Il 12 febbraio esce nelle librerie di Milano il nuovo libro inchiesta di Fabio Massa: “Fuga dalla Città”. Direttore dell’edizione milanese di affaritaliani.it, fondatore della testata True, ideatore e conduttore insieme a Barbara Ciabò di The True Show su Telelombardia, è forse l’osservatore più insider della politica milanese. Anticipiamo qualche estratto del suo libro destinato a far parlare molto. Qui il link per prenotarlo/acquistarlo: Fuga dalla Città.
L’unica alternativa a Milano è una NUOVA MILANO: le anticipazioni su “Fuga dalla città”, il nuovo libro di Fabio Massa
2020. Fuga da Milano.
Questo titolo poteva rendere ancora più apocalittico il nuovo libro di Fabio Massa, uno dei massimi esperti dei dietro le quinte della politica milanese. Ma Massa l’ha smussato con un più doroteo “Fuga dalla città”, ammorbidendo una verità che ferisce chi come lui e come me ama Milano. La città da cui si fugge è Milano, almeno in Italia. Lo racconta in questo libro inchiesta che mette in luce in ogni capitolo il problema che, in un modo o nell’altro, spinge molti milanesi via da Milano, in particolare all’epoca del primo lockdown, lo scorso marzo.
L’amarezza che ha colpito molti milanesi è stata proprio questa. Più che la paura per il Covid e l’ansia per la crisi economica, il pugno allo stomaco è stata l’immagine di molti nuovi milanesi che si accalcano in stazione per fuggire dalla città che aveva accolto il loro desiderio di un futuro migliore. Ricordo lo scoramento di assistere a quella fuga caotica e le domande che si affacciano dal fondo dell’animo che per la prima volta mettono in discussione se la scelta giusta sia stare a Milano. Domande che vengono subito spazzate via dalla cifra distintiva di chi abita sotto la Madonnina, ben descritta da Massa in apertura del libro.
“scappare v. intr. – Darsi alla fuga per paura o per viltà, per
evitare un pericolo, una punizione, un danno.1
Toccata (due volte) e fuga.
La fuga dalla città, durante la prima ondata di Covid-19,
ha il rumore dello scalpiccio lungo gli scalini della Stazione
Centrale, il sapore della rivincita per i padri che vedono
tornare i figli a casa, nel paesello. E quello della paura per
chi non può lasciare Milano, perché Milano l’ha scelta o
perché ci è nato. I milanesi resistono, con una certa fierezza
e con quell’ottimismo cinico che nella primavera del 2020
pare la cifra distintiva di chi abita sotto la Madonnina.”
Con questa immagine si apre il libro di Massa che poi passa in rassegna tutte le ferite aperte di Milano che possano giustificare non tanto una fuga precipitosa nel cuore della notta ma una più lenta emorragia. Milano aveva raggiunto di nuovo il milione e quattrocentomila abitanti ma ora ha ripiegato di nuovo perdendone a centinaia ogni settimana. Così come sarebbe da vigliacchi scappare adesso sarebbe da stupidi illudersi che i mali di Milano possano scomparire insieme al Covid. Perchè sono altri mali, più profondi e irrisolti, ad affliggere Milano.
Massa li affronta uno ad uno coinvolgendo in ogni capitolo un personaggio iconico che rappresenta al tempo stesso il male e la sua possibile soluzione. Non solo, dunque, il problema sanitario con Milano città simbolo dell’emergenza Covid, ma anche il caro affitti, la bulimia immobiliare, le divisioni sociali, la crisi della politica, l’emergenza economica, la spaccatura con alcune parti d’Italia, i problemi con il governo centrale, l’assenza di potere e di autonomia, con le risposte non scontate di Boeri, Guzzetti, Fontana, Resta e di Sala che, nonostante i guai della città, continua a rifiutare per Milano il modello di “città stato” largamente diffuso tra le metropoli europee, come Berlino, Madrid, Vienna, Londra o Amburgo.
Il libro si legge tutto d’un fiato, con un ritmo serrato con lampi di lirica che sorprendono e strappano qualche emozione durante la lettura. Un ritmo incalzante, che sembra rispecchiare la prima immagine, quella che di fatto dà il titolo, di persone che si precipitano a prendere il primo treno per trovare la salvezza via da Milano. Qual è allora la via di uscita, se esiste? La si intravede tra le righe per tutto il testo, come una sottotraccia al ritmo della fuga e agli allarmi, fino a tornare protagonista nel capitolo finale del libro che si riapre a quella certa fierezza e a quell’ottimismo cinico che sono il tratto distintivo di chi vive a Milano. Quell’ottimismo che porta sempre a rialzarsi e, se è il caso, a trasformare la città per renderla sempre protagonista dei tempi che cambiano. Perchè la morale del libro di Massa è proprio questa: l’unica alternativa possibile per Milano è solo una nuova Milano.
Qui il link per prenotarlo/acquistarlo: Fuga dalla Città
ANDREA ZOPPOLATO
Continua la lettura con: Noi a Milano siamo così: le 7 caratteristiche tipiche dei milanesi
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La sintesi sarebbe: “Se non lavori Milano è un posto che fa cagare”.
E’ una constatazione che la maggioranza delle persone che conosco ripetono volentieri.
Purtroppo il punto di forza di Milano degli ultimi 100 anni è anche la sua debolezza: pensare a creare ricchezza senza preoccuparsi degli altri aspetti della vita.
Il COVID ha costretto le persone a riflettere su questo aspetto, non dovendosi spostare per lavoro o lavorando meno ci si accorge che Torino, Genova o altre città facilmente raggiungibili coi mezzi sono più attraenti e più rispettose degli individui.
Questa deve essere l’occasione per ridefinire cosa vuole essere…non basta più sostenere che Milano crei lavoro e ricchezza, deve anche essere una città accogliente ed attenta alla qualità della vita.
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