Gli EDIFICI da ABBATTERE a MILANO

Per rendere più bella Milano serve più abbattere che costruire

3
Credits il_dottor_divago IG - Torre al Parco

Milano è conosciuta in tutto il mondo come una delle capitali del design, ma non tutte le ciambelle escono con il buco. In alcuni casi infatti l’estetica degli edifici costruiti in città lasciano a desiderare, a tal punto che forse sarebbe meglio abbatterli e rimpiazzarli con qualcosa di più degno. Ecco quelli che dovrebbero sparire per sempre dalla città. 

Gli EDIFICI da ABBATTERE a MILANO

# Fake Velasca

Credis: Andrea Cherchi

La Torre del Quartiere Martesana dell’IACP è stata costruita tra il 1978-82 dall’architetto, un palazzo di edilizia popolare alto 61 metri per 18 piani, sembra una brutta copia della discussa Torre Velasca. Molti la ritengono un obbrobrio da demolire.

Leggi anche: La FAKE VELASCA: è il palazzo più BRUTTO di Milano?

# Torri di Ligresti

Credits 88lorenz88 IG – Torri Ligresti

Le torri di Ligresti, sparse un po’ in tutta la periferia di Milano, sono di quanto più dozzinale ci possa essere. Dei parallelepidi di vetro e cemento di circa 20 piani senza un minimo di senso estetico costruiti generalmente a gruppi e che nel corso dei decenni sono poco alla volta rimasti vuoti. Alcuni sono in fase di riqualificazione o l’hanno conclusa, per altri non ci sono progetti di recupero. Abbatterli potrebbe essere la soluzione ideale per lanciare un messaggio di una stagione, anche estetica, per le periferie milanesi. 

# Palazzo della Camera del Lavoro

Credits paolomenozzi IG – Camera del lavoro Milano

Il Palazzo della Camera del Lavoro, un tempo sede dei Sindacati Fascisti dell’Industria, fu eretto fra il 1930 e il 1932. Uno stile tipico del ventennio fascista monumentale, nonostante rimanga una delle architetture più riconoscibili di Milano, abbatterla sarebbe l’occasione giusta per lasciarci ogni tipo di memoria di quella stagione definitivamente alle spalle. E, in questo caso, l’estetica della città ne guadagnerebbe. 

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

# Tribunale

Credits bolmarco IG – Tribunale di Milano

Stessa epoca per il Tribunale con entrata principale su corso di Porta Vittoria. Nonostante l’importante funzione che riveste, la sua mole di cemento grigia e spoglia sembra fuori luogo nel contesto urbano circostante e molti milanesi vorrebbero sparisse. Soprattutto chi frequenta i suoi spazi immensi e angoscianti. 

# Torri bianche del Gratosoglio

Credits: ordinearchitetti.mi.it – Gratosoglio Gratosoglio, Milano

Le “torri bianche” del Gratosoglio sono 8 colossi in cemento disposti a coppie alti 56 metri che costeggiano via dei Missaglia e ospitano le case popolari del quartiere. Progettate dagli architetti dello studio BBPR, gli stessi della Torre Velasca, sono ritenute dei veri orrori, roba da Corea del Nord.

Leggi anche: I 5 QUARTIERI di Milano da ABBATTERE e RICOSTRUIRE da zero

# Torre Breda 

Credits enzobollani IG – Torre Breda

La Torre Breda, costruita tra il 1950 e il 1955, è stato il primo edificio con i suoi 116,25 metri a superare in altezza la Madoninna. Conosciuta anche come “il Grattacielo di Milano”, si trova in piazza della Repubblica all’angolo con via Vittor Pisani e viale Tunisia. Forse un tempo era un segno di avanguardia. Oggi sembra la brutta copia di un vecchio grattacielo di Chicago. 

# Palazzo Hotel Nh Collection in largo Augusto

Credits mauro_c._passeggiandopermilano IG – Hotel NH Largo Augusto

L’Hotel President Nh Collection in Largo Augusto, rinnovato internamente negli ultimi anni in modo sofisticato e raffinato, si presenta all’esterno come una struttura disturbante alla vista. Può ricordare l’Overlook Hotel, al centro del thriller letterario e cinematografico di Shining.

# Torre di Porta Romana 

Credits erikflatmo IG – Torre di Porta Romana

Ad oggi la Torre di Porta Romana è l’edificio più alto del Municipio 4, arriva a 89 metri d’altezza per 23 piani, ma forse anche quello che produce il peggiore impatto estetico. Realizzato agli inizi degli anni ’60, ospita solo appartamenti e sbuca da dietro i resti dei bastioni spagnoli rovinando il contesto che lo circonda.

