Giardini, arte e giochi d’acqua: la VERSAILLES ITALIANA alle porte di Milano

Villa Arconati è considerata la Versailles italiana. Scopriamola insieme!

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Credits: @alemiet IG

Immaginate giardini rigogliosi, teatri, statue imponenti e formidabili giochi d’acqua. Se pensate che questa sia la descrizione della Reggia di Versailles, vi state sbagliando. Si tratta invece dell’incantevole Villa Arconati, a Castellazzo di Bollate, in provincia di Milano. Qual è la sua storia? Quali meraviglie conserva questo luogo?

Giardini, arte e giochi d’acqua: la VERSAILLES ITALIANA alle porte di Milano

# La dinastia Arconati ristruttura la Villa rendendola un vero gioiello

credits: gdc-bollate.it

La storia della Villa vede come protagonisti diverse generazioni della famiglia Arconati, proprietaria del casale per più di due secoli.

Nel 1610, Galeazzo Arconati, cugino del cardinale Federico Borromeo, investì il suo patrimonio nella proprietà di Castellazzo, comprendente la villa signorile, il borgo e il bosco circostante. Dovete sapere che Galeazzo era un collezionista e un amante dell’arte e dell’architettura, pensate che tra i suoi incarichi figurava anche quello di rettore della Fabbrica del Duomo, decise quindi di apportare delle modifiche alla Villa e ai giardini per ingentilirne l’aspetto. Ampliò i piani nobili, commissionò imponenti statue di marmo e organizzò la pianificazione integrata tra Villa, giardino e paesaggio, introducendo i giochi d’acqua ispirati agli studi di Leonardo da Vinci.

Alla sua morte i suoi successori presero il suo posto nell’abbellimento e nella riorganizzazione del giardino e della casa signorile, riuscendo nell’intento originale di riqualificare l’intero borgo.

Con l’estinzione della dinastia Arconati, il patrimonio passò ai cugini Busca e, in seguito, verso la metà del ‘900 giunse in eredità a donna Beatrice Crivelli. Quest’ultima investì molto nella cura e nella conservazione di questi luoghi ed è grazie a lei se oggi possiamo ammirare l’intera tenuta con l’aspetto che aveva un tempo.

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# La Villa: tutt’oggi si respira l’amore per l’arte e per la cultura di un tempo

credits: pinterest.com

Nel XVII secolo era uso dei nobili signorotti avere una proprietà in campagna dove andare in villeggiatura, venivano chiamate Ville di Delizia e possiamo dire che sono un po’ le nobili antenate delle seconde case. Villa Arconati aveva proprio questa funzione, oltre a quella di avamposto per controllare i possedimenti terrieri, e anche per questo i suoi proprietari si diedero tanto da fare per renderla splendida e memorabile.

Oggi si presenta così come era stata completata nel XVIII secolo dalla famiglia ed è considerata un meraviglioso esempio della cura e dell’eleganza del barocchetto lombardo. Percorrendo il viale alberato d’ingresso, la Villa si mostra ai visitatori in tutto il suo splendore e, con una sola occhiata, è possibile comprendere l’amore per l’architettura, l’arte e la cultura che per secoli ha animato la residenza. Al suo interno è possibile visitare alcune stanze, tra cui il Salone dei Musei, che ospita ancora oggi alcune delle opere d’arte commissionate dai proprietari, e la Biblioteca, dove sembra che un tempo fossero conservati i fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.

# Il giardino: statue, teatri e giochi d’acqua decorano la residenza

credits: arturismo.it

Il giardino è probabilmente la vera perla di tutta la residenza ed è lo spazio ideale per immedesimarsi nei panni dei nobili che qui trascorrevano intere giornate tra musica, cultura e giochi d’acqua.

Il teatro, elemento indispensabile nei giardini di Delizia, è uno dei tesori della Villa. Giuseppe Maria, pronipote di Galeazzo, era un grande appassionato e si narra che ospitò molti commediografi, tra cui il celebre Carlo Goldoni.

Ma la vera protagonista è l’acqua. Usata per intrattenere i nobili con incantevoli giochi, aveva anche il compito di sostenere e alimentare la vegetazione del parco. I complessi meccanismi che regolavano il tutto, si trovano ancora oggi nella Torre dell’acqua, ed erano un’opera di ingegneria idraulica all’avanguardia che Galeazzo aveva probabilmente ripreso dagli studi di Leonardo da Vinci.

E poi statue, orti e persino un labirinto adornano il giardino della Villa tanto che non sorprende il soprannome che le è stato dato: la Versailles italiana. Oggi è un luogo di confronto tra la cultura di un tempo e quella contemporanea ed è sede, tra l’altro, di un Festival musicale che ogni estate, dal 1989, ospita artisti da tutto il mondo.

 

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CHIARA BARONE

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Chiara Barone
Nata e cresciuta a Milano, sono una studentessa all'ultimo anno di Sociologia. Sogno un mondo più inclusivo dove cultura, passione e curiosità siano motore di innovazione e miglioramento.