La REGIONE contro la libertà: vuole OBBLIGO DI CASCO per i MONOPATTINI (saremmo gli unici al mondo)

Sono 116 le vittime di incidenti stradali nell'ultimo anno a Milano. 40 sono pedoni e ciclisti. E i monopattini: zero. Eppure la Regione ha dichiarato guerra ai monopattini. Una lotta ideologica che porterà più traffico e inquinamento, riducendo la libertà dei cittadini

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Credits: tuttotech.net

Sono 116 le vittime di incidenti stradali nell’ultimo anno a Milano. 40 sono pedoni e ciclisti. E i monopattini: zero. Eppure la Regione Lombardia sta cavalcando un’ondata di “insofferenza” verso i monopattini elettrici che spesso accompagna le novità nella nostra città. La Regione sembra insistere su una linea già attivata durante i mesi dell’emergenza Covid.

Di fronte alle molte accuse di non essere riuscita a difendere i pazienti più a rischio, anziani e malati negli ospedali e nelle case di cura, la Regione ha spesso proiettato sui cittadini la responsabilità dell’emergenza. Dopo aver accusato per ogni rialzo dei contagi i cittadini che non rispettavano il lockdown (nonostante le statistiche che mostravano che erano a livello mondiale i più ligi alle disposizioni), dopo aver prolungato l’obbligo di mascherina in esterno fino a metà luglio (nonostante che altre regioni nei due mesi senza obbligo abbiano mostrato cali maggiori nei contagi), ora l’ennesima mossa contro la libertà dei milanesi.

Sono bastati tre incidenti, nessuno mortale, per attivare l’assessore De Corato che, a nome della Regione, intima l’impiego del casco obbligatorio per i maggiorenni che usano il monopattino. Un obbligo che non solo rappresenta un caso unico al mondo in città (in Francia vale solo al di fuori dei centri abitati) ma che, di fatto, rischia di compromettere un servizio di sharing per chi non si può permetterne di acquistarne uno e che consente di ridurre il traffico di veicoli inquinanti. Ma soprattutto mostra una deriva illiberale che si scontra con la tradizione di forze politiche che hanno spesso sventolato il vessillo della libertà individuale. Ma procediamo con ordine. 

Dopo le mascherine obbligatorie che si sono protratte all’aperto fino a metà luglio, unico caso al mondo, la Lombardia sta decidendo di rendere obbligatorio l’utilizzo dei caschi per chi utilizza i monopattini anche in sharing per muoversi a Milano, imponendo un altro limite alle libertà dei cittadini e svantaggiando chi non può permettersi di acquistarne uno.

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La REGIONE contro la libertà: vuole OBBLIGO DI CASCO per i MONOPATTINI (saremmo gli unici al mondo)

# A Milano oltre 100 morti in incidenti stradali nell’ultimo anno, tra cui pedoni e ciclisti, zero con il monopattino. Ma la Regione vuole imporre obbligo del casco per i monopattini

Sono 116 le vittime a Milano per incidenti stradali nell’ultimo anno di rilevazione, 40 dei quali tra ciclisti e pedoni, gli ultimi contano in tutto anche più di 1400 feriti, mentre finora non si è registrato nessuno decesso di utenti utilizzatori di monopattino. Gli episodi degli ultimi giorni con alcuni incidenti con il monopattino, peraltro senza conseguenza mortali, hanno subito messo in moto la Regione Lombardia per conto dell’Assessore De Corato: “Stanotte – ha aggiunto l’assessore – a Milano si è verificato il terzo incidente in monopattino elettrico in 5 giorni, anche questo da ‘codice rosso’. E’ un dato che dove far alzare il livello di attenzione sull’utilizzo di questi dispositivi e soprattutto sulla necessità di regolamentarli imponendo l’obbligo del casco a tutti”. 

