🇬🇧 Edward Caley, CFO: “Il Comune dovrebbe FARE DI PIÙ per le comunità europee”

Le interviste di Milano Città Stato ai Milanesi dal Mondo

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edward caley

Intervista a Edward Caley, CFO di una multinazionale in Italia da 24 anni.

Venendo da Londra, il suo punto di vista latore di un’esperienza di vita in quella che probabilmente è la città più importante del mondo (comunque al 1° posto nell’ultimo Global Power City Index, Milano è 31esima ndr) non poteva mancare nel novero delle Interviste Mondiali di Milano Città Stato.

Partiamo dall’inizio, nome ed età.

Sono Edward Caley e ho 48 anni.

Città e Stato di provenienza?

Vengo da Londra.

Il tuo lavoro?

Sono CFO, Direttore Amministrativo e Finanziario di un gruppo multinazionale.

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Perché in Italia? Perché a Milano?

Mi sono trasferito a Milano per un secondment di lavoro nel settembre del 1995, con un contratto di 18 mesi. Milano era l’unica meta offerta dalla multinazionale per cui lavoravo e c’era, al tempo, una consolidata tradizione di scambi di personale junior tra Londra e Milano.

Cosa ti aspettavi?

Mi aspettavo soprattutto crescita professionale. Quanto offertomi era uno step interessante di crescita professionale e, visto che parlavo un italiano basico, potevo anche migliorarlo. Conoscevo l’Italia, ma non Milano, e questo rappresentava un plus interessante.

Cos’hai trovato?

La differenza principale è stato passare da una vera metropoli a una città più piccola e molto meno internazionale. Trovai Milano accogliente, senza essere troppo stressante o invasiva.

Le differenze con Londra?

Milano è molto più piccola di Londra, facilmente percorribile da un lato all’altro e molto più democratica. Fare un abbonamento a San Siro non è caro. Chi è stato a vedere una partita di calcio in UK, anche partite minori, sa cosa dico. I mezzi pubblici sono buoni e, rispetto a Londra, molto meno cari. A Londra entrare in discoteca è un affare di stato: sei in competizione con arabi e russi miliardari. A Milano basta essere vestiti in maniera decente e ‘costruire’ un gruppo di amici con un numero accettabile di ragazze ed entri ovunque. Anche la fruizione della cultura è più semplice: scoprii di poter andare a vedere l’opera all’Arena di Verona o a teatro con uno sforzo economico possibile ai più e senza prenotare mesi prima.

Hai avuto problemi linguistici? 

Sono partito avvantaggiato avendo già delle basi di italiano, ma poi ho velocemente fatto passi da gigante. Oramai potrei definirmi bilingue se non fosse per l’accento brit rimasto. Quello che ho sempre apprezzato dell’Italia è che la gente è felice di vedere uno straniero che parla italiano e ti vengono incontro aiutandoti. Se comparato ad altre nazioni, dove se non parli perfettamente si innervosiscono (Francia) o ti vogliono per forza parlare in Inglese (Paesi Bassi), l’italiano medio è felice di insegnare la sua lingua.

Hai avuto problemi con la burocrazia?

Negli anni ho potuto assaporare via via tutti i problemi possibili con la burocrazia italiana, ma li ho risolti. La cosa che trovo più frustrante è che l’esperienza dipende dall’impiegato che trovi quel giorno dietro a quello sportello e da come si è svegliato quella mattina. Almeno a Milano si può avere più fortuna il giorno dopo, ma un povero straniero bloccato in un paesino dove l’impiegato da cui dipende il suo documento magari è sempre di cattivo umore o impreparato (e non ammetterà mai la sua ignoranza) potrebbe trovarsi in una situazione kafkiana.

Cosa ti piace di Milano e dell’Italia? Cosa non ti piace? E cosa pensi dei milanesi e degli italiani?

