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A Milano nasce «la città dei giovani»: posata la prima pietra

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Unimi - Genesis

Entro il 2027 oltre il 50% dei frequentatori sarà under 30. Vediamo il punto su tutto il progetto.

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A Milano nasce «la città dei giovani»: posata la prima pietra

# Entro il 2027 oltre il 50% dei Minders sarà under 30

Urbanfile – Zona costruzione nuovo studentato

Si è svolta il primo aprile 2025 la posa della prima pietra di uno dei due studentati previsti a MIND, dove un tempo sorgevano i padiglioni di Expo 2015. Fabrizio Zichichi, Executive Project Director di Lendlease, ha commentato così l’avvio dei lavori con uno sguardo al futuro dell’area: «L’avvio dei lavori per il primo studentato a MIND segna un passo decisivo per trasformare il distretto in una vera e propria città dei giovani. Entro il 2027, più del 50% dei Minders sarà composto da under 30: oltre agli studenti della Statale, il campus ospiterà quelli della Scuola di Restauro di Botticino, di CIMA – Campus ITS MIND Academy – e i giovani ricercatori di Human Technopole. MIND diventerà così un hub internazionale di innovazione e formazione»

# Due studentati per un totale di 1.152 posti letto

Ream SGR – Mappa studentati

Si prevedono due strutture per gli studenti. Il primo cantiere avviato è quello per  il complesso Genesis di 646 posti letto distribuiti su 8 piani fuori terra su un terreno di circa 6.000 mq nei pressi dell’Albero della Vita, adiacente al Campus della Statale nella zona est del sito.

Unimi – Genesis

Il secondo studentato denominato Synapsis, da 506 posti, trova spazio invece nella parte ovest di MIND, di fronte all’ospedale Galeazzi. In totale 1.152 posti letto, con camere che vanno dalle doppie ai monolocali, di cui 400 saranno riservati agli studenti DSU della Statale, a canone calmierato. Gli alloggi sono destinati anche a ricercatori, docenti, stagisti, borsisti e utenti temporanei.

Unimi – Synapsis

Nel prezzo sono inclusi alcuni servizi tra cui: direzione e reception h24, accesso e utilizzo della palestra e della cucina comune, WiFi e canone TV, deposito e custodia bagagli, pulizia aree comuni e stanze. Nello studentato Genesis è previsto inoltre un ristorante di circa 600 mq aperto al pubblico e con un’offerta convenzionata per il personale universitario e gli studenti.

# Il punto sui lavori del campus: edificio B pronto a dicembre 2026, in anticipo di sei mesi sul cronoprogramma

Il cantiere per la realizzazione del Campus scientifico delle facoltà dell’Università Statale di Milano è in corso del 2023. Sono presenti 12 gru già montate e circa 220 operai al lavoro ogni giorno. A oggi sono visibili i primi solai fuori terra dell’edificio B, centrale per l’avvio delle attività didattiche e completato entro dicembre 2026, sei mesi prima rispetto al cronoprogramma. Per gli altri corpi di fabbrica sono in costruzione le fondazioni. 

Il numeri del campus campus progettato dallo studio CRA – Carlo Ratti Associati:

  • superficie totale lorda di 210.000 mq;
  • 5 edifici principali;
  • 18.300 mq di aule,;
  • quasi 50.000 mq tra laboratori didattici e dipartimentali;
  • oltre 8.000 mq di biblioteca;
  • 5.500 mq di area verde da destinare a orto botanico;
  • oltre 5.000 mq di spazi comuni per studenti;
  • 23.000 tra studenti, docenti e ricercatori ospitati.

# Nel 2032 prevista la completa trasformazione da Expo a MIND

Primo masterplan post Expo2015

L’area East Gate di MIND, dove è in costruzione il Campus e il primo studentato, prevede anche la realizzazione nuova fermata del passante ferroviario e Circle Line di MIND-Merlata, e di un’area dedicata all’intrattenimento di circa 15.000 mq, con spazi per eventi e spettacoli, di cui l’80% operativo entro l’estate 2025. Ma quasi tutto il sito che nel 2015 ha accolto oltre 20 milioni di visitatori è in fermento. Ecco cosa si sta realizzando e cosa è previsto per completare il progetto di trasformazione da Expo a MIND entro il 2032:

Credits: lifegate.it – 1- Parco lineare
  • il Common Ground, una struttura che attraverserà l’intera area per una larghezza di 10 metri, offrendo un’ampia zona pubblica con il parco lineare più grande d’Europa, lungo circa 1,5 km, che si estende lungo il decumano, per un totale di 460.000 mq di verde, 3.000 nuovi alberi, 4 parchi tematici (sport, cibo e salute, orto botanico e parco attrezzato), 4 km di piste ciclabili e 4.000 mq di nuovi specchi d’acqua.
Credits jpius.it – Human Technopole
  • il nuovo edificio del Campus dello Human Technopole, South Building, di dieci piani per 61 metri di altezza è oltre 16.500 mq, dedicato ai laboratori di ricerca scientifica per 800 scienziati, ma anche con: uffici, spazi per eventi, workshop e corsi di formazione con 3.000 mq di terrazze, giardini pensili, piazze pubbliche e spazi pensati per il benessere delle persone. L’inaugurazione è programmata per il 2026.

Nell’area Westgate:

Westgate
  • “Molo”, il Mobility Hub e Horizon, che si estende su 300.000 mq vicino alla stazione metropolitana di Rho Fiera M1, con laboratori, uffici, un centro energetico, un’area retail e un parcheggio a più piani con 1.500 posti auto;
  • Horizon, progettato da Piuarch e Waugh Thistleton Architects, è un edificio di 8 piani con uffici flessibili, laboratori e spazi dedicati all’innovazione;
  • Zenith, che con i suoi 13 piani fuori terra e 56 metri di altezza sarà l’edificio in legno più alto d’Italia e uno dei più alti in Europa;
  • residenze, in totale 400 appartamenti firmati dallo studio Peluffo & Partners Architettura;
  • un hotel e l’Innovation Hub.

Fonte: Reamsgr

Continua la lettura con: Quando Milano sognava di fare MINDhattan

FABIO MARCOMIN

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Il nuovo servizio sicuro per tornare a casa la sera a Milano

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custodaeodv IG

Muoversi in città dopo il tramonto può generare ansia, specialmente per le donne. A Milano nascono iniziative per garantire spostamenti serali in sicurezza. Scopriamo l’ultima arrivata che si aggiunge a un altro servizio innovativo introdotto alla fine del 2024.

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Il nuovo servizio sicuro per tornare a casa la sera a Milano

# Un’idea nata dall’esigenza di sicurezza

credits: @lucus_milano

Durante una serata estiva, Flavio Perrone, ex carabiniere e attuale dipendente aziendale, ha colto una preoccupazione comune: molte donne evitano di uscire la sera per timore di rientrare da sole. Questa consapevolezza lo ha spinto a creare Custodae, un’organizzazione di volontariato che offre accompagnamenti personalizzati per garantire spostamenti sicuri in città. Il servizio, operativo dalle 19:00 alle 02:00, si rivolge a chiunque desideri sentirsi protetto durante i propri tragitti serali.

# Due modalità di accompagnamento. Il servizio è attivo anche nel primo hinterland

Custodae

Custodae propone due principali modalità di accompagnamento: a piedi e in auto. Nel primo caso, i volontari incontrano l’utente nel punto concordato e lo affiancano nel percorso, utilizzando anche mezzi pubblici se necessario, fino alla destinazione finale. Per tragitti più lunghi o situazioni particolari, è disponibile l’accompagnamento in auto, con prelievo e trasporto fino al luogo desiderato, assicurandosi che l’utente entri in sicurezza. Entrambi i servizi sono pensati per adattarsi alle specifiche necessità di ciascuno e coprono sia i quartieri di Milano che la prima cintura dell’hinterland.

# Una iniziativa senza fini di lucro 

custodaeodv IG

L’organizzazione conta su una quindicina di volontari, tutti formati da un istruttore certificato e coperti da assicurazione. L’iniziativa è senza fini di lucro: agli utenti viene richiesto solo un rimborso spese per coprire costi come carburante e assicurazione. In poco più di un mese di attività, il servizio ha già accompagnato circa cinquanta persone, prevalentemente donne, dimostrando l’importanza e l’efficacia di un’iniziativa volta a rendere Milano e il suo hinterland più sicuri e vivibili per tutti.

