Home Blog Pagina 61

Il «Trenino Verde delle Alpi»: un’esperienza magica tra le montagne a solo un’ora da Milano

0
Percorso Trenino verde

Meno conosciuto rispetto al Trenino Rosso del Bernina, ma altrettanto affascinante: il Trenino Verde delle Alpi offre un viaggio slow attraverso le Alpi svizzere, tra paesaggi mozzafiato e storiche località da esplorare. Un’esperienza unica per chi ama scoprire luoghi autentici lontano dai circuiti più battuti. Questo il percorso, i prezzi e le caratteristiche dei biglietti.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Il «Trenino Verde delle Alpi»: un’esperienza magica tra le montagne a solo un’ora da Milano

# In poco più di due ore da Domodossola a Berna: un viaggio indimenticabile attraverso le Alpi

MIKA-Kandertal-bls.ch – Trenino verde

Un’esperienza unica tra le montagne. Il Trenino Verde delle Alpi fa parte della flotta della compagnia ferroviaria svizzera BLS e collega Domodossola a Berna, la capitale della Confederazione Elvetica, con corse ogni due ore. Arrivarci è semplice: da Milano un treno diretto conduce alla stazione di partenza.

Da lì inizia un itinerario che sembra uscito da un racconto: oltre due ore di viaggio, 13 fermate incluse quelle ai capolinea, che ci portano dalla Val Divedro seguendo il fiume Diveria, attraversando due gallerie leggendarie, quella del Sempione e quella del Lötschberg.

Percorso Trenino verde

Tra le tante emozioni, il passaggio nella galleria elicoidale di 1655 metri è indimenticabile. Qui il treno affronta pendenze fino al 27% tra Kandersteg e Frutigen, tra tunnel scuri e viadotti che lasciano senza fiato. Dai finestrini panoramici si assiste a un susseguirsi di scenari mozzafiato: le terrazze baciate dal sole del Vallese, le vette imponenti dell’Oberland Bernese con il pittoresco Kandersteg, e il fascino del Lago di Thun.

# Le perle da scoprire lungo il percorso: viadotti, castelli e cittadine incantate

mariannaoleksyuk IG – Briga

Il percorso del Trenino Verde delle Alpi è un invito anche a fermarsi e a suddividerlo in diverse tappe. Tra i punti più scenografici spicca il maestoso viadotto di Kander, un capolavoro di ingegneria sulla linea del Lötschberg, scelto da molti per una foto ricordo.

Un’altra tappa che merita attenzione è Briga, un autentico gioiello alpino incastonato tra i ghiacciai di Driest e dell’Aletsch, con lo storico passo del Sempione a fare da cornice. Qui il Castello di Stockalper, simbolo della città, aggiunge un tocco di eleganza barocca allo splendido paesaggio. 

elisaorigine IG – Kandersteg

Goppenstein è la porta d’ingresso alla valle del Lötschen, un luogo che sembra sospeso nel tempo. Proseguendo, Kandersteg regala una vista straordinaria sul massiccio della Blümlisalp, un paradiso per gli amanti della montagna. Non meno affascinante è la cittadina di Thun, adagiata sulle rive del lago omonimo. Famosa per il suo imponente castello, è anche considerata la porta d’accesso all’Oberland Bernese, uno dei territori alpini più incantevoli della Svizzera.

pexels-louis- Thun

Si può inoltre scendere a Spiez, per un’escursione, e poi giungere a Thun in battello attraversando lo specchio lacustre.

pexels-louis- Berna

La tappa finale è Berna, la capitale della Svizzera, con il suo centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Qui, tra i 6 chilometri di arcate, si snoda una delle passeggiate commerciali coperte più lunghe d’Europa.

# Le tipologie di biglietti disponibili e le tariffe aggiornate

Biglietto giornaliero Trenino verde

Sono disponibili due tipologie di biglietto: giornaliero o bi-giornaliero, quest’ultimo acquistabile solo in abbinamento ad un pernottamento in Svizzera. Nel costo sono comprese per entrambi tutte le tappe, senza vincolo di orario, inclusa la navigazione sul lago di Thun.

Il prezzo per il ticket valido un giorno è di 73 euro per gli adulti, in leggero aumento rispetto al 2024, 20 euro per i ragazzi tra i 6 e i 15 anni, gratuito fino ai 5 anni di età. Per quello da due giorni: 89 euro per gli adulti e 44,50 euro per i ragazzi tra i 6 e i 15 anni. Il supplemento per la prima classe ha un costo di 50 euro.

Qui sotto il video con le tappe del viaggio.

# Il video con le tappe del viaggio

Continua la lettura con: Il nuovo «Treno delle terme» è in partenza da Milano

FABIO MARCOMIN 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Motta e Alemagna, i due storici re del panettone di Milano

0
Alemagna e Motta

Una sfida a suon di farina, lievito, zucchero, uova e canditi. Il ricordo dei fondatori delle storiche aziende rivali produttrici di panettoni che hanno fatto la storia di Milano.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Motta e Alemagna, i due storici re del panettone di Milano

# Non aveva nulla da invidiare alle sfide tra Rivera e Mazzola

ennemedia.it – Alemagnamotta

Il Natale è passato e il tradizionale panettone ormai lo trovi soltanto più sugli scaffali delle super-offerte. Ma ancora per pochi giorni, visto che nei centri commerciali torroni e pandori hanno lasciato il posto alle bugie e ai coriandoli di Carnevale. Un tempo il derby di Milano non era soltanto quello di San Siro, tra Inter e Milan: proprio nel periodo natalizio un bel duello stracittadino, che non aveva nulla da invidiare alle sfide tra Rivera e Mazzola o tra Nordahl e Skoglund, si “combatteva” a suon di farina, lievito, zucchero, uova e canditi, tra il panettone della Motta e quello della Alemagna. E che derby!

# Motta fu il primo, nella zona est di Milano

Milano sparita e da ricordare FB – Stabilimento Motta viale Corsica

La Motta si trovava all’angolo tra viale Corsica e via Battistotti Sassi, fondata nel 1919 da Angelo Motta, un giovane volenteroso pasticcere che, appena tornato dal fronte nella prima guerra mondiale, aprì un proprio laboratorio dolciario in via della Chiusa. Il suo prodotto più ricercato era il panettone, che sfornava in quantità talmente grandi (grazie all’eccezionale richiesta), che dovette trasferirsi nel più grande stabilimento di viale Corsica, anche se precedentemente aveva avviato bar-pasticcerie in varie zone di Milano, con realtivi laboratori.

Si narra che negli anni cinquanta i nastri trasportatori dei panettoni avessero una lunghezza di oltre trenta chilometri e che per realizzare questo iconico dolce meneghino, bisognava ingaggiare (per l’alta stagione) mezzo milione di galline. E non fateci fare i conti delle uova che occorrevano.

# Il primo locale di Alemagna in via Torino

Milano sparita e da ricordare FB – Alemagna in via Torino

Dall’altra parte del “campo”, in questo goloso derby della Madonnina, troviamo Gioacchino Alemagna, classe 1892, di due anni più giovane di Motta, che già da ragazzino si cimentava come apprendista nelle pasticcerie milanesi. Come Motta, anche Alemagna si mise in proprio dopo al ritorno dalla grande guerra, creando un forno che produceva dolci.

Anche Gioacchino iniziò a sfornare il panettone: la bontà di questo prodotto e l’apertura di un locale a marchio “Alemagna” in via Torino, adiacente a Piazza Duomo, fecero crescere la popolarità di questo marchio. A San Biagio (il 3 febbraio) questo negozio metteva i panettoni a metà prezzo.

In città aprirono altri locali con questo simbolo, con camerieri dall’inconfondibile giacca bianca con i bottoni dorati. Coloro che lavoravano in questi posti e si facevano redigere delle buone referenze, avevano il lavoro assicurato in tutti i bar più prestigiosi.

# La fusione delle aziende dopo la morte dei due fondatori

Alemagna e Motta

Verso la fine degli anni cinquanta Angelo Motta muore, ma l’azienda comunque va avanti senza particolari intoppi. Negli anni settanta, questa volta non proprio come in un derby: Motta e Alemagna si fondono insieme, poco dopo la morte di Gioacchino, avvenuta nel 1974. Dalla fusione delle due aziende nasce l’Unidal (Unione Industrie Dolciarie Alimentari), controllate dalla Sme, società nata alla fine dell’800 per gestire l’elettrificazione del Sud Italia, che con il passare degli anni si occupò anche di agricoltura e industria alimentare.

E noi ci fermiamo qui, perchè bastano queste poche ultime righe per farci perdere il romanticismo di una Milano che, come arrivava il primo freddo invernale, si addobbava delle luci natalizie e dei profumi della lavorazione dei panettoni di queste due grandi e storiche aziende. La Motta e l’Alemagna (quelle di una volta, cioè quelle vere) rappresentano le vere eccellenze di una Milano che non c’è più e di gusti e profumi che solo la memoria di chi ha i capelli bianchi può ricordare.

FABIO BUFFA

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

I protagonisti del primo film girato a Milano in esterna

Quando Umberto Eco arrivò a Milano

Carla Fracci, la leonessa della danza classica: le foto e i ricordi di uno storico incontro

Guido Nicheli, in arte Dogui, il cumenda del cinema

Osvaldo Cavandoli, il disegnatore della “Linea” più famosa del mondo

Ghigo Agosti, pioniere del Rock’n’roll italiano, capostipite dei «cantanti urlatori»

Allievi e Tenca, i fondatori della rivista risorgimentale “Il crepuscolo”

Valerio di Fiandra e la nascita del risotto alla milanese

Frank Sinatra, quando “The Voice” ha stregato Milano

Angelo Morbelli, il pittore che ritrasse gli anziani del Trivulzio

Gianni Brera, il giornalista sportivo “lombardo-centrico e nazionalista lombardo”

Mirko Stocchetto, l’inventore del Negroni Sbagliato

Guido Spadea, “il poeta di compagnia”; prestato alla recitazione

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano

Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

Gruppo Italiano, la band più tropical di Milano

Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La prima cosa che viene in mente ai milanesi quando pensano a Milano

0

Le 10 risposte a un sondaggio. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La prima cosa che viene in mente ai milanesi quando pensano a Milano

# L’offerta culturale e artistica

Credits: teatro gerolamo, IG

Tra le prime cose che vengono in mente pensando a Milano c’è la sua offerta culturale e artistica. I teatri, da La Scala al Piccolo passando il Teatro Gerolamo, una “scala in miniatura”, i musei, dal “Novecento” al Mudec, le case museo, le gallerie d’arte, la Pinacoteca di Brera, i musical al Teatro Nazionale… E poi lontano da Milano spesso il primo richiamo a tornare è uno dei suoi eventi: uno spettacolo, un concerto, un’inaugurazione. 

