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Il CityOval fa le scintille: il nuovo archi-progetto di CityLife

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Urbanfile - Rendering CityOval

L’edificio iconico in tardo-liberty ritorna ai suoi antichi splendori, riqualificato per rispettare le norme, anche come funzione originaria. Vediamo il progetto nel dettaglio e quando è programmata l’inaugurazione.

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Il CityOval fa le scintille: il nuovo archi-progetto di CityLife

# Un ritorno alle origini

Urbanfile – Interno Palazzo delle Scintille anni ’30

L’unico elemento superstite di quello che un tempo era la Fiera Campionaria, a Citylife, ritorna alle origini. Il Palazzo delle Scintille, progettato dell’architetto Paolo Vietti Violi in stile tardo-liberty e inaugurato nel 1923, nasce infatti come spazio polifunzionale che nella sua vita centenaria ha ospitato eventi sportivi, fiere, concerti e manifestazioni culturali. Negli anni ’30 divenne parte della Fiera come Padiglione 3, mentre l’ultimo utilizzo è stato come hub vaccinale durante la pandemia poco dopo il restyling delle facciate.

Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille

Il 14 febbraio 2025,  è stato presentato il progetto di riqualificazione per ripristinare la vocazione originale dell’edificio: il nuovo nome è CityOval Milano.

# Il più grande luogo per eventi nel cuore di Milano: 8.200 mq di superficie coperta e un’imponente cupola di 31 metri d’altezza

Urbanfile – Rendering CityOval

La nuova denominazione prende ispirazione dall’imponente cupola di 31 metri d’altezza che si riflette nell’arena centrale e che nel logo viene riprese con due ovali concentrici. Il progetto architettonico è curato da Calzoni Architetti, con il contributo dell’architetto Pierluigi Nicolin, e prevede di trasformarlo nel più grande spazio per eventi nel cuore di Milano grazie ai suoi 8.200 mq di superficie coperta. Complessivamente quella occupata è di 25.000 mq. Al termine del restauro e della valorizzazione l’edificio è destinato ad ospitare eventi culturali, artistici e sportivi, dalla moda ai concerti, garantendo flessibilità d’uso, accessibilità e sicurezza, con un nuovo corpo scale e una moderna lobby affacciata su Piazza Burri, adeguando la struttura agli standard tecnologici più avanzati. 

Urbanfile – Dettaglio primo piano Cityoval

Tra gli interventi programmati il consolidamento strutturale della cupola e del solaio, insieme all’ammodernamento degli impianti, nello specifico i sistemi di illuminazione, di diffusione sonora e gli impianti tecnici, in grado di consentire la massima flessibilità nell’uso degli spazi. Il piano terra prevede 7.400 mq per arena, hall e servizi, i 3.700 mq del primo piano, al posto della doppia balconata, sono destinati alla ristorazione, mentre la parte superiore agli uffici.

# Inaugurazione all’inizio del 2026

Urbanfile – Visita al cantiere

Il cronoprogramma fissa il completamento dell’arena centrale per la fine del 2025, mentre l’inaugurazione nei primi mesi del 2026. Nel corso dello stesso anno è prevista la prosecuzione dei lavori di riqualificazione del primo piano. La gestione è affidata a CityLife tramite un’entità dedicata, in collaborazione con il Comune di Milano, e il calendario per il 2026 è già in pianificazione. Diventerà lo spazio per eventi più iconico della città?

Leggi anche: I 4 progetti più attesi nel futuro di Citylife

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: La nuova «zona dei sogni» di Milano: quanto costa un appartamento a Citylife?

FABIO MARCOMIN

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Il lato Chiaro – Ep.1 – Candida Morvillo

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Il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La prima puntata de Il Lato Chiaro. Ospite: Candida Morvillo sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Conduce: Andrea Zoppolato. Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

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Socimino, il «tram leggendario di Milano» che… non è mai entrato in servizio

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Credits tranvieri di Milano - Socimino 1989

L’erede designato delle storiche vetture “ventotto”. Ma non entrò mai in servizio e qualche anno fa è stato demolito. Ha però ispirato i mezzi della capitale. Rivediamo la storia di un tram per molti leggendario. 

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Socimino, il «tram leggendario di Milano» che… non è mai entrato in servizio

# ATM 5001, il mitico “Socimino”: un predestinato sfortunato  

Credits wikipedia – Socimino

Fu realizzato a fine degli anni ’80 del Novecento: il tram ATM 5001 a cassa singola, conosciuto come anche Socimino perché prodotto dall’azienda milanese Socimini, fu tra i primi prototipi al mondo di tram a pianale interamente ribassato. Avrebbe dovuto essere l’erede delle vetture storiche “ventotto” ma è stato testato nel 1989 sulla rete tranviaria di Milano, senza però mai entrare ufficialmente in servizio.

Credits pinterest – Tram serie 9000 Socimi

Il pianale è stato però usato come base per i tram serie 9000 usati sulle rete di Roma, prodotti nelle fabbrica di Binasco, che ancora circolano su alcune linee tranviarie della capitale.

# Conservato per un periodo nello stabilimento Fiat Ferroviaria in Piemonte: il prototipo è stato demolito nel 2013

Credits tranvieri di Milano – Socimino 1989

Dall’anno 1999 al 2013 la leggendaria vettura tranviaria, dopo che ATM se ne era liberata, è stata conservata all’interno dello stabilimento Fiat Ferroviaria di Savigliano (CN), sito divenuto di proprietà ALSTOM, all’interno del Museo Ferroviario. Nel 2013 la Alstom di Savigliano, a seguito dei tagli economici della Regione Piemonte a musei e cultura, ha ceduto il tram al peso come ferrovecchio ad un demolitore piemontese.

Continua la lettura con: Perché ci sono pali BUCATI dei tram a MILANO?

FABIO MARCOMIN

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A Milano si trova «la città dei morti»: l’unica necropoli urbana

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policlinico.mi.it - Cripta Ospedale Maggiore

Al suo interno i resti della Milano medievale e rinascimentale. 

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A Milano si trova «la città dei morti»: l’unica necropoli urbana

# L’unico esempio di una necropoli cittadina in Italia

Credits nicola_gravante IG – Università Statale Milano

L’Ospedale Maggiore era dotato sin dalla sua nascita nel 1456 di un cimitero all’interno della Ca’ Granda nell’edificio di via Festa del Perdono, l’attuale sede dell’Università Statale. Si tratta dell’unico esempio di necropoli cittadina in Italia, sotto uno dei luoghi più vivi e brulicanti di Milano. Al suo interno oltre 500 mila corpi dei milanesi vissuti tra il 1473 e il 1695, comprese le vittime della peste raccontate nei Promessi Sposi, tra cui il paziente zero: un soldato ricoverato proprio al Policlinico. 