# Wayla: il primo servizio di van pooling urbano, per viaggiare sicuri di notte

Parallelamente, è stata introdotta a Milano un’altra innovativa soluzione di mobilità notturna: Wayla, il primo servizio di van pooling urbano in Italia. Attivo dal giovedì alla domenica, tra le 19:30 e le 3:00, Wayla permette di prenotare corse condivise tramite app, offrendo un’alternativa sicura ed ecologica al trasporto tradizionale. Nei primi mesi del 2025, Wayla ha iniziato a testare i pod elettrici modulari sviluppati dall’azienda padovana NExT. Questi veicoli, lunghi poco più di tre metri, possono ospitare fino a 22 passeggeri in piedi e, grazie alla loro modularità, possono unirsi per aumentare la capienza nelle ore di punta o separarsi per ottimizzare l’efficienza energetica nelle ore di minor traffico. L’obiettivo è offrire un servizio flessibile, riducendo il traffico e l’impatto ambientale, e migliorando la sicurezza dei trasporti notturni in città.

Continua la lettura con: Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

FABIO MARCOMIN

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7 luoghi affascinanti da visitare in giornata partendo da Milano

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gmarcod91 IG - Villa del Balbianello

Uno dei punti di forza di Milano è la sua posizione geografica. Da qui si possono raggiungere in poco tempo mare, lago, monti e molto altro. Scopriamo alcuni dei luoghi più affascinanti che si possono visitare in giornata al massimo in due ore e mezza di auto secondo la selezione di Oh Milan Guide.

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7 luoghi affascinanti da visitare in giornata partendo da Milano

#1 Portofino 

valentina_in_ct IG – Portofino

Portofino è il simbolo dell’eleganza e della dolce vita, immersa nel verde del Parco Naturale Regionale e della Riserva Marina. Il pittoresco borgo ligure ha radici antichissime e conserva nel suo centro l’impianto a maglie ortogonali dell’epoca romana. La via Roma, che conduce al mare, è fiancheggiata dall’Oratorio di Nostra Signora Assunta, con il suo caratteristico portale in ardesia del XVI secolo. 

Portofino si sviluppa attorno a una baia, con le case colorate che si affacciano sulla celebre piazzetta, Piazza Martiri dell’Olivetta, un concentrato di boutique, ristoranti e gelaterie. Tra le attrazioni da visitare la Chiesa di San Giorgio, il Castello Brown, il Faro di Portofino, l’Oratorio della Confraternita dell’Assunta e il museo all’aperto.

Da Milano è raggiungibile in treno (39 km da Genova, 50 km dalle Cinque Terre) scendendo a Santa Margherita, o in auto in circa 2 ore e mezza, anche se il modo più suggestivo per arrivarci è via mare.

#2 Le Langhe

Credits: pettinaviaggi.it – Langhe e Roero

Le Langhe sono una delle regioni vinicole più celebri d’Italia, situate nel cuore del Piemonte. Famosa per i suoi paesaggi collinari e i borghi medievali, questa zona è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e rappresenta una meta ideale per chi cerca un’esperienza autentica tra vino, storia e natura. Qui si producono alcuni vini pregiati come il Barolo e il Barbaresco. Numerose cantine offrono tour e degustazioni, dove si possono scoprire i segreti della vinificazione e assaporare il meglio della tradizione enologica piemontese.

Borghi come Alba, Barbaresco e La Morra offrono scorci incantevoli e una cucina tipica con piatti come tajarin e vitello tonnato. L’autunno è un momento speciale: tra vendemmia e fiera del tartufo, il bianco d’Alba diventa protagonista in eventi gastronomici e ristoranti stellati. Non solo meta per buongustai, le Langhe attraggono anche gli amanti della storia e della natura, con castelli e chiese che punteggiano il paesaggio e regalano un’atmosfera unica, sospesa tra passato e presente.

A poco meno di due ore da Milano.

#3 Stresa 

regina.palace.hotel IG – Stresa

Stresa, la “Regina” del Lago Maggiore, si trova in una posizione panoramica incantevole, con il lungolago che riflette i colori delle Isole Borromee e del Monte Mottarone, raggiungibile tramite funicolare. Il paesaggio verdeggiante, i giardini ben curati e gli hotel in stile liberty richiamano l’epoca della Belle Époque. Tra le attrazioni principali troviamo Villa Ducale, che ha ospitato personalità del Risorgimento come Manzoni, la Chiesa di Sant’Ambrogio e Theodulo e Villa Pallavicino. Stresa è ideale anche per escursioni nelle città d’arte circostanti e per visitare monumenti piemontesi, lombardi e svizzeri. 

A circa 1 ora mezza da Milano.

#4 Isole Borromee

Credits: @milanibelunga
Isola Bella

Affacciate su Stresa si mostrano in tutto il loro splendore le Isole Borromee. Queste isole, tanto celebri quanto incantevoli, prendono il nome dalla famiglia Borromeo, che ha governato e dato loro il tocco aristocratico. Le isole principali sono Isola Bella, Isola Madre e Isola dei Pescatori.

Isola Bella è la più famosa e simbolica, con il suo sontuoso palazzo e giardini all’italiana che creano un effetto scenografico senza pari. Il Palazzo Borromeo, con le sue sale riccamente affrescate e i giardini a terrazza, è un capolavoro dell’architettura barocca, con un ricco patrimonio artistico e architettonico che si riflette nei preziosi affreschi, nelle statue e nelle fontane.

Isola Madre è la più grande delle isole, famosa per i suoi giardini botanici dove piante rare da tutto il mondo sono curate con grande dedizione. Qui si possono trovare anche numerosi pavoni e uccelli esotici, creando un’atmosfera quasi fiabesca.

Isola dei Pescatori a differenza delle altre isole, ha un fascino più autentico e tradizionale. Un piccolo borgo di pescatori con case che si affacciano direttamente sul lago, dove il tempo sembra essersi fermato. La sua atmosfera tranquilla è perfetta per passeggiate rilassanti e per assaporare la cucina locale nei ristoranti tipici.

A circa 1 ora mezza da Milano.

#5 Varenna 

Varenna – Lago di Como – Ph. GPoulsen

Sulla sponda orientale del Lago di Como, Varenna è un affascinante borgo di pescatori. Il paese vanta una storia antica, legata agli esuli dell’Isola Comacina e alla ricchezza acquisita nel tempo. Meno turistica rispetto ad altre località più famose come Bellagio, ma non per questo meno affascinante. Passeggiando sul lungolago, si possono ammirare le facciate colorate delle case e riflessi sull’acqua. Da non perdere la Passeggiata degli Innamorati, un sentiero che si snoda lungo la riva, offrendo viste incredibili sulle acque cristalline e sulle montagne circostanti. 

Una visita la meritano anche la Parrocchiale di San Giorgio, Villa Monastero, con un giardino botanico spettacolare, e il Castello di Vezio. Varenna è anche il punto di partenza per la frazione di Fiumelatte, dove sgorga un torrente dalle acque bianche e schiumose.

A circa 1 ora mezza da Milano.

Leggi anche: 25 marzo: ritorna lo spettacolo del fiume di latte a un’ora da Milano

#6 Villa del Balbianello

gmarcod91 IG – Villa del Balbianello

Situata sulla sponda occidentale del Lago di Como, Villa del Balbianello è una delle residenze più iconiche e suggestive della zona. Immersa in una natura lussureggiante, la villa è famosa per il suo romantico giardino che si affaccia sullo specchio lacustre, offrendo panorami spettacolari. Costruita nel XVIII secolo, ha una storia affascinante legata alla famiglia aristocratica che l’ha posseduta, ma è anche un luogo legato a importanti eventi cinematografici, come il film James Bond – Casinò Royale. 

La villa è aperta al pubblico ed è possibile visitarla, godendo delle sue stanze eleganti, arredate con gusto e affacciate sul lago, e passeggiare nei giardini ricchi di piante e fiori esotici. Ogni angolo della villa è ricco di storia, arte e bellezza, ed è il luogo perfetto per chi cerca un’esperienza di tranquillità e lusso immerso nella natura.

A circa 1 ora mezza da Milano.

#7 Villa Fogazzaro Roi

villafogazzaroroi IG – Giardino

Villa Fogazzaro Roi è situata a Oria presso Valsolda, sul lago di Lugano, ed è legata a uno dei più grandi autori della letteratura italiana: Antonio Fogazzaro. L’autore, noto per il suo romanzo “Piccolo mondo antico”, ha vissuto a Villa Fogazzaro e l’ha descritta come parte del paesaggio che ha ispirato molte delle sue opere.