# La laboriosità

Milano è sempre stata e lo è tuttora la città del lavoro, delle opportunità. La sua frenesia, il pulsare quotidiano è il sintomo della sua laboriosità, delle voglia di costruire quotidianamente qualcosa di nuovo, di andare avanti e di non stare mai “con i man i man“.

# La signorilità

Un’altra delle cose che vengono in mente pensando a Milano è la signorilità, l’eleganza, quell’accoglienza discreta della città e dei milanesi, che fa sentire chiunque ben accetto e accolto.

# Casa

Per molti Milano è casa. Per chi ci è nato e se ne è andato, per chi è rimasto, per chi la scelta per lavoro e costruire il proprio futuro, ma anche per chi la vede come il luogo in cui si sente di più a proprio agio e in sintonia.

# La Madunina

Credits: @andreacherchi_foto – Madonnina

Pensare a Milano e non pensare alla Madonnina è difficile che si possa verificare. La protettrice della città è unita ad essa in un binomio inscindibile, anche per chi non è milanese.

# Il Duomo

credits: @ayr.ie su IG

Una delle prime cose che salta alla mente pensando a Milano è senza dubbio il Duomo, il simbolo della città nel mondo. La maestosa cattedrale gotica, la più grande in assoluto nel suo genere, è l’approdo naturale per chiunque arrivi in città e per tutti quelli che amano Milano.

# Lo sferragliare dei Tram

credits: @fabio_capillo_80 – IG

I tram che sferragliano per le strade di Milano, meglio ancora se sul pavè, sono per molti uno dei suoni caratteristici della città. Se a farlo è una delle storiche ’28 si trasforma tutto in poesia.

# La Rinascente

Credits Andrea Cherchi – Rinascente

La Rinascente è il centro commerciale di lusso per eccellenza a Milano. Aperto dai fratelli Bocconi con il nome di “Alle Città d’Italia”, iniziò a chiamarsi “La Rinascente” su idea di D’Annunzio nel 1917 per simboleggiare la sua rinascita, dopo essersi fuso con i Magazzini Vittoria nell’attuale edificio di piazza del Duomo. È la meta di shopping preferita e più ambita da milanesi e turisti.

Leggi anche: I primi GRANDI MAGAZZINI d’Italia furono quelli dei fratelli Bocconi in Porta Nuova

# La nebbia

credits: Andrea Cherchi (c)

Milano con la nebbia ha sempre un fascino particolare, un’aura di mistero. Anche se oggi è meno frequente di un tempo, è sempre una piacevole sensazione passeggiare tra le vie della città avvolti da questo sottile velo. Che viene sempre in mente a chi pensa a Milano. 

Leggi anche: “Nebia o Scighera”. Perché su Milano scende la NEBBIA?

# Inter e Milan

Credits: frontgroup.ch – Milan e inter

Pensare a Milano senza pensare al calcio e alle due squadre di Inter e Milan è un’operazione impossibile, soprattutto dopo il calcio d’inizio del campionato. Da più di un secolo le due società sportive portano in alto il nome della città con i loro trionfi sportivi. 

Continua la lettura con: 10 cose che fanno le coppie a Milano

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

 

Le 5 caratteristiche imprescindibili del milanese

0

Essere o non essere… milanese? Che cosa significa essere milanesi? In questo articolo ci siamo chiesti se esiste qualcosa di distintivo di tutti i milanesi o, se invece, il milanese faccia parte di una marmellata in cui ci può stare tutto e il suo contrario.

Dunque il milanese è o non è? Ecco i 5 motivi per cui il milanese è.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le 5 caratteristiche imprescindibili del milanese

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

#1 La velocità

Non importa chi sei o da dove vieni, ciò che importa è che ti dai una mossa. Camminando in strada, guidando, in bici, se sei milanese hai un solo obiettivo in testa: superare chi ti sta davanti.

#2 Puntare in alto

No, Milano non è fatta per chi punta il naso verso terra. Se vivi a Milano il tuo orizzonte sono le sommità delle Alpi, le tue ambizioni sono minimo di conquistare il mondo.

#3 L’estetica

Secondo Husserl il bello è il valore naturale più autentico. Secondo Dostojevsky la bellezza salverà il mondo. Meritano entrambi la cittadinanza onoraria di Milano.

#4 La fuga nel week end

Di giorno feriale si lavora 24 ore su 24. Nel week end si fugge. Perché Milano più che una città è un luogo di lavoro e se si vuole staccare bisogna andarsene. Anche perché, diciamocelo, non c’è città al mondo che nell’arco di un’ora di auto ha così tante meraviglie da raggiungere.

#5 Lavorare di più

“Oggi part time?” (battutona detta a chi va via dall’ufficio prima delle otto di sera). Il milanese non stacca mai. Deve lavorare più degli altri altrimenti si sente preda della vergogna. Citazione forbita il romanzo di Scerbanenco: “i milanesi ammazzano al sabato”. Perché se lo facessero di giorno feriale si sentirebbero in colpa perché non lavorano.

Continua la lettura con: In che cosa le milanesi sono uniche al mondo

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Perché i milanesi vanno sempre a nord

0
Ph. @deborahgiaccone IG

La prua punta dritta verso 360° e, a quanto sembra, per i milanesi e i residenti nel capoluogo lombardo pare che la tendenza sia una: non invertire la rotta. Milano guarda verso il nord e si muove coesa in una continuità di sviluppo che tende decisamente in questa direzione. In particolar modo, per tre ragioni principali. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Perché i milanesi vanno sempre a nord

#1 Perché i milanesi vanno sempre a nord: trasporti

ph. STVIOD

Milano Nord è da tempo intesa come territorio di cerniera tra l’area centrale metropolitana e la Brianza. Con il tempo, questa cerniera è diventata uno dei contesti territoriali con la maggiore dotazione infrastrutturale, sia per quanto riguarda la viabilità, sia per quanto concerne il trasporto pubblico su rotaia. Un disegno di crescita nato con la prima autostrada del mondo, la Milano Varese, sviluppato poi con la tangenziale Nord, la più affollata, la Milano laghi e strutturato attorno alla superstrada Milano-Meda e alla Valassina (collegamenti con la Brianza e l’area comasca e lecchese), unitamente alle linee ferroviarie Milano-Asso, Milano-Monza e la linea per la Svizzera, insieme alle metro M1, M2 e M5. 

A questo proposito, la Metropolitana di Milano è ad oggi la metropolitana più estesa d’Italia e la nona più estesa d’Europa. Una rete relativamente recente (la M1 Rossa è stata inaugurata nel 1964) e in continua espansione settentrionale con le nuove estensioni di M1, M2 e M5. A Nord si realizzerà un primato internazionale: collegandosi con Monza Milano sarà prima città collegata via metro con il capoluogo di un’altra provincia. 

Leggi anche: Le nuove estensioni della metro di Milano 

#2 Perché i milanesi vanno sempre a nord: edilizia

Credits Andrea Cherchi – Skyline di Milano

Nella sempre complessa equazione causa-effetto che segue lo sviluppo dei trasporti a nord di Milano entra come fattore anche e soprattutto l’edilizia. Basta vedere una mappa di Milano per accorgersi che la parte a Nord del Duomo si è sviluppata a tal punto che lo storico centro di Milano è ormai geograficamente nella metà a sud della città. Un processo che non si è arrestato, anzi. 

Nuovi quartieri e moderne riqualificazioni della città interessano soprattutto quest’area, sia nel capoluogo che in periferia e puntando dritti verso l’immediata provincia. Un fiore all’occhiello sono sicuramente il quartiere di Porta Nuova, con i grattacieli che hanno cambiato lo skyline di Milano.

L’area Bicocca è stata valorizzata già da decadi, mentre un altro esempio di investimenti sul territorio verso nord è lo Scalo Farini, nella cui zona è previsto il recupero di oltre 400mila metri quadrati di edifici già esistenti, con l’area che verrà ridisegnata ospitando strutture a ridotto o nullo impatto ambientale. Sempre a Nord il quartiere di Isola prima e, più di recente, NoLo, sono diventati i nuovi poli di attrazione della creatività cittadina. Lo sviluppo della città prosegue dunque soprattutto lungo il suo asse Nord Ovest, dallo scalo Farini alla Bovisa, fino all’area Expo. Senza considerare il nuovo orizzonte del fermento edilizio: Monza

#3 Perché i milanesi vanno sempre a nord: turismo

Credits: mostrabotero.com

Tralasciando l’intramontabile turismo di montagna è indubbiamente l’acqua che, fra tanti altri motivi, spinge i milanesi a spostarsi più verso il nord della propria regione invece che verso la pur molto attrattiva zona a sud dell’Oltrepò pavese. Cinque grandi laghi (Garda, Maggiore e Lugano condivisi con altre regioni e Iseo e Lario interamente lombardi), più di ottanta laghi minori e più di 200 spiagge balneabili: anche se la Lombardia non è bagnata dal mare l’acqua è indiscussa protagonista del paesaggio. Un’acqua che per la gita fuori porta è soprattutto dolce. 

Gli incantevoli borghi e il perfetto connubio tra natura, storia, cultura, enogastronomia e tradizioni rendono i laghi lombardi una meta di turismo internazionale. Perfetti per una vacanza rilassante da vivere a ritmo lento, o per una gita fuori porta a due passi dalla città, con tante sorprendenti mete da scoprire, con un legame particolare tra Milano e il Lago di Como. 

Perché dunque i milanesi puntano sempre a Nord? Per le bellezze dei luoghi, perché la maggiore vicinanza con le montagne rende l’aria più respirabile o perché Milano ha la testa in Italia ma il cuore in Europa. E ogni occasione è buona per cedere all’ancestrale attrazione della città per ciò che sta al di là delle Alpi. 

