“Recovery Fund al SUD? Per assumere dipendenti pubblici”. Ecco la proposta choc

Il piano per rilanciare il Sud utilizzando i fondi europei per ripartire dall'emergenza Covid: impiegarli per assumere dipendenti pubblici nelle aree del mezzogiorno

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Credits: quattrocanti.it - Dipendenti pubblici

Governo e forze politiche sembrano compatti nella volontà di destinare al Sud gran parte del Recovery Fund, i fondi europei stanziati per consentire all’Italia di riprendersi dall’emergenza Covid che, come sappiamo, ha colpito in massima parte le aree del Nord. Come verranno impiegati quei fondi? Finora c’erano stati risposte approssimative e un po’ fumose: come abbassare le tasse alle aziende del Sud (già approvato), investire in infrastrutture. Ora arriva la nuova proposta: destinare il Recovery Fund per assumere dipendenti pubblici nelle regioni del Mezzogiorno. Come se già non fossero abbastanza.

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“Recovery Fund al SUD? Per assumere dipendenti pubblici”. Ecco la proposta choc

Pubblichiamo articolo di Luca Sablone per “Il Giornale” – I soldi dell’Ue per il Sud? “Per assumere più dipendenti pubblici”

# Da Leoluca Orlando un piano per rilanciare il mezzogiorno: investire in assunzione di dipendenti pubblici

La partita relativa alla ripartizione degli aiuti economici che arriveranno dall’Unione europea è tutt’altro che chiusa: fino a quando il piano di rilancio nazionale non verrà presentato a Bruxelles, si continueranno a limare tutti i dettagli dei progetti per 209 miliardi di euro. Ed è proprio la tempistica che fa gola a molti soggetti politici e amministrativi. Soprattutto al Sud dove i cittadini devono fare i conti non solo con una “debolezza finanziaria” rilevante, ma anche con una ridotta capacità fiscale “aggravata da un inefficace sistema di riscossione dei tributi locali”.

Come riporta il Giornale “Leoluca Orlando, ha proposto un piano ben preciso per rilanciare il Mezzogiorno: incrementare le assunzioni nella pubblica amministrazione. Il sindaco di Palermo vorrebbe rimpolpare gli organici della macchina del pubblico impiego poiché sostiene che per far ripartire il sistema produttivo e far ripartire l’economia del Sud Italia sia necessario “investire su una maggiore presenza di professionalità, anche con contratti a termine, nei nostri Comuni. I comuni dell’isola vivono ormai in una condizione di assoluta paralisi istituzionale, “frutto di piante organiche inadeguate“. A ciò si aggiunge un serio pericolo: il decreto Crescita potrebbe trasformare le preesistenti problematiche, relative alle difficoltà di assunzione di nuovo personale, “in permanente impossibilità di assumere e conseguente paralisi dell’attività amministrativa per i prossimi anni.”

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# Antonio Decaro presidente dei sindaci italiani: “Ai Comuni 20 miliardi per ripartire l’Italia”

L’intento del Sud è chiaro: cogliere l’occasione del piano nazionale di rilancio per intercettare una buona parte dei fondi del Recovery Fund. Non a caso Antonio Decaro, presidente dei sindaci italiani, ha chiesto pubblicamente al governo una buona fetta di soldi: “Ai Comuni 20 miliardi per far ripartire l’Italia”. Recentemente lo stesso primo cittadino di Bari ha presentato a Enzo Amendola, ministro degli Affari Europei e titolare della cabina di regia del governo sui fondi Ue, il documento “Città-Italia” sottoscritto dai sindaci italiani. Rispetto ai 200 miliardi del Recovery Fund, la richiesta dei Comuni è il 10% come per tutti i fondi europei: “Quindi non stiamo chiedendo la luna”. Come riportato dall’edizione odierna di Libero, il piano dei Comuni prevede 10 punti: efficientamento energetico ed energia verde; mobilità sostenibile; recupero e riuso dei rifiuti; reti digitali; piano scuola; edilizia abitativa per contrastare le povertà; recupero periferie; beni e culturali ambientali; patto con le città metropolitane; creazione di una scuola nazionale per la formazione di una classe dirigente della Pubblica amministrazione. Decaro contestualmente ha chiesto – nel corso del vertice via web tra enti locali e governo – una norma sulle assunzioni e 200 milioni di euro aggiuntivi per il trasporto scolastico al fine di evitare il caos con la riapertura delle scuole.

Fonte articolo: Il Giornale

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