I 7 gruppi ETNICI che si sono INTEGRATI MEGLIO a Milano

Con quale di questi avete più interazioni?

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Che Milano sia una città accogliente è ormai risaputo a tutte le latitudini italiane ed europee e questo è solo il consolidamento di una tendenza che prosegue incontrastata da molti anni. Se spesso gli stranieri con cui i milanesi vivono in simbiosi sono etichettati come “ruba lavoro” o peggio, quello che è palese è che, qui come nel resto d’Italia, l’immigrazione regolare è, e continuerà a essere, una grande risorsa per tutto il nostro paese, consapevoli dell’assioma che un delinquente è un delinquente, al di là della sua provenienza (aspetto scontato per molti ma, purtroppo, non ancora per tutti).

Quando poi si scopre che a una determinata popolazione corrispondono facoltà operative e sociali del tutto specifiche e per niente scontate, ecco che gli stranieri risultano essere più importanti delle idee di qualunque xenofobo da quattro soldi.
Quest’oggi ho provato a fare un elenco dei gruppi etnici più importanti con cui conviviamo a Milano. Eccoli.

I 7 gruppi ETNICI che si sono INTEGRATI MEGLIO a Milano

# I rumeni hanno il vantaggio della lingua

Ph. Emilian Robert Vicol (pixabay)

A Milano e provincia vivono circa cinquantamila rumeni, che dal punto di vista professionale trovano molta manodopera nelle richieste di servizi di pulizia e di badanti per quanto concerne le donne, mentre gli uomini sono autisti di mezzi pesanti e camionisti (in concomitanza con polacchi) e, soprattutto, posseggono braccia robustissime per i cantieri edili. Inoltre, un po’ come tutti i popoli dell’Est Europa, anche i rumeni hanno il vantaggio di avere una facile e veloce comprensione della lingua italiana, e ciò è dovuto anche al fatto che la loro lingua naturale spesso è molto molto articolata e, conseguentemente, trovano l’italiano molto più “leggero”. Il rumeno poi, come l’italiano, è un’evoluzione del latino volgare parlato in zone distanti dell’Impero Romano, per cui la somiglianza linguistica è più che consolidata.

# L’impatto economico di cinesi

credits: @visit_milano IG

Il fatto che a Milano, così come in Italia, la Cina abbia messo radici nella grande distribuzione, nella vendita all’ingrosso e in molti altri settori è risaputo. Ammettiamolo, ognuno di noi, qui in città, ha un amico barista cinese, che per la cronaca spesso parla l’italiano meglio di tanti italiani. Ma al di là delle battute, l’impatto economico che i cinesi hanno avuto su città come Milano è stato più che massiccio. Se non ci credete e non ci siete mai stati, fate un salto a vedere come si è arricchita e riqualificata la zona di via Paolo Sarpi, da anni ormai la Chinatown milanese.

# Le feste al parco dei peruviani

Ph. Alex Phillc (pixabay)
Ph. Alex Phillc (pixabay)

È la quarta comunità in ordine di grandezza residente a Milano: gli immigrati peruviani sono, da oltre trent’anni, presenti e radicati in Italia, e nella maggior parte dei casi sono impegnati in lavori legati alla logistica e ai corrieri espresso. Da anni, poi, i peruviani e altri gruppi latino-americani hanno l’usanza di passare le domeniche in gruppo nei grandi parchi milanesi come il Lambro (ma anche ai lati dell’Idroscalo) trovandosi in centinaia e centinaia di persone per gustosi barbecue, per giocare a pallavolo sul prato o per svariate attività sociali.

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# I filippini, i più numerosi a Milano

Ph. Sasin Tipchai (pixabay)

Ovvero la comunità straniera più numerosa di Milano – si calcolano circa 41.000 residenti – che giunge per lo più dalla provincia di Batangas, a nord della capitale Manila nella regione di Calabarzon, e arriva, come spesso accade, per passaparola e ricongiungimenti familiari. Una migrazione a maggioranza femminile che, almeno agli inizi, trovava occupazione in mansioni legate al lavoro domestico (collaboratrici familiari) o di assistenza agli anziani, e che prosegue al netto di una grande professionalità e una pacatezza tipica del carattere di questo popolo. Oggi molti filippini uomini sono diventati portieri di stabili e palazzi anche molto importanti del centro di Milano.

# Gli egiziani diventati maestri delle pizze

Ph. Christo Anestev (pixabay)

Una volta in pizzeria c’imbattevamo nel giovanottone napoletano che conquistava tutti con sorrisi e simpatia, ma negli ultimi anni, se dal principio si erano trovati a fare da aiutanti pizzaioli, gli egiziani si sono letteralmente impadroniti delle pizzerie milanesi, e anche molti napoletani residenti qui a Milano da tempo sono pronti a giurare che molti di essi sono diventati ben più bravi dei loro concittadini. Naturalmente parliamo dalla pizza con forno a legna, eh, che a cuocere una pizza al forno elettrico son bravi tutti!

# I senegalesi pensano alla sicurezza

A Milano città ce ne sono circa ottomila e una buona parte sono impegnati in lavori di sicurezza per locali, grandi centri commerciali o discoteche (anche se le stesse sono chiuse da tempo per motivi che tutti sanno). La generosità e un carattere pacifico sono caratteri distintivi di tutti i popoli africani, ma da questo punto di vista i senegalesi sembrano avere una marcia in più.

# Gli albanesi, i più bravi nei lavori pesanti

Cugini lontani dei rumeni di cui sopra, condividono con loro le professioni per così dire molto fisiche come il lavoro dei cantieri, anche se spesso gli albanesi sono protagonisti di lavori nella grande distribuzione con mansioni di mulettisti e magazzinieri, professioni per le quali ci vuole indubbiamente una forza fisica superiore alla media che tendenzialmente i popoli dell’est hanno. Inoltre anch’essi hanno una grande capacità di apprendimento della nostra lingua in tempi brevi. Anzi, spesso arrivano in Italia parlando già un ottimo italiano. 

Dopo la prima ondata degli anni novanta ora dall’Albania arriva un’immigrazione altamente qualificata. Sono tra gli studenti stranieri più numerosi nelle università milanesi. 

Ora come spesso accade arriva il vostro turno, amici lettori di Milano Città Stato. Quali sono i gruppi etnici con cui interagite di più? E quelli con cui vorreste stringere più rapporti ma non ne avete occasione? Coraggio, non siate timidi.

Naturalmente chiarisco sin da ora che se qualcuno volesse approfittarne per battutacce di stampo razzista questo NON è il vostro spazio. Libertà di critica, di espressione e di opinioni diverse, sì. Razzismo ZERO.

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).