La villa è una residenza di campagna che si distingue per il suo incantevole parco e per le architetture in stile eclettico che fondono il classico e il moderno. Il parco che circonda la villa è perfetto per lunghe passeggiate nella natura, tra giardini all’italiana e boschi. Insieme al suo ambiente idilliaco, la villa rappresenta una tappa ideale per gli amanti della letteratura e della storia, nonché per coloro che desiderano entrare in sintonia con la bellezza senza tempo dei luoghi di ispirazione letteraria.

A circa 1 ora mezza da Milano.

Fonte: Oh Milan Guide

Continua la lettura con: Il piccolo principe dei ponti di primavera: il paese a un’ora da Milano che svetta tra le mete del primo maggio 

MARTA BERARDI

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @andreacherchi_foto IG

La foto del giorno: oggi siamo in piazza Piersanti Mattarella (via della Moscova).

Ph. @andreacherchi_foto

Ph. @andreacherchi_foto IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (3 aprile) 

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La «Cà de l’oreggia»: a Milano la casa dove si parla all’orecchio del portinaio

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Ph. @kittytigerlily IG

A Milano c’è una casa con un grosso orecchio. Si chiama “Cà dell’oreggia” (casa dell’orecchio) ed è una costruzione in stile liberty progettata nella seconda metà degli anni venti da Aldo Andreani.

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La «Cà de l’oreggia»: a Milano la casa dove si parla all’orecchio del portinaio

https://www.otowell.it/ca-delloreggia-la-casa-dellorecchio-leggenda-e-storia/

In realtà la «Cà dell’oreggia» si chiama Casa Sola-Busca e si trova in via Serbelloni 10, nei pressi di Corso Venezia. Il soprannome deriva proprio dal grande orecchio di bronzo posto accanto alla porta di ingresso.

Il palazzo è stato costruito un secolo fa, tra il 1924 e il 1927. Il grande orecchio è un’opera firmata da Adolfo Wildt ed è stato concepito come citofono, tra l’altro uno dei primi esemplari dell’epoca, anche se non è più funzionante. Il titolo dell’opera è: «L’orecchio del portinaio».

Il noto critico d’arte Gillo Dorfles, recentemente scomparso, ha rivelato come l’autore dell’orecchio non sarebbe in realtà Wildt ma Carlo Andreani, che era un suo studente

Ca dell’oreggia

Continua la lettura con: Adolfo Wildt, l’artista eccessivo e inquieto di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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La telecamera dell’Area C quando vede entrare un mezzo alternativo

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Lo choc dell’intelligenza artificiale. 
 

Qui il video: La telecamera dell’Area C quando vede entrare un mezzo alternativo

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Continua con: Cosa fai quando a Milano ti salutano dicendoti Ciao Bro

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Le «capsule semoventi»: i primi test a Milano dei minibus del futuro

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autobusweb.com - Autista Moduli NExt

Milano si prepara a una nuova rivoluzione nel trasporto urbano. Visti per la prima volta all’Expo di Dubai, hanno iniziato a circolare nelle strade di Milano per i primi viaggi di prova. Scopriamo come sono fatti questi veicoli avveniristici e come funzionano.

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Le «capsule semoventi»: i primi test a Milano dei minibus del futuro

# L’anteprima all’Expo di Dubai

Credits lookoupro – Expo Dubai

Il concetto di capsule semoventi, come quelle sviluppate da NExT, rappresenta una nuova frontiera nel trasporto pubblico urbano. Le dimensioni compatte e la modularità le rendono ideali per adattarsi alle diverse esigenze di trasporto urbano. Possono viaggiare senza guidatore singolarmente o in moduli collegati grazie ad un braccio meccanico e ad un sistema di allineamento automatizzato, come una specie di treno. Il debutto di queste capsule è avvenuto all’Expo di Dubai, suscitando l’interesse di molte città per la loro implementazione. In Italia, dopo Courmayeur, è arrivato il turno anche di Milano.

Leggi anche: CAPSULE SEMOVENTI: la nuova frontiera del trasporto pubblico urbano?

# I primi test per le strade di Milano grazie alla collaborazione tra Wayla e NExT

greenplanner.it – Wayla

A portare sulle strade di Milano questi mezzi del futuro per i primi test è stata la startup italiana Wayla, attiva nel settore della mobilità urbana, che ha introdotto di recente a Milano un servizio di van pooling notturno. Si tratta di un sistema a chiamata, attivo dal mercoledì alla domenica dalle ore 19:00 alle 3:00, pensato come alternativa al trasporto pubblico: sicuro e prenotabile direttamente dalla app. Attualmente è fornito tramite dei classici minibus.

autobusweb.com – Moduli NExt

Nei prossimi anni potrebbe essere svolto anche con dei “Pod” elettrici, grazie alla collaborazione con NExT, azienda padovana specializzata nella progettazione di veicoli elettrici modulari. Rappresentano un’alternativa ecologica e sicura per gli spostamenti cittadini. I veicoli sono progettati per adattarsi in tempo reale alla domanda di trasporto, unendosi o separandosi per ottimizzare l’efficienza energetica e ridurre il traffico. La collaborazione con NExT punta a offrire un servizio di van pooling flessibile e integrato con le altre opzioni di trasporto, permettendo ai cittadini di spostarsi in modo efficiente in base alle loro esigenze. ​Al momento è prevista la guida con conducente, anche se è possibile il funzionamento driverless.

# I moduli si agganciano in movimento per diventare come un bus da 18 metri: tutte le caratteristiche tecniche dei pod

autobusweb.com – Visione dall’alto versione NX Vision Lounge

Ogni modulo NExT misura circa 3,3 metri di lunghezza e può ospitare fino a 9 passeggeri seduti, oltre all’autista, con un vano interno da 900 litri per bagagli. Le dimensioni sono: 2,87 metri di lunghezza, 2,86 d’altezza e 2,25 di larghezza. Durante le ore di punta, fino a cinque moduli possono agganciarsi tra loro in movimento, formando un convoglio simile a un autobus tradizionale, mentre nelle ore di minor traffico si separano per ridurre il consumo energetico fino al 75%

autobusweb.com – Autista Moduli NExt

Una volta connessi, i moduli aprono le porte inter-veicolari, permettendo ai passeggeri di spostarsi liberamente tra i mezzi, ottimizzando i percorsi e migliorando l’esperienza di viaggio. 

# Autonomia di circa 300 km e meno di 2 ore per la ricarica: il video della prova

I mezzi vengono prodotti nello stabilimento Tecnobus e sono realizzati in alluminio leggero e resistente. Le configurazioni previste per Milano sono la Next Vision MaaS e Next Vision Lounge. I veicoli sono dotati di batterie da 88 kWh, garantendo un’autonomia tra i 300 e i 350 km, con una velocità massima di 110 km/h e tempi di ricarica inferiori a due ore.

Continua la lettura con: Questi sono i 4 mezzi del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità di Milano

FABIO MARCOMIN

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A Linate ha aperto la base di EasyJet: queste le località dove volare low cost da Milano

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Voli easyjet

La compagnia low-cost britannica ha inaugurato una nuova base a Linate con cinque aeromobili e 22 rotte verso le principali destinazioni europee. Un’espansione che non solo aumenta le opzioni per i viaggiatori milanesi, ma rimescola anche le carte nel traffico aereo dello scalo cittadino.

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A Linate ha aperto la base di EasyJet: queste le località dove volare low cost da Milano

# Easyjet ha aperto la nuova base a Linate

malpensanews – Inaugurazione base Linate

Da anni Linate è considerato l’aeroporto “business” di Milano, con tratte limitate ma strategiche per il traffico nazionale ed europeo. Ora, con l’arrivo della nuova base EasyJet diventata operativa il 31 marzo 2025, lo scalo potrebbe trasformarsi in un hub sempre più connesso con il resto del continente. Previsto un aumento del 145% delle operazioni a Linate rispetto al 2024. L’iniziativa è stata possibile grazie alla cessione di slot da parte di ITA Airways, in seguito all’accordo con Lufthansa. Questa redistribuzione ha aperto la porta a una maggiore concorrenza tra vettori, facilitando l’ingresso di EasyJet in un aeroporto storicamente difficile da penetrare per le compagnie low-cost.

