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Rinascimento giapponese

Il comunismo è morto ma anche il pensiero liberale non si sente molto bene.

Le grandi visioni del mondo ereditate dal passato vivono una crisi consolidata. Tutti i governi che hanno provato ad abbracciarne una sola hanno fallito l’obiettivo di realizzazione dell’essere umano. Le visioni del passato sono ormai incapaci di orientare il mondo di oggi che si è spinto al di là di qualunque visione.

Anche il pensiero liberale classico si è dimostrato del tutto inadeguato a fornire una soluzione al mondo contemporaneo.
Il pilastro del pensiero liberale è la teoria della mano invisibile di Smith. Ma oggi pensare che un privato libero di perseguire il suo interesse possa determinare sempre e comunque un guadagno sociale è privo di evidenza. Ci sono situazioni di posizione dominante nel settore privato che travalicano ogni responsabilità sociale e il potere delle multinazionali più grandi è degenerato in un abuso di potere esattamente come accadeva per le dittature o per governanti privi di limiti.

Occorre rigenerare il pensiero liberale alla luce anche di quanto non solo è cambiato il mondo ma anche facendo tesoro di componenti di altre scuole di pensiero.
In particolare sono due gli ingredienti fondamentali da inserire nel pensiero liberale per renderlo più coerente con la società di oggi.

Il primo è la sensibilità sociale. Un pensiero liberale evoluto deve inserire l’impegno sociale come parte integrante della realizzazione individuale. Nessun individuo o azienda o organizzazione può raggiungere uno stato di benessere e di autentica realizzazione se non sta contribuendo a un miglioramento della società nel suo complesso.

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Rispetto a un approccio autoritario in cui si delega alla sovrastruttura di potere il ruolo di perseguire il bene di tutti, un approccio liberale dovrebbe invece responsabilizzare tutti gli individui a perseguire la propria realizzazione misurandola anche attraverso il contributo alla propria comunità.

Come i genitori possono decidere di dare una educazione più autoritaria oppure assecondare lo sviluppo del figlio aiutandolo nelle sue inclinazioni, così anche come contraltare a una società autoritaria la moderna società liberale deve cercare rendere partecipe il cittadino nelle scelte utili alla sua realizzazione e al benessere della comunità. Contribuendo con le sue azioni al bene della società, invece di voler imporre agli altri le azioni che reputa giusto compiere. 

Il secondo aspetto è quello del rapporto con la natura. Viviamo un’epoca in cui è diventata prioritaria l’attenzione alla natura. Forse quello che manca è un approccio liberale, dove la natura non è vista come slogan o battaglie sui fenomeni, bensì come radicale rivisitazione del rapporto tra essere umano e natura.

Perché ogni essere umano è libero di scegliere ma gli effetti delle sue scelte vengono definiti dalla natura. Ognuno di noi è libero di sfidare le leggi della natura ma poi la natura fa pagare a ognuno le conseguenze.
Ci deve essere una libertà informata e responsabile, perché noi siamo parte della natura che non può essere assoggettata alla nostra razionalità o volontà, ma al contrario rispettata e assecondata nei suoi effetti.

Sentirsi parte di un ordine e di un’armonia che riguarda ogni vivente sul nostro pianeta può renderci più funzionali nelle scelte e favorire anche uno sviluppo della nostra società in modo più armonico alle leggi naturali.

Sono due le coordinate da tenere in considerazione, da un lato il rapporto tra individualismo e sensibilità sociale, dall’altra tra naturale e artificiale.
Dove il ruolo chiave di un nuovo pensiero liberale è quello di mettere al centro dell’azione e della responsabilità l’individuo ma all’interno di queste coordinate.
La nuova visione deve essere di un uomo che si realizzi in armonia con la natura e la comunità.

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