Continua a leggere con: Le 7 ABITUDINI più TIPICHE dei milanesi

CARLO CHIODO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 7 squadre di Milano che hanno fatto la storia dello sport italiano. Ma non ci sono più

0
RAVENNA 1991.CAMPIONATO 90-91.MESSAGGERO RAVENNA- MEDIOLANUM.DUSTY DVORAK ANDREA ZORZI E .CLAUDIO GALLI.FOTO FIORENZO GALBIATI

Milano è la capitale dello sport italiano. Molte sue squadre sono ai vertici in ogni disciplina, spesso al top anche a livello internazionale. Ma forse non tutti sanno che nel nostro passato c’erano squadre che non ci sono più ma che un tempo spadroneggiavano fino a vincere oltre settanta campionati nazionali e diverse coppe internazionali. Come queste sette che rievochiamo tra primati e curiosità. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le 7 squadre di Milano che hanno fatto la storia dello sport italiano. Ma non ci sono più

#1 Pallanuoto: Rari Nantes Milano. Fondata nel 1895, vinse due campionati prima dello stop nel 1938 

Rari Nantes Milano

Solo un sognatore poteva pensare di fondare una squadra di pallanuoto a Milano. Pare infatti che sia stato lo scultore Giuseppe Cantù, nato nelle campagne pavesi, a costituire la Rari Nantes Milano nel 1895. Per il nome si ispirarono all’Eneide estrapolando “…apparent rari nantes in gurgite vasto” ovvero “si vedono rari nuotatori nel vasto gorgo“. Nel 1914 partecipa per la prima volta al campionato italiano alla sua terza edizione. Vinceranno il titolo italiano nel 1920 e si ripeteranno nel 1932. Nel 1938 partecipa al suo ultimo campionato di serie A. Lo scettro verrà poi raccolto dopo il secondo conflitto mondiale dalla Canottieri Olona che riporterà il titolo nazionale a Milano nel 1947. Da allora Milano attende una nuova squadra che riporti il tricolore della pallanuoto all’ombra della Madunina.

#2 Rugby: Amatori Rugby Milano. La squadra più titolata d’Italia con 18 scudetti, sciolta nel 2011

Credits: onrugby.it – Amatori Rugby Milano

Amatori Rugby Milano è la squadra più titolata d’Italia con 18 scudetti in bacheca. Regina incontrastata prima della fine del secondo conflitto mondiale conquista 14 titoli partendo dal primo campionato italiano disputatosi giocando con la denominazione Ambrosiana, la squadra nacque da una costola della squadra di calcio. Dopo molte vicissitudini che vedono la squadra scendere fino in serie C e la successiva scalata fino alla massima serie la Amatori finisce nell’orbita della società multisportiva di Silvio Berlusconi che riporta Milano agli antichi fasti.

Dal 1990 al 1996 conquista altri 4 scudetti. Dopo fasi altalenanti si trova nuovamente in difficoltà alla fine del campionato 2010-2011. L’anno successivo dopo un anonimo campionato in serie B la società si scioglie perdendo la possibilità di poter sognare altri scudetti nella palla ovale. Tranne che negli ultimi due anni di vita la Amatori ha sempre giocato le partite al Giuriati, collocato tra Città Studi e Lambrate. Un’arena che ha anche visto importanti riunioni di atletica e un record mondiale, quello del lancio del disco da parte di Adolfo Consolini con la misura di 54,23 metri.

#3 Hockey su Ghiaccio: 3 squadre per 32 scudetti, l’ultima è stata scelta nel 2008

Credits: wikipedia.org – Hockey Club Milano

32 scudetti tra le varie squadre che hanno praticato questo sport in città. Sicuramente la più blasonata è Hockey Club Milano (1924-1956) che nelle sue varie denominazioni porta a casa 15 scudetti. Dal 1925 al 1927 vengono assegnati in modo retroattivo 3 scudetti, poi nel 28 e nel 29 il campionato è sospeso per riprendere nel 1930 con ennesima vittoria di Milano. Da sottolineare che in quegli anni si giocava con guanti in pelle e spessi maglioni di lana come unica protezione contro il freddo e contro gli urti di gioco. Nessun caschetto, imbottiture e visiera, nemmeno per il portiere.

Contrapposta ai Diavoli Rossoneri la compagine verrà costretta per due volte a fondersi con i cugini fino ad arrivare al 1950 quando già definitivamente unita in una unica società finisce nell’orbita di Angelo Moratti che la denomina Hockey Club Milano Inter. Tra scioglimenti e creazioni dalle ceneri di vecchie società si arriva all’ultimo scudetto meneghino conquistato al termine della stagione 2005/06 da parte dell’H.J.C. Vipers MILANO del coraggiosissimo Alvise di Canossa che aveva creduto nel sogno di riportare la Milano sul ghiaccio agli antichi splendori. Per decenni le partite si sono disputate al Palazzetto del ghiaccio di via Piranesi, luogo di culto di una città che non c’è più. Esaltati dalle gesta dei loro beniamini numerosissimi ragazzi e ragazze si sono cimentati in evoluzioni spericolate sul pavimento ghiacciato del palazzetto liberty regalando emozioni ai presenti e molto lavoro agli ortopedici di tutta la città.

#4 Hockey su pista: 3 scudetti, l’ultimo team vittorioso nel 1935, poi lo scioglimento nel 1950

Hockey Club Sempione, così chiamata perché giocava in una apposita pista allestita in Corso Sempione, oggi fagocitata dalla cementificazione della capitale italiana del business. In assoluto la più vecchia squadra in Italia di hockey giocato con i pattini a rotelle il Sempione vince il campionato nel 1922-23 bissando l’anno successivo. Cesserà l’attività tre anni più tardi. Nel mentre nasceva la Milan Skating Hockey Club che riportava il titolo italiano a Milano nella stagione 34-35. Lentamente anche questa squadra scivolerà verso un inarrestabile declino fino a sciogliersi nel 1950.

#5 Baseball: Milano Baseball 1946, la più antica d’Italia, 8 scudetti e 3 Coppe dei Campioni, oggi in serie B

Milano Baseball 1946

Attualmente in serie B dopo essere retrocessa fino alla serie C la squadra di Milano è la più antica in Italia ed ha conquistato 8 scudetti nazionali e tre Coppa dei Campioni. Dal primo nella stagione 1957-59 fino all’ultimo vinto nella stagione 1969-70 la compagine vive una seconda giovinezza quando entra a far parte della Polisportiva Milan grazie alla quale riesce ad avere investimenti per acquistare giocatori di alto livello. Grazie a loro vincono ancora 2 Coppa Italia, 2 Coppe delle Coppe e una Supercoppa Europea. In attesa di tornare alla massima serie.

#6 Pallavolo: Volley Gonzaga Milano, 2 mondiali per club e 2 Coppe delle Coppe, ora in serie B2

Volley Gonzaga Milano

Volley Gonzaga Milano, con una squadra giovanile dominante nel panorama nazionale l’Istituto Gonzaga, nel 1973, decide di strutturarsi gemellandosi con la gloriosa CSI Milano per affrontare il campionato senior. Passano anni senza risultati eclatanti fino a quando la società entra in orbita Fininvest. Acquisendo i diritti per la massima serie da Mantova la società meneghina si trova a disputare alcuni campionati senza però riuscire a conquistare lo scudetto pur annoverando i migliori giocatori in circolazione. Discorso diverso in ambito internazionale dove paradossalmente vince due Mondiali per club e 2 Coppe delle Coppe. Venuto a meno il supporto da parte del principale sponsor la società cede i diritti e si auto retrocede in B2.

#7 Pallacanestro: Sef Costanza Milano, vincitrice del primo campionato nazionale d’Italia nella stagione 1919-20, scomparsa nel 1935

Credits: museodelbasket-milano.it – Sef Costanza Milano

Sef Costanza Milano, se non la più anziana società di pallacanestro in Italia è stata la prima vincitrice di un campionato nazionale alla fine della stagione 1919-20, poi solo un secondo posto nel 1927-28 prima di scomparire nel 1935. Milano comunque non perde lo scettro di capitale della pallacanestro per altri 7 anni grazie alla Assi Milano che vince tutti i campionati tranne quello del 1922-23 ad opera della Internazionale, ovvero la squadra di basket nerazzurra.

Dal 1927 al 1935 lo scudetto passerà dalle mani di Roma a quelle di Trieste in una perfetta alternanza fino al 1936 quando l’Olimpia conquisterà il primo dei suoi 28 scudetti. Ma questa è un’altra storia. Da sottolineare che le partite si giocavano all’aperto compreso dopo le nevicate. In quel caso gli atleti dovevano arrivare al campo di gara in anticipo e armati di pala altrimenti non si poteva giocare. Questo per le mamme che si lamentano della temperatura non ottimale di alcune palestre…

Continua la lettura con: Sport: 40 anni fa il Titanic di Milano

ROBERTO BINAGHI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La Standing Class: si volerà al prezzo più basso del mondo?

0

Già circolano sui social le indiscrezioni, tra meme, auspici e fuffa. Dopo i bagagli ridotti al minimo, i sedili sempre più stretti e l’eliminazione di ogni servizio a bordo, arriverà la Standing Class, l’ultima frontiera dei voli low cost?

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La Standing Class: l’ultima frontiera dei voli low-cost?

# Cos’è la Standing Class?

 

Ryanair, nota per le sue soluzioni innovative (e talvolta provocatorie), è stata una delle prime compagnie a lanciare l’idea della Standing Class. Il CEO Michael O’Leary ha accennato alla possibilità di eliminare dei sedili tradizionali per creare uno spazio dedicato ai “passeggeri in piedi”.

La Standing Class prevede l’installazione di supporti verticali al posto dei sedili tradizionali. I passeggeri non sarebbero letteralmente in piedi come su un autobus, ma si appoggerebbero a uno schienale verticale, dotato di cinture di sicurezza, con uno spazio limitato per le gambe. L’obiettivo è aumentare la capacità degli aerei di corto raggio, consentendo a un numero maggiore di persone di viaggiare su voli low-cost.

Secondo i progettisti, questa configurazione potrebbe ridurre i prezzi dei biglietti di almeno il 20-30%, rendendo i voli ancora più accessibili. Per le compagnie, significherebbe una significativa riduzione dei costi per passeggero, grazie all’aumento del numero di viaggiatori per singolo volo. Tuttavia, finora, nessuna compagnia ha implementato la Standing Class, principalmente a causa delle rigorose normative di sicurezza e delle critiche ricevute da parte di associazioni di consumatori e sindacati. Ma cosa ne pensano i viaggiatori di questa idea?

# L’opinione pubblica è divisa

La Standing Class ha suscitato fin da subito discussioni accese tra i consumatori e gli esperti del settore. Da un lato, i sostenitori vedono in questa soluzione un modo per democratizzare ulteriormente i viaggi aerei, rendendo possibile volare anche a chi ha budget molto limitati. Dall’altro, i detrattori sollevano dubbi sulla sicurezza, il comfort e persino la dignità dei passeggeri.

