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Il tunnel sottomarino più grande del mondo: ci correrà un’autostrada a sei corsie

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newatlas - Interno tunnel

Non basta la mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore. La Cina continua a stupire: ha portato a termine la costruzione del tunnel sottomarino più grande del mondo in tempi record: appena 110 giorni. Vediamo le caratteristiche di questa straordinaria opera ingegneristica. E qual è invece il tunnel sottomarino più lungo del mondo?

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Il tunnel sottomarino più grande del mondo: ci correrà un’autostrada a sei corsie

# Un’autostrada a sei corsie sotto il Fiume Giallo

scenarieconomici.it – Testa fresa talpa

Il progetto del tunnel sottomarino a Jinan sotto il Fiume Giallo è stato realizzato dal China Railway 14th Bureau Group, un’azienda di costruzioni di alta ingegneria, che ha utilizzato una macchina perforatrice di ultima generazione chiamata Shanhe. Grazie a questa macchina, i lavori di scavo sono avanzati a una velocità straordinaria. Il tunnel è progettato per ospitare una strada a tre corsie per direzione, per un totale di sei corsie, creando una vera e propria arteria di collegamento tra due aree cruciali del paese.

# 3,3 chilometri di lunghezza con un diametro di 17,5 metri: un record mondiale

newatlas – Interno tunnel

Il tunnel sottomarino Jinan Huanggang ha un diametro di 17,5 metri, rendendolo il più grande tunnel di questo tipo mai costruito al mondo, per una lunghezza di circa 3,3 chilometri. I lavori sono stati effettuati con la tecnologia dei tunnel a scudo, che ha permesso di realizzare il progetto in tempo record, con una velocità di avanzamento di circa 16-18 metri al giorno: cantiere avviato a settembre del 2024 e completato in soli 110 giorni. La costruzione ha comportato l’utilizzo di circa 500 anelli di tubi in calcestruzzo, a garanzia di una solida protezione contro l’acqua e le condizioni geologiche difficili che caratterizzano la zona del Fiume Giallo.

# L’obiettivo del progetto

seetaoe.com – Tunnel sottomarino Jinan Huanggang

L’opera è stata pensata per migliorare la connettività tra la parte meridionale del Fiume Giallo, una zona densamente popolata, e la parte settentrionale, che è in rapido sviluppo come zona pilota per il libero commercio e l’innovazione. Questo progetto si inserisce in una strategia più ampia per facilitare i trasporti e stimolare l’economia regionale. Una volta inaugurato, alla fine del 2025, il tunnel permetterà un traffico bidirezionale a una velocità fino a 60 km/h consentendo una riduzione notevole dei tempi di percorrenza tra le due sponde del fiume. Questo non solo favorirà il commercio e la logistica, ma contribuirà anche a un’integrazione più stretta tra le zone urbane e quelle più rurali, stimolando così l’economia a livello locale e nazionale.

# Il tunnel sottomarino più lungo del mondo? Ryfylke in Norvegia

Ph. @ilfanterock IG

Ma qual è invece il tunnel sottomarino più lungo del mondo? Resiste il record del tunnel di Ryfilke, inaugurato il 30 dicembre 2019. Corre sotto il fondo marino del Boknafjord e collega la città di Stavanger con la cittadina di Tau, nel comune di Strand nel Ryfylke, in Norvegia. La lunghezza record è di 14,4 km. Vanta anche un altro record mondiale: con i suoi 290 metri sotto il livello del mare è anche il tunnel più profondo.

Continua la lettura con: La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

FABIO MARCOMIN

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La «seggiovia sotterranea»: il progetto più rivoluzionario per la mobilità a Milano

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50 anni della Linea MM1 – 1964-2014

Milano e il sogno futurista della metropolitana: dall’ippovia alla «seggiovia sotterranea».

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La «seggiovia sotterranea»: il progetto più rivoluzionario per la mobilità a Milano

# Milano e il sogno futurista della metropolitana: dall’ippovia alla «metropolitana a seggiovia»

La Prima Guerra Mondiale è finita. Antonio Sant’Elia ha lasciato questo mondo, ma non le sue visioni di una città nuova e futurista (immagini sotto).

Nel frattempo, Adolfo Wildt ha già installato il suo celebre citofono a forma di orecchio, oggi simbolo della Casa dell’Orecchio nell’omonima casa in via Mozart.

Mentre la città si trasforma, prende forma anche un’idea rivoluzionaria: dotare Milano di una rete metropolitana sotterranea. Le proposte si susseguono nel tempo, alcune audaci, altre decisamente visionarie.

# Un’ippovia nei Navigli: la prima idea di metropolitana

Sezione dell’ippovia, in cui si nota il dislivello con il piano stradale, secondo il progetto di Giovanni Brocca
Sezione dell’ippovia, in cui si nota il dislivello con il piano stradale, secondo il progetto di Giovanni Brocca

La più antica, e forse la più romantica, risale al 1857. L’ingegnere Carlo Mira, esperto di trasporti, immagina un riutilizzo innovativo del Naviglio della Martesana: deviare le sue acque e sfruttare l’alveo ribassato per realizzare un’ippovia. Un sistema di trasporto sotterraneo basato su cavalli da tiro. Un’idea suggestiva, ma mai realizzata.

# La «metropolitana a seggiovia»: il progetto del 1928

Settantuno anni dopo, nel 1928, arriva una nuova proposta ancora più audace: la «metropolitana a seggiovia». L’idea è tanto semplice quanto sorprendente: una serie di panchine – simili a quelle verdi che ancora oggi arredano i parchi milanesi – montate su un nastro trasportatore continuo. Il sistema, concepito per scorrere nei sotterranei proprio sotto il Duomo, avrebbe permesso ai cittadini di muoversi seduti, senza bisogno di affollare tram o autobus.

Anche questo progetto, come l’ippovia, non ha mai visto la luce. Ma il suo disegno esiste ancora, a testimonianza di un’epoca in cui Milano sognava il futuro con ingegno e audacia. E chissà, forse un giorno, questi sogni potranno ancora ispirare nuove visioni per la mobilità urbana.

Continua la lettura con: Prolungamenti metro e nuova M6

MILANO CITTA’ STATO

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Viaggio in Tagikistan, il fascino dell’ignoto

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Ci sono paesi del mondo di cui la maggior parte di noi ignora persino l’esistenza. E in alcuni casi la cosa non si deve solo all’analfabetismo funzionale o al fatto che nelle migliori scuole superiori del paese non si insegna più la geografia. Alcuni posti sono defilati da tutto: dalle mappe, dalle news, dall’importanza strategica così di moda in questi ultimi mesi. Diremmo che il Tagikistan sia uno degli esempi più illuminanti. Eppure noi, curiosi di qualsiasi cosa, siamo andati a visitarlo per conoscerlo e raccomandarlo prima che diventi una meta ambita.

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Viaggio in Tagikistan, il fascino dell’ignoto

# Tratti culturali

beppe_cric IG – Tagikistan

La prima cosa che ci hanno chiesto arrivati nel paese è stata: «Come vi aspettavate il Tagikistan? Pensavate che fosse una sorta di secondo Afghanistan, vero?»

