5 cose che ODIAMO di Milano

Questo articolo potrebbe non fare per voi

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odi et amo (credit: Andrea Cherchi)

Avviso ai lettori. Questo articolo contiene concetti non particolarmente lusinghieri su Milano. Se siete parte di quel gruppo di persone che ritengono Milano al di sopra del bene e del male, e che pur di dimostrare il vostro amore incondizionato alla città sareste disposti perfino a difendere il monumento di piazzale Amendola detto “l’incidente stradale“, allora è importante sappiate che questo articolo non fa per voi. Questi cinque punti sono emersi dalla chat della redazione di Milano città stato: non siamo d’accordo su ogni singolo punto ma siamo tutti d’accordo sullo spirito di fondo di questo articolo. Perchè essere innamorati di Milano non significa rinunciare all’idea che possa essere sempre migliore, anche riconoscendo i suoi difetti. Chiarito questo, ecco a voi le 5 cose che più odiamo di Milano e che ci piacerebbe che questa città si lasciasse dietro le spalle insieme a questo balordo 2020.  

5 cose che ODIAMO di Milano

#1 Odiamo la mentalità NIMBY

Iniziamo subito tirandocela da veri milanesi, con un termine molto international. Nimby è l’acronimo di “not in my backyard”, ossia fatelo pure ma non dietro casa mia. Si tratta di una mentalità che si oppone a opere e attività di interesse pubblico che hanno o potrebbero avere effetti negativi sulla propria area di residenza. Di solito si accompagna a un atteggiamento ipocrita da due pesi e due misure: si critica e si danno lezioni morali agli altri ma guai a prendersi una minima responsabilità delle proprie azioni. 

#2 Odiamo la SUPPONENZA

Intendiamo non quell’arroganza bonaria, ma quell’atteggiamento rigido che sconfina nella prepotenza. Che poi non è lontana dal punto precedente, spesso è parte integrante alla mentalità NIMBY, all’atteggiamento ipocrita, ma rispetto al punto precedente si esprime più in una forma individuale. Si è implacabili con gli errori degli altri, ma molto accondiscendenti verso quelli propri. Che anzi non esistono. E la prepotenza porta a considerare come proprio non solo ciò che è proprio, ma anche ciò che è pubblico o degli altri. 

#3 Odiamo l’IDOLATRIA IDEOLOGICA

Riteniamo che il bello di Milano sia il buonsenso, il suo pragmatismo calvinista, la capacità di giudicare le buone azioni sulla base degli effetti che producono non in base a chi le commette o a dei principi ideologici. Già, qui casca l’asino: l’idolatria ideologica si sta diffondendo a macchia d’olio in una città che per sua natura dovrebbe esserne immune. L’ideologia sta diventando ormai il criterio principale per definire il bene e il male di tutto ciò che succede: dall’apertura di una ciclabile a un tizio che se ne va in giro su un monopattino elettrico. Funziona? Serve? Che conseguenze ha? sono ormai diventate delle domande senza senso. Meglio scontrarsi come ultras per partito preso.  

Credits: Andrea Cherchi – In Monopattino a Milano

#4 Odiamo lo STORYTELLING

Un’altra cosa che negli ultimi anni è andata fuori controllo, tanto da finire ovunque. Quest’ansia dello storytelling, in una città dove sempre più il progetto sta diventando più importante della sua effettiva realizzazione, la Milano dei rendering, delle week, dei rebrand, dei naming che fanno rinascere i quartieri, dei claim che rendono straordinarie delle opere modeste, dell’effetto Wow, la città dove conta la rappresentazione anche se priva di sostanza. A te che leggi, non ti viene mai la nausea di questo? 

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#5 Odiamo la FUGA da Milano 

Nel weekend. Nelle feste comandate. Al primo pericolo di lockdown. La morale è sempre la stessa: appena è possibile molti sentono questo desiderio irrefrenabile di scappare da Milano. Per poi ritrovarvi a scrivere su Facebook quanto vi manca Milano. 

Credit: liguria24.it

Ci fermiamo qui. Anche se nella chat erano spuntati altri motivi di odio, dallo smog alle auto sui marciapiedi, dal provincialismo che fa temere il confronto critico con il resto del mondo al conformismo di avere o di fare ciò che si ritiene più figo. Si potrebbe andare avanti ma preferiamo fermarci qui. L’unica cosa che ci resta da dire è che noi amiamo Milano. La amiamo così tanto da odiarla. 

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