La Standing Class è pensata per voli brevi, di massimo 1-2 ore. Tuttavia, rimanere in posizione eretta o semi-eretta per così tanto tempo può risultare estremamente scomodo, soprattutto per persone anziane o con problemi di mobilità. In più, lo spazio già ristretto degli aerei low-cost rischia di diventare ancora più claustrofobico con l’aggiunta di passeggeri in piedi.

E poi, come potrebbero funzionare le procedure di evacuazione in caso di emergenza? E quanto sarebbero protetti i passeggeri in piedi in caso di turbolenze? Le normative attuali imposte dalle autorità dell’aviazione civile, come l’EASA (Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea) e la FAA (Federal Aviation Administration), prevedono che ogni passeggero debba avere un sedile con cintura di sicurezza standard. Per realizzare la Standing Class, quindi, sarebbe necessario modificare le normative.

# Quale futuro per la Standing Class? I due scenari all’orizzonte

Per rendere praticabile la Standing Class, potrebbe essere necessario un cambio di paradigma. Ecco due scenari all’orizzonte:

#1 Voli interamente dedicati alla Standing Class: una delle soluzioni più praticabili potrebbe essere quella di riservare determinati voli esclusivamente alla Standing Class. Le compagnie aeree potrebbero progettare protocolli di emergenza e sicurezza specifici per i passeggeri in piedi, testando metodi mirati per garantire benessere e protezione durante il volo. Un approccio del genere consentirebbe di effettuare prove dedicate e risolvere il problema di passeggeri in piedi che ostruirebbero i protocolli di emergenza su un volo di linea tradizionale.

#2 “Blocchi” autonomi dedicati alla Standing Class: un’altra proposta interessante, ma forse più difficilmente praticabile, sarebbe quella di ripensare la configurazione degli aerei, aggiungendo dei “blocchi” alle strutture già esistenti, interamente dedicati ai passeggeri in piedi. Anche in questo caso sarebbe necessario progettare sistemi di sicurezza e comfort adeguati, ma la separazione fisica consentirebbe alle compagnie aeree sia di coordinare meglio le misure di sicurezza, che di continuare a garantire diverse classi di comfort e servizio. Il grande interrogativo sarebbe capire la convenienza per le compagnie a modificare la struttura degli aerei, piuttosto che intervenire solo sul design come nel primo caso.

Continua la lettura con: Arriva la tecnologia che ci potrebbe salvare da un disastro aereo?

MATTEO RESPINTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 5 principali differenze tra chi vive a Milano e chi sta in provincia

3
credits: emmanuelmathez ( INSTG)

Se un abitante delle provincia di Milano va in giro e gli chiedono da dove viene, la risposta automatica è “da Milano”, ma non è e non si sente un milanese a tutti gli effetti. E se un milanese sentisse che un provinciale si definisse come lui, non penso ne sia particolarmente felice. Anzi, guai definire un provinciale un bauscia milanes’ e paragonare un milanese ad un giargiana. Si tratta, in realtà, di una sfida di luoghi comuni che, nonostante in certi casi siano abbastanza facili da sfatare, rimangono nella mentalità delle persone. Ecco le principali differenze tra milanesi e provinciali.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le 5 principali differenze tra chi vive a Milano e chi sta in provincia

#1 Lo stile milanese è invidiato da tutti

Credits: @beatricevalli
moda milanese

Nella città della moda, la milanese doc è conosciuta come la classica “sciuretta”: uno stile classico ma che segue sempre le nuove tendenza. Scarpe, vestiti e accessori tutti perfettamente coordinati; non con mille marchi in vista ma almeno uno deve saltare subito all’occhio di chi la guarda. Ma non è neanche la grande marca che fa lo stile milanese, perché anche senza un Gucci o un Armani addosso, la milanese si riconosce subito. Tuttavia, questo non vale solo per le donne, anche i “sciuri” non sono da meno. Sempre in tiro, come si suol dire.

Eppure tutti vorrebbero avere lo stesso portamento regale di un abitante del capoluogo lombardo, perfetto anche quando va a fare la spesa. Lo stile made in Milan non è però così difficile da imitare, soprattutto ora che alla classicità sono stati uniti i dettagli della moda cosmopolita, rendendo il look milanese sempre trendy. Ed è qui che arrivano i provinciali. Se qualche anno fa riconoscibili a vista d’occhio, oggi una persona che vive all’ombra della Madonnina, quando va in città, riesce a ricreare lo stile milanese, mischiandosi con la massa. Vestito allo stesso modo, però, non sempre inganna i veri milanesi, che lo riconoscono subito come giargiana.

#2 Il milanese è snob il provinciale no

Credits: shuteerstock.com
snob

Nell’immaginario comune il milanese è snob: ha sempre quel fare scocciato e quella puzza sotto il naso che è difficile non riconoscere. D’altronde qualsiasi provinciale direbbe che “i milanesi se la tirano” e individuerebbe un bauscia all’istante. È vero che non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma nell’atteggiamento di un provinciale c’è un po’ più di umiltà. Complice forse l’essere all’ombra di una grande città, un abitante della provincia non esalta le sue capacità e non si crede migliore degli altri (in effetti milanese chi ha detto che tu sei superiore? Direbbe un provinciale).

#3 Il milanese ha una mentalità più aperta, il provinciale rimane fermo alle sue idee

Milano è una città internazionale, innovativa e che accoglie chiunque. Il suo essere cosmopolita l’ha resa una città aperta al nuovo e a qualsiasi diversità. Milano non è mai ferma, è frenetica e con questo è sempre pronta ad un cambiamento di idee. Quello che non è la provincia. Un provinciale è fermo alle sue tradizioni e sta bene nella sua comfort zone, non ama la novità e qualunque qualcosa che gli stravolga la vita.

#4 La provincia è più identitaria e tradizionale

Credits: mapio.net
Gorgonzola (Martesana)

L’internazionalità di Milano, ha fatto perdere un po’ di identità al capoluogo lombardo. Un provinciale, invece, seppure in parte invidierà la città, è molto attaccato al suo territorio e alle sue tradizioni. Il dialetto milanese è forse più parlato nei comuni della provincia che nella città stessa e le feste di paese in provincia sono tutta un’altra cosa. È vero anche che, nella maggior parte dei casi, nei comuni al di fuori di Milano tutti si conoscano o comunque, anche in quelli più grandi, c’è un forte legame con il quartiere da cui si proviene; e questo ha portato sicuramente i paesi ad aver creato un’unica identità.

#5 Un milanese si adatta difficilmente alla provincia, un provinciale sa vivere in città

Credits: amazon.it
il ragazzo di campagna

Un milanese non vivrebbe mai in provincia, un provinciale saprebbe vivere in città, o meglio. È tutta una questione di capacità di adattarsi. Ipotizziamo uno scambio culturale, un po’ come quelli che si fanno a scuola, tra milanese e provinciale. Ormai chi abita in provincia, sa come vivere in città. Non siamo più ai tempi de “Il ragazzo di campagna” con Renato Pozzetto, anzi un provinciale spesso va a Milano tutti i giorni. Scuola, università, lavoro lo obbligano a spostarsi. Se quindi ama le comodità che la città gli offre, allo stesso tempo sa com’è vivere in provincia, ad esempio come organizzare tutte le coincidenze o addirittura non avere i mezzi. I milanesi, invece vedono la provincia un po’ come il posto per una gita fuori porta, per respirare un po’ di aria pulita. Ma siamo sicuri che riuscirebbe ad adattarsi a tutte le “scomodità” della provincia? Attirati dai prezzi più bassi, alla fine trovano una realtà completamente diversa, a cui non riescono adeguarsi.

Continua la lettura con: BAUSCIA= MILANESE? Non scherziamo: ecco cosa si significa realmente

BEATRICE BARAZZETTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Scandalo a Porta Venezia: l’Italia è procace e seminuda

0

Uno dei più strani e, per certi aspetti, scandalosi monumenti di Milano è quello in onore di Camillo Benso di Cavour che si trova ai margini dei giardini di Porta Venezia.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Scandalo a Porta Venezia: l’Italia è procace e seminuda

5 giugno 1865. Alla viglia dell’anniversario della morte di Cavour, viene inaugurato ai giardini di Porta Venezia il primo monumento di Milano dedicato ai protagonisti del Risorgimento. L’entusiasmo della folla diventa incandescente alla vista della figura femminile che abbraccia il basamento su cui si erge la statua di Camillo Benso conte di Cavour. 

La donna simboleggia l’Italia, ha forme procaci ed è seminuda. La modella scelta era una ragazza polacca definita nelle cronache dell’epoca di “una bellezza sconvolgente”. Non solo, la ragazza era l’amante di uno degli scultori. Gli autori del monumento erano Odoardo Tabacchi e Antonio Tantardini.

Una curiosità? Nel progetto originario di Tantardini erano previste altre figure legate e piangenti, tra cui Venezia e Roma.

Continua la lettura con: La prima cosa che ti viene in mente quando pensi a Milano?

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Per ritrarre con realismo il Cristo morente, Crespi uccise davvero il modello che impersonava Gesù

0
la resurrezione del morto
la resurrezione del morto

Si parla spesso di Caravaggio come simbolo di genio e sregolatezza tra i pittori. Almeno nella sregolatezza gli fu superiore un grande pittore del seicento lombardo, Daniele Crespi.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Per ritrarre con realismo il Cristo morente, Crespi uccise davvero il modello che impersonava Gesù

Ph. angelo.passerini IG – Certosa di Garegnano

Un’opera impressionante si trova all’interno della Certosa di Garegnano a Milano. L’autore, nell’intento di ritrarre in modo realistico gli spasmi del Cristo morente, colpì con una pietra lo sfortunato modello che impersonava Gesù legato a una croce. Per difendersi dalla polizia che voleva arrestarlo per l’omicidio, Crespi si rifugiò tra i frati della Certosa di Garegnano.

In cambio della protezione i frati chiesero che l’artista affrescasse le pareti della chiesa. Tra le immagini più impressionanti c’è la “resurrezione del morto“, che per molti si rifaceva all’esperienza vissuta dal pittore e che colpì George Byron al punto di “non riuscire a staccare gli occhi dal dipinto”.

