Anche il BLOCCO LICENZIAMENTI non è servito: in Italia OCCUPAZIONE CROLLATA  più che nei paesi senza blocco

Il blocco non ha evitato il declino di un mercato del lavoro già in crisi: qual è la causa principale della crisi occupazionale?

0

Il blocco non ha evitato il declino di un mercato del lavoro già in crisi: qual è la causa principale della crisi occupazionale?

Anche il BLOCCO LICENZIAMENTI non è servito: in Italia OCCUPAZIONE CROLLATA  più che nei paesi senza blocco

Nel mondo del lavoro in Italia la domanda e l’offerta faticano a incontrarsi e il blocco dei licenziamenti non è riuscito a migliorare la situazione: se prima della pandemia avevamo già il più basso tasso di occupazione nell’OCSE – Solo il 54,8% degli italiani aveva un’occupazione, tenendo conto anche dei lavori part time – ora, nonostante il blocco dei licenziamenti, l’occupazione è crollata ulteriormente come nei paesi che non hanno imposto il blocco.

# Da gennaio 2020 più di un milione di persone hanno perso il lavoro

credit: greenreport.it

I dati parlano chiaro: a gennaio di quest’anno l’Italia aveva perso oltre un milione di posti di lavoro rispetto al gennaio 2020 e quelli che hanno pagato maggiormente le conseguenze della crisi sono stati gli ousiders, ovvero chi lavora senza le sicurezze tipiche del lavoro dipendente. Le assunzioni sono quasi nulle, soprattutto per i più giovani, e 333 mila lavoratori a termine hanno perso il loro posto. Senza contare i molti lavoratori irregolari che non rientrano nelle statistiche ma che in Italia rappresentano una grande percentuale, infatti sono circa 3,7 milioni le persone che lavorano in nero o sono impiegate in attività illecite (dati Istat).

# La degenerazione di una catastrofe già in corso

Questa situazione di crisi è stata solo accentuata dalla pandemia, ma è il risultato di un mercato del lavoro anomalo e destrutturato, caratterizzato da lavori a tempo determinato, occasionali e contratti a chiamata. E se la sottoccupazione è scandalosa per gli uomini, per le donne lo è ancora di più. Una catastrofe quindi che era già in corso, incentivata ancor di più dalla pandemia che però non ne è la causa primaria. Tuttavia, la cosa più sconcertante è che anche durante l’attuale crisi – in base ad una indagine mensile Anpal-Unioncamere – ci sono un milione di posti di lavoro vacanti, cioè posti per le quali le imprese fanno fatica a trovare le persone adatte. Com’è possibile?

# I centri per l’impiego in Italia non funzionano: bisogna partire da lì?

credit: milanopost.info

Secondo First Online, le motivazioni sono principalmente due: l’inefficienza e la macchinosità dei centri per l’impiego e la quasi totale assenza di orientamento e formazione. Se i centri per l’impiego dovrebbero ampliare l’offerta lavorativa, basta utilizzare i siti dedicati per accorgersi che il risultato è proprio l’opposto; le città vengono infatti divise in “sotto aree” ristrette e la qualifica per cui si cerca deve essere molto specifica, riducendo drasticamente il range di ricerca ed escludendo valide opzioni. Il secondo problema è la mancanza di orientamento e formazione, anche questo compito che dovrebbe spettare ai centri per l’impiego e che invece viene svolto solo in qualche zona d’Italia.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Insomma, in Italia i centri per l’impiego non funzionano: chi è già formato raramente trova un’offerta che coincida con l’area e la qualifica indicata, e chi non lo è non riceve alcuna assistenza per orientarsi e/o formarsi. Il cambiamento dovrebbe partire da lì?

Fonte: First Online

Leggi anche: ARTE4: la nuova metro decorata con OPERE D’ARTE. Ma scoppia lo scandalo: gli artisti lavoreranno GRATIS?

ROSITA GIULIANO

Leggi anche: Quanto guadagna Mario Draghi, uno degli uomini più potenti al mondo

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.


Articolo precedenteA Copenaghen la METRO è GESTITA dall’ATM di Milano
Articolo successivoRoma da bere: 5 COCKTAIL per 5 LOCATION dove l’aperitivo è una SORPRESA
Rosita Giuliano
23 anni e tanti sogni da rincorrere per il mondo. Mentre li inseguo, sorrido e scrivo.