Questo perché, delle ex-repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale, il Tagikistan è l’unica di etnia persiana (il tagiko è praticamente identico al farsi, la lingua parlata in Iran, se non che la prima utilizza ancora l’alfabeto cirillico e la seconda un arabo semplificato) e la gente ne è la riprova: lineamenti che a volte ricordano quelli dei popoli mediterranei. Certo, c’è anche una quota di popolazione di etnia uzbeka, quindi del ceppo turco originatosi dalla diaspora mongola secoli fa, riconoscibili per gli occhi a mandorla, come loro stessi giocano a prendersi in giro. Ebbene, per tornare alla domanda, sì, forse qualcosa di oscurantismo islamista ce lo saremmo aspettati, specialmente in tempo di Ramadan, invece in questo la defunta USSR ha saputo intervenire a fondo nelle abitudini locali. In generale il turista è libero di andare in giro ovunque, senza essere mai scocciato o anche solo guardato di sottecchi, come capita in altre destinazioni.

# Dushanbe

Armonich-pixabay – Dushanbe

La capitale, il cui nome significa ‘lunedì’ dal vecchio mercato che le diede il nome quando era appunto solo un villaggio, oggi mostra in maniera persino sorprendente la fase di boom economico che il paese sta attraversando, grazie a una serie di interventi che arrivano da più direzioni e non tramite un unico grande partner commerciale (la presenza russa, così come quella cinese, è inferiore alle aspettative). L’architettura denuncia il suo rifarsi al modello della vecchia dittatura statalista, del resto il presidente Rahmon è al potere sin dalla fine della guerra civile, poco dopo l’indipendenza seguita alla caduta del regime sovietico.

Eppure l’immagine della città risulta sorprendente, con strade di alti palazzoni monumentali, viali verdi di scintillanti monumenti in marmo bianco e una lista infinita di cantieri in corso. A noi è piaciuta molto anche la collina con i vecchi quartieri popolari di case monofamiliari, oltre al profilo delle montagne che si staglia sullo sfondo dello skyline. Questo paese offre opportunità anche di investimento, visto che un residente straniero è sottoposto alla tassazione unica del 25%, contro il 13% riservato ai locali.

# Le montagne

Makalu – pixabay – Montagne tajikistan

Il filmato di promozione turistica che sfila al modesto terminale aeroportuale descrive bene l’impatto monumentale delle catene montuose che costituiscono gran parte del territorio tagico. Del resto, l’aeroporto è poco trafficato proprio perché non è semplice atterrare in loco: il volo da Tashkent a qui potremmo considerarlo forse in assoluto il più spettacolare di sempre. Prima una torta di cioccolato con la panna, poi una processione di canyon verticali, quindi una serie di colline dipinte da un pittore impressionista con pennellate di verde e giallo a chiazze altimetriche.

E l’emozione di attraversare le catene montuose Zeravshan, di incontrare le acque incontaminate del lago Iskander Kul, di zigzagare tra tunnel e tornanti dà subito a questo viaggio un’immagine particolare di natura ancora da scoprire, perfetta per l’escursionismo e i trekking di più giorni. Per vette più alte, quasi Himalayane, ci sarebbe la regione autonoma del Pamir, per la quale però va richiesto un permesso speciale (mentre nel paese, ricordiamolo, si entra assolutamente senza visto fino a trenta giorni, oltre a essere semplice anche attraversare i confini con il vicino Uzbekistan).

# La via della seta

lcboshkg.jpg – Sarazm, Panjakent

C’è anche il lato storico e monumentale, in questo Tagikistan così piccolo eppure infinito. Prendiamo Panjakent, all’estremità nord orientale della ricca provincia settentrionale di Sugdh: era una piccola fiorente città della Sogdiana, in sanscrito “cinque città”, costituita in maggioranza da zoroastriani. Nelle rovine della città, che fanno parte del sito transfrontaliero UNESCO sulle Vie della Seta, sono distinguibili quattro parti: la cittadella regale, la città vera e propria, la necropoli e i sobborghi, romantici sassi da visitare appena prima del tramonto, dopo aver fatto il pieno di colore nel bazar locale.

emy_journey IG – Khujand

Oppure c’è l’ex Leninabad, oggi nota come Khujand, da sempre fucina delle élite politiche che hanno governato il paese, su un altro ramo della vecchia strada delle carovane delle merci: la seconda città del paese, pure in discreto spolvero, dove un servizio di funivia opera da una parte all’altra del fiume, dove madrase e moschee risalgono all’era d’oro dell’ogiva islamica e la fortezza ampiamente ricostruita testimonia di storie di 2500 anni fa.

In conclusione, appena tornati da un viaggio nell’Asia centrale, se si è europei e si ama anche l’Asia, si desidera una cosa sola: ripartire subito per le stesse mete. Specie se la valuta locale (il Somoni tagiko) è così poco apprezzata nei confronti dell’euro da far sembrare tutto economico: le cene, i pernottamenti, gli spostamenti, le visite. Con cinquecento euro ve la caverete per una settimana (volo escluso). Allora, cosa state aspettando?

Continua la lettura con: Le 10 città meravigliose più sottovalutate del mondo

LORENZO ZUCCHI

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Il nuovo «Treno Storico»: da Milano ai laghi viaggiando come un secolo fa

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Ph. @train_bus_lecco IG

Undici corse dal centro di Milano ai laghi, Novara e verso le montagne della Valassina. Questo il programma per il nuovo «Treno Storico» di Trenord nel 2025 che, dopo i sold out nel 2024 in occasione dei suoi cent’anni, torna con due nuove mete.

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Il nuovo «Treno Storico»: da Milano ai laghi viaggiando come un secolo fa

# Il treno d’epoca con musica e spettacoli di un secolo fa

Ph. @train_bus_lecco IG

Dal 6 aprile al 9 novembre 2025 il treno storico di Trenord torna sui binari per riproporre ai passeggeri nuovi viaggi da trascorrere nell’atmosfera degli anni Venti del Novecento, sui sedili di velluto rosso cardinale delle carrozze di prima classe, con gli interni in legno. Ai viaggi con destinazione Como Lago, si aggiungono due novità: Novara Nord e Asso. Questi percorsi sono animati da personaggi in costume d’epoca che si esibiscono in performance artistiche, teatrali e musicali, basate sulla ricostruzione storica di luoghi e personaggi del tempo. I viaggi con destinazione Laveno Mombello Lago, sul Lago Maggiore, invece, sono arricchiti da formazioni di musicisti jazz che rendono omaggio alla musica degli anni Venti e Trenta.

Il convoglio storico, restaurato nel biennio 2021/2022, è erede della lunga storia delle Ferrovie Nord Milano, la rete di treni locali che si dirama a Nord della metropoli: le tre carrozze di prima classe AZ 130, 136 e 137 (risalenti biennio 1924-25) offrono spazi confortevoli e dal sapore d’antan. A trainare il convoglio ci sono il locomotore elettrico FNM E600-3 (del 1928) e il locomotore elettrico FNM E610-04 (del 1949), interamente restaurati, testimoni della lunga storia delle linee locali milanesi.

