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Bereguardo, il piccolo paese che attrae più di Milano

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fabio_cerioli IG - Ponte di Bereguardo

Gli anni della pandemia sono stati per molti un ripensamento del modo di vivere, uno stravolgimento delle abitudini a partire dal fatto di lavorare da casa. Questo ha portato una fuga dalle metropoli verso luoghi più a misura d’uomo, a piccoli centri a breve e media distanza dalle stesse. Anche Milano non è stata esentata da questo fenomeno e in particolare un piccolo paese in provincia di Pavia è uno di quelli che ha registrato il maggiore aumento del numero di abitanti. Scopriamo il perché di tanto successo.

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Bereguardo, il piccolo paese che attrae più di Milano

# Nel milanese svetta Bereguardo: +7% di crescita di residenti durante la pandemia, +20% dal Duemila

Credits: giornaledisicilia.it

La pandemia da Covid ha provocato un sensibile riduzione dei trasferimenti nelle grandi città oltre che una fuga dalle stesse per chi già ci viveva. Al contrario  mentre mare, lago e hinterland hanno iniziato ad attirare sempre più residenti. Il dato riportato da Il Sole24ore analizzando i bilanci demografici mensili Istat a seguito dell’arrivo del virus mostrava un segno meno del 2,4% di residenti nelle grandi città con iscrizioni scese in media del 23% e le cancellazioni dell’8,7%.

Fino al 2020 le uniche eccezioni erano state Bologna e Milano, rispettivamente con una crescita del 2,3% e del 4,1% dei residenti, anno in cui entrambe hanno perso cittadini. La nostra città aveva superato la soglia di 1,4 milioni per poi scendere di decine di migliaia di unità prima di riportarsi faticosamente a quella quota solo a fine del 2023.

Fuori Milano la tendenza ha registrato dinamiche differenti e uno dei paesi che ha registrato una delle crescite più consistenti di nuovi abitanti è stato Bereguardo. Il comune della provincia di Pavia, nel parco naturale della Valle del Ticino, negli anni della pandemia ha messo a segno un +7%. Non solo: negli ultimi 20 anni la crescita di abitanti supera il +20%. Ma quali sono i motivi del suo successo?

# Il “Belriguardo”: la natura incontaminata tra Milano e Pavia

fabio_cerioli IG – Ponte di Bereguardo

Il nome del paese è da far risalire a “Belriguardo”, l’appellativo dato da Luchino Visconti al Castello che trasformò in residenza nel ‘300. Dalla precedente rilevazione, già in crescita, di 2.600 residenti, Il borgo agricolo di Bereguardo è salito nel 2023 a 2.886. Situato in una zona collinare gradevolissima dal punto di vista naturalistico, e immerso nel Parco Naturale del Ticino, è lontano da Pavia e da Milano rispettivamente di appena 15 km e 30 km. Per arrivarci da ovest è necessario attraversa un suggestivo e storico ponte di barche sul fiume Ticino. Ideato e realizzato dai cinesi, è stato utilizzato anche dai persiani, dai greci e dai romani fino a oggi.

# Il Castello Visconteo Quadrato 

Credits: realdannalessandro IG – Castello Bereguardo

Tra le meraviglie da vedere c’è ovviamente il Castello Visconteo a pianta quadrata, ma che oggi presenta una particolare struttura a forma di “U” non essendoci più l’ala nord. Conserva ancora la facciata del ‘400, anche se è stato ristrutturato in diversi occasioni, e attorno sono ancora visibili i resti dell’antico fossato. La struttura, dopo la costruzione iniziale da parte di Luchino Visconti, fu ingrandita da Bernabò Visconti nell’ottica del suo progetto di rafforzamento dello stato di Milano. Al suo interno si trovano oggi il Municipio e la biblioteca, mentre in origine veniva utilizzato con molta probabilità come residenza estiva e villa di piacere.

# Anche Bereguardo ha il suo “piccolo” Naviglio

Credits: raffaella_rogledi IG – Approdo Naviglio a Berguardo

Fu realizzato per volontà di Francesco I Sforza duca di Milano tra il 1457 e il 1470 il piccolo naviglio di Bereguardo che scorre non lontano dal Castello, nel cuore del paese.

Credits: wikipedia.org – Naviglio di Bereguardo

Si stacca dal Naviglio Grande all’altezza di Castelletto di Abbiategrasso, da dove parte anche quello diretto a Milano, e si dirige verso sud, raggiungendo il Ticino, nel quale sfocia al ponte di Bereguardo dopo un percorso di 19 km.

Continua le lettura: Il PAESE dell’HINTERLAND meglio servito dai MEZZI PUBBLICI

FABIO MARCOMIN

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21 marzo: primo giorno della «mela dalla Stazione Centrale»

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monumenti da abbattere
Credits: panorama.it

È la prima opera d’arte che accoglie chi arriva a Milano in treno e l’ultima a salutare chi parte. Chi di noi non si è mai chiesto quale sia il senso di una mela alta otto metri e pesante undici tonnellate davanti alla Stazione Centrale? Ma qual è il suo significato?

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21 marzo: primo giorno della «mela dalla Stazione Centrale»

# Realizzata per Expo 2015 inizialmente sul sagrato del Duomo

La Mela di Pistoletto davanti al Duomo

21 marzo 2016. La più celebre mela di Milano viene presentata nella sua nuova location, di fronte alla Stazione Centrale.

Per capire le origini di questa opera, dobbiamo tornare al 2015, anno di Expo. Michelangelo Pistoletto, artista biellese e figura di spicco dell’arte povera, crea per il sagrato del Duomo un’enorme mela con un morso ricucito, interamente ricoperta di muschio: la Mela Reintegrata. Un simbolo potente, che richiama la sostenibilità e l’alimentazione consapevole, temi centrali dell’Esposizione Universale.

Dopo Expo, l’opera viene temporaneamente collocata a Parco Sempione, ma il suo destino resta incerto. Finché non arriva un accordo tra l’autore, Cittadellarte, il FAI e il Comune di Milano: la Mela Reintegrata viene ufficialmente donata alla città, trovando la sua collocazione definitiva davanti alla Stazione Centrale, come suggerito dallo stesso Pistoletto che definì il suo lavoro come “un’opera simbolica che si apre al mondo, così come la stazione ferroviaria, anche simbolicamente, apre la città al mondo”.

Prima le fu rifatto il look: la Mela fu rimodellata con intonaco argilloso mescolato a polvere di marmo. il risultato fu un bianco brillante che ben si fonde con i toni chiari della Stazione e del piazzale antistante. Ma qual è il suo significato?

# Il reale significato della mela: l’entrata in una nuova era

Ma qual è il suo significato? Si ripresenta la simbologia biblica del morso di Eva al frutto della conoscenza. Ed è proprio l’autore stesso che chiarisce ogni dubbio:

“il simbolo della mela attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale. La Mela Reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova Era, nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono generando nella società un equilibrio esteso a diffusione planetaria.

Il simbolo della Mela Reintegrata rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura, il morso significa artificio, così come lo vediamo utilizzato in un marchio di computer mondialmente diffuso posto ad emblema della tecnologia che sostituisce integralmente la natura. Con la Mela Reintegrata l’artificio assume il compito di ricucire la parte asportata del morso e ricongiungere l’umanità alla natura, anziché continuare ad allontanarla da essa.”

Continua la lettura con: Il monumento più brutto di Milano

MILANO CITTA’ STATO 

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I 7 record geografici più curiosi d’Italia

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Distanza Testa Gemella OccidentaleLampedusa

Il punto più alto, quello più basso, il centro geografico della Penisola o la distanza massima tra due punti posti agli estremi. Sono solo alcuni dei record geografici più curiosi del Bel Paese. 

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I 7 record geografici più curiosi d’Italia

#1 Il punto più elevato: 4.810,90 metri d’altezza

Credits: breaking travel news

Il punto più elevato d’Italia è il Monte Bianco in Valle d’Aosta, con 4.810,90 metri d’altezza. E’ la più alta dell’Europa Occidentale anche se per i francesi è cosa loro…

#2 La massima distanza tra due punti geografici: 1.291 km

Distanza Testa Gemella Occidentale-Lampedusa

La massima distanza tra due punti geografici nel nostro Paese si trova tra la Testa Gemella Occidentale, una cima del massiccio della Vetta d’Italia nelle Alpi Aurine in Alto Adige, considerata il punto più a nord nella nostra penisola, e l’Isola di Lampedusa: in linea d’aria sono 1.291 km.

#3 Il punto meno elevato: – 3,44 metri sotto il livello del mare

Credits Valeria M- foursquare – Contane, Jolanda di Savoia

Il punto meno elevato in Italia si trova nel comune di Jolanda di Savoia in provincia di Ferrara, non molto lontano dalle Valli di Comacchio e dal Po. La frazione di Contane, secondo l’Istituto Geografico Militare, è situato infatti a 3 metri e 44 centimetri sotto il livello del mare.

