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Le 7 meraviglie che cambieranno la faccia di Milano tra 10 anni

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Il futuro di Milano lo abbiamo davanti agli occhi. Spesso nascosto o sottovalutato. Per esempio vediamo cosa ci sarà a Milano nell’anno 2035. 

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Le 7 meraviglie che cambieranno la faccia di Milano tra 10 anni

#1 Baggio: da ospedale militare a campus universitario

Dopo anni di abbandono seguiti alla fine del servizio militare obbligatorio, l’ex ospedale militare di Milano ha trovato nuova vita, trasformandosi in un simbolo di innovazione e futuro. L’immensa area è oggi sede del primo campus universitario italiano, dove oltre 20.000 studenti delle principali università milanesi vivono, studiano e costruiscono il loro domani.

Il cuore del campus ospita anche l’ex piazza d’armi, un tempo utilizzata dall’esercito per le manovre dei carri armati. Oggi, quest’area si è reinventata come il più grande parco urbano della città dopo Parco Sempione, un’oasi verde che fonde storia e sostenibilità, offrendo spazio per incontri, eventi e momenti di relax.

Questa trasformazione rappresenta non solo un recupero architettonico, ma anche un esempio visionario di come luoghi simbolo del passato possano diventare fucine di opportunità per le generazioni future.

#2 Carcere di San Vittore: da galera a Cittadella della Musica

Un tempo simbolo di reclusione, oggi l’edificio a stella dell’ex carcere milanese, costruito secondo il modello settecentesco del panopticon, è diventato un luogo di creatività e libertà espressiva. La struttura non ospita più detenuti ma risuona di melodie: è la nuova sede della Cittadella della Musica, un centro di eccellenza dedicato alla formazione di talenti musicali provenienti da tutto il mondo.

Qui, giovani musicisti affinano la loro arte, spaziando dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz a generi innovativi, in un ambiente che ispira la ricerca artistica e la connessione culturale. Questa trasformazione rappresenta un esempio straordinario di riqualificazione urbana e simbolica, in cui un luogo storicamente legato alla limitazione della libertà si è reinventato come fucina di creatività e sogni musicali, consolidando Milano come capitale culturale internazionale.

#3 Da Linate a Malpensa: la trasformazione del trasporto e dello sport a Milano

Con la chiusura dell’aeroporto di Linate, Milano ha segnato una nuova era per il trasporto aereo, investendo su Malpensa come hub di riferimento per i viaggiatori business del Nord Italia e dell’Europa del Sud. Un cambiamento strategico che ha avuto un impatto profondo sull’economia e sulla mobilità della città, potenziando la connessione con il resto del mondo.

Ma il cambiamento non si è fermato al trasporto aereo. L’area un tempo occupata dal city airport è stata trasformata in uno dei progetti sportivi più ambiziosi della città: il nuovo Stadio Olimpico di Milano. Questa struttura all’avanguardia non solo arricchisce l’offerta sportiva, ma si integra perfettamente nella rete di trasporti grazie al nuovo collegamento metropolitano, che ha semplificato l’accesso per i tifosi e garantito grandi vantaggi in termini di ordine pubblico e viabilità. Milano, così, non solo ha ridisegnato i suoi spazi ma ha creato un nuovo equilibrio tra mobilità, sport e qualità della vita urbana.

#4 Cavallo di Leonardo in Centrale

La più grande statua equestre del mondo, donata alla città da mecenati americani, ha finalmente trovato una nuova casa, lasciando l’Ippodromo per diventare un faro simbolico davanti alla Stazione Centrale. Questa monumentale scultura, che celebra il genio di Leonardo da Vinci, ora accoglie i viandanti che arrivano a Milano in treno, offrendo loro un’immediata visione della grandezza storica e culturale della città.

Posizionata con maestria in una prospettiva che abbraccia Piazza della Repubblica, la statua sembra sfidare il cielo milanese, trasformandosi in un punto di riferimento iconico per chiunque varchi i confini della metropoli. Milano, con questo gesto, celebra non solo il passato, ma anche il suo costante sguardo al futuro, fondendo arte, storia e modernità in un’unica, straordinaria immagine.

#5 Riapertura del Naviglio

naviglio gioia

Milano riscopre lo storico dialogo con l’acqua attraverso la riapertura di un naviglio al centro di Via Melchiorre Gioia, che sarà così scoperto dalla Martesana fino alla vecchia chiusa dell’Incoronata. Questa opera ha risolto in maniera definitiva il problema delle periodiche esondazioni del Seveso, che adesso può sfogare nella nuova via d’acqua i suoi livelli eccessivi, senza allagare un quartiere di Milano. 

#6 Radetzky torna a Milano: il dono di Praga e la memoria delle Cinque Giornate

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Milano accoglie nuovamente la statua di uno dei suoi protagonisti storici, quella del generale austriaco Josef Radetzky, figura simbolo delle Cinque Giornate di Milano e dedicata all’omonima marcia di Strauss. Regalo di Praga, la scultura giunge a Milano come testimonianza di un passato comune sotto il dominio asburgico, riunendo le memorie di due città legate da una storia condivisa.

Fino a pochi anni fa, la statua giaceva in un deposito della capitale ceca, ma oggi trova una nuova collocazione nei giardini di Via Brisa, di fronte a quello che fu Palazzo Arconati. Questo palazzo, distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, era un tempo la dimora privata di Radetzky, che amò tanto Milano da decidere di viverci anche dopo il suo ritiro, fino alla sua morte.

Un ritorno carico di simbolismo, che non solo riporta alla luce la figura di un uomo legato indissolubilmente alla storia di Milano, ma celebra anche il legame eterno tra le due città, un legame che il tempo e la guerra non sono riusciti a spezzare.

#7 Fiume Lambro bonificato

milano tuffo futuro 2016

Ispirata dalle celebri bonifiche del Tamigi e del Bacino della Ruhr, Milano ha intrapreso una rivoluzione ecologica che segna un nuovo capitolo nella sua storia. Grazie all’impegno del Sindaco e del Presidente della Regione, sostenuti dal Governo, è stata varata una legge speciale che ha inasprito le normative sugli scarichi nei fiumi Lambro e Olona, dando vita a un progetto di riqualificazione ambientale senza precedenti.

Il risultato? Milano ora vanta la sua spiaggia sul Lambro, un angolo di natura rinnovato dove è possibile fare il bagno, proprio nei Parchi Lambro e Monluè. Un traguardo simbolico che dimostra come la città stia trasformando l’acqua da elemento di inquinamento a risorsa di bellezza e benessere, offrendo ai suoi cittadini una nuova fruizione ecologica e sostenibile degli spazi pubblici.

Continua la lettura con: Case: i milanesi preferiscono l’hinterland

Idee originali di UGO POLETTI (Testo aggiornato da redazione)

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Arrivano i nuovi treni per la metro di Milano (video)

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Fsnews - Primo treno in viaggio

Dopo la consegna a metà dicembre del 2024 del primo nuovo convoglio per la linea M1, nei prossimi anni è previsto il completamento di tutta la flotta acquistata da ATM. La società incaricata del trasporto, le caratteristiche dei nuovi mezzi e quando è previsto il debutto sui binari.

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# La nuova flotta di convogli per la metropolitana milanese

Ufficio stampa ATM – Arrivo nuovo treno M1

In questo articolo avevamo comunicato l’arrivo del primo nuovo treno per la linea M1. Partito dagli stabilimenti di Hitachi Rail di Reggio Calabria, il 17 dicembre 2024 dopo 4 giorni di viaggio, il mezzo aveva raggiunto prima il Terminal di Milano Smistamento con un trasporto eccezionale e poi, dopo avere attraversato la città, era approdato nel deposito metro Atm di Precotto, in via Anassagora 11. 

# Nei prossimi anni la consegna di altri 45 treni

Incaricata del trasporto dei nuova flotta di ATM è Mercitalia Rail, società del Polo Logistica del Gruppo FS. Arrivati a Milano Smistamento via ferro vengono poi trasferiti nei depositi di Precotto e Rogoredo con trasporto stradale eccezionale. Nel video il primo viaggio da Reggio Calabria a Milano. Nei prossimi anni si prevede la consegna di altri 45 convogli, ciascuno lungo circa 106 metri, con un peso di oltre 180 tonnellate e composto da 6 casse e due carri scudo. Nel primo contratto applicativo del valore di 168 milioni di euro sono 21 i mezzi previsti.

# Tutte le caratteristiche 

Ufficio stampa ATM – Interno treno M1

I nuovi treni sono bidirezionali e si compongono, come detto, di sei carrozze per una capienza massima di 1.200 passeggeri. I materiali utilizzati garantiscono elevati livelli di riciclabilità a fine vita. Queste le altre caratteristiche:

  • nuovo design;
  • totale accessibilità dei vagoni;
  • sistema di videosorveglianza con visualizzazione delle immagini in tempo reale dalla sala operativa;
  • marcia silenziosa per il massimo comfort del cliente;
  •  illuminazione a LED;
  • impianti di climatizzazione;
  • elevata efficienza energetica.

L’entrata in servizio del primo mezzo è programmata per l‘estate 2025 sulla linea M1.

Continua la lettura con: È arrivato a Milano il primo nuovo treno della M1 (foto e video)

FABIO MARCOMIN

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C’era una volta il Rolling Stones, : la «Discoteca Rock» di Milano

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Si dice che Roma è il cinema e Milano è la musica. In parte è vero: la città capitolina è sede di Cinecittà, la maggior parte dei film vengono girati lì, un gran numero di registi, sceneggiatori, attori risiedono li, ma se si parla di musica, le cose cambiano. Milano è sede delle principali etichette discografiche, è sede di uno dei più importanti centri di formazione musicale (CPM), è sede dello stadio San Siro (definito da tutti il tempio del rock), è sede di numerosi club e locali, dove numerosi artisti stranieri e non vengono per esibirsi. Non è un discorso generalista, ogni città ha le sue caratteristiche diverse e comuni: ma quello che Roma non ha mai avuto e non avrà mai è, o è stato, il Rolling Stone.

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C’era una volta il Rolling Stones, : la «Discoteca Rock» di Milano

# Sotto le bombe nasce il Cinema Ambrosiano

Credits: @Milanosparitaeda ricordare
Studio 54

Siamo nell’ultima fase della seconda guerra mondiale, per la precisione nel maggio 1943.  Milano è una città che ancora sta soffrendo, ma ciò non toglie il desiderio di costruire e di inaugurare nuovi luoghi dove i milanesi possano trascorrere qualche ora di svago. Per queste ragioni in Corso XXII Marzo 32 viene aperta una nuova sala cinematografica: il Cinema Ambrosiano. Una sala che ha una capienza di 2800 persone, aria condizionata e area fumatori. Per l’epoca un’avanguardia. La vita del cinema è però subito tempestosa: qualche mese dopo gli Alleati cominciano a bombardare Milano, tutte le attività di svago vengono sospese e l’Ambrosiano dovrà aspettare la fine della guerra e la rivalutazione del quartiere per poter riaprire.