# Il programma completo: la prima corsa il 6 aprile da Milano Cadorna per il lago di Como

Ph. @train_bus_lecco IG

Il primo convoglio parte domenica 6 aprile: effettua undici corse di andata e ritorno da Milano Cadorna. Sei sono dirette a Como Lago, tre a Laveno Mombello Lago, una a Novara e una ad Asso. La prima corsa storica di domenica 6 aprile è programmata da Milano Cadorna alle ore 9.40 e arriva alle ore 11.18 alla stazione di Como Lago, a pochi passi dalla riva del lago di Como. La fermata intermedia a Saronno è prevista alle 10.28, con ripartenza alle 10.35. Da Como, la corsa di rientro parte alle 16.46, con fermata a Saronno alle ore 17.34 e arrivo a Milano Cadorna alle ore 18.44. Di seguito il programma completo:

  • domenica 6 aprile: Milano Cadorna – Como Lago
  • domenica 27 aprile: Milano Cadorna – Laveno Mombello Lago
  • domenica 11 maggio: Milano Cadorna – Como Lago
  • domenica 18 maggio: Milano Cadorna – Laveno Mombello Lago
  • domenica 25 maggio: Milano Cadorna-Como Lago
  • domenica 8 giugno: Milano Cadorna – Como Lago
  • domenica 14 settembre: Milano Cadorna – Novara Nord
  • domenica 21 settembre: Milano Cadorna – Como Lago
  • domenica 5 ottobre: Milano Cadorna – Asso
  • domenica 19 ottobre: Milano Cadorna – Laveno Mombello Lago
  • domenica 9 novembre: Milano Cadorna – Como Lago

# Il costo del biglietto

Manuele Mariani – Stazione Cadorna ingresso lato Cenacolo Vinciano dettaglio

Il biglietto speciale dedicato all’iniziativa ha un costo di 15,60 euro e comprende il percorso di andata e ritorno sul treno storico, più il viaggio di andata e ritorno su treni Trenord da tutta la Lombardia a Milano o alle stazioni in cui il convoglio effettua la fermata: Saronno, per le corse verso Como; Saronno e Varese Nord, per le corse verso Laveno.

Non sono previste fermate intermedie per le corse verso Novara Nord e Asso. Dal 1° aprile è possibile acquistare su trenord.it e App (sezione “Gite in treno”) il biglietto speciale per la prima corsa, fino a esaurimento posti, mentre per i ragazzi fino ai 13 anni il viaggio è gratuito.

Continua la lettura con: Apre a Milano il parco termale urbano più grande d’Italia

MARTA BERARDI

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I 7 ristoranti di cucina tipica più buoni di Roma

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Tonnarello - Ph. @simo_piras IG

Tra le tante esperienze suggestive che regala Roma, il mangiare rientra tra le più gratificanti. La possibilità di assaporare i piatti tipici, che spesso provengono da ricette povere, mentre si osservano le bellezze di questa città, è uno dei tanti motivi per cui i turisti decidono di visitare la Città Eterna. I romani questo lo sanno e, capaci di coniugare tradizione e innovazione, non fanno mancare la compresenza di locali storici e più recenti accomunati da un unico aspetto: la romanità del mangiare. Ma se dovessimo selezionarne sette, quali sarebbero? Questa la nostra personalissima selezione. 

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I 7 ristoranti di cucina tipica più buoni di Roma

# La Fraschetta di Castel Sant’Angelo

Ph: lafraschettadicastelsantangelo – Instagram

Qualità del cibo più vista mozzafiato a cui si può godere mentre si mangia: questo il binomio straordinario di questo locale. La fraschetta gode di una posizione privilegiata che permette di vedere direttamente Castel Sant’Angelo. I piatti più forti sono senz’altro quelli tipici della tradizione culinaria romana e l’atteggiamento diretto e allegro dei camerieri, per lo più studenti, rende il tutto rispettoso ma serenamente informale. Purtroppo non è possibile sedersi al tavolo se non con la prenotazione e, dati i prezzi un po’ alti, bisogna organizzarsi per decidere di consumare il proprio pasto qui, in via del Banco di Santo Spirito, 22. Media recensioni Google: 4.5/5

# Roscioli

Ph: rosciolisalumeria – Instargam

Roscioli è uno dei locali di riferimento per chi vive nei dintorni di Campo de’ Fiori. Nato come un forno, ad oggi si presenta al pubblico come una trattoria che attira visitatori e clienti abituali. Anche qui, il menù offre il meglio della cucina romana ma la sua particolarità sta principalmente nell’alta qualità di salumi e formaggi con cui si accompagnano i pasti. Trovandosi nei dintorni di Campo de’ Fiori, precisamente in via dei Giubbonari, 21/22, non è facilissimo raggiungerlo a causa del forte traffico e dell’assenza di una fermata della metro. Media recensioni Google: 4.3/5

# Tonnarello

Ph: tonnarelloofficial – Instargam

Passeggiando per le strade di Trastevere ci si può facilmente imbattere in Tonnarello, locale con quasi 150 anni di storia, una vera e propria istituzione per i romani che lo frequentano sin dal 1876. Si inserisce perfettamente nel contesto popolare del quartiere in cui si trova e, neanche a dirlo, è tra i massimi custodi della cucina romana tradizionale. Il merito di questo ristorante è di esser stato capace di coniugare tradizione e innovazione, cosa che lo ha reso noto anche ai molti turisti che visitano Roma. Sito in via della Paglia, 1, a Trastevere, per entrarci spesso serve aspettare molto a causa del grande afflusso di clientela. Media recensioni Google: 4.7/5

# SantoPalato

Ph: santopalatoroma – Instagram

Probabilmente SantoPalato è il locale più curioso di questa rassegna. Nato poco meno di un decennio fa, è tra i pochi ristoranti capaci di proporre una cucina all’avanguardia e si può dire sia stato il primo a portare la tendenza della trattoria moderna a Roma. La carica innovativa della cucina di questo ristorante ha sempre attirato tantissima clientela che però doveva spesso attendere molto prima di potersi recare al ristorante, sostando in lunghissime liste d’attesa a causa di spazi poco adatti alla richiesta. Per ovviare a questo problema, proprio in quest’ultimo periodo i proprietari stanno spostando il ristorante in un altro locale, da Piazza Tarquinia a via Gallia 30, nella speranza di riuscire a soddisfare sempre più le attese dei clienti. Media recensioni Google: 4.3/5

# Armando al Pantheon

Ph: armandoalpantheon – Instagram

Un altro esempio di locale storico ce lo offre Armando al Pantheon, che dal 1961 esercita un’importante forza di gravità nei pressi del Pantheon. Gestito dalla famiglia Gargioli, questo locale offre un’esperienza immersiva nella storia della Roma a tavola, oltre che un buon punto d’appoggio dopo una lunga passeggiata fatta nei vicoli di questa zona della città. Lo si trova alla Salita dei Crescenzi, precisamente al numero 31, e tra i pochi difetti di questo ristorante c’è il problema dei prezzi alti. Media recensioni Google: 4.4/5

# Alfredo e Ada

Ph: Alfredo e Ada – Facebook

Giunti quasi alla fine, una tappa obbligatoria va fatta da Alfredo e Ada. Ci troviamo di nuovo nei pressi di Castel Sant’Angelo e questa osteria è caratterizzata dalla sua natura intima e retrò. Con le luci leggermente basse, gli spazi stretti e l’affaccio direttamente sulla strada, sembra di trovarsi in una vecchia casa romana, atmosfera che si vive anche al momento dell’ordinazione e del pasto grazie al comportamento conviviale e informale dei camerieri. Ci si arriva percorrendo via dei Banchi Nuovi, al numero 14, e se non si è abbastanza fortunati c’è il rischio di dover aspettare fuori dal locale, poiché qui non è possibile prenotare. Media recensioni Google: 4.6/5

# La Parolaccia

Ph: moviedigger – YouTube

Per concludere in bellezza bisogna citare La Parolaccia. Locale storico e punto di riferimento soprattutto per quei visitatori che desiderano vivere un’esperienza eccentrica e divertente. Al di là della buona cucina, la particolarità di questo posto è il modo buffo che hanno di accoglierti i camerieri, con insulti scherzosi in perfetto stile romano, creando un clima goliardico che difficilmente si trova in altri posti. Celebre la scena del film Fracchia la belva umana in cui Lino Banfi, nei panni di un commissario di polizia, si intrattiene in un simpatico duetto proprio prima di entrare in questo ristorante. Si trova sempre nel quartiere Trastevere, precisamente in Vicolo del Cinque, 3 ed è tra i locali romani ormai più inflazionati, il che rende una serata qui abbastanza dispendiosa. Media recensioni Google: 4.3/5

Continua la lettura con: Palazzo Nardini, quando il futuro si trova nel passato

RAFFAELE PERGOLIZZI

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Il «farmer’s market» al coperto con produttori del territorio: la grande novità di corso Buenos Aires

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Ph. @mercatocontadinoamilano IG

Accordo storico tra Comune e Coldiretti: sorgerà un mercato degli agricoltori agricolo con produttori del territorio. A due passi dal centro. 