#4 La massima distanza tra un comune e il mare: 234 km

Madesimo-Genova Mar Ligure

Il comune italiano più lontano dal mare si trova in Lombardia, in provincia di Sondrio. Si tratta di Madesimo, nello specifico la frazione di Montespluga che dista dal Mar Ligure 234 km.

#6 I 4 centri geografici d’Italia 

4 centri geografici Italia

A causa della forma non geometrica dell’Italia è complicato stabilire un vero centro geografico. Per questo l’Istituto Geografico Militare ne ha individuati 4: Monteluco (PG), Narni (TR) e Orvieto (TR) in Umbria, e Rieti, nella sua Piazza San Rufo, nel Lazio.

#7 I 4 punti più estremi

4 punti più estremi

I quattro punti più estremi del nostro Paese sono la Testa Gemella Occidentale a nord e l’isola di Lampedusa, nella punta Pesce Spada, a sud. A est è capo d’Otranto in Puglia, a ovest Rocca Bernauda nelle Alpi Cozie in Piemonte.

Continua la lettura con: Il RIFUGIO nella ROCCIA che incanta il mondo: è in ITALIA

FABIO MARCOMIN

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Arco della Pace, Ortica, Colonne e le altre fermate della metro che non ci sono… ma che i milanesi sognano

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Le idee nate con la collaborazione dei lettori. Queste sono le fermate e le linee della metro che ci piacerebbero molto. 

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Arco della Pace, Ortica, Colonne e le altre fermate della metro che non ci sono… ma che i milanesi sognano

# PIAZZA FIRENZE, ARCO DELLA PACE, COLONNE DI SAN LORENZO sulla linea ROSA (da Rho fino a Opera)

Linea Rosa

Lunga circa 25 km, la linea rosa partirebbe dalla stazione di Rho centro, con fermate a Quarto Oggiaro, Certosa, Piazza Firenze, con interscambi a Domosossola Fn con la M5 e a Cadorna con M1 e M2, Arco della Pace per poi passare per il centro con la stazione alle Colonne di San Lorenzo e dirigersi lungo l’asse di via Ripamonti fino a Opera, dove il capolinea sarebbe un hub con l’alta velocità per Genova. 

Leggi anche: M6: sarà questo il PERCORSO della nuova LINEA ROSA?

# HANGAR BICOCCA, RUBATTINO, SAN RAFFAELE sulla linea ARANCIONE (da Rho centro al Parco Forlanini)

Linea arancio

Questa linea di 20 km coprirebbe l’arco a nord della città, con partenza sempre dal centro di Rho, per toccare il comune di Novate Milanese, la stazione di Greco Pirelli, via Padova, il Rubattino e fermata al Parco Forlanini, al servizio anche del centro sportivo Saini, arrivando ad interscambiare con la linea M4.

# NOVEGRO, ORTICA, TREZZANO sulla linea PORPORA (da Morimondo a Novegro passando per il centro di Milano)

Linea porpora

Il tracciato della linea porpora lunga 31 km inizierebbe da Morimondo a sud-ovest dell’hinterland milanese con le successive stazioni a Gaggiano, Trezzano sul Naviglio, Quarto Cagnino, Arco della Pace dove incrocerebbe la linea rosa, la M3 a Turati e la M1 a Porta Venezia, poi una stazione al quartiere dell’Ortica, infine l’incrocio con la linea porpora e capolinea al parco delle esposizioni di Novegro.

# BASIGLIO, BINASCO, OPERA sulla linea TURCHESE (da Novegro a Morimondo percorrendo il Parco Agricolo Sud)

Linea verde metropolitana

L’ultima linea, di 34 km di estensione, partirebbe da Novegro per fermare nel comune di San Donato Milanese e poi percorrendo l’arco a sud della città intersecherebbe la linea rosa a Opera, avrebbe una stazione a Basiglio, Binasco e per concludere Morimondo interscambiando con la linea porpora.

Continua la lettura con: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

FABIO MARCOMIN

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Quanto vale una casa a Milano? Le 3 zone sopra il milione e i 3 quartieri sotto i 400mila euro (dati 2025)

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Immobiliare.it - Prezzi case a Milano febbraio 2025

La classifica delle zone più care della città secondo i dati di Immobiliare.it aggiornati a febbraio 2025. Dal cuore di Milano fino alle aree più periferiche, scopriamo quanto serve per acquistare un trilocale. Sono poche le zone rimaste sotto i 400mila euro.

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Quanto vale una casa a Milano? Le 3 zone sopra il milione e i 3 quartieri sotto i 400mila euro (dati 2025)

# In centro i trilocali sono milionari  

maps – Attico Via Bigli-Via Manzoni

Diamo uno sguardo alle ultime quotazioni immobiliari di febbraio 2025 su Immobiliare.it. Ecco la classifica, in ordine decrescente, delle zone più care di Milano.

#1 In prima posizione troviamo come sempre il centro storicoper un trilocale di 110 mq serve 1.202.960 euro in virtù di un prezzo al mq di 10.936 euro. 

#2 Sempre sopra il milione i trilocali della seconda zona più cara: Garibaldi, Moscova, Porta Nuova dove per lo stesso appartamento si deve sborsare 1.077.450 euro, il prezzo al mq è di 9.795 euro.

#3 L’ultima zona ad avere un valore medio di un trilocale superiore al milione di euro è Arco della Pace, Arena e Pagano con una richiesta di 1.042.140 euro pari a 9.474 euro al mq

A ridosso di questa soglia c’è l’area di Quadronno, Palestro, Guastalla dove sono richiesti 981.970 euro in virtù di un costo al mq di 8.927. Servono oltre 800mila euro per una casa di 110 mq a Porta Genova, Ticinese, per la precisione 875.380 euro dato un costo al mq 7.958 euro, e per una a Porta Venezia, Indipendenza che registra un costo di 7.804 e una richiesta media di 858.440 euro.

# Le zone tra i 500 e i 770mila euro

Credits: @ellimist83
Porta Romana “un nome in ogni quartiere”

In seconda fascia ci sono le zone dove per un trilocale servono tra i 500 e i 770mila euro:

  • Porta Romana, Cadore, Montenero con 770.330 euro (7.003 euro al mq)
  • Solari, Washington con 768.130 euro (6.983 euro al mq), che inverte la posizione con Porta Romana rispetto alla rilevazione del 2024, ma con prezzi comunque in crescita;
  • Fiera, Sempione, Citylife e Portello con 740.190 euro (6.729 al mq);
  • Centrale, Repubblica con 722.920 euro equivalenti a (6.572 euro al mq);
  • Navigli con 713.460 euro (6.846 al mq);
  • Cenisio, Sarpi, Isola con 702.350 euro (6.385 euro al mq);
  • Città Studi, Susa con 622.930 euro (5.663 euro al mq);
  • Napoli, Soderini con 607.640 euro (5.524 euro al mq);
  • Maggiolina, Istria con 565.070 euro (5.137 euro al mq);
  • Porta Vittoria, Lodi con 562.540 euro (5.114 euro al mq), che si cambia di posizione con la zona di Maggiolina, rompendo comunque il muro dei 5mila euro al mq rispetto al 2024;
  • Ripamonti, Vigentino che con 519.860 euro irrompe nella fascia sopra i 500mila euro, salendo di 30mila euro in un confronto con il 2024 (4.726 euro al mq);
  • Pasteur, Rovereto con 514.800 euro (4.680 euro al mq);
  • Bande Nere, Inganni con 508.090 euro (4.619 euro al mq);

# Le zone sotto i 500mila euro

aperitivi_urbani IG – Turro, Martesana

Sotto i 500mila fanno il loro ingresso una zona a nord e una ad est della città. Vediamo le valutazioni nel dettaglio:

  • Precotto, Turro con 490.820 euro (4.462 euro al mq) diventa il più vicino alla soglia dei 500mila euro;
  • Famagosta, Barona con 480.370 euro (4.367 euro al mq), anche questa zona in salita rispetto al 2024;
  • stesso discorso per Corvetto, Rogoredo con 472.010 euro (4.291 euro al mq), che beneficiano delle riqualificazioni delle vicine Symbios e Santa Giulia;
  • per Viale Certosa, Cascina Merlata con 471.130 euro (4.283 euro al mq) la rivalutazione è data dal nuovo quartiere di Uptown e Città Contemporanea oltre che dall’apertura del Merlata Bloom;
  • Udine, Lambrate con 469.590 euro al mq (4.269 euro al mq);
  • Abbiategrasso, Chiesa Rossa con 464.200 euro (4.220 euro al mq);
  • San Siro, Trenno con 456.940 euro (4.154 euro al mq);
  • Bicocca, Niguarda con 426.690 euro (3.683 euro al mq);
  • tra i quartieri new entry c’è Forlanini con 419.650 euro (3.815 al mq), soprattutto per l’arrivo della M4;
  • infine Affori, Bovisa con 418.000 euro (3.800 euro al mq);

