Al lupo! Al lupo!

Vivere nella costante preoccupazione che qualcosa di brutto possa avvenire porta già a vivere come se la cosa che si teme fosse in atto

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Illustrazione di Francis Barlow per la fiaba "Il ragazzo che gridò al lupo! al lupo!"

Un grande politico italiano di fine ottocento, Giuseppe Zanardelli, sosteneva che un sistema giuridico non può basarsi sulla presunzione del crimine perché altrimenti finisce con il trattare tutti come dei criminali, tradendo così la dimensione dello Stato liberale. 

Questo è un principio ben noto a chi è avvezzo con la Psicologia. È il tema di ogni fobia, ossessione o paranoia. Vivere nella costante preoccupazione che qualcosa di brutto possa avvenire porta già a vivere come se la cosa che si teme fosse in atto. Si scontano tutti gli effetti negativi però senza la possibilità di poter uscire dalla situazione affrontando il problema reale.

Un po’ come il libro il Deserto dei Tartari di Buzzati: attendere che qualcosa avvenga porta a vivere intrappolati nell’attesa, perdendo la possibilità di vivere nel presente. E finché la situazione non si manifesta, non si ha neppure l’opportunità di risolverla.

Muoversi in anticipo è un meccanismo di sopravvivenza, perché consente di prepararsi a un evento futuro. Ma ci deve essere un limite temporale e di equilibrio con tutto il resto. Perché se ci si prepara in modo ossessivo per qualcosa che non avverrà mai, tutta la preparazione non solo si rivela uno spreco di tempo e risorse, ma si trasforma in una prigione per chi l’ha messa in atto.

Uno Stato che faccia vivere i cittadini in una perenne preoccupazione, rischia di causare gli stessi disagi che se il pericolo stessa accadendo. Non solo. 

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Stressare troppo il livello di allerta in assenza del pericolo finisce per indebolire invece che rafforzare le difese una volta che il pericolo si dovesse manifestare veramente.  
A furia di gridare al lupo! al lupo! si crea non solo un’atmosfera di costante insicurezza ma addirittura si rischia di ottenere l’effetto opposto.

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