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Il «farmer’s market» al coperto con produttori del territorio: la grande novità di corso Buenos Aires

# Il nuovo mercato agricolo a Lima con produttori del territorio

Credits: @mercato.agricolo.dei.navigli
Mercato Agricolo Navigli

Sarà presto realtà un nuovo mercato agricolo coperto a Milano. Sorgerà in piazza Lima 3, promosso da Coldiretti e inserito nella rete nazionale “Campagna Amica”. L’iniziativa è stata approvata ufficialmente dal Comune di Milano con una delibera di giunta su proposta della vicesindaca Anna Scavuzzo, responsabile delle politiche alimentari della città. Al momento non è stata ancora fissata una data di apertura, ma si conosce già la formula: i protagonisti saranno produttori agricoli del territorio, che offriranno prodotti a filiera corta e tracciabilità garantita.

Il nuovo spazio seguirà l’esempio di mercati già consolidati, come quello di via Ripamonti, punto di riferimento per la periferia sud, o quello di Porta Romana in via Friuli. Coldiretti gestisce anche iniziative di vendita diretta su aree private, da Cascina Merlata a via Rizzoli, sempre con grande attenzione alla sostenibilità e alla valorizzazione delle eccellenze locali.

# Cos’è un mercato agricolo

credits zero.eu

Il mercato agricolo è lo spazio in cui avviene lo scambio e la compravendita di beni e servizi agricoli tra gli acquirenti e gli agenti di vendita. I mercati degli agricoltori rappresentano un’esperienza di vendita e di acquisto diretta, con un ruolo attivo del produttore agricolo con i consumatori. In Lombardia sono attivi circa 160 mercati degli agricoltori, la frequenza è soprattutto settimanale e si svolgono sia nei capoluoghi di provincia, sia nei piccoli centri delle zone vocate all’agricoltura, grazie alla presenza di piccole imprese agricole che si dedicano alla vendita diretta. I mercati degli agricoltori, chiamati anche mercati contadini o farmer’s market, vengono autorizzati dal Comune in cui hanno luogo e vengono gestiti, attraverso un disciplinare di mercato, dagli agricoltori in forma riunita, per il tramite di associazioni o Consorzi, o direttamente dal Comune.

# Il sostegno di Regione Lombardia

Credits: ViviMilano – mercato di san marco

Dopo la formalizzazione del partenariato con il Comune, Coldiretti, in qualità di capofila, presenterà una candidatura all’avviso pubblico regionale “Cooperazione per lo sviluppo rurale, locale e smart villages”, aperto fino al 12 maggio.

L’obiettivo è ottenere fondi per rafforzare le filiere agricole locali, promuovere la vendita diretta, favorire l’economia circolare, ridurre gli sprechi alimentari e sensibilizzare i cittadini su consumo consapevole e sicurezza alimentare. La selezione delle aziende partecipanti e la gestione operativa del mercato saranno affidate interamente a Coldiretti.

# Gli obiettivi di “Campagna Amica”

Credits laurelevans IG – Mercato di viale Papiniano

Fondazione Campagna Amica nasce nel 2008 per realizzare iniziative volte a esaltare il valore e la dignità dell’agricoltura italiana. Promossa da Coldiretti, Campagna Amica si pone a tutela dell’ambiente, del territorio, delle tradizioni e della cultura, della salute, della sicurezza alimentare, dell’equità, dell’accesso al cibo a un giusto prezzo, dell’aggregazione sociale e del lavoro. 

Un esempio concreto di questa iniziativa con cui l’agroalimentare italiano si racconta, è l’evento che si tiene in Francia nella giornata odierna, il 2 aprile, nell’ambito di ‘The Italian Show al Parc des Expositions Porte de Versailles’ di Parigi: quattro imprese simbolo della qualità contadina italiana sono protagoniste di una giornata interamente dedicata al dialogo con il mercato francese.

Continua la lettura con: Prolungamenti metro e nuova M6

MARTA BERARDI

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I «Romeo e Giulietta milanesi»: il vero significato degli amanti abbracciati di largo Marinai d’Italia

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Nei giardini di Largo Marinai d’Italia, lungo corso XXII marzo, c’è una scultura che viene anche chiamata i «Romeo e Giulietta di Milano».

E’ una statua di bronzo rappresentante due amanti abbracciati. L’opera è stata realizzata dalla scultrice italo-ungherese Eva Olàh e raffigura due donatori di sangue, dato che il parco è intitolato al fondatore dell’Avis: Vittorio Formentano.

Continua la lettura con: Prolungamenti metro e nuova M6

MILANO CITTA’ STATO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @dcucci65 IG

La foto del giorno: oggi siamo in via San Dionigi 11 (MM3 Porto di Mare) davanti al Signurun de Milan

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Quando devi fare una pratica al PRA di via Cilea

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Preferisco una colonscopia. 
 

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Questa sarà la «città del futuro»? Le 5 idee per Milano

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Londra - Ph. @alessandra.who IG

La parola del nostro tempo: «sostenibile». Il termine non è molto chiaro, ma è spesso abusato. Una città è sostenibile quando la sua popolazione cresce socialmente ed economicamente, in modo equilibrato e rispettoso dell’ambiente. Tutti gli esperti scommettono che la città del futuro sarà sostenibile. Ma come sarà? Per capirlo vediamo questi esempi messi in atto nella città più sostenibile del pianeta, iniziative che potrebbero arrivare un giorno anche a Milano. 

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Questa sarà la «città del futuro»? Le 5 idee per Milano

# La grande città più sostenibile del mondo? Londra in prima fila 

Credits pexels – Londra

La capolista in termini di sostenibilità è Londra, seguita da Stoccolma, Edimburgo, Singapore e Vienna. Oggi a Londra abitano 8 milioni di abitanti e nonostante le dimensioni, la città ha deciso di impegnarsi in una trasformazione che la porterà ad essere carbon-neutral entro il 2030. E come lo fa?

Con una finalità così ambiziosa, la strategia è d’attacco su tutti i fronti. Vediamo cinque azioni messe in campo.

#1 Riqualificazione energetica degli edifici vittoriani

lastrolabio.webp – Palazzi riqualificati

il primo punto è l’attenzione alle risorse energetiche, con la riqualifica dei vecchi edifici vittoriani, dal punto di vista dell’efficienza. Oltre 2 milioni di pompe di calore installate e 460.000 edifici connessi in una rete di riscaldamento distrettuale, hanno permesso di ridurre la domanda di calore del 40%, conservando energia e riducendo la dispersione. Interi edifici sono stati ripensati in chiave di sostenibilità, come the Fisheries dove – oltre ai pannelli che producono e sfruttano l’energia solare – è stato impostato un sistema di riutilizzo dell’acqua piovana.