# “Mortorium libri”, il primo primo e più completo esempio di registro di mortalità in tutta Europa. Un modello “copiato” dagli inglesi

Al suo interno ci sono i resti della storia della Milano medievale e rinascimentale, tutta documentata in uno dei primi registri sanitari, il primo e più completo esempio di registro di mortalità in tutta Europa: i “Mortorium libri”. Usati come modello per la moderna scienza demografica degli inglesi, tengono traccia di nomi, età, cause di decesso e malattia, e provenienza di ogni paziente.

# La costruzione di un nuovo cimitero nell’attuale Rotonda della Besana

Credits museodeibambinidimilano IG – Porta della Meraviglia

Alla fine del 17esimo secolo il cimitero sotto l’Ospedale Maggiore risultò inadeguato e insufficiente per le esigenze igieniche della struttura ospedaliera e per questo si decise di costruirne un altro: il “Cimitero dei Nuovi Sepolcri”, l’odierna Rotonda della Besana.  

Per poter trasportare le salme al nuovo luogo di sepoltura, venne realizzato un ponte, il Ponte dell’Annunciata, che scavalcava il Naviglio della cerchia interna e conduceva alla nuova strada e aperta una nuova porta dell’ospedale: la “Porta della Meraviglia“. 

# La riapertura eccezionale delle camere sepolcrali durante le Cinque Giornate di Milano

policlinico.mi.it – Cripta Ospedale Maggiore

Le camere sepolcrali, sottostanti la Cripta della chiesa ospedaliera della Beata Vergine Annunciata, furono riaperte in via eccezionale tra il 18 e il 22 marzo 1848 durante le Cinque Giornate di Milano per ricoverare feriti e morti degli scontri. La Cripta diventò un luogo di celebrazione dei patrioti milanesi e per gran parte riadattata e trasformata in mausoleo cittadino nel 1860. Sulle pareti furono riportati i nomi dei 141 caduti e iscrizioni commemorative. I resti furono trasferiti in Piazza Cinque Giornate nel 1895 in occasione della realizzazione del monumento di Giuseppe Grandi.

Continua la lettura con: La PORTA della MERAVIGLIA a Milano: dove si trova, la sua storia e perché fu chiamata così

FABIO MARCOMIN

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I 5 punti più belli dove ammirare Roma dall’alto

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Credits: Carlotta Maria Pergolizzi

Roma è talmente bella che la si vorrebbe ammirare tutta assieme. Tra terrazze, giardini e illusioni ottiche che offrono esperienze quasi magiche, questi sono 5 tra gli affacci più affascinanti di tutta Roma.

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I 5 punti più belli dove ammirare Roma dall’alto

#1 Monte Ciocci

Credits: Carlotta Maria Pergolizzi

«Ma dimme quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto: quant’è bello. Viettelo a vede’ dall’alto». Con questa frase, tratta dalla canzone “Il Cielo su Roma” di Colle der Fomento, si apre l’affaccio offerto dal parco di Monte Ciocci. La vista offre un primo piano sul Cupolone della Basilica di San Pietro, lasciando scorgere ai visitatori tanti altri punti importanti e mozzafiato della Capitale, come il Palazzaccio (Corte di Cassazione), per esempio. Sito nel quartiere Balduina, è frequentato dalle giovani coppie, appassionati di trekking e giovani studenti romani che, conclusi gli impegni scolastici, trovano un po’ di quiete in questo luogo di bellezza e serenità.

#2 Piazzale Socrate

Ph: paodigra – Instagram

Restando ancora a Balduina, piazzale Socrate è un altro punto capace di attrarre per la bellezza che mostra dall’alto. Poco distante da una delle arterie principali del quartiere, viale delle Medaglie d’Oro, anche da questo luogo è possibile osservare il Cupolone da un punto di vista privilegiato. Differentemente da Monte Ciocci però, è luogo di ritrovo meno recente nelle abitudini dei romani, ed offre uno sguardo molto più ampio sulla città, permettendo di individuare diversi quartieri che, distanti tra loro chilometri, qui si possono osservare girando di poco gli occhi.

#3 Lo Zodiaco

Ph: lasciatemiviaggiare_lazio e romacityitaly – Instagram

Accanto all’Osservatorio Astronomico di Monte Mario, si trova il locale più romantico e panoramico di Roma, Lo Zodiaco. Nonostante il locale sia ormai chiuso e abbandonato, conserva ancora l’atmosfera romantica che per tanti anni ha animato questo posto e che sopravvive alla fatiscenza dei catenacci arrugginiti che ne bloccano le entrate. Il luogo in cui sorgeva però, regala ancora un’autenticità senza pari, da cui alzando gli occhi puoi vedere il cielo stellato e abbassandoli le luci che colorano la Città Eterna. E vista l’unicità del luogo, è ancora frequentato da giovani coppie, appassionati della Capitale e, forse, qualche nostalgico che qui ha passato alcune delle più belle serate della sua vita.

#4 Giardino degli Aranci

Credits: SHVETS production – Pexels

Posto vicino al celebre Buco della Serratura, il Giardino degli Aranci è capace di offrire a chi lo visita un’atmosfera magica e sensazionale. La sola vista basterebbe a rendere questo posto unico. Permette infatti a chi si affaccia di scorgere il Lungotevere Aventino e, tra le altre cose, l’Altare della Patria, San Pietro e la Sinagoga. Tuttavia non è la sola vista a conferire a questo luogo la sua fama. Il giardino stesso, composto dai tipici pini marittimi, i vialetti larghi e, appunto, gli aranci, regala a chi lo attraversa attimi di pace e serenità che, in una città frenetica come Roma, è sempre difficile trovare.

#5 Via Piccolomini

Ph: ig_rome – Instagram

Infine via Niccolò Piccolomini, che oltre all’ennesimo ma sempre affascinante punto di vista sul Cupolone, concede a chi la percorrere di vivere una vera e propria esperienza magica. Composta di due sensi di marcia, percorrendo la via in direzione della cupola si avrà l’impressione che questa, più ci avviciniamo, più si allontani da noi, rimpicciolendosi a ogni metro percorso. Mentre percorrendola in senso opposto, e quindi allontanandosi di fatto da essa, ci sembrerà che questa diventi sempre più grande e vicina. Questo fenomeno è dovuto a un effetto ottico che, attraverso un gioco di prospettive dovute alla conformazione della strada, inganna il nostro sguardo. Questo effetto, ovviamente, la rende una delle strade romane secondarie più percorse.

Continua la lettura con: «Roma non funziona? Perché è troppo grande!»: questa la soluzione semplice semplice

RAFFAELE PERGOLIZZI

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La trattoria di Milano che offre oltre 600 risotti

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credits trattoriadaabele

Da decenni la conoscono tutti come “la risotteria”, per la grande varietà di risotti che offre. Si narra infatti che siano addirittura seicento le ricette di risotto trascritte nel menù. Anzi forse sono ancora di più.