# 1979: la virata verso la musica con lo Studio 54

Malgrado l’inizio turbolento la vita del cinema va avanti fino al 1979, quando i tre proprietari decidono di puntare sulla musica. Chiudono il cinema, lo ristrutturano e aprono lo Studio 54 per omaggiare la discoteca omonima a New York, che ai tempi dettava mode e stili. Ma Milano non è New York. Col tempo si scopre che i lavori di ristrutturazione erano stati fatti male e il locale, non avendo superato i controlli della sicurezza, va incontro a una prima inesorabile chiusura da parte della magistratura. Si tratta solo della prima di una lunga serie: lo studio 54, durante gli anni, alterna continue aperture e chiusure. Finché cambia la musica, quando la disco music viene soppiantata dal rock. In questo periodo si affaccia sulle scene Enrico Rovelli.

# 1981: nasce il Rolling Stone, la “discoteca rock”

Credits: @kandycosmic
rolling stone Milano

Già verso la metà degli anni settanta, girava voce che David Zard (storico promoter musicale) accarezzasse l’idea di realizzare una discoteca rock. Ma è Enrico Rovelli (storico manager di Vasco Rossi), nel 1981, a rilevare lo Studio 54 e a trasformarlo nel Rolling Stone. L’idea è vincente da subito: tra i primi a esibirsi sono gli Iron Maiden in un inedito doppio concerto stile jazz, uno alle 16, l’altro alle 21.30. A loro seguono artisti di grande calibro come: New Order, Ramones, Simple Minds, Bryan Adams, INXS, Nick Cave and the Bad Seeds, Bad Religion, Beastie Boys, dEUS, Richard Ashcroft e tanti altri ancora. Verso la fine degli anni ottanta diventa la sede dello spettacolo 1,2,3 Jovanotti e anche di alcuni eventi della Milano Socialista.

# Il gemello del Rolling: l’Alcatraz

Credtis: eventshunters.com – Rolling Stone

Il locale, che ha mantenuto lo stile di un cinema, viene apprezzato particolarmente per la sua acustica difficilmente ricreabile in spazi più grandi quali il Palatrussardi, prima, e il Forum di Assago, poi. Per questa ragione, artisti italiani e stranieri si contendono il palco del Rolling Stone. Anni dopo lo stesso Rovelli, che nel frattempo aveva portato Vasco Rossi a San Siro, apre un altro locale: l’Alcatraz che si rivela un altro grande successo. La differenza tra i due va ricercata nel sentimento: il Rolling Stone ha una magia che difficilmente si può ricreare altrove, nonostante i vari club che negli anni novanta aprono a vista d’occhio come il Legend, il Circolo Magnolia o l’Alcatraz stesso.

# 2009, la fine: il Rolling diventa un condominio

Credits: @tellingwithmyeyes
rolling stone milano

Nonostante i novanta concerti l’anno, nonostante un pubblico di affezionati, il 30 gennaio 2009, Enrico Rovelli annuncia su un articolo apparso su Corriere della Sera, il rompete le righe: la chiusura del Rolling Stone e il suo successivo abbattimento in favore di un condominio di 12 piani. Rovelli annuncia che è intenzionato a riaprire il locale in altra zona, forse in Mecenate, ma alla fine non si fa nulla. Rimangono i ricordi, la gente, ma soprattutto l’amore (quello vero e non posticcio) per la musica rock.

Continua la lettura con: Il BAR BASSO: il locale iconico che inventò il Negroni sbagliato

MICHELE LAROTONDA

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Questi sono i 7 borghi più belli della Lombardia

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Lovere - ph. @ste__bello IGt

Quali sono i borghi più belli di Lombardia? Questa la lista risultato di una somma ponderata tra le classifiche esistenti basate su recensioni dei turisti. 

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Questi sono i 7 borghi più belli della Lombardia

#1 Bienno (Brescia): un angolo di storia e tradizione in mezzo ai boschi della Val Camonica

Credits: www.thatscontemporary.com

Nel cuore della Val Camonica, incastonato tra le verdi pendici delle montagne e le acque cristalline dei fiumi, si trova Bienno, un pittoresco paesino di circa 3.600 abitanti che sembra essersi fermato nel tempo. Il borgo, con il suo agglomerato di pietre e tegole, è un affascinante esempio di come la storia e la natura possano fondersi, creando un paesaggio unico e senza tempo.

Le origini di Bienno risalgono all’anno Mille, quando la ricchezza delle foreste e dei corsi d’acqua circostanti permise al piccolo paese di svilupparsi come centro di attività artigianale e industriale. Già all’epoca, la forza idraulica dei fiumi veniva sfruttata per azionare grandi magli, mulini e segherie, alimentando l’economia del luogo. Questa tradizione di artigianato e lavoro con la pietra e il ferro ha lasciato tracce indelebili nel borgo, che oggi si caratterizza per la presenza di palazzi signorili, chiese storiche e una fitta rete di vicoli e “tresendei”, i tipici passaggi coperti che si intrecciano come una ragnatela, intervallati da antiche gradinate, mura, archi e portali che raccontano secoli di storia.

Uno degli aspetti più affascinanti di Bienno è la sua capacità di preservare le tradizioni. Ogni anno, i suoi abitanti celebrano il “Rogo della Matta”, un rito simbolico che segna il tramonto del Carnevale e l’ingresso nella Quaresima, un evento che affonda le radici nelle usanze popolari locali e che coinvolge l’intero paese in una festa di luci e colori. La partecipazione attiva della comunità alle tradizioni è ciò che rende questo borgo così vivo e vibrante.

La gastronomia locale è una parte fondamentale della sua cultura, e i piatti tipici sono un vero e proprio viaggio nei sapori della tradizione camuna. Imperdibili sono i Casoncelli, pasta ripiena tipica della zona, e la soffice focaccia Spongada, che sprigiona il profumo dei prodotti della terra e della cucina casalinga.

#2 Zavattarello (Pavia): un paesaggio bucolico e medievale nell’Alta Val Tidone

Credits: www.quatarobpavia.it

Nel cuore dell’alta Val Tidone, Zavattarello è un borgo affascinante di mille abitanti. Dominato dall’imponente Castello, il paese appare come “una scultura in armonia con la roccia sottostante”, un capolavoro di architettura medievale che si erge in mezzo a un paesaggio mozzafiato.

Il suo stemma, che raffigura un drago incatenato a guardia di un albero di mele rosse, racconta la storia di un borgo che conserva gelosamente la sua tradizione. Passeggiando tra le strade del centro storico, si percepisce ancora il fascino medievale, con edifici e vicoli che evocano un passato ricco di storie e leggende.

Una visita a Zavattarello non può prescindere da una tappa alla Rocca dei Dal Verme, antica fortezza che fu un’importante scuola di guerra europea. Oggi, la rocca ospita un museo di arte contemporanea.

Se si è di passaggio durante la metà di agosto, non si possono perdere le Giornate Medievali, un evento che rievoca l’antico splendore del paese, con tornei di spada e banchetti a tema che riportano i visitatori indietro nel tempo.

#3 Sabbioneta (Mantova): il borgo rinascimentale Patrimonio dell’Umanità in mezzo alla pianura

Credits: www.turismosabbioneta.org

Sabbioneta, cittadina lombarda che si adagia su un terreno alluvionale nella Pianura Padana, è un gioiello rinascimentale che nel 2008 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, un riconoscimento che ne sottolinea l’eccezionale valore storico e culturale.

Fondata dal nobile Vespasiano Gonzaga, la città fu concepita come una fortezza ideale, con mura possenti e inespugnabili, e una struttura perfettamente geometrica. Sebbene nel corso del tempo molti dei suoi eleganti palazzi siano andati perduti, il patrimonio architettonico e artistico di Sabbioneta resta straordinariamente preservato grazie a mirati interventi di valorizzazione e restauro. Tra le principali meraviglie da visitare, il Palazzo Ducale spicca per le sue sale affrescate e i soffitti lignei intagliati, simbolo della raffinatezza del periodo rinascimentale.

La primavera è la stagione che anima il paese con eventi che spaziano dalla mostra di antiquariato alla festa dedicata ai prodotti enogastronomici locali.

#4 Castellaro Lagusello (Mantova): un castello medievale affacciato sul lago

Credits: borghipiubelliditalia.it

“Un borgo e un paesaggio innamorati l’uno dell’altro, uniti da un singolare laghetto a forma di cuore”: così si descrive il paesaggio da fiaba di Castellaro Lagusello, un incantevole borgo delle Colline Moreniche del Garda, il cui nome stesso evoca mistero e poesia.

Il castello che domina il borgo risale al periodo compreso tra il 1100 e il 1200, e con le sue imponenti mura merlate e le dieci torri, svolgeva una funzione difensiva. Col passare dei secoli, la fortezza ha ceduto il posto a una residenza aristocratica. Oggi, il castello rappresenta una delle attrazioni principali, testimoniando secoli di storia e trasformazioni.

Non solo storia e architettura, ma anche tradizione enogastronomica. Castellaro Lagusello è infatti conosciuto per i suoi pregiati vini Tocai e Merlot, che riflettono la ricchezza del territorio. E in primavera, non perdete la Festa dei Fiori, un evento che colora e anima il centro storico, portando con sé profumi e colori di una stagione speciale.

#5 Lovere (Bergamo): una perfetta unione tra arte e natura sul lago d’Iseo

Credits: visitlakeiseo.info

Immersa in un paesaggio da favola, Lovere incarna alla perfezione il connubio tra arte, storia e natura. Situato sulla sponda occidentale del lago d’Iseo, la sua architettura è un vero gioiello, con monumenti di grande valore. Tra questi spicca la Basilica di Santa Maria in stile gotico, che affaccia sulla piazza principale e custodisce al suo interno preziosi affreschi e opere d’arte. La Accademia Tadini, una delle più rinomate istituzioni culturali della regione, è un altro punto di riferimento, ospitando una ricca collezione di opere d’arte e oggetti d’antiquariato che ripercorrono la storia artistica e culturale del paese.

Ma a rendere Lovere ancora più speciale è il suo rapporto con la natura. Il lago d’Iseo, con le sue acque cristalline, offre uno spettacolo naturale che incanta i visitatori. Il borgo si sviluppa lungo il lago, regalando panorami mozzafiato e un’atmosfera rilassante che invita alla scoperta. Le strette vie acciottolate del centro storico, le piazzette tranquille e i vicoli ricchi di storia rendono Lovere un perfetto “museo all’aperto”, dove arte, cultura e natura si fondono armoniosamente.

#6 Gromo (Bergamo): tra arte, sport e feste popolari nella Val Seriana

Credits: borghipiubelliditalia.it

Classificato ufficialmente come Borgo Medievale e insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano, Gromo è un autentico scrigno di storia e tradizioni, un piccolo centro che si distingue per l’alta qualità della sua offerta turistica.