#2 Negli uffici delle grandi aziende si sperimentano soluzioni all’avanguardia

greenlab.org – Greenlab

Sono proprio gli uffici destinati al business che danno una mano alla sostenibilità, diventando leva e catalizzatore di cambiamento: nel quartier generale di Bloomberg – nel cuore finanziario della city – è stato installato un soffitto intelligente composto da 4.000 pannelli di alluminio che controllano riscaldamento, raffreddamento e illuminazione con una riduzione del consumo energetico del 40%. Il Green Lab – un incubatore di innovazione per imprenditori legati ai temi dell’agricoltura – offre spazi di lavoro e sperimentazione dove è possibile portare avanti progetti all’avanguardia come l’allevamento di insetti.

#3 Un corridoio di impollinazione lungo 75 chilometri che attraversa l’intera città

akbarnemati-pixabay – Api

Ma anche l’hotellerie partecipa: un albergo di lusso come il Rosewood ha installato un giardino sul tetto che è parte di un ambizioso progetto di sostenibilità, la creazione di un corridoio di impollinazione lungo 75 chilometri che attraversa l’intera città, aiutando in modo concreto lo sviluppo e la protezione della biodiversità.

#4 Frutta e verdura a chilometro zero

foodieguide IG – Kappacasein

E poi mercati locali in ogni quartiere, dove è possibile acquistare frutta e verdura a chilometro zero, che riportano alla dimensione relazionale.

#5 Trasporto pubblico capillare, frequente e puntuale

Credits noelsch-pixabay – Trasporti Londra

L’altra questione fondamentale che tocca nel cuore il tema della sostenibilità è infatti il trasporto pubblico, che per essere scelto dalla popolazione deve garantire frequenza, puntualità e capillarità. Ogni mattina sono milioni i londinesi che scelgono lasciano a casa le auto, per salire sui treni cittadini. Il risultato? Una riduzione delle emissioni pari all’80%.

Spunto: lastrolabio

Continua la lettura con: Apre a Milano il parco termale urbano più grande d’Italia

ELISABETTA MAUTI

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Le strane idee del Comune per i ponti del Portello: la passerella chiusa di sera e il giardino pensile sul cavalcavia

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credits carlettocastoro ig

Portello. Zona Ovest di Milano. Zona compresa tra Qt8 e Ghisolfa. Una zona di ponti: lungo e sopra la circonvallazione. E su questi ponti il Comune sembra avere delle idee piuttosto strane. Scopriamo i dettagli.

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Leggi anche: Le mille facce del Portello, il quartiere del cambiamento

Le strane idee del Comune per i ponti del Portello: la passerella chiusa di sera e il giardino pensile sul cavalcavia

# La passarella del Portello: un progetto sulla falsa riga del «London Eye»

credits eventiamilano ig

Il progetto strutturale della passerella pedonale è stato redatto dalla società Arup di Londra, la stessa che ha realizzato il «London Eye», la grande ruota panoramica che svetta sulla capitale britannica. Si tratta di un ponte di circa 120 metri, di cui 90 metri in un’unica campata e la larghezza interna di passaggio è pari a 4 metri in modo da agevolare la compresenza dei flussi ciclabili e pedonali. 

La struttura pesa inoltre 618 tonnellate, ed è dotata di due ascensori laterali, di due scale a chiocciola e di rampe per portatori di handicap. Il ponte consente il collegamento tra il parco del Portello e piazza Gino Valle, ossia consente a biciclette e pedoni di spostarsi da una parte all’altra della circonvallazione. Un’opera di collegamento fondamentale. Ma che quando tramonta il sole diventa off limits.

# Il ponte che chiude quando si fa buio

credits eventiamilano ig

La passerella è costituita da un impalcato in acciaio, retto tramite pendini ad un sistema di 2 archi, sempre in acciaio, collegati da elementi trasversali in corrispondenza degli appoggi alle sotto-strutture. La pavimentazione è invece in resina, mentre l’illuminazione del percorso è curata da corpi illuminanti a Ied.

Se non bastasse, l’opera è colorata dalla policromia dell’artista austriaco Tornquist. Tutto bellissimo quindi, se non fosse per un particolare: il Ponte segue gli orari del Parco del Portello, uno dei tanti parchi di Milano che chiude la sera. Quindi anche il ponte viene chiuso alle 20 per nove mesi all’anno, e addirittura alle 18 da dicembre a marzo. Lasciando così le due aree divise, obbligando così pedoni e bici a un complicato e pericoloso tragitto attraverso la circonvallazione. A pochi metri di distanza c‘è un altro ponte oggetto di idee curiose. Questa volta sul suo futuro. 

# Il cavalcavia di Monte Ceneri-Serra: diventerà un giardino pensile?

credits guancedilatte ig

Se ne parla da anni ma da qualche mese sembra diventata ufficiale: il Comune di Milano vuole trasformare il cavalcavia autostradale Monte Ceneri-Serra in un giardino pensile. Si tratta di trasformare il cavalcavia che agevola il traffico sulla circonvallazione in un percorso sopraelevato tra alberi e prati, uno spazio per passeggiare e rilassarsi, sospesi sopra il traffico. La realizzazione di questo progetto comporterebbe alcune sfide tecniche, come la necessità di aggiungere terra e alberi che, inevitabilmente, andrebbero a sovraccaricare la struttura. Il vantaggio più grande sarebbe indubbiamente il miglioramento della qualità della vita, ma a quale prezzo? Quello che rischia di rivelarsi più delicato è l’impatto sul traffico in una zona della città priva della metropolitana e già prossima al collasso. 

Un’altra idea alternativa sarebbe demolire il cavalcavia e ripristinare i due viali come erano prima degli anni Cinquanta, con filari di alberi e una corsia preferenziale per la linea 90/91. Cosa sceglierà il Comune alla fine? Per saperlo bisogna attendere il bando che il Comune ha annunciato per quest’anno. 

Continua la lettura con: Le mille facce del Portello

ANDREA PARRINO

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2 aprile 1980. Concerto di una band di culto degli anni ’80: il Palalido stava esplodendo

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Ph. @thepolice_roxan IG

I biglietti andarono esauriti in poche ore. Ma come spesso succedeva in quegli anni, chi non aveva il biglietto non si perdeva d’animo e ci provava lo stesso…

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2 aprile 1980. Concerto di una band di culto degli anni ’80: il Palalido stava esplodendo

# Il Palalido e i suoi concerti più celebri

2 aprile 1980. A inizio anni Ottanta c’erano diversi templi per la musica. Uno di questi era il vecchio Palalido, oggi Allianz Cloud, in piazzale Stuparich, quello dei lavori interminabili per il completamento della preferenziale della 90/91. Ma questa è un’altra storia. Torniamo al vecchio Palalido. Nel 1967 si sono esibiti i Rolling Stones con Charlie Watts avvolto dalla bandiera del Milan ed è entrato nella storia anche il concerto di De Gregori del 1976 quando dovette smettere di suonare per la contestazione di frange politicizzate. Addirittura gli puntarono contro una pistola per fargli ritrovare la convinzione per la causa comunista e per i biglietti a prezzo discount. 

