Ivan Tresoldi, il poeta di strada di Milano

Ivan Tresoldi, nato alla Barona, dai primi anni duemila semina i suoi versi che lui chiama scaglie di poesia

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Giulia Soave - Ivan Tresoldi

Sulla carta d’identità c’è scritto: poeta. Ivan Tresoldi dai primi anni duemila semina i suoi versi, che lui chiama scaglie di poesia, con un marker sui muri della città, su un portone , sui listelli delle saracinesche, edifici dismessi, piazze e angoli trascurati, periferie anonime.  Ma anche sulla facciata dell’Archivio Diocesano, in via San Calimero, dove l’impatto visivo è davvero stupefacente: una serie di lettere gotiche rosse e nere su fondo grigio, sulle pareti di Artkademy, nel cuore della Barona.

Ivan Tresoldi, il poeta di strada di Milano

# I versi metropolitani

Ogni posto è buono per regalare un po’ di bellezza ai cuori metropolitani che vanno sempre di corsa, sempre distratti, arrabbiati, delusi e stanchi, sempre scontenti di qualcosa. I suoi assalti poetici vogliono attentare poeticamente, sorprendere il pensiero sospeso di un passante con parole inaspettate. Un guizzo di emozione, il flash di un’ immagine, banalmente un sorriso, più facilmente un istante di curiosità. I primi versi metropolitani che lo hanno reso celebre “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”, li ha scritti una notte sul parapetto della Darsena nel 2002, firmando semplicemente ivan, con la i minuscola.

# Dall’Italia al mondo

Giulia Soave – Ivan Tresoldi

Da allora viaggia portando con sé la sua Poesia di Strada per tutta l’Europa, passando, solo per citare alcuni luoghi, per Haiti, Chiapas, Cuba, Mali, Sud Africa, Santo Domingo, Libano, Palestina, New York. Ha partecipato a numerosi eventi e mostre sia collettive che personali in Italia e all’estero. Nel 2015 è co-fondatore di Artkademy, agenzia di produzione artistica e collettivo creativo, attiva sul territorio Italiano ed europeo, in collaborazione con alcune delle maggiori istituzioni museali, fondazioni, imprese, movimenti culturali nazionali ed internazionali. Nel 2022 per il progetto Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia ha composto In.Seme, la poesia più grande d’Europa, un murale di mille metri quadrati. 

Alle spalle, la collaborazione come redattore per il quotidiano on line Peace Reporter e come dj per Postume Vivbration. E prima ancora esperienze politiche e sociali durante gli anni del liceo e quelli dell’Università (facoltà di sociologia), dove ancora studente ha preso parte a molte iniziative di controcultura. “Ma ho fatto anche il barista, il dj, il telefonista, il messo per il censimento per le università Bicocca e Cattolica, cioè facevo le interviste qualitative nei quartieri periferici di Milano”, precisa Ivan. “Poi, intorno agli anni Duemila, ho iniziato con gli “assalti poetici”. Scrivere in strada all’epoca non era ancora così attenzionato, ci fermava qualche volante, ma finiva lì. Tutto è cambiato quando abbiamo affermato le nostre pratiche dopo la mostra di Stree Art al Pac nel 2007.

# Le sue poesie nella celebre agenda Smemoranda

Alcune sue poesie sono state proposte fra le pagine della celebre agenda SmemorandaTesti folgoranti, pienamente lirici. “Ci sono vite che capitano / e vite da capitano” oppure “Una pagina bianca / è una poesia nascosta (Quest’ultimo concetto gli è costato una multa di 500 euro per aver imbrattato un bene pubblico). “L’ordine è disordine con scarsa fantasia”. E poi ancora “Il futuro non è più quello di una volta”. “L’amore è la distanza più breve fra due cuori”. Sono solo alcuni esempi.
 
“Sono emozioni distillate in pochi versi incisivi, perché il segnale deve arrivare subito”, racconta Ivan , che è nato nel 1981 nel quartiere della Barona . “L’obiettivo è rompere il confine elitario della poesia rendendola fruibile alle persone comuni. La partecipazione diretta del pubblico è fondamentale: considero la poesia una forma di espressione naturale dell’animo. Prendo le parole e le metto al servizio di chi vuol farle proprie. Poeta di strada è tanto chi scrive che chi legge”.
 

# “La parola poetica come strumento di rinnovata coesione in società e in comunità”

Pensieri fiammeggianti per dare gioia, emozione consapevolezza, nutrimento e di questo ce bisogno in città come alternativa al fragore confuso e sciatto del social. Vi chiedo di leggermi, è l’invito. Un gesto semplice. Rivoluzionario. “Si può cambiare il mondo con le parole. Le parole non sono mai neutre, generano mondi e noi siamo le nostre parole”, argomenta filosoficamente Ivan. ” Il mio tentativo è quello utilizzare la parola poetica come strumento di rinnovata coesione in società e in comunità. Offrire uno sguardo trasformato e trasformativo sulla realtà”. 

# Come prendono forma le poesie e un giudizio sulla Milano di oggi

Alessandro Schiariti – Ivan Tresoldi
La tua poesia si pone in chiara anteposizione, almeno dal punto di vista estetico, nei confronti della virtualità:
“Lo stile di scrittura a mano esprime l’urgenza di imprimere un segno tangibile dell’esistenza nei luoghi impersonali nei quali l’homo faber consuma la sua vita”.
 
Quali sono i temi che tornano più spesso nelle sue poesie?
“Parlo di cose che conosco. La vita, come la poesia, si fa in presenza, guardandosi negli occhi, con la fatica, è fatta di risa, sorrisi, pianto, sputo, lacrime, perché la poesia è proprio lì: la poesia s’immerge nella quotidianità”.
 
Come scegli i luoghi delle tue poesie?:
“Cerco luoghi ad alto gradiente di significato e di socialità. Per me la poesia di strada nasce da una urgenza: una necessità di scrivere, per com-prendere, prendere insieme. Un sentire insieme”.
 
Come vedi la città di Milano?:
“Stanca di correre, di essere performante, riempendosi di psicofarmaci e di dover presenziare a centomila eventi. Assetata di quella Milano che non esiste più e che le manca, anche se non lo sa. Una città senza direzione. Qui la vita sembra il frutto di una coincidenza che non riesce a trovare un senso, ma che tuttavia vale la pena vivere, fino allo sfinimento”.

Continua la lettura con: LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

CRISTINA TIRINZONI

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Cristina Tirinzoni
Giornalista professionista di lungo corso, ho cominciato a scrivere per testate femminili (Donna Moderna, Cosmopolitan, Effe, Donnainsalute) occupandomi di psico benessere, attualità, cultura. Curiosa, ho sempre cercato di raccontare e capire il mondo e l'animo umano. Con la voglia di sapere, di approfondire, sospinta dalla brezza del dubbio, e di sdrammatizzare un po' con l' ironia. Ho pubblicato due libri di poesie Sia pure il tempo di un istante (Neos edizionii) e Come un taglio nel paesaggio (Genersi editore)