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La trattoria di Milano che offre oltre 600 risotti

«Seicento ricette? Ormai saranno molte di più!»

credits trattoriadaabele

Ma di che posto stiamo parlando? Della Trattoria Temperanza da Abele, ubicata nella zona che oggi i milanesi chiamano NoLo (North Of Loreto). Questa trattoria è stata aperta negli anni Settanta, subentrando ad una bocciofila a fianco di viale Monza. «Seicento ricette? Ormai saranno molte di più!» aveva dichiarato Ivan Mangialardo, chef e titolare della trattoria.

Leggi anche: NoLo: è la nuova isola?

# Ma quanto costa? 18 euro per un tris di risotti

credits trattoriadaabele

La peculiarità di questa trattoria è che il menù dei risotti cambia ogni sera, componendosi però sempre di tre categorie fisse: mare, terra e verdura (c’è anche la possibilità di fare un tris). Il punto di forza della trattoria è il risotto giallo allo zafferano. Ma qual è l’altro segreto del suo successo? I prezzi. Per una porzione abbondante, infatti, servono 13 euro. 18 euro invece per il tris.

Leggi anche: Risotto alla milanese: la sua origine e come cucinarlo

# Clienti top: da Jannacci a Bastianich…

Ph. Enzo Jannacci vengo anch’io

A passare per la trattoria sono stati anche personaggi di assoluto rilievo. Joe Bastianich, infattti, anni fa lo consigliò come luogo dove vivere la Milano dal sapore autentico. A frequentare il locale anche è stato anche Enzo Jannacci e gli artisti del vicino Zelig.

# Risotto e ossobuco: che sorpresa!

credits trattoriadaabele

Secondo le recensioni dei clienti svetta anche un altro piatto: il risotto con l’ossobuco. Tanti, infatti, gli apprezzamenti per questo piatto. «Ho mangiato il risotto ed era buonissimo…ci tornerò sicuramente» scrive un utente su TripAdvisor. «Avrei voluto assaggiare qualcosa in più, ma non ho resistito al richiamo del classico dei classici, il risotto con l’ossobuco!» scrive un altro utente, che conferma la bontà di questo piatto.

Continua la lettura con : Le 7 migliori cotolette di Milano

ANDREA PARRINO

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Come si sente il milanese quando suona la sveglia il lunedì mattina

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I riflessi di un bradipo. 

Qui il video: Come si sente il milanese quando suona la sveglia il lunedì mattina

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Continua con:  La durata del weekend secondo la percezione del milanese

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Gli uomini d’affari lasciano Londra per Milano: il segreto del suo successo non è solo fiscale

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credits Andrea Cherchi

Milano attrae più di Londra. La prima a scriverlo è stata Bloomberg descrivendo il fenomeno di banchieri e uomini d’affari che cominciavano a lasciare Londra per Milano. Con la conseguenza di spingere verso il cielo i prezzi delle case di lusso. Un fenomeno che non si è arrestato. Tutt’altro. 

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Gli uomini d’affari lasciano Londra per Milano: il segreto del suo successo non è solo fiscale

 
credits jlhousemilan

«Il mercato degli appartamenti di lusso a Milano è in forte espansione mentre banchieri, gestori di fondi e investitori di private equity si stanno riversando nella capitale finanziaria italiana». Così scriveva Bloomberg nel 2023 spiegando che l’origine di tutto erano le agevolazioni fiscali concesse dal governo Renzi nel 2017 e poi prorogate dagli esecutivi successivi. L’effetto più appariscente di questo è stata l’impennata dei prezzi immobiliari di Milano nella fascia alta. Tra le cause menzionate dagli addetti ai lavori non c’è solo quella fiscale: conta anche la riqualificazione urbana del capoluogo lombardo ha poi trainato la rinascita degli ultimi anni. Ma secondo gli esperti c’è un altro segreto del successo internazionale di Milano. Un segreto che nessuno potrà mai togliere a Milano,

# Il segreto di Milano? La posizione geografica

Credits: Andrea Cherchi (c)

 Ma parte di questo fascino è geografico: Milano è a un’ora di volo dal centro di Francoforte e a meno di due da Londra. Anche Giovanni Raffa, banchiere privato di Credit Suisse Groupe AG, trasferitosi a Milano alla fine nel 2021 dopo 16 anni a Londra, ha confermato Milano come meta ambita dalle elite: «È la potenza finanziaria del paese, è ben collegata ai principali hub dell’Europa continentale e offre uno stile di vita di alta qualità.» Ma quali sono le ultime tendenze del mercato immobiliare di Milano?

# Scendono le transazioni, ma salgono i prezzi

 
credits Andrea Cherchi

Gli ultimi dati del settore, come uno studio recente condotto da Vincenzo Monti Prestige fa suonare però un campanello di allarme: le compravendite di case di prestigio siano diminuite, a fronte di un aumento dei prezzi. In particolare, il comparto degli immobili collocati all’interno del centro storico ha segnato un calo degli scambi del 3.5% rispetto all’anno precedente, con un totale di 335 transazioni.

Nonostante questo, il fatturato del mercato del lusso milanese ha registrato un volume di scambi a fine 2024 per poco più di 721 milioni di euro (+9.8% rispetto al 2023), con un prezzo medio di 14.350 euro al metro quadro (+4.6% annuo). Rispetto all’anno scorso, l’offerta di abitazioni in vendita è scesa solo di un punto percentuale e rappresenta circa l’11%.

# La casa di lusso modello: i prezzi? Oltre i 20.000 euro/mq…

Credits cbcommercial.it – Villa di lusso venduta a Milano

Ma cosa cercano gli acquirenti di case di pregio? L’analisi di Vincenzo Monti Prestige risponde anche a questa domanda. Piani alti, terrazzo, garage, sorveglianza h24, palestra/piscina e concierge sono gli aspetti più ambiti dalle elìte in cerca di case a Milano.

La domanda si orienta su palazzi d’epoca in zona centrale che non sempre soddisfano i requisiti richiesti, dove si preferirebbero soluzioni di una nuova costruzione che però non esistono. Non bisogna scordare poi la presenza di un box auto, doppio o singolo, che rappresenta un punto importantissimo per molti acquirenti.

Se si guarda alle richieste top espresse da alcuni proprietari, la barriera dei 20.000 euro al metro quadro sembra ormai stata superata nel 60% delle zone milanesi . Al Quadrilatero si sono infatti aggiunti anche l’area Castello-Bonaparte–Cairoli, il quartiere di Brera-Moscova, l’area Cadorna–Magenta–Monti, quella di Piazza Cordusio–Piazza Affari e Piazza Duomo e la zona Palestro–Duse–Venezia. Tutti i quartieri in cui sono presenti edifici e appartamenti di categoria “super prime”.

Continua la lettura con:  I due paesi italiani che superano Milano nel mercato delle case di pregio

ANDREA PARRINO

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17 febbraio 1992. Viene arrestato Mario Chiesa: Milano diventa «Tangentopoli»

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Ph. Corriere della Sera

17 febbraio 1992. Un evento apparentemente insignificante ha dato origine a una rivoluzione senza precedenti in Italia dal Dopoguerra in poi. 