# Una lotta ideologica che porterà più traffico e inquinamento e uccide la concorrenza dello sharing

Una lotta ideologica che avrà come conseguenza più traffico e più inquinamento, perché le persone saranno disincentivate ad usare mezzi di mobilità alternativa, soprattutto in questo periodo di limitazione nell’utilizzo dei mezzi pubblici a seguito delle normative imposte per il distanziamento sociale. Imporre il casco agli utilizzatori dei monopattini significa di fatto uccidere lo sharing colpendo proprio chi ha meno soldi per acquistarne uno e che magari utilizza il mezzo sporadicamente, alternando anche bicicletta e auto in condivisione oltre ai mezzi di trasporto pubblico.

Difficile immaginare che chi ricorre ai monopattini in sharing acquisti un casco oppure che con i monopattini si riesca ad attivare un casco a mezzo, nel rispetto anche alle norme di igiene. Il rischio è quindi anche che si generi una violazione di concorrenza nei confronti delle compagnie il cui business si basa sullo sharing che vedrebbe ridursi il loro parco clienti a causa dell’obbligo del casco per utilizzo su un mezzo non di proprietà, a vantaggio delle imprese che hanno la vendita come canale per generare utili e i cui utilizzatori sono spesso già in possesso del casco protettivo adatto per un uso frequente del monopattino.

# Principio tipico dei paesi totalitari: uno sbaglia? Si riduce la libertà per tutti gli altri

Il principio che passa è sempre lo stesso, invece di colpire chi sbaglia e in questo caso chi vìola il codice della strada, si sceglie di imporre norme restrittive a chiunque potrebbe violarle, punendo così tutti i cittadini che invece utilizzano il monopattino rispettando il codice della strada. Una logica totalmente illiberale in una Regione che non invece di mettere al centro i cittadini, preme sulle restrizioni e sul loro controllo, come successo per l’iniziale blocco alla possibilità di effettuare test sieriologici privati per valutare la presenza dell’immunità al Covid o per l’obbligo dell’utilizzo della mascherine in luoghi aperti fino al 15 luglio senza nessuna evidenza scientifica a favore.

Una modalità d’azione tipica dei paesi totalitari e in contraddizione con quella tradizione liberale a cui alcune forze politiche della maggioranza dichiarano, a ogni elezione, di volersi riferire.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

6 COMMENTI

  1. A mio avviso i monopattini andrebbero spostati fuori dalle balle, tipo in Romagna.

    Se proprio si fosse convinti del loro valore, bisognerebbe prima obbligare il Comune a eliminare pezzi di strade in pavé o granito, parcheggi in curva o in doppia fila e centinaia di km di rotaie dei tram abbandonate…

  2. Vista la quantità di imbecilli che usa monopattini ed altri aggeggi simili,, mi sembra il minimo che un veicolo che gira su strade e marciapiedi abbia l’obbligo di casco, assicurazione targa e almeno una sorta di patentino per guidarlo.

  3. Non capisco perché siate contrari al casco per i conducenti di monopattino, quando è talmente evidente la necessità per la loro sicurezza. LO stesso dovrebbe valere anche per i ciclisti, che oggi hanno l’obbligo di indossarlo i altri paesi, tra cui la vicina Svizzera.

    • Nei Paesi in cui le bici, che sono l’unica soluzione ai problemi di mobilità urbana, vengono usate davvero non vi è nessun obbligo di casco. Non nei Paesi Bassi, non in Danimarca, non in Svezia, non in Germania e non in Francia e nella Parigi che stanno finalmente liberando dalle caldaie a 4 ruote.

  4. Per i caschi dei conduttori di monopattini, non è che non volete rovinare il giocattolo della sinistra o addirittura salvaguardare gli interessi dei fabbricanti e dei noleggiatori?

    • Forse ci siamo venduti alla sinistra o ai fabbricanti o ai noleggiatori di monopattini. O forse ci stiamo semplicemente battendo per la libertà di scelta di ogni cittadino, anche della sua, come abbiamo sempre fatto su ogni tema fin dalla fondazione del nostro progetto. E come faremo finchè ci saremo.
      Non essendo dei politici e non avendo interessi o sponsor, ci interessa poco se questa nostra posizione possa essere gradita. Saluti

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