Fonte: A Milano c’è – Bruno Pellegrino. De Ferrari Editore

Continua la lettura con: La Certosa di Garegnano e le 15 attrazioni della periferia di Milano 

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le fermate più belle di tutte le metropolitane d’Italia (foto)

0
Ph. @sananas2106 IG

La più scenografica, la più variopinta o quella imperiale. Scopriamole tutte.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le fermate più belle di tutte le metropolitane d’Italia (foto)

# Torino: Porta Susa, la più scenografica

Credits: wikipedia.org

La stazione metropolitana di Porta Susa a Torino, moderna e avveniristica, è inserita all’interno del complesso dell’omonima stazione ferroviaria dove arrivano treni regionali, nazionali, internazionali e dell’alta velocità, seconda solo a Porta Nuova come numeri di viaggiatori. Questa fermata dalle M1 torinese è sicuramente la più scenografica di tutta la linea per via delle ampie vetrate che sovrastano gli accessi ai piani inferiori verso le banchine.

# Genova: Darsena (di Renzo Piano), la storia del porto 

Credits: roberto_mnt IG – Metropolitana Darsena Genova

La stazione Darsena della metro di Genova è situata presso l’omonima calata nella zona ovest del Porto vecchio. Al suo interno è presente l’allestimento della mostra permanente ArcheoMetro, aperta nel 2005, che tramite plastici e pannelli informativi mostra lo sviluppo del Porto di Genova nei secoli. Progettata da Renzo Piano, i binari sono localizzati sotto il livello del mare ad una profondità di 15 metri. L’ampio sovrappasso consente di avere una visuale luminosa sulle banchine e un effetto scenografico.

# Milano: Tre Torri, la fermata glam 

Tre Torri M5

La stazioni di Tre Torri M5 è forse la più appariscente di tutte quelli presenti nel sistema di metropolitana milanese. Si trova al centro del nuovo quartiere di Citylife, sponsorizzata da Allianz e Generali che ne hanno curato l’allestimento. Sui pannelli delle pareti sono stati applicate delle illustrazioni che rendono la stazione piena di colori e di fatto una opera d’arte continua, dalle scale per scendere al mezzanino fino al piano banchina.

Leggi anche: Le 5 FERMATE più BELLE di MILANO: metro e passante

# Brescia: la stazione Fs, con la “Vittoria alata”

Credtis: mentelocale.it – Stazione Fs Brescia

Scendendo nella stazione Fs della metro di Brescia per prima cosa si incontra l’installazione del cartello stradale rovesciato appeso al soffitto indicante il nome della città. Poi tra acciai, vetri, condotti in alluminio e superfici specchianti nella stazione appare un’opera incredibile: “Incancellabile Vittoria”, una monumentale installazione di circa 200 mq realizzata da Emilio Sgrò, composta da 205 pannelli di fibrocemento fresati, rappresentante la sagoma della Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana e simbolo della città di Brescia. La silhouette della dea romana emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide di Virgilio.

# Roma: la stazione archeo-museo di San Giovanni 

Credits: lestrade.com – Metro C San Giovanni a Roma

In seguito al rinvenimento del più grande bacino idrico di età imperiale e di reperti archeologici, San Giovanni sulla Metro C a Roma è diventata un archeo-museo. Scendendo tra i diversi piani della stazione, la seconda più profonda d’Italia dopo quella di Toledo a Napoli, i viaggiatori sono accolti tra vetrofanie che riportano la stratificazione della capitale italiana durante i secoli di storia. Oltre a questo si possono ammirare una serie di raccolte di oggetti quali anfore, vasi, vanghe, tubazioni per l’irrigazione dei campi e noccioli di pesche che all’epoca erano una novità introdotta recentemente nel Mediterraneo.

Leggi anche: La PRIMA METROPOLITANA d’Italia non è quella che pensate

# Napoli: Toledo, la “stazione nel mare”

Stazione Toledo

La stazione Toledo di Napoli è stata inaugurata nel 2012 ed è stata votata come la più bella metropolitana d’Europa. Il merito va ascritto a Roberto Wilson e alla sua opera “Light Panels” che illumina il corridoio che conduce alla metro come un cielo stellato, un design ispirato all’acqua e alla luce. La stazione, che è anche la più profonda d’Italia essendo stata realizzata a 45 metri sotto il livello del suolo, fa parte della rete di stazioni della metro artistiche partenopee presenti sulla linea L1.

Leggi anche: A Napoli apre la nuova FERMATA DUOMO: un’ispirazione anche per Milano

# Catania: Stesicoro e l’anfiteatro romano

Credits: wikwand.com

La stazione di Stesicoro è ubicata nel cuore della città e permette di accedere all’area del Barocco catanese dichiarato “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO. La stazione è stata individuata come una delle sedi del “Museo Diffuso della Città di Catania”, in corso di allestimento presso alcune stazioni della metropolitana etnea. Il tema della stazione di Stesicoro è l’Anfiteatro romano di Catania, uno dei più grandi dell’impero, le cui rovine monumentali sorgono nella vicina piazza Stesicoro e la cui rappresentazione è affidata a raffigurazioni grafiche e testuali sulle pareti.

Continua a leggere con: Curiosità e record delle 7 METROPOLITANE nelle città italiane

FABIO MARCOMIN 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 7 cose che una ragazza di campagna come me rimpiange quando si è trasferita a Milano

0
ragazza di campagna

“Milano è bella…”, difficile negarlo, ma quel “… ma non ci vivrei” che spesso segue la classica frase, un po’ stereotipata, detta dai non cittadini, forse non è del tutto sbagliata. Sì perché per i milanesi è facile vivere in città, conoscono le sue abitudini, i suoi abitanti e i posti più nascosti, i luoghi della movida, ma anche quelli dove stare un po’ tranquilli, per qualcuno che viene da fuori a volte la città invece può non piacere. Perché? Se si prova a pensare ad una ragazza di campagna che arriva di colpo in città, potrebbe facilmente nascere la rivisitazione 2.0. del famoso film “Ragazzo di campagna” con Renato Pozzetto, e forse anche qua ci sarebbe del comico.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le 7 cose che una ragazza di campagna come me rimpiange quando si è trasferita a Milano

Considerando che nella città metropolitana i campi non mancano, trovare una ragazza di campagna che decide di trasferirsi a Milano non è qualcosa di così inusuale. Mossa dalle opportunità, dalla probabile vicinanza all’università e dalla speranza di staccarsi da quel paesino che rinchiude e limita le sue idee, ci sarà per forza qualcosa che pensando ai suoi amati campi le mancherà. Ecco 7 cose che una ragazza di campagna rimpiange venendo a Milano.

#1 I campi, gli alberi, gli spazi aperti

campi campagne milanesi

Seppure anche in città c’è il verde, per una ragazza di campagna appare quasi assurdo chiamare i parchi cittadini “verde”. Van bene gli alberi, i prati e magari anche qualche animaletto che corre, ma basta alzare la testa e si vedono punte di grattacieli, case e smog. Probabilmente quello che mancherebbe di più ad una ragazza di campagna che si trasferisce a Milano sono i suoi campi, le distese di prati puliti, quasi come se non ci fosse la mano dell’uomo, la stradina dietro casa che ti porta nella calma della natura.

#2 Il panorama

tramonto sulla Muzza

Vivere a Milano significa anche scoprirla e pian piano ci si accorgerebbe non solo di quello che mostra a tutto il mondo ma anche delle bellezze che nasconde. Arrivare in piazza Duomo e ammirare quella cattedrale immensa che ti si staglia davanti è una meraviglia, ma anche gli alberi e la natura di casa non sono male. Altro esempio, dove va una ragazza di campagna a vedere il tramonto? Non basta certo il tramonto sui Navigli o in qualche punto panoramico della città per farle dimenticare quel tramonto pulito di casa, quel sole che scompare dietro l’albero o che si tuffa nel canale d’acqua.

#3 La solitudine e i propri spazi

ragazza
(da pixabay)

Milano è caotica, un po’ come tutte le città. Difficilmente si riesce a stare veramente soli per perdersi nei propri pensieri. Ecco, una ragazza di campagna a casa non avrebbe mai pensato che trovare un posto isolato fosse così difficile. In campagna si hanno i propri spazi, di solito si abita in un paesino di così pochi abitanti che risulta quasi difficile trovare gente piuttosto che non trovarla. E seppure molto probabilmente la ragazza si è trasferita a Milano proprio per trovare quella socialità e quel caos che ai giovani piace, sicuramente rimpiangerà un po’ la tranquillità di casa.

#4 I ritmi e i suoni della natura

gallo
(da pixabay)

A Milano ti sveglia la sveglia, o al massimo il traffico, in campagna ti sveglia la luce o addirittura il gallo. Un’immagine un po’ idilliaca e stereotipata, ma che nasconde un fondo di verità. Anche in campagna ci si alza con la sveglia e non più con il gallo, anche se a volte lo si sente cantare e si capisce che da lì a poco inizia la giornata, però rimane il fatto che la natura scandisce i ritmi e tempi della giornata. La fretta milanese non la si trova di certo anche in campagna.

#5 L’aria che si respira

aria pulita (da pixabay)

È innegabile che l’aria di Milano non sia delle migliori, ma per una ragazza di campagna è ancora peggio, proprio perché lei sa cosa significa vivere in un luogo con l’aria pulita. Ovviamente non sarà l’aria di montagna, ma in campagna l’aria che si respira è completamente diversa. A Milano gli odori stessi sono diversi, si sente un prevalere di smog e auto, in campagna ci sono addirittura quei periodi dove prevale l’odore di concime e letame, ovviamente un odore poco piacevole anche questo e che alcuni campagnoli vorrebbero evitare, ma che sicuramente è meglio dell’odore di smog della città.

#6 I conoscenti

Credits: @cinramp
Bar di paese

Il bello di Milano sono i suoi quartieri che sembrano quasi dei piccoli paesi a parte, ma la ragazza di campagna rimpiangerà comunque casa sua dove tutti conoscono tutti e soprattutto tutti sanno di tutti. Nei borghi o comunque nei paesi più piccoli, uscire di casa e salutare chiunque si incontri per strada è la normalità e questo di certo manca a Milano. Non importa che età si abbia, in campagna due chiacchiere con qualcuno le scambi sempre. Certo anche Milano ha i suoi vantaggi, a Milano gli amici te li scegli, in campagna o nei piccoli paesi ti capitano (ci sono solo loro).

#7 La genuinità

campo di girasoli vicino Milano

La campagna è più genuina, inutile controbattere. Milano è bella è ricca di opportunità lavorative  e sociali. Quando una ragazza si trasferisce in città, entra in un altro mondo, un mondo che la aiuterà di certo a crescere. Ma è normale anche che rimpianga casa sua, l’autenticità del suo borgo, la bellezza dei suoi campi, la sicurezza del suo paese.