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17 febbraio 1992. Viene arrestato Mario Chiesa: Milano diventa «Tangentopoli»

# 17 febbraio: la tangente nel «cesso»

La politica italiana era come cristallizzata da mezzo secolo. Lo stesso partito sempre al governo, l’unica certezza che c’era in Italia era che saremmo morti tutti democristiani. Sopra tutto regnava un sistema di malaffare che sembrava l’essenza stessa della politica italiana. Qualcosa che si accettava con una scrollata di spalle, sembrava incrollabile come il muro di Berlino.
Invece il muro è crollato. E a Milano un politico di secondo piano è stato beccato che cercava di buttare nel cesso (letteralmente) dei soldi intascati in una tangente. Era il 17 febbraio 1992. 

E’ stato come se avesse buttato nel cesso insieme ai soldi anche partiti, politici, imprenditori di primo piano dell’Italia di allora.
Si trattava di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, membro di del PSI milanese. «E’ solo un mariuolo isolato», un compagno che sbaglia, fu la dichiarazione sprezzante del suo boss, Bettino Craxi, che ancora non poteva immaginare che quel caso isolato sarebbe stato per lui la falce della morte.

# Il mariuolo vuota il sacco: i giudici diventano delle rockstar

 

Già, forse perché risentito o perché ormai si era arrivati al capolinea di un sistema insostenibile, una volta finito in gattabuia il mariuolo disse ai giudici che altro che isolato!, aveva tutto un mondo intorno che viveva di tangenti. Le rivelazioni di Chiesa scatenarono un effetto domino che travolse tutti i principali protagonisti della politica e dell’imprenditoria di quegli anni. Ogni mattina si attendeva dai giornali o dalla tv la superstar del giorno raggiunta dall’avviso di garanzia. 

Il nome in codice dell’inchiesta era “Mani Pulite” e il pool di giudici capitanati da Di Pietro divennero delle vere e proprie rockstar, sembravano un gruppo di cavalieri senza macchia che provavano a riportare pulizia in un mondo, quello della politica, ridotto a sterco per il livello di corruzione dilagante.

Personaggi che facevano paura si trasformarono in pulcini, ritratti perfino in manette con i rivoli di saliva che strisciavano dalla bocca.
Milano è stata la grande protagonista di quella stagione: Milano era Tangentopoli, certo, dove si era concentrato il malaffare, ma era anche il pool di giudici supportati quei mesi dalla comunità dei cittadini. Ci si sentiva tutti parte di una rivoluzione del bene contro il male e quando il Parlamento provò a mettere il bavaglio all’azione dei giudici con un colpo di spugna, tutta Milano guidò la resistenza della nazione, accerchiando il tribunale a difesa dei giudici e delle inchieste.

Come spesso accade alle rivoluzioni, ci furono anche delle degenerazioni. Ci furono dei suicidi in carcere o prima di essere arrestati, come Raul Gardini, altri videro incenerita la loro carriera. Dalle fiaccolate ordinate di Milano si passò a scene più sguaiate, come l’assalto all’hotel Raphael di Roma con il lancio delle monetine contro Craxi, “prendi anche queste, Bettino, prendi anche queste”. Il leader socialista diventò la vittima sacrificale e dovette andare a morire in Marocco per sottrarsi alla galera. 

# Che cosa resterà di Mani Pulite?

Credits: @primarepubblica
Tangentopoli

Quali furono le conseguenze politiche della rivoluzione dei giudici?
Venne modificato il sistema elettorale, passando dal proporzionale all’uninominale secco che sembrava più trasparente nel garantire la separazione tra chi governa e chi sta all’opposizione. Una nuova forza, creata da Silvio Berlusconi, entrò di slancio sulla scena conquistando il governo della nazione, malgrado lui fosse stato grande amico nonché il braccio imprenditoriale proprio di Bettino Craxi.

A distanza di oltre trent’anni si può dire che il muro di Berlino è crollato, ma quello della partitocrazia italiana si è ricompattato. Sulla sua superficie invece dei murales rievocativi di quegli anni è rimasta una cicatrice e una scritta: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Continua la lettura con: Tangentopoli 

ANDREA ZOPPOLATO

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I «paradossi milanesi»: 10 cose che sembrano senza senso a Milano

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Porta Nuova - ph. @laucun74 IG

Milano sembra una città razionale, sobria, di buon senso. Invece quando meno te l’aspetti ti può sorprendere con qualcosa di folle. 

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I «paradossi milanesi»: 10 cose che sembrano senza senso a Milano

#1 Porta Nuova è una porta vecchia

E’ la porta simbolo della nuova Milano. Anche perchè il nome è propizio: Porta Nuova. In realtà è una porta vecchia di due secoli, anche se era la più moderna delle antiche porte di Milano.

#2 La M5 è stata fatta prima della M4

Milano-M4
Milano-M4

Per anni i turisti si sorprendevano per questa cosa buffa: la M5 è stata costruita molto tempo prima rispetto alla M4. Un fatto bizzarro che ha un solo caso simile nel mondo: a Vienna. Finalmente si è rimediato con l’inaugurazione che è rinviata più volte nella storia. 

Leggi anche: 5 questioni ancora aperte sulla M4

#3 Via due giugno non è per la festa della Repubblica

Via due giugno è a Baggio. Anche se lo può sembrare non è dedicata alla festa della Repubblica ma è il giorno della morte di Garibaldi.

#4 L’unica città italiana a non avere una via Roma

A Roma c’è via Milano, ma a Milano non c’è via Roma. Ha contravvenuto a una disposizione fascista. Si è salvata con Porta Romana. Unica altra eccezione in Italia dove manca via Roma è Abbiategrasso, comunque in provincia di Milano.

Leggi anche: perchè Milano è l’unica in Italia dove non c’è via Roma

#5 Il fondatore di Milano è relegato in periferia

Roma e le altre grandi città celebrano il loro fondatore, reale o leggendario, in ogni modo. Al fondatore di Milano il re dei celti Belloveso è stata intitolata solo una piazza periferica, dalle parti di Niguarda.

Leggi anche: la storia di Belloveso, il fondatore di Milano

#6 San Colombano fa parte della città metropolitana anche se è staccato dal territorio di Milano

San Colombano (in rosso) e la città metropolitana di Milano (in giallo)
San Colombano (in rosso) e la città metropolitana di Milano (in giallo)

San Colombano al Lambro è un exclave di Milano all’interno della provincia di Lodi e di quella di Pavia. Dal centro di Milano dista 50 chilometri, tipo Como o Bergamo, più di Monza o Pavia. E’ stato deciso di mantenerlo nell’allora provincia di Milano e successivamente nella città metropolitana (su volontà dei cittadini) perché è il luogo dove c’erano i vigneti degli Sforza e da dove ancora oggi si produce l’unico vino di Milano.