Leggi anche: Linate è diventato un vero sfizio per i milanesi

# Cinque nuovi aerei e 22 rotte europee, di cui 17 nuove

Credits aeroportilombardi.it – Easyjet

L’annuncio della compagnia low-cost prevede 22 nuove rotte, di cui 17 che rappresentano una novità assoluta, e un incremento della sua presenza in Italia, il secondo mercato più importante per EasyJet dopo il Regno Unito. L’aumento delle rotte, unito alla presenza di cinque nuovi aerei basati a Linate e 120 lavoratori, consente una maggiore flessibilità operativa e un’offerta più ampia per i passeggeri. 

Tra le destinazioni troviamo alcune delle principali capitali europee, come Berlino, Bruxelles, Copenaghen, Oslo, Lisbona e Vienna, oltre a città strategiche per il turismo e gli affari, come Barcellona, Madrid, Francoforte, Manchester e Parigi con collegamenti in due scali cittadini.

Non mancano mete più turistiche e vacanziere, ideali per fughe di relax o weekend fuori porta nei tre mesi estivi: tra queste spiccano Ibiza, Palma di Maiorca, Gran Canaria, Tenerife e Spalato. Inoltre, la compagnia ha annunciato collegamenti con Birmingham, Edimburgo, Lussemburgo, Oslo e Figari (Corsica), ampliando ulteriormente le possibilità per i passeggeri in partenza da Milano.

Leggi anche: Da Linate 15 nuove rotte low cost all’estero

# Prezzi a partire da 28,99 euro

Easyjet – Voli da Linate

Per quanto riguarda i prezzi si parte dai 28,99 per volare a Barcellona o Amsterdam ai 35,99 per Gran Canaria o Tenerife. Attorno ai 30 euro ci sono Vienna, Parigi, e Spalato. Poco sopra troviamo Berlino, Lisbona e Londra. 

# Una svolta per il city airport? Da scalo in prevalenza business a low cost

Webuild – Metro M4

L’espansione di EasyJet a Milano Linate potrebbe rappresentare un punto di svolta per lo scalo cittadino. Tradizionalmente orientato verso un traffico business con poche destinazioni europee, ora si apre a una nuova dimensione, più simile a quella di un city airport internazionale. L’idea di un Linate più connesso e più accessibile per i viaggiatori non solo d’affari, ma anche per il turismo, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui i milanesi utilizzano il loro aeroporto principale vista anche la presenza della stazione della metropolitana M4.

Continua la lettura con: Il primo volo diretto Milano – Mongolia: cosa può fare un milanese nella steppa?

FABIO MARCOMIN

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4 aprile. Nasce a Milano Marcello Marchesi, un ciclone di ironia

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Marchesi

Un uomo di spettacolo a tuttotondo, capace di lavorare davanti e dietro le telecamere con ironia e maestria, umiltà e grande sicurezza nei propri mezzi.

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4 aprile. Nasce a Milano Marcello Marchesi, un ciclone di ironia

# Un uomo di spettacolo a tuttotondo

Marchesi

Gli spessi occhiali da vista neri, i baffi ed il cappello: questo è il brand di Marcello Marchesi, uomo di spettacolo a tuttotondo, capace di lavorare davanti e dietro le telecamere con ironia e maestria, umiltà e grande sicurezza nei propri mezzi.

E’ difficile dire se Marchesi fosse più regista o sceneggiatore, più paroliere o cantante. Oppure attore. Era capace di ricoprire tutti questi ruoli con una bravura estrema e con quella sua immagine sospesa tra passato e futuro, un po’ vecchio trombone e un po’ coraggioso innovatore.

Era nato a Milano il 4 aprile 1912, in una famiglia numerosa, con sei fratelli. Dopo una parentesi a Roma, torna sotto la Madonnina per intraprendere gli studi in Giurisprudenza. Entra nella redazione de “Il Bertolo”, rivista di satira milanese, passò poi al “Marc’Aurelio”, e ad “Omnibus”, scrivendo tra il serio e il faceto.

# Autore di programmi radio e del primo film comico italiano

Tra il 1937 e il 1939 è autore di programmi radiofonici per L’Eiar. Poi riprese una passione che cullava in epoche giovanili, quella dello scrivere opere per il teatro di rivista, guidando mostri sacri del settore, come Tognazzi, Bramieri, Sordi e Wanda Osiris. E’ autore del primo film comico italiano, “Imputato alzatevi”, del ’39: a dire il vero compare tra i non accreditati, ma è in buona compagnia, visto che per questa pellicola collabora con Fellini, Steno e Guareschi. In questo film entra in contatto con Erminio Macario (Cipriano Duval), instaurando un’amicizia che durò a lungo.

Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato al fronte, va in Africa e, nella battaglia di El Alamein, viene ferito gravemente. Finisce la guerra e si trasferisce a Roma. Si sposa nel 1948, con la milanese Olga Barberis, che lo convince a tornare nella nostra città, andando ad abitare in via Mascagni.

# La carriera in Rai

Di A.C. Marcello Marchesi – Opera propria, CC BY-SA 4.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid

Quando nasce la Rai lui è tra i primi ad essere ingaggiato per la realizzazione di spettacoli di varietà. Marchesi è un ciclone di idee, sforna spettacoli e battute con una frequenza impressionante e scrive canzoni, una su tutte “Bellezza in bicicletta”.

Tra le trasmissioni che realizza troviamo “il signore di mezza età”, con lui stesso protagonista, “Ti conosco mascherina”, “Quelli della domenica”, “Bambole non c’è una lira” e due “Canzonissima”, quella del 1968 e quella del 1972.

# Ideatore di tantissime battute e aforsimi, molte entrate nel mondo della pubblicità

Poi è l’ideatore di tantissime battute e aforsimi, molte delle quali sono entrate nel mondo della pubblicità: “con quella bocca può dire ciò che vuole” (dentifricio Chlorodont), “non è vero che tutto fa brodo” (il buon brodo Lombardi) e “basta la parola” (pastiglie Falqui).

Era un uomo che sapeva parlare del passato e del presente in modo ironico e critico, senza stereotipi, denotando una libertà intellettuale unica: “la mia vita è stata ossessionata dalla belle èpoque. Mia madre, mia nonna … tutti idealizzavano quel periodo. Ma, se ci pensate, allora (per esempio) non c’erano i termosifoni. Si dice che era l’epoca delle carrozze, ma su mille persone che andavano a piedi, uno solo si poteva permettere la carrozza; oggi su mille che vanno in auto, uno solo va a piedi…e viene pure messo sotto da un’auto“.

# Scopritore di talenti

Di A.C. Marcello Marchesi – Opera propria, CC BY-SA 4.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Marcello Marchesi

Poi Marchesi scopre talenti: Sandra Mondaini, Paolo Villaggio, Gino Bramieri e Walter Chiari, solo per fare alcuni nomi. Verso al fine degli anni sessanta si separa dalla moglie e si unisce ad Enrica Sisti, che gli donerà il figlio Massimo, nel 1976. Intanto si tarsferisce a Roma: il 19 luglio del 1978 morirà in un incidente in mare, mentre si trova a nuotare in Sardegna.

Girerà sette film come regista e quarantatre come sceneggiatore. Ha scritto una trentina di canzoni, inciso tre 45 giri, ideato una ventina di varierà radiofonici e quattro opere teatrali, scrivendo infine una quindicina di libri.

FABIO BUFFA

Continua la lettura con: 

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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I cinque attacchi di velocità improvvisa tipici del milanese

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Ph. @trixaudierne IG

La caratteristica più tipica di Milano è la velocità. Appare e scompare in modo improvviso, spesso senza un senso. 

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I cinque attacchi di velocità improvvisa tipici del milanese

#1 La corsa per la metro

Ph. @irena_leite IG

Anche se tutti sanno che anche se la si perde quella successiva passa dopo tre minuti.

#2 All’arrembaggio delle scale mobili

Ph. @lacooperativadicortina IG

Le scale mobili rappresentano un richiamo irresistibile per chi è di Milano. Come una parete per Spider Man. Più sono mobili e più bisogna accelerare il passo, in salita o in discesa. E con chi osa fermarsi sulla sinistra nessuna pietà. 

#3 L’alta velocità con cui si fugge da un treno ad alta velocità

Ph. @milanopersempre.it IG

Sarà l’ansia di rientrare a Milano? Sarà il timore che il treno appena arrivato in stazione venga aspirata da un’astronave di marziani? I ricercatori stanno ancora studiando di capire come mai per i milanesi l’alta velocità sia quella che i milanesi mettono per uscire dal treno quando si ferma e, una volta scesi, mettersi in salvo fuori dalla stazione. 

