La CASA delle FACCE di Milano

Cosa si nasconde dietro questi volti misteriosi?

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Credts: tripadvisor.it

Molti non ci hanno mai fatto caso, ma passando per piazzale Baiamonti, poco distanti da via Paolo Sarpi si ha la sensazione di essere osservati. Come mai? Perchè qui, all’angolo con Viale Ceresio, si trova la Ca’ di Facc: la casa delle facce. Ma cosa si nasconde dietro questi volti misteriosi?

La CASA delle FACCE di Milano

# Quando a Milano andavano di moda le “case parlanti”

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Chiamata Ca’ di Facc (le “c” si pronunciano dolci, come in “ciliegia”) è la casa delle facce alle spalle di Chinatown. Da poco ristrutturata, la sua storia ha inizio nel lontano 1878. 

L’enorme casa ai numeri 3 e 5 di Piazzale Baiamonti è stata progettata da Giuseppe Buzzi e deve il suo nome alle decine e decine di altorilievi raffiguranti i volti di italiani illustri, che si trovano sulla facciata. Leonardo, Foscolo, Manzoni, D’Azeglio, Appiani, Carlo Porta, Paganini, sono solo alcuni dei volti che occupano i 51 medaglioni sopra le finestre della casa. 

Una sorta di introduzione al Famedio che si trova sul finire del lungo viale che porta al Cimitero Monumentale. Chissà se volontaria o meno. In ogni caso, si tratta di uno degli ultimi esempi di “case parlanti”, molto in voga alla fine del 900 e che nacquero proprio a Milano. Ma quale fu la prima?

# Tutto merito di un Barone un po’ imprenditore 

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La moda di queste case capaci di parlare ebbe inizio nel 1860 quando il Barone Gaetano Ciani fece ricoprire di terrecotte una sua proprietà in corso Venezia, all’angolo con via Boschetti. Centinaia di terrecotte rosse, di busti, scritte e volti, tutti inneggianti all’Unità d’Italia ricoprivano la casa che venne ovviamente ribattezzata Ca’ Rossa

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Questa nuova decorazione venne apprezzata fin da subito e si diffuse ben presto in tutto il nord Italia proprio grazie al Ciani. L’indimenticabile Baron Bontemp, fondatore e capo indiscusso della Banda della Teppa, decise di rilevare la quota di maggioranza della Ditta Andrea Boni, che gli aveva prodotto le terrecotte. Con fare imprenditoriale, fece poi stampare un catalogo con tutti gli esempi della produzione e il prezzario, con tanto di spese di spedizione e installazione. É così che le “case parlanti” diventarono uno dei primi must have di tutta Milano.

# Tutti le desideravano, perfino il Manzoni

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La voce si diffuse in fretta e ben presto ogni ricca famiglia meneghina voleva la sua casa decorata con le splendide terrecotte del Boni e del Ciani. I ricchi banchieri Brambilla le posizionarono nella loro casa di piazza della Scala, le Case Candiani tra via Matteo Bandello e via Gian Battista Vico, il palazzo di via Castelfidardo 10. 

Perfino il Manzoni fece decorare la sua casa di piazza Belgiojoso e a chiudere il periodo d’oro delle “case parlanti” vi fu il Museo di Storia Naturale, completato nel 1907. Ad abitare in queste case però non erano solo i ricchi ed un esempio è proprio la Ca’ di Facc.

# Indovina Chi, il gioco nella vita reale

All’epoca, la Casa delle Facce si presentava come una di quelle abitazioni dai caratteristici ballatoi interni, le cosiddette case di ringhiera che erano destinate a una classe sociale medio bassa. Ad abitarla erano sia artigiani, solitamente ai primi piani, ma anche personaggi politici, ai quali era riservato “il piano nobile”. Proprio al suo interno nacque uno dei più incredibili e geniali artisti milanesi dell’Ottocento, Carlo Bugatti. 

Ad oggi gli inquilini di Ca’ di Facc sono quasi tutti di origine cinese e il suo fascino è rimasto integro negli anni anche grazie alla recente ristrutturazione. Nonostante i volti non siano proprio ad altezza uomo, almeno la prima fila è abbastanza distinguibile dal marciapiede e questo significa solo una cosa: è aperta la sfida a Indovina Chi. E voi saprete riconoscere tutti gli abitanti queste mura? 

Continua la Lettura con: MATTONI D’ORO: qual è il PREZZO al MQ di una CASA a Milano? E il QUARTIERE che si è APPREZZATO di PIÙ?

SARA FERRI

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Sara Ferri
Laureanda in scienze psicosociali della comunicazione all’università Milano-Bicocca. Nutro da sempre un forte interesse per la psicologia, la filosofia e tutto ciò che riguarda la società. Sento il bisogno costante di comunicare, di scoprire nuove realtà e sono alla continua ricerca della bellezza collaterale. Per questo cerco di sperimentare ogni forma di espressione artistica, suono il basso in una band e amo viaggiare. Credo nella continua evoluzione e nel cambiamento e spero un giorno di poter contribuire a migliorare la vita delle persone anche attraverso la scrittura.