# I Police e i cancelli sfondati

Ma forse il concerto principe del Palalido è stato quello dei Police. Eccoci dunque al 2 aprile 1980 e il mondo è in piena Policemania come si denominava la passione al limite dell’isteria per i tre biondini inglesi, una follia collettiva come non si vedeva dai tempi dei Beatles. Nel loro tour mondiale toccarono anche Milano, ritrovandosi rinchiusi in un luogo troppo piccolo per l’oceano di richieste. I biglietti andarono esauriti in poche ore. Ma come spesso succedeva in quegli anni, chi non aveva il biglietto non si perdeva d’animo e ci provava lo stesso. Il concerto dei Police fu uno dei casi più celebri di “cancelli sfondati” dal pubblico trasformando il Palalido in una bolgia infernale: dagli 8000 posti disponibili ci si ritrovò con oltre 16.000 spettatori! Chi c’era dice che è stato un miracolo se non ci siano stati incidenti seri.

Continua la lettura con: 1 aprile. Milanesi in rivolta

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StarLine, la «super metro europea» del futuro: 5 linee e 39 stazioni. Sì, c’è anche Milano

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Starline - Rete metropolitana europea

Un’Europa interconnessa da una rete ferroviaria ad alta velocità, capace di unire le principali città del continente come se fossero fermate di una gigantesca metropolitana. I treni viaggeranno a velocità comprese tra 300 e 400 km/h: sarà la più grande innovazione nel trasporto continentale dai tempi della rivoluzione industriale. Scopriamo questo ambizioso progetto. 

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StarLine, la «super metro europea» del futuro: 5 linee e 39 stazioni. Sì, c’è anche Milano

# Un continente unito su rotaia veloce

Questo è l’ambizioso progetto “Starline”, concepito dal think tank danese 21st Europe, che mira a rivoluzionare la mobilità europea entro il 2040. Se realizzato, potrebbe rappresentare la più grande innovazione nel trasporto continentale dai tempi della rivoluzione industriale. Starline non è solo un progetto infrastrutturale, ma una visione per rafforzare i legami economici e culturali tra i paesi europei. L’obiettivo è ridurre dell’80% i voli interni al continente, abbattendo le emissioni di CO₂ e promuovendo un trasporto più ecologico. Finanziato con fondi pubblici e gestito privatamente, il sistema sarà alimentato da energie rinnovabili e supervisionato da una nuova Autorità Ferroviaria Europea. 

# 22mila chilometri di reti, 5 linee e 39 stazioni

Starline – Rete metropolitana europea

Il piano prevede la realizzazione di una rete ferroviaria di 22.000 chilometri, con 39 stazioni strategicamente posizionate in tutta Europa. Cinque linee principali, identificate da lettere dalla A alla E con un orario unico a livello europeo, collegherebbero le città chiave:

  • la linea A da Napoli a Helsinki;
  • la B da Lisbona a Kiev passando per Madrid;
  • la C da Madrid a Istanbul attraversando Barcellona;
  • la D da Dublino a Kiev;
  • la E da Milano a Oslo. 

A Milano passerebbe inoltre la linea B, che oltre ai capolinea di Lisbona e Kiev ferma tra le altre ad Atene e Bucarest, e la linea A con stop ad esempio a Berlino, Praga e Varsavia prima di giungere a Helsinki

I treni viaggerebbero a velocità comprese tra 300 e 400 km/h, riducendo drasticamente i tempi di percorrenza. Ad esempio, un viaggio da Helsinki a Berlino richiederebbe poco più di cinque ore, rispetto alle oltre 15 attuali, i viaggi da Milano a Monaco di Baviera diventerebbero “un collegamento ad alta frequenza tra i principali centri economici”.

# Un sistema di bigliettazione integrato in un’unica piattaforma

Starline biglietto digitale

Uno degli aspetti più innovativi di Starline è il sistema di biglietteria unificato su una piattaforma digitale aperta. Una soluzione per consentire ai viaggiatori di acquistare biglietti con un’unica interfaccia per tutta la rete ferroviaria europea, rendendo gli spostamenti più accessibili e convenienti.

Starline stazione

I prezzi dei biglietti dovrebbero essere significativamente inferiori rispetto ai voli a corto raggio, incentivando il passaggio dal trasporto aereo a quello ferroviario. Inoltre, il design delle stazioni e dei convogli sarà ottimizzato per garantire un’esperienza di viaggio fluida e confortevole, eliminando le lunghe attese e i disagi legati ai trasporti tradizionali, anche attraverso un sistema di sicurezza basata su sensori e sull’intelligenza artificiale che consenta il monitoraggio in tempo reale dei flussi di passeggeri.

# Il design dei treni ispirato all’Europa

Treni Starline

I treni, sviluppati in collaborazione con lo studio Bakken & Bæck, saranno caratterizzati da una livrea blu che richiama la bandiera dell’UE, con stelle lungo i lati delle carrozze.

Starline treni

Gli interni sono pensati per offrire un ambiente adatto ad ogni tipo di viaggiatore: aree del silenzio per chi necessita di concentrazione, sedute ergonomiche per il massimo comfort, bar per socializzare e spazi dedicati alle famiglie per rendere il viaggio più piacevole per tutti.

# Sfide e prospettive future

La realizzazione di Starline comporta sfide significative, tra cui l‘ingente investimento economico e la necessità di coordinamento tra i vari paesi coinvolti. Tuttavia, i benefici attesi, come la creazione di 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro e una riduzione stimata di oltre 100 milioni di tonnellate di CO₂, rendono il progetto una prospettiva entusiasmante per il futuro della mobilità europea. Se realizzato, Starline potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui viviamo e viaggiamo nel nostro continente, avvicinando le persone e le culture come mai prima d’ora.

Fonte: Starline

Continua la lettura con: Il sogno della metropolitana tra Como e Lugano. Il passo successivo: unirla a quella di Milano?

FABIO MARCOMIN

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Le 10 tecniche di sopravvivenza di chi è single a Milano

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A Milano su 1.417.600 residenti distribuiti in 783 mila nuclei familiari, il 56,7 per cento è composto da una sola persona. Un dato in continuo aumento: in meno di dieci anni si è passati dal 49% a quasi il 57%. Ma il single di Milano è all’avanguardia nelle strategie di sopravvivenza. Come queste. 

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Le 10 tecniche di sopravvivenza di chi è single a Milano

#1 Spesa all’Esselunga

Credits kappaelleemme IG – Esselunga

La salvezza sono le monoporzioni e soprattutto i pronti in tavola. È un luogo dove il single non si sente mai solo. E stanno proliferando supermercati aperti 24 ore su 24 che insidiano il primato dell’Esselunga per i cuori solitari. Anche perché la notte di un single che si aggira tra gli scaffali è ricca di sorprese. 

#2 Jogging al parco

Chi è single a Milano non sta mai fermo. Anzi, sgambetta. Da soli, in coppia o in gruppo al parco: soprattutto al Sempione, oppure Porta Venezia. I più atletici scalano il monte Stella. A Milano ci sono anche corse competitive a misura di single come le color run o la più recente Dog Run a CityLife.

#3 Facebook e Instagram

pixabay – Bici e cellulare

Ha ucciso più coppie Zuckerberg che la legge sul divorzio. Su Facebook e Instagram il single si illude di avere un sacco di amici e di amori in corso, senza le menate della vita di coppia o le delusioni degli incontri di Tinder. 