# Sono rimasti solo 3 quartieri sotto i 400 mila euro

nettuno85 ig – Quartiere Adriano

I quartieri dove trovare un trilocale sotto i 400.000 euro sono ora solo tre, due in meno rispetto alla precedente rilevazione, e nell’ordine:

  • Cimiano, Crescenzago, Adriano con  394.680 euro (3.588 euro al mq);
  • Ponte Lambro, Santa Giulia con 360.030 euro (3.273 euro al mq)
  • Bisceglie, Baggio, Olmi con 334.400 euro (3.040 euro al mq)

Continua la lettura con: Questi sono i 3 quartieri di Milano dove i prezzi delle case sono saliti di più negli ultimi 5 anni

FABIO MARCOMIN

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Milano più internazionale: i 10 luoghi dove conoscere persone di tutto il mondo

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party, technology, nightlife and people concept - smiling friends with smartphone taking selfie in club

Milano è la città d’Italia più internazionale. Un crocevia di etnie e culture diverse. Sono molti i locali che permettono di conoscere persone di tutto il mondo. Andiamo a vedere quali sono.

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Milano più internazionale: i 10 luoghi dove conoscere persone di tutto il mondo

#1 Ostello Bello

Ostelli, Hotel & Bar - Prenota ora! - Ostello Bello
credits ostellobello.com

A Milano ce ne sono due. Uno vicino al Duomo, precisamente in via Medici, e l’altro in stazione Centrale. L’ostello in via Medici è sicuramente quello raccomandato per godersi la vista sui palazzi storici dai terrazzi panoramici dell’ostello. Quello in Centrale, invece, è perfetto per rilassarsi ascoltando musica live e godendosi le diverse serate organizzate ad hoc per gli ospiti.

#2 Madama

Madama Hostel & Bistrot | Zero
credits zero.eu

Altro ostello caratterizzato da un crocevia tra la cultura milanese e la comunità dei viaggiatori. Il Madama offre 11 camere per un totale di 60 posti letto tra camerate quadruple e doppie. Gli ospiti hanno a disposizione una cucina comune con un grande tavolo rotodno centrale e una sala comune con calcetto, giochi da tavolo, tv, pc e libri. I servizi offerti sono molti: wifi gratis, late check out, accesso disabili, reception 24/7, deposito bagagli e cassette di sicurezza.

Indirizzo: via Benaco 1

#3 Aperitivo in lingua

Aperitivo in lingua Milano, Conversazione in lingua all'aperitivo
credits pretaparler

Il posto perfetto per parlare una lingua straniera godendosi un drink. L’aperitivo in lingua è il momento ideale perchè unisce l’aspetto culturale a quello più creativo. L’aperitivo è guidato da un insegnante, che guida la conversazione favorendo ciascuno ad esprimersi al meglio e stimolando il proprio livello di conversazione con argomenti diversi. Si dà vita ad una vera e propria conversazione accompagnata da un aperitivo dove, tra ottimi cocktail, ciascuno ha la possibilità di chiacchierare in lingua e acquisire scioltezza.

#4 Serate Erasmus in discoteca

Top 5 delle discoteche di Milano | Suggerimenti Erasmus
credits erasmusu

Le serate Erasmus sono uno dei metodi più classici per incontrare nuove persone provenienti da tutto il mondo. Tanti club e discoteche organizzano questi tipi di serate. Le più note e rinomate sono quelle organizzate al The Club in zona Moscova, all’Alcatraz il venerdì sera e ai Magazzini Generali il sabato universitario.

#5 Internations

Meet fellow Expats in Spain - Expat Community, Jobs, Forum & Events
credits Internations

Iniziativa nata in Germania da un ex studente Erasmus della Bocconi che pare si sia ispirato dalle serate internazionali della nostra città. Ora si è diffusa in tutto il mondo: l’iniziativa è un sito (internations.org) e organizza serate di tutti i tipi.

#6 Pogue Mahone’s

Mahone's Restaurant Milano
credits Mahone

Il pub perfetto dove bere qualche birra, conoscere nuove persone, e perfino portare il proprio amico a 4 zampe. Lo storico locale, situato in Porta Romana, è stato fondato nel 1993 ed è diventato uno dei pub più noti d’Italia. La protagonista di questo pub è però ovviamente la birra, soprattutto Guinness e Beamish.

Indirizzo: Via Vittorio Salmini, 1

#7 Bar Jamaica: una vita centennale

Jamaica Bar | Zero
credits Bar Jamaica

Esercizio storico di Milano, il Bar Jamaica esiste dal lontano 1911 ed è situato nel cuore di Brera. Anche questo è un ottimo posto dove poter chiacchierare liberamente fino a tarda sera. Dal Bar Jamaica sono passate anche alcune personalità poi diventate famosissime. Da Piero Manzoni a Lucio Fontana, fino ad Allen Ginsberg e Salvatore Quasimodo.

Indirizzo: via Brera, 32

Leggi anche: Il BAR JAMAICA: il leggendario ritrovo dei grandi artisti di Milano

#8 Blue Note: un jazz club da più di 300 spettacoli all’anno

Credits antropodiario_temporalia IG – Blue Note

Jazz club e ristorante, Blue Note ha aperto nel 2003, e per sei giorni alla settimana (dal martedì alla domenica) ospita circa 350 spettacoli all’anno ed è considerato una delle più importanti e famose vetrine per la musica jazz in Europa e non solo. Il calendario settimanale degli spettacoli prevede un doppio spettacolo giornaliero, alle 21 e alle 23, salvo la domenica che prevede uno spettacolo unico serale alle ore 21. Il ristorante, aperto dalle 19:30 alle 24, offre specialità italiane ed internazionali ed un’ampia selezione di vini italiani e francesi. Il bar propone una scelta fra più di 200 cocktail e liquori.

Indirizzo: via Pietro Borsieri, 37

#9 Offside Sport Pub: il locale dove comanda lo sport

Offside Sports Pub: il tempio dello Sport a Milano | BIRRERIE MILANO
credits birrerie milano

Sports pub d’eccellenza, l’Offside trasmette tutto il calcio, il rugby e altri numerosi eventi sportivi live, su 4 schermi. C’è la possibilità di scegliere tra 9 diverse birre alla spina da gustare durante la partita. Da non perdere anche gli ottimi hamburgere e la cucina aperta fino a tardi. Il pub organizza anche diversi eventi sportivi grazie alla flessibilità e all’intraprendenza del gestore Maurizio.

Indirizzo: Via Losanna, 46

#10 Le model night

JustMe Milano | Booking +39 393 4601143 | Bystaff.it
credits bystaff

Anche se sono meno quotate di un tempo, persistono le serate frequentate da modelle di tutto il mondo. Tra i locali dove questa presenza è più assidua ci sono l’Armani Bamboo Bar, il Just Cavalli e l’11Clubroom.

Continua la lettura con: I 7 locali preferiti dagli studenti

ANDREA PARRINO

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Quando i Navigli furono coperti perché considerati «pericolosi»

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credits Navigli Reloading

3 marzo 1928. Durante il periodo fascista viene chiesto al Ministero dei lavori pubblici, con esito che si rivelerà poi positivo, il permesso di coprire la cosiddetta “fossa interna”, il tratto di naviglio da Piazza San Marco fino a Porta Genova. Per ottenere il declassamento della Cerchia Interna, viene inserito nel programma Comunale un piano ambizioso, con l’obiettivo di realizzare un nuovo canale esterno all’area urbana. La motivazione fa scalpore. 

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Quando i Navigli furono coperti perché considerati «pericolosi»

# I Navigli erano considerati un pericolo per la salute pubblica 

credits Navigli Reloading

La decisione di coprire la Cerchia Interna derivava da due principali motivazioni: la prima era igienica, mentre la seconda viabilistica. Per quanto riguarda il motivo igienico, è fondamentale ricordare che la medicina del tempo attribuiva agli odori, ai fetori e all’evaporazione delle acque del naviglio la responsabilità di malattie reumatiche. Questa scelta è stata dettata anche dalla mancanza di una rete fognaria efficiente, che rendeva il naviglio la più importante cloaca cittadina.

# Per Mussolini il Naviglio era un «pericolo sociale»

credits Navigli Reloading

A favore della copertura si espresse anche Benito Mussolini, che rivendicò una serie di motivazioni sociali: «Il Naviglio è un pericolo sociale per l’attrazione esercitata sui deboli e sui vinti di una grande metropoli, i suicidi. È un pericolo pubblico – commentava il Duce – nelle notti invernali, nebbiose, per uomini e vecchi che vi possono precipitare. Del resto nella nuova vita italiana voluta dal fascismo le ragioni di affermazione e miglioramento della razza debbono avere il sopravvento su ogni altra considerazione.»