Situato lungo la pittoresca Valle Seriana, Gromo non è solo un unico nucleo urbano, ma una rete di borgate e agglomerati che si intrecciano nel cuore della montagna. Tra questi, Spiazzi è la frazione più nota, famosa per essere la “località prediletta dagli sportivi e da chi cerca adrenalina”, con le sue piste da sci e le opportunità per escursioni e sport all’aria aperta.

Nonostante le sue dimensioni contenute, Gromo vanta un ricco patrimonio architettonico e religioso, con chiese, palazzi storici e stradine che raccontano secoli di vita e di tradizioni. Il borgo si inserisce in un panorama mozzafiato, dove la natura incontaminata e le montagne circostanti regalano un’atmosfera suggestiva e carica di emozioni.

Le tradizioni locali sono vive e ben radicate, e ogni anno il borgo si anima di eventi popolari. Tra questi, la rassegna “Arti e Mestieri” è un appuntamento imperdibile, dove la piazza principale, Piazza Dante, si trasforma in un vivace mercato del passato, con botteghe e antichi mestieri che rivivono grazie ai maestri artigiani. Un’occasione unica per immergersi nel fascino delle tradizioni di una volta.

#7 Morimondo (Milano): il borgo medievale a pochi passi da Milano

Morimondo
Morimondo

Ed è proprio tra Milano e Novara l’ultimo borgo della nostra classifica. La sua nascita è legata a un gruppo di monaci cistercensi provenienti da Morimond, una località della Borgogna, che nel XII secolo fondarono l’Abbazia di Santa Maria di Morimondo, un imponente esempio di architettura gotica che, ancora oggi, rappresenta il cuore pulsante del borgo.

Passeggiando tra le cascine, i frutteti e le risaie che caratterizzano il paesaggio circostante, si ha la possibilità di scoprire il fascino di un borgo rurale che ha saputo mantenere intatte le sue tradizioni. Le piste ciclabili che si snodano nel territorio permettono di esplorare ogni angolo di questo angolo di Lombardia, immergendosi nella natura che circonda il borgo.

Ogni anno, Morimondo rivive il suo passato medievale grazie a eventi e manifestazioni che coinvolgono sia i residenti che i visitatori. Tra i più attesi c’è la Trecentesca, una rievocazione storica che, ogni mese di maggio, trasforma il borgo in un palcoscenico di costumi e atmosfere medievali, dove la storia prende vita tra giochi, danze e spettacoli.

Continua la lettura con: I 7 piccoli BORGHI più BELLI del NORD Italia

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Il micro-quartiere delle villette dell’ ‘800 all’ombra dei nuovi grattacieli di Milano

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Ph. @mirko.mdr.raimondo IG

Uno dei quartieri più belli di Milano. Pur trovandosi sotto l’ombra dei grattacieli si fa notare in tutta la sua bellezza ed eleganza. Foto cover: Ph. @mirko.mdr.raimondo IG

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# Un quartiere toccato dalla Grande Guerra

credits: @decocinaelaprendiz
IG

Si tratta del quartiere residenziale di Piazza Giulio Cesare: un bellissimo quartiere che si è sviluppato da più di cent’anni ma porta con sé ricordi dolorosi legati alla guerra. Proprio al centro della Piazza si trova la fontana delle Quattro Stagioni, un’avanguardia di giochi d’acqua e statue in mezzo al verde del parco che un tempo segnava l’ingresso monumentale alla Fiera Campionaria. Costruita nel 1927, un anno più tardi venne danneggiata dallo scoppio di un ordigno posizionato all’interno del basamento in ghisa di un lampione all’altezza del palazzo al numero civico 18 della piazza.

Lo scoppio uccise almeno 14 persone e ne ferì più di una quarantina. Non si conosce il numero esatto né i nomi delle vittime anche a causa della censura del regime fascista. Venne stabilito dal regime che si trattava di un attacco antifascista, nessun colpevole venne trovato. Così, il caso venne chiuso e successivamente dimenticato.

# All’ombra dei grattacieli

credits: @lotusgreen
IG

Nonostante il triste passato, Piazza Giulio Cesare ora fa parte di un quartiere molto visitato e valorizzato dai milanesi, grazie anche al quartiere vicino di CityLife, dove si perde il conto delle numerosi villette “all’ombra dei grattacieli“. Tra le prime case costruite nel nuovo quartiere troviamo il Castello Pozzi, affiancato da due bellissime villette antiche con fregi e torrette merlate. Vi è poi Villa Tortoli, posizionata in via Spinola 11, la quale ha subito recentemente nuovi interventi di restauro. Casa Laporte è un altro splendido capolavoro che si può trovare a lato della piazza, così come i due complessi laterali completati nel 1933 con uno stile ecclettico.

La parte occidentale di Piazza Giulio Cesare, verso Piazza Amendola, è la più ricca di ville, villette e palazzine dalle bellissime architetture con splendidi giardinetti a completarne il look elegante.

# Prima poco conosciuta, poi è stata trasformata

piazza d'armi

Prima ancora dell’attacco alla piazza, fino alla fine dell’Ottocento l’area era pressoché disabitata e poco conosciuta. Intorno ai primi anni del Novecento, iniziarono a verificarsi i primi cambiamenti e le prime trasformazioni. Venne costruita la nuova Piazza d’Armi, dopo che la “vecchia” divenne Parco Sempione, poiché qui si trovava già un bersaglio militare (il quale venne spostato lato, dove ora sorge la Torre Aurora). A seguire, venne realizzata anche la “Nuovissima Piazza d’Armi“.

 

Continua a leggere con: L’avanguardismo della FONTANA DELLE QUATTRO STAGIONI di CityLife

SELENE MANGIAROTTI

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Il successo del nuovo direttissimo «Milano-Bolzano»: fermate, orari e costi

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In funzione dal 15 dicembre, il nuovo treno che collega Milano e Bolzano, fa già la differenza nella mobilità tra Lombardia e Trentino-Alto Adige: 2000 passeggeri al giorno.

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Il successo del nuovo direttissimo «Milano-Bolzano»: fermate, orari e costi

# Un nuovo collegamento tra Lombardia e Trentino-Alto Adige

Dal 15 dicembre, il nuovo treno RegioExpress che collega Milano e Bolzano ha già portato una grande innovazione nella mobilità tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Con una media di circa 2.000 passeggeri al giorno, il servizio sta riscuotendo un successo notevole, diventando un’opzione privilegiata per chi si sposta tra le due regioni.

Il RegioExpress, che viaggia a bordo di un moderno treno “Caravaggio” di Trenord, offre un’alternativa rapida e confortevole per i pendolari e i turisti, riducendo drasticamente il tempo di viaggio e l’impegno richiesto rispetto al passato, quando era necessario cambiare treno a Verona.

Il numero di passeggeri giornalieri è una chiara testimonianza della bontà del progetto, che ha già visto una significativa adesione da parte dei viaggiatori, con circa 200 persone che percorrono l’intera tratta da Milano a Bolzano.

# Fermate, orari e costi del Milano-Bolzano

Il RegioExpress Milano-Bolzano offre una serie di vantaggi che lo rendono una scelta ideale per tutti i tipi di viaggiatori. Ogni giorno, il treno parte da Milano Porta Garibaldi alle 6:43, un orario che permette ai pendolari di evitare il traffico mattutino e di arrivare a destinazione in tarda mattinata, alle 10:31. Il viaggio di ritorno è altrettanto comodo, con partenza da Bolzano alle 16:57 e arrivo a Milano alle 20:55.

Il treno “Caravaggio” di Trenord è dotato di 570 posti a sedere, spazi moderni e confortevoli, ideali per chi viaggia per lavoro o per piacere. Ogni carrozza è attrezzata con prese per ricaricare dispositivi elettronici, mentre ci sono spazi dedicati alle biciclette, rendendolo ideale per i pendolari che desiderano portare con sé la bicicletta o per i turisti che vogliono esplorare la regione in modo ecologico.

Il RegioExpress non si limita a collegare Milano e Bolzano, ma si ferma anche in numerose località strategiche lungo il percorso. Tra queste, Milano Lambrate, Pioltello, Treviglio, Brescia, Desenzano, Peschiera del Garda, Rovereto, Trento, Mezzocorona e Ora. Questa rete di fermate rende il viaggio accessibile anche a chi vive o si trova lungo la tratta, consentendo collegamenti rapidi con altre città e destinazioni turistiche popolari, come Trento e il Lago di Garda.

# Un successo che supera le aspettative

I numeri registrati fin dall’inizio sono decisamente positivi. Oltre 2.000 passeggeri utilizzano ogni giorno il treno Milano-Bolzano, un dato che testimonia l’alto gradimento da parte del pubblico. Di questi, circa 200 percorrono l’intera tratta, da Milano a Bolzano e viceversa.

L’assessore regionale ai trasporti della Lombardia, Franco Lucente, ha espresso grande soddisfazione per l’andamento del servizio: «dopo un mese di collegamenti diretti, possiamo certificare il successo dell’iniziativa. Grazie a questo servizio, la Lombardia e il Trentino-Alto Adige sono più vicini, e i viaggiatori hanno dimostrato di apprezzare molto questa nuova offerta». 

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MATTEO RESPINTI

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L’ultima mossa per entrare di sgamo in area B

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La prossima volta mi travesto da metro.

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SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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La mini «zona rossa» in Corso Garibaldi: il pezzettino di strada dove dopo le 22 è vietato anche un gelato

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Maps - Tratto Corso Garibaldi con restrizioni del Comune di Milano

Un pezzettino di via dopo le 22 dove non ci si può nemmeno sedere a un tavolino per gustarsi un gelato, o bere un bicchiere d’acqua. Ma basta fare qualche decina di metri e cambia tutto. Una ordinanza che penalizza alcuni esercenti in lotta da anni contro il Comune di Milano: negli ultimi mesi i controlli delle forze dell’ordine si sono intensificati e le conseguenze per i locali che non rispettano le regole sono pesanti. Si arriva anche alla revoca della licenza. Queste le richieste dei commercianti e la petizione online.

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La folle mini «zona rossa» in Corso Garibaldi: il pezzettino di strada dove dopo le 22 è vietato anche un gelato

# Dalle proteste dei residenti all’ordinanza restrittiva: stop alla vendita di alimenti e bevande dopo le 22 in questo pezzetto di via

Maps – Tratto Corso Garibaldi con restrizioni

Poco più di 100 metri di strada tra Largo la Foppa e Via Marsala. In questo tratto di Corso Garibaldi è dal 2021 che dopo le 22 non ci si può nemmeno sedere all’aperto per mangiare un gelato. Facciamo però qualche passo indietro. Tutto è iniziato nel 2019 quando i residenti del condominio al civico 104 della via avevano ottenuto una prima vittoria al Tar contro il silenzio opposto dal Comune alla richiesta di “ordinanze contingibili e urgenti” per mettere un freno ai rumori causati dal passanti e dai clienti del locali sotto le loro finestre.