Leggi anche: L’EDIFICIO più ALTO in ogni MUNICIPIO di Milano

# Palazzi della Darsena

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi – Darsena

Qui ci vorrebbe un autentico atto di coraggio ma che potrebbe rendere Milano molto più attrattiva. I palazzi che affacciano sulla Darsena lungo viale D’Annunzio fanno lo stesso effetto di un un pugno in un occhio. Attorno si vedono solo edifici d’epoca ben tenuti che aggiungono fascino alla zona, Navigli compresi, mentre questi riescono nell’intento di rovinare tutto il contesto. Sono stati realizzati negli anni ’60/’70 ma forse ora è venuto il momento di demolirli: il coraggio sarebbe di non costruire nulla al loro posto ma lasciare più aria a un bacino trasformandolo da tinozza a un dignitoso lago urbano circondato da giardini e verde. 

# Torre al Parco

Credits il_dottor_divago IG – Torre al Parco

La Torre al Parco di Vico Magistretti, in via Revere 2 si affaccia sui binari ferroviari e sul Parco Sempione. Considerato uno delle icone dell’architettura milanese, per molti milanesi è un edificio orrendo che non ha nulla a che fare con la meravigliose ville su cui incombe, all’inizio di via Venti Settembre. 

Leggi anche: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

# Palazzo “INA”

Palazzo Ina Corso Sempione

Il “Palazzo INA”, progettato dall’architetto del Monte Stella e del vicino quartiere QT8, sorge perpendicolare a corso Sempione e si sviluppa su 19 piani, prevalentemente destinati alla residenza per il ceto medio, per un’altezza totale di circa 64 metri. Ogni livello ospita otto appartamenti, con gli alloggi dotati di profonde logge su cui affacciano i soggiorni, nel prospetto sud-est rivolto alla città, mentre sul fronte nord-ovest vengono ripetute quattro file di terrazzi prefabbricati in cemento e ceramica. L’estetica complessiva del palazzo ricorda molto quelli realizzati nella DDR, tra i meno amati nella storia dell’architettura.

Leggi anche: Il PALAZZO della DDR di corso Sempione

# Palasharp

Credits: @gallaratese_today IG

Il Palasharp ha una storia complicata. Nato come tensostruttura temporanea nel quartiere di Lampugnano nel 1986, poco dopo il crollo del palasport di San Siro a causa di un’eccezionale nevicata, ha ospitato alcuni dei più grandi artisti musicali internazionali oltre che eventi sportivi. Da oltre dieci anni è chiuso e nonostante sia deputata ospitare le partite di hockey su ghiaccio femminile alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina i cantieri non sono ancora partiti. 

Leggi anche: La RIQUALIFICAZIONE del PALASHARP si è INCAGLIATA: pure le SUORE ci hanno messo lo zampino

Continua la lettura: I PALAZZI più BELLI di Milano (Foto)

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


Articolo precedenteLa DESIGN WEEK con sogni Champions: gli appuntamenti da non perdere di una delle settimane più importanti di Milano #ToDoMilano (17-21 aprile)
Articolo successivoLa “CRUNA”, la TORRE sul SEMPIONE con OSSERVATORIO a 360 gradi (IMMAGINI)

3 COMMENTI

  1. Andrea Zappolato. Ho letto i tuoi articoli “Gli edifici da abbattere a Milano” e “I palazzi più belli di Milano”.
    Entrambi mi sembra tradiscano lo spirito di Milano. Una città dove il brutto e il bello non dipendano da criteri fatti di una estetica superficiale ma da quello che risulta dalla vita.
    Quindi non sono d’accordo con i tuoi criteri di giudizio e della prospettiva che hai del futuro, uno spazio così stimolante e aperto che con i tuoi articoli vuoi relegare ad un luogo ammuffito fatto di ismi e repliche del passato. Credo ad una maggiore apertura nella lettura del presente e che il passato sia valutato correttamente prima di essere annientato.

  2. Chiedo scusa, ma non ho capito il senso di questo articolo: è una provocazione? In base a che cosa sono stati scelti questi edifici?

    A parte qualche caso di edifici discutibili, per la maggior parte sono simboli e pezzi di storia dell’architettura e della città, che possa piacere in piacere, sarò una povera arch-cretina, ma sono davvero perplessa da premesse e risultati.
    Pessimo

  3. Uno dei peggiori articoli che mi sia mai capitato di leggere. Vacuo di contenuti e vere motivazioni, per supportare una tesi senza averne non solo le conoscenze ma neanche le capacità espressive adeguate.

La sezione commenti è chiusa.