Leggi anche: San Colombano, la colonia di Milano

#7 Il tram è maschio, l’autobus è femmina

Credits rozanovtv IG – Tram Milano a San Francisco

Il 9, la 78. Il primo è un tram, il secondo è un autobus, anche se è declinato al femminile. Già, perchè l’autobus a Milano è femmina.

Leggi anche: Le stranezze dei mezzi pubblici di Milano

#8 Cologno è Monzese ma è in provincia di Milano

cologno
cologno

Come Novi ligure in Piemonte o San Giuliano di Puglia che è in Molise. O Milano Marittima in Romagna. 

Leggi anche: Milano Marittima, la spiaggia di Milano

#9 Viale Rimembranze, il viale a forma di piazza

Le piazze sono circolari, i viali sono lineari. E’ così ovunque, ma non a Milano. Non a Lambrate, almeno. Dove si trova viale Rimembranze, l’unico viale a forma perfettamente circolare.

Leggi anche: viale Rimembranze il viale a forma di piazza

#10 Ha le statue dei personaggi in piazze non intitolate a loro

Credits: tripadvisor.t – Leonardo da Vinci

A Milano le statue dei personaggi storici sono messe in piazze diverse da quelle intitolate a loro. Leonardo Da Vinci è in piazza della Scala, non nella piazza a lui dedicata davanti al Politecnico. La statua di Verdi è in piazza Buonarroti, Garibaldi è in largo Cairoli. E così via. (Segnalato da Daniele Gabrieli). Unica eccezione: la statua a Giuseppe Missori.

#10+1 Il derby Arena vs Anfiteatro

milano anfiteatro

In via Arena c’è l’Anfiteatro. In via Anfiteatro c’è l’Arena

Continua la lettura con: I 7 luoghi più curiosi di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Video: Le 7 zone di periferia su cui scommettere a Milano per comprare casa

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Periferie su cui scommettere

Comprare casa a Milano è diventata un’impresa da titani: i prezzi sono altissimi e, nonostante qualche timido segnale di rallentamento, secondo gli esperti del settore sono destinati a salire ancora durante questo 2025. Ma alla luce di questo, quali sono i quartieri in fase di rivalutazione dove conviene investire quest’anno? Lo scopriamo in questo video.

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FRANCESCA MONTERISI

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La durata del weekend secondo la percezione del milanese

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Più veloce del battito d’ali di un colibrì

Qui il video: La durata del weekend secondo la percezione del milanese

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Continua con: Quando un milanese fa il suo ingresso in un locale dell’hinterland

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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«Milano Porta Sud»: sarà il futuro hub alternativo alla Centrale?

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Milano-Melzo treno

La stazione di Rogoredo sta diventando un nodo sempre più importante per i trasporti di Milano, in particolare per il sud della città, con il transito di treni suburbani, regionali, dell’alta velocità e l’interscambio con la linea metropolitana M3. Il suo potenziale è però sfruttato solo in parte e si potrebbe sviluppare ulteriormente. Vediamo come, grazie al contributo dell’esperto di infrastrutture per la mobilità, Marco Figura.

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«Milano Porta Sud»: sarà il futuro hub alternativo alla Centrale?

# La porta sud di Milano

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

Alla stazione di Rogoredo fermano treni suburbani, regionali, dell’Alta Velocità: è la porta sud della città per i servizi ferroviari ed un interscambio con la linea metropolitana M3. In futuro è prevista anche la costruzione di una metrotranvia, la linea 13, per mettere in collegamento la stazione e il quartiere di Rogoredo-Santa Giulia alla stazione di Repetti M4. Nonostante questo il suo potenziale è sfruttato solo in parte.

# Potenziali nuovi collegamenti per Orio al Serio e Venezia

Milano-Melzo treno

Secondo Marco Figura si potrebbero utilizzare i binari da Rogoredo a Melzo, in ottica di dismissione graduale dello scalo merci del comune dell’hinterland, e realizzare così un servizio passeggeri fino a Treviglio. In questo modo Rogoredo potrebbe essere collegata alla parte est della Lombardia, a Bergamo, Orio al Serio fino al cuore del Veneto a Venezia. Così tramite Rogoredo si potrebbe mettere in connessione le zone a Sud di Milano con Venezia e il suo aeroporto. E viceversa. Con un impatto enorme per i flussi turistici in Italia. Ma c’è anxche un’altra grande opportunità da sfruttare. 

# Possibile una linea Malpensa-Linate-Rogoredo

Credits goro_hashi IG – Malpensa Express in partenza dalla Stazione Centrale

Si potrebbe fare qualcosa anche per il collegamento verso Malpensa. Per dare un’opzione in più ai milanesi e a chi arriva a Milano, oltre alla Stazione Centrale e a quella di Cadorna: il Malpensa Express potrebbe avere a Rogoredo un nuovo punto di arrivo e partenza usando i binari di testa presenti. 

Aprendo il traffico nazionale anche alla stazione di Forlanini Fs si potrebbe poi realizzare una linea Malpensa-Linate Express. Per rendere possibile tutto questo è necessario un coordinamento SEA-SACBO-Trenord.

Continua la lettura con: Il PASSANTE URBANO OCCIDENTALE: una priorità per Milano?

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con Marco Figura

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Quando Milano andava allo Zoo

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Anche Milano, come importanti metropoli mondiali, aveva il proprio zoo urbano. Che fine ha fatto?

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Quando Milano andava allo Zoo

Il giardino zoologico di Milano si trovava in un’area dei Giardini di Porta Venezia. Era stato progettato poco prima dell’avvento del fascismo, venne realizzato nel 1923 ma crebbe come numero di visitatori solo negli anni del boom economico del secondo dopoguerra.

# Le animali star: l’elefante con i grossi occhiali

Fra gli animali più celebri di cui si può avere memoria c’erano ad esempio l’elefante a cui spietati inservienti facevano indossare un paio di grossi occhialoni, costringendolo a fare esercizi che attiravano gli sguardi e gli applausi dei presenti. Oppure la giraffa che si abbassava per prendere le noccioline che erano poste sul palmo della mano (e che lei volentieri prendeva, nonostante i cartelli con il divieto di nutrire gli animali) per non parlare dello schiamazzo e dei salti che facevano le scimmie.

Assistere alla velocità con cui si prendevano tutto quello che gli porgevi, portandoselo rapidamente sul tronco di un albero per consumarselo, era uno spettacolo unico. Fra molti animali, quello che ha sempre fatto più tristezza era il leone, chiuso solitario in una modesta gabbia di ferro.