Continua la lettura con: 7 COSE per convincere un PROVINCIALE a venire a MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

La storia romantica della chiesa a due facce di Milano

0

In corso Garibaldi c’è un caso particolare di “chiesa doppia”.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La storia romantica della chiesa a due facce di Milano

All’inizio c’era una sola chiesa, quella che oggi si trova sulla sinistra, eretta dai padri eremitani di S. Marco e intitolata a S. Maria di Garegnano. Nel quattrocento la chiesa fu ristrutturata in stile gotico e poiché i lavori terminarono in occasione dell’incoronazione di Francesco Sforza a Duca di Milano (1451), fu intitolata a Santa Maria Incoronata, dedicandola al nuovo signore della città.

Nel 1460 sua moglie Bianca Maria Visconti volle che, a lato della chiesa del consorte, ne fosse costruita una seconda, del tutto identica e collegata a essa in modo da formare un’unica nuova chiesa. In questo modo Bianca Maria desiderava suggellare la sua fedeltà al marito, riuscendo così a renderla una delle costruzioni più originali dell’epoca.

Continua la lettura con: La chiesa fluo di Milano 

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Milano trampolino di lancio di giovani artisti? 4 +1 proposte unique

0

Si chiama UNIQUE ed è un programma innovativo pensato per supportare gli artisti under 25 nella loro ascesa nel mondo dell’arte contemporanea. E se fosse solo il punto di partenza per una nuova stagione di creatività milanese? Scopriamo il progetto e le altre idee per Milano.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Milano trampolino di lancio di giovani artisti? 4 +1 proposte unique

# Il progetto pensato per i giovani talenti

Il progetto nasce dall’intuizione di Bruno Gnocchi, giovane laureando in Economia, che ha individuato un vuoto nel sistema artistico italiano, confrontando la scena milanese con quella di Londra, dove ha studiato.

UNIQUE è prima di tutto una piattaforma progettata per promuovere la creatività dei giovani, accompagnandoli nei loro primi passi nel mondo dell’arte. Il suo obiettivo principale è farli entrare in contatto con i principali attori del settore: galleristi, collezionisti e critici. Così facendo, il progetto risponde a una delle maggiori difficoltà per i giovani artisti a Milano: la mancanza di occasioni formali per emergere e inserirsi nel circuito ufficiale.

Al cuore del programma ci sono mostre pop-up, di breve durata ma ricche di contenuti concettuali, dove gli artisti possono esporre in gallerie d’arte prestigiose, come quella di Antonia Jannone, che ha subito aderito al progetto. Il nome stesso, UNIQUE, riflette la voglia di puntare sull’unicità di ogni partecipante, dando voce a giovani artisti che altrimenti rischierebbero di restare nell’ombra.

# 17 gennaio: inaugura la prima edizione di UNIQUE

La prima edizione di UNIQUE ha inaugurato il 17 gennaio 2025 presso la galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura. L’evento vede protagonisti due giovani artisti: Iacopo Antonucci e Pau Aguiló, entrambi al loro debutto espositivo.

Antonucci, che ha approfondito la sua ricerca artistica durante un viaggio in Benin, esplora la fusione tra le culture europea e africana, con particolare attenzione alla religione Vudù. Le sue opere si caratterizzano per l’uso di pennellate materiche che enfatizzano l’aspetto più primitivo e istintivo della natura umana.

Pau Aguiló, invece, trae ispirazione dal contrasto tra i colori vivaci della sua isola natale, Maiorca, e le atmosfere cupe di Londra. Le sue opere esplorano il confine tra luce e ombra, bellezza e sofferenza, in un’intensa carica emotiva che si traduce in pitture vibranti e suggestive.

E se questo fosse il punto d’inizio per una straordinaria stagione di nuova creatività milanese? Queste le nuove proposte per Milano. Promosse magari proprio da Unique.

4 idee per sviluppare il progetto UNIQUE

#1 Esposizioni Pop-Up in Spazi Storici

Si potrebbero organizzare mostre pop-up in luoghi storici e simbolici di Milano, come il Castello Sforzesco o Piazza del Duomo. Questi spazi, noti per la loro importanza culturale, potrebbero diventare vetrine temporanee per i giovani artisti. Attraverso partnership con il Comune, si potrebbero realizzare esposizioni che attirano sia i residenti che i turisti, portando l’arte contemporanea fuori dai tradizionali circuiti galleristici e in spazi aperti al pubblico.

#2 Arte nei Mezzi di Trasporto Pubblico

Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di portare l’arte direttamente nei mezzi di trasporto pubblico, come tram e autobus. In questo caso, gli artisti emergenti potrebbero vedere le loro opere esposte in ambienti quotidiani, raggiungendo un pubblico diverso, che si sposta per lavoro o per piacere. Questo progetto potrebbe includere installazioni artistiche all’interno dei mezzi. Senza considerare poi la metro: e se finalmente si utilizzasse l’arte per rendere meno banali le stazioni della metro di Milano (soprattutto quelle della M4)?

#3 Festival dell’Arte Emergente

Si potrebbe sviluppare un festival annuale dedicato all’arte emergente, coinvolgendo gallerie, musei e spazi alternativi della città. Il festival potrebbe offrire performance, installazioni e mostre temporanee, creando un evento di grande rilevanza nel panorama culturale milanese. Coinvolgendo artisti locali e internazionali, il festival diventerebbe un’occasione unica per scoprire nuovi talenti e favorire l’incontro tra artisti, pubblico e professionisti del settore.

#4 Programma di Residenze Artistiche

UNIQUE potrebbe lanciare un programma di residenze artistiche, in cui gli artisti emergenti possono lavorare e sviluppare i loro progetti in spazi condivisi. Milano, con la sua tradizione culturale e creativa, sarebbe il contesto ideale per questi laboratori artistici, che potrebbero coinvolgere anche il pubblico locale in eventi di apertura e presentazione dei lavori.

Continua la lettura con: Il Jamaica, il leggendario ritrovo dei grandi artisti di Milano

MATTEO RESPINTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La Metrotranvia della Brianza è sempre più lontana: cantieri in stallo da due anni

1
ilgazzettinometropolitana.it - Cantieri metrotranvia

In questo articolo di ottobre vi avevamo raccontato della situazione poco rosea dei cantieri per la metrotranvia Milano-Seregno, con un anno di ritardo sulla tabella di marcia. La situazione nel frattempo è peggiorata nonostante le rassicurazioni di una ripresa a pieno regime dei lavori. Facciamo il punto e vediamo quando si potrebbero vedere i tram viaggiare sui binari.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La Metrotranvia della Brianza è sempre più lontana: cantieri in stallo da due anni

# Lavori iniziati da due anni, ma procedono estremamente a rilento e non su tutto il tracciato

ilcittadinomb.it – Cantiere Metrotranvia Milano-Seregno

Il 1999 è l’anno in cui l’opera è stata progettata. Nel 2025 i lavori avrebbero dovuto essere già a buon punto e invece, dopo la partenza a maggio del 2023, si sono quasi subito fermati o quantomeno sono andati avanti estremamente a rilento. Dei gravi problemi relativi alla realizzazione della metrotranvia Milano-Seregno ne avevamo parlato in questo articolo a ottobre 2024, quando già i cantieri erano di fatto bloccati da un anno, eccetto alcuni punti lungo il tracciato, ma da allora la situazione è peggiorata.

Il nodo più importante da sciogliere è quello relativo all’impresa di costruzioni CMC di Ravenna, affidataria dei lavori, che ha richiesto la liquidazione giudiziaria e che starebbe seguendo un percorso di mediazione previsto in conclusione a febbraio. A questo si sono sommati i ritardi dovuti alla mancata consegna delle aree soggette ai lavori da parte del Comune di Bresso. Nemmeno l’idea di procedere con micro-cantieri è stata risolutiva.

# I danni economici delle attività commerciali lungo il percorso: oltre 5 milioni di euro di perdite

Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, durante la conferenza stampa convocata il 27 settembre, aveva sottolineato la situazione drammatica per le imprese lungo il percorso della metrotranvia: «Ci sono 300 attività lungo la tratta colpite dal cantiere che in un solo anno registrano oltre 5 milioni di euro di perdite complessive. Per un progetto di 20 anni fa e un’opera che nessuno voleva e vede in azione un’azienda appaltatrice, come abbiamo saputo, in gravi difficoltà. Ristori economici e ripartenza del cantiere o saranno in molti ad abbassare la saracinesca».

# Le rassicurazioni della Città Metropolitana di un nuovo cronoprogramma e la richiesta dei ristori

Il 25 settembre 2024 si era tenuto un incontro tra i sindaci dei comuni interessati dall’opera, nel frattempo rassicurati dalla neo consigliera delegata alle infrastrutture della Città Metropolitana, Daniela Caputo, come riportato da ilcittadinomb.it: «Ho informato gli amministratori locali presenti del fatto che con la direzione lavori e i tecnici della Città metropolitana abbiamo fatto un nuovo sopralluogo lungo i 14 chilometri su cui si svilupperà il percorso della metrotranvia e abbiamo verificato che nei cantieri i lavori procedevano» specificando che «in tal senso ho avuto rassicurazioni circa il fatto che le difficoltà societarie sono in fase di risoluzione e ciò favorirà sia la possibilità di reperire le maestranze che la definizione di un nuovo cronoprogramma. Ho inoltre chiesto di limitare al massimo i disagi per i cittadini e le attività commerciali». Tra le promesse quella di intensificare i cantieri, dopo il superamento delle difficoltà della società incaricata ai lavori, ma da allora non si è messo nulla. 

Il 16 gennaio 2025 Daniela Caputo è stata audita dalla commissione regionale alle infrastrutture in merito alla situazione di stallo dell’opera e questa la nota della Città Metropolitana di Milano con la dichiarazione della consigliera delegata alle infrastrutture: «Comprendo e condivido le rimostranze e le difficoltà espresse dai sindaci e da Confcommercio, più volte nel corso di questi mesi ho avuto modo di interloquire con tutti loro e posso solo, ancora oggi, dichiarare che da parte della Città metropolitana è, e verrà, messo in campo il massimo sforzo, anche per rispondere alle esigenze dei commercianti e delle imprese che possano risentire dei tempi di cantierizzazione. Continueremo a mettere il massimo impegno per venire a capo dei problemi sul terreno».

