Perché ho scelto di vivere a MILANO

Non sarà un virus a mettere al tappeto Milano. Non sarà la quarantena a sfinirla. E quando tutto questo sarà passato, Milano scatterà in avanti con lo slancio di un proiettile da obice.

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Foto Andrea Cherchi (c)

E’ tanto che non scrivo per Milano Città Stato ma ora, con la paura che serpeggia nelle case, i bar chiusi, i tram deserti, sento il dovere di ricordare -soprattutto a me stesso- perché, con tutte le lusinghe del mondo, ho scelto di restare qui.

Milano è un cavallo da tiro pesante rapido. Il problema non è quanto pesa il carro, ma in quale direzione andare.
Milano è un formicaio, un alveare, un superorganismo: ognuno faccia il suo dovere e staremo meglio tutti. Milano è l’onda del mare. Non puoi prevedere quando e come e dove arriverà, ma continuerà ad esserci. Non la puoi fermare.
Milano è una fortezza assediata e abbattuta cento volte e centoun volte ricostruita, più grande e più bella di prima.

Milano è una direzione da prendere nella nebbia, è un cono d’ombra nella calura, Milano è una casa con le porte sempre aperte e qualcosa di caldo pronto per ogni ospite.
Milano è un sasso che rotola da una collina, non si fermerà. E’ un fiore: non c’è inverno, per quanto rigido, che gl’impedisca di rifiorire a primavera.
Milano è lavoro, aperitivi, cene, musei, concerti, mostre, eventi, mercati, servizi pubblici e iniziativa privata. Non fatevi ingannare dagli scaffali vuoti dei supermercati, i milanesi non cedono mai al panico, semmai all’istinto di non farsi trovare impreparati. Milano guarda solo avanti.

Milano è culto dell’ironia garbata, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Milano sa aspettare, borbottando in fila agli uffici pubblici, mugugnando sotto le mascherine, cristonando in coda nel traffico, sa aspettare perché ha un obiettivo e nessuno al mondo, niente al mondo potrà mai impedirle di raggiungerlo.
Milano non cade. Milano non cede. Milano non si umilia e non si lascia umiliare. Milano è un giunco che si piega al vento, una quercia solida e ombrosa, custode gelosa di una storia di confine, invasa, appestata, bombardata, celebrata, viziata e operosa. Milano non rinuncia: rinvia. Milano non crolla: tratta.

Ci avete amati: lusingati, grazie. Ci avete odiati: problemi vostri. Nessuno ti obbliga a venirci, nessuno ti obbliga ad andartene. Vuoi il posto al sole? Milano. Vuoi scomparire tra la folla? Ancora Milano. Non sarà un virus a mettere al tappeto Milano. Non sarà la quarantena a sfinirla. E quando tutto questo sarà passato, Milano scatterà in avanti con lo slancio di un proiettile da obice.

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Milano è orgoglio, determinazione, rabbia e buone maniere. C’è solo un soggetto che può stroncare Milano ed è Milano, il giorno in cui smetterà di credere in se stessa.

ANDREA BULLO


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Andrea Bullo
Andrea, milanese, avvocato, tanto dovrebbe bastare