Credits: Altra Milano pinterest.com

Leggi anche Bombé e gli elefanti dello zoo di Milano

# Che fine hanno fatto le star dello zoo?

I ricordi che ho dello zoo di Milano (nei Giardini poi ribattezzati e intitolati Indro Montanelli) risalgono alla fine degli anni ’80: come ogni bimbo dell’epoca sono aneddoti che non posso dimenticare, dato che da bambino non potevo certo riconoscere l’ingiustizia e la crudeltà del vedere animali in gabbia, lontani migliaia di chilometri dalle loro terre d’origine. Molti, poi, hanno fatto una fine ancor meno nobile. Ad esempio oggi Bombay, l’elefante con gli occhiali, è esposta imbalsamata al Museo di Storia Naturale in un diorama che la ritrae in un suo fittizio habitat. Bombay è morta nel febbraio del 1987, poco prima del definitivo smantellamento dello Zoo di Milano che, appunto, venne disinstallato  per reparti.  Sino alla completa chiusura risalente al 1992.

Credits: pexels.com

Leggi anche Una città da ROMANZO: MILANO nei LIBRI 

# “Stai guardando l’animale più pericoloso al mondo”

Pian pianino, nel mondo, gli zoo urbani sono stati chiusi e, esattamente come i circhi di animali, stanno subendo la giusta stretta delle autorità e delle associazioni in difesa degli animali (almeno nei paesi più sviluppati) per evitare che questi siano drogati, maltrattati e cresciuti in cattività. Curioso è il caso di New York, dove lo zoo fu costruito nel cuore di Central Park nel lontano 1851 ed, eccezion fatta per un quinquennio a inizio anni ’80, è rimasto sempre aperto e lo è tuttora.

Ma ancor più significativo, in uno sporco (è proprio il caso di dirlo) tentativo di lavarsi la coscienza, alla fine di uno dei numerosi percorsi per conoscere specie animali in un altro zoo di New York (quello del Bronx, installato nel 1899 e anch’esso ancora aperto) c’era negli anni ’60 ancora una celebre iscrizione su marmo, poi rimossa, che aveva tutta l’aria di essere un avvertimento finale ai visitatori e che recitava minacciosamente: “Stai guardando l’animale più pericoloso al mondo. Solo lui tra tutti gli animali mai vissuti può sterminare (e lo ha fatto) intere specie. Adesso ha acquisito il potere di spazzare via tutta la vita sulla terra”. Nulla di strano, penserete voi. Se non fosse che, sopra tale iscrizione, non c’era alcuna gabbia o animale esposto. Bensì uno specchio gigante.

Credits: booking.com

Continua la lettura con Un GIARDINO su ogni FERMATA dell’autobus. Un’idea anche per Milano? 

CARLO CHIODO

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«In amore se impari a fare quella cosa lì tutti gli altri passi vengono facilissimi»

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«E riguardano tutte le situazioni dell’amore». Quinto estratto da Il Lato Chiaro, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La puntata intera con Candida Morvillo da lunedì 17 febbraio sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Conduce: Andrea Zoppolato. Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

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I tram di Milano useranno ancora l’anello?

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Maps - Piazza Axum tram

I capolinea delle linee tranviarie milanesi hanno una sorta di “cappio” di binari per consentire ai mezzi di invertire il senso di marcia. In altre città italiane il sistema è differente. Verrà adottato presto anche a Milano?

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I tram di Milano useranno ancora l’anello?

# L’anello al capolinea per l’inversione di marcia

Piazza Negrelli capolinea tram 2

I tram in servizio sulla rete di Milano sono ancora oggi monodirezionali. Sono stati acquistati così perché la vetusta rete tranviaria milanese presenta capolinea con l’anello che consente l’inversione di marcia, una sorta di “cappio” che percorso per intero fa ritornare il mezzo indietro per dirigersi al capolinea opposto. Lo si può vedere ad esempio in Piazzale Negrelli dove arriva la linea 2, al Vigentino con la linea 24 o nel piazzale Axum a San Siro con la linea 16.

# Come funzionano i tram a Roma e Firenze

angeladond IG – Binari tram Firenze

In altre città italiane come Roma e Firenze sono in uso tram bidirezionali. In questo caso i capolinea a servizio delle linee sono concepiti come quelli delle metropolitane, quindi con doppio scambio prima dell’ultima fermata, dato che i mezzi non hanno bisogno di fare un anello per percorrere il tragitto nel senso opposto ma basta che invertano la marcia

# Cambio dei capolinea anche a Milano con i tram bidirezionali acquistati da ATM?

Fonte ufficio stampa – Prove in linea notturne tram Tramlink alla fermata

Nel 2019 anche Milano ha approvato l’acquisto di 80 tram bidirezionali, i “Tramlink” prodotti nello stabilimento Stadler di Valencia, di cui 60 già ordinati. Nella primavera 2023 è partita la fase di collaudo sui binari cittadini di una prima vettura, la numero 7201. Il nuovo tram milanese si caratterizza per l’iconica livrea giallo Milano, ha il pianale ribassato ed è lungo 25 metri con tre carrozze. All’interno è presente un sistema di videosorveglianza, uno di infomobilità in tempo reale, oltre a prese usb e climatizzazione.

Un secondo accordo firmato a giugno 2023 prevede la fornitura di un massimo di altri 50 tram, di questi i primi 14 veicoli già ordinati sono ad alta capacità, con cinque moduli e una lunghezza di 35 metri. La consegna è prevista entro giugno 2026.

La messa in servizio di questa tipologia di mezzi consentirà l’inversione di marcia in caso di necessità e di realizzare nuovi capolinea utilizzando minore superficie in quanto non sarà appunto necessaria la costruzione dell’anello di binari, come già avviene ad esempio Roma e Firenze. Verranno cambiati i capolinea anche a Milano?

# Le linee interessate dai nuovi mezzi

Nuova metrotranvia Milano-Seregno

Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale i tram di nuova generazione dovrebbero progressivamente rimpiazzare tutti quelli più datati, eccetto le 125 storiche vetture Carelli, anche sulla rete extraurbana. La prima linea cittadina a vedere circolare i nuovi mezzi dovrebbe essere la 31, da Bicocca M5 al Comune di Cinisello Balsamo, anche se ancora non si sa quando nonostante sia passato quasi un anno dall’inizio dei collaudi. Altri 18 sul totale della prima commessa sono destinati invece alla futura metrotranvia Milano-Seregno FS

Leggi anche: I TRAMLINK BIDIREZIONALI: la grande novità sui binari di Milano

Continua la lettura con: ROGOREDO, PORTA SUD: sarà il NUOVO HUB ALTERNATIVO alla CENTRALE?

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

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«Un caffé? 30 centesimi!»: il segreto del bar più economico d’Italia dove si torna agli anni ’80

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Listino bar

In molte città già trovare un caffè a meno di un euro è un’impresa, e quando si riesce a pagarlo 80 centesimi sembra già un colpo di fortuna. Ma esiste un posto in cui il prezzo del caffè non solo è sotto l’euro, ma addirittura si ferma a 30 centesimi. Un’eccezione assoluta nel panorama italiano. Ecco dove si trova questo incredibile bar e il segreto dietro i suoi prezzi stracciati.

