Dieci azioni di CITTADINANZA ATTIVA che tutti possiamo compiere

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Soprattutto negli ultimi anni, si è assistito ad una crescita della sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini. Del resto l’Italia è il luogo dove sono nati i qualunquisti ( il termine “qualunquista” era visto come una sorta di insulto durante la Prima Repubblica) e dove ora governa, insieme ad un partito più tradizionale, un movimento nato anche a seguito della frustrazione di quei cittadini che hanno giudicato insufficienti le risposte fornite dalle forze politiche canoniche.

Per salvaguardare le istanze che meritano di essere ascoltate, tutti i cittadini possono fare qualcosa, nel pieno rispetto della legge e nello spirito della cittadinanza attiva. Il potere della cittadinanza è senz’altro soft power, ma non è mai da sottovalutare.

Dieci azioni di CITTADINANZA ATTIVA che tutti possiamo compiere per far valere meglio i nostri diritti

#1 Assistere alle sedute del proprio consiglio comunale

Le sedute dei consigli comunali sono pubbliche e la presenza di cittadini interessati, oltre a costituire un ulteriore canale di informazione, probabilmente migliorerà anche la qualità della seduta.

#2 Presentare progetti di legge

Secondo la nostra Costituzione, precisamente all’Art.71 (e in ossequio alle norme che da questo discendono), ogni cittadino italiano può proporre un progetto di legge e/o firmarlo per aiutarlo a raggiungere le 50mila firme necessarie perché possa venire proposto al Parlamento e di lì alla Camera o al Senato, secondo l’ambito cui l’iniziativa si afferisce, ove sarà poi dibattuta. Il raggiungimento delle firme ed il rispetto delle procedure necessarie non costituisce garanzia della trasformazione dell’iniziativa in legge, anche se è successo diverse volte.
Per le leggi di iniziativa popolare in Lombardia, qui c’è un’utile sintesi della normativa.

#3 Contattare direttamente le Istituzioni UE

Secondo gli Articoli 20 e 24 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea e l’Articolo 41 della Carta Europea dei Diritti Fondamentali dell’UE, qualunque cittadino dell’UE può contattare le istituzioni europee e ricevere una risposta nella stessa lingua. Oltre a richiedere informazioni specifiche su determinate tematiche o a portare l’attenzione su problematiche specifiche, questo strumento è servito ai cittadini per portare le loro istanze alle istituzioni di Bruxelles, innescando cambiamenti positivi. In virtù dei sopracitati Articoli, si possono contattare il Parlamento Europeo, il Consiglio  e la Commissione Europea. Queste tre istituzioni legiferano e portano avanti il dialogo europeo in primis.

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#4 Contattare i Parlamentari Europei

L’usanza di contattare i propri rappresentanti eletti, introdotta dai Paesi di common law, si espleta anche nella possibilità (che discende da quanto descritto al punto 3 di questo articolo) per i cittadini di contattare i membri del Parlamento Europeo, in primis rispetto alla loro azione e piattaforma programmatica.
Per farlo, si parte in genere da qui.

#5 Rivolgere una petizione al Parlamento Europeo

In piena sinergia con quanto esposto ai punti precedenti, i cittadini europei, come pure gran parte delle persone giuridiche nell’UE possono rivolgere (ai sensi dell’Art. 277 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) una petizione al Parlamento Europeo.
Le differenze tra questo diritto e quello di comunicare con le istituzioni stanno nel fatto che la petizione può avere forma collettiva, essere anche una denuncia o una semplice richiesta di pronuncia. Può essere però attivata dai richiedenti solo in quei casi e in quegli ambiti che li riguardino direttamente.

#6 Proporre e/o supportare un’Iniziativa Legislativa Cittadina

Almeno sette cittadini, provenienti da almeno sette Stati Membri UE differenti possono costituirsi in un comitato e lanciare, in piena trasparenza e senza intermediari, un’Iniziativa Legislativa Cittadina, la quale avrà un anno di tempo per raggiungere un milione di firme di cittadini europei aventi diritto di voto ed anche in questo caso provenienti da almeno sette Stati Membri UE, nel rispetto di queste proporzioni minime.
Raggiunto il milione di firmatari nel rispetto delle condizioni prima precisate, la Commissione Europea è tenuta ad applicare il suo monopolio di iniziativa legislativa e a dare inizio alla procedura legislativa ordinaria, spiegata anche al punto 3 di questo articolo.
Diversamente da quanto avviene a livello italiano, la Commissione Europea, qualora decida di non agire sulla base di quanto proposto dai cittadini nell’ambito di una loro Iniziativa Legislativa, dovrà fornire un parere motivato del perché.
Qui è possibile visionare le Iniziative che hanno avuto successo, esaminare ed eventualmente firmare quelle in corso di svolgimento, come pure avviarne una, venendo a conoscenza delle regole da seguire.

#7 Consultare e contribuire al sito We Europeans

Si tratta di un altro sito di cittadinanza attiva, che raccoglie proposte, istanze e strumenti di democrazia diretta ed è aperto a tutti i cittadini europei.
Le proposte raccolte dal sito possono generare dibattiti, essere portate all’attenzione dei partiti nazionali attivi in ciascuno Stato Membro UE, o essere oggetto di una proposta di Iniziativa Legislativa Cittadina, secondo quanto illustrato al punto precedente.

#8 Usare OpenPolis

Il sito OpenPolis, che racchiude la presenza web dell’omonima Associazione di Promozione Sociale, ha lo scopo principale di rendere accessibili i dati collegati ai decisori e alle decisioni in politica.
Crea anche occasioni di dibattito e piattaforme di dialogo, oltre a fornire strumenti per la visione ed il confronto di dati. Tutti strumenti utili per chi voglia utilizzare strumenti o abbia in mente idee di cittadinanza attiva.

#9 Consultare il sito del network Eurocities

Questo network di città è stato fondato nel 1986, comprende anche Milano fra i suoi perni più importanti e si occupa innanzitutto di avvicinare le città europee, le loro necessità ed istanze e le Istituzioni e gli organi a livello UE. Comprende diverse città e specifici gruppi di lavoro, attraverso i quali crea e rende disponibili i suoi documenti.

#10 Fondare una pagina social di dibattito

Last but not least, chiunque sia interessato potrà costituire una pagina dedicata su di uno o più social network, per stimolare il dibattito, integrandovi anche le attività e gli strumenti descritti nei punti precedenti di questo articolo, magari linkando la propria pagina a quella delle sedi dell’Ufficio del Parlamento Europeo o della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia.
Come già espresso in un altro nostro articolo, queste azioni e questi strumenti sono alla portata di chiunque sia interessato ad agire e restituiscono ottimi risultati alla luce dell’impegno di ciascuno. Una realtà importante, complessa e poliedrica come Milano si può giovare senz’altro di tali azioni e strumenti a patto che tutti gli interessati si attivino, con la mente e con il cuore.

ANTONIO BUONOCORE

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Antonio Enrico Buonocore
Traduttore di lingua inglese ed esperto di fondi europei, crede fermamente che la cultura salverà il mondo. Una parola alla volta, se necessario.