L’integrazione della comunità dei filippini a Roma passa attraverso il comune amore per il ciclismo
Sotto al caschetto da ciclista non conta più di che colore hai la pelle o che forma hanno i tuoi occhi. Quando sei in strada e il vento rema contro i muscoli gonfi di sangue e sudore, mentre a ogni pedalata senti che il corpo diventa un tutt’uno con la bicicletta, non ci sono lingue, fedi, colori che tengano. Sei un ciclista che sfida se stesso!
Con il ciclismo Roma abbatte le distanze fra filippini e italiani
#I filippini appassionati di ciclismo
Oggi a Roma la comunità degli appassionati di ciclismo e cicloturismo si è arricchita di un numero notevole di sportivi originari delle Filippine. Sempre più spesso capita di vederli sfrecciare la domenica in piccoli gruppi lungo le piste ciclabili o sulle consolari che fanno il giro dei castelli romani o del litorale. Colorati, sorridenti, quando si fermano ai chioschi lungo le ciclabili per un caffè, li senti ridere e scherzare nella loro lingua o in inglese e a volte in quell’italiano diventato oggetto di gag umoristiche da parte di comici che fanno su questa comunità una satira affettuosa.
#La storia di Nilo, marito, padre, ciclista felice
Nilo è uno di loro e questa domenica piovosa non lo ha fermato dall’infocare la bici e dal percorrere la strada che dall’Eur porta a Ostia, in attesa che il sindaco realizzi la tanto promessa pista ciclabile. Nella sua maglia giallo neon, Nilo, un uomo dall’aspetto gentile e forte, ci racconta di essere arrivato in Italia 20 anni fa per raggiungere la moglie, partita prima di lui. Ora lavora in Prati, ha mandato un figlio a studiare in America e ha fondato un gruppo di amanti del ciclismo che riunisce un centinaio di filippini a Roma.
#Dal basket alla bicicletta
“All’inizio praticavamo la pallacanestro – racconta – negli oratori delle Chiese, ma quando abbiamo dovuto iniziare ad affittare i campi, questo sport è diventato costoso e così piano piano e a malincuore abbiamo cercato delle alternative”. Il basket è considerato dai Filippini il loro sport nazionale, un po’ come il calcio per gli italiani. Ma di necessità virtù e così una decina di anni fa Nilo e alcuni suoi conoscenti si sono comprati la bicicletta. “Un investimento iniziale – spiega – ma una volta che c’è, resta con te per sempre”. Da allora fra i filippini di Roma, circa 38.000 secondo i dati Istat del 2019, è stato tutto un passaparola e oggi a inforcare la bici il giovedì pomeriggio e la domenica sono in più di qualche migliaio.
#La bicicletta ci aiuta ad integrarci
“Questo sport ci ricarica le batterie – spiega un ragazzo che è nel gruppo di Nilo”. Ma non solo, “la bicicletta – ammette Nilo – ci fa sentire parte di una comunità più vasta della nostra, ci sta aiutando ad integrarci”.
#Se i pedoni si ignorano, gli automibilisti si insultano, i ciclisti…..
Non c’è tempo per altre risposte, il gruppo di ciclisti filippini in sosta al chiosco sulla Via del Mare di Ostia si sta facendo sempre più numeroso e sotto un cielo plumbeo e gonfio di pioggia è già tempo per loro di rimontare in sella e sfrecciare verso la capitale, che domani è lunedì e si torna al lavoro. E per dirla con le parole di Jacques Goddet, fu patron del Tour de France, “Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano, i ciclisti si sorridono, si salutano e si uniscono”.
FRANCESCA SPINOLA
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