#4 Gli scatti sul marciapiede

Ph. @guto.pessoa IG

I milanesi detengono il record sul Guinness dei Primati di velocità sul marciapiede. Ma non si tratta di un ritmo costante. Se lo si osserva bene si tratta di scatti continui che dipendono da due variabili: 

  • la velocità degli altri passanti
  • i pensieri nella mente

#5 Il cambio di coda 

credit: dissapore.com

Per chi è di Milano mettersi in coda rappresenta solo la prima tappa di uno slalom per cogliere ogni opportunità di scegliere la fila più rapida. Il più classico cambio di coda è alle casse del Supermercato. Bastano poche frazioni di secondo per intuire fin da subito il risultato della seguente equazione: lunghezza della coda divisa per la velocità di chi sta alla cassa moltiplicata per l’età media di chi sta nella fila. Un’occhiata e la mente elabora un coefficiente che porta a scegliere dove posizionarsi. Ma è solo il punto di partenza per iniziare lo slalom tra le file. 

Continua la lettura con: Le 7 cose della vita quotidiana di Milano che costano una fucilata

ARTEMIO

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In treno fino a Singapore: il viaggio più lungo del mondo (con un solo biglietto)

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reddit - Lagos-Vietnam

Era il viaggio più lungo del tempo da fare in treno con un unico biglietto. Da Lisbona a Singapore, il grande sogno degli appassionati di viaggi ferroviari, attraverso 13 nazioni. La crisi geopolitica attuale ha interrotto alcune tratte tra l’Europa e la Russia, rendendo impossibile completare questo itinerario solo in treno, ma questo non lo rende meno affascinante. Anche perché esistono dei mezzi o itinerari sostitutivi per completare il percorso.

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In treno fino a Singapore: il viaggio più lungo del mondo (con un solo biglietto)

# Un’avventura ferroviaria senza eguali: da Lagos a Singapore

p.lieske IG – Stazione Lagos, Portogallo

Per gli appassionati di viaggi su rotaia, esiste un itinerario che rappresenta il non plus ultra dell’avventura: un viaggio in treno che collega Lagos, nella regione dell’Algarve in Portogallo, a Singapore. Questo percorso epico si snoda attraverso 13 nazioni, coprendo una distanza impressionante di 18.755 chilometri. Grazie all’integrazione di diverse tratte ferroviarie, inclusa la linea Laos-Cina inaugurata nel dicembre 2021, era diventato possibile attraversare l’Europa e l’Asia con un unico biglietto, per un costo stimato tra 1.000 e 1.755 euro a seconda del periodo, della classe e delle soste che si desiderano effettuare durante il tragitto. 

# La ferrovia Laos-Cina: un ponte tra continenti

China Railway – Xinhua – Xing Guangli – Treni sulla linea Laos-Cina

L’inaugurazione della ferrovia Laos-Cina ha rappresentato una svolta significativa per i collegamenti ferroviari tra Europa e Sud-Est asiatico. Dal suo lancio, ha trasportato oltre 43 milioni di passeggeri e movimentato 4.830 tonnellate di merci, trasformando il Laos in un hub strategico per il trasporto regionale. Questo sviluppo infrastrutturale non solo facilita i viaggi a lunga distanza, ma promuove anche il commercio e il turismo tra le nazioni coinvolte, consolidando legami culturali ed economici lungo l’intero percorso ferroviario.​

# Attraversare 13 paesi in 21 giorni: un mosaico di culture e paesaggi

reddit – Lagos-Vietnam

Il viaggio inizia in Portogallo e prosegue attraverso Spagna, Francia, Polonia, Bielorussia, fino a raggiungere Mosca. Da lì, il percorso continua attraverso la Mongolia e arriva a Pechino. Grazie alla nuova ferrovia Laos-Cina, attiva dal dicembre 2021, è possibile proseguire fino a Vientiane, la capitale del Laos, poi Bangkok e infine Singapore. Durante il tragitto, i viaggiatori hanno l’opportunità di sostare in città emblematiche come Lisbona, Madrid, Parigi, Mosca e Pechino, immergendosi in una varietà di culture e panorami mozzafiato. In totale, si attraversano 13 paesi in 21 giorni, rendendo questo viaggio un’esperienza unica nel suo genere, anche se al momento è complicato passare dall’Europa alla Russia.

# Le tratte interrotte a causa del conflitto Russia-Ucraina

Attualmente, a causa delle sanzioni e delle tensioni geopolitiche dovute alla guerra in Ucraina, i collegamenti diretti tra Bielorussia e Russia, in particolare per quanto riguarda il trasporto ferroviario e degli autobus, sono molto limitati o addirittura sospesi. Un’alternativa, prima che il servizio ferroviario venga ripristinato, è quella di passare dai Paesi Baltici e salire fino al confine russo puntando verso San Pietroburgo, anche se pure in questo i caso i collegamenti rimangono difficili.

Continua la lettura con: Milano – Istanbul in treno: il viaggio più avventuroso da fare in Europa

FABIO MARCOMIN

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Le 7 parole desuete del milanese che bisognerebbe riportare alla luce

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acquaevento19 IG - Scarliga merluss

Ci sono parole del milanese antico che oggi non si sentono più. Eppure sarebbero così utili al giorno d’oggi. 

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Le 7 parole desuete del milanese che bisognerebbe riportare alla luce

#1 Sifülot de menta

storiemeneghine.it – Sifülot de menta

Il significato è letteralmente fischietto di pianta aromatica, quella caramella a forma di zufolo, venduta sui banchetti delle fiere paesane, che però non fischiava in quanto priva della pallina. Questo termine milanese è per indicare delle persone un po’ tarde di comprendonio. Potete dirgli: «Te sei proprio un sifülot de menta!». Ci capirà ancora meno, ma sei che raffinatezza?

#2 Urlucc

pixabay- Alicia_Chant – Allocco

Significa allocco e veniva utilizzata per riferirsi a una persona non troppo giusta di testa, uno stupidotto. Invece del clacson potete gridare: «Datti una mossa, urlucc!»

#3 Gras de rost

Sei proprio un grasso di arrosto. L’arrosto non deve essere né troppo secco, né troppo pieno di grasso poiché rischia di renderlo poco piacevole al palato e gelatinoso. Il termine significa in poche parole: pesante, insopportabile, una persona che esagera e diventa antipatica e fastidiosa. Praticamente il 90% di chi frequentiamo oggigiorno. 

#4 Scarliga merluss

acquaevento19 IG – Scarliga merluss

Scarliga merlus” deriva dal detto “Scarliga merlus, che l’è minga ‘l tò ùss” che tradotto in italiano significa: scivola via merluzzo che questo non è il tuo posto.  C’erano alcuni mercanti che trasportavano il pesce in città senza pagare il dazio e in caso di ispezione, i funzionari corrotti li avvisavano con questa frase. Oggi è utilizzato per allontanare qualcuno di indesiderato “vai via”, “allontanati“. Facendogli segno con la mano. Meraviglioso. 

Leggi anche: Le parole più incomprensibili del milanese

#5 Martur

Questo termine definisce invece una persona priva o scarsamente dotata di intelligenza, avvedutezza e buonsenso, in poche parole uno sciocco. Onomatopeico. 

#6 Tripee de maiolega

Un oggetto instabile per via dei suoi piedi e un tipo di ceramica molto bella ma altrettanto fragile: la traduzione letterale è infatti “treppiede fatto di maiolica”.  Nel dialetto milanese si usa per riferirsi a una persona non troppo affidabile. Così si può apostrofare un tira pacchi. 

#7 Gaetana

LeSpecialiste-pixabay – Borse

Letteralmente borsa da viaggio: qualcosa che contiene tutto quel che può servire, non solo la spesa. Un derivato del fagotto, un qualcosa con cui ti spostarsi, o viaggiare, con l’occorrente necessario. Invece di valigia o borsetta, se ci portiamo una gaetana sai che figura con le amiche?

Continua la lettura con: Queste erano le parole più usate a Milano…10 anni fa

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Design nella Metro: i 5+1 motivi che rendono la Linea 1 unica al mondo

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Ph. @livingcorriere IG

I visitatori del Fuorisalone forse non si accorgeranno di venire letteralmente trasportati dal design.

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Design nella Metro: i 5+1 motivi che rendono la Linea 1 unica al mondo

#1 Franco Albini, il maestro del design dietro la M1

Non tutti sanno che dietro il progetto della metropolitana milanese si cela il genio di Franco Albini, uno dei più illustri vincitori del Compasso d’Oro nella storia italiana.