# Il comitato pro-copertura

Il progetto esecutivo venne approvato il 12 novembre 1928 dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal Demanio Statale. 3 anni prima era nato perfino un “Comitato pro-copertura”, fondato da ingegneri e proprietari fondiari, in grado di proporre progetti anche in alternativa a quelli della Municipalità. I lavori di chiusura della Cerchia interna iniziarono invece il 17 marzo 1929 e durarono un anno.

Continua la lettura con:  Il Naviglio Volante di Milano

ANDREA PARRINO

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«In occasione delle partite a San Siro non si potrebbe…»

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Ph. (sfondo) @zane.username IG

Buongiorno

In occasione delle partite del calcio di qualsiasi competizione a San Siro di Milan e Inter non si può prolungare la chiusura delle metro M5 lilla fino all’una di notte e del trasporto pubblico di Milano dei mezzi Atm fino alle 2 di notte?

Cordiali saluti

MATTEO D
 

________________________________

Anche per i concerti estivi. 
 
 
 
IL POSTINO
 
Vuoi segnalare qualcosa, fare una domanda, sfogare la tua creatività o la tua disperazione? Manda una mail a info@milanocittastato.it (Oggetto: I fatti nostri). 

Continua la lettura con: «Ho trovato romantico questo terrazzo con l’insegna del vecchio quotidiano La Notte. Ve lo ricordate?»

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La metropolitana più stretta del mondo nello «stato fantasma» riconosciuto solo dai russi

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Ph. @bolshoy_john IG

Un piccolo territorio che nasconde molti segreti. Uno dei più interessanti è una metropolitana più stretta del mondo, che permette di visitare le grotte di New Athos. Vediamo insieme quali sono le sue peculiarità più intriganti.

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La metropolitana più stretta del mondo nello «stato fantasma» riconosciuto solo dai russi

# Il Paese indipendente grazie alla Russia

credits OC Media

L’Abkhazia è uno Stato fantasma. È una regione rivendicata dalla Georgia come repubblica autonoma, ma di fatto si è proclamata indipendente con il nome di Repubblica di Abcasia grazie all’appoggio della Russia: la regione sopravvive grazie al sostegno economico-militare russo.

# Precipitazioni fino a 3500 mm!

Abkhazia, Georgia - The Land of the Soul | Georgia Travel
Georgia Travel

Questa repubblica è estremamente montagnosa (per il 75% della superficie totale) e gli insediamenti sono per la maggior parte sulla costa. L’Abcasia è contraddistinta anche da forti precipitazioni, con un’umidità comunque bassa grazie al suo microclima unico. I rovesci annuali lungo la costa fluttuano infatti da 1100 e 1500 mm. Per le alte regioni montagnose i rovesci sono ancora più elevati. Annualmente, infatti, le precipitazioni in queste regioni possono raggiungere perfino i 3500 mm.

Ma oltre all’incanto della zona costiera, questo stato custodisce anche numerose grotte, tra le più profonde ed estese del mondo. Ed è proprio in questo contesto che si incontra la piccola linea ferroviaria.

# Le grotte così profonde da aver bisogno di una metropolitana

Ph. @and_ray_or_love IG

La grotta più accessibile è New Athos, situata sotto un monastero, meta di molti turisti per la vista mozzafiato che offre. Questa grotta è stata scoperta nel 1961, ed è stata aperta ai visitatori dal 1975. È nota soprattutto per le sue notevoli dimensioni, estendendosi per quasi 2 chilometri nel sottosuolo e comprendendo una rete di cunicoli lunghi circa 10 chilometri. La grotta ha varie sale, tra cui il Ninfeo, il Grand Canyon, il Passage Eye e altri, ognuno unico nelle sue caratteristiche geologiche e decorazioni.

# La metropolitana da 1,3 chilometri che permette di visitare le grotte di New Athos

в пещере
credits May Be

La piccola metropolitana è la più stretta del mondo e prende il nome delle grotte: New Athos. È composta da un unico binario elettrificato e da un tunnel veramente strettissimo.

La linea è stata aperta nel 1975 e ha una lunghezza di 1,3 chilometri (0,81 miglia) e dispone di tre stazioni. La metropolitana inizia il suo percorso all’interno delle grotte, vicino alla stazione Psyrtscha della ferrovia abkhaza. Dopo aver oltrepassato la stazione Entrance Gate, raggiunge altre due sale delle grotte: Apsny Hall e Anakopea Hall. La prima serve per condurre i turisti all’inizio della grotta, mentre la seconda per riportarli al cancello d’ingresso, una volta terminato il tour.

Continua a leggere: La METROPOLITANA più PROFONDA del MONDO: l’unica che non ha nomi di luoghi alle stazioni 

ANDREA PARRINO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @milanosuitacchi Ig

La foto del giorno: oggi siamo sul ponte Alda Merini⁣ (Naviglio Grande)

Ph. @milanosuitacchi

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (18 marzo)

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Quando per errore da Brera ti ritrovi a Quarto Oggiaro

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Cos’è quella faccia?
 

Qui il video: Quando per errore da Brera ti ritrovi a Quarto Oggiaro

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Continua con: Lo stratagemma delle sciure milanesi per proteggere la pensione dal crimine 

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Le 7 funivie di ATM

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luca.levati IG - Piani d'Erna

L’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale di Como, Lecco e Varese ha assegnato ad ATM, in partnership con ITB, la gestione degli impianti a fune del territorio con un contratto di sette anni dal valore di 11 milioni di euro. Le due aziende operano attraverso una nuova società consortile, partecipata al 75% da ATM e al 25% da ITB, per gestire il servizio di trasporto a fune nell’area nord-ovest della Lombardia. Ecco tutte le 7 linee gestite.

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Le 7 funivie di ATM

#1 Funicolare Como-Brunate: la terrazza naturale sul Lario, la prima gestita da ATM

Funicolare Como Brunate – foto B. Nessi (da lagodicomotourism)

La funicolare di Como-Brunate è una delle più antiche d’Italia, in funzione dal 1894. Collega il centro di Como con Brunate, una piccola località a 715 metri d’altitudine conosciuta come il “balcone delle Alpi”. Il percorso dura solo 7 minuti, ma regala una vista mozzafiato sul Lago di Como e sulle montagne circostanti. Brunate è famoso per le sue ville in stile Liberty e per il Faro Voltiano, un monumento dedicato ad Alessandro Volta da cui si gode un panorama a 360 gradi. Il servizio è molto utilizzato sia dai turisti che dai pendolari, essendo un’alternativa comoda per raggiungere la città senza dover percorrere le tortuose strade di montagna. È stata la prima funivia ad essere gestita da ATM, nel 2005.

Leggi anche: BRUNATE, “il Balcone sulle Alpi” sul “BruCo alla milanese”

#2 Funicolare Sacro Monte di Varese: un viaggio spirituale e panoramico in cabine Liberty

comunedivarese IG – Funicolare Sacro Monte

Questa funicolare in stile Liberty porta al Sacro Monte di Varese, un sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’impianto risale al 1911 e fu costruito per facilitare la salita al santuario, evitando la lunga camminata attraverso le 14 cappelle votive della Via Sacra. Il percorso è breve ma suggestivo: in pochi minuti, i passeggeri passano dal bosco alla cima della collina, dove si trova il Santuario di Santa Maria del Monte, un luogo di culto e pellegrinaggio. La funicolare, dopo essere rimasta chiusa per diversi anni, nel 2023 era ritornata in funzione sotto la gestione di ATM insieme ad AVT Varese

Leggi anche: La storica funicolare Liberty prende il volo con ATM 

#3 Funivia Argegno-Pigra: la porta d’accesso alla Val d’Intelvi, la “più ripida d’Italia”

unviaggioinfiniteemozioni.it – Funivia di Pigra

Questa funivia collega il borgo lacustre di Argegno, sulle rive del Lago di Como, con il piccolo paese di Pigra, a 881 metri di altitudine. Costruita nel 1971, è stata definita la “più ripida d’Italia” per via delle pendenze comprese tra il 71% e il 95%, superando un dislivello di 650 metri in pochi minuti. Durante la salita, si gode di una vista impareggiabile sul lago e sulle montagne circostanti. Pigra è un punto di partenza ideale per escursioni nella Val d’Intelvi, una zona ricca di sentieri immersi nel verde. L’impianto è fondamentale per i residenti, specialmente nei mesi invernali, quando la strada per Pigra può diventare difficile da percorrere. Dopo quasi due anni di lavori, ha riaperto nell’agosto del 2024 sotto la gestione di ATM.