L’arrivo della pandemia e il coprifuoco avevano messo in ghiaccio il problema, ripresentatosi nell’estate 2020 con i test dell’Arpa che certificavano decibel ancora oltre la soglia consentita. A quel punto la decisione di Palazzo Marino è stata quella di introdurre regole più stringenti, solo per il tratto del corso “incriminato” con l’Ordinanza Sindacale n. 41/2021 del 04/06/2021: stop alla vendita di alimenti e bevande dalle 22 alle 6, che siano alcolici, acqua o gelato, e all’utilizzo dei dehor da mezzanotte alle 6 tutti i giorni della settimana. 

# Le prime multe e i ricorsi dei titolari dei locali, con la bocciatura da parte del Consiglio di Stato

kateposener IG – Bar Radetzky

Nell’estate del 2023 le prime sanzioni da parte della Guardia di Finanza, poi quelle della Polizia Locale. I proprietari degli undici locali, tra cui lo storico Radetzky, si erano contestualmente uniti per far ricorso al Tar, dichiarato inammissibile, e poi fino al Consiglio di Stato contro il Comune di Milano e la delibera che ha imposto misure ritenute troppo restrittive e che oltre quel tratto di strada non esistono. I giudici hanno però dato ragione a Palazzo Marino. Pertanto l’ordinanza è rimasta, con tutte le conseguenze che ne sono derivate.

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# A rischio decine di posti di lavoro: dopo la terza multa viene revocata la licenza

Corso Garibaldi

Roberto Cassina, titolare di una gelateria sul corso, spiega che quando sono state fatte nuovamente le rilevazioni da parte dell’Arpa «eravamo appena usciti dal Covid, le regole imponevano di non concentrarsi all’interno dei locali e quindi la gente consumava soprattutto all’esterno». Il racconto della sua situazione a Il Giorno: «Sono l’unica gelateria d’Italia a non poter vendere il gelato da passeggio dopo le 22. E sono in centro a Milano. Perché una persona dovrebbe sedersi da me e poi esser cacciato (per evitare multe), quando a 100 metri nessuno ha alcun tipo di restrizione? Tutte le sere veniamo multati, trattati da delinquenti quando vogliamo solo svolgere il nostro lavoro».    

Nel frattempo il canone di occupazione del suolo pubblico è raddoppiato, ma i tavolini possono essere utilizzati due ore in meno. A rischio l’occupazione per il ridotto afflusso di clienti: «Ho 14 dipendenti e se la situazione non cambia entro la primavera dovrò licenziarne 6». Inoltre, se per i primi due anni non c’erano controlli, negli ultimi mesi non c’è giorno in cui le forze dell’ordine non passino a verificare: il rischio è grande, dopo la terza multa è prevista lo stop alla licenza.

# Olimpia, titolare del ristorante Cimmino 104: «Una vera ingiustizia»

Olimpia, titolare del ristorante Cimmino 104, ritiene l’ordinanza una vera ingiustizia dato che le attività distanti solo poche decine di metri dalla sua non hanno le stesse restrizioni. Aggiunge inoltre che, se l’intenzione è quella di mantenere la misura permanente, il Comune di Milano dovrebbe avere il coraggio di proporre una modifica al Regolamento Comunale e non di lasciare in vigore un’ordinanza che dovrebbe essere transitoria. Luca Hu, proprietario di Chinese Box e Agua Sancta, spiega come i suoi locali abbiano perso il 20% del fatturato. Pandenus ha chiuso i battenti. Gli effetti negativi della situazione sembrano riflettersi anche sulle attività commerciali aperte di giorno: il mancato passaggio serale di potenziale clienti davanti alla vetrine riduce la possibilità che questi ritornino nei giorni successivi per fare acquisti.

# La petizione che ha superato le 1.300 firme per chiedere la revoca dell’ordinanza

Petizione Corso Garibaldi

I proprietari dei locali non hanno però gettato la spugna e vanno avanti nella loro battaglia «per denunciare una situazione che riteniamo non solo ingiusta, ma del tutto irrazionale e dannosa per i cittadini e gli esercenti» come scritto nella petizione online che ha già superato le 1.300 firme. Nel testo viene chiesto con urgenza «che venga revocata l’ordinanza del giugno 2021 e che venga ristabilita la parità di trattamento per Corso Garibaldi/Largo La Foppa, equiparando questa meravigliosa zona a tutte le altre zone della città. I cittadini e i commercianti meritano di essere trattati con equità.»

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FABIO MARCOMIN

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In 27 nella stessa casa: le nuove frontiere dell’abitare a Milano

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jason-goodman-unsplash - Co living

Milano: affitti e mutui alle stelle. I primi hanno raggiunto la media di 1.300€ per un monolocale in centro, mentre i prestiti per una casa hanno un tasso di interesse del 7,29% in crescita del 3,95% su base annua. Tutto questo ha un doppio risvolto perché nel momento in cui ci sono sempre meno case da comprare o affittare, quelle disponibili hanno dei prezzi spropositati con un costo che la maggior parte delle persone non riesce a sostenere.

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In 27 nella stessa casa: le nuove frontiere dell’abitare a Milano

# Dalle stanze in affitto al co-living

jason-goodman-unsplash – Co living

In questa situazione molto critica si aprono nuove frontiere per riuscire ad abitare a Milano che chi decide di trasferirsi qui deve mettere in conto. Ad esempio, sempre più spesso agli studenti vengono affittate singole camere e così si ritrovano costretti a vivere all’interno di appartamenti già abitati, oppure appartamenti minuscoli o ancora gli studenti stessi decidono di convivere con dei coinquilini, a volte anche quattro o cinque, per riuscire a sostenere i costi fissi dell’abitazione.

A proposito di ciò, è stato coniato un nuovo termine ossia co-living” o “co-housing che è un modello abitativo nato e pensato per gli anziani, ma che si sta diffondendo anche nelle metropoli e racchiude tutti quegli insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi comuni destinati all’uso collettivo e alla condivisione tra i coresidenti.

# A Milano in 27 nella stessa casa

Cohabs Milano

Tuttavia, questa crisi abitativa può portare anche a soluzioni veramente estreme come quella in cui, sempre a Milano, in una sola casa possono abitare fino 27 persone. L’affitto mensile è di 1.400 euro, un prezzo giustificato in primis dalla grandezza dell’abitazione, si tratta di un intero edificio con un giardino privato accessoriato persino da un barbecue e un forno per la pizza, una sala tv, una lavanderia e una piccola palestra. Sono comprese poi tutte le spese e diversi servizi: bollette, tasse, la pulizia degli spazi comuni, un abbonamento a Netflix e tutti gli eventi organizzati da Cohabs, promotore dell’iniziativa.

Chi sceglie questa soluzione abitativa è spinto dalla curiosità di vivere in un contesto molto particolare condividendo la casa con persone di tante etnie diverse con la quale scambiarsi esperienze di vita. Non è in questo caso una scelta obbligata dai prezzi elevati della città, ma un’esperienza unica anche se bisogna pensare che condividere un’abitazione con altre 26 persone non è affatto una cosa semplice.

# La fuga nelle periferie o fuori città

prolocoopera IG

Un altro esempio è che molti degli abitanti milanesi decidono di trasferirsi nelle periferie limitrofe, dato che con le stesse risorse investite in un bilocale a Milano riescono a permettersi un quadrilocale in una zona più tranquilla della città. Inoltre, al giorno d’oggi sono tanti gli alloggi realizzati in “housing sociale” ossia soluzioni abitative messe in affitto per un target di popolazione con un reddito non adeguato al mercato immobiliare privato, in particolare si tratta di alloggi destinati esclusivamente a persone con un massimo di 25 anni al canone mensile di 6€ al metro quadro e l’accesso a questa locazione è limitato a determinate categorie sociali in possesso di specifici requisiti stabiliti dalla legge.

Questi nuovi modi di abitare riflettono la flessibilità e la multifunzionalità che il vivere moderno porta con sé. I professionisti del settore hanno infatti studiato soluzioni ad hoc per rispondere ai nuovi bisogni cioè per personalizzare ogni abitazione e renderla un posto confortevole in cui passare del tempo di qualità all’insegna del benessere.

Leggi anche: 7 motivi per trasferirsi a Opera

# Camere di hotel o motel per gli studenti: un’altra soluzione alla crisi abitativa?

Credits Ibismilanocagranda IG – Camera matrimoniale Hotel Ibis Milano Ca’Granda

Si può pensare di riservare le camere che rimangono invendute degli hotel e motel sparsi per la città agli studenti, soprattutto durante i periodi nei quali c’è meno affluenza turistica. Oppure si può mettere un limite numerico alle case affittate ai turisti, in modo tale da farle occupare per periodi più lunghi dell’anno a chi veramente ne ha bisogno.

Continua la lettura con: Case: i milanesi preferiscono l’hinterland

MARTA BERARDI

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Salire sulla metro e scendere su una pista di sci? Qui è possibile. Ci sarà questa «linea della neve» anche nel futuro di Milano?

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Maps - Metro della neve

Si portano in spalla sci o snowboard, si prende la metropolitana e si “sbarca” direttamente sulle piste innevate per praticare i tipici sport invernali. Vediamo dove si può fare e quale linea potrebbe partire da Milano per raggiungere i comprensori sciistici. 

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Salire sulla metro e scendere su una pista di sci? Qui è possibile. Ci sarà questa «linea della neve» anche nel futuro di Milano?

# Dove si arriva sulle piste da sci direttamente con la metro

Maps – Oslo-Hormekollen

Una rete di 5 linee, 101 fermate e 85 km. Questa è la metropolitana di Oslo, superata da tempo da quella di Milano ma rispetto a quest’ultima offre un’opportunità davvero particolare: si può salire su un convoglio e scendere direttamente sulle piste innevate. Dal centro città in circa trenta minuti si può arrivare con attrezzatture sulla spalla, sci o snowboard, in due delle più importanti stazioni dedicate allo sport invernale

# La linea T1 porta al tempio dello sci nordico e al Vinter Park con  l’unico super pipe olimpico al mondo aperto al pubblico

holmenkollen_skimuseet IG

All’omonima fermata Hormekollen della linea T1 c’è il tempio dello sci nordico dove praticare sci di fondo e salto degli sci, con il trampolino, c’è anche lo stadio dedicato al biathlon e il Museo dello sci. Sulla stessa linea, a circa 14 km dal centro, c’è il Vinter Park di Tryvann dove divertirsi con lo sci alpino: a 531 metri di altezza con 18 piste dalla verde alla nera, 11 impianti di risalita tra cui 3 seggiovie, un half-pipe e l’unico super pipe olimpico al mondo aperto al pubblico. 