Affiancato da Franca Helg e dal designer grafico Bob Noorda, Albini ha firmato la progettazione della prima linea della metropolitana di Milano, inaugurata il 1° novembre 1964. Un’opera destinata a diventare un modello di riferimento internazionale. “Ha creato uno standard che ha fatto scuola in tutto il mondo”, ricordava la maison Nava nel 2014, in occasione del cinquantesimo anniversario della M1. Per celebrare l’infrastruttura, il brand ha persino dedicato alla metropolitana un orologio da collezione.

Ma l’eredità di Albini e Noorda non si ferma qui: a loro si deve anche il design del primo logo della metropolitana (immagine sopra).

#2 La M1 è stata il primo sistema unificato che integra elementi architettonici, grafici e d’arredo

Credits: @atm_milano
M1

La Linea 1 della metropolitana di Milano rappresenta ancora oggi un esempio d’avanguardia nel panorama del design applicato ai servizi pubblici. Albini e il suo team non si limitarono alla progettazione tecnica, ma integrarono architettura, grafica e arredo in un unico sistema coerente. Un approccio innovativo, che trovava un solo precedente: l’aeroporto di Heathrow, a Londra, uno dei primi a sviluppare un progetto organico di segnaletica.

#3 Il font delle scritte è stato ideato da Bob Noorda

Maps – Fermata Conciliazione M1

A dare un’identità visiva alla metropolitana milanese è stato Bob Noorda, che ideò una versione personalizzata dell’Helvetica: il Noorda. Un font che, ancora oggi, caratterizza la segnaletica della rete.

#4 Sono i colori di Milano

Lorenzo Terzi FB – Barriere antifumo M1

La scelta cromatica della M1 non è casuale: il rosso e il bianco richiamano i colori di Milano, consolidando il legame tra l’infrastruttura e la sua identità storica.

#5 I tondini resistenti ai tacchi

sanbabilam4 IG – Uscita M1

Perfino il pavimento della metropolitana è frutto di un’attenta progettazione. I tondini grigi della pavimentazione furono sottoposti a rigorosi test per garantirne la resistenza ai tacchi delle signore, dimostrando come ogni dettaglio del progetto fosse pensato per coniugare estetica e funzionalità.

#5+1 Il corrimano a punto interrogativo

Il corrimano in tubolare metallico è verniciato con lo stesso rosso che caratterizza la linea. Si arriccia nella sua parte terminale come a formare un punto interrogativo. 

Continua la lettura con: Prolungamenti metro e nuova M6

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Una rotonda romana: la soluzione per gli incroci del caos

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Credits: Tom Fisk - Pexels

Incidenti, traffico e disagi legati alla circolazione sono all’ordine del giorno a Roma. Molte volte all’origine di questi problemi ci sono incroci fatti male, non ben segnalati o comunque mal gestiti. E se al posto di questi introducessimo più rotonde? In alcune parti di Roma questa cosa è stata fatta, perché non proporla in altri punti nevralgici della Capitale?

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Una rotonda romana: la soluzione per gli incroci del caos

# Il progetto della rotatoria su via Casilina

Credits: Matthias Zomer – Pexels

Via Casilina è una delle arterie più lunghe, trafficate e accidentate di tutta Roma. Collega diversi quartieri tra Roma Est e Roma Sud e, oltre ad avere diversi tratti in cui passava anche il treno, è piena di grandi incroci.

Uno dei più pericolosi è certamente quello di Grotte Celoni, dove si incrociano proprio via Casilina, via Prenestina e via Collatina, nel territorio del Municipio VI. Per risolvere l’intricato nodo, l’amministrazione municipale ha proposto la creazione di una rotatoria che metterebbe in sicurezza il tratto e velocizzerebbe il transito, decongestionando il traffico. Non essendoci stata grandissima collaborazione da parte del Comune, i lavori non hanno ancora avuto inizio, nonostante l’amministrazione municipale si sia impegnata per il progetto sin dal 2022.

# Alcuni incroci che andrebbero rivoluzionati

Credits: Mikechie Esparagoza – Pexels

Lo stesso problema che affliggeva la Casilina è presente su tante altre strade della città. Per avere un’idea, ecco alcuni esempi:

  • Lungotevere Flaminio e Ponte Duca d’Aosta, di fronte allo Stadio Olimpico, è un punto particolarmente importante perché, vicino a Piazza Mazzini, collega il Foro Italico col Quartiere Flaminio. Qui c’è bisogno di più combinazioni semaforiche per regolare l’attraversamento del ponte, l’attraversamento pedonale e la marcia regolare sul Lungotevere. Inutile dire che il traffico appartiene alla quotidianità in questo punto, eppure se solo si piazzasse una grande aiuola rotonda nel mezzo dell’incrocio e si costringesse il flusso in senso circolare, si risolverebbero 3/4 dei problemi di questa intersezione.
  • Via Medaglie d’Oro e via Mario Romagnoli, vicino a Piazza della Balduina si prepara a diventare un vero incubo per il quartiere. Già prima non era facile permettere un regolare scorrimento dei veicoli, ma con l’introduzione dei semafori diventerà un vero inferno. Perché invece di spendere soldi per i semafori non si è pensato a una rotonda?
  • Via Trionfale e via della Pineta Sacchetti, nel XIV Municipio, collega contemporaneamente Cornelia e l’Ospedale Gemelli, rendendolo uno dei punti nevralgici di Roma Nord. Gli ingorghi e gli incidenti sono quasi inevitabili, eppure una Capitale europea dovrebbe poter garantire un facile accesso agli ospedali. Una rotonda qui potrebbe distribuire i flussi tra via Trionfale, via della Pineta Sacchetti e via Mattia Battistini, migliorando l’accesso alla metro e all’ospedale e riducendo sensibilmente gli incidenti.

# Bisogna ripensare la viabilità romana

Credits: Pavlo Luchkovski – Pexels

Quello degli incroci romani è il fulgido esempio di una situazione in cui sia il problema sia la soluzione sono sotto gli occhi di tutti, tranne di quelli del Comune di Roma. Non si capisce bene per quale motivo l’amministrazione capitolina e quelle municipali, tranne rarissimi esempi, ancora insistano a voler spendere soldi nell’installazione di semafori invece di pensare a soluzioni più efficaci come le rotatorie. Eppure, come si è visto per il Municipio VI, le proposte ci sono. Bisogna iniziare a rivoluzionare il nostro modo di concepire la viabilità a Roma, per evitare le solite infinite code del traffico, sperando che anche al Campidoglio comprendano l’importanza di questa necessità e inizino a uscire progetti di riqualifica per tutta la città.

Continua la lettura con: I 7 ristoranti di cucina tipica più buoni di Roma

RAFFAELE PERGOLIZZI

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La strana storia della casa costruita per fare un dispetto

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credits scenefrommyrun ig

La storia della Montlake Spite House, una casa nata per dispetto.

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La strana storia della casa costruita per fare un dispetto

# Una storia che parte 100 anni fa

Montlake Spite House briefly returns to the market for $600K - Curbed Seattle
credits visitalexva

La storia inizia nel 1925, quando la Montlake Spite House viene costruita a Seattle. Misura quattro metri nel suo lato più stretto, ma nonostante questo, l’architetto che l’ha progettata è riuscito a ricavarne due camere da letto, due saloni, due bagni e una cucina, oltre ad avere uno spazio esterno per barbecue con amici ed altre occasioni.

# Una casa nata da…un litigio

credits Montlake Spite House ig

La vicenda è molto più intrigante di quello che si pensa. Infatti, in inglese Spite House significa “Casa del dispetto” e, secondo una storia che si racconta a Seattle, la casa sarebbe nata da un litigio tra due vicini di casa. Sembrerebbe infatti che i vicini del proprietario del terreno dove attualmente sorge questa casa volessero acquistare il lotto ancora non costruito, ma la richiesta risultò talmente bassa da offendere il proprietario che, proprio per dispetto, realizzò la casa.

# Un valore schizzato alle stelle

credits Montlake Spite House ig

La Montlike Spite House è diventata così famosa a Seattle che il suo prezzo di vendita è aumentato negli anni: nel 1996, la casa è stata venduta per 140 mila dollari e, messa sul mercato in tempi più recenti, ha subito riscosso un grande successo, tanto che è stata nuovamente acquistata per 519 mila dollari. Il valore attuale raggiungerebbe quasi i 750 mila dollari.

