🔴 POLIZIOTTI in rivolta contro il Governo: “siamo stufi di persegui(ta)re i nostri concittadini”

"Siamo stufi di doverci “scontrare” quotidianamente con persone che hanno perso il lavoro, non hanno sostentamento ma famiglia a carico, che non sanno più come mantenere" . "Ne prendano atto, coloro che vivono nelle loro torri d’avorio".

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Credits: radiocl1.it - Controlli in strada

A Regioni, Comuni, imprenditori e liberi cittadini si aggiunge ora la voce di membri delle forze dell’ordine a denunciare i metodi utilizzati dal governo durante l’emergenza Covid. Si tratta di un atto isolato o della manifestazione di un malcontento diffuso?  

🔴 POLIZIOTTI in rivolta contro il Governo: “siamo stufi di persegui(ta)re i nostri concittadini”

# “Siamo stufi di doverci “scontrare” quotidianamente con persone che hanno perso il lavoro, non hanno sostentamento ma famiglia a carico, che non sanno più come mantenere”

Parole pesanti pubblicate, come riportato da affaritaliani.it, sul forum di Poliziotti.it che raccoglie 500.000 operatori delle forze dell’ordine: “Se quando abbiamo scelto di arruolarci nella polizia ci avessero detto che un giorno ci sarebbe toccato agire come cani da pastore o, peggio, da guardia di una sorta di Muro di Berlino, ci saremmo fatti grasse risate. Invece, a distanza di oltre trent’anni è proprio quello che sta accadendo e siamo increduli, attoniti. Certo, sapevamo benissimo che fare questo lavoro comporta (anche) essere invisi, sapevamo che non andavamo incontro a scrosci di applausi come rockstar; indossare la GiaccaBlu non è da tutti e non è per tutti, sono più i rospi da ingoiare che i riconoscimenti per i quali gioire, ma sapevamo che era nel conto […]“.
Quello che non è nel “contratto” stipulato col giuramento fatto alla Repubblica e alla Costituzione è agire, operare fuori (se non addirittura contro) i suoi dettamiMa oggi? Oggi ci ritroviamo in una situazione in cui siamo (stati) trasformati in una quasi-milizia, costretti a persegui(ta)re i nostri concittadini non appena osano mettere il naso fuori dalla loro abitazione, a “chiedergli” di certificare la legittimità dei loro movimenti e decidere se sono plausibili o meno, da ultimo persino a valutare se e quali sono i loro congiunti! A questo siamo stati ridotti noi eredi del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza? […]

“Così non va bene! Non ci sta bene! Basta! Non siamo disposti a farci mettere in svendita. […] Siamo stufi di doverci “scontrare” quotidianamente con persone che hanno perso il lavoro, non hanno sostentamento ma famiglia a carico, che non sanno più come mantenere. Siamo consapevoli della situazione emergenziale a causa del Covid19, ma ancor più lo siamo dell’assurdità di certi provvedimenti amministrativi e di certe (deliranti) ordinanze emesse dalle autorità locali. […] molti viviamo il dramma della chiusura di piccole attività che contribuivano a farci arrivare a fine mese senza eccessivi patemi d’animo. E siamo testimoni dello stesso identico dramma che moltissimi nostri concittadini stanno vivendo […] Vi sembra normale tutto ciò? Non vogliamo essere “congiunti” di uno Stato Etico in stile Ddr, non vogliamo essere complici di questo sfascio sociale. Ne prendano atto, coloro che vivono nelle loro torri d’avorio. La vostra ignavia sta mettendo in serio pericolo la coesione sociale.” 

Fonte: affaritaliani.it

# Polizia contro lo Stato di Polizia 

Queste parole pesanti sono espressione di un malcontento diffuso tra le forze dell’ordine. In particolare molti sono stati a disagio quando si sono trovati costretti a multare con 400 euro i commercianti di Milano che all’Arco della Pace hanno manifestato in modo pacifico, con mascherina e distanza sociale, per richiedere di poter ricominciare a lavorare. 

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Il tempo e gli sviluppi diranno se questa critica rimarrà un episodio isolato oppure se è un segnale di cui il governo dovrà tenere conto. Anche perchè per molti aspetti sembra che la misura sia colma. Il paese che ha adottato il lockdown più duraturo e repressivo tra tutte le democrazie, che ha limitato di più l’attività delle imprese, è anche l’unico ad essersi dotato di un modulo di autocertificazione cartaceo per giustificare i propri spostamenti. Tra i grandi Paesi europei, infatti, solo la Francia ha seguito l’esempio dell’Italia, però in forma digitale e meno stringente. Mentre in Spagna, Germania, Regno Unito o nelle altre democrazie del centro e nord Europa non esistono moduli di questo tipo.

Una ulteriore aggravante per l’Italia è la richiesta di autocertificazione anche per la fase due per andare dai propri familiari o, meglio congiunti, con l’obbligo di indicare luogo e nominativo della persona da raggiungere. 

In passato quando le forze dell’ordine non si sono rassegnate a eseguire gli ordini ma si sono messe dalla parte dei cittadini hanno sempre dato vita a riforme per una civiltà più libera e democratica. 

Fonte: pagellapolitica.it

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.