 

 
 
 
 
 
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# Una metropolitana della neve anche a Milano? Queste le due fermate

Maps – Metro della neve

In futuro si andrà a sciare prendendo la metropolitana da Milano? A Londra l’Elizabeth Line si estende su 136 chilometri di lunghezza. Non solo: sovrapponendo il territorio della capitale inglese con la Città Metropolitana di Milano la rete potrebbe raggiungere molti dei comuni e delle città anche di altre province. Tra le località più vicine dove praticare sport invernali ci sono i Piani di Bobbio nel lecchese e Foppolo nel bergamasco. Si potrebbe quindi ipotizzare una linea metropolitana express della neve, identificata dal colore bianco, dalla Stazione Centrale e con una fermata per ognuna delle destinazioni: la prima a circa 55 km di distanza e la seconda dopo altri 24 km. Qualcosa forse impensabile alle nostre latitudini ma che altrove, come in Gran Bretagna, nel Nord Europa, a Dubai o in Cina è (quasi) all’ordine del giorno. 

Leggi anche: Se a Milano ci fosse la stessa rete metropolitana di Londra si potrebbero raggiungere queste località

Continua la lettura con: 5 linee no-stop di lusso da Milano per le mete più strategiche

FABIO MARCOMIN

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Il «laghetto dei riflessi»: un angolo da Oscar a pochi chilometri da Milano

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Credits: @ ballachetipassa IG

Ma il successo ha sempre un prezzo e, in questo caso, c’è anche un risvolto a tinte fosche.

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Il «laghetto dei riflessi»: un angolo da Oscar a pochi chilometri da Milano

# Il «laghetto dei riflessi» di Ricengo 

Credits: moviemaps.org

Un piccolo lago della campagna cremasca, vicino al fiume Serio, diventato una star del Cinema. Un luogo affascinante che ha raggiunto la celebrità per l’ambientazione di alcune delle scene del film “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino vincitore del Premio Oscar nel 2018 (con tre nominations). Stiamo parlando del Laghetto dei Riflessi.
Lo si raggiunge attraverso un breve sentiero che parte dalla stradina asfaltata che collega Ricengo con le periferia di Crema. Si può passeggiare su circa la metà delle sue sponde e ci sono postazioni per il pic-nic. 
A breve distanza si trova anche un’ampia e scenografica cascatella del vicino fiume Serio.

# L’altra faccia del successo: un luogo incontaminato che viene violato

Credits: @daveh00d IG

La notorietà raggiunta dal Parco del Serio e, in particolare, dal suo Laghetto dei Riflessi ha fatto sì che i visitatori aumentassero in modo esponenziale.

Ma molti ignorano un divieto: il Laghetto dei Riflessi non è balneabile. Questo fu stabilito e approvato già da diversi anni dallo specifico regolamento di fruizione.

Ci si potrebbe chiedere: “perché i visitatori ignorano questo divieto se è specificato?”. E il problema è proprio qui: degli incivili si divertono a distruggere i cartelli segnalatici e a non rispettare le altre norme, contribuendo alla diffusione di bagni vietati, festini e atti di vandalismo.

# Un luogo naturale da preservare e valorizzare

Credits: @toniomargiotta IG

Eppure, il divieto esiste e vuole tutelare i visitatori e la loro sicurezza. Infatti, sono aree non sorvegliate e pericolose anche per i nuotatori più esperti.

Ma non solo: l’utilizzo di queste aree può disturbare la sua fauna, che si allontanerebbe dalle proprie zone di alimentazione e nidificazione. Un laghetto da visitare,  sì, ma in punta di piedi.

 

Continua la lettura con: Il LAGO ALPINO più bello del mondo è a 3 ORE da MILANO

ALESSIA LONATI

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I 7 super formaggi della Lombardia

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olfomager IG - Pannerone

Formaggi lombardi & co: perché la Lombardia è la regione che ha più formaggi in Italia, uno tra tutti la Rosa Camuna simbolo della Regione. Amanti ed estimatori dei formaggi ecco una guida ad alcuni formaggi della nostra regione che vanta il maggior numero di prodotti caseari con ben 137 tipi di formaggio, con una produzione casearia antica e ben radicata sul territorio. Perché ” la bocca l’è minga stracca se la sa no de vacca”.

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I 7 super formaggi della Lombardia

#1 Taleggio, il formaggio della omonima valle

Stefano Corrada – Taleggio 

Prende il nome dall’omonima valle bergamasca ed è prodotto in forme basse e rettangolari con una crosta esterna solitamente beige o rossastra. Odore deciso e pasta morbida, viene prodotto anche in altre regioni come il Piemonte. Grazie alla sua cremosità si presta a molte preparazioni culinarie come il risotto

Leggi anche: ITALIA, Campioni del Mondo dei FORMAGGI: la classifica definitiva

#2 Casera e Bitto DOP, le eccellenze della Valtellina 

formaggicapoferri IG – Bitto dop

Il primo, dal sapore molto delicato viene usato soprattutto per condire i famosi pizzoccheri, una pasta lunga lavorata con grano saraceno. Il secondo è un formaggio a pasta dura dalla stagionatura lunghissima, fino a 10 anni, che gli conferisce sapore molto deciso specialmente nelle forme con stagionatura più matura. 

#3 Pannerone di Lodi, il formaggio simile alla panna

olfomager IG – Pannerone

Questo formaggio, appartenente alla ricca schiera dei Pat presenti in regione, ossia prodotti agroalimentari tradizionali, ha la particolarità di essere lavorato senza la fase della salatura. Per tale motivo risulta essere lattiginoso e simile alla panna da cui il suo nome deriva.

Leggi anche: Dolce, amaro, senza sale, con le BOLLICINE “ALCOLICHE”: alle porte di MILANO si produce il FORMAGGIO “CHAMPAGNE”

#4 Strachitunt dop, il cugino del Gorgonzola 

latteria_castelnovo IG – Strachitunt dop

Deriva dallo stracchino questo formaggio a pasta molle prodotto in val Taleggio e che significa stracchino tondo. Si differenzia dallo stracchino perché questo è un formaggio erborinato, dal retrogusto quasi piccante dovuto alle muffe che lo caratterizzano: per questo assomiglia al gorgonzola anche se ne differisce per la pasta interna più compatta.

#5 Nostrano della Valtrompia e Silter dop, le eccellenze casearie bresciane

borgolagallinaccia IG – Nostrano dop

Il primo, prodotto nell‘omonima valle, viene lavorato con l’aggiunta di zafferano che dona alla pasta un bel colore giallognolo. Viene usato per il ripieno dei casoncelli, tipica pasta fresca a forma di mezzaluna. Il secondo, prodotto in Val Camonica, prende il nome dai Silter ossia le strutture tipiche in cui viene stagionato. È infatti un formaggio a pasta dura dal sapore dolce e dai profumi che richiamano le erbe aromatiche di montagna.

Leggi anche: Le 5 ragioni che rendono Milano una capitale mondiale del FORMAGGIO

#6 Rosa Camuna, il fiore della Lombardia 

mosca1948 IG – Formaggio Rosa Camuna

Formaggio tipico della Val Camonica, prende il nome dai Camuni popolazione antichissima che popolò questi luoghi ed il cui simbolo era una rosa, la stessa che è oggi il simbolo della regione Lombardia e che è riprodotta sulla crosta di questo formaggio dalla caratteristica forma a fiore

#7 Grana Padano dop, dall’anno 1000 fino ai giorni nostri 

justbefoodie IG – Grana Padano

Formaggio prodotto soprattutto in provincia di Mantova, è comunque altamente diffuso anche in altre regioni come il Piemonte, il Trentino Alto Adige e parte dell’Emilia Romagna. Ha una tradizione millenaria risalente addirittura ai monaci cistercensi di Chiaravalle a Milano che, per conservare il latte in esubero, escogitarono la produzione di un formaggio che durasse nel tempo. E infatti il tempo lo ha fatto giungere fino ai giorni nostri.

Leggo anche: Il Grana Padano è nato a CHIARAVALLE 

Continua la lettura con: FASHION FOOD: i CIBI più TRENDY a MILANO

ALESSANDRA GURRIERI

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I 7 quartieri più malfamati d’Italia

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Credits: vi.be___IG - Forcella

Dal “Bronx” al “Quartiere dei morti ammazzati” fino alla “culla della criminalità siciliana”. Tutte le grandi città hanno quartieri in cui è fortemente sconsigliato mettere piede. Ecco quali sono i più pericolosi.

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I 7 quartieri più malfamati d’Italia

#1 Porta Palazzo, il lato oscuro di Torino in centro città

Credits: crisonmars IG – Porta Palazzo

Come tutte le grandi città anche Torino ha dei quartieri da cui è meglio stare alla larga. Porta Palazzo è forse quello peggiore, pur trovandosi in pieno centro. È la piazza del mercato principale della città, una dei mercati più grandi d’Europa, ed è anche piazza di spaccio, di rapina, di microcriminalità di ogni genere nonostante la quasi totale assenza di segni di degrado nella zona.

 

#2 Quarto Oggiaro, il “Bronx” di Milano

Credits: palazzi_popolari IG – Quarto Oggiaro

Nella periferia nord-ovest di Milano troviamo Quarto Oggiaro, meglio conosciuto con gli appellativi di “Bronx” o “Barbon City”. Un conglomerato di case popolari, con quasi 50 mila abitanti, dove si sviluppano le principali attività criminali della città. Il fenomeno che più identifica il quartiere è il coinvolgimento di minorenni nel traffico illecito di stupefacenti, soprattutto metanfetamina, e qui la dispersione scolastica arriva al 30%. 

 

#3 Begato, il “Quartiere dei morti ammazzati” di Genova

Credits: pasto_22 IG – Begato Genova

Il quartiere di Begato, nella periferia nord di Genova è stato ribattezzato il “Quartiere dei morti ammazzati” per l’alto numero di omicidi. Al suo interno vivono circa 2.500 persone di cui una percentuale superiore al 75% si trova ai servizi sociali. All’inizio di quest’anno è iniziata la demolizione della “Diga Rossa” e della “Diga Bianca”, i due palazzi simbolo del degrado del quartiere abitati da oltre 400 famiglie e ora sistemate in altre case popolari del capoluogo ligure.

 

#4 Il Serpentone Corviale di Roma, tristemente noto per lo spaccio di droga 

Credits: mori_pori
IG – Serpentone Corviale

Il luogo simbolo del Serpentone Corviale, nella periferia ovest della capitale, è l’enorme palazzo che si snoda per centinaia di metri. Già dagli anni ’80 è stato segnato da degrado e spaccio, soprattutto di cocaina, e da l’occupazione continua degli appartamenti. La Regione Lazio e il Comune hanno lanciato un progetto di recupero con la costruzione di 103 nuovi appartamenti. 

 

#5 Il quartiere Forcella, casa del clan del boss Giuliano, è il più pericoloso di Napoli

Questo Rione del capoluogo campano è segnato da un altissimo tasso di disoccupazione, di abbandono scolastico e criminalità. Si è abituati a pensare, anche per le notizie di cronaca, che siano i Quartieri Spagnoli e le Vele di Scampia le zone peggiori di Napoli. Sicuramente non sono luoghi molto raccomandabili, ma il più pericoloso in assoluto è Forcella, noto anche per essere la casa del clan a cui apparteneva il boss Giuliano. 