# Una tiny house coloniale spagnola su due piani con camere, bagni e salotti

credits Montlake Spite House ig

Il precedente proprietario era un architetto, che ha cercato di mantenere lo stile Revival coloniale spagnolo con qualche influenza italiana, anche nelle piccole ristrutturazioni che ha fatto. Ha dichiarato inoltre di trovare la casa particolarmente confortevole, professandosi soddisfatto anche della posizione, molto vicina ai negozi e alle strade principali.

All’esterno c’è un piccolo giardino, mentre al piano interrato è presente un piccolo salotto, una camera rialzata, un bagno e un garage trasformato in un’altra stanza uso salotto/studio con televisione.

Vista dalla facciata frontale e porta d’ingresso principale appare come una normalissima casa, finché non le giri intorno e arrivi alla porta secondaria del foyer che conduce alla cucina. È lì che ti accorgi che bastano letteralmente due passi per uscire nuovamente dall’edificio.

Continua la lettura con: L’assurda storia della “CASA del DISPETTO”: la casa più STRETTA d’Europa, larga un solo metro

ANDREA PARRINO

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7 canzoni per 7 quartieri di Milano

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Ci scuserà il buon Vasco se prendiamo spunto da uno dei suoi versi più semplici e al contempo più famosi per introdurre il più sonoro dei miei articoli per Milano Città Stato. Mettete su delle buone cuffie e iniziamo il nostro giro turistico, perché oggi presento una canzone per ogni quartiere della città, in senso orario e seguendo i punti cardinali. Hit milanesi di cantautori milanesi. What else?

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7 canzoni per 7 quartieri di Milano

# Precotto: La mia storia tra le dita

Credits tempocasaprecotto IG – Precotto

Partiamo dal nord. Gianluca Grignani, cantautore amatissimo dalle teenagers anni ’90 poi sprofondato in un tunnel di alcool e depressione, è originario della zona nord orientale della città e ha scritto una fra le canzoni d’amore (o meglio della fine di un amore) più struggenti, ovviamente dopo Teorema di Marco Ferradini che però, non essendo milanese ma comasco non rientra nell’elenco dei nostri quartieri.

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# Ortica: Faceva il palo

murales-ortica
Murales Ortica

Faceva il palo nella banda dell’Ortica – Ma era cieco, non ci vedeva quasi più. Chi conosce Milano e la storia del suo cantautorato non può non conoscere questo capolavoro di Enzo Jannacci, il re di Città studi e di Via Ortica nonché dei primissimi spettacoli da cabaret nei locali della Milano anni’70.

# Forlanini: Ricomincio da qui 

andreadt.45 IG – Forlanini

Un quartiere o meglio una zona quella sud est di Milano che ha regalato talenti di ogni campo, e la musica non ha fatto eccezione. Da queste parti sono cresciuti il giovane Rkomi e anche J-Ax degli Articolo 31 (Corvetto) nonché Gue Pequeno (San Donato) ma se mi è concesso, questo quadrante di Milano lo dedico a Malika Ayane, nata e cresciuta in viale Ungheria. Ovvero, a due passi da via Mecenate, la strada che ha dato i natali a chi scrive.

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# Rozzano: Se è vero che ci sei 

Veduta Aler Rozzano

Il punto cardinale estremo sud di Milano, Rozzano, ha prodotto principalmente automobilisti e cantautori. Se fra i primi il più famoso è certamente il compianto Michele Alboreto, fra i cantanti svetta Biagio Antonacci, che in Se è Vero che ci sei tira fuori tutta la dolcezza rappresentativa della sua musica e della sua intera discografia.

# Barona: Tutto questo 

Credits dosher.bn.cta.ien IG – Barona

Fabio Rizzo in arte Marracash è l’unico dei nostri cantautori che annoveriamo fra milanese anche se in realtà è nato in Sicilia, questo perché è cresciuto in uno dei più robusti quartieri popolari di Milano, situato nella periferia sud-ovest. Oggi Marracash continua ad essere uno degli artisti hip hop più ascoltati del paese, rappresentando quella musica di strada che in Italia è stata portata all’Olimpo da sua maestà Neffa, e Tutto Questo è certamente fra i suoi pezzi più celebri.

# San Siro: Luci a San Siro 

Credits Andrea Cherchi – San Siro con vista Alpi

Originario di Carate Brianza e cresciuto a Milano, Roberto Vecchioni è conosciuto semplicemente come “il professore”, a causa della sua carriera nell’istruzione presso il noto Liceo Classico Cesare Beccaria di Milano. La canzone più famosa del grande autore nostrano è certamente quella che, in eterno, resterà la colonna sonora dello stadio intitolato al bomber nerazzurro Giuseppe Meazza.

# Baggio: Cara Italia 

Credits Andrea Cherchi – Chiesa di Baggio

All’ultimo pit stop prima di completare il giro canoro ci fermiamo a Baggio, non lontano da San Siro, e misceliamo la cultura nordafricana con il rap milanese di Ghali. Che nel pezzo che abbiamo messo in oggetto da una sua descrizione spietata ma per certi versi autentica del nostro paese.

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# Duomo: Oh mia bela Madunina

Credits: @andreacherchi_foto
Madonnina

E così come la punta di un compasso chiudiamo il cerchio con il centro città e con la più famosa delle canzoni milanesi, scritta da Giovanni d’Anzi nel lontano 1934. La cui versione più celebre, o meglio quella a cui sono personalmente più affezionato resterà quella di Nanni Svampa.

“…Tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan!”

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CARLO CHIODO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @milanesando IG

La foto del giorno: oggi siamo in corso Garibaldi 27 al Giardino Giuni Russo, inaugurato nel Settembre 2024 nel Chiostro del CAM, vicino a dove abitava la cantante di Un’Estate al Mare

Ph. @milanesando

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Cosa fai quando a Milano ti salutano dicendoti Ciao Bro

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Don’t call me bro. 
 

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L’Ex Macello si rinnova: ecco “Aria”, il nuovo progetto di riqualificazione

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credits Fondazione Housing Sociale facebook

Era uno dei mercati del macello migliori d’Europa. Dopo il trasferimento nella zona est della città agli inizi del ‘900 e la dismissione nel 2005, è rimasto in abbandono per anni. Ora l’area sarà oggetto di un grande progetto di riqualificazione di nome Aria.

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L’Ex Macello si rinnova: ecco “Aria”, il nuovo progetto di riqualificazione

# La storia di uno dei mercati del macello migliori d’Europa

credits Stefano Bianco ig

L’Ex Macello di Milano, costruito nel 1920 nel quartiere Calvairate, ha vissuto un lungo periodo di abbandono dopo la chiusura definitiva del 2001. Nel 1929 arrivò il trasferimento in viale Molise 62. Tutta l’area è in disuso da decenni, eccetto il Mercato Avicunicolo, con il progressivo smantellamento iniziato progressivamnte negli anni ’90. Negli ultimi anni, ha ospitato eventi culturali e artistici, ma ora è al centro di un vasto progetto di riqualificazione urbana. 

# Una struttura per 5.000 persone

credits Stefano Bianco ig

Il 4 dicembre del 2019, il Comune di Milano ha indetto, insieme a C40, il bando internazionale Reinventing Cities per dare un futuro all’area dell’Ex Macello. Due anni dopo, il 23 luglio 2021, è stato annunciato il progetto vincitore. Il campus sarà uno dei più grandi poli di alta formazione in Italia dedicati alla creatività, al design e alla cultura. Saranno presenti aule all’avanguardia, laboratori specializzati, spazi espositivi, biblioteche e aree verdi pensate per stimolare la ricerca e l’innovazione.

La nuova struttura si pone l’obiettivo di accogliere studenti, docenti e personale amministrativo, per un totale di circa 5.000 persone.

# Un progetto da 30.000 metri quadrati

credits Stefano Bianco ig

Tra i protagonisti di questa trasformazione c’è l’Istituto europeo di design (IED), che realizzerà un nuovo campus internazionale di grande rilievo. Attualmente, lo IED conta circa 20.000 metri quadrati distribuiti in dieci sedi sparse per Milano. Con il progetto Aria, l’istituto amplierà la propria superificie a 30.000 metri quadrati, riunendo tutte le sedi in un unico campus situato nei padiglioni storici dell’Ex Macello.

Circa un mese fa, inoltre, il presidente di Municipio 4 Stefano Bianco ha fatto un piccolo giro nell’enorme cantiere che è all’interno dell’area dell’Ex Macello di viale Molise a Calvairate, facendo sapere he i lavori di bonifica ambientale sono stati completati in molti lotti all’interno del complesso. Ora dovrebbe essere avviata la bonifica bellica per le le aree dove saranno necessarie opere di scavo.