Questi i nuovi impianti serviti:

Leggi anche: ATM inaugura la storica funivia sul lago di Como, la “più ripida d’Italia”

#4 Funivia Ponte di Piero-Monteviasco: il collegamento sospeso nel tempo

glarroux IG – Funivia Monteviasco

La new entry sotto l’ala di ATM è la funivia che collega Ponte di Piero, nella Val Veddasca, con Monteviasco, un borgo isolato sulle montagne del Varesotto. Inaugurata nel 1989, è stata per anni l’unico collegamento meccanizzato con il paese, evitando ai residenti di percorrere i 1.400 scalini dell’antico sentiero. L’impianto supera un dislivello di circa 400 metri con una pendenza del 41%, regalando ai passeggeri una vista spettacolare sulla valle. Dopo un lungo periodo di inattività dal 2018, causato da problemi di gestione e sicurezza, la funivia è in attesa di essere riattivata per restituire nuova vita a Monteviasco. Nel frattempo, l’unico modo per raggiungere il borgo è camminare.

A questi quattro impianti se ne aggiungono altri tre, in gestione a Itb anche in precedenza.

#5 Funivia Malnago-Piani d’Erna: la montagna a due passi da Lecco

luca.levati IG – Piani d’Erna

La funivia Piani d’Erna parte da Malnago, una frazione di Lecco, e porta a quota 1.375 metri in circa 5 minuti. È il punto di accesso al Monte Resegone, una delle montagne più iconiche della Lombardia. La zona è ideale per escursionisti e amanti della natura, offrendo sentieri di varie difficoltà, rifugi alpini e punti panoramici spettacolari. Durante l’inverno, i Piani d’Erna diventano una piccola stazione sciistica, perfetta per chi cerca un’alternativa meno affollata rispetto alle grandi località della Valtellina

#6 Funivia Margno-Pian delle Betulle: “l’ultimo paradiso” della Valsassina

Tripadvisor – Funivia Margno-Pian delle Betulle

La funivia di Margno conduce ai Piani delle Betulle, una delle zone più suggestive della Valsassina. Conosciuto come “l’ultimo paradiso”, questo altopiano è immerso nella natura e offre attività per tutte le stagioni. In estate è meta di escursionisti e bikers, mentre in inverno diventa una piccola ma attrezzata stazione sciistica. Il viaggio in funivia è breve, ma permette di ammirare un paesaggio incantevole, con le Grigne e il Lago di Como all’orizzonte. L’impianto è molto utilizzato dai villeggianti e dai residenti delle seconde case della zona.

#7 Funivia Moggio-Piani di Artavaggio: tra sport e relax

Piani di Artavaggio FB

Da Moggio, in Valsassina, questa funivia porta ai Piani di Artavaggio, una località a 1.600 metri di altitudine perfetta per il turismo outdoor. Qui si trovano rifugi accoglienti, sentieri panoramici e aree attrezzate per ciaspole e sci di fondo. In estate, i Piani di Artavaggio sono una meta ideale per famiglie e amanti del trekking, mentre in inverno offrono un ambiente tranquillo per chi vuole sciare lontano dal caos delle grandi stazioni. L’impianto è in funzione regolarmente, tranne il martedì, ed è un punto di riferimento per il turismo della Valsassina.

Fonte: ATM

Continua la lettura con: Funivia Alagna-Zermatt: il progetto di unire 500 km di piste in un comprensorio unico al mondo (aperto 12 mesi l’anno). A due ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Un angolo di Montmartre a Milano

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montalcinocaffe IG - Vista esterna

Aria francese e rétro, tra divanetti e specchi, la caffetteria presenta croissant dolci e salati, aperitivo, piatti come puntarelle e burrata, Croque Monsieur o tartare di Chianina. Posizionato in uno degli angoli più autentici del Naviglio Grande, nella pittoresca piazzetta su cui si affaccia la chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, è una recente apertura che coniuga design e atmosfera.

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Un angolo di Montmartre a Milano

# L’atmosfera magica 

montalcinocaffe IG

In un piccolo quartiere della città ancora autentico e non invaso dai turisti, accanto alla chiesa di San Cristoforo, sorge il Montalcino Caffè affacciato su una piazzetta deliziosa lungo il Naviglio Grande. Questo autentico baretto strizza l’occhio ai bistrot parigini, ma segue contemporaneamente la scia del design milanese più contemporaneo: tra pareti verde scuro, boiserie, divanetti in velluto color petrolio, specchi vintage e la scelta di materiali come ottone, lino e gres. Un locale perfetto, proprio quello che vorresti trovare in un luogo del genere, che nella sua perfezione non lascia dubbi sull’autenticità perduta di un quartiere a rapida crescita. Non troppo grande, discreto, elegante, con due tavolini fuori e qualcuno in più dentro, marmo e legno, ottone e divanetti di velluto azzurro, specchi e stucchi: il nuovo capace di diventare tradizione in poco tempo.

montalcinocaffe IG – Interno

All’interno c’è anche una suggestiva saletta riservata, con una grande bottigliera e un tavolo sociale che riprende le forme dell’imponente bancone tondeggiante situato all’ingresso, in cui sono esposti prodotti da forno e di pasticceria. Ma qui ci si può intrattenere tutta la giornata: dalla colazione, al pranzo, fino all’aperitivo che volendo può trasformarsi in una cena leggera e informale.

# Le origini di questo locale così caratteristico

montalcinocaffe IG – Esterno

Considerando che dietro all’apertura del Montalcino Caffè ci sono i proprietari di uno storico ristorante situato a qualche centinaio di metri di distanza, va da sé che il menù prenda le mosse dalla cucina toscana, contaminata però da qualche tocco francese e interpretata in maniera snella e veloce, come si addice a un luogo così di passaggio. Un vero luogo sociale di città, al quale il Caffè si presenta con prezzi milanesi ma non eccessivi. Del resto, i patron del Caffè Montalcino sono Oscar e Marta del Ristorante Montalcino, una certezza in fatto di accoglienza da 50 anni.

montalcinocaffe IG – Piazzetta

«Questo è il mio quartiere» dice Marta «quello dove c’è tutta la mia storia. Non solo il nostro ristorante ma in tempi non sospetti io e mia sorella ci siamo sposate in questa chiesa. Poi durante la pandemia abbiamo pensato di rallegrarci pianificando questo progetto che è nato un po’ da una visione, ma grazie soprattutto al Don della chiesa che ha voluto supportarlo affittandoci questi spazi». 

# Ce n’è per tutti i gusti

montalcinocaffe IG – Dolci

Se per colazione la scelta è tra budino di riso, croissant, tartelette alla frutta, macaron, biscotti, super maritozzi e golosissime monoporzioni, per pranzo l’offerta si assesta su piatti veloci come le insalate gourmet come la sfiziosa Nizzarda e sui golosi croissant salati. Però, per i palati più sofisticati, ci sono anche piatti più ricercati come la tartare di Chianina servita con l’uovo crudo come da tradizione o il Croque Madame e primi piatti che spaziano dagli gnocchi al pecorino e tartufo ai risotti, dalla zuppa di granaglia toscana alle puntarelle e burrata. Protagonisti indiscussi del sacro momento dell’aperitivo sono invece gli abbondanti taglieri di salumi e i crostini toscani.
Per ogni ora del giorno c’è la proposta giusta, perché il Caffè è aperto dalla colazione all’aperitivo (fino alle 10 di sera).

Indirizzo: via San Cristoforo, 1

chiccadoc IG – Montalcino

Continua la lettura con: 7 locali preferiti dagli studenti di Milano

MARTA BERARDI

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La Bocca della Verità a Milano: una storia nata da un tombino

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Credits Andrea Cherchi - Bocca della verità

Forse non tutti sanno che a Milano si trova la Bocca della Verità, meno rinominata della omologa romana, ma altrettanto affascinante. Scopriamola insieme.

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La Bocca della Verità a Milano: una storia nata da un tombino

# A Dergano

credits Milano sui Tacchi

Siamo a Dergano, in via Tartini, ed è qui che si trova la Bocca della Verità. La possiamo scorgere sopra un muretto in pietra, accompagnata da una bicicletta colorata. La maschera è incastonata in una parete esterna di un edificio, ed è realizzata in terracotta.

# La leggenda del Medioevo: il taglio della mano

Credits: Henry Acevedo – Pexels

La Bocca della Verità divenne celebre nel periodo medievale per una leggenda che la circondava. Secondo la tradizione, infatti, chiunque fosse sospettato di mentire doveva inserire la mano nella bocca del mascherone. Se la persona risultava colpevole, la bocca si sarebbe chiusa tagliando la mano al bugiardo. La leggenda si diffuse rapidamente, diventando un metodo popolare per risolvere problemi di gelosia e infedeltà.