 

#6 Il quartiere Zen di Palermo, il fortino controllato dalla microcriminalità 

Credits: giuliafoscariwr IG – Zen Palermo

Il quartiere Zen di Palermo è famoso per essere una specie di fortino controllato a ogni ingresso e resta ancora lasciato quasi a se stesso nonostante i numerosi tentativi di recupero. Qui si registra uno dei tassi di abbandono scolastici più alti d’Italia, con il 75% dei ragazzi che smettono di studiare e il cui approdo più frequente è la microcriminalità.

 

#7 Il quartiere Librino a Catania, “la culla della criminalità siciliana”

Credits: zolta_zlt – Librino

Sempre in Sicilia, Librino è un quartiere cosiddetto satellite con enormi palazzi bianchi nella periferie sud-occidentale di Catania. Da decenni qui il traffico di armi e droga e gli omicidi sono all’ordine del giorno, a tal punto da essere definito “la culla della criminalità siciliana”.

 

Fonte: Sputniknews

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FABIO MARCOMIN 

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Lavorare in Svizzera abitando in Italia? Queste sono le 5 «capitali» dei frontalieri

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Ph. @rsisport IG

Il sogno di molti: vivere in Italia lavorando in Svizzera. Dove uno stipendio medio è 5 volte quello italiano. Ma quali sono i centri privilegiati dai frontalieri?

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Lavorare in Svizzera abitando in Italia? Queste sono le 5 «capitali» dei frontalieri

#1 Como, la regina del lago

Como – Ph. Maurizio Moro

Non si può che partire da Como: dal centro sono appena 5 i chilometri che la separano dal confine svizzero con Chiasso. Qualità della vita molto elevata, tra i quartieri da citare il centro storico con la Basilica e il Tempio Voltiano, la zona del lungolago, con giardini, ville storiche e spazi verdi e infine la zona Borghi, più tranquilla e residenziale. Collegata in maniera ottima con la Svizzera tramite treni giornalieri, verso la vicina Chiasso, Locarno e Zurigo e tramite l’autostrada A9. E a 50 minuti da Milano. Offre anche molti luoghi straordinari nei dintorni, sul lago o nelle vallate al confine con la Svizzera. 

Leggi anche: 10 MOTIVI per passare una giornata a COMO

#2 Varese, la Città Giardino

Credits: @vareseturismo
Belvedere di Tornavento

A separare il centro di Varese dalla Svizzera ci sono invece poco più di 10 chilometri di SP3. Dalla Dogana del Gaggiolo a Mendrisio ce ne sono altri 20. Ben collegata anche tramite treno. Soprannominata la Città Giardino per i meravigliosi parchi che ospita al suo interno e per il verde che la circonda, Varese offre tutti i servizi necessari quali scuole, ospedali e centri commerciali. I quartieri migliori dove vivere, oltre al centro storico, sono quello di Casbeno e quello di Bizzozero

#3 Sondrio, il piccolo capoluogo alpino della Valtellina

Credits nicotom IG – Sondrio

Più distante sia dalla Svizzera che dall’area metropolitana di Milano c’è Sondrio. Il primo centro oltre il confine si raggiunge in 30 minuti tramite la SS38. Il piccolo capoluogo alpino immerso nella Valtellina è ideale se si vuole vivere con un ritmo lento e rilassato anche perché circondato da paesaggi suggestivi dove possibile praticare numerose attività all’aperto. Insieme al centro storico, si può scegliere di andare a vivere in uno dei quartieri residenziali distanti pochi passi.

Leggi anche: Milano vista dalla VALTELLINA

#4 Verbania, sulle rive del Lago Maggiore

alexandra_tuffi93 IG – Verbania

Spostiamoci in Piemonte sulle rive del Lago Maggiore, a Verbania. Qualità di vita eccellente per il capoluogo della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, con un equilibrio perfetto tra la vita cittadina e la natura grazie allo scenografico lungolago e agli ampi spazi verdi. Ben collegata con la Svizzera tramite la SS34, i bus e la navigazione del lago con la quale arrivare ad esempio a Locarno, situata situata sulle sponde del lago. Tra i quartieri più grandi e con più servizi fuori dal centro Intra e Pallanza

#5 Domodossola, perfetta per chi ama la tranquillità

Piazza Mercato – Domodossola

L’ultima “capitale dei frontalieri” da considerare è Domodossola. Uno dei comuni principali della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, si trova al centro della Val d’Ossola e per andare oltre confine è possibile usare i treni che attraversano il Traforo del Sempione verso Locarno, Briga, Ginevra e Basilea oppure l’auto percorrendo la E62. Si estende per poco meno di 40 kmq ed è perfetta per chi ama la tranquillità e un’alta qualità della vita pur rimanendo lontano da grandi centri.

Leggi anche: Una storia di libertà: i 40 giorni della REPUBBLICA dell’OSSOLA

Fonte: idealista 

Continua la lettura con: Il “VILLAGGIO più BELLO della Svizzera” è a un’ORA da Milano

FABIO MARCOMIN

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Queste sono le 5 zone più sicure di Milano

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Ph. @milanesando IG

Non tutta Milano è così pericolosa come sembra. Secondo il crime index, indice calcolato da Wikicasa, queste sono le zone più sicure di Milano. Cover: @milanesando IG

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Queste sono le 5 zone più sicure di Milano 

Quali sono le zone “oggettivamente” più sicure di Milano? La risposta ce la dà l’indicatore WCI (Wikicasa Crime Index), sviluppato da wikicasa per i professionistil del settore e che misura la sicurezza delle città e dei quartieri. L’indice calcola l’incidenza di ogni reato documentato per ciascun quartiere di Milano, assegnando un coefficiente diverso per ogni tipologia di reato, dal disturbo della quiete pubblica fino all’omicidio. Più basso è l’indice, più sicura risulta la zona. 

#5 Quadrilatero della Moda e Porta Vigentina (pari merito)

credits: it.wikipedia.org

Ex aequo per il cuore del commercio di lusso di Milano e uno dei quartieri con la qualità della vita più alta: Montenapoleone/Quadrilatero della Moda e Bianca di Savoia/Porta Vigentina. Wikicasa Crime Index = 12,54.

#4 Centro storico: Guastalla, Crocetta, Tribunale

Credits: @milanoclik
Giardini della Guastalla

A ridosso del podio si rimane nel centro di Milano. Il quadrante che comprende Guastalla, Crocetta e Tribunale risulta più sicura rispetto alla stessa Piazza del Duomo. Wikicasa Crime Index = 12,17.

#3 San Siro: Trenno e Bosco in Città (la meno pericolosa in periferia)

Anche in periferia si può stare tranquilli. In particolare, nel Municipio 7 a San Siro, nella parte compresa tra Trenno, Bonola e Bosco in Città. Wikicasa Crime Index = 12,11. Una delle aree più verdi della città, in forte espansione dal punto di vista immobiliare, e ben collegata con la metropolitana.

#2 Via XX Settembre, Pagano e Magenta 

Maps – Via Venti Settembre

Al secondo posto si trova l’area compresa tra via Venti Settembre, Pagano e Magenta. Tra le più eleganti di Milano con viali alberati, ville e palazzi d’epoca, è anche la più sicura tra le zone più centrali. Wikicasa Crime Index = 11

Leggi anche: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

#1 The winner is: Maggiolina e Villaggio dei Giornalisti

E pensare che esiste il luogo comune che sia un quartiere stupendo ma a rischio furti, per il fatto che è costituito per lo più da villette isolate. E invece risulta la zona più sicura di Milano: comprende i quartieri di Maggiolina e il Villaggio dei Giornalisti, dove ci sono le caratteristiche case a igloo, fino ad arrivare a Istria.  Una delle aree a prevalenza residenziale di Milano curiosamente non lontana dall’area considerata più critica, quella della Stazione Centrale. Wikicasa Crime Index = 8,48. 

Continua la lettura con: Le zone dove i milanesi si sentono più in pericolo

FABIO MARCOMIN

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Treni nel mondo: le novità più straordinarie per il 2025 (tre saranno in Italia)

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Il super treno cinese

I viaggi i treni si stanno riprendendo la scena alla grande anche per lunghi tragitti grazie all’aumento della velocità commerciale e delle proposte esclusive a bordo. Scopriamo le novità più interessanti in arrivo nel 2025 anticipate dalla CNN.

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Treni nel mondo: le novità più straordinarie per il 2025 (tre saranno in Italia)

# Arriva il treno superveloce cinese: a 400 km/h da Pechino e Shanghai in sole 2 ore e mezza

CRRC – Treno CR450

In meno di due decenni, la Cina ha costruito la rete ferroviaria ad alta velocità più estesa al mondo, superando paesi come Giappone e Francia. Nel 2025 è prevista l’introduzione dei nuovi treni CR450, evoluzione dei Fuxing, capaci di raggiungere la velocità di 452 km/h  durante i test, con una velocità operativa prevista di 400 km/h. Questi treni potrebbero ridurre il viaggio tra Pechino e Shanghai da quattro a due ore e mezza, anche se restano alcuni interrogativi sull’effettiva fattibilità tecnica ed economica. L’aumento di velocità richiede infatti maggiore energia, manutenzione e vigilanza. 

# Dream of the Desert: un viaggio intimo ed esclusivo di 1.300 km tra lusso e paesaggi mozzafiato

Arsenale S.P.A.-Saudi Arabia Railways – Dream of desert

In Arabia Saudita a novembre 2025 arriva il Dream of the Desert, un treno di lusso che promette di trasformare il turismo ferroviario del Paese. Composto da 41 cabine su misura, il treno può ospitare fino a 80 passeggeri e garantire un’esperienza intima ed esclusiva. Lungo un itinerario di circa 1.300 km da Riyadh ad Al Qurayyat, vicino al confine con la Giordania, si passa attraverso paesaggi desertici e montuosi mozzafiato. Tra le meraviglie da ammirare c’è la Riserva naturale reale Re Salman Bin Abdulaziz, mentre a bordo si può godere di un’esperienza culinaria unica, con piatti sauditi e internazionali preparati da chef di fama mondiale. 

# Il Britannic Explorer: in viaggio dal Galles alla Cornovaglia a bordo di convogli Art déco con cucina stellata

Britannic Explorer

A luglio 2025 è programmato il Britannic Explorer, gestito da Belmond, un nuovo standard di lusso per i viaggi in treno nel Regno Unito pronto a sfidare il celebre Royal Scotsman. La partenza è da Londra e sono previsti per itinerari verso il Galles, il Lake District e la Cornovaglia. Il servizio viene fornito da carrozze degli anni ’80 riqualificate, ogni convoglio è dotato di 18 cabine eleganti, tra cui tre suite, interni Art déco ispirati ai paesaggi delle destinazioni. A bordo un cocktail bar, una carrozza panoramica e persino una spa. La cucina è curata dallo chef stellato Simon Rogan, con menù sostenibili basati su ingredienti stagionali e locali. 

