Carrozzone LOMBARDIA: la regione va divisa in due

I vantaggi dell'autonomia ci sono su territori più piccoli della Lombardia che ha 10 milioni di abitanti, quasi il doppio delle altre due regioni più popolate,, Lazio e Campania. Ora la Regione è di fatto un carrozzone, un duplicato dello stato centralista.  La soluzione più efficiente? Due governi più vicini ai cittadini: Regione Lombardia (6 milioni) e Milano Città Regione (4 milioni di abitanti)


10 milioni di abitanti. La Lombardia è la regione italiana con la popolazione più grande, quasi il doppio rispetto alla seconda. Il Veneto ha poco meno di 5 milioni. La metà delle regioni italiane hanno meno di due milioni di abitanti. 

Può essere questa una delle cause dell’inefficienza e della rigidità di azione mostrate dalla Regione Lombardia in questa pandemia? I dati sono impietosi: 84.844 positivi e 15.519 decessi per Covid-19 (il 50% del totale Italia), con continui cambi di rotta, sui tamponi, sui test, sui ricoveri, sulle RSA. In questi mesi si sono ripetuti gli scontri con il Comune di Milano che chiedeva, invano, l’applicazione di interventi specifici sul suo territorio. La domanda è: per godere dei benefici dell’autonomia, dati dalla maggiore vicinanza al territorio degli organi decisionali, ha senso avere una regione con 10 milioni di abitanti?

Carrozzone LOMBARDIA: la regione va divisa in due

# La soluzione più efficiente? Regione Lombardia con 6 milioni e Milano Città Regione con 4 milioni di abitanti 

La Lombardia con 10 milioni di persone, con quasi il doppio delle altre due regioni più grandi, Lazio e Campaniaè di fatto un carrozzone, uno stato centralista in uno stato centralista. 

Milano che, come comune non può decidere quasi nulla di strutturale sul suo territorio, è all’interno di una doppia sovrastruttura, la Regione e lo Stato, che raddoppia i motivi di inefficienza. 

Una inefficienza che ha mostrato il suo lato più drammatico nei risultati disastrosi, in termini di vite umane, conseguiti dalla Lombardia nell’emergenza coronavirus. 

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I principi dell’autonomia sono chiari: tanto più vicino è il governo ai cittadini tanto più è capace nel rispondere alle loro specifiche esigenze, con tempestività e trasparenza. Questo tipo di efficienza trova la sua massima espressione nella Svizzera, stato confinante con la Lombardia, che con meno di nove milioni di abitanti è federato in 26 cantoni dotati di forte autonomia. 

10 milioni di abitanti significa centralismo, quella modalità di amministrazione che lo stesso governo lombardo denuncia come inefficiente. Lo stesso articolo 5 della Costituzione prescrive che la Repubblica “attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo”.

Per recuperare efficienza la soluzione è semplice: dividere la Lombardia in due. Una sarebbe la Regione di Milano, che comprenderebbe i 4 milioni di abitanti dell’area urbana della Città Metropolitana e di Monza Brianza. La restante sarebbe la Lombardia con gli altri 6 milioni di abitanti di aree non metropolitane. Non sarebbe solo una questione di numeri, ma anche di omogeneità: mentre l’area milanese è un conglomerato metropolitano in continuità fisica ad alta densità abitativa, le altre zone della Regione Lombardia sono più isolate e ridotte e necessitano di attenzioni differenziate, dalla sanità ai trasporti, dalle politiche abitative alla lotta contro l’inquinamento, problemi che hanno caratteristiche diverse dentro e fuori l’area di Milano. 

La diversa incidenza delle criticità ha determinato spesso scontri tra l’amministrazione milanese e il governo della Lombardia, prima e durante l’emergenza Covid.

# Gli scontri continui tra Comune e Regione

Gli scontri non sono mai mancati tra il Sindaco di Milano Sala e il governatore Fontana insieme all’assessore alla Sanità Gallera in questa emergenza. Prima la mancata risposta ad alcune domande come sul’assenza dei dispositivi di protezione, sulla protezione del personale sanitario e gli ospiti delle RSA o la mancata partenza dei test sierologici che ha portato il primo cittadino ad accordarsi con il Sacco per controllare l’immunità al coronavirus dei dipendenti Atm

In passato lo scontro per competenze e risorse si è avuto sul riordino del sistema di licenza dei taxi che la Regione ha bocciato e sul tema del trasporto pubblico con il taglio delle risorse o la riduzione delle quote di partecipazione dell’Agenzia del Trasporto Pubblico in capo a Comune e Città Metropolitana di Milano. 

