Il BUCO del PIOMBO: l’impressionante grotta naturale alle porte di MILANO

Viene paragonato al Duomo di Milano insaccato dentro una roccia a strapiombo

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Viene paragonato al Duomo di Milano insaccato dentro una roccia a strapiombo. Si tratta del “buco del piombo”, una grotta imponente che si trova a una quarantina di chilometri di Milano.

Il BUCO del PIOMBO: l’impressionante grotta naturale alle porte di MILANO

# Come ci si arriva

Si arriva da Erba o da Albavilla, in provincia di Como. Si accede solo a piedi. Il punto ottimale per lasciare l’auto è poco sopra la Trattoria Alpina sulla strada del Buco del Piombo. La stradina da asfaltata diventa un sentiero nel bosco che in questa stagione è ricoperto interamente di foglie. Il cammino è inizialmente in salita poi procede in falso rettilineo costeggiando la montagna. Dopo un quarto d’ora di cammino si arriva al cancello. La grotta è visitabile solo nella parte iniziale con visite guidate da aprile a ottobre, anche se pare che numerosi appassionati di speleologia la frequentino anche al di fuori degli orari ufficiali, arrampicandosi sulla roccia o scavalcando la cancellata. Vediamo comunque la storia e le caratteristiche uniche della grotta più impressionante della Lombardia. 

# La grotta più famosa della Lombardia

Dalla piana di Erba, sulla valle Bova, si nota una parete rocciosa strapiombante al centro della quale si apre una grande caverna: il Buco del Piombo.
Si tratta della grotta più celebre di tutta la Lombardia che rappresenta un vero e proprio museo naturale all’aperto con molteplici motivi di interesse.

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Dal punto di vista geologico il Buco del Piombo è scavato quasi totalmente nel calcare detto Maiolica, formazione sedimentaria di origine marina depositatasi sul fondo di un antico oceano durante l’ultimo periodo dell’era Mesozoica, tra i 140 e i 65 milioni di anni fa. Si tratta di una roccia calcarea bianca compatta e ben stratificata, che presenta inclusioni di selce, una roccia silicea.

Il nome deriva dal fatto che la roccia, in origine bianca, è ricoperta da una caratteristica patina di colore grigio-plumbeo, dovuta all’alterazione del calcare.

# L’intrico di gallerie ancora non del tutto esplorate

La grotta si è formata per fenomeni di tipo carsico, determinati dall’azione corrosiva delle acque piovane, rese aggressive dall’anidride carbonica disciolta, sulle rocce calcaree facilmente erodibili che costituiscono la struttura geologica del Triangolo Lariano, l’area montana compresa tra i due rami del lago di Como.

Questa azione corrosiva ha portato, nel corso di milioni di anni, alla formazione di un intrico di gallerie che si snodano sotto il pianoro dell’Alpe del Viceré. L’insieme di queste gallerie costituisce il complesso carsico “Alpe del Viceré – Buco del Piombo”, ancora non del tutto esplorato.

# L’ingresso scenografico viene paragonato al Duomo di Milano

L’ingresso del Buco del Piombo è imponente e scenografico per le dimensioni e per il selvaggio contesto nel quale è collocato. Viene paragonato per dimensioni al Duomo di Milano: misura 45 metri di altezza e 38 di larghezza, ed è occupato per buona parte da una coltre di detriti e dai ruderi di antiche strutture costruite dall’uomo risalenti al VII secolo. 

# Gli antichi abitanti della grotta: il banco degli orsi

Procedendo all’interno della caverna si incontrano stalattiti e stalagmiti create dalle acque di scolo sulle pareti e sulla volta. La grotta è colonizzata da una caratteristica microfauna, costituita da forme tipicamente cavernicole, tra cui Planarie, piccoli Crostacei, Miriapodi, e, tra gli Insetti, alcuni Collemboli e Coleotteri Carabidi.

Uno dei motivi di maggiore notorietà del Buco del Piombo è legato al ritrovamento del “Banco degli orsi”, un accumulo di ossa dell’ Ursus spelaeus, Mammifero plantigrado estintosi attorno a 18.000- 20.000 anni fa durante l’ultima avanzata glaciale.

# Anche l’uomo era di casa

Anche l’uomo ha abitato la grotta nei tempi antichi: sono stati ritrovati all’interno dei manufatti risalenti al Paleolitico Medio e Superiore, appartenenti a gruppi di cacciatori nomadi che frequentarono seppur saltuariamente il Buco del Piombo. Ma sono stati trovati anche reperti di epoche più moderne, tra cui frammenti ceramici ed altri materiali di epoca romana (sec. IVVI d.C.) e medioevale, quando la grotta fu fortificata con la costruzione di un ampio fabbricato che ne sbarrava l’ingresso.

# Rifugio dalla peste e dal Barbarossa

Il Buco del Piombo infatti divenne in tempi più recenti un rifugio per gli abitanti di Erba durante le ripetute vicende belliche che travagliarono la zona nel Medioevo, oppure come ricovero provvisorio per sfuggire a pestilenze.

Nel 1160 gli abitanti di Erba si sarebbero rifugiati al suo interno dopo aver vinto la battaglia di Carcano contro il Barbarossa. La grotta fu meta di studiosi e visitatori fin dal secolo XIX, tra cui si ricorda la regina Margherita di Savoia.

Nel 1998 è stata creata un’associazione Onlus che si occupa della sua valorizzazione e della fruizione al pubblico. Nel 2007 la Regione Lombardia ha riconosciuto il Buco del Piombo come “Sito di Interesse Archeologico e Ambientale” e ha dichiarato la Valle Bova “Riserva Naturale parziale geologica, idrogeologica e paesistica”.

# Informazioni utili

La grotta è visitabile all’interno per circa 300 metri. Le visite sono esclusivamente guidate (€6 adulti, €5 ridotti). È obbligatorio l’uso di scarponcini da montagna, robusti ed impermeabili.
La grotta è aperta al pubblico dalla prima domenica di aprile all’ultima di ottobre, nei giorni di sabato (dalle ore 14 alle 18) e domenica (dalle ore 10 alle 18).
Nel mese di agosto la grotta è visitabile tutti i pomeriggi dalle 14 alle 18. Per i gruppi organizzati di almeno 20 persone è possibile la visita in ogni giorno dell’anno, previa prenotazione.

Per informazioni ci si può rivolgere alla segreteria del “Buco del Piombo”: via Cantù 15, Erba; tel. 031.628860, 338.3053323; e-mail:  info@museobucodelpiombo.it; sito internet:www.museobucodelpiombo.it

Altre informazioni utili: http://www.triangololariano.it/it/il-buco-del-piombo.aspx

 

ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.