🔴 I lombardi restano al guinzaglio: almeno altre due settimane di MASCHERINE OBBLIGATORIE anche all’aperto (unici al mondo)

La Regione giudica i lombardi incapaci di intendere e di volere, imponendo l'obbligo di mascherina pure se si trovano all'aperto da soli. Siamo davvero così incapaci? O chi ha dimostrato incapacità è proprio chi ci obbliga a questa ennesima imposizione?

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Lugano - Oltre la frontiera si trova un popolo trattato da adulti

Dopo quello del tasso di letalità da coronavirus la Regione Lombardia segna un nuovo primato: resta l’unico luogo al mondo dove i cittadini sono obbligati a tenere la mascherina anche se all’aperto da soli

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Procediamo con ordine. Regione Lombardia conferma il via libera a musei, ristoranti, bar, parrucchieri, centri estetici e molte altre attività commerciali. Disco verde anche alle funzioni religiose. Palestre e piscine saranno invece riaperte il 25 maggio.

Sarà obbligatoria la misurazione della temperatura per i clienti dei ristoranti.
Per il resto si seguiranno le indicazioni previste dalle linee guida delle Regioni indicate ieri al Governo.

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Sotto il profilo della sicurezza non ci sono novità di rilievo sulla gestione dei contagi: manca ancora un sistema organizzato di test, tracciamento e trattamento dei positivi come è stato attivato con successo in altri paesi e in altre regioni. Una gestione che ha sollevato critiche e polemiche per il record di mortalità nei dati ufficiali della pandemia del coronavirus, effetto secondo molti di errori nelle RSA e negli ospedali da parte della Regione. A fronte di una gestione deficitaria, Regione Lombardia invece insiste a rovesciare sui cittadini le sue inefficienze, costringendoli a imposizioni sulla loro libertà che non hanno eguali nei paesi civili. 

A differenza di quanto stabilito dal governo, infatti, il Presidente Fontana sembra intenzionato di mantenere l’obbligo di mascherine all’aperto su tutto il territorio. Decisione che rende la Lombardia l’unico luogo a prevedere una simile imposizione. E questo accade malgrado ancora l’insufficiente fornitura di mascherine a prezzo calmierato e le numerose critiche a una misura giudicata in esterno non solo inutile ma da alcuni perfino dannosa.

Dopo aver lasciato a lungo durante l’emergenza privi di materiali di protezione pure medici e personale sanitario negli ospedali e nelle RSA, sembra una beffa ora, in piena fase due, l’obbligo per i cittadini di una misura che solo fino a qualche mese fa Regione Lombardia non riusciva a fare adottare neppure nei luoghi dei focolai. 

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Chi non è stato capace di applicare “regole da ospedale” negli ospedali e nelle RSA, continua ad imporle ai cittadini nella loro vita quotidiana. E questo ennesimo strappo rispetto a quanto viene fatto nel resto del mondo e nel resto d’Italia, rappresenta un’altra forma di umiliazione verso i lombardi che vengono privati di libertà che solo a pochi chilometri di distanza sono patrimonio inderogabile dei cittadini. Libertà anche elementari come il diritto di scegliere se indossare o non indossare una mascherina quando si è all’aperto lontano dagli altri.

Lugano 15 maggio:

Berlino 15 maggio:

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