Vediamo ora due esempi di città amministrate in autonomia dalla regione a cui geograficamente appartengono.

#1 Berlino e Brandeburgo: città stato circondata da uno stato regione

Si tratterebbe di replicare un modello già esistente ad esempio in Germania dove lo stato federale del Brandeburgo circonda fisicamente la capitale Berlino, ma non la comprende, perché come città-stato ha piena autonomia, alla pari di tutti gli altri lander tedeschi. La popolazione di Berlino è di circa 5 milioni di persone su una superficie di 2.852 kmq, l’area milanese compresa Monza Brianza assomma 4,2 milioni di abitanti su 2.000 kmq quindi la situazione è perfettamente paragonabile.

Per quanto riguarda l’emergenza coronavirus, Berlino ha dimostrato rapidità nell’erogazione di denaro ai suoi cittadini e nell’adottare una strategia efficace per fronteggiare l’emergenza Coronavirus senza limitare le libertà dei suoi cittadini, Milano avrebbe potuto fare altrettanto.

Credits: wikipedia.org – Brandeburgo

In aggiunta a questo in Germania esistono 11 regioni metropolitane che sono le aree più densamente popolate e comprendono le maggiori città tedesche, per grandezza e importanza internazionale, con le circostanti aree metropolitane, e costituiscono i motori dello sviluppo sociale ed economico del paese. La Comunità Europea riconosce le regioni metropolitane europee come quelle che hanno un ruolo chiave in questo sviluppo e ognuna ha una specifica identità: Francoforte quella econonico-finanziaria, Monaco di Baviera rifletta la specificità nell’ambito tecnologico-scientifico. La regione metropolitana di Berlino-Brandegurgo comprende la capitale tedesca, Berlino, e la cintura metropolitana, appartenente al Land del Brandeburgo: la città extracircondariale di Potsdam, e le parti suburbane dei circondari Barnim, Dahme-Spreewald, Havelland, Märkisch-Oderland, Oberhavel, Oder-Spree, Potsdam-Mittelmark e Teltow-Fläming. Questo potrebbe essere utile nel coordinamento tra i due nuovi enti regionali: Milano e la Lombardia.

Fonte: wikipedia.org

Credits: wikipedia.org – Regione Metropolitana Berlino-Brandeburgo

#2 San Pietroburgo e l’oblast’ di Leningrado

San Pietroburgo è un altro modello a cui la Lombardia e Milano possono guardare: la città federale russa infatti è circondata completamente dal territorio dell’oblast’ di Leningrado solo a livello geografico, in quanto costituisce un’entità amministrativa autonoma di pari livello. L’oblast’ si estende su una sezione della Russia nordoccidentale della quale occupa l’intera fascia costiera baltica confinando con la Finlandia e con l’Estonia, con una popolazione di 1,8 milioni di abitanti di 17 province e 21 città, mentre San Pietroburgo registra una popolazione superiore ai 6 milioni.

L’autonomia della seconda città della Russia le consente di sperimentare nuove politiche economiche e di amministrazione che possono poi essere introdotte su tutto il territorio nazionale.

Credits: wikipedia.org – Oblast’ di Leningrado

# I principali vantaggi se Milano diventasse una Città Regione

Trovata la giusta suddivisione territoriale e di popolazione tra Milano e la Lombardia, quali sarebbe i vantaggi per la nostra città? Se Milano dovesse trasformarsi in Regione, come previsto dall’art. 132 della Costituzione italiana, i vantaggi sarebbero molteplici: ne abbiamo selezionato i 10 più votati in uno dei nostri sondaggi:

#1 Milano avrà poteri simili a tutte le principali città del mondo

#2 Milano diventerà un magnete di attrazione per imprese, lavoratori e investitori internazionali

#3 Milano potrà avere fino a 11 miliardi di risorse in più all’anno che ora vengono gestite dalla Lombardia

#4 Si potrà governare un territorio uniforme di 3,5 milioni di abitanti che produce oltre il 10% della ricchezza nazionale

#5 Milano potrà accedere ai fondi europei e avrà più possibilità di vincere bandi europei

#6 Milano avrà gli stessi poteri delle altre regioni italiane

#7 Milano potrà diventare un laboratorio di riforme da sperimentare

#8 Milano potrà adottare politiche fiscali ad hoc per nuove imprese e investitori

#9 Decisioni di interesse territoriale, come riaprire i navigli, dipenderanno unicamente dall’amministrazione milanese

#10 Si potranno avere più risorse da investire sulla ricerca scientifica

FABIO MARCOMIN

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