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«Un caffé? 30 centesimi!»: il segreto del bar più economico d’Italia dove si torna agli anni ’80

# Un caffè? 30 centesimi. Il bar più economico d’Italia dove si torna agli anni Novanta

Credits kirby parsons – Bancone Ideal Bar

Mentre in tutta Italia il prezzo del caffè schizza verso l’alto, superando ormai l’euro abbondante, la media è di 1,18 euro, c’è un angolo di resistenza che continua a sfidare le logiche di mercato. Ad Alia, un piccolo comune in provincia di Palermo, il Bar Pasticceria Perrone – noto come l'”Ideal Bar” – mantiene il prezzo dell’espresso a soli 30 centesimi. Poco più di 500 delle vecchie lire. Una cifra impensabile altrove, ma che qui è frutto di una strategia ben precisa: abbattere i margini di guadagno, puntare su prodotti locali e basarsi su una gestione familiare.

Un tempo, un espresso qui costava appena 20 centesimi, ma anche con l’aumento del 50% rimane il più economico d’Italia. E non si tratta solo del caffè: l’intero assortimento del bar segue la stessa filosofia, con ingredienti selezionati e lavorati artigianalmente. Il caffè arriva da una torrefazione di Mussomeli, mentre dolci, rustici e panificati sono realizzati con materie prime del territorio, garantendo non solo prezzi imbattibili, ma anche qualità.

# Dal caffè macchiato ai panini: il listino imbattibile

Listino prezzi

Se il caffè costa meno della moneta da usare per il carrello della spesa, gli altri prodotti del bar non sono da meno. Il macchiato si paga 40 centesimi, il caffè freddo 60, mentre cappuccini e caffè corretti restano sotto l’euro. Non solo: la colazione e la pausa pranzo si fanno a prezzi da altri tempi, con cornetti artigianali, pizza, sfincione e panini a soli 80 centesimi. Un listino che sembra uscito dagli anni ’60, quando un espresso costava 300 lire, come ricorda Mariagrazia Perrone, che porta avanti l’attività insieme alla famiglia. O comunque fino agli anni Novanta, quando l’inflazione ha portato la tazzina oltre le 700 lire. 

# Un modello di gestione che sfida le logiche del mercato

Credits kirby parsons – Ideal Bar

Come fa un’attività a reggere con questi prezzi? Il segreto sta tutto nella formula familiare: Mariagrazia e la figlia servono al banco, mentre il marito e il figlio si occupano del laboratorio, sfornando ogni giorno dolci e specialità salate. Nessun costo di manodopera esterna, nessuna catena di distribuzione lunga: tutto viene prodotto in casa, con ingredienti che arrivano dalle aziende locali.

Il motto del Bar Perrone, “meglio perdere che perdere il cliente”, riflette la loro filosofia orientata alla soddisfazione della clientela e alla comunità locale. Un principio che guida ogni scelta, dal mantenimento dei prezzi bassi alla qualità dei prodotti offerti.

# Dolci da record: richieste da tutta Italia

Thomas Barbagallo FB – Ideal Bar

Il vero fiore all’occhiello del bar sono però i dolci, che attirano clienti non solo dalla Sicilia, ma da tutta Italia. I famosi cannoli alla ricotta, le brioches ripiene di crema e marmellata, e le paste di mandorla vengono ordinati persino dal Nord. “Lavoriamo anche 18 ore al giorno, ma la soddisfazione della clientela ripaga tutto”, racconta Mariagrazia. Il passaparola ha trasformato questo piccolo bar di provincia in una meta per gli amanti della pasticceria artigianale, mantenendo vivo un modello che sfida i grandi numeri e l’inflazione.

La qualità e il prezzo imbattibile hanno reso il bar un punto di riferimento non solo per la comunità locale, ma anche per molti clienti provenienti da altre regioni. Gli ordinativi per i dolci arrivano persino dal Nord Italia, segno che l’eccellenza artigianale del Bar Perrone è ormai riconosciuta ben oltre i confini siciliani.

 

Continua la lettura con: Il primo bar della storia di Milano. E quello più antico ancora in attività

FABIO MARCOMIN

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16 febbraio. Inizia il Carnevale! Perché a Milano è quello che dura di più al mondo?

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Ph. @kleoshotelmilano IG

Inizia il Carnevale. Che a Milano dura di più che in ogni altra parte del mondo. Le origini di questa unicità.

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16 febbraio. Inizia il Carnevale! Perché a Milano è quello che dura di più al mondo?

Credits Andrea Cherchi – Carnevale Milano

Quest’anno il Carnevale prende il via il 16 febbraio, domenica di Settuagesima. Ma, come da tradizione, a Milano i festeggiamenti dureranno qualche giorno in più rispetto al resto del mondo. Nel rito Ambrosiano, in vigore a Milano, il Carnevale non si conclude il Martedì Grasso, ma si protrae fino al sabato successivo. Così, mentre altrove si soffre già la Quaresima, a Milano ci si dà alla pazza gioia.

Le radici del Carnevale affondano in epoche antichissime, risalendo fino ai Greci e ai Romani. Il termine stesso deriva dal latino carnem levare – “eliminare la carne” – a indicare il periodo che precede la Quaresima, segnato dal digiuno e dall’astinenza.

Si tramanda a Milano che l’origine del Carnevale Ambrosiano e della sua stranezza derivino da un episodio curioso: si racconta che Sant’Ambrogio, partito per un pellegrinaggio, avesse promesso di rientrare in tempo per Martedì Grasso. Ma il suo ritorno tardò, e la città decise di aspettarlo, prolungando la festa e posticipando l’inizio della Quaresima. Da allora, Milano ha mantenuto questa tradizione unica, trasformando il Carnevale in un evento speciale. E fuori dal calendario mondiale. 

Continua la lettura con: Carnevale in centro a Milano negli anni ’80

CHIARA BARONE

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L’angolo «nascosto» di Milano: il Cortile degli Scultori, «il più bello del mondo»

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mabascultore IG - Cortile degli scultori

Tra le pieghe di uno dei grandi viali alberati di Milano, c’è un angolo che racconta una storia diversa dal solito ritmo frenetico della città, un microcosmo urbano a forma di mezzaluna che un tempo brulicava di botteghe di scalpellini. Oggi, nonostante le attività siano cambiate, l’atmosfera di un’epoca passata rimane intatta, custodita tra mattoni e verde.

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L’angolo «nascosto» di Milano: il Cortile degli Scultori, «il più bello del mondo»

# Il borgo a mezzaluna dove batteva il cuore degli scalpellini

Maps – Via Mac Mahon 14

Nel cuore del Municipio 8, a nord-ovest di Milano, al civico 14 di Viale Mac Mahon, si nasconde un piccolo gioiello cittadino. Lungo questo ampio viale, affiancato da un doppio filare di alberi e solcato dai binari del tram, c’è l’ingresso quasi segreto di un cortile che racconta una storia dimenticata: quella di un minuscolo borgo a forma di “mezzaluna”, un tempo vivace grazie alle botteghe degli scalpellini.

