Siamo entrati nella seconda metà di quello che dovrebbe essere il suo ultimo mandato. Al volgere del mandato all’orizzonte, è il momento di chiedersi cosa resterà di Beppe Sala quando la sua avventura sarà terminata.
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Che cosa resterà di Beppe Sala a Milano?
#1 Il sindaco olimpico
A un anno dai Giochi Olimpici c’è ancora la nebbia su molte delle opere in costruzione. Sia che verranno completate tutte che solo in parte, Sala sarà per sempre abbinato alle Olimpiadi invernali a Milano.
#2 Il sindaco proibizionista
Nel suo secondo mandato, Sala ha sfoggiato la sua versione proibizionista. Nel nome dell’ecologismo, infatti, dal 1 gennaio 2025 il sindaco ha imposto il divieto di fumo all’aperto di sigari e sigarette. In pratica non si può più fumare? Non proprio. Lo si può fare, a patto che si rispetti una distanza di sicurezza uguale a 10 metri. Comunque sia si tratta di una norma senza eguali in Europa.
#3 Il sindaco social
La Moratti si faceva ritrarre con la scorta anche se doveva attraversare la Galleria, Pisapia azzardava ogni tanto solo qualche post stiracchiato. Sala si è presentato subito come di un altro pianeta diventando il primo sindaco social della storia di Milano. Tra i selfie più celebri e discussi, quello in versione velista oppure a piedi nudi in Myanmar. O, ancora, con i calzini arcobaleno su divano ultrachic.
#4 Il sindaco d’opposizione
Durante i suoi due mandati si sono alternati diversi governi. Soprattutto con quelli pendenti a destra, il sindaco non ha lesinato scontri, a volte anche duri. In particolare, Sala ha bisticciato con Salvini, su qualsiasi tema, dalle politiche degli immigrati, all’aumento del prezzo del biglietto. Senza poi contare le numerose volte che il sindaco ha battuto i pugni sul tavolo per avere più fondi da Roma.
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#5 Il sindaco di Expo
Anche se non c’entra con quello che ha fatto come sindaco, a distanza di anni l’esposizione universale rimane ancora uno dei principali motivi di successo di Sala tra i milanesi. Non solo: più volte il sindaco ha mostrato di rincorrere quella stagione magica, forse irripetibile, di Milano.
#6 Il sindaco dell’insicurezza (percepita o reale?)
Mai come nel secondo mandato il sindaco ha dovuto fronteggiare gli attacchi sul tema della sicurezza. Sala ha però voluto rassicurare i cittadini, smentendo diversi studi che etichettano Milano come insicura. «C’è un’evidente campagna politico-mediatica contro Milano» è stata la sua difesa in una diretta Instagram. Sarà realtà oppure solo percezione però è indiscutibile che l’immagine che lascerà con il suo mandato sarà di una città che sembra più pericolosa di quando aveva iniziato a governarla.
#7 Il sindaco di Gotham City
E nella percezione della città insicura Sala ci ha messo anche il suo zampino. Rimarrà ai posteri anche la sua interpretazione come attore. Perchè diciamo questo? Tutto nasce da un video del 2023 che annuncia il ritorno del Club Dogo sotto i riflettori. A questo video partecipa anche il sindaco Sala, che dà vita ad un dialogo stile Batman con Claudio Santamaria. Il tema del dialogo è ovviamente quello della sicurezza, e alla fine del video Santamaria aziona il riflettore per richiamare un Batman virtuale ad occuparsi del problema. Tutto questo avrà il risultato di accentuale l’idea di una città ormai allo sbando. Un gesto provocatorio oppure un autosabotaggio inconscio?
#8 Il sindaco ciclabile
Ma Sala evocherà sempre anche tanto amore. Per le ciclabili, che a Milano la fanno ormai da padrone. Nel 2015 si contavano 137 chilometri di strada destinate alle piste, nel 2024 il numero è più che raddoppiato. Su questo tema il sindaco è sempre andato avanti a testa alta, nonostante anche ad alcuni episodi che hanno visto queste piste sul banco degli imputati. Uno su tutti, l’inchiesta su Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e alla Protezione Civile, indagato per omicidio colposo a seguito della morte della ciclista Cristina Scozia.

#9 The International Mayor
Resterà anche impresso nella memoria come il sindaco dell’internazionalità. Per ora più che aver portato Milano sui mercati internazionali gli è riuscito il contrario. Sala verrà ricordato per l’ingresso di Starbucks in Italia (con relative palme), per l’inaugurazione di Apple con la trasformazione di piazza Liberty, per l’impennata di investitori stranieri nel mercato immobiliare. Sul fronte opposto, portare Milano all’estero, sembra svanito il sogno di Milano di prendere il posto di Londra dopo la Brexit. Qualche speranza di successo in più ha il tentativo di creare a Milano l’equivalente di London & Partners, anche se per ora partners non ci sono.
#10 Il sindaco slow: i 30 km/h e gli autovelox
Nella città del passo spedito dove bisogna sempre darsi una mossa, Sala ha avviato una controrivoluzione: quella della città lenta. Molto scalpore ha sollevato il suo pallino per il limite di velocità a 30 km/h. Annunciato la scorsa estate, il limite è già stato imposto su 100 vie di Milano. Ma non è tutto. Anche il tema dell’autovelox è stato sempre all’ordine del giorno per il primo cittadino. Sala infatti si è sempre mostrato favorevole ad installare questi strumenti, in particolare in prossimità delle scuole, per garantire la sicurezza dei cittadini. A suo dire. Ma per le opposizioni sarebbero uno strumento per fare cassa.
#10+1 Il sindaco «SalvaMilano»?
Va menzionato, anche se come 10+1. Potrebbe aggiungersi o scomparire tra gli elementi di ricordo della sua azione. Soprattutto è ancora incerto il come questo fatto sarà ricordato. Sicuramente Sala resterà nella memoria come un sindaco amico dei costruttori. Durante il suo mandato l’industria più fiorente a Milano è stata sicuramente quella dell’edilizia o, per dirla alla romana, dei palazzinari. Secondo molti si è esagerato. Soprattutto secondo quei giudici che hanno inondato la città, e anche alcune archistar, di avvisi di garanzia, bloccando numerosi cantieri per irregolarità di vario livello. Il risultato è stato quello di arrestare un processo che sembrava a tratti parossistico. Un processo che si vuole far ripartire con il noto decreto «SalvaMilano» di cui Sala si è autonominato come suo massimo paladino. Vincerà anche questa partita? E, soprattutto, questo passerà alla memoria come qualcosa di positivo oppure come una macchia nera indelebile sul suo operato? Lasciamo la sentenza ai posteri. O ai giudici di Milano.

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ANDREA PARRINO
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