# L’inaugurazione slitta ancora: almeno alla fine del 2027, ma non ci sono certezze

ilgazzettinometropolitana.it – Cantieri metrotranvia

Ma quando è prevista la ripresa dei lavori e quando dovrebbe inaugurare? Scontata l’impossibilità di far viaggiare i tram entro l’estate 2026, non si vedranno prima delle fine del 2027, se va bene nel mese di settembre. Sulle date non c’è però alcuna certezza, potrebbe slittare ulteriormente il termine dei cantieri, e informazioni più precise non si potranno avere prima della definizione del concordato in tribunale per la richiesta liquidazione giudiziaria da parte della CMC di Ravenna. Nel frattempo, come dichiarato da Luigi Ponti del Partito Democratico «il cantiere non si deve interrompere e bisogna garantire alla popolazione comunicazioni sempre chiare e tempestive».

# Una nuova linea lunga 14,3 km per 25 fermate

Metrotranvia Milano Seregno
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno

Nell’attesa di capire quando tutto si rimetterà in moto vediamo il progetto nel dettaglio. La nuova linea sostituisce la tranvia extraurbana Milano – Desio proseguendo fino a Seregno: lunghezza del tracciato 14,3 chilometri, 25 fermate distanti tra loro in media 540 metri e otto comuni attraversati: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. Dal Parco Nord a Calderara a doppio binario, da Calderara a Seregno FS a binario singolo con raddoppio agli incroci. La linea sarà connessa alla stazione Seregno a nord,  a Milano Maciachini M3 sud e Niguarda la nuova metrotranvia Cascina Gobba-Certosa.

Nel progetto è previsto: 

  • demolizione del dismesso obsoleto impianto tranviario, nel rifacimento integrale dell’attuale struttura di armamento e trazione elettrica;
  • installazione di un’innovativa tecnologia impiantistica e di segnalamento;
  • ricostruita integralmente la viabilità e le piste ciclabili, il verde urbano, e i canali lungo il corridoio della nuova metrotranvia. 

# In servizio i nuovi Tramlink bidirezionali, frequenza massima di 5 minuti

Prove in linea notturne tram Atm Tramlink

La frequenza dei passaggi tranviari è prevista di 5 minuti (sino a Paderno Dugnano) e di 10 minuti (oltre a Paderno Dugnano) negli orari di punta e 30 minuti negli orari di morbida. Il servizio sarà esercito da 18 nuovi tram bidirezionali della Tramlink, a tre carrozze casse e lunghi 25 metri.

Continua la lettura con: Metrotranvia della Brianza: per ora l’unico record è il ritardo

FABIO MARCOMIN 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

10 luoghi incredibili nel mondo da vedere almeno una volta nella vita

0
Withsunday Islands - ph. @ktmcharles IG

Si vive una volta sola. Soprattutto per viaggiare. Ci sono posti dove andare assolutamente se non si vogliono avere rimpianti: questa la lista di LaTartarugavolante.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

10 luoghi incredibili nel mondo da vedere almeno una volta nella vita

#1 Machu Picchu, il sito archeologico più famoso al mondo

Credits abe2go IG – Machu Pichu

Il Machu Picchu è forse il sito archeologico più famoso al mondo. Questa maestosa città Inca, estesa per oltre 320 kmq, entra a pieno titolo fra i viaggi da sogno. Costruita come città fortezza per l’aristocrazia di Cuzco è stata scoperta solo nel XX secolo, 400 anni dopo la sua caduta. I momenti più emozionanti sono lasciarsi avvolgere dalla nebbia del mattino, respirare a pieni polmoni l’aria proveniente dalle ripide scarpate e restare immersi nel verde della foresta peruviana. 

 

#2 Il Parco Nazionale Yosemite nella California settentrionale

Credits christinaadelephoto IG – Yosemite Park

Nella California settentrionale, c’è un sito sito patrimonio dell’Unesco unico al mondo: il meraviglioso parco nazionale Yosemite. Le pareti di granito, le sequoie gigantesche, le vette del El Capitan e i laghi color del cielo fanno di questo parco uno spettacolo incredibile. Il parco ha un intervallo di elevazione compreso tra 648 e 3.997 metri e si estende per oltre 3.000 kmq.

 

#3 La magia del Myanmar dove scoprire l’anima dell’Asia

Credits naotostillalive IG – Myanmar

Il Myanmar è il paese ideale per scoprire l’Asia perché concentra tutte le caratteristiche del continente. Si possono assaporare i ritmi asiatici, entrare in contatto con abitanti di piccoli villaggi, scalare vette alla ricerca di grotte piene di Buddha dorati, oppure iniziare la giornata sorvolando le pagode di Bagan. 

 

#4 Il Serengeti e la Grande Migrazione in Tanzania

Credits ungitours IG – Serengeti

In Tanzania sono molti i luoghi da scoprire, il Parco Nazionale del Serengeti, il cratere del Ngorongoro o il Ruaha, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Lo spettacolo più suggestivo è la migrazione, a giugno c’è la più grande che esista, quando migliaia di gnu e zebre attraversano la savana e il Mara River, per arrivare nel Masai Mara e far ritorno in Tanzania all’inizio dell’autunno.  

 

#5 Il Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d’Europa

Credits airpix_it – Vatnajökull – Islanda

Islanda è sinonimo di avventura e natura, con i suoi affascinanti panorami fra vulcani, geyser e cascate. Imperdibile è il Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d’Europa. Oltre a questo da non perdere lo spettacolo dell’aurora boreale, una vera danza magica di luci nel cielo notturno.

 

#6 Il deserto di Namib, uno dei deserti più antichi del mondo

Credits officinetravelbari IG – Deserto di Namib

La Namibia regala panorami da sogno, una terra di grandi contrasti. Un paese caratterizzato dai paesaggi color arcobaleno, dune rosso fuoco e oceano blu intenso dove il deserto di Namib, uno dei deserti più antichi del mondo, ne rappresenta la massima espressione.

#7 Whitsunday Islands in Australia, nel mar dei Coralli

Credits craig__obrien IG – Whitsunday Island

Le Whitsunday Islands in Australia sono un arcipelago di 74 isole continentali di varie dimensioni, situate nel mar dei Coralli al largo della costa centrale del Queensland. Acqua cristallina, spiagge bianchissime e la mitica barriera corallina australiana sono gli elementi inconfondibili che le rendono uniche.

 

#8 Patagonia, il punto più meridionale del mondo

Credits ramirotorrents IG – Patagonia

La Patagonia è un altro luogo indimenticabile da visitare almeno una volta nella vita. Si trova nel punto più meridionale del mondo ed è una delle regioni più ambite dagli amanti della natura e dell’escursionismo. Tra Argentina e Cile questo territorio offre una natura spettacolare e incontaminata, grandi montagne e grandi ghiacciai e una biodiversità unica.

 

#9 L’Isola di Harris in Scozia, uno scenario caraibico

Credits ilariabattaini IG – Isola di Harris

Tornando in Europa possiamo andare in Scozia, per scoprire un lato diverso del Paese, quello dell’Isola di Harris. Sembra di essere un’isola dei Caraibi con colori del mare incredibili che luccicano e brillano anche nelle giornate più uggiose. Trascorrere una notte Horgabost Beach Camping è un’esperienza da non farsi assolutamente mancare. 

 

#10 Il monte Everest, il più alto del mondo

Credits protrekadventure IG – Everest

Non può mancare un viaggio in Nepal all’insegna di faticosi trekking a oltre 4.000 metri per superare le proprie paure e i propri limiti, rimanendo ammaliati dal fascino della  vetta più famosa al mondo, l’Everest. In alternativa ci si può specchiare nelle acque color del vetro del Gokyo Lake o immergersi nella tradizione dei villaggi lungo la valle di Pokhara fino al Parco Naturale di Chitwan.

 

Fonte: LaTartarugavolante

Continua la lettura con: I 5 LUOGHI più PERICOLOSI al mondo

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

I segreti della piazza più fumosa di Milano

0
Piazza Vetra - Ph. @megliounpostobello IG

A chi la nomina viene sempre da sorridere. Questo per la cattiva fama di un tempo. Più che di fama, dovremmo parlare di fumo. Perchè di questo si tratta. Ripercorriamo la storia della piazza più fumosa di Milano. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

I segreti della piazza più fumosa di Milano

Piazza Vetra – Ph. @serenigiovanna.jpg IG

Negli anni Novanta ero solito frequentare questa zona. Non per fare acquisti loschi, ma perché non molto distante si trovava una delle sale prove più importanti del milanese: il Malibù Studio. Attraversando i vialetti capitava di vedere strani movimenti, loschi passaggi di “mani”, ma me ne sono sempre tenuto alla larga. Da allora le cose sono un po’ cambiate o forse no? Facciamo un passo dentro i segreti di Piazza Vetra.

# L’origine del nome: un fiume?

Piazza Vetra – ph. @raffaella.silvestri IG

In una mappa di Milano della fine dell’Ottocento risulta una città attraversata da numerosi corsi d’acqua sia naturali che artificiali. Tra questi c’erano anche il Grande e il Piccolo Seveso e il Vetra.

Proprio il fiume risulta una delle ipotesi più probabili sull’origine del nome. C’è chi, invece, ha scoperto che in tempi antichissimi, esisteva una via delle Vetra dei Cittadini, non distante anche Contrada dei Vetraschi. Un’altra ipotesi è che il nome derivi dalla famiglia nobiliare milanese dei Vetra e, infine, esiste la possibilità che riprenda il castrum vetus: la più antica fortificazione che difendeva Milano in epoca romana. Ma facciamo un passo avanti.

# L’inizio della «fama fumosa»: per tre secoli è stato il luogo dei roghi e delle esecuzioni

Credits: passimilano.com
Esecuzione in Piazza Vetra

Dalla fine del 1500 fino a tutto il diciannovesimo secolo questo fu il luogo dove vennero eseguite le condanne a morte. In particolar modo è dove centinaia di eretici e presunte streghe furono messe al rogo.

Anche il Manzoni parlò dei roghi della piazza quando nei Promessi Sposi parla di Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora (gli untori della peste) che vennero torturati e arsi vivi.

Leggi anche: La strage delle streghe di Milano

# Novecento: la casa di piccoli criminali e della malavita

Credits: @milano_scomparsa_o_quasi
Piazza Vetra

Tra la fine dell’Ottocento e il secolo scorso, la piazza divenne luogo frequentato da piccoli criminali e bande malavitose che passarono alla storia con il nome ligera. All’inizio del Novecento ci fu il celebre omicidio (o suicidio?) della Rosetta della Vetra, una prostituta che viene ricordata nella celebre ballata La povera Rosetta.