Milano è relativamente meritocratica, se comparata al resto della penisola. Non è una città dalla bellezza ovvia, ma poi entra sottopelle e conquista. Si lascia vivere ed i servizi funzionano. I milanesi e gli italiani in generale sono troppo conformisti e prevedibili. Il senso dell’umorismo italiano ed il mio sono molto lontani, eufemisticamente parlando.  L’Italia ha un andamento economico tragico da 25 anni e pare nessuno sappia come porre rimedio. Gli italiani hanno una genialità inespressa e zavorrata dalla loro stessa nazione e duole vedere tanta intelligenza sprecata. Viaggiando molto mi accorgo che l’Italia è sempre il fanalino di coda nelle innovazioni tecnologiche, probabilmente per problemi burocratici. Almeno la sharing economy a Milano funziona ed è una città molto innovativa sotto questo aspetto.

Hai intenzione di fermarti qui?

Sono 24 anni che vivo qui e non prevedo di tornare in UK.

Quali iniziative dovrebbe intraprendere il comune per la tua comunità? Vi sentite rappresentati? Ne sentite il bisogno o vi piacerebbe esserlo?

Il Comune di Milano è molto carente nelle comunicazioni con le comunità europee in generale, non solo con i britannici. Non ci sentiamo rappresentati. Si fa tanta attenzione ai migranti africani e sudamericani, ma gli europei sono ignorati. Non c’è abbastanza informazione sui diritti degli europei in Italia.

Cosa manca a Milano?

Il mare! O anche un fiume. Manca l’acqua, intesa come plus da vivere in città, come il Tamigi a Londra o il Cam a Cambridge. Tra le cose rimediabili: serve più verde, bisogna sviluppare ancora di più la rete dei mezzi pubblici e fare delle vere piste ciclabili, come in Olanda. Solo allora si potrà premere su un minore uso delle auto. E infine: riapriamo sti Navigli!

Quali sono i luoghi preferiti da te e dai tuoi concittadini? Ne avete di caratteristici della vostra cultura? Ne vorreste altri?

Quando sono arrivato c’erano pochi pub, ma ora l’offerta di ristoranti e bar internazionali è ampia e di qualità.

La tua comunità ha rapporti con le altre comunità?

Facciamo un po’ gruppo tra english speaking, quindi americani, irlandesi, australiani, eccetera, vengono assorbiti in un grande gruppo. Abbiamo addirittura un folto gruppo di anglosassoni tifosi interisti abbonati da oltre 20 anni. Quando sono arrivato andavo spesso anche in trasferta e posso dire “Io c’ero” a tutte le partite che hanno segnato la marcia verso il Triplete. Ero anche a Madrid.

Vi sentite milanesi? Se sì, in che misura?

Rispetto agli italiani mi sento milanese, ma rispetto ai milanesi mi sento europeo. Molti milanesi nascono e crescono qui e sono un po’ provinciali.

Conosci l’iniziativa di Milano Città Stato? Pensi possa migliorare la vita della sua comunità?

La conosco tramite altre persone italiane. Non vedo connessioni dirette con la mia vita.

Esiste o conosci o vorresti un’iniziativa del genere nel tuo Stato di provenienza?

Londra ha una sua certa autonomia, paragonabile a quella di una contea: ma non è città stato*.

 

SIMONA FRIGNANI

 

*In realtà Londra è una Città Stato proprio perchè è una “città contea”, ossia senza organi di mediazione con il governo centrale. Per informazioni sulle Città Stato si veda la lista di wikipedia: Città Stato del Mondo

 

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

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Simona Frignani
Senese di nascita, sono cresciuta in Umbria, ma vivo a Milano da 23 anni ed è l’unica città che mi abbia “acchiappata” e dove finisco per tornare sempre, dopo viaggi e fughe più o meno lunghe. A Milano devo professionalità, amici e famiglia, e dove se non a Milano potevo lavorare nella comunicazione? Amo scrivere e parlare di Milano, che ho sempre sulla bocca, sulla penna e nel cuore.