# Tutto nasce da un…tombino

Redazione – Bocca della verità

La Bocca della Verità a Milano prende ovviamente ispirazione da quella romana. Si sta cercando ancora di comprendere il suo significato originario e sono state fatte alcune ipotesi. Una delle teorie più accreditate è che si trattasse di un tombino o di un chiusino di fogna risalente all’epoca romana.

# L’influenza del cinema e della letteratura

Credit: italianways.com

La Bocca della Verità ha ispirato numerose opere cinematografiche e letterarie. Uno dei film più celebri che la vede protagonista è “Vacanze Romane“, con Audrey Hepburn e Gregory Peck. Iconica è infatti la scena dove i due attori principali inseriscono la mano nella bocca del mascherone, contribuendo a rendere la Bocca un’attrazione turistica internazionale.

# Le poesie

credits Milano sui Tacchi

Tante anche le poesie affisse al muro di mattoni. Si trovano versi di Pablo Neruda e Pablo Garcia Marquez, insieme ad altre di Madre Teresa di Calcutta e Leopardi. Rilevanti anche due poster che immortalano il passato del quartiere, facendo quasi diventare la Bocca della Verità una memoria storica.

# Il dettaglio nascosto

La bocca della verità di Milano è una curiosità da vedere
credits Milano Sui Tacchi

Davanti a questa attrazione troviamo anche un parco curato e pulito tutti i giorni da cittadini volontari residenti a Dergano.

Continua la lettura con: 7 cose che l’Italia invidia ai milanesi

ANDREA PARRINO

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20 marzo. Alessandro Volta rende pubblica l’invenzione della pila: questo palazzo di Milano lo celebra

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Tempio Voltiano (Como) Ph. @fbulzi IG

20 marzo 1800. Alessandro Volta rende pubblica l’invenzione della sua pila. Pochi sanno che un palazzo di Milano è una specie di Wall of Fame di personaggi che hanno fatto la storia. Dove si trova anche l’inventore della pila. 

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20 marzo. Alessandro Volta rende pubblica l’invenzione della sua pila: questo palazzo di Milano lo celebra

# Ca’ Brentana, il «Building of Fame» di Milano: il palazzo delle star di ogni tempo

Credits wikipedia-Giovanni_Dall’Orto – Palazzo Brentani

Palazzo Brentani Greppi è una gemma nascosta di via Manzoni, testimone silenzioso di una Milano che cambia ma non dimentica. Condivide la strada con il più celebre Palazzo Poldi-Pezzoli, ma custodisce una propria identità, evocata anche dal soprannome “Ca’ Brentana”, reso immortale in un sonetto di Carlo Porta.

L’aspetto attuale è frutto della ristrutturazione voluta nel 1829 e affidata a Luigi Canonica, architetto che ha lasciato un segno profondo nel volto della città. L’ultimo restauro, datato 1935, ha consolidato la sua eleganza, traghettandolo nel presente come parte del percorso museale delle Gallerie d’Italia.

La facciata è un’autentica Wall of Fame ante litteram: scandita da cornici che ne disegnano l’armonia in tre fasce, è impreziosita da tondi scultorei. Sono medaglioni neoclassici che omaggiano grandi figure della storia italiana, come un filo invisibile che lega il palazzo al genio e alla memoria del Rinascimento.

Nei tondi si trovano, tra gli altri: Leonardo da Vinci, Alessandro Volta, Pietro Verri, Cesare Beccaria, Antonio Canova, Giuseppe Parini e Alessandro Volta, l’inventore della pila.

# E se un nuovo palazzo di Milano replicasse l’idea di rappresentare personaggi famosi contemporanei?

Scultura di Pomodoro cortile palazzo Brentano – ph. @vincivi IG

Sarebbe un’idea affascinante: un nuovo Palazzo Brentani 2.0, una struttura contemporanea che riprenda il concetto dei medaglioni scultorei, ma con un linguaggio architettonico attuale.

Invece dei busti neoclassici, potremmo avere installazioni digitali, ologrammi interattivi o facciate in vetro serigrafato con i volti di figure chiave della Milano moderna: imprenditori visionari come Adriano Olivetti, stilisti rivoluzionari come Gianni Versace, artisti come Lucio Fontana o voci della città come Giorgio Gaber.

Una sorta di “Hall of Fame urbana”, che non solo celebrerebbe la memoria storica, ma si potrebbe evolvere con il tempo, aggiornandosi per includere nuovi protagonisti.

Continua la lettura con: Palazzo CICOGNA, l’ultima “grande casa da nobile”

MILANO CITTA’ STATO

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La Spa in un castello millenario a meno di un’ora da Milano

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castellodicasiglio IG - Vista dall'alto

Sai che esiste una spa all’interno di un castello millenario a meno di un’ora da Milano? In questa location suggestiva, aperta per poche persone per garantire privacy e intimità, puoi rilassarti nell’area wellness interna ed esterna. Non manca un ristorante gourmet dove poter vivere una vera e propria avventura enogastronomica.

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La Spa in un castello millenario a meno di un’ora da Milano

# La location millenaria custode della storia

castellodicasiglio IG – Corte e vista dall’esterno

Il Castello di Casiglio ad Erba è più di un semplice relais: è il custode della storia e della bellezza delle sue mura nella deliziosa cornice del lago di Como. Le prime notizie riguardanti il Castello risalgono all’anno 900, quando sull’altopiano su cui si erge ora la struttura sorgeva un avamposto militare a pianta quadrata. Le strutture più antiche ancora visibili del castello, la torre e il primo piano, risalgono al 1100, ma nel 1200 subirono degli ampliamenti che alterarono l’originaria struttura a corte centrale.

Il castello è impostato su una precedente dimora ristrutturata per volere del cardinale Beltramino Parravicini, ma conserva ancora una struttura trecentesca con impianto a “U”, dominata da una torre d’angolo. Durante il XV secolo la struttura fu sede del Consolato di Giustizia di Milano ulteriormente restaurata. Proprio durante questi anni vennero affrescate le pareti al piano superiore e ulteriori ampliamenti vennero attuati senza però modificare la struttura del complesso. 

castellodicasiglio IG – Vista notturna

Nel corso dei due secoli successivi il Castello passò in proprietà a diverse nobili famiglie e nuclei della borghesia locale, fino a quando nel 1656 tornò in mano alla famiglia Parravicini. Nel 1800 il maniero venne restaurato e adibito a dimora nobiliare: il proprietario dell’epoca, Giovanni Cavalleri, raccolse nella fortezza importanti collezioni con migliaia di monete antiche, volumi di storia e d’arte antica, armi medievali, abiti costumi e svariati reperti archeologici locali.

Famosa è rimasta la visita di Re Vittorio III che nel 1890 visitò Casiglio proprio per acquistare un quattrino che entrò  poi a far parte della sua collezione numismatica. Internamente, il castello conserva ancora alcuni affreschi riportati alla luce negli anni 1985-1987 durante una campagna di restauro che comportò anche il ritrovamento di alcuni frammenti di ceramica tre-quattrocentesca, si tratta di reperti che vennero affidati al Civico Museo Archeologico di Erba.

# Uno spazio dove abbandonarsi al relax

castellodicasiglio IG – Vista dall’alto

Ampio 600 metri quadrati, il centro benessere ospita due bagni turchi, due saune finlandesi, una doccia Water Paradise, per la purificazione e la rigenerazione del corpo e una stanza del sale che favorisce la depurazione della pelle e dell’organismo. Sono presenti altre due aree relax, una sala piccola e intima e una più ampia e luminosa, che permettono di riposarsi fra letti matrimoniali, lettini o comode poltroncine.

castellocasiglio IG – Spa

Non mancano l’area tisaneria e un angolo olfattivo per un viaggio sensoriale alla scoperta di fragranze dolci o speziate, floreali o erbacee. Ma il vero cuore pulsante della spa è la piscina riscaldata che si estende dentro e fuori la struttura, regalando una vista mozzafiato sul magnifico parco secolare dove risiedono pini, cipressi, faggi, noci, palme e melograni. Qui, l’acqua calda e cristallina invita a immergersi e a lasciarsi andare alla bellezza della natura circostante.

castellodicasiglio IG

Il relais comprende anche 46 camere tutte diverse tra loro, ma ognuna con il proprio carattere, offrendo agli ospiti diversi servizi in camera come TV, aria condizionata, minibar e connessione wi-fi gratuita, inoltre gli ospiti che viaggiano in auto hanno accesso anche al parcheggio gratuito.

