Il CAPODANNO CINESE: 5 curiosità che pochi conoscono tra cucina, miti e leggende

Il 12 febbraio viene celebrato il Capodanno cinese in una veste diversa rispetto al solito. Scopriamo insieme le tradizioni e le leggende che lo definiscono da più di 3500 anni

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Credits: Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano

In molti avranno sentito parlare del Capodanno cinese o, almeno una volta, si saranno imbattuti nei festeggiamenti che animano la Chinatown milanese. Ma in quanti conoscono davvero le origini di questa festa, i suoi miti e le sue leggende?

Il CAPODANNO CINESE: 5 curiosità che pochi conoscono tra cucina, miti e leggende

# Una festa ricca di colori e divertimento

Credits: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano

Mancano pochissimi giorni al Capodanno cinese che quest’anno cade il 12 febbraio e, di solito, nelle Chinatown italiane c’è un grande fervore per i preparativi alla parata e ai festeggiamenti. Milano, considerata l’epicentro della migrazione cinese in Italia, non è di certo da meno. Sarà capitato a molti di voi di imbattersi in lanterne rosse e decorazioni con caratteri cinesi, ma quest’anno anche il suo quartiere di Paolo Sarpi deve fermarsi e rimandare a tempi migliori le iniziative che animano da anni le vie cinesi.

Nell’attesa di potervi invitare a partecipare a laboratori di calligrafia e di carta intagliata, l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano vi guiderà alla scoperta di quel che ancora non sapete sulla più importante festività del calendario cinese, dando il benvenuto all’anno del Bue insieme.

#1 La fortuna si nasconde in cucina. Ecco alcuni piatti tipici del Capodanno cinese

Credits: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano

Conosciuto anche come Festa di Primavera – in cinese 春节 Chunjie – ha origini che risalgono a 3500 anni fa e, come ogni festa tradizionale che si rispetti, è caratterizzata da numerose leggende.

Come per il cenone di San Silvestro, in Cina i festeggiamenti cominciano la sera della vigilia di Capodanno con una cena a base di piatti tipici. Infatti, come noi di solito prepariamo pietanze portafortuna, i cinesi non sono da meno. Al posto del cotechino con le lenticchie, troviamo quei piatti che, per via del loro significato o per giochi di omofonie linguistiche, nascondono una simbologia legata alla fortuna e all’abbondanza. Tra questi, non possono mancare i ravioli – in cinese 饺子 jiaozi –  per via della loro forma che ricorda i lingotti d’oro. Anche il pesce non manca mai sul banchetto di Capodanno, perché in cinese 鱼yu di “pesce” si pronuncia esattamente come il carattere 余yu di “abbondanza”. E, sempre per una questione di omofonia linguistica, anche gli gnocchi cinesi rientrano nel menù del primo dell’anno: il loro nome cinese 年糕niangao si pronuncia come la frase “ogni anno più in alto” dove nian significa “anno” e 高gao “alto”.

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#2 Due settimane di tradizioni e scaramanzie: allontanare i demoni per augurare la buona sorte

Credits: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano

I festeggiamenti della Festa di Primavera continuano per due settimane, durante le quali è buona abitudine compiere attività di buon auspicio. La tradizione prevede che la casa venga minuziosamente pulita per scacciare i demoni cattivi e preparata alle fortune dell’anno venturo. Inoltre, vengono acquistati e regalati vestiti nuovi e non mancano mai i riferimenti al colore rosso negli abiti e nelle decorazioni che ornano abitazioni e strade. I quindici giorni di festeggiamenti si concludono con la Festa delle Lanterne – in cinese 元宵节Yuanxiao Jie – che si svolge il quindicesimo giorno del nuovo anno, in coincidenza con la prima luna piena dell’anno. Insomma, è chiaro che il colore rosso non manca mai. Da cosa deriva questa usanza?

#3 L’usanza del colore rosso: la leggenda del mostro Nian e le buste rosse

Credits: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano

La tradizione legata al colore rosso affonda le sue radici nella leggenda del mostro Nian. Si racconta che alla vigilia del nuovo anno, le persone fuggivano dal proprio villaggio verso montagne remote, per salvarsi dal feroce mostro, che usciva dalla sua tana alla ricerca di raccolto, bestiame e umani. Un anno, un anziano signore rimase nel villaggio e trovò un rimedio per mettere in fuga il mostro: iniziò a bruciare bamboo per fare suoni scoppiettanti – lo stesso rumore che oggi è riprodotto dai petardi – e appese fuori dalle abitazioni e per le strade lanterne di colore rosso. Scoprì così che Nian era terribilmente spaventato da questo colore e dai rumori forti. Da quel momento, ogni anno alla vigilia, vengono scoppiati petardi e le strade e le abitazioni vengono decorate con lanterne rosse e scritte portafortuna.

Inoltre, è usanza che gli adulti della famiglia regalino ai più giovani delle buste rosse 红包hongbao (hong “rosso” e bao “borsa”) contenenti denaro, come augurio di buona fortuna e prosperità.

#4 Le scritte portafortuna e le premonizioni dei segni zodiacali

Credits: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano

Passeggiando per le vie di qualsiasi città o villaggio cinese durante il periodo del Capodanno è impossibile non imbattersi in strisce di carta rossa appese agli stipiti delle porte delle case o dei negozi. Solitamente le scritte sono dipinte con inchiostro nero o oro e riportano versi benaugurali, di solito in rima.

È interessante come, secondo il calendario cinese, a ogni anno corrisponda un animale dello zodiaco cinese, che segue un ciclo di 12 anni. Il 2021 sarà l’anno del Bue che, secondo gli astrologi, è un segno affidabile, forte e determinato.

#5 “Diamo il benvenuto all’anno del Bue”: un evento a cui non si può mancare

Credits: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano

Ma le curiosità sul Capodanno cinese non sono solo queste. Se volete scoprirne altre, tra cui l’origine della Festa di Primavera e della mitologia dell’oroscopo cinese, non perdete l’incontro di venerdì 12 febbraio, organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. Ore 18.00 in diretta sul canale YouTube dell’Istituto Confucio. Per maggiori informazioni: www.istitutoconfucio.unimi.it

Continua la lettura con: Via PAOLO SARPI e le chicche di Chinatown: breve guida al quartiere più di tendenza nel cuore di Milano

VALENTINA TALIA

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Valentina Talia
Nel 2013 mi laureo alla Statale di Milano in Lingue e culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale, con specializzazione in cinese e spagnolo. Dopo un semestre di perfezionamento a Pechino, inizio a lavorare all’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, dove seguo la parte di comunicazione e di lezioni-gioco in cinese per bambini. Nel tempo libero studio per diventare operatrice shiatsu. Le mie passioni mi portano a destreggiarmi tra fornelli e viaggi esotici, ma il richiamo di Milano, casa mia, è sempre molto forte.