Nuovi studi: LOCKDOWN e MASCHERINE sono INUTILI?

5 studi e ricerche indipendenti tra loro mostrano risultati clamorosi che mettono in discussione la strategia adottata dai paesi che come l'Italia hanno adottato le misure più restrittive contro il Covid

0
Credits: Micheal Lewitt - Eccesso mortalità 2020-2021 riparametrata sull'età media in Europa

Non esiste nessuna prova sperimentale di correlazione tra lockdown o mascherine e andamento dei morti Covid. Lo dimostrano nuovi studi. 

Nuovi studi: LOCKDOWN e MASCHERINE sono INUTILI?

# Numerosi studi dimostrano l’inutilità e addirittura la dannosità del lockdown e delle restrizioni

Credits: Micheal Lewitt – Eccesso mortalità 2020-2021 riparametrata sull’età media in Europa

#1 L’eccesso di mortalità è maggiore nei Paesi con lockdown più duri

Dall’analisi di Michael Lewitt sull’eccesso di mortalità in Europa nel 2020 e nel 2021, con le percentuali aggiustate all’età media della popolazione Europea, è emerso come i Paesi che hanno adottato lockdown più duri hanno registrato un tasso di mortalità in eccesso più alto: Italia al 12,1%, Belgio a 12,7% e Spagna al 14,6%. I Paesi con poche o nessuna misura restrittiva hanno registrato i tassi più bassi: Svezia +4,5%, Germania +2,9%, Norvegia e Finlandia negativo a -0,5%. Il commento del Dottor Matteo Martini:

Incrociando i dati sull’eccesso di mortalità generale in Europa si nota che i Paesi che hanno avuto un maggiore incremento sono quelli che hanno avuto misure di contenimento più dure: Italia, Spagna e, dall’autunno anche Inghilterra e Belgio (come severità delle restrizioni). Al contrario i Paesi con minime o nulle restrizioni hanno avuto il minore incremento di mortalità (Germania, Danimarca, Svezia etc.). La Francia si colloca a metà strada, sia per incremento di mortalità che per durezza delle restrizioni. Da notare che paesi come la Finlandia o la Danimarca hanno avuto addirittura un decremento nell’eccesso di mortalità, malgrado la presunta pandemia! Ciò dovrebbe comprendere che la correlazione con l’aumento di mortalità dovrebbe essere messa in relazione soprattutto con le misure di lockdown (con i relativi effetti diretti e indiretti) e non la presenza di un patogeno emergente.

#2 I decessi per milione di abitanti non dipendono dalle misure restrittive adottate

Credits: Ing. Giuseppe Caronia Fb

Da queste immagini riportati dall’Ing. Giuseppe Caronia si evidenzia come non ci sarebbe correlazione tra inasprimento delle misure restrittive e riduzione dei decessi. Nel grafico 1 è rappresentato uno scatter plot dove i pallini rappresentano i diversi Paesi, sulle ordinate ci sono decessi per milione di abitanti, sulle ascisse la “stringency index”, che misura il grado di restrizioni imposte. 

Credits: Giuseppe Caronio Fb – Eccesso mortalità standardizzato all’età

Il grafico 2 mostra i morti in eccesso ogni milione di abitanti a livello mondiale dell’anno 2020 sommati a quelli della frazione di anno in corso, standardizzato per età. Anche in questo caso si può notare come ad esempio Svezia e Germania siano sotto la media di oltre il 50%, mentre l’Italia con le misure restrittive più dure e la Florida senza alcuna restrizione da quasi un anno siano di poco sopra alla media e allo stesso livello. Ulteriore conferma dell’assenza di correlazione tra restrizioni e numero di morti.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Fonte: Giuseppe Caronia FB

#3 La ricerca di Nature non ha individuato alcuna correlazione tra lockdown e minor numero di morti per milioni di abitanti

Anche la ricerca pubblicata su Nature “Stay-at-home policy is a case of exception fallacy: an internet-based ecological study” arriva a identica conclusione: “In circa il 98% dei confronti effettuati utilizzando 87 diverse regioni del mondo non si è riscontrata alcuna evidenza che il numero di morti per milioni di abitanti si sia ridotto rimanendo a casa e quindi per merito del lockdown. Le differenze regionali nei metodi di trattamento e il decorso naturale del virus possono rappresentare anche importanti fattori in questa pandemia.”

Fonte: Nature

#4 Il mancato utilizzo di mascherine non influisce sulla crescita dei contagi

Credits: rationalground.com

L’utilizzo della mascherina dall’inizio della pandemia non ha influito sul numero di positivi giornalieri ogni 100.000 abitanti. La curva esposta nell’immagine sopra, che riporta i dati presi dal Center for Disease Control and Prevention, dal sito covidtracking.com e dalla società di consulenza First Trust Advisors, mostra come tra le Nazioni in cui è obbligatorio indossare la mascherina e quelle dove non vige tale obbligo non si registrano sostanziali differenze nell’andamento dei contagi.

#5 Il Financial Times mostra come la curva dei contagi di uno Stato no-mask come la Florida e altri Stati degli Usa sia identica, se non migliore

Credits: Financial Times

Rimanendo all’interno degli Stati Uniti d’America, il Financial Times mette a confronto le curve di contagi di alcuni tra gli Stati più e meno popolosi. Il dato sorprendente riguarda la Florida che, nonostante da Settembre abbia eliminato l’obbligo delle mascherine,  non esista nessun coprifuoco e scuole, ristoranti, pub, discoteche siano aperti, abbia registrato per la maggiore parte del tempo un andamento migliore della crescita di nuovi positivi rispetto gli altri Stati che hanno imposto l’utilizzo delle misure di protezione individuali, seguendo sempre lo stesso trend.

Queste numerose prove sperimentali dimostrerebbero come il dogma di lockdown e mascherine obbligatorie quale unico strumento per fermare l’epidemia da Covid-19 non abbia al momento trovato conferme. Al contrario numerosi studi e evidenze statistiche sembrano dimostrare l’inutilità e forse la dannosità di queste misure restrittive imposte dai governi della maggior parte dell’Europa occidentale. Italia compresa. 

Continua la lettura con: L’allarme di SCIENCE: se non apriamo tutto il Covid finirà tra 10-20 ANNI

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 


Articolo precedenteLa M5 va oltre SAN SIRO: pronto lo STUDIO di FATTIBILITÀ per l’estensione di 11 chilometri
Articolo successivoGIOVENTU’ BRUCIATA e METROPOLITANA: cos’hanno in comune?
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.