# Il ristorante raffinato

castellodicasiglio IG – Ristorante

Situato nella sala più antica del Relais & Spa Castello di Casiglio, il ristorante “LèCrue” si caratterizza per la muratura in pietra a vista e per gli archi quattrocenteschi a tutto sesto. Il nuovo maître Sergio Miccoli ed il personale di sala da lui carismaticamente guidato sapranno condurvi con esperienza e garbo fra piatti e vini, in un’esperienza enogastronomica d’eccellenza. Le pietanze uniscono proposte moderne, vegetariane e, su richiesta, anche gluten-free, da accompagnare a vini pregiati e accuratamente selezionati. Aperto sia a pranzo che a cena, anche nella terrazza all’aperto

# Cosa visitare nei dintorni

Data la vicinanza ai principali punti d’interesse, come Chiesa di Sant’Eufemia (2,1 km) e Chiesa di Santa Maria degli Angeli (2,2 km), gli ospiti del Castello Di Casiglio possono scoprire facilmente alcune delle più note attrazioni di Erba: tra questi alcuni dei famosi siti storici, come Castello di Pomerio e Villa Candiani.

Continua la lettura con: Le 7 migliori SPA del benessere a Milano (con mappa)

MARTA BERARDI

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Se non c’è a Milano, non esiste

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pexels-matteo-angeloni-Piazza Duomo Milano vista Terrazza Martini

Il detto milanese “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” è molto più di una semplice espressione regionale. È un concentrato di orgoglio, ambizione e una punta di sano campanilismo che affonda le radici nella storia e nell’identità della città. Per comprendere appieno il significato di questa frase, è necessario analizzarla sotto diverse prospettive, esplorando il contesto storico, culturale e sociale che l’ha generata e che continua a nutrirla.

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Se non c’è a Milano, non esiste

# Le radici storiche dell’orgoglio milanese

Milano ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia italiana ed europea. Già in epoca romana, Mediolanum era un centro nevralgico dell’Impero. Nel Medioevo, la città si affermò come un potente Comune, governato da famiglie nobiliari e capace di competere con altre importanti città-stato.

Ludovico Sforza, detto Il Moro. Forse l’ultimo grande statista milanese

Il periodo visconteo-sforzesco segnò un’epoca d’oro per Milano, con la fioritura delle arti, della cultura e del commercio.
Questo ricco passato ha contribuito a forgiare un forte senso di identità e di superiorità nei milanesi. L’idea che Milano sia all’avanguardia, un punto di riferimento per il resto del paese, è radicata nella sua storia di innovazione e di progresso. La città ha sempre cercato di anticipare i tempi, di essere un passo avanti rispetto agli altri, e questo si riflette nel suo linguaggio e nelle sue espressioni.

# Milano capitale economica, culturale della moda e del design

Credits: @francescobarbieri
Dito Cattelan

Uno dei fattori chiave che alimentano il detto “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” è il ruolo di Milano come capitale economica d’Italia. La città è il cuore pulsante della finanza, della moda, del design e dell’industria. Qui hanno sede le principali aziende, le banche più importanti e le istituzioni finanziarie di rilievo. Milano è un polo attrattivo per investimenti, talenti e nuove idee.
Questa centralità economica si riflette anche nella sua offerta culturale. Milano ospita musei di fama internazionale, teatri prestigiosi, gallerie d’arte all’avanguardia e un vivace panorama musicale. La città è un crocevia di culture, un luogo dove si incontrano tendenze provenienti da tutto il mondo.

Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano

Milano è sinonimo di moda e design. La Settimana della Moda di Milano è uno degli eventi più importanti del settore a livello globale, attirando stilisti, buyer e giornalisti da ogni angolo del pianeta. Il Salone del Mobile è un’altra vetrina internazionale che celebra il design italiano e le sue eccellenze.
Questa forte presenza nel mondo della moda e del design contribuisce a rafforzare l’idea che Milano sia un punto di riferimento per le tendenze e le novità. Se un capo d’abbigliamento, un oggetto di design o un’idea non vengono presentati o apprezzati a Milano, sembra che non abbiano la stessa rilevanza o lo stesso impatto.

# Un po’ di sana competizione non guasta mai

Milano Roma Napoli

Il detto ha anche una componente di campanilismo, ovvero un attaccamento eccessivo al proprio territorio e una certa rivalità nei confronti delle altre città. Questo atteggiamento è tipico di molte regioni italiane, ma a Milano assume una forma particolare, legata alla sua storia e al suo ruolo di leadership. Milano è da sempre in competizione con altre città italiane, in particolare con Roma, per la supremazia economica e culturale. Questo spirito competitivo alimenta l’orgoglio milanese e la convinzione che la città sia superiore alle altre.

# L’ironia e l’autoironia dei milanesi

Miriam McMoura IG – Sciure milanesi

È importante sottolineare che il detto “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” viene spesso utilizzato con ironia e autoironia dagli stessi milanesi. Essi sono consapevoli dei propri limiti e dei propri difetti, ma non rinunciano a rivendicare il valore della propria città e della propria cultura. L’autoironia è una caratteristica tipica dei milanesi, che amano prendersi in giro e non si prendono troppo sul serio. Questo atteggiamento contribuisce a rendere il detto “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” un’espressione meno arrogante e più simpatica.

# Per concludere

In conclusione, il detto milanese è un’espressione complessa e sfaccettata, che racchiude in sé un mix di orgoglio, ambizione, campanilismo, ironia e autoironia. È un riflesso della storia, della cultura e dell’identità di una città che ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel panorama italiano ed europeo.

Pur potendo apparire eccessivo o presuntuoso, questo detto rivela l’importanza che Milano attribuisce al suo ruolo di motore trainante del paese e di vetrina delle eccellenze italiane nel mondo. È un modo per affermare la propria identità in un contesto globale sempre più omogeneo, senza rinunciare all’ironia e all’autoironia che contraddistinguono i milanesi.

Continua la lettura con: Le 7 parole più belle in italiano…secondo i milanesi

MICHELE LAROTONDA

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Le 7 strade più amate dai milanesi per una passeggiata

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Corso Garibaldi - Ph. @bestmilanopics IG

«La strada di Milano dove ami di più passeggiare?»: questa la domanda fatta ai milanesi. Ci hanno risposto così.

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Le 7 strade più amate dai milanesi per una passeggiata

#7 Corso Vittorio Emanuele II: la prima strada pedonalizzata di Milano

Ph. @
_mybestitaly_ IG

La strada delle classiche “vasche” in centro. Affollata di turisti è anche molto amata dai milanesi, soprattutto durante la settimana e verso sera, quando si fa più intima. Qualche curiosità? Un tempo si chiamava corsia dei Servi ed era il primo tratto della strada che a Milano congiungeva piazza Duomo alla Porta Orientale. L’antica corsia dei Servi fu ampliata negli anni venti e trenta del Novecento: le vecchie case di origine medievale furono sostituite da palazzi in stile neoclassico. A metà del corso sorse, attorno al 1830, l’edificio più monumentale: la chiesa di San Carlo al Corso. E’ stata la prima strada di Milano ad essere pedonalizzata, a metà degli anni ottanta.

#6 Corso Buenos Aires: una delle passeggiate commerciali più lunghe d’Europa

Ormai più veloce da percorrere a piedi che in auto. Al centro di polemiche per il restringimento a una sola corsia, è l’arteria commerciale di Milano con oltre 350 punti vendita. Con i suoi 1600 metri è considerata anche una delle passeggiate commerciali più lunghe d’Europa. La sua conformazione ricorda la Fifth Avenue di New York. Il nome della strada era inizialmente corso Loreto e fu rinominata corso Buenos Aires in occasione dell’Esposizione Universale del 1906 per promuovere un’immagine internazionale di Milano. 

#5 Via della Spiga: la più chic per i milanesi

Credits: licia_trilly77, IG

Se per i turisti la strada più chic è via Montenapoleone, per i milanesi è lei: via della Spiga. Più intima, esclusiva e, soprattutto, interamente pedonale. Collega corso Venezia e via Manzoni, prende il nome dalla “contrada della Spiga”, storica contrada di Milano che faceva parte del sestiere di Porta Nuova, una delle sei antiche suddivisioni del centro cittadino. 

#4 Corso Venezia: la più elegante di Milano 

Credits Andrea Cherchi – Corso Venezia

Viene definita «la strada più elegante di Milano», grazie ai suoi splendidi palazzi. Un tempo era la via dei nobili che in seguito si sono sparpagliati anche in altre zone. In passato si chiamava corso di Porta Orientale e costituisce uno dei quattro lati del Quadrilatero della moda. La prima parte a destra della via, provenendo da corso Buenos Aires, è occupata dai giardini di Porta Venezia: il primo parco pubblico milanese che ospita, proprio sul lato di Corso Venezia, il planetario e il Museo Civico di Storia Naturale.