# Oriente Express – La Dolce Vita: a bordo di cabine di lusso ispirate ai designer degli ’60 e ’70 dal nord al sud dell’Italia

orient.express.com – Suite con paessaggio Dolce Vita

Il 2025 è l’anno del debutto del treno di lusso Orient Express – La Dolce Vita, creato dal gruppo Accor Hotels, pensato per offrire un’esperienza di viaggio esclusiva lungo oltre 16.000 km di linee ferroviarie alla scoperta dei luoghi storici del Paese. Previsti percorsi attraverso 14 regioni italiane e 3 destinazioni internazionali, con sei itinerari regolari, toccando località quali Venezia, Roma, Matera e Palermo, incluso un suggestivo passaggio sullo Stretto di Messina. Le carrozze, bar e cabine di lusso, offrono servizi a cinque stelle, cucina italiana e vini pregiati e sono ispirate al design italiano degli anni ’60 e ’70, alle influenze dei grandi creativi come Carlo Scarpa, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Ignazio Gardella e Riva Aquarama. I prezzi partono da circa 2000 euro a persona e in futuro sono in programmata tratte internazionali verso Parigi, Istanbul e Spalato.

Leggi anche: ORIENT EXPRESS – La Dolce Vita: le nuove tratte in arrivo per il treno più lussuoso del mondo

# Il viaggio notturno a bordo dell’European Sleeper da Venezia a Bruxelles

Europeansleeper – Good Night Train

Il 5 febbraio 2025 è prevista la partenza del primo treno notturno della tratta Bruxelles-Venezia, con un percorso tra Paesi Bassi, Germania e Austria, della giovane compagnia European Sleeper. Le fermate dei Good Night Train sono: Anversa, Rotterdam, Utrecht, Colonia, Monaco di Baviera, Innsbruck, Bolzano e Verona. Un servizio pensato per le vacanze scolastiche e l’alta stagione degli sport invernali e per offre un’opzione di viaggio sostenibile e piacevole per il famoso carnevale di Venezia. I treni mettono a disposizione scompartimenti letto, cuccette e sedili reclinabili, Wi-Fi e prese per ricarica dei dispositivi elettronici. Il viaggio ha una durata prevista di circa 20 ore, operativo due volte alla settimana nei mesi di febbraio e marzo.

# Il ritorno dell’alta velocità tra Milano e Parigi

Credits brian_en_tramway IG – Frecciarossa Gare de Lyon

Se alla fine del 2024 c’è stato il primo storico viaggio veloce tra Parigi e Berlino, collegate ora in 8 ore invece di 14, nel 2025 è atteso il ritorno dell’alta velocità tra la capitale francese e Milano. Il collegamento è stato interrotto nell’estate 2023 a causa di una frana e progressivamente ripristinato in modo parziale grazie alla combinazione di un servizio trano più bus. La compagna ferroviaria francese Sncf ha annunciato durante la 67/a riunione della commissione intergovernativa Italia-Francia che la ripresa integrale è prevista tra il 15 marzo e il 30 marzo, al più tardi nel mese di aprile.

Leggi anche: Da Milano a Parigi in treno con l’alta velocità: la data del ripristino di tutta la linea

Fonte: CNN

Continua la lettura con: La prima corsa del nuovo treno veloce Berlino-Parigi: quando Milano completerà il triangolo?

FABIO MARCOMIN

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Quando a Milano ci si dava appuntamento al Transatlantico

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Durante i decenni a cavallo del boom economico i milanesi erano soliti darsi appuntamento con amici e parenti qui. 

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Quando a Milano ci si dava appuntamento al Transatlantico

# Un luogo di incontro per i milanesi

Credits: Andrea Cherchi – Stazione Centrale

La Stazione Centrale è considerata una delle più belle al mondo dal punto di vista architettonico: la sua inaugurazione avvenne nel 1931 su progetto dell’architetto Ulisse Stacchini, in sostituzione della precedente stazione centrale che sorgeva nell’attuale piazza della Repubblica. Pochi sanno che è stata per decenni un luogo di incontro per milanesi, amici e parenti in partenza per un viaggio o in arrivo a bordo di un treno. Ma in in punto ben preciso definito in modo molto evocativo. 

# Ci vediamo “alla nave” o “al transatlantico”

Credits Milano sparita e da ricordare Fb – Stazione Centrale

Stiamo parlando di un punto particolare dell’edificio, all’interno della galleria illuminata dalla luce proveniente dalle vetrate e arricchita dai mosaici al piano binari, conosciuto da tutti come “la nave” o “il transatlantico”. Qui si trovava infatti un modellino di transatlantico bianco in scala 1:50 protetto da una teca di cristallo, riprodotto nei minimi dettagli: i ponti della prima classe, le antenne, i grandi camini, le scialuppe di salvataggio e gli oblò. Durante i decenni a cavallo del boom economico i milanesi erano soliti darsi appuntamento qui.

Leggi anche: La STAZIONE CENTRALE è la stazione più GRANDE d’Europa

# La scomparsa della nave e le versioni conosciute

Molti si chiedono dove sia andata a finire e vorrebbero rivederla al suo posto: nel film “La vita agra” con Ugo Tognazzi si può vedere come si mostrava all’epoca, anche se oggi con la stazione rivoluzionata dai tapis roulant lo spazio sarebbe forse un po’ esiguo. 

Questi alcuni commenti sulla pagina facebook “Milano Sparita e da ricordare“:

Nata e cresciuta a Milano, quando andavo alla Stazione Centrale era una festa e mi soffermavo a guardare il modello della nave con grande attenzione! Mi attiravano gli oblò e gli arredi piccolissimi delle cabine e tutto il resto ! Mi è rimasto un bellissimo ricordo della nave!” – Cit. Gabriella d’Ambrosio

La ricordo benissimo, ma ero molto piccolo mi ci portava mio papà per vedere i treni, che tempi andati.” – Cit. Enrico Tessaro

Non capisco perché hanno tolto questo transatlantico, una cosa stupenda e punto di riferimento, con tutte le brutture che ci sono , era più bella prima la stazione , adesso è un labirinto.” – Cit. Mila Sarta

Credits remocontro – Modellino Doria

Sulla natura e sulla relativa scomparsa del modellino di sei metri si conoscono almeno due versioni.

Una sostiene che replicasse in scala la mitica Andrea Doria (in foto), realizzato dalla Ditta Giacomo Patrone nel 1952, per poi essere esposto negli atri delle principali stazioni ferroviarie italiane e infine ritirato dopo la tragedia per essere recuperato e restaurato alla fine degli anni ’90. Un’altra parla della nave Michelangelo, una delle due navi “gemelle” costruite dopo la Doria, prima finita in un magazzino e poi trovato dalla Costa Fortuna che l’ha rimesso a nuovo.

Continua la lettura con: Nuova luce per la “NAVE”, il PALAZZO ICONA di corso Italia (Fotogallery)

FABIO MARCOMIN

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La metro di Milano poteva essere la prima al mondo. Ma poi è successo questo

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Credits: milanodavedere.it Tram sotterraneo

La Metropolitana Milanese poteva nascere addirittura prima di quella di Londra, quando Milano era in Austria. Ripercorriamo la sua storia ad ostacoli. 

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La metro di Milano poteva essere la prima al mondo. Ma poi è successo questo

# Milano asburgica: la Milano-Monza e la prima idea di una metropolitana

Credits: flickr.com
Duomo

Durante l’Ottocento Milano è una città che sta progettando la sua espansione, sotto la guida degli Asburgo. Una semplice via tramviaria, la Milano-Monza, fa il proprio esordio sul territorio milanese, portando una via moderna, veloce e che apre nuovi orizzonti mentali e culturali per i cittadini, destando l’innata curiosità della popolazione milanese: nasce così l’impulso di esplorare nuovi orizzonti.

Forse non tutti sanno che, quando Milano era in Austria, già si parlava di una linea metropolitana per la città. Sotto il dominio di Maria Teresa d’Austria, Milano prende le caratteristiche che segneranno la città per i due secoli a venire, compreso l’essere antesignana di tutte le novità per il territorio italico.

# L’antesignana della metro: interrare l’ippovia

Credits: metroricerche.it
Progetto Brocca 1873

L’ingegner Carlo Mira fa proprio nel 1856 il primo tentativo per interrare, sotto il livello stradale, le ippovie del centro cittadino. Un complicato progetto di deviazione dei Navigli nel canale Redefossi viene approvato nel 1863 dal generale Gandini, dopo che questi ha assistito all’inaugurazione della metropolitana londinese. Il primo progetto, però, viene accantonato per problemi tecnici ed economici. Nel 1873 viene ripreso da Giovanni Brocca, che riparte dal laghetto di S. Marco per creare una specie di sotterraneo destinato a sede di una ippovia a doppio binario. La soluzione non piace all’amministrazione comunale: il cavalier Belinzaghi sentenzia che «mettere la tranvia così in basso, diventa esteticamente cosa poco simpatica».

Si deve aspettare la Grande Esposizione Universale del 1881, affinché l’architetto Brocca faccia un secondo tentativo, questa volta direttamente al Governo di Roma che però boccia di nuovo l’idea. Siamo ancora lontani dall’elettrificazione delle vie tramviarie ed ogni progetto risulta troppo oneroso o di difficile praticabilità, per quelle che sono le possibilità tecniche dell’Italia neo-unificata di allora.

# 1903: il progetto di una rete sotterranea per unire le stazioni di Milano

Credits: milanodavedere.it
Tram sotterraneo

Milano segue comunque la sua vocazione, quella di misurarsi con le realtà estere piuttosto che farsi fermare dalle difficoltà dell’Italia. Anche se ci vorrà oltre mezzo secolo, dopo aver visto i “tube” di Londra, i progettisti di Milano capiscono che la via maestra è quella di rendere il trasporto pubblico libero dal traffico di superficie, interrandolo. Nel 1903 Carlo Castiglioni e Leopoldo Candiani lanciano un progetto di ispirazione londinese, per creare una rete metropolitana interrata che serva le principali stazioni ferroviarie. Lo scopo è, come a Londra, di unire tra loro nuove stazioni a Est e Ovest della città, interrando le vetture elettrificate, sia per il trasporto delle persone che delle merci. Anche questo progetto viene rimaneggiato, pensando di far confluire il traffico ferroviario in un unico punto in superficie, cosa che getta le basi per la futura Stazione Centrale di Milano.

# Milano e milanesi si autofinanziano: via ai lavori nel 1956

Le vicende dopo il 1903, con il fascismo e la guerra, hanno decisamente influito a rimandare questo progetto. I sogni, però, non si possono fermare: quando i milanesi si mettono in testa di realizzare una cosa, semplicemente si concentrano e trovano il modo di realizzarla. Ed è proprio così che, autofinanziandosi tra cittadini ed amministrazione, nel 1956 finalmente si parte. Una squadra di 900 operai inizia a concretizzare il sogno, mettendo sul piatto anche innovazioni tecnologiche. Dopo quasi un secolo di progettazione, ritardi e ripensamenti, il 14 gennaio del 1955 il ministero dei Trasporti finalmente da parere favorevole e nasce la Società MM il 6 ottobre 1956. Il 12 giugno 1956 erano intanto iniziati i lavori che, pur ispirati ai progetti dell’estero, prevedono tratti personalizzati per la città.