Alessandra Galli FB – Cortile degli scultori

A pochi passi dal Cimitero Monumentale, questi artigiani hanno lasciato il loro segno contribuendo a decorare il più bel museo a cielo aperto di Milano con opere straordinarie. Il cortile è ancora oggi incorniciato da piccoli edifici in mattoni rossi, immersi nel verde, e da una vecchia cascina che conserva intatto il fascino di un’epoca passata.

Leggi anche: I 2 chilometri di MAC MAHON, la via che attraversa mondi diversi

# Quando la cascina era al servizio della casa più lussuriosa di Milano

Villa Simonetta

Non lontano da questo angolo nascosto di Milano, sorge la celebre Villa Simonetta, una dimora rinascimentale situata in via Stilicone 36. Edificata alla fine del XV secolo, la villa ha attraversato secoli di storia, passando di mano in mano tra diverse famiglie nobiliari. Particolarmente nota è la figura di Clelia Simonetta, figlia della famiglia Simonetta, la quale, rimasta vedova, divenne protagonista di numerose dicerie a causa della sua vita amorosa movimentata. Le cronache dell’epoca raccontano di feste sfarzose e di misteriose sparizioni di giovani uomini, alimentando leggende oscure intorno alla villa.

La cascina del borgo, originariamente un mulino utilizzato per il taglio delle lastre di marmo, era parte integrante della tenuta della villa, fornendo supporto alle attività della dimora.

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# Oggi tra grafici e pubblicitari resiste ancora uno scultore

mbascultore IG

Con il passare del tempo, gli spazi del borgo hanno subito una trasformazione, adattandosi alle esigenze moderne. Le antiche botteghe degli scalpellini hanno lasciato il posto a studi di grafica, agenzie pubblicitarie e gallerie d’arte. Tuttavia, l’arte della scultura non è scomparsa del tutto da questo luogo.

mabascultore IG – Scultore al lavoro

Resiste infatti la presenza di Mauro Baldessari, scultore e docente originario di Rovereto, diplomato presso la Scuola di Incisione di Trento. Nel corso della sua carriera, Baldessari ha realizzato opere per il Cimitero Monumentale e il Duomo di Milano, oltre a sculture presenti in città come Tokyo, Puebla, Bogotà, Betlemme e in India. Nella sua biografia su Instagram, si definisce “scultore a Milano nel cortile più bello del mondo”, sottolineando il legame profondo con questo luogo.

Nonostante i cambiamenti, il cortile mantiene intatta quell’atmosfera speciale che continua a ispirare artisti e creativi, fungendo da rifugio per l’arte nel cuore pulsante di Milano.

Indirizzo: Via Mac Mahon, 14

Spunto: milanopersempre IG

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FABIO MARCOMIN

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La super-rete di alta velocità tra i paesi baltici: all’orizzonte il super-tunnel

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constructionrebiewonline.com - Stazione RailBaltica

L’Europa punta sempre più sulla mobilità sostenibile e sui collegamenti ferroviari ad alta velocità per ridurre le distanze tra le diverse Nazioni. Tra i progetti più ambiziosi c’è la Rail Baltica, una linea progettata per rivoluzionare i trasporti nel Nord-Est del continente. Un’infrastruttura chiave per mettere in connessione i Paesi baltici con l’Europa centrale e, in futuro, con la Finlandia. 

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La super-rete di alta velocità tra i paesi baltici: all’orizzonte il super-tunnel

# La più grande opera ferroviaria degli ultimi cento anni nella regione baltica

Rail Baltica

Il futuro della mobilità ferroviaria in Europa passa da progetti ambiziosi come la Rail Baltica, il più grande progetto ferroviario degli ultimi cento anni nella regione baltica. Questa linea ferroviaria ad alta velocità mira a integrare i Paesi dell’area nel network europeo dei trasporti, collegando l’Europa centrale con il Nord. Con cantieri attivi e un cronoprogramma serrato, il progetto punta a rivoluzionare i trasporti tra Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia, quest’ultima tramite un collegamento via traghetto. Un’infrastruttura strategica non solo per passeggeri, ma anche per il trasporto merci, che migliorerà l’integrazione economica della regione baltica con il resto del continente.

 # Un tracciato di 950 km e treni fino a 249 km/h

Rail-Baltica-in-Europe

La nuova linea ferroviaria è prevista a doppio binario e con uno scartamento europeo standard, eliminando il problema dell’incompatibilità con le reti ferroviarie ex-sovietiche. Il percorso complessivo sarà di 950 km, di cui 870 attraverseranno i Paesi baltici, con una velocità massima di 249 km/h per i treni passeggeri e 120 km/h per le merci. Rail Baltica si connetterà alla rete europea TEN-T, migliorando le connessioni di trasporto e potenziando i collegamenti con il resto dell’Europa. Saranno realizzate sette stazioni passeggeri internazionali e tre terminal merci multimodali, fondamentali per rafforzare la logistica tra il Mar Baltico e l’Europa continentale.

# Il progetto parla anche italiano

Rail Baltica Lettonia

Alla riuscita di questo progetto contribuisce anche un’azienda italiana, Italferr, in partnership con aziende internazionali. La società di ingegneria del Gruppo FS Italiane è coinvolta in diversi aspetti chiave della Rail Baltica, tra cui la supervisione e l’implementazione del sottosistema energetico, la gestione dei sistemi di segnalamento per il controllo e la sicurezza e il project management per la costruzione della tratta AV in Lettonia, lunga 230 km a doppio binario. Inoltre, Italferr si occupa della revisione del design e della direzione lavori, garantendo standard elevati di sicurezza, efficienza e sostenibilità.

# Pronta nel 2026. All’orizzonte c’è un tunnel da record del mondo per arrivare fino in Finlandia 

Percorso Tunnel Helsinki – Tallin

L’inaugurazione è prevista per il 2026, ma si sta già lavorando per un’ulteriore espansione: in prospettiva, dopo il 2030, la Rail Baltica potrebbe connettersi con la rete ferroviaria scandinava tramite un tunnel sotto il Golfo di Finlandia, collegando direttamente Helsinki a Tallinn. Se realizzato, con i suoi 50 km diventerebbe il tunnel sottomarino più lungo del mondo, mentre il tracciato complessivo sarebbe di 92 km. Un’opera mastodontica, dal costo stimato tra i 9 e i 13 miliardi di euro, la cui direttrice è parte del corridoio transeuropeo Mare del Nord-Baltico della rete TEN-T dell’UE. Questo permetterebbe una continuità ferroviaria senza interruzioni tra Europa e Nord Europa, consentendo alla Finlandia di essere collegata direttamente all’Unione Europea senza passare dalla Russia e beneficiare di tutti i collegamenti ferroviari esistenti.

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FABIO MARCOMIN

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