Sulle montagne dell’Alto Adige il primo GATTO delle nevi a IDROGENO del mondo

In Trentino Alto-Adige c'è una realtà che ha dato vita a una vera e propria rivoluzione nel campo dello snow grooming. Il primo gatto delle nevi alimentato ad idrogeno parla italiano.

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Credits: automotorinews.it Gatto nevi

Ci stiamo già lasciando alle spalle una penosa stagione sciistica che, per cause che tutti conosciamo, non è mai partita, e ormai non partirà più. Nonostante ciò, da qualche settimana è partita una rivoluzione che riguarda la mobilità ecosostenibile in montagna: è entrato infatti in funzione a fine dicembre 2020, accanto alla pista Gran Risa dove si sono tenute le due gare di Coppa del mondo di sci, il primo gatto delle nevi alimentato a idrogeno, 100% green.

Sulle montagne dell’Alto Adige il primo GATTO delle nevi a IDROGENO del mondo

Ci troviamo nelle piste dell’Alto Adige, più precisamente in Val Badia: a sviluppare il progetto è stata la Prinoth, azienda di Vipiteno specializzata nella produzione di gatti delle nevi.

Credits: @valbadiachepassione
Scorcio dell’Alta Val Badia

# Lo spirito pionieristico di PRINOTH

Dal lavoro degli ingegneri di Prinoth è infatti nato il Leitwolf h2Motion, primo gatto delle nevi al mondo con motore 100% ecologico alimentato a idrogeno, insieme con l’Husky eMotion interamente elettrico: due soluzioni che guardano alla eco-sostenibilità dei comprensori sciistici.

# Leitwolf: la scheda tecnica

Credits: prinoth.com
Il LEITWOLF h2MOTION

Motore: Il Leitwolf h2M ha una potenza di 544 cavalli (400 kW): offre prestazioni superiori a quelle dei seppur moderni motori a gasolio usati dalle versioni “classiche” di questo macchinario

Alimentazione: Il motore elettrico è alimentato a celle a combustibile a idrogeno

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Autonomia: fino a 4 ore

Tempi di rifornimento: 20 minuti, con idrogeno a pressione di 700 bar

Il progetto Leitwolf è stato concepito in poco più di dieci mesi. Un gruppo di tecnici e ingegneri ha sviluppato e costruito il prototipo di gatto delle nevi a idrogeno che sarà sulle piste fra tre o quattro anni. Lo sviluppo gode però di fondamenta profonde e solide: già tra il 2003 e 2006, con una piccola turbina eolica, Prinoth ha iniziato a sperimentare la produzione di idrogeno per elettrolisi (scindendo per cui l’acqua nei suoi due elementi). L’obiettivo è quello di produrre con energie rinnovabili e con l’idroelettrico. D’altronde sono molte le stazioni sciistiche che hanno piccole centrali idroelettriche: potrebbero sfruttare l’energia prodotta di notte per ottenere idrogeno.

# Husky eMotion: La Scheda Tecnica

Credits: prinoth.com
Husk eMotion, completamente elettrico

Motore: Husky eMotion ha un motore elettrico con 270 CV (200 kW)

Alimentazione: Il motore elettrico è alimentato da una batteria da 190 KwH

Autonomia: fino a 3 ore

# Emissioni zero, piste perfette

E’ questo lo slogan dell’azienda Prinoth. E così parla Anton Seeber, presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Hti, a cui fa capo l’azienda, in merito a un progetto che promette di rivoluzionare il modo di muoversi e la manutenzione delle piste da sci:

“Riteniamo che possa anche essere una questione di immagine per i comprensori sciistici che useranno i nostri gatti ecologici: la coscienza ambientale si sta per fortuna sempre più risvegliando e la sostenibilità sta iniziando a diventare una discriminante nelle scelte di consumo. Il problema principale per la diffusione di mezzi di questo genere sono le infrastrutture: in Italia, nonostante le promesse, l’ascesa dell’idrogeno è in salita proprio per questo”. Il progetto si basa inoltre su due questioni cruciali: “ci saranno presumibilmente contributi statali, come avverrà per le auto, e poi questa pandemia dovrebbe aver chiarito una volta per tutte che il concetto di costo non può prescindere dai costi ambientali e per la nostra salute. Stiamo investendo a lungo termine, che è poi il concetto stesso di sostenibilità”.

Fonti: lifegate.it

Continua la lettura con: In Lombardia la prima HYDROGEN VALLEY: in arrivo i TRENI a IDROGENO

LUCIO BARDELLE

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Lucio Bardelle
Nasco a Dolo (VE) nel 1979. Padre padovano, mamma vicentina, cresco nella terraferma veneziana. Studio Economia a Venezia, poi viaggio, per lavoro e per piacere. Vivo una decina d'anni tra Bologna, Lombardia e Roma, poi torno a Venezia. Sono appassionato di musica rock, suono la chitarra e il basso. Scrivo per una associazione locale a sostegno del cittadino (Oltre il muro), creata da Pietro, uno dei miei migliori amici, infortunatosi 15 anni fa durante una partita di calcio.