# Un’idea low cost per 1.200 persone

credits Stefano Bianco ig

Al centro del progetto c’è poi la realizzazione di un quartiere “low cost” con 1.200 appartamenti di housing sociale, il 60% disponibile per l’affitto affittato e il 40% per la vendita su un’area di 60.000 mq. Per un appartamento di 50 mq il canone di affitto mensile è di circa 500 euro, per uno da 70 mq circa 600, per l’acquisto si dovrebbe rimanere sotto i 3.000 euro/mq. Nell’area anche 7.000 abitazioni a mercato libero.

# Il primo quartiere a impatto ambientale negativo

credits Fondazione Housing Sociale ig

Uno degli aspetti più innovativi del progetto Aria è il suo impegno per la sostenibilità ambientale. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio quartiere a impatto ambientale negativo di Milano, grazie a soluzioni tecnologiche avanzate. 

Tra le principali innovazioni abbiamo:

• sistemi di riscaldamento di quinta generazione per ridurre il consumo energetico

• impianti fotovoltaici per alimentare il quartiere con energia rinnovabile

• recupero degli edifici storici per ridurre l’impatto delle nuove costruzioni

• spazi verdi e mobilità sostenibile, con percorsi ciclopedonali e colonnine di ricarica per veicoli elettrici

Continua la lettura con: Nuovi cantieri per la riqualificazione di Loreto

ANDREA PARRINO

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La deriva americana delle città europee: le 7 soluzioni da attivare a Milano contro i segnali più allarmanti

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Ph. @ariannapoglianitrue IG

Il vecchio continente è in crisi. Forse da un secolo, ormai. Ma al declino geopolitico ed economico si sta affiancando un nuovo fenomeno sempre più inquietante. Sta arrivando anche nelle grandi città europee una deriva sociale che, oltreoceano, ha reso le metropoli luoghi distopici, angoscianti e poco accoglienti se non per una minima parte di abitanti privilegiati.

Milano, che come sempre anticipa quello che poi avverrà in tutta Italia, da questa degenerazione non sembra purtroppo immune. Anzi, cominciamo a vedere da tempo i primi allarmanti segnali. 

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La deriva americana delle città europee: le 7 soluzioni da attivare a Milano contro i segnali più allarmanti

# Milano è diventata una città per ricchi?

Attico San Babila

E’ purtroppo innegabile che la crescita di Milano, la sua rigenerazione gigantesca iniziata anni fa, stia rendendo la metropoli ambrosiana un luogo sempre più esclusivo. Ma questo incide profondamente anche sul prezzo al metro quadro delle sue case. Una onesta famiglia con redditi normali non può comprare casa da zero: è praticamente impossibile se non ipotecando completamente il proprio futuro. Non solo i prezzi delle case sono alti, ma anche le spese e i costi in generale, mentre gli stipendi crescono in maniera impercettibile, tanto che si fatica a trovare autisti di filobus e manovratori di tram.

Leggi anche: Costo della vita e stipendi: Milano e Dubai, un confronto a sorpresa

# La microcriminalità fuori controllo

Le zone rosse di Milano

Ci stiamo facendo l’abitudine: scippi, borseggi, aggressioni, gente che salta i tornelli della metropolitana e che viaggia regolarmente senza biglietto, muri imbrattati e molto altro. Nei treni suburbani, in special modo di notte, il capotreno si chiude in cabina con il macchinista ed esce solo per aprire e chiudere le porte del convoglio. Come dargli torto? Di notte si trovano bande di ragazzi violenti, strafatti, senza tetto, tossici, ubriachi, gente che grida e sputa mentre tiene comodamente i piedi sui sedili. Girare tra i vagoni, a cosa servirebbe se non a mettere a rischio la propria incolumità? Una situazione simile la si riscontra anche su alcune linee di superficie, come sulla famigerata 90/91 diventata da tempo immemore dopo le 22:00 una sorta di zona franca.

In questo quadro deprimente, borseggiatori e borseggiatrici più e più volte filmati e arrestati continuano la loro attività certi della quasi totale impunità. La delinquenza è sempre esistita, certo, ma ora grazie ad una incontrollata e indiscriminata immigrazione senza regole la situazione sta degenerando, acquisendo preoccupanti connotazioni etniche che rischiano di innescare sentimenti razzisti finora alieni alla mentalità dei milanesi. 

Lorenzo Zucchi – Degrado

A Milano prima la criminalità organizzata aveva un’impronta meridionale, conil problema delle cosche della ‘Ndrangheta, soprattutto. Da alcuni anni le cronache hanno modificato il tiro: lo scenario è quello di bande di latinoamericani, di giovani magrebini, di africani. Qualcosa che ricorda molto certi film ambientati nella peggiore Los Angeles, dove in degradate periferie popolate da tossici e sbandati che rendono lo spaccio di droga l’attività principale e dove gli omicidi sono all’ordine del giorno, le tensioni razziali sono sempre pronte ad esplodere.
Questa criminalità dilagante porta con sé anche una voglia di giustizialismo decisamente pericolosa, una reazione che rischia di provocare qualcosa di incontrollabile e un desiderio di liberalizzare il porto d’armi del quale non abbiamo certo bisogno. I primi episodi si sono già verificati. E il far finta di niente oppure quello di bollare come razzista chiunque sottolinei che esiste un problema immigrazione clandestina sta solo peggiorando il clima di tensione. 

Leggi anche: Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

# Il capitalismo esasperato che diventa sopraffazione

Andrea Urbano – Immigrato dentro una banca

Il numero di poveri sta aumentando esponenzialmente: non solo si vedono interminabili file davanti alle associazioni di volontariato, ma anche la quantità di senzatetto accampati in giro per Milano è ben oltre il livello di guardia. Ci siamo alla presenza di clochard soprattutto nei mesi invernali all’interno dei bancomat, sotto i portici di molti palazzi, sui sedili dei mezzi pubblici, in una situazione di igiene precaria tra puzza ed escrementi. A tutto questo c’è oramai una sorta di rassegnazione, di assuefazione.
Tutto questo richiama alla mente l’immagine delle metropoli USA, dove disperazione, degrado, violenza, emarginazione e povertà oramai oltre ogni limite.

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Ridzwan ‘Paperhand’ Arifin (@wanfwpaperhand)

Vogliamo davvero importare oltre agli iPhone e ai Simpson un modello di società fondato su un esasperato concetto di capitalismo? Negli USA questo modello si è saldamente consolidato, radicato da tempo in modo profondo. Noi siamo nati e formati altrove. I nostri valori, che ci distanziano da quel mondo così diverso, solidarietà e uguaglianza, sono concetti imprescindibili.

# Le 7 soluzioni per invertire la rotta

Elaborazione grafica AI – Milano Centrale

Le soluzioni per evitare che i ricchi siano solo straricchi viziati, che rendono la città inaccessibile e noiosa, e che i poveri siano dei miserabili, affinché le nostre città non diventino luoghi di emarginazione e disperazione, non sono poi tanto difficili da applicare. Eccone alcune, per esempio:

  • un controllo più esteso e capillare delle forze dell’ordine, intervenendo con decisione anche contro i piccoli soprusi: se durante il Covid si è riusciti a punire anche piccole infrazioni, come quella di tenere la mascherina abbassata, si può adottare misure simili contro la microcriminalità
  • migliorare il servizio di pulizia della città, perché il degrado aumenta la percezione di pericolo e incentiva comportamenti asociali;
  •  
  • aumentare tutti gli stipendi, soprattutto quelli più bassi, e in particolare cercare di equilibrare il rapporto tra stipendi e costo della vita che è diventato sproporzionato e fuori controllo. Al contempo bisogna pensare a iniziative per diminuire le ore di lavoro in modo che i cittadini possano dedicare più tempo alla propria salute, alla famiglia, alla crescita personale, alle relazioni sociali, alla formazione;
  • incentivare il lavoro da casa, così che ci sia meno traffico, meno inquinamento, risparmio sul costo dei trasporti;
  • dare una occupazione socialmente utile ai disoccupati, dando in cambio, oltre ai soldi, un po’ di dignità;
  • potenziare i servizi sociali e la sanità;  
  • aumentare gli alloggi a prezzi calmierati.

Tutte cose per le quali i fondi si possono trovare agevolmente. Anche attraverso una politica di coinvolgimento dei più ricchi, finora i più favoriti dalle politiche locali. 

Continua la lettura con: Il bivacco nei Bancomat: l’ultima frontiera della disperazione sulle strade di Milano

ANDREA URBANO

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