#4 Le librerie

Credits: @òabookisalwaysagoodidea
La Feltrinelli

Un rifugio sicuro per chi è single. La libreria. Tra le più gettonate, la Mondadori in centro, la Feltrinelli in Gae Aulenti, la Rizzoli in galleria. Da dove le coppie si tengono alla larga. 

#5 Il cinema d’autore

Credits andysal IG – Cinema Anteo

Il cinema è per la coppia. Il cinema d’autore per il single. Il vecchio cinema di essai resiste grazie ai single. Anche perché i single amano ritrovarsi a vedere film che è quasi impossibile possano piacere a due persone contemporaneamente. Tra i luoghi più alternativi ci sono le cineteche, gli auditorium, tutte le sale con una caratteristica comune: le sedie scomode. 

#6 L’aperitivo al N’Ombra de Vin

Credits enricoboiardi IG – Un’Ombra de Vin

Single recidivi, coppie scoppiate, divorziati e divorziate si ritrovano al N’Ombra de Vin di San Marco, al Radetzky e nei locali attorno a Moscova.

#7 Il lavoro

Il passatempo preferito dei single incalliti: lavorare duro.

#8 Le inaugurazioni

coda inaugurazione
coda inaugurazione

Immancabili. Motivo di noia e spesso di litigio per le coppie, perché si incontra sempre chi non si vorrebbe incontrare, sono invece un’oasi felice per il single, luoghi in cui regna sovrano e indisturbato.

#9 Il delivery

credits: freepik.com

Invenzione fatta per i single. Infatti spopola. Molti single vivono con ansia un solo momento (feste a parte): la cena al ristorante. Mangiare da soli li espone a sensi di colpa spesso autoinflitti. Per evitarli ci sono le app di consegna cibo a domicilio. Non solo: evitano anche l’onta dello shopping senza fidanzatino annoiato al seguito. 

#10 La bici

Milano offre molti percorsi intriganti per chi va in bici, tra cui la mitica pista ciclabile che parte da Melchiorre Gioia e arriva a Cassano d’Adda, lungo la Martesana. Ma soprattutto andare in bici a Milano consente di scaricare le frustrazioni della solitudine contro gli automobilisti.

Continua la lettura con: 10 luoghi dove baciarsi a Milano

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Si chiama «Bastioni aperti», ma è il progetto per chiuderli al traffico

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Bastioni aperti

Aprire per chiudere. Sembra un paradosso, ma è esattamente ciò che prevede il progetto “Bastioni Aperti”. Un’idea che potrebbe trasformare il volto di Milano, ma non senza conseguenze.

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Si chiama «Bastioni aperti», ma è il progetto per chiuderli al traffico

# Storia e funzione urbana dell’antica cinta muraria spagnola

Quinzi Terna Architecture – Anelli bastioni

I Bastioni di Milano sono ciò che rimane dell’antica cinta muraria spagnola, costruita nel XVI secolo per difendere la città. Con il tempo, queste fortificazioni hanno perso la loro funzione militare e sono state inglobate nel tessuto urbano, trasformandosi in importanti arterie di scorrimento. Oggi, i Bastioni si estendono per circa 12 km e attraversano alcuni dei quartieri più storici e vivaci della città, come Porta Venezia, Porta Romana e Porta Garibaldi. La loro importanza nella viabilità è indiscutibile e proprio su questa rete si innesta il progetto “Bastioni Aperti”, con l’obiettivo di rivoluzionare la mobilità in città.

Leggi anche: I soldi di San Siro per riqualificare il quartiere: che cosa si potrebbe fare con questi 200 milioni?

# “Bastioni aperti” per bici e pedoni, chiusi per i veicoli a motore

Credits Andrea Cherchi – Porta Venezia

È questa la contraddizione del progetto, almeno nel nome, che promette di restituire ai cittadini un pezzo di Milano, ma a una condizione: niente auto. Il piano, ideato dallo studio Quinzii Terna Architecture e attualmente in discussione presso la commissione Mobilità attiva del Comune, prevede la chiusura al traffico dell’anello dei Bastioni per alcune ore la domenica mattina. Un’idea affascinante per chi sogna una città più vivibile, ma che solleva anche interrogativi su viabilità e impatto sui residenti. Come verranno gestiti i flussi di traffico nelle aree limitrofe? E soprattutto, basteranno poche ore di chiusura per cambiare davvero il modo in cui Milano viene vissuta dai suoi abitanti?

# Un giardino botanico lineare attorno al cuore della città

Bastioni aperti

L’idea è di trasformare il tracciato dei Bastioni in uno spazio perfetto per passeggiate, biciclettate, eventi culturali e attività all’aperto. Un’iniziativa per migliorare la qualità della vita, ridurre l’inquinamento e rendere Milano più simile alle grandi capitali europee che hanno già adottato strategie simili. Un percorso che connette 10 tra parchi e giardini della città, una sorta di giardino botanico lineare dove si possono incontrare numerose specie arboree: olmi, platani, tigli, bagolari, ciliegi, aceri, cedri, magnolie.

# Il primo assaggio di come sarebbe il centro senza le auto?

Credits cheautocompro.it IG – Area C

La città ha già dimostrato di poter cambiare pelle con iniziative simili, come le domeniche ecologiche o la pedonalizzazione di Piazza Duomo. Tuttavia, il rischio di alienare una parte della popolazione è reale, e senza alternative efficienti di trasporto pubblico, la chiusura delle strade potrebbe creare più problemi che benefici. Lungo il tracciato si trovano diverse fermate del trasporto pubblico, tra cui metro, tram e autobus, ma nemmeno una linea metropolitana lo percorre. La direzione intrapresa è chiara: meno auto, più spazio per le persone. Dopo le restrizioni di Area B e Area C, con il progetto “Bastioni Aperti” si potrà assistere ad un’anteprima di un centro città senza veicoli a motore?

Fonte: Airtribune

Continua la lettura con: 5 progetti per fermare l’«agonia» di Milano

FABIO MARCOMIN

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Corso Vittorio Emanuele: i suoi cambi di nome e l’avanguardia pedonale

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Ph. @milanopersempre.it IG

La via dello struscio ha cambiato più volte nome. 

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Corso Vittorio Emanuele: i suoi cambi di nome e l’avanguardia pedonale

Ph. @milano_scomparsa_o_quasi IG

Corso Vittorio Emanuele II. In epoca romana era l’arteria che portava verso nord-est. Successivamente prese il nome di Corsia dei Servi ed era il tratto della strada che congiungeva piazza Duomo alla Porta orientale. Il nome veniva dal convento dei servi di Maria, che officiavano la chiesa di Santa Maria.

Dopo i lavori di ampliamento, nel 1830 la strada prese il nome di corso Francesco, in onore dell’imperatore e re Lombardo-Veneto. Con l’unità d’Italia divenne corso Vittorio Emanuele II.
Fu la prima strada di Milano a essere pedonalizzata, a metà degli anni ottanta.

Continua la lettura con: I grandi brand della Galleria

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Le dipendenze tipiche di chi vive a Milano

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Ideogram AI - Sono stato a..

Nel manuale diagnostico psichiatrico, da anni i disturbi legati alle dipendenze stanno crescendo a ritmo esponenziale. Durante il processo evolutivo si è registrato un cambiamento: alle dipendenze da sostanze si sono aggiunte le dipendenze da comportamenti. 
Soprattutto a Milano.

