🔴 A Milano la RETE degli SPAZI IBRIDI: le nuove aree dove svolgere attività completamente diverse tra loro

Una novità in città: la rete degli spazi dalle mille anime

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Credits: mincioedintorni.it - Cinema all'aperto Mare Culturale Urbano

Negli ultimi anni si sono diffusi dei luoghi di difficile definizione, che raccolgono progetti legati all’arte, alla cultura, all’incontro, al food, al commercio e all’associazionismo, i cosiddetti spazi ibridi. Il comune di Milano ha creato un apposito registro dal nome “Rete spazi ibridi”. Vediamo gli obiettivi di questo registro e i requisiti per farne parte.

A Milano la RETE degli SPAZI IBRIDI: le nuove aree dove svolgere attività completamente diverse tra loro

# Cosa si intende per “spazi ibridi”

Credits: pexels.com

Negli ultimi anni si sono diffusi dei luoghi di difficile definizione, nati come risposta alle domande della comunità e dei suoi bisogni, accresciuti soprattutto dopo la pandemia: i cosiddetti “spazi ibridi”. Si tratta di realtà locali che accolgono progetti legati all’arte, alla cultura, all’incontro, al food, al commercio e all’associazionismo.

Tra gli esperimenti più interessanti che hanno visto la luce a Milano troviamo bar-portinerie di quartiere, librerie-coworking, negozi-centri di attività solitamente collocati in spazi riqualificati, come ex spazi industriali, cascine, ex luoghi di culto, ex scuole, ex spazi per uffici. 

# Il registro “Rete spazi ibridi” del Comune di Milano

Mare Culturale Urbano

All’inizio del 2021 il Comune di Milano ha deciso di mappare questi spazi e inserire le realtà sparse su tutto il territorio cittadino in un registro denominato “Rete spazi ibridi”. Il fine di di questo registro è analizzare e comprendere quali siano gli effetti di rigenerazione urbana che questi luoghi sono capaci di innescare. Ad oggi ne sono emersi 26, per un un’utenza complessiva di oltre 1 milione di persone all’anno.

Tra questi troviamo: l’area ex Ansaldo, che ospita Base Milano, l’ex cascina dove è stato sviluppato il progetto di Mare Culturale Urbano, l’ex fabbrica di cristalli che oggi ospita lo Spirit de Milan o il Mercato Lorenteggio che propone un mix di commercio tradizionale e iniziative sociali e aggregative per il quartiere.

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# A chi si rivolge il bando per entrare nel registro comunale

Credits Andrea Cherchi – Palazzo Marino e piazza della Scala

Possono partecipare al bando per poter esser inseriti nel registro “Rete spazi ibridi” gli operatori pubblici e privati che gestiscono uno o più spazi socioculturali sul territorio di Milano svolgendo attività di innovazione in questo ambito in modo continuativo e non occasionale da almeno un anno.

In fase di candidatura ogni spazio aderente dovrà indicare una o più “funzioni prevalenti”, sociali, culturali, aggregative, educative e affini, di modo da individuare le vocazioni dei singoli spazi e incrementarle, rafforzando il rapporto con l’Amministrazione e favorendo lo sviluppo di specifici progetti tematici.

La nota del Comune di Milano in merito all’obiettivo di questo provvedimento: “Il provvedimento nasce dalla volontà di riconoscere e facilitare la creazione di una rete coordinata delle realtà di socialità, aggregazione e fruizione culturale, attive soprattutto nei quartieri meno centrali di Milano e nate spesso dal recupero di parte del patrimonio immobiliare pubblico e privato abbandonato o sottoutilizzato”.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.