# La realizzazione a tempi record

Credits: metroricerche.it
Metodo Milano per MM

I lavori portano a scavare tunnel che posizionano i binari al piano, ma con un soffitto di non meno di 8 metri per le stazioni e non meno di 3 in galleria, ricalcando l’esecuzione di Londra di fine ‘800. Questa realizzazione ha sconvolto il traffico di superficie, ma ha reso possibile lo scavo di due trincee contemporaneamente, grazie alla primaria realizzazione dei piedritti, poi lo scavo vero e proprio con conseguente consolidamento e getto della galleria. Infine il ripristino della viabilità superficiale, mentre nel sottosuolo continuano i lavori di realizzazione. Vengono istituiti 3 turni e si lavora h24, in modo da velocizzare tutta la fase per portare la superficie alla condizione normale e il risultato è qualcosa di straordinario: meno di un anno per realizzare il tratto Via Dante-Piazza Cordusio, durante il quale tutta la viabilità di tram e filovie è spostata o poggiata su ponti militari di tipo Bailey. Tutti gli scavi hanno interessato molti palazzi storici, le cui fondamenta sono state rimodernate e consolidate per sopportare sia le gallerie, sia le future vibrazioni dei treni.
Inizialmente pensata con ingressi senza mezzanini, MM Metropolitana Milanese fa dietrofront e adotta questa soluzione, che allunga i tempi di realizzazione.

# Le criticità anche moderne

Le criticità maggiori si sono riversate sulla cittadinanza. I lavori hanno ridotto all’isolamento molte attività economiche, alcune addirittura hanno chiuso, segno che l’allungamento dei tempi di realizzazione nuoce, come oggi, al sistema città. La rifinitura degli interni viene affidata a Franca Helg e Franco Albini, la grafica a Bob Noorda. Vince la linea che punta alla massima efficienza con la semplicità delle linee. La scarsa attenzione ai dettagli estetici resta ancora oggi una delle peggiori dimostrazioni di lungimiranza: Milano diventa capitale della moda e del design ma non lo dimostra, soprattutto con la sua infrastruttura che è un vero e proprio fiore all’occhiello della città e dei milanesi. Il pavimento in gomma, realizzato ad hoc per le stazioni, è invece una delle intuizioni più brillanti per efficienza: ancora oggi, in ben 18 stazioni, è possibile trovare quello originale anni ’60.

# La partenza e la crescita

Credits: Milanofree.it
Inaugurazione

Alla presenza delle massime autorità cittadine e statali, il 1° novembre 1964 viene inaugurato il tratto Lotto-Sesto Marelli. Il percorso, stabilito con un certo criterio, risale ai primi anni ’50, figlio di un progetto embrionale chiamato “Rete delle Linee”, poi modificato con l’evoluzione della città. La società MM, costituita in forma S.p.A. e concessionaria esclusiva dei diritti per 30 anni, insieme al Comune e ATM, decidono i percorsi di 4 linee metropolitane che vedranno la luce nel futuro. La Linea 2 da Lambrate a Cadorna, la Linea 3 dal Duomo al Parco Solari e la Linea 4 da Piazza Firenze a Medaglie d’Oro, mostrando attenzione sia al numero degli utenti che ai nodi più importanti di Milano. Viene così a svilupparsi, in modo del tutto naturale con la crescita della città, una serie di prolungamenti che nel tempo hanno portato la Linea 1 all’inaugurazione, nel novembre del 1975, del prolungamento da Lotto a QT8 e del ramo Gambara-Inganni. Nel 1974 si lavora anche all’estensione ex Gallaratese 2, da QT8 a San Leonardo. Questo ramo apre nel 1980 e la previsione di spostamento della Fiera a Rho porta il capolinea attuale nel 2005. Cresce Inganni-Bisceglie nel 1992, in attesa di altri prolungamenti desiderato dai cittadini di Baggio.

# Dai numeri ai colori, ai prossimi traguardi

Non solo i binari della metropolitana hanno fatto tanta strada a Milano. Le linee hanno scatenato la voglia di colore dei milanesi, che chiamano le metropolitane con il colore distintivo dei treni e del tracciato, non più con i numeri con cui sono apparse in città.
La Linea 1 è da sempre, affettuosamente “La Rossa”.

Cosa possiamo aspettarci o chiedere ancora alla Rossa? Possiamo e dobbiamo attenderci che Milano sia, al pari delle migliori città internazionali, in grado di dotarsi di una rete metropolitana h24 e che le ambizioni dei milanesi siano assecondate e facciano da motore per lo sviluppo di questa preziosa infrastruttura. Addirittura si potrebbe spingere sull’autonomia di Milano dal giogo di Regione Lombardia e Stato, raccogliere l’eredità della primissima MM e realizzare speditamente tutti i lavori di prolungamento ancora fermi. Volendo poi esagerare, chiedere che la metropolitana diventi gratis per tutti, finanziando questo piccolo sforzo con parte del residuo fiscale dei milanesi. Almeno nel fine settimana come test. In Lussemburgo o in Estonia, dove l’intera rete dei mezzi pubblici è gratis, si è riusciti nell’intento di eliminare parte del traffico privato che incide sulle città. Perché non farlo anche a Milano?

Continua la lettura con: M2: 7 RECORD CURIOSI che forse non sai della METRO dell’HINTERLAND

LAURA LIONTI

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Milano? «Troppo noiosa». La bocciatura a sorpresa dei turisti internazionali

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paolodesario IG - Vista piazza Duomo

Il 2024 è stato un anno record per il turismo a Milano, con circa 9 milioni di arrivi: superato il precedente primato di 8,5 milioni registrato nel 2023. Una buona fetta proviene dall’estero, ma di questi non tutti sono risultati entusiasti della visita. Anzi. Vediamo il giudizio dei turisti stranieri sulla piattaforma Reddit.

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Milano? Troppo noiosa. La bocciatura a sorpresa dei turisti internazionali

# La crescita costante del turismo a Milano, ma non tutti la apprezzano

Credits Maxim Klimashin-unsplah – Turisti Milano

Milano sempre più città turistica. Tolta la parentesi della pandemia, la città ha macinato anno dopo anno record di presenze: nel 2023 si sono toccati gli 8,5 milioni, nel 2024 sono stati raggiunti i 9 milioni. Un trend di crescita che ha ricevuto una grande spinta dall’Expo2015, consolidata negli anni, e destinato a continuare ancora grazie alle prossime Olimpiadi Invernali 2026. Non più solo meta di lavoro e shopping, ma anche culturale. Tra i visitatori una buona fetta è rappresentata dagli stranieri, ma proprio da questi arrivano giudizi che sorprendono. Perché molti non sono risultati soddisfatti di Milano. Che viene addirittura inserita nella lista delle destinazioni più famose da evitare

# La bocciatura dei visitatori internazionali: “noiosa”, utile solo come “via d’accesso ai laghi” o al mare

paolodesario IG – Vista piazza Duomo

Sulla piattaforma Reddit, una community dove utenti postano e condividono contenuti sui temi più disparati, i turisti internazionali hanno discusso su quali località europee sarebbe meglio evitare, da non ritornarci più perchè non vale assolutamente la pena visitarle. A sorpresa, troviamo in questo elenco anche Milano. Le motivazioni? Viene ritenuta una città “noiosa”, utile solo come “via d’accesso ai laghi” o al mare, quindi una destinazione di passaggio. C’è chi ha commentato “Ho dovuto passare cinque giorni lì per lavoro e volevo andarmene dopo 30 minuti” oppure “Grande, sporca, affollata. Puoi vedere il Duomo e l’Ultima Cena in un giorno. Poi vai al Lago di Como.” C’è chi l’ha scelta come soggiorno per poi visitare le Cinque Terre.

# E le altre città italiane? 

Ph. Burkard Meyendriesch (Pixabay)

Non se la passano meglio le altra città italiane. Venezia è stata definita una “trappola per turisti”, così come Firenze Napoli “molto rumorosa, intensa e caotica.” In cattiva compagnia ci sono anche: Bratislava, al primo posto dei luoghi da evitare, considerata “insignificante” e con abitanti inospitali, seguita da Atene “sporca, calda, sovraffollata”, Bruxelles con “tanta spazzatura per le strade, tanti lavori edili ovunque e tanti mendicanti e truffatori” e Barcellona “sopravvalutata”.

Continua la lettura con: 7 cose sorprendenti che i turisti non sanno di Milano

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La strada di Milano dove sembra di tornare al Rinascimento

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A Milano l’architettura contemporanea domina sempre più il panorama urbano. Ma c’è una strada che custodisce intatta la grande tradizione rinascimentale.

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La strada di Milano dove sembra di tornare al Rinascimento

# Via Rovani, una delle le strade più eleganti di Milano

Maps – Via Rovani

Ci troviamo in via Rovani. La prima cosa che balza agli occhi è il verde che contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più elegante. Per il resto la via è costellata di ville e palazzi che si rifanno alla Milano del Rinascimento. 

Angolo tra via Rovani e via Sebeto. Credits: @terredilombardia IG

Tra le ville più affascinanti in stile neo-rinascimentale spicca Villa Borletti, al civico 2, e la splendida villa situata all’angolo con via Sommaruga, i cui medaglioni raffigurano membri della famiglia Sforza. Da non perdere anche la palazzina della famiglia Donzelli, costruita nel 1904, che si trova poco distante, in via Gioberti 1.

Lo stile neo-rinascimentale è una caratteristica distintiva anche delle strade circostanti a via Rovani e, in generale, dell’intero quartiere Magenta. Le principali vie del quartiere includono via 20 Settembre e le parallele vie Tamburini e Rovani, che incarnano appieno lo charme senza tempo di questa zona esclusiva della città.

# Villa Borletti

Credits: milanofoto.it
Villa Borletti

Al numero di 2 di via Rovani si trova Villa Borletti, accanto alle prestigiose residenze delle famiglie Flack e Recordati. Nel 1935 la villa fu ampliata con l’aggiunta di un avancorpo che si estende verso via Vincenzo Monti. Questo intervento rappresenta il primo progetto milanese di Ignazio Gardella, realizzato nello stile modernista ispirato all’architetto Ludwig Mies van der Rohe. Per quasi un secolo, la villa è appartenuta alla famiglia Borletti, una dinastia industriale di spicco nella Milano del XX secolo. Tuttavia, negli anni ’70, la proprietà fu acquistata da un allora poco noto Silvio Berlusconi.

Durante il periodo Borletti, Milano era guidata da una classe dirigente convenzionale ma, allo stesso tempo, spesso eccentrica. Questa élite era solita abitare in residenze spettacolari, e Villa Borletti, con il suo elegante colore rosa, ne è un perfetto esempio.

Continua la lettura con:  La curiosa storia del CAMPANILE in un CONDOMINIO (video)

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