#3 Via Paolo Sarpi: la strada di Chinatown

credits: @visit_milano IG

La rivoluzione cinese è stata la sua pedonalizzazione nel 2011. Nel corso degli anni si è via via sempre più affermata come uno dei luoghi più amati per passeggiare, anche per l’atmosfera unica che si respira sulla strada nel cuore di Chinatown. Lunga circa un chilometro, collega Porta Volta a piazza Gramsci.  

#2 Corso Vercelli: la “costola” di Buenos Aires

Credits infoubuild – Corso Vercelli Village

Ci sono anche progetti per renderla pedonale, come il corso Vercelli Village. Pochi sanno che è un po’ la figlia di corso Buenos Aires: durante i lavori della M1 in Buenos Aires, molti commercianti si sono trasferiti in corso Vercelli, trasformandola in una strada commerciale. 

#1 Corso Garibaldi: la via più rivoluzionaria di Milano 

E’ diventato il centro di una superpedonale che porta da Brera fino ai grattacieli di Porta Nuova. Lungo circa 1,1 chilometri, in origine era denominato corso di Porta Comasina perché era l’inizio della direttrice per Como. Non solo: in passato era un umile sobborgo extramurale, caratterizzato da un aspetto popolare, animato perlopiù dalle attività di artigiani e commercianti provenienti da Como. La via fu uno dei principali bersagli della ferocia austriaca durante le celebri 5 Giornate di Milano nel marzo 1848. Si dice che lo stesso Garibaldi abbia fatto il suo ingresso a Milano da questa via e che per questo i milanesi gliela intitolarono. 

Continua la lettura con: I 7 locali preferiti dagli studenti

ANDREA ZOPPOLATO

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I 5 bar «low cost» di Milano: dove si beve bene senza paura del conto

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Bar Picchio - ph. aperitivi_urbani IG

Per un drink in compagnia o una piccola pausa senza dover spendere una follia. Ecco alcuni ottimi locali low cost da provare in città.

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I 5 bar «low cost» di Milano: dove si beve bene senza paura del conto

#1 Bar Picchio, l’inossidabile tempio del bere spartano: 3,5 euro per un cocktail

Ph. milano_pictures IG

Il Picchio resiste. In zona Porta Venezia è una vera istituzione milanese, è aperto dal 1969, sfidando le mode e i tempi. Ricorda a tutti gli effetti un semplice bar di quartiere e nello spirito e negli arredi è rimasto quello di un tempo, con un’atmosfera che può apparire perfino trasandata, con giornali sparpagliati, foto appese, ma in realtà è tutto molto curato per trasmettere l’idea di un luogo senza fronzoli che va subito al sodo. Ma ad attirare un pubblico giovane sono soprattutto gli aperitivi a prezzo stracciato e ottimi piatti fatti in casa. Per un cocktail si parte da 3,5 euro, un vero lusso per Milano. Media recensioni Google: 4.3/5

Indirizzo: via Melzo, 11

#2 Gogol & Company, il caffè letterario moderno con cocktail da 6 euro

Gogol & Company

Gogol & Company è un caratteristico caffè letterario in chiave moderna in zona Tortona. In questa libreria inaugurata nel 2010 si può leggere, lavorare nel piano soppalcato, godersi presentazioni o eventi musicali anche nello spazio all’aperto e anche bere un caffè o gustarsi un aperitivo in compagnia. Uno spritz costa 6 euro, per tutti gli altri cocktail ne bastano 7. Media recensioni Google: 4.5/5

Indirizzo: via Savona, 101

#3 Moscow Mule, tra i locali preferiti dai giovani: ottimi drink a 5 euro

Credits aleroma_1982 IG – Moscow Mule

Ci spostiamo in zona Casoretto, al Moscow Mule. Un locale molto frequentato da studenti, giovani e da chiunque prediliga le atmosfere informali. L’arredamento richiama quello dei locali americani della prima metà del ‘900. La lunga lista di drink, nella quale è compreso quello che dà il nome al locale, è accessibile a tutti: bastano 5 euro per berne uno di ottima qualità e ben curato da sorseggiare insieme a un aperitivo di patatine e stuzzichini. Media recensioni Google: 4.4/5 

Indirizzo: via Teodosio, 60

Leggi anche: I LOCALI PREFERITI dai VENTENNI di Milano

#4 Chinese Box, con cocktail a partire da 7 euro 

Credits luca__hakkau IG – Chinese Box

Rinnovato a inizio del 2015, Chinese Box si presenta con un lungo bancone con vista sull’esterno e si sviluppa su due piani, è anche un bistrot dove si può mangiare a pranzo, oltre all’ampio dehors. Gestito da un gruppo familiare di giovani di origine cinese, per un aperitivo si può scegliere dalla lista cocktail, con prezzi da 7 euro, che viene servito insieme un piatto con affettati, verdure in pinzimonio, focacce, pizze, fritti. In alternativa si può optare per uno degli spiriti presenti nella carta, solo le etichette di gin premium sono 150. Media recensioni Google: 4.1/5 

Indirizzo: corso Garibaldi, 104

#5 Red Café: riferimento comunità LGBT, cocktail a partire da 4 euro

Ph. Alessio Meda
Ph. Alessio Meda

Altro locale iconico in zona Porta Venezia. Molto frequentato dalla comunità LGBT della città, attira comunque un pubblico eterogeneo. Lo staff è cortese anche se quando il locale si riempie il servizio risulta un po’ rallentato. Cocktail ottimi, partono da 4 euro. Media recensioni Google: 4.0/5

Indirizzo: via Lecco, 5

Continua la lettura: 5 TRATTORIE LOW COST dove si mangia bene a Milano

FABIO MARCOMIN

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I ragazzi di oggi a Milano sono completamenti diversi da quelli di qualche anno fa

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pexels - Foto con smartphone

Qualche giorno fa mi trovavo in Duomo. Era una vita che non ci andavo ed è stato quasi come un tuffo nostalgico nel mio passato di adolescente prima e ragazzo dopo. All’improvviso, sotto le guglie, mi sono tornati in mente ricordi dei pomeriggi trascorsi nei diversi negozi di musica (Ricordi, Messaggerie Musicali, Virgin…), le ore in coda per andare al cinema Odeon, le pazienti attese davanti a Luini, le risate fatte durante lo spettacolo di Mustafà (chi se lo ricorda?) e infine le interminabili “vasche” per il corso Vittorio Emanuele. I ragazzi di oggi, almeno per quello che ho visto, sono completamente diversi. Non dico peggiori o migliori, sono figli del loro tempo, ma andiamo a vedere quali sono le grandi differenze.

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I ragazzi di oggi a Milano sono completamenti diversi da quelli di qualche anno fa

# Una generazione connessa

pexels – Foto con smartphone

Negli anni ’90, la tecnologia non era così avanzata come oggi. I telefoni cellulari erano rari e costosi, mentre internet era ancora agli albori. Oggi, invece, la tecnologia è onnipresente nella vita di un milanese. Smartphone, internet ad alta velocità e dispositivi intelligenti sono diventati parte integrante della quotidianità.

# La parola d’ordine: fashion

Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo

La moda negli anni ’90 era caratterizzata da uno stile più casual e informale. Jeans larghi, felpe oversize e sneakers erano molto popolari. Oggi, invece, la moda milanese è diventata più sofisticata e influenzata dalle passerelle internazionali. L’attenzione per il dettaglio e il gusto per il lusso sono diventati elementi distintivi dello stile milanese contemporaneo.

# Il lifestyle

Erik_Lucatero -Social

Negli anni ’90, il ritmo di vita era più lento e le abitudini quotidiane erano diverse. Le persone si incontravano più spesso di persona, facevano shopping nei negozi fisici e trascorrevano più tempo all’aperto. Oggi, invece, la vita è più frenetica e le interazioni sociali si svolgono spesso attraverso i social media e le piattaforme digitali. Inoltre, l’urbanizzazione ha portato a un aumento del tempo trascorso in ambienti urbani e ad una maggiore attenzione alla sostenibilità e al benessere.

# Passione cucina

Credits ristorantewarsa IG – Ristorante Warsà

La scena culinaria milanese è cambiata notevolmente negli ultimi decenni. Negli anni ’90, i ristoranti tradizionali e le trattorie erano i luoghi principali per gustare la cucina italiana. Oggi, invece, Milano è diventata una capitale gastronomica con una vasta scelta di ristoranti etnici, fusion e gourmet. L’attenzione per gli ingredienti di qualità e la ricerca di nuove esperienze culinarie sono diventati elementi importanti nella cultura alimentare milanese.

Queste sono solo alcune delle principali differenze tra un milanese degli anni ’90 e un milanese di oggi. È interessante osservare come la società, la tecnologia e la cultura abbiano influenzato la vita quotidiana nel corso degli anni, rendendo Milano una città sempre in evoluzione.

Continua la lettura: Le 5 FISSAZIONI TIPICHE di MILANO e dei MILANESI

MICHELE LAROTONDA

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