In seguito alla guerra, nonostante una rivalutazione urbana, con l’allargamento dell’area destinato al verde, la costruzione dell’Esattoria Civica (non più attiva), la piazza divenne luogo di spaccio. Alla fine degli anni Settanta fu anche teatro di una sparatoria tra la banda Vallanzasca, che stava facendo un sopralluogo per una futura rapina, e le forze dell’ordine: persero la vita un bandito e un brigadiere. E nei decenni successivi è diventata il tempio del fumo. E non si parla di sigarette. 

# La piazza oggi

Credits: @liviar72
Piazza Vetra

Oggi è tutto diverso. Fa sempre un po’ impressione passeggiare per questa piazza e pensare che il suo passato fosse così “fumoso”. Non è che piazza Vetra abbia chissà cosa da vedere, ma è comunque un luogo dove poter sorseggiare un calice di vino e ammirare i murales che raccontano Milano. E se qualcuno vi offre del fumo, lo si può sempre considerare come una memoria storica. 

Continua la lettura con: L’”uomo nudo di Porta Nuova”: il MONUMENTO più “OSCENO” di Milano?

Testo originale di MICHELE LAROTONDA aggiornato da redazione

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Quando provi a chiedere il tuo primo rimborso all’assicurazione che paghi da una vita

0

Provi a richiamare tra le 23.37 e le 23.37 del prossimo 29 febbraio.

Qui il video: Quando provi a chiedere il tuo primo rimborso all’assicurazione che paghi da una vita

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Continua con: Quando devi prendere la metro per Bisceglie ma al binario arriva Rho/Fiera

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Venerdì 17? Che pizza! Le iniziative in programma a Milano per il il «world pizza day»

0
Credits gian_strafile IG - Pizza margherita a Milano

Rimettiamo nei cassetti risotti e cotolette, mondeghili e ossibuchi: oggi Milano diventa come un quartiere napoletano. È la “Giornata della pizza”, celebrata in tutto il mondo, e anche sotto la Madonnina i locali partecipano all’evento con creazioni speciali e appuntamenti dedicati.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Venerdì 17? Che pizza! Le iniziative in programma a Milano per il il «world pizza day»

Credits i_am_elisabetta.79 IG – Pizzeria Pizzaemozzarella

Secondo l’Ufficio Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio, a Milano ci sono circa 1.400 pizzerie, su un totale di quasi 4.000 ristoranti. Il «world pizza day» si celebra nello stesso giorno di Sant’Antonio Abate, monaco del III secolo noto come protettore degli animali e, secondo la leggenda, è colui che rubò il fuoco all’inferno per donarlo agli uomini. Questo lo rende anche patrono del fuoco e delle professioni ad esso legate, come fornai e pompieri, e ovviamente dei pizzaioli. Ma cosa succede a Milano per il «world pizza day»?

# World Pizza Day: la celebrazione della creatività in cucina

Credits: tripadvisor.it

Per i tre fratelli Katiuscia, Ciro e Antonio, il World Pizza Day è l’occasione perfetta per presentare la loro nuova creazione: la speciale margherita Coppola con un mix di sapori autentici, pomodorini del piennolo alla brace, mozzarella di bufala, caciocavallo podolico irpino e un filo di olio extravergine d’oliva irpino.

Un altro protagonista dell’evento gastronomico è Dry Milano di Lorenzo Sirabella. Oltre alle classiche versioni al trancio o tonda, oggi si possono trovare varianti come la pizza al padellino, napoletana, al vapore, bassa e croccante, fino alla pala romana.

Per il Pizza Day, il locale propone una creazione firmata da Irene Volpe, con moutabal di cicerchie, cavolo nero, cicoria ripassata e chicchi di melagrana. Immancabili anche l’iconica focaccia al vitello tonnato e la margherita con provola affumicata di bufala e pepe nero di Sarawak.

Da Biga Milano, invece, si celebra con la nuova “Guéridon di latte”: una sinfonia di formaggi composta da provola affumicata, taleggio, caciocavallo podolico, caprino erborinato, parmigiano 24 mesi, il tutto arricchito da confettura agli agrumi e petali essiccati.

# Dalla “pizza di rinforzo” alla tradizione rivisitata

Credits faremusic.it – pizza-e-mandolin

Nel cuore di Scalo Farini, Viviana Varese presenta un progetto che unisce tradizione e innovazione. Da Faak propone, per questa stagione, la “pizza di rinforzo”, ispirata all’insalata natalizia napoletana. Il condimento, un raffinato equilibrio di verdure fermentate e confit, baccalà in olio cottura e salsa al prezzemolo, promette di stupire i palati più esigenti.

Crocca si distingue per le sue proposte invernali che coniugano gusto e creatività. L’impasto, sottile e leggero, è arricchito da topping intensi e stagionali:

  • Pancetta, pecorino, crema e chips di zucca.
  • Gorgonzola, noci, zucca e funghi.

Obicà celebra l’inverno a Cairoli con una napoletana speciale: “Zucca e Tartufo”. Gli ingredienti, scelti con cura, includono fiordilatte di Agerola, spinacino e cialde di grana padano, uniti dalla nota inconfondibile del tartufo.

Continua la lettura con: «Milano sarà la capitale mondiale dell’arte»: le tre motivazioni del Financial Times

STEFANO CORRADA

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

«Milano sarà la capitale mondiale dell’arte»: le tre motivazioni del Financial Times

0
Financial Times, Milano

«Roma potrebbe essere la città più bella d’Italia, ma non ha la stessa energia di Milano». Vediamo i motivi per cui il quotidiano britannico scommette che Milano diventerà l’ «hubspot dell’arte mondiale del futuro». .

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

«Milano sarà la capitale mondiale dell’arte»: le tre motivazioni del Financial Times

Il Financial Times ha incoronato Milano come Capitale dell’arte del futuro: queste le motivazioni. 

#1 Milano è un laboratorio aperto: «Roma potrebbe essere la città più bella d’Italia, ma non ha la stessa energia di Milano»

schoolmagazine.mI IG – Sala delle Cariatidi

L’intreccio tra passato e futuro trova una dimensione profondamente milanese nella capacità della città di accogliere e trasformare gli stimoli globali, rendendoli parte integrante della propria identità. A proposito, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato che Milano si conferma, ancora una volta, non solo custode di una memoria culturale straordinaria, ma anche laboratorio aperto, dove l’arte diventa terreno di confronto e costruzione collettiva.

Inoltre, in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi Milano-Cortina 2026, Milano sta preparando una stagione culturale eccezionale, che vedrà anche in Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale la mostra di Anselm Kiefer. Questo artista è rappresentato dal gallerista austriaco Ropac e parlando proprio di lui il Financial Times ha cercato anche di mettere a confronto Milano e Roma. “Roma potrebbe essere la città più bella d’Italia, ma non ha la stessa energia di Milano” si legge sul quotidiano che infatti ha chiarito che sarà Milano l’hotspot dell’arte europea.

#2 Si fanno arte e cultura a 360 gradi: dalla moda alla musica

radiopopolare – Bruce Springsteen a San Siro

Milano quindi si conferma protagonista nel panorama artistico globale, grazie ai sempre più numerosi progetti di alto livello e all’apertura di nuove gallerie internazionali che testimoniano la vivacità culturale della città. In più, non bisogna dimenticare che Milano resta una delle Capitali della moda, anch’essa una forma d’arte, così come la musica: sul suolo meneghino andranno in scena alcuni dei concerti più attesi dell’anno, sopra tutti le date di Bruce Springsteen allo stadio San Siro, l’esibizione di Dua Lipa agli I-Days, il ritorno alle scene di Jovanotti, lo spettacolo dei Linkin Park e dei One Republic.

#3 Il sogno realizzato della Grande Brera

andreavitrotti IG – La Grande Brera

Per concludere, il Financial Times ha sottolineato l’importanza anche dell’inaugurazione di Palazzo Citterio a dicembre 2024. La riapertura di Palazzo Citterio realizza finalmente il sogno della Grande Brera, ampliando la Pinacoteca e arricchendo l’offerta artistica e culturale di Milano. Con collezioni storiche, spazi espositivi per arte moderna e contemporanea, la Grande Brera si afferma come il cuore culturale della città, simbolo di un progetto d’avanguardia lungo più di mezzo secolo. Questo è un elemento non di poco conto, visto che ha garantito a Milano un posto nella classifica delle 52 mete da visitare nel 2025 stilata dal New York Times.

Per approdare all’importante traguardo prospettato dal FT, qual è la situazione attuale? Per capirlo scopriamo le più importanti mostre in arrivo a Milano nel 2025. 

# La programmazione del Comune di Milano per il 2025

Yes Milano – Leonor Fini

La nuova programmazione per l’anno 2025 del Comune di Milano abbraccia discipline diverse che spaziano dalla fotografia alla pittura, dal design all’installazione, ponendo l’attenzione su temi attuali come multiculturalità e identità di genere. Le sedi protagoniste saranno Palazzo Reale, il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, il MUDEC Museo delle Culture e la Fabbrica del Vapore, oltre agli spazi dei Musei Civici dedicati alle mostre temporanee.

Ecco alcune delle migliori mostre d’arte in arrivo nel 2025

  • Leonor Fini: la mostra d’arte è dedicata ad una esponente dell’arte provocatoria con una visione ribelle lontana dalle convenzioni, questa è in programma a Palazzo Reale dal 26 febbraio al 22 giugno.
  • Munch: in occasione dell’80° anniversario dalla morte dell’artista, a Palazzo Reale fino al 26 gennaio sarà allestita una prestigiosa mostra dedicata ad uno degli artisti più amati del secolo scorso.
  • Ugo Mulas: fino al 2 febbraio Palazzo Reale ospita l’operazione fotografia di un artista che propone una visione inedita della città di Milano, colta nelle sue molteplici sfaccettature.
  • Tim Burton’s Labyrinth: la mostra sarà attiva fino al 9 marzo e consiste in un labirinto che accompagna i visitatori in un viaggio nella mente del genio del regista, attraverso una varietà di stanze originali e utilizzando suoni, luci, scenografie e tecnologie varie.

Leggi anche: La Grande Brera appena nata pensa già in grande: 4 idee per rendere Milano un faro della cultura mondiale

Continua la lettura con: A Milano l’«Hub degli artisti»: 7 idee per renderla capitale della cultura del terzo millennio

MARTA BERARDI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


TLAPSE | Your Project in Motion