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Le dipendenze tipiche di chi vive a Milano

#1 La dipendenza dai “saldi”

Correre e stare in fila per ore per accaparrarsi un abito a prezzo scontato per poi sventolarlo al momento giusto e dire..“questo è di….” quest’altro è di…” “e questo l’ho pagato un terzo del prezzo che era sul cartellino” con tono da sfida da ingenua vittoria sulla legge del marketing.

#2 La corsa/dipendenza a dire “sono stato a….”

Ideogram AI – Sono stato a..

Ogni giorno una galleria d’arte nuova, un ristorante “in cui si mangia con le dita dispari”, l’apertura di un cocktail lounge “gestito da eschimesi”, che vedono la corsa a strappare per primo la bandiera del “ci sono stato” e metterla sul tavolo del Risiko con tronfio orgoglio.

#3 La dipendenza dall’organizzazione “del tempo libero” 

crisnzeta5-pixabay – Gestione agenda

Che diventa tempo organizzato, quindi…un lavoro.

#4 La dipendenza dai “corsi” da far fare ai bambini

Vladvictoria-pixabay – Corsi bambini

Ma esiste anche la versione auto-somministrata fatta dagli adulti.

#5 La dipendenza a essere sempre al top

Credits: architetturaecosostenibile.it

Palestra, gym, corsa al parco, docce gelate

#6 La dipendenza a prenotare 

Credits: @bookingcom
Avalon

Week end, settimana bianche, ponti dei più disparati, vacanze estive.

#7 La dipendenza a pensare al futuro

pixabay-fredrikwandem- Concerto

Tutti gli eventi possibili e impossibili… (lo diventano spesso senza prenotazione)

In questo grande sistema di ricompensa psicologica cittadina, i neurotrasmettitori del piacere indotto fanno trottare i milanesi e i turisti che diventano milanesi anche per pochi giorni in uno stato di ebbrezza in cui non sai di non essere padrone di te stesso, come del resto per ogni dipendenza. Se la libertà non ha prezzo, il milanese è davvero ricco?

Continua la lettura con: Queste sono le tre droghe più consumate a Milano: i risultati dell’ultimo studio

CRISTINA FILIPPO

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«Vi scrivo per documentare la passeggiata serale nella zona in cui vivo…»

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Buongiorno,

Vi scrivo per documentare, con le foto allegate, la passeggiata serale nella zona in cui vivo, fatta lunedì 31 marzo intorno alle 19.

Ingegnoli – Porpora

Il bidone (nuovo) in via Ingegnoli angolo Porpora, pieno di sacchi vicini, ha persino una tavola del wc, giusto a testimoniare l’uso delle vie cittadine; i sacchetti sparsi tra le auto sono presenti dallo scorso venerdì, a testimoniare che la strada non è stata pulita.

Ingegnoli – Porpora

La stazione delle biciclette del BikeMi in via Teodosio-Porpora è sempre un deposito di bottiglie lasciate dai frequentatori della zona, che utilizzano altresì gli alberi per espletare i loro bisogni fisiologici dopo aver bevuto.

Teodosio BikeMi

Inoltre i sacchetti delle deiezioni canine si trovano nel punto in cui era presente un bidone dei rifiuti che è stato tolto, evidentemente servirebbe riposizionarne uno.

Porpora

Cordialmente,

GABRIELE SIMONELLI

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Recapito subito tutto a sindaco e assessori.
 
 
 
IL POSTINO
 
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Continua la lettura con: «Come nuovo collegamento, dalla stazione di Milano Centrale suggerirei anche…»

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Inaugurano le terme di Montel: i numeri, le curiosità e i prezzi

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credits QC Terme ig

Il più grande centro termale urbano d’Italia ha aperto i battenti il primo di aprile. Scopriamo numeri e curiosità di questo nuovo polo del benessere milanese.

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Inaugurano le terme di Montel: i numeri, le curiosità e i prezzi

# I numeri del più grande centro termale urbano d’Italia

sporteimpianti – Pianta progetto ex scuderie de Montel

Ha inaugurato il centro termale da record, il più grande d’Italia in una città. Si trova in zona San Siro tra via Achille e via Fetonte, dove un tempo c’era il complesso Liberty delle ex scuderie De Montel che è stato riqualificato e adatto al nuovo utilizzo. Questi numeri del nuovo polo del benessere di Milano:

  • 16.000 mq complessivi
  • Spazi interni: 5.450 mq
  • Spazi esterni: 10.000 mq, con 8.000 mq di parco e 800 metri cubi di acqua
  • 10 vasche termali, tra cui la piscina della Sorgente e dell’Eclisse, la vasca della pioggia e quella della sospensione
  • 16 sale massaggi
  • 9 aree relax
  • 4 saune, tra cui la Banja Russa e la Sauna del Respiro, e 1 bagno di vapore
  • 1 hammam
  • 3 punti ristoro (ristorante bistrot, caffetteria, garden bar da 700 posti)
  • 3500 nuovi alberi piantati
  • 230 nuovi alberi piantati all’anno per 10 anni nelle zone circostanti
  • 57 milioni di euro per l’acquisto e la riqualificazione del sito da parte del Fondo Infrastrutture per la Crescita – ESG (Fondo IPC) del Gruppo Azimut
  • oltre 3 anni di lavori

# L’acqua arriva dall’unica sorgente termale di Milano, posta a quasi 400 metri di profondità

Ph. Andrea Cherchi

Le prime vere terme di Milano. A differenza delle terme di Porta Romana, qui l’acqua proviene dall’unica sorgente termale della città, situata a 396 metri di profondità, oligominerale e riconosciuta per le sue proprietà terapeutiche. La fonte è stata ripristinata nel 2007 e ha ispirato la riqualificazione del complesso realizzato nel 1921 su progetto di Vietti Violi. 

# Il materiale degli abbaini è lo stesso utilizzato per quelli della Galleria Vittorio Emanuele

De Montel abbaini

Le cuspidi, i pennacchi, la trabeazione, le modanature e gli abbaini sono stati restaurati, collaborando con la Soprintendenza Archeologica delle Arti e Paesaggio. Quelli andati distrutti sono stati integralmente ricostruiti usando il materiale originale compreso un legante d’impasto recuperato a Grenoble, lo stesso degli abbaini della Galleria Vittorio Emanuele di Milano. 

Leggi anche: Le nuove maxi terme di Milano prima dell’apertura: la Fotogallery di Andrea Cherchi

# I prezzi di giornate nella Spa e trattamenti

demontel.it – Home terme

Le prenotazioni sono aperte, direttamente sul sito ufficiale, per aprile, maggio e giugno 2025. I prezzi, a partire da 60 euro, variano in base alla durata e al giorno della settimana.

Gli orari:

  • Da lunedì a giovedì dalle 8:30 alle 23:00
  • Venerdì e Sabato  dalle 8:30 alle 24:00
  • Domenica  dalle 8:00 alle 23:00
  • Ponti festivi dalle 8:00 alle 24:00

 Da lunedì a venerdì

  • SPA Time Relax 3 ore – Valido per ingressi compresi tra le 12:00 e le 13:00
    60 euro
  •  SPA Time Relax 5 ore a 79 euro
    79€
  • SPA Time Relax 8 ore a 89 euro

Sono poi disponibili trattamenti per corpo e viso che vanno dai 70 ai 210 euro.

Continua la lettura con: Apre a Milano il parco termale urbano più grande d’Italia

FABIO MARCOMIN

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @paolo_stefano_abbate IG

La foto del giorno: oggi siamo in via Domenico Berra a Crescenzago.

Ph. @